Home
Come «Informazione Corretta» e altri media denigrano quanti criticano il sionismo, Israele, e gli Stati Uniti: Ahmadinejad - Alemanno - Aloni - Arbour - Barghouti - Barnard - Berti - Blondet - Burg - Cardini - Carter - Chiesa - Chomsky - De Giovannangeli - D’Escoto - D’Orsi - Facci - Farrahkan - Finkelstein - Giorgio - Grillo - La Russa - Michael Lerner - Gideon Levy - Luzzatto - Man - Moore - Morgantini - Morin - Odifreddi - Oz - Paci - Pannella - Pappe - Piccardo - Pillay - Prodi - Ramadan - Romano - Sabahi - Salamelik - Salerno - Sand - Schiavulli - Shamir - Spinelli - Stabile - Sternhell - Storace - Tizio - Toaff - Tutu - Vanunu - Vargas Llosa - Vattimo - Veneziani - Viola - Zanotelli -
Come «Informazione Corretta» e altri media presentano Israele, il Medio Oriente e la Palestina: Allam - Battista - Broder - Bordin - Buffa - Bush - Calabrò - Cicchitto - Colombo - Diaconale - Fait - Fallaci - Ferrara - Fourest - Foxman - Frattini - Guzzanti - Israel - Lisistrata - Livni - Loewenthal - Meotti - Merkel - Morris - Nirenstein - Ostellino - Ottolenghi - Pacifici - Pagliara - Palazzi - Panella – Petraeus - Pezzana - Polito - Prister - Ranieri - Rocca - Ronchi - Ruben - Santus - Sfaradi - Shalev - Steinhaus - Sussmann - Tas - Teodori - Ulfkotte - Volli - Wiesel
Come «Informazione Corretta» e altri media denigrano quanti criticano il sionismo, Israele, e gli Stati Uniti: Ahmadinejad - Alemanno - Aloni - Arbour - Barghouti - Barnard - Berti - Blondet - Burg - Cardini - Carter - Chiesa - Chomsky - De Giovannangeli - D’Escoto - D’Orsi - Facci - Farrahkan - Finkelstein - Giorgio - Grillo - La Russa - Michael Lerner - Gideon Levy - Luzzatto - Man - Moore - Morgantini - Morin - Odifreddi - Oz - Paci - Pannella - Pappe - Piccardo - Pillay - Prodi - Ramadan - Romano - Sabahi - Salamelik - Salerno - Sand - Schiavulli - Shamir - Spinelli - Stabile - Sternhell - Storace - Tizio - Toaff - Tutu - Vanunu - Vargas Llosa - Vattimo - Veneziani - Viola - Zanotelli -
Cosa si intende qui per Israel Lobby?
«Una coalizione informale di individui e gruppi che cerca di influenzare la politica estera americana in modo che Israele ne tragga beneficio».
Ed in Italia come stanno le cose?
Stiamo cercando di scoprirlo! Con uno sguardo sull’Europa e sui luoghi da dove si tengono i fili.«Esistono due distinti meccanismi che impediscono alla realtà del conflitto israelo-palestinese di essere giustamente divulgata, e sono i due bavagli con cui i leader israeliani, i loro rappresentanti diplomatici in tutto il mondo, i simpatizzanti d’Israele e la maggioranza dei politici, dei commentatori e degli intellettuali conservatori di norma zittiscono chiunque osi criticare pubblicamente le condotte dello Stato ebraico nei Territori Occupati, o altri aspetti controversi della storia e delle politiche di quel Paese. Il primo bavaglio è l’impiego a tutto campo dei gruppi di pressione ebraici, le cosiddette lobby, per dirottare e falsificare il dibattito politico sul Medioriente (negli USA in primo luogo); il secondo è l’accusa di antisemitismo che viene sempre lanciata, o meglio sbattuta in faccia ai critici d’Israele» (P. Barnard, Perché ci odiano, p. 206).
