giovedì 19 settembre 2013

Testimonianza di Joe Fallisi: «Con la Siria nel cuore». Al 16 di settembre 2013.

Pierre Piccinin
Mi sarei aspettato che una stampa amante della verità avesse dato rilievo non ai lirismi bellici di un Domenico Quirico, ma alle dichiarazioni di Pierre Piccinin che scagionavano il governo di Assad e rivelavano quel che gli informati già sapevano, è cioè il ruolo criminale dei cosiddetti “ribelli” che avrebbero tradito quella “rivoluzione laica” che esiste solo nella testa di Quirico, il cui compito era ed è appunto quella di venderla sui media, per nascondere un brutale progetto di cambiamento di regime. Ed invece niente: ci continuano ad ammannire gli stucchevoli resoconti di Quirico e ci si è dimenticati di Pierre Piccinin, fatto passare per “folle”. Poco importano le posizioni del belga verso il governo legittimo, poco importano i suoi mutamenti di posizione politica, ma interessa solo ed unicamente la “verità’ sul 21 agosto, una verità che noi non siamo disposti a riconoscere per intero ed in esclusiva a un Domenico Quirico.  

Di quanto poco possiamo e dobbiamo fidarci dei media lo apprendiamo oltre che dalle testimonianze dirette, a volte anche da qualche articolo rivelatore, su «agenti segreti infiltrati nei media», come questo di Hismah Hamza,  pubblicato dal sito Aurora, anche se poi comprensibilmente non suscitano la vasta eco che sarebbe del tutto naturale se stampa e televisioni non fossero quello che appunto sappiamo. Ormai il diritto internazionale è cosa vecchia che non esiste più nella realtà odierna della cosiddetta “comunità internazionale”. E non ci vuole molto per rendersi dell’immensa ipocrisia che si sta consumando sull’uso presunto e controverso dei gas, quando i crimini non da gas superano di gran lunga tutte le “linee rosse” della propaganda mediatica ovvero della guerra mediatica di cui giornali e televisione sono parte integrante e non già mero strumento: mentono sapendo di mentire e quando sono messi davanti all’evidenza, come nel caso libico dove le manifestazioni di Tripoli erano state inscenate nel Qatar, si ammette candidamente che si trattava in effetti di “stratagemmi di guerra”.

E comunqne, per chi vuole “testimonianza” di persone che sono state in Siria, non esiste solo quella di Domenico Quirico. Ne abbiamo qui una giunta alla nostra posta del tenore Joe Fallisi, che pubblichiamo senza altro indugio. Seguirà la documentazione fotografica e quanto altro ci perverrà dai suoi “Appunti di viaggio, 30 agosto-16 settembre 2013”.

                                                                           * * *

                             CON LA SIRIA NEL CUORE

                                                       Joe Fallisi

16 settembre 2013

Eravamo partiti-arrivati proprio quando i linguivendoli del mondo intero affermavano speranzosi (poi miseramente smentiti dai fatti), che sarebbero iniziati i bombardamenti di Barry Soetoro... ma in realtà il giorno più pericoloso del nostro viaggio in Siria è stato l’ultimo, quello del ritorno. Della delegazione italo-siriana siamo rimasti in quattro: io, Jamal Abo Abbas, Ouday “Soso” Ramadan e Assef Mansour.

Prima di partire tutti insieme da Tartus, andiamo a prendere Jamal a Safita, la sua bella, piccola città, a prevalenza cristiano-ortodossa, inerpicata su un monte e piena di case in costruzione, di vita che procede impavida. Quindi si visita la tenuta di campagna, in un villaggio alla periferia di Tartus, della famiglia di Ouday. Chi vi abita è meno al sicuro che non in città, ma finora nessuno dei mostri è riuscito a infiltrarsi. Il raccolto dei campi è interamente devoluto ai contadini e ai bisognosi. Ci accoglie il fattore con l'ospitalità siriana, proverbiale... entriamo nella minuscola, splendida moschea annessa alla casa, fatta appositamente costruire dai Ramadan... dove il papà di Soso, Hassan, capo spirituale degli alauiti, oggi gravemente ammalato, ha per tanti anni officiato e incontrato i fedeli. Poi di nuovo a Tartus, invitati a pranzo dalla sua famiglia.

 Che piacere rivedere Hassan e Vita, moglie inseparabile, ormai pura anima, esile e cieca ma che tutto sa e comprende (in gioventù bellissima, mi dice Ouday con orgoglio), e i due fratelli e le loro mogli, e i bimbi!... Gli occhi profondi e penetranti, il volto dell’anziano Hassan, quasi sempre silenzioso, mi ricordano Georges Ivanovič Gurdjieff... non è un accostamento sbagliato, visto le conoscenze segrete di entrambi gli uomini... l’alauismo... siamo anche in questo caso dentro la narrazione in gran parte farlocca di coloro che si impongono con l'uso della forza e delle stragi, e che poi (ri)scrivono la storia a loro uso e consumo... com'è stato da parte della canaglia democratica dopo la Seconda Guerra Mondiale... i vincitori, fra i musulmani, lo stuolo sterminato dei sunniti, non rappresentano affatto l'autentico Islam, e quel che accade oggi per mano dei più reazionari e fanatici tra loro non è che l’eco delle prime persecuzioni subìte, per mano dei vari califfi abusivi, proprio dagli sciiti e alauiti, sempre (salvo eccezioni rare) dalla parte degli sfruttati e fiaccola di progresso civile e di equità.

