Tralascio gli aspetti demonizzanti del testo. Ormai Repubblica si è convinta essa stessa e vuol far credere che io sia il Demonio, e che le mie opinioni quali che siano sono le opinioni di un Demonio. Viene chiamata in causa la comunità ebraica come formulatrice di simili accuse, che poi si sostanziano nella criminalizzazione di una opinione, di cui neppure ci si interessa di intenderla nel giusto contenuto e contesto: non interessa né alla comunità ebraica né a Repubblica. Mi si nega l’interpretazione autentica del mio proprio pensiero, ma lo si vuol far apparire da testi estrapolati, falsificati e manipolati. Neppure la peggiore Inquisizione era arrivata a tanto!
Se qualcuno insiste nelle sue idiozie, per giunta in mala fede, ci si potrebbe anche stancare presto a confutarle, e la cosa potrebbe finire. Gli idioti li si lascia alle loro idiozie e la cosa finisce lì.
Se qualcuno insiste nelle sue idiozie, per giunta in mala fede, ci si potrebbe anche stancare presto a confutarle, e la cosa potrebbe finire. Gli idioti li si lascia alle loro idiozie e la cosa finisce lì.
Senonché come già nel 2009, quando si erano inventate mie inesistenti lezioni all’università, adesso Repubblica continua ad inventarsi fatti inesistenti. Tralascio per adesso le enormità che si leggono negli altri trafiletti dell’immagine e mi soffermo su una sola di esse, dove a fatica leggo:
Ebbene io a Repubblica NON ho mai detto nulla! Quanto alle “camere a gas” – non fuggo e non ho paura del merito – a me la sola cosa che interessa è proprio il fatto che in Francia vi siano delle persone che possono essere messe in galera per il solo fatto che ritengono di poter dimostrare in sede storico-scientifico che in realtà di camere a gas non ne siano mai esistite... Quindi, oggi come nel 2009: a me le “camere a gas” non interessano, ma mi interessa il fatto che chiunque possa parlarne e sostenere la tesi che meglio crede, sottoponendosi al contraddittorio, all’argomentazione scientifica, alla confutazione. La discussione sulle camere a gas NON mi interessa, ma la discussione sulla libertà di pensiero mi interessa invece moltissimo.
La smentita rifiutata da Repubblica |
Non solo non dissi mai nulla, perché mai vi fu una intervista da me concessa a Repubblica, ma si tratta di frasi precedenti di alcuni anni prima, estrapolati da miei testi. Come a dire, che io estraggo un testo di un secolo prima e dico che quella persona vissuta un secolo prima mi «ha detto»...
Il Marco Pasqua, contro cui è in corso la mia causa civile, per risarcimento danni, si avvalse di testi redatti anni prima, credo nel 2006, sui quali si era già allora imbastita la stessa operazione, facendoli apparire con tecnica manipolatoria con il contenuto di mie lezioni universitarie e provocando uno “shock” alla Sapienza che era assolutamente tranquilla prima che la stessa Repubblica ne provocasse lo shock con fatti inesistenti, ossia le presunte lezioni, da cui l’inchiesta disciplinare. È curioso vedere negli atti di causa come Repubblica si difende da questa contestazione.
Orbene, questi signori sono degli impuniti denigratori di professione, ma non possono inventarsi di sana pianta fatti inesistenti. Non solo io non dissi mai nulla a Repubblica, ma questo primario quotidiano si rifiutò in tutti i modi di pubblicare ogni mia smentita ai sensi di legge, allora ed oggi. Addirittura quando chiesi di poter parlare direttamente con Ezio Mauro mi fu risposto che il Direttore “non parla con chiunque”, un altro Tizio cui mi era stato detto di rivolgermi, si era prima dato “malato” e poi, guarito, mi rispondeva che a pochi giorni il “caso” era ormai archiviato. Adesso però pescano negli archivi del 2009, inventandosi cose mai esistite quanto assurde. E cioè che io avrei “detto” proprio a Repubblica, cose che sono state estrapolate, fuori contesto, dai miei numerosi blog di anni prima.
Che i miei contenuti siano “antisemiti” lo dice e statuisce Repubblica o altri, ma io non li ho mai intesi come tali, non mi sono mai professato “antisemita” (mentre non ho difficoltà a chiarire gli esatti termini del mio antisionismo) e dissi in effetti un una intervista televisiva, pure manipolata (fu tagliato l’inizio e la fine della risposta) di non sapere neppure quale sia il significato di “antisemita”, che io trovo altamente problematico, indefinito e pericolosissimo nei risvolti normativi e giudiziari. In pratica, ogni cittadino italiano si può trovare accusato del reato di “antisemitismo” senza sapere neppure come e perché e senza neppure comprendere il significato dell’imputazione. Questo introduce nell’ordinamento giuridico un clima di terrorismo ideologico, come neppure accadeva nei regimi precedenti il 1945, dove chi era contro il governo in carica sapeva almeno quali rischi affrontava.
Questi e altri aspetti pericolosamente generici mi hanno allarmato allora e continuano ancora oggi ad allarmarmi. Ed io mi auguro che il Movimento Cinque Stelle anziché aumentare il Terrore, come viene loro chiesto, lo abbia invece ad eliminare, ristabilendo per ognuno il diritto fondamentale alla libertà di pensiero e di espressione, ma togliendo proprio ai giornali la libertà di diffamare impunemente. Mi scandalizza il ruolo che in questa storia gioca il primo o secondo quotidiano italiano, appunto “La Repubblica”, che gode di sostanziosi finanziamenti pubblici.