Ricerche correlate:
1. Monitoraggio di «Informazione Corretta»: Sezioni tematiche. – 2. Osservatorio sulle reazioni a Mearsheimer e Walt. – 3. L’11 settembre: misteri, dubbi, problemi. – 4. Rudimenti sul Mossad: suo ruolo e funzione nella guerra ideologica in corso. – 5. Free Gaza Movement: una sfida al blocco israeliano di Gaza. – 6. La pulizia etnica della Palestina. – 7. Studio delle principali Risoluzioni ONU di condanna a Israele. – 8. Cronologia del conflitto ebraico-palestinese. – 9. Boicottaggio prossimo venturo: la nuova conferenza di Durban prevista per il gennaio 2009. – 10. Teoria e prassi del diritto all’ingerenza. – 11. Per una critica italiana a Daniel Pipes. – 12. Classici del sionismo e dell’antisionismo: un’analisi comparata. – 13. Letteratura sionista: Sez. I. Nirenstein; II. Panella; III. Ottolenghi; IV. Allam; V. Venezia; VI. Gol; VII. Colombo; VIII. Morris; – 14. La leggenda dell’«Olocausto»: riapertura di un dibattito. – 15. Lettere a “La Stampa” su «Olocausto» e «negazionismo» a seguito di un articolo diffamatorio. – 16. La sotterranea guerra giudaico-cristiana dei nostri giorni. – 17. Jürgen Graf: Il gigante dai piedi di argilla. – 18. Carlo Mattogno: Raul Hilberg e i «centri di sterminio» nazionalsocialisti. Fonti e metodologia. – 19. Analisi critica della manifestazione indetta dal «Riformista». – 20. Controappello per una pace vera in Medio Oriente. –
Arrivo a questa scheda su Hamza Piccardo attraverso una citazione indiretta mediante motori di ricerca: da Tariq Ramadan a Hamza Piccardo, di cui esce un romanzo intitolato “Miracolo a Bagdad”. Ho già detto altre volte di non essere un lettore di romanzi ed opere di narrativo, fatte poche eccezioni. Leggo con interesse questo testo di Attilio De Castris che precede la recensione dell’ultimo romanzo di Piccardo con titolo “Miracolo a Bagdad”: «Sono passati cinque anni da quando le truppe della Coalizione guidata dagli Stati Uniti hanno invaso l’Iraq. Il Paese è meno sicuro e più diviso di allora. Un milione di civili sono morti e tutte, ma proprio tutte, le bugie che servirono a creare un paravento che nascondesse agli occhi dell'opinione pubblica le inconfessabili motivazioni dell'invasione sono svelate». Vado poi a guardare nello schedario criminale di «Informazione Corretta» al nome Piccardo e trovo che è il personaggio è largamente segnalato alle autorità di polizia e ad organi inquirenti. Infatti, Hamza Piccardo oltre che romanziere è anche il portavoce dell’Ucoii, l’Unione delle comunità islamiche in Italia. Lascia esterrefatti la sicumera con cui vengono indicati come una sorta di criminali e delinquenti quanti semplicemente osano fare critica politica ad Israele e agli orientamenti di politica interna allineati su posizioni eufemisticamente qui dette “occidentali”. Fa pensare ad un sostanziale regime totalitario la sicurezza con cui gli uni fanno vera e propria delazione verso altri cittadini che semplicemente esercitano i loro diritti costituzionali. Stanno uscendo in questi giorni diversi volumi sul “totalitarismo” fascista, ma a me appare oggi nelle nostre condizioni politiche un ben diverso e più capillare totalitarismo. Lo studio e la manipolazione del passato serve spesso a non far comprendere il presente.