Scendiamo in strada per imbarcarci, noi e le tante valigie, nell’automobile che i fratelli di Soso hanno ordinato appositamente. Ma che sorpresa e sconcerto quando vediamo che ci attende una macchina molto più piccola di quella pattuita e con targa non libanese, come d’accordo, ma... siriana!... Non si capisce bene se si tratti di un errore colpevole o di una sostituzione per forza di causa maggiore, fatto sta che si decide di partire comunque... in effetti potremmo essere tutti e quattro perfetti obiettivi nel mirino: io che ho appena registrato la mia canzone per il popolo e l’esercito della Repubblica (poi trasmessa per radio in tutta la Siria), Jamal capo della Comunità Siriana in Italia fedele alla sua Patria, Assef, membro orgoglioso della medesima Comunità, Ouday portavoce del Comitato Italia-Siria e, come gli altri, alauita!... sono le 15h... quel che dovrà succedere succederà... Inshallah. Siamo letteralmente insardinati, tra i pacchi e le borse.

Davanti, accanto al guidatore (un vecchietto di Tartus eccezionale, pieno di risorse e che si rivelerà coraggiosissimo), è seduto Jamal, di dietro io, con alla mia sinistra Assef, dal profilo di antico Assiro, e alla mia destra Soso grande cuore, autentica enciclopedia del Vicino Oriente, degno figlio di suo padre. Siamo stati venduti ai troglocannibali?... Molto improbabile, non impossibile. Si arriva alla frontiera in circa mezz’ora, ma è qui che rimaniamo fermi per un tempo lunghissimo (forse mandando così all’aria i piani di chi eventualmente ci attendeva dall'altra parte)... è per “colpa” mia... nel 2010 i vampiri giudaici, espellendomi dall’aeroporto Ben Gurion, dopo avermi arrestato e tenuto in una galera per tre giorni nel deserto del Negev come gli altri della Freedom Flotilla, hanno impresso il timbro dell’entità sul mio passaporto, macchia che solo un nuovo documento può cancellare... all’andata tutto era stato molto più veloce, qui troviamo un funzionario-burocrate che di spiegazioni ne vuole mille, e non gli bastano mai... alla fine, dopo varie telefonate in alto loco, forse anche lui stremato, mi (ci) lascia partire... si è fatta sera... dopo aver passato, con molte meno difficoltà (per l'abilità diplomatica e il genio di Ouday), anche la frontiera libanese, eccoci nella strada che, passando attraverso Tripoli, ci porterà a Beirut, all’albergo dove ci attendono gli altri nostri compagni di viaggio siriani che si erano fermati a Latakia e che di lì sono volati nel Paese dei cedri.

Tripoli... ovvero "Kandahar", come la chiamano in Siria, per via dell’enorme presenza della feccia talebana e simile, che ha impestato la città. In periferia Soso mi indica le discariche criminali, dove l’Occidente ha riversato i suoi veleni, concesse dal mafioso Hariri... poi, dopo aver superato, alla nostra sinistra, la cittadella degli alauiti (80.000 eroi che da quarant’anni resistono all’assedio di 800.000 sunniti retrogradi), eccoci proprio nel cuore marcio degli islamici del Kali Yuga in Libano... varie automobili suonano il clacson alla vista della nostra, siriana... una si accosta minacciosa... l'autista li manda sonoramente affanculo e sterza in una strada laterale... questa duplice reazione grandiosa deve averli disorientati... nessuno ci insegue!... finalmente siamo fuori dell’inferno brulicante... ci accoglie una Beirut luccicante nella notte, piena di McDonald e di resort pacchiani per i riccastri del Golfo... qui le case e gli Hotel costano più che a New York... sembra di entrare in un altro mondo quando finalmente arriviamo nella parte meridionale della città controllata dagli Hezbollah gloriosi.

Nessun orpello occidentale, o quasi. Se c'è un vero alleato della Repubblica Araba laica e socialista di Siria questo è il religiosissimo Hezbollah, che non impone a nessuno il suo credo sciita e che ha costruito un esercito invincibile, così come una società non corrotta, solidale, avanzata. In mezzo alla melma essi danno un esempio di dignità e di onore. Torno in Italia convinto che i siriani e i libanesi con la spina dorsale diritta alla fine vinceranno. E la loro vittoria sarà anche la nostra.



                                             A VOLTE ANCHE QUATTRO

Oggetto: un grande abbraccio
Da: Joe Fallisi <…>
Data: 19 settembre 2013 19.21.10 GMT+02.00
A: (...)


Carissimi, come forse avrete saputo sono appena tornato dal mio viaggio di attivista per i diritti umani (dal 30 agosto al 16 settembre) più pericoloso... evidentemente la mia (ultima) ora non era ancora giunta... :)... quando ci rivedremo, spero presto!, vi racconterò tutto a voce.

 Per intanto vi dico solo questo: ho partecipato a Tartus a un'assemblea delle madri dei martiri... commovente e impressionante... a rappresentarle una signora che nell'arco di 40 giorni ha perso, trucidati dagli islamobeccai, il marito (generale dell'esercito), il padre, un fratello e un figlio... immaginate l'orrore: meno di un mese fa in un villaggio della provincia di Latakia (con Tartus il porto principale della Siria e dove sono principalmente concentrati gli alauiti) i mostri islamici del Kali Yuga (a libro paga dei pedoemiri, del Mossad, della Cia, del Mi6, della Nato, cioè dell'Occidente predone - e orwelliano) hanno BOLLITO VIVI quattro bimbi e sventrato la loro madre incinta, facendo a pezzi il feto... in Siria gli orrori compiuti dai terroristi abominevoli, che anche l'ItaGlia disgraziata appoggia, sono all'ordine del giorno... ogni famiglia piange i suoi caduti... è penetrata nella Repubblica Araba siriana (l'unica, insieme con l'Algeria e oggi, forse, speriamo, il nuovo Egitto, rimasta laica e indipendente) la feccia dell'umanità... alieni mercenari... pendagli da forca, letteralmente(1)... torturatori, assassini seriali, cannibali, drogati dai loro imam teocratici... e pieni di anfetamine, cocaina, ecstasy... tanto trogloditi, plagiati e deficienti, quanto criminali efferati... è in atto la più schifosa e incredibile invasione della peggior canaglia mondiale, sponsorizzata dai "democratici"... e quello che leggete sui giornali tutti asserviti e ascoltate-vedete in televisione è FALSO... siamo davvero all'interno della società degli spettri...