Essendo la causa contro Repubblica ancora in corso, dovranno ponderare e decidere i miei legali in che modo investire di questa nuovo episodio un giudice che certamente se la prende molto comoda, avendo rinviato l’udienza al novembre del 2014. Un precedente ricorso d’urgenza non ha prodotto alcun risultato e la mia fiducia nella giustizia italiana è quanto mai scossa.
Concludendo, un quotidiano come Repubblica si inventa in modo grossolano fatti (l’aver io detto a Repubblica) mai avvenuti, rifiuta di pubblicare rettifiche e smentita, viola la condotta da tenere in corso di causa, attenta ai miei diritti civili e politici di votare chi mi pare e di avere mie opinioni politiche, che vengono presentate come criminali. Voglio sperare che il presidente dell’Ordine dei Giornalisti, al quale chiederò udienza, voglia almeno lui ascoltarmi, e che questo Ordine – finché esiste – sia almento per una volta un organo a garanzia del Lettori e dei cittadini che del tutto gratuitamente vengono denigrati.
Orbene, questi signori sono degli impuniti denigratori di professione, ma non possono inventarsi di sana pianta fatti inesistenti. Non solo io non dissi mai nulla a Repubblica, ma questo primario quotidiano si rifiutò in tutti i modi di pubblicare ogni mia smentita ai sensi di legge, allora ed oggi. Addirittura quando chiesi di poter parlare direttamente con Ezio Mauro mi fu risposto che il Direttore “non parla con chiunque”, un altro Tizio cui mi era stato detto di rivolgermi, si era prima dato “malato” e poi, guarito, mi rispondeva che a pochi giorni il “caso” era ormai archiviato. Adesso però pescano negli archivi del 2009, inventandosi cose mai esistite quanto assurde. E cioè che io avrei “detto” proprio a Repubblica, cose che sono state estrapolate, fuori contesto, dai miei numerosi blog di anni prima.
Che i miei contenuti siano “antisemiti” lo dice e statuisce Repubblica o altri, ma io non li ho mai intesi come tali, non mi sono mai professato “antisemita” (mentre non ho difficoltà a chiarire gli esatti termini del mio antisionismo) e dissi in effetti un una intervista televisiva, pure manipolata (fu tagliato l’inizio e la fine della risposta) di non sapere neppure quale sia il significato di “antisemita”, che io trovo altamente problematico, indefinito e pericolosissimo nei risvolti normativi e giudiziari. In pratica, ogni cittadino italiano si può trovare accusato del reato di “antisemitismo” senza sapere neppure come e perché e senza neppure comprendere il significato dell’imputazione. Questo introduce nell’ordinamento giuridico un clima di terrorismo ideologico, come neppure accadeva nei regimi precedenti il 1945, dove chi era contro il governo in carica sapeva almeno quali rischi affrontava.
Questi e altri aspetti pericolosamente generici mi hanno allarmato allora e continuano ancora oggi ad allarmarmi. Ed io mi auguro che il Movimento Cinque Stelle anziché aumentare il Terrore, come viene loro chiesto, lo abbia invece ad eliminare, ristabilendo per ognuno il diritto fondamentale alla libertà di pensiero e di espressione, ma togliendo proprio ai giornali la libertà di diffamare impunemente. Mi scandalizza il ruolo che in questa storia gioca il primo o secondo quotidiano italiano, appunto “La Repubblica”, che gode di sostanziosi finanziamenti pubblici.
Essendo la causa contro Repubblica ancora in corso, dovranno ponderare e decidere i miei legali in che modo investire di questa nuovo episodio un giudice che certamente se la prende molto comoda, avendo rinviato l’udienza al novembre del 2014. Un precedente ricorso d’urgenza non ha prodotto alcun risultato e la mia fiducia nella giustizia italiana è quanto mai scossa.
Concludendo, un quotidiano come Repubblica si inventa in modo grossolano fatti (l’aver io detto a Repubblica) mai avvenuti, rifiuta di pubblicare rettifiche e smentita, viola la condotta da tenere in corso di causa, attenta ai miei diritti civili e politici di votare chi mi pare e di avere mie opinioni politiche, che vengono presentate come criminali. Voglio sperare che il presidente dell’Ordine dei Giornalisti, al quale chiederò udienza, voglia almeno lui ascoltarmi, e che questo Ordine – finché esiste – sia almento per una volta un organo a garanzia del Lettori e dei cittadini che del tutto gratuitamente vengono denigrati.
3 commenti:
http://mauriziodangelo.blogspot.it/2013/04/la-sentenza-sf-fa-giurisprudenza.html
La sentenza Sf fa Giurisprudenza
Duecento denunce per istigazione all'odio razziale
solidarietà Professore.
Sui m5s non vorrei deluderla: gli ho scritto 2 volte, mai avuto risposta. Credo che saranno i primi a firmare per aumentare le pene della legge mancino e per la legge amati sul negazionismo. Lieto di sbagliarmi.
Mi scusi, ma non mi ero accorto che vi erano dei commenti in attesa... Quanto al Movimento Cinque Stelle, mi auguro che non sia come dice...
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