Versione 1.1
Status: 8.11.08
Sommario: 1. Una evidente manifestazione di fanatismo e idiozia. – 2. Cosa c’entra l’antirazzismo con Israele. – 3. Una lettera di Roberto Piccardo al prefetto di Milano. –
1. Una evidente manifestazione di fanatismo e idiozia. – Il link non richiede particolare commento se non che l’invito pubblico alla delazione potrebbe venire restituito al mittente per vilipendio dei diritti costituzionali della libertà di pensiero nonché della sua manifestazione. Naturalmente si può condividere o non condividere una determinata opinione o analisi, ma a ciò in condizioni normali segue un civile dibattito, non la prassi costante della diffamazione, denigrazione, delazione. A ciò si aggiunga la crassa calunnia ed una sorta di intimidazione, forse basata su un chiaro senso di impunità. È poi curioso o forse ridicolo come costoro invochino un principio di contraddittorio che negano accuratamente ad altri. Le loro “corrette” sentenze sono senza appello. Basta uno sguardo superficiale su IC per rendersi conto come non esista qui la mia pallida ombra di contraddittorio e dibattito. A qualche lettore esterno all’organizzaione lobbistica IC, non io, si è risposto con un assai esaustivo: “Embé?”, che a volte si ritrova anche nei pubblici quanto anonimi commenti. Qualcosa di patologico che per non essere considerato tale in senso medico occorre spiegare con la natura assolutamente propagandistica e lobbistica del sito.
Torna al Sommario.
2. Cosa c’entra l’antirazzismo con Israele. – Nei primi giorni del settembre 2001 il sionismo stava per essere equiparato al razzismo. Solo il boicottaggio della conferenza Onu da darte degli Stati Uniti e di Israele ha impedito che si giungesse ad una formalizzazione. Ma eccetto che dai servizi di propaganda che tendono a negare l’evidenza è ormai cosa risaputa l’esistenza in Israele di una forma di apartheid peggiore di quello che sia mai esistita in Sud Africa. Che Israele abbia molto a che fare con il razzismo è pacifico. Questo accanimento contro Piccardo e i musulmani italiani è una forma di razzismo a cui si vorrebbe costringere il governo italiano.
3. Una lettera di Roberto Piccardo al prefetto di Milano. – Il tema dei bambini e della scuole è di grande attualità in questi giorni. Piccardo denuncia qui un singolo caso di intolleranza e diciamolo pure razzismo in quel di Milano, dove è presenta la Lega. A me sembra tuttavia che il singolo episodio sia da inquadrare in una politica generale di livello europeo volto ad impedire la migliore accoglienza e integrazione di gruppi islamici che hanno scelto il nostro paese e l'Europa come luogo di lavoro e di stabile residenza. Procedendo nell'analisi si risale al conflitto mediorientale ed all'interesse politico di Israele ad impedire il crescere di un'opinione pubblica diversamente informata e orientata sulla realtà del Medio Oriente.
Torna al Sommario.
2. Cosa c’entra l’antirazzismo con Israele. – Nei primi giorni del settembre 2001 il sionismo stava per essere equiparato al razzismo. Solo il boicottaggio della conferenza Onu da darte degli Stati Uniti e di Israele ha impedito che si giungesse ad una formalizzazione. Ma eccetto che dai servizi di propaganda che tendono a negare l’evidenza è ormai cosa risaputa l’esistenza in Israele di una forma di apartheid peggiore di quello che sia mai esistita in Sud Africa. Che Israele abbia molto a che fare con il razzismo è pacifico. Questo accanimento contro Piccardo e i musulmani italiani è una forma di razzismo a cui si vorrebbe costringere il governo italiano.
3. Una lettera di Roberto Piccardo al prefetto di Milano. – Il tema dei bambini e della scuole è di grande attualità in questi giorni. Piccardo denuncia qui un singolo caso di intolleranza e diciamolo pure razzismo in quel di Milano, dove è presenta la Lega. A me sembra tuttavia che il singolo episodio sia da inquadrare in una politica generale di livello europeo volto ad impedire la migliore accoglienza e integrazione di gruppi islamici che hanno scelto il nostro paese e l'Europa come luogo di lavoro e di stabile residenza. Procedendo nell'analisi si risale al conflitto mediorientale ed all'interesse politico di Israele ad impedire il crescere di un'opinione pubblica diversamente informata e orientata sulla realtà del Medio Oriente.
Nessun commento:
Posta un commento