Da molto sostengo che la società dello spettacolo si è trasformata, inverata nella "società degli spettri", dove i media non trasmettono più una rappresentazione-interpretazione, un'ermeneutica, per quanto distorta, della realtà, ma la realtà stessa viene direttamente surrogata da una fanta-realtà creata ad hoc, spettrale, appunto. Il vero, nella comune percezione, deve sempre più essere intimamente connesso con la menzogna, come in un teatro di fantasmi, ma alla luce del sole... ogni notizia bisogna che appaia al contempo verosimile e incredibile, e accettabile (obbligatoriamente) in quanto tale. E' proprio quel senso di perpetua insicurezza ed estraneazione e insieme di malleabilità, plasticità etica cui pensava Orwell ("Due più due? A volte fa cinque. A volte fa tre. A volte fa cinque e tre contemporaneamente" - a volte anche quattro).

 Così è stato per il via libera politically correct all'assalto alla Libia, dove massacri completamente inventati e persino smentiti (ovvero una realtà irreale, un film appositamente confezionato) hanno comunque raggiunto l'effetto ormai accettato dall'"audience" come dato di fatto inevitabile. Così è per l'omicidio del cadavere di Bin Laden, morte spettrale per antonomasia(2) e per la spudorata incriminazione - da che pulpito!(3) - di Bashar al-Assad, grande Presidente, che noi possiamo solo sognarci (4).

 Faccio risalire questa mutazione alla prima guerra del Golfo, quando ai telespettatori vennero ammannite battaglie aeree "in tempo reale" sui cieli dell'Iraq che in effetti erano spezzoni di pubblicità della Lockheed. Ma forse tale cambiamento epocale cominciò molto prima. Vogliono, i mandanti in doppio petto di quest'accolita di zombi e di vampiri, gli immensi giacimenti di gas naturale, proprietà del popolo della Repubblica Araba di Siria e, nell'epoca più ideologica della storia, usano i "diritti umani" (che loro sono i primi a distruggere) come grimaldello politically correct. Senza no-fly zone, comunque, l'internazionale degli sfruttatori non ce la farà mai a sbranare anche questo Paese... del resto così sarebbe stato della stessa Giamahiria, che era estremamente più debole e isolata della Repubblica siriana... bastavano pochi giorni e Khamis Gheddafi avrebbe riconquistato e liberato pure Bengasi... la no-fly zone e l'assalto con le armi micidiali che posseggono i predatori "umanitari" possono mettere in ginocchio qualunque Stato... Shylock lo sa bene, ed è lì che freme non potendo (ancora) scatenarsi... ma non ha rinunciato affatto a impestare, distruggere e giugulare anche la Siria... i cui cittadini con la schiena diritta (la maggioranza assoluta) non si fanno, a questo proposito, nessuna illusione, né tanto meno si montano la testa.

Già danni enormi, di tutti i generi, sono stati procurati al corpo della nazione sanguinante, e nell'eventualità migliore occorreranno anni per rimediare, almeno in parte, alla catastrofe che si è abbattuta sulla loro Patria. Un grande abbraccio dal vostro amico del cuore.

(1) Cfr. http://friendsofsyria.co/2013/09/18/saudis-sent-death-row-inmates-to-fight-syria/.

(2) Cfr. http://it.groups.yahoo.com/group/libertari/message/103020, http://it.groups.yahoo.com/group/libertari/message/103021.

(3) Cfr. http://www.youtube.com/watch?v=fE9N3U-0_e8, http://sapereeundovere.it/dieci-attacchi-chimici-di-cui-gli-usa-non-ci-vogliono-far-parlare/.

(4) Cfr. http://friendsofsyria.co/2013/09/19/children-in-syria-chemical-attack-video-moved-between-locations-before-staged-filming/, http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=12288, http://www.informationclearinghouse.info/article36155.htm, http://aurorasito.wordpress.com/2013/06/04/perche-spaventarci-con-le-armi-chimiche-siriane/, http://aurorasito.wordpress.com/2013/07/17/loccidente-perde-su-tutti-i-fronti-della-siria/, http://aurorasito.wordpress.com/2013/02/01/britamgate-inscenare-attacchi-false-flag-in-siria/, http://aurorasito.wordpress.com/2013/08/22/lesercito-libero-siriano-attacca-damasco-con-armi-chimiche/, http://aurorasito.wordpress.com/2013/09/11/toccare-il-fondo-con-le-armi-chimiche-usate-dai-ribelli-in-siria/, http://aurorasito.wordpress.com/2013/09/18/cinque-bugie-sul-rapporto-dellonu-sulle-armi-chimiche-in-siria/.

                                                                                                                                      Joe

mercoledì 11 settembre 2013

Sulle orme di Pierre Piccinin, il belga prigioniero in Siria insieme all’italiano Quirico...

Post Precedente.
Per me la “notizia” era ed è quanto il belga Piccinin ha sentito il “dovere morale” di rivelare subito appena liberato: che ad usare il gas su cui tutti assai ipocritamente si scandalizzano sono stati i “ribelli”, non Assad a cui si cerca di addossarglielo in una ricerca del pretesto per una aggressione militare sul modello di quello in Iraq contro Saddam, cui si attribuì il possesso di armi che invece non possedeva affatto. Il mondo fu trascinato in guerra sulla base di una menzogna per la quale nessun governante, nessun organo di informazione ha mai pagato. E la scena sembra ripetersi tal quale con assoluto disprezzo di quel mondo che già una volta è stato ingannato con modalità identiche. Poco si parla di Pierre Piccinin e la scena viene riempito da Quirico che elude la sostanza delle gravissime dichiarazione del compagno di prigionia e si diletta con un lirismo assai fuori di luogo.

