venerdì 6 settembre 2013

Marco Pasqua continua il suo lavoro...

...che noi gli lasciamo fare in attesa della nostra causa, prevista per il novembre del 2014. Dal sito web «Informazione Corretta» (sic!) apprendiamo di questa nuova prodezza del Marco Pasqua, che pare aver spostato il suo talento da Repubblica al Messaggero. E non sono il solo ad avergli fatto di queste cause, di cui evidentemente qualcuno a monte copre le spese con illimitate risorse: uno scandalismo esilarante giunto a criminalizzare perfino il testo ufficiale del Famoso Museo di Gerusalemme, tradotto letteralmente in una guida del Touring Club, dove si parlava di “inammissibili” “punti di vista”, che erano però quelli propri dello stesso Museo: più realista del re! L’attacco a me rivolto dalla stessa firma è del 22 ottobre 2009 e per il quale fui assolto in sede di accertamento amministrativo, per inesistenza del fatto e del diritto, senza che gli stessi media abbiano voluto dare eguale rilievo all’avvenuta discolpa. Ero accusato di “negazionismo” e sul banco degli accusati veniva messo anche l’autore di cui mi sono occupato in prevalenza: Carl Schmitt. Avendo compreso le finalità, la regia e la consorteria delle accuse, ho sempre respinto le “accuse” dicendo che non mi occupo come mestiere dei “campi di concentramento”, come del resto neppure lo stesso Pasqua, le cui cognizioni al riguardo sono prese malamente a prestito e ancora più malamente orecchiate. In quanto filosofo del diritto è mio indiscutibile ambito il tema della libertà di pensiero (e di sua espressione, oltre che della ricerca su cui detto pensiero possa basarsi) che io riconosco pienamente anche ai cosiddetti “negazionisti”, termine da me considerato non scientifico e costruito per finalità di denigrazione, diffamazione, delazione. Instancabilmente, ho mandato ripetute lettere di smentita al quotidiano la Repubblica, di cui riporto ancora una volta il testo dell’ultima inviato con rituale raccomandata AR:

All’Ufficio Legale
del quotidiano “La Repubblica” Gruppo Espresso
Via Cristoforo Colombo, n. 98
00147 ROMA
Comunicazione ai sensi di legge.

In data 14 aprile 2013, nella cronaca di Roma, p. 4 (vedi allegato) appariva un articolo dove testualmente si afferma che nel 2009 avrei concesso una intervista a Repubblica («A Repubblica disse il Ricercatore…»). Da me non è stata mai concessa a “La Repubblica” nessuna intervista ed il virgolettato è una manipolazione ed estrapolazione di testi diversi e disparati, sganciati dal loro contesto. Ricordo ancora una volta che la vicenda riportata da “La Repubblica” con articolo del 22 ottobre 2009 diede luogo ad un procedimento disciplinare conclusosi con piena assoluzione, per inesistenza del fatto e del diritto, e quindi con avvio di azione civile risarcitoria contro “La Repubblica”, la cui causa è ancora in corso e l’inesistenza di una siffatta intervista risulta già dagli atti di causa.
Cortesemente invito a pubblicare tale rettifica ai sensi della L. 8/2/1948 n. 47 (art. 8).
Distintamente
In Roma,  17 maggio 2013
Antonio Caracciolo (firmata)
Nota bene: una precedente lettera inviata dal mio legale non era stata pubblicata perché sotto la firma del mio legale, mancava la mia firma, che adesso c’è, ma ad oggi non mi risulta che la mia netta smentita sia stata pubblicata, o almeno non me lo hanno comunicato o riferito, giacché di certo io non leggo ogni giorno la “Repubblica”, o le testate dove il Pasqua sposta la sua attività.

Insomma, vi è di che preoccuparsi ed allarmarsi, ma non per ciò che dice Pasqua, bensì per il fatto che vi sia un Pasqua “negazionista” di un fondamentale diritto umano, riconosciuto in tutte le costituzioni del mondo oltre che nella Dichiarazione Universale dei diritti. Poiché sembra qui del tutto evidente l’uso strumentale che si va facendo della legge Mancino-Taradash-Modigliani, segnalo ancora una volta la natura liberticida di questa legge. È curioso ma eloquente come Marco Pannella ed i suoi seguaci radicali non abbiano sentito il bisogno di fare tredici: di aggiungere ciò questa legge al numero di quelle di cui si chiede con referendum l’abrogazione.

La legge detta Mancino a nostro avviso presenta sostanziali rilievi di incostituzionalità in quanto lesivi degli artt. 3, 21 e 33 oltre che della Dichiarazione Universale dei diritti umani, come risulta anche da una recente raccomandazione della Commissione di diritti umani, di cui abbiamo spesso parlato altrove, ma poiché dietro ogni legge vi sono sempre forti interessi e potenti Lobbies il tema è ancora tabù. Non è azzardato pensare che questi attacchi siano di supporto al ddl Amati, fortemente voluto almeno da una ben nota Lobby, per introdurre anche in Italia quella stessa normativa che nella sola Germania, dal 1994 ad oggi, ha prodotto migliaia e migliaia di incriminazioni penali per meriti reati di opinione, come se le nostre carceri non fossero già stracolme di reati bagattellari, sanati poi a colpi di amnistia e di digiuni pannelliani. Ma è probabile che ancora una volta debba cadere il governo e le camere debbano essere sciolte: quella legge porta sfortuna ai paesi nei quali la si vuole applicare.

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