mercoledì 31 agosto 2011

Tripoli 2011: Homepage di un massacro “umanitario” con licenza ONU.



Geopolitica: Libia / Algeria /
La tragedia libica si sta consumando fra la primavera e l’estate di questo anno corrente 2011. Le bugie dei media seguono uno schema che potrei descrivere in questo modo: dettagli falsi o insignificanti in un quadro interpretativo ancora più falso. Credo che dopo questa esperienza per molti cambierà radicalmente il rapporto con i mezzi di comunicazione legati al potere, a gruppi economici e politici. Avendo tuttavia noi la consapevolezza dell’importanza di raccogliere informazioni veritiere e continue su ciò che succede davanti ai nostri occhi, ingannati con montaggi cinematografici e con analisi illogiche quanto falsificatrici, diamo qui avvio una nuova “serie”, dove cercheremo di riunire l’informazione più attendibile. Per il titolo generale mi sono ispirato ad una canzone di Patty Pravo, ben nota a quelli della mia generazione che sono vissuti in Italia negli anni sessanta e settanta: Tripoli 1969, di cui ho perfino rintracciato un video You Tube che riporto ad illustrazione di un “caldo” ben diverso da quello del 1969. Era il 1° settembre 1969 quando il colonnello Geddafi iniziava la sua parabola politica che i nemici suoi, del suo paese e del suo popolo, da lui servito più di ogni altro, vogliono stroncare con nostra infamia e vergogna in questo 1° settembre 2011, a mero scopo di rapina delle risorse della Libia.


1.

2.

3.

4.
«La Guerra chiamata Pace, la Menzogna Verità, la Schiavitù Libertà»-

5.
«La NATO usa al-Qaeda per rovesciare Geddafi»:
parlano Webster Tarpley e Pepe Escobar.

7.

martedì 30 agosto 2011

Tripoli 2011: Alberto B. Mariantoni: «Guerra in Libia: Vergogna ai Paesi dell’Occidente!»



Home / Libia / P6 / Prec. / Succ.

Guerra in Libia:
Vergogna ai Paesi dell’Occidente!

di: Alberto B. Mariantoni

Il pesante e sproporzionato intervento armato della NATO contro la Libia (una delle tante guerre per la “pace”…) che, da più di 6 mesi, sta mettendo a ferro ed a fuoco quel Paese, distruggendo la quasi totalità delle sue infrastrutture e martirizzando gran parte della sua popolazione, non ha niente a che fare o a che vedere con i termini della “Risoluzione 1973” del Consiglio di Sicurezza dell’ONU (No Fly Zone, per la difesa dei civili disarmati) del 17 Marzo 2011.

Questo, ormai, lo sanno anche i bambini delle scuole elementari. I quali, oltretutto, sono ugualmente a conoscenza dei reali motivi che sono all’origine di quel conflitto. Vale a dire, l’immenso e lucroso business mancato della Francia di Sarkozy con la Grande Giamahiriya Araba, Libica, Popolare e Socialista del Colonnello Muammar Gheddafi. Un “affaruccio” che – secondo la maggior parte degli esperti – prevedeva la vendita al “negro” di turno, da parte di Parigi, di diverse centrali atomiche civili (destinate a fornire energia elettrica, per alimentare impianti per la desalinizzazione dell’acqua), di 14 caccia Rafale della Dassault Aviation (che la Francia, oltre alle sue FF.AA. non è riuscita, fino ad ora, a vendere a nessun altro Paese!), di 35 elicotteri da combattimento (Eurocopter EC725 Caracal) e di ben 21 aerei di linea Airbus (quattro A-350, quattro A-330 e sette A-320, per la Lybian Airlines, e sei A-350 per l’Afriqiyah Airlines), per diverse decine di miliardi di euro.

E siccome il Colonnello di Tripoli, dopo la firma degli accordi preliminari di Parigi (2007), non aveva voluto, per le ragioni che sono sue, ratificare quei contratti, ecco che il medesimo Colonnello – che all’inizio degli anni 2000 era addirittura ridiventato frequentabile (vedere per credere: http://multimedia.lastampa.it/multimedia/nel-mondo/lstp/74497/) – ha incominciato ad essere additato al mondo come il mostro sanguinario che bisognava abbattere con tutti i mezzi.