Tuttavia, poiché fra gli anfratti del web si scoprono delle verità lasciate nell’ombra, noi useremo questo post per seguire in modo diacronico e sincronico tutte le notizie che riguardano le dichiarazioni di Pierre Piccinin, le sole che interessino, mentre di nessun interesse è il lirismo di Quirico, verso cui i media orientano l’attenzione del pubblico. Sempre più appare strana la modalità del rilascio dei due prigionieri. È stato pagato un riscatto in danaro o sono state date contropartite politiche? Quirico intende o non intende smentire Piccinin? Ha senso che un prigioniero tenti di svalutare ciò che dice il compagno di prigionia dicendo che non è “attendibile”? Pare ovvio che si tratta di prigionieri, le cui dichiarazioni devono essere valutate da un magistrato o dai cittadini che hanno pieno diritto al loro autonomo giudizio politica senza essere imbeccato da giornalisti il cui compito era di coprire la ribellione contro un governo tuttora legittimo?

Seguiremo dunque in tempo reale gli sviluppi. In questo momento sento in diretta l’on. Cicchitto che dà una sua lettura dei fatti che corrisponde a quella che poteva essere la filosofia nostrana di “gladio” e della P2.  Purtroppo, non sono in parlamento e non posso ribattergli in faccia le sue castronerie interessate. Segue per fortuna un intervento di Marta, che dice quel che tutti sappiamo: non siamo un paese indipendente e sovrano, anche se desideriamo tenere la schiena dritta e mandare a casa tutti i servi e traditori parlamentari che ci funestano dal 1945 ad oggi. Sempre continua a farmi riflettere il fatto accertato che Ben Alì, presidente della Tunisia, era un volgare agente della CIA. Quanti ve ne sono ancora di nascosti nelle istituzioni dei paesi “alleati” di Usa e di Israele? Molto vi sarebbe da dire. Continua.

Riprendiamo subito, riportando il brano di un intervista, dove il dilemma torna ad affacciarsi: vi è qualcuno dei due prigionieri che mente? Dicono o non dicono la stessa cosa? Non è un modo di eludere quello di Quirico che ammette di aver sentito - così parrebbe – ciò che Piccinin dice, e dunque non lo smentisce, ma usa il termine “folle”: “è folle dire che...”. Per adesso il mainstream sembra incantato dai toni lirici melensi del sostenitore dei piani eversivi contro il legittimo governo siriano, che racconta ma non dice ciò che interessa sapere soprattutto: sono stati o non sono stati i ribelli ad usare il gas? Non è forse egli reticente di fronte a ciò che invece Piccinin sente il dovere morale di dire giacché la guerra incombe di minuto in minuto? Di fronte ad un pericolo imminente che senso ha prender tempo? Ecco il brano di una intervista che già affronta il problema da altri taciuto:

D. Domenico Quirico, il giornalista italiano liberato in Siria, ha smentito seccamente il suo compagno di cella, Pierre Piccinin, secondo cui il gas sarebbe stato usato dai ribelli. Lei che cosa ne pensa?

R. Questa è una questione che riguarda soltanto Quirico e Piccinin. Non ho nulla da commentare su una vicenda che assume toni più privati che pubblici. (Fonte)

Solo che qui di “privato” non vi è proprio nulla. Si tratta di una guerra per la quale stiamo già soffrendo tutti quanti.

lunedì 9 settembre 2013

Quando due testimoni dicono o sembrano dire cose diverse su un dettaglio da terza guerra guerra mondiale: il belga Pierre Piccinin e l’italiano Domenico Quirico, prigionieri entrambi degli stessi carcerieri: a chi credere?

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Pierre Piccinin
Leggendo a pochi minuti la testimonianza del belga Pierre Piccinin sul fatto che fossero stato i ribelli e non Assad ad usare i gas:
 «È un dovere morale dirlo. Non è il governo di Bashar al-Assad ad aver utilizzato il gas sarin o un altro gas nella periferia di Damasco» (Ansa) (ed altre fonti di cui primigenia è radio RTL-Tvi)
mi sono subito detto se sarebbe stato smentito da Domenico Quirico, chiamato in causa come co-testimone, il quale in effetti dice che quanto detto da Piccinin sarebbe «folle» (= titolazione di Repubblica), naturalmente a seguire le notizie giornalistiche che si succedono e che in genere valgono quel che valgono, cioè assai poco.

Domenico Quirico
 I “fatti” però sono una cosa diversa dalla notizia che se ne dà. È finita l’epoca di un certo giornalismo secondo cui i fatti devono essere separati dalle opinioni. Avviene invece il contrario: i fatti sono adattati alle opinioni di chi scrive su giornali e televisioni, che giusto ieri Casaleggio a Cernobbio ha detto essere strumenti del potere. Chi scrive vuole condizionare l’opinione e il giudizio di chi legge. Solo per questo vengono finanziati giornali e televisioni, anche nel totale disprezzo di chi legge, sempre immaginato come persona incapace di discernimento critico. Per cui a voler discernere la verità è in effetti d’uopo un grande esercizio di acume critico, a cui molti sarebbero certamente capaci se ne avessero il tempo e lo sprone. Or bene, non sono mai stato un fedele lettore del giornalismo di Domenico Quirico, per nulla, ma da pochi suoi articoli mi è bastato poco capire da che parte stesse il suo cuore e la sua mente.

Quirico in I.C.
Ripercorro adesso l’archivio di un sito sionista, dove gli articoli di Domenico sono sempre stati apprezzati. Ne prendo a caso alcuni significativi. In un articolo del 17 gennaio 2013 dal titolo «Siria, dove la guerra santa è contro Assad», i ribelli vengono descritti come «monaci guerrieri». Parla perfino di «spiritualità». La tesi politica interpretativa è alquanto semplice e rozza:
 «La rivoluzione che ad Aleppo sta seccando, in altri luoghi è già islamizzata. Non era un destino. Siamo noi, Occidente, negando ogni aiuto, con la nostra prudenza scrofolosa, che l’abbiamo consegnata all’Islam radicale. Tra qualche mese, forse,non sarà più possibile venire qui. I giovani jhaidisti non ci vogliono, noi gli infedeli, gli empi, ci detestano quanto Assad e la sua sbirraglia».
Vale a dire appena era cominciata la “ribellione” da parte della cosiddetta “Armata siriana libera” l’Occidente avrebbe subito dovuto dar man forte, approfittando di una sorta di chiamata dall’interno. Naturalmente, a noi in Italia non è riconosciuto un eguale diritto di ribellione e basta appena dire la parola “fucili” per sperimentare quanto successo a Paolo Becchi. Seguendo il ragionamento di Chirico, si sarebbe dunque tardato nel precipitarsi a sostegno dei “santi ribelli” e la situazione è sfuggita di mano: sempre più è diventato chiaro anche ai ciechi che la “ribellione” era una “invasione” e “aggressione” mascherata, organizzata dall’esterno. I grandi giornali e le televisioni, come già per la Libia, erano e sono parte integrante di questo piano di aggressione ad uno stato sovrano con un governo legittimo. L’ammirazione per quegli stinchi di “ragazzi” è palese in Quirico:
Fonte
«Ma che ragazzi sono questi jihaidisti? Non si curano affatto della morte, invece di andare al riparo vanno a guardare i mig con la stessa tranquillità con cui potrebbero osservare uno stormo di migratori. È come se le bombe e le pallottole fossero mere astrazioni, sembra che per molti l’importante sia combattere più che vincere. In una guerra santa la morte diventa un combustibile, un mezzo per un fine in sé».
Cosa ci sia di “santo” in quei “ragazzi” di cui Putin ha rinfacciato a Cameron un vero e proprio cannibalismo forse Quirico, finalmente liberato dalle mani di quei “ragazzi”, ce lo saprà spiegare. Ci mette pure di mezzo Dio, chissà quale Dio, se cristiano, musulmano o ebraico:
«Vanno via sereni, la loro fede in Dio li porta a vivere nella attesa di miracoli. Sono guerrieri santi, combattono la guerra di Dio e i miracoli sono destinati ad accadere.»
Vignetta su I.C
La santità non tocca i “soldati di Assad”, benchè legittimi combattenti di un governo legittimo. Ecco come vengono descritti senza la minima simpatia:
«La prima linea è un gruppo di case, i soldati di Assad si sono appena ritirati, le stanze sono ancora calde del loro odore, della loro presenza, dei colpi che hanno sparato. Su una scala hanno dimenticato una mazza con cui sfondavano le pareti e creavano i passaggi per i tiratori scelti. Prima di fuggire hanno sfasciato metodicamente tutto, i mobili la cucina le porte i lampadari. In una stanza resta solo una piccola altalena di un bimbo. Su una parete hanno scritto: «o obbedite ad Assad o distruggeremo la Siria». Ora sono a settanta, cento metri davanti a noi, in una grande edificio grigio, dove hanno sistemato i loro cecchini che tirano con abbai rabbiosi e violenti non appena scorgono un’ombra nelle nostre case. Ho paura, questo è un posto dove i minuti si dilatano in anni, dove ci sentiamo sfiorare dal freddo del nostro nulla... I ragazzi adesso tirano a raffiche lunghe, furiose, quasi senza prendere la mira, la casa dove sono asserragliati i soldati muore sotto i loro colpi, sussulta, cumuli di polvere escono dalla pareti e la terra ribolle intorno, sollevando zolle».
Chiaramente, Domenico sta con i “ragazzi” e dalla parte dei “ragazzi”. Ed eravamo al gennaio, giorno 17, anno corrente 2013. Questo articolato è stato rititolato dal sito sionista con «Siria, reportage tra i jiadisti anti Assad» e premiato con un «Informazione che informa», testativa con cui si gratificano i testi con cui la redazione sionista si riconosce perfettamente.

Fonte
Un altro articolo precedente, di quelli che «informano», del 7 gennaio 2013, con titolo su La Stampa «I guerrieri stanchi di Aleppo non credono più alla vittoria», si capisce che Domenico Quirico stava al seguito delle armate ribelli, dei “ragazzi” di cui ammira tanto la «virilità», a sentire Putin addirittura cannibalesca. Il governo legittimo è per Domenico sempre il “regime”, a fronte di «monaci guerrieri», «folli di Dio» (e che Dio! Inedito in ogni moderna teologia) dediti alla “guerra santa”, ed ai “pasti umani”, secondo la rappresentazione fornita di Putin a Cameron. Diversa visione delle cose: è possibile in una società pluralista e democratica. I latini dicevano; de gustibus ne disputandum est. Un dato politico interessante emerge dalla lirica quirichiana:
 «Aleppo dove si combatte la battaglia decisiva: se vinceranno i ribelli, il regime di Assad cadrà; altrimenti, perduta anche l’unica grande città cui sono avvinghiati disperatamente, si andrà verso la spartizione del Paese...».
La faccia di un “mostro”?
E già! Secondo le nostre letture e gli analisti da noi seguiti, uno degli obiettivi degli strateghi della destabilizzazione e balcanizzazione del Medio Oriente è proprio la “spartizione” territoriale del maggiori stati di fronte ai quali lo «stato ebraico» di Israele apparirà sempre più grande e potente. È la logica della frantumazione territoriale del nemico e quindi il suo indebolimento. Una chiara strategia. Chi vuole abbattere il governo legittimo di Assad non vuole certamente una Siria più grande e più forte, capace di resistere ad amichevoli e interessate pressioni,  ma una Siria più debole, divisa e sottomessa, una Siria svenduta ai suoi nemici. Anche un bambino può capire il disegno che si cela dietro.