I frankgangsters in azione

Il resto è storia conosciuta.

La Francia, infatti – in stretta combutta con la Gran Bretagna e gli Stati Uniti (tre Paesi, ormai, da qualche anno, sull’orlo del collasso economico e finanziario), nonché il sostegno logistico e militare del ricco e rinnegato Qatar e del suo diffusissimo e bugiardissimo canale televisivo satellitare Al-Jazeera – non faticherà affatto a convincere i responsabili degli Stati bancarottieri dell’Occidente ad organizzare la rapina del secolo, a discapito della Libia: 83 miliardi di dollari sequestrati negli USA; 52 miliardi di sterline, in Gran Bretagna; 20 miliardi di euro, in Francia; senza contare il “congelamento” preventivo degli Asset finanziari posseduti dalla Libyan Investment Authority (LIA), dalla Central Bank of Libya (CBL) e dalla Libyan Foreign Bank (LFB) – ad esempio, presso Banca UBAE SpA di Roma, la Société Générale di Parigi, e la Aresbank SA di Madrid, nonché la ABC (Arab Banking Corp.) International Bank, la British HSBC e la British Arab Commercial Bank Ltd di Londra – né quello delle quote parte libiche detenute presso Nokia, EDF-GDF, Lagardere, Nestlé e Danone, Sanofi-Aventi Lab., UniCredit, ENI, Finmeccanica, Ansaldo, Impregilo, Assicurazioni Generali, Telecom, la Juventus, etc.

L’ultimo ambito bottino affannosamente ricercato dagli Occidentali – oltre agli immensi giacimenti di gas e di petrolio di cui sperano di potere, al più presto, far man bassa in Libia, nel dopo Gheddafi – essendo le 144 tonnellate d’oro della Banca centrale libica che sono tuttora custodite e salvaguardate dalle ultime forze militari della Giamahiriya.

Altro che “diritti dell’uomo” o gli aneliti di “libertà” e “democrazia”, del popolo libico!

Capite, ora, l’urgenza con la quale la Francia, già dal Febbraio del 2011, incominciò immediatamente a sbracciarsi per riunire, in quattro e quattrotto, il Consiglio di Sicurezza dell’ONU, e con la scusa dei “massacri indiscriminati” (mai verificati!), delle “fosse comuni” (come quelle, mai esistite, di Timişoara!) e dei presunti e mai avvenuti “10.000 morti civili” in Libia, falsamente raccontati da Al-Jazeera (e ripresi a mo’ di “pappagallo” dall’insieme dei Media dell’Occidente), fece votare le Risoluzioni 1970 e 1973 dell’ONU contro la Giamahiriya, e – il 19 Marzo 2011 – si precipitò, assieme alle Forze aeree dei suoi accoliti britannici e statunitensi, a bombardare l’esercito libico? Il tutto, ovviamente, senza tener conto delle decine e decine di terroristi e di delinquenti comuni arruolati, addestrati ed armati ad hoc dalle Forze NATO, con il beneplacito dell’onusiano zimbello-ridens Ban Ki-moon e l’appoggio incondizionato, al suolo, da almeno quattro mesi, delle Forze speciali del Qatar, delle SAS (Special Air Service) britanniche e della BFST (Brigade des Forces Spéciales Terre) francese, nella speranza di poter detronizzare Gheddafi. E con un “Governo” di burrattini, dal “guinzaglio corto”, tirato fuori dal cappello di un mago e già pronto all’uso, i cui principali responsabili nulla sembrano riuscire a potere invidiare ai classici e proverbiali pendagli da forca di qualsiasi film western americano.