Ne abbiamo abbastanza della lirica guerriera di Domenico Quirico, ma su due versioni differenti circa l’uso dei gas, se fatta dagli stessi ribelli in una operazione “falsa bandiera”, di cui in molti sospettano per non dire che son certi e l’effettiva quanto assurda attribuzione ad Assad dell’uso dei gas, assunto a pretesto per l’intervento decisivo degli Usa (giacché i ragazzi sono messi a mal partito davanti all’esercito governativo) si pone il problema a chi credere: al belga Pierre Piccinin o all’italiano Domenico Quirico?

I tg della sera hanno del tutto ignorato la testimonianza di Piccinin, mentre Chirico, festeggiato, la buttava tutto nella sua delusione per la piega presa dalla “rivoluzione laica” di cui era dapprima entusiasta. Resta però il nodo del “folle dire” di Piccinin, giusto per non dire direttamente che Piccinin è un folle, con il quale ha tuttavia condiviso una lunga prigionia. Anche Piccinin era inizialmente dalla parte dei “ribelli”, ma sente ora il “dovere morale” di dire una verità sulla quale tutto il mondo è ancora con fiato sospeso. Possibile che il nostro “connazionale” Quirico glissi sulla questione di fondo? Ossia se il suo compagno di prigionia è un “folle mentitore”, una specie di idiota che non capisce quel che sente o invece dice la verità?

Ecco un altro testo uscito sempre su Rainews24, dove parla Quirico:

Ragion di stato?
«…Un giorno però - ha aggiunto - dalla stanza in cui venivamo tenuti prigionieri, attraverso una porta socchiusa, abbiamo ascoltato una conversazione in inglese via Skype che ha avuto per protagoniste tre persone di cui non conosco i nomi".

"In questa conversazione - prosegue la ricostruzione di Quirico - dicevano che l'operazione del gas nei due quartieri di Damasco era stata fatta dai ribelli come provocazione, per indurre l'Occidente a intervenire militarmente".

"Io non so - è il racconto di Domenico Quirico - se tutto questo sia vero e nulla mi dice che sia così, perché non ho alcun elemento che possa confermare questa tesi e non ho idea né dell'affidabilità, né dell'identità delle persone"» (Fonte).
John Kerry
Davvero curioso. In pratica, conferma quel che dice Piccinin, ma ne ridimensiona la portata, dicendo di non aver potuto verificare l’attendibilità della fonte, come in genera opera un giornalista. Ma qui si tratta di ben altro e sono assai meno consistenti le intercettazione del Mossad che appunto sulla base di intercettazioni che nessuno può controllare, ammesso che esistano, pretende di certificare delle verità di sua fabbricazione sulla base delle quali il mondo intero dovrebbe andare in guerra, come in effetti è già successo una volta per l’Iraq. Incredibile ma la storia si ripete, una storia che non avrebbe insegnato nulla.

Nessuno nelle condizioni date può chiedere a Quirico o pretendere da lui nulla circa l’«affidabilità» di ciò che in due hanno sentito, ma interessa soltanto se lo hanno sentito sempre in due. Quirico deve assumersi la responsabilità di dire a Piccinin che è un mentitore, il quale parlando per entrambi dice: «noi siamo certi». E questi a sua volta deve confermare ciò che ha detto e quindi dire a Quirico che il mentitore è invece lui. Sembra però di capire come si vuol girare la frittata, italica frittata: è vero abbiamo sentito, ma quello che i tre ribelli dicevano fra di loro non è “attendibile”, mentre lo è quello che dice il Mossad, John Kerry, la CIA… È chiaro che la testimonianza dei due prigionieri è più attendibile delle bugie finora raccontate al mondo. Una spiegazione possibile di questa apparente frittata si potrebbe chiamare “ragion di stato”, ossia non rompere le uova nel paniere. Può mai un Piccinin far crollare come un castello di carte un “false flag” così faticosamente costruito? Sarà però interessante assistere nelle prossime ore e nei prossimi giorni il modo in cui il belga Piccinin verrà silenziato, ridimensionato, sbugiardato, scredita, fatto “impazzire” oppure al contrario se si aprirà una crepa nel mainstream dell’informazione.

Io non sono nazionalista e mi sono già fatto una personale opinione. Ognuno è libero di farsene una propria. Io ho cercato di essere obiettivo. Chi vuole può ricostruire i percorsi intellettuali, politici e professionali dei due contrastanti testimoni. La materia è delicata e scottante ed io non intendo dire di più.

Giulietto Chiesa ed Alternativa alla manifestazione No War di Roma 07/09...

venerdì 6 settembre 2013

Manlio Di Stefano: L'Italia ripudia la guerra [NO all'intervento militar...

Marco Pasqua continua il suo lavoro...

...che noi gli lasciamo fare in attesa della nostra causa, prevista per il novembre del 2014. Dal sito web «Informazione Corretta» (sic!) apprendiamo di questa nuova prodezza del Marco Pasqua, che pare aver spostato il suo talento da Repubblica al Messaggero. E non sono il solo ad avergli fatto di queste cause, di cui evidentemente qualcuno a monte copre le spese con illimitate risorse: uno scandalismo esilarante giunto a criminalizzare perfino il testo ufficiale del Famoso Museo di Gerusalemme, tradotto letteralmente in una guida del Touring Club, dove si parlava di “inammissibili” “punti di vista”, che erano però quelli propri dello stesso Museo: più realista del re! L’attacco a me rivolto dalla stessa firma è del 22 ottobre 2009 e per il quale fui assolto in sede di accertamento amministrativo, per inesistenza del fatto e del diritto, senza che gli stessi media abbiano voluto dare eguale rilievo all’avvenuta discolpa. Ero accusato di “negazionismo” e sul banco degli accusati veniva messo anche l’autore di cui mi sono occupato in prevalenza: Carl Schmitt. Avendo compreso le finalità, la regia e la consorteria delle accuse, ho sempre respinto le “accuse” dicendo che non mi occupo come mestiere dei “campi di concentramento”, come del resto neppure lo stesso Pasqua, le cui cognizioni al riguardo sono prese malamente a prestito e ancora più malamente orecchiate. In quanto filosofo del diritto è mio indiscutibile ambito il tema della libertà di pensiero (e di sua espressione, oltre che della ricerca su cui detto pensiero possa basarsi) che io riconosco pienamente anche ai cosiddetti “negazionisti”, termine da me considerato non scientifico e costruito per finalità di denigrazione, diffamazione, delazione. Instancabilmente, ho mandato ripetute lettere di smentita al quotidiano la Repubblica, di cui riporto ancora una volta il testo dell’ultima inviato con rituale raccomandata AR:

All’Ufficio Legale
del quotidiano “La Repubblica” Gruppo Espresso
Via Cristoforo Colombo, n. 98
00147 ROMA
Comunicazione ai sensi di legge.

In data 14 aprile 2013, nella cronaca di Roma, p. 4 (vedi allegato) appariva un articolo dove testualmente si afferma che nel 2009 avrei concesso una intervista a Repubblica («A Repubblica disse il Ricercatore…»). Da me non è stata mai concessa a “La Repubblica” nessuna intervista ed il virgolettato è una manipolazione ed estrapolazione di testi diversi e disparati, sganciati dal loro contesto. Ricordo ancora una volta che la vicenda riportata da “La Repubblica” con articolo del 22 ottobre 2009 diede luogo ad un procedimento disciplinare conclusosi con piena assoluzione, per inesistenza del fatto e del diritto, e quindi con avvio di azione civile risarcitoria contro “La Repubblica”, la cui causa è ancora in corso e l’inesistenza di una siffatta intervista risulta già dagli atti di causa.
Cortesemente invito a pubblicare tale rettifica ai sensi della L. 8/2/1948 n. 47 (art. 8).
Distintamente
In Roma,  17 maggio 2013
Antonio Caracciolo (firmata)
Nota bene: una precedente lettera inviata dal mio legale non era stata pubblicata perché sotto la firma del mio legale, mancava la mia firma, che adesso c’è, ma ad oggi non mi risulta che la mia netta smentita sia stata pubblicata, o almeno non me lo hanno comunicato o riferito, giacché di certo io non leggo ogni giorno la “Repubblica”, o le testate dove il Pasqua sposta la sua attività.

Insomma, vi è di che preoccuparsi ed allarmarsi, ma non per ciò che dice Pasqua, bensì per il fatto che vi sia un Pasqua “negazionista” di un fondamentale diritto umano, riconosciuto in tutte le costituzioni del mondo oltre che nella Dichiarazione Universale dei diritti. Poiché sembra qui del tutto evidente l’uso strumentale che si va facendo della legge Mancino-Taradash-Modigliani, segnalo ancora una volta la natura liberticida di questa legge. È curioso ma eloquente come Marco Pannella ed i suoi seguaci radicali non abbiano sentito il bisogno di fare tredici: di aggiungere ciò questa legge al numero di quelle di cui si chiede con referendum l’abrogazione.

La legge detta Mancino a nostro avviso presenta sostanziali rilievi di incostituzionalità in quanto lesivi degli artt. 3, 21 e 33 oltre che della Dichiarazione Universale dei diritti umani, come risulta anche da una recente raccomandazione della Commissione di diritti umani, di cui abbiamo spesso parlato altrove, ma poiché dietro ogni legge vi sono sempre forti interessi e potenti Lobbies il tema è ancora tabù. Non è azzardato pensare che questi attacchi siano di supporto al ddl Amati, fortemente voluto almeno da una ben nota Lobby, per introdurre anche in Italia quella stessa normativa che nella sola Germania, dal 1994 ad oggi, ha prodotto migliaia e migliaia di incriminazioni penali per meriti reati di opinione, come se le nostre carceri non fossero già stracolme di reati bagattellari, sanati poi a colpi di amnistia e di digiuni pannelliani. Ma è probabile che ancora una volta debba cadere il governo e le camere debbano essere sciolte: quella legge porta sfortuna ai paesi nei quali la si vuole applicare.

giovedì 5 settembre 2013

Contro la guerra in Siria

Attenti alle nuove menzogne con cui ci vogliono portare in guerra! Contro la guerra in Siria.

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Gli amici mi chiedono perché non abbia detto la mia sugli eventi recenti, sia di politica interna che di politica estera. Nell’ultima settimana non avevo la connessione internet, ma a parte questo non ho mie particolari notizie attinte direttamente sul campo o su fonti dirette. Adesso che ho ripristinato la connessione ciò che intendo fare subito e senza indugio è il lancio di un Allarme, per chi ne avesse ancora bisogno e non si fosse accorto da solo del momento e del pericolo che stiamo vivendo:

                                                                  MENTONO

e ci vogliono portare ancora una volta in guerra.

Mentono tutti quelli che sono collegati ai poteri costituiti, interni ed internazionali, palesi ed occulti. ma mentono anche in modo diverso e ciò rende più insidiosa la menzogna che li vede tutti uniti.

Io non so quanto il web sia un efficace mezzo di contrasto ai mainstream, ma è vero che gli stessi mainstream hanno loro propri canali web, e dunque la menzogna corre anche sul web.

La menzogna si colloca su due piani: l’uno riguarda la vera e propria invenzione di fatti inesistenti, l’altro è l’incoerenza manifesta delle menzogne che vengono tuttavia date: Fanno a pugni con la logica. Con tutta evidenza adottano la stessa tecnica della propaganda commerciale: una menzogna, anche la più sfrontata, ripetuta cento, mille volte diventa una Verità Ufficiale, della quale non è consentito dubitare, essendo penalmente sanzionato lo stesso dubbio.

I tempi di elaborazione di questo e di altri testi possono essere relativamente lunghi e di tempo ve ne è poco mentre bastano pochi secondi per produrre milioni di morti. Rompo quindi ogni indugio ed invito i miei cinque lettori non solo a respingere le menzogne, ma a fare da catena di Sant’Antonio, allertando le persone più vicine.

Come è stato detto, e non dico da chi, questo mondo è radicalmente cattivo e noi dobbiamo darci da fare per cambiarlo radicalmente. L’Impero degli Usa, sorto sul genocidio degli indiani d’America e sulla schiavitù dei neri, nonché sul più sfrenato razzismo, pretende di ergersi a campione di moralità e vuole ingannarci sulle nozioni di bene e di male. Aspirano all’Impero mondiale e pretendono da noi ubbidienza ed applauso. Ci vogliono sempre più idioti e disposti anche al suicidio morale, politico, intellettuale. È stato pure detto che le guerre dal 1991 ad oggi sono guerre intermedie per poi infine attaccare Cina e Russia. Quindi si può ben dire che la Terza guerra mondiale è giù in atto. Per averne intelligenza dobbiamo però avere consapevolezza che purtroppo esiste anche nel modo di fare la guerra una diabolica evoluzione e noi non capiremmo se ci aspettassimo per le nuove guerre gli stessi identici scenari, immutati, delle guerre precedenti. Invito a diffidare di tutte le chiacchiere su “diritti umani”, “diritti civili” e “democrazia”: se mai hanno un senso, queste parole sono violate da quanti ne fanno uso per ordire inganni a nostro danno.

Soprattutto, non mi stanco di ripeterlo, la comunicazione mediatica, specie dei mainstream, è essa stessa parte integrante e primigenia della guerra in atto. È perciò buona regola non credere in linea di principio ai canali ufficiali: quanto più sono incardinati o vicini al potere tanto più mentono, mistificano, disinformano, ingannano, mescolano qualche parte di verità con una maggiore dose di menzogna, distorcono ciò che riportano, interpretano i fatti in funzione e nell’interesse del potere che rappresentano o del padrone che li paga. Non basta ascoltare la “notizia” del tg, dei Mentana di turno o dei Vespa o dei Floris, ma ogni notizia va ragionata con la propria testa, e non con la loro, o con quella degli ospiti ai talk show. Se non si è capaci di farlo, o di avere l’aiuto di una persona di propria fiducia, è meglio spegnere il televisore o non comprare il giornale: si riduce il loro potere malefico.

Allego un video di due ore, Contro la guerra in Siria, che può essere utilmente ascoltato e divulgato. Io mi scuso per la rapidità di questo mio post, il senso è: ALLARME! Si veda anche questo lucido articolo di Pepe Escobar. Naturalmente, leggo anche gli stupidi articoli di quanti spingono alla guerra. Evito di citarli per nome e di entrare in polemica con ognuno di essi. In fondo, sapendo di avere alle loro spalle il potere, cercano la lite e lanciano provocazioni. La migliore difesa è l’ignorarli, pur sapendo che esistono e stanno schierati dalle parte del male e della menzogna. Aggiungo poche righe per dire che non solo certo il solo ad essermi accorto che mentono sapendo di mentire. Si legga questo allarme di Giulietto Chiesa.

Ma si legga anche questo ampio brano, preso da Franklin Lamb:
Tra gli iraniani si trova anche una rabbia crescente per l'attuale questione della 'linea rossa' per le armi chimiche in Siria, insieme con la consapevolezza che questo potrebbe portare a una guerra regionale. La campagna americana per bombardare la Siria è vista qui come estrema ipocrisia del governo americano. Più di un interlocutore esprime disprezzo, ricordando azioni dell'amministrazione Reagan durante la fine degli anni 1980, quando non solo la Casa Bianca non interveniva quando Saddam Hussein usava armi chimiche contro le forze iraniane, nonché il "suo popolo", ma gli Stati Uniti hanno anche aiutato gli attacchi, fornendo intelligence e coordinate di tiro. In altre parole, trovare gli iraniani da uccidere, e fornire i gas per ucciderli. Il Tehran Times ha scritto ieri: "Funzionari dell'intelligence USA fornivano la posizione delle truppe iraniane in Iraq, pienamente consapevoli che l'esercito di Saddam Hussein le avrebbe attaccate con armi chimiche, compreso il sarin, un agente nervino letale." Gli effetti di questi attacchi col gas favoriti dagli Stati Uniti si vedono ovunque in Iran oggi, nelle cicatrici cutanee e nelle cattive condizioni di salute delle sue centinaia di migliaia di vittime. "Come può il popolo americano accettare questo doppio standard, dove va bene e il vostro governo aiuti a gasare gli iraniani e la popolazione del vostro nemico?" È una domanda comune che mi viene fatta.
dove l’impudenza della menzogna e l’immoralità dell’Impero usrael tocca vertici impensabili. Accusano gli altri, mentendo, di quelle cose che loro stessi hanno fatto e le cui prove sono ancora oggi visibili nella carne dei sopravvissuti.