Gli uomini “nuovi” della Libia

Tanto per citarne qualcuno: Mustafa Muhammad Abdel Jalil, il mediatico, “democratico” e “mite” Presidente dell’attuale Consiglio Nazionale di Transizione (CNT), quello che Bernard-Henri Lévy ha recentemente qualificato di “De Gaulle libico”, è quel “galantuomo” che per ben due volte (nel 1999 e nel 2007) – in qualità di Presidente della Corte d’Appello di Tripoli e prima di diventare Ministro della Giustizia di Gheddafi – ebbe a firmare le condanne a morte nei confronti del medico palestinese Ashraf Ahmed El-Hajouj e delle infermiere bulgare Kristiyana Vulcheva, Valentina Siropulo, Nasya Nenova, Zdravko Georgiev, Valya Chervenyashka, Snezhana Dimitrova, tutti iniquamente accusati di aver volontariamente contaminato con il virus HIV (Human Immunodeficiency Virus) o AIDS (Acquired Immune Deficiency Syndrome) più di 400 bambini libici; Mahmoud Djebril o Jibril,

Mahmoud Djebril o Jibril
il Presidente del Consiglio esecutivo del CNT o Primo Ministro, è un personaggio che – a dire dei suoi ex colleghi di corso negli USA – avrebbe costantemente figurato sul libro paga della CIA, sin dall’epoca in cui frequentava l’Università di Pittsburgh, per ottenere un Master (1980) e un Dottorato (1985) in Scienze politiche; Abdelhakim Belhadj, l’attuale comandante in capo delle Forze militari ribelli della Tripolitania – che secondo i giornalisti Webster Griffin Tarpley (USA) e Pepe Escobar (Brasile) si farebbe chiamare, per l’occasione, Abdel-Hakim-Hasadak o Hassadi o Abu Abdallah Assadaq – è uno degli uomini di punta di Al-Qaeda, il tristemente noto “Emiro del terrore” di Derna e già detenuto a Guantanamo, colui che assieme a Salim Hamdan (l’ex autista di Osama bin Laden) e Mohamed Barani aveva formato, nel 2000, il Gruppo Islamico libico e convogliato decine e decine di mujaheddin libici in Afghanistan ed in Iraq.

Occidente: la vergogna del mondo!

Inutile sottolinearlo. Quanto sta avvenendo in Libia ed il banditesco comportamento dell’Occidente nei confronti di quel Paese – al di là di quanto mi sono già permesso di analizzare o di commentare in altre recenti occasioni: http://www.abmariantoni.altervista.org/vicinooriente/Crisi_libica_o_attacco_a_Italia_1.pdf - http://www.abmariantoni.altervista.org/vicinooriente/Libia_Evviva_i_buoni1.pdf – lasciano un profondo e stomachevole “gusto amaro” alla bocca. Principalmente, in coloro che ancora posseggono un minimo di senso della Societas, della Nazione e dello Stato, ed ugualmente dell’Onore, dell’Imparzialità e della Giustizia, senza contare un’ordinaria, spassionata, umana e virile concezione della Vita e della Storia.

Quella spiacevole ed insopportabile sensazione di vomitevole e diffuso disgusto ha quotidianamente tendenza a scaturire dall’incessante sentimento di frustrazione e d’impotenza che si risente di fronte alle informazioni ufficiali che – su quella guerra, sin dal primo giorno – sono state studiatamente ed ingannevolmente fornite all’opinione pubblica dai Media embedded dei nostri Paesi e dagli uomini politici mainstream delle nostre Istituzioni. Quegli stessi uomini che, da un lato, ci governano sfrontatamente per conto terzi e, dall’altro, continuano costantemente a fuorviare i nostri intendimenti, non soltanto dai banchi della cosiddetta maggioranza, ma finanche da quelli della così chiamata opposizione.

Pensiamo, per averne un’idea, a quell’inutile e complessato Frattini che nell’Agosto del 2008 faceva letteralmente a gomitate con gli altri Ministri del Governo Berlusconi per farsi fotografare più vicino al Leader libico in visita a Roma, mentre oggi, essendo mutati i “venti”, non esita affatto, per tentare di continuare a mettere in mostra il compendio della sua risaputa inanità, ad alzare la voce ed a giocare le “prime donne”, vomitando a più non posso gratuiti giudizi ed avventate e puerili sentenze all’indirizzo dello stesso personaggio!

Che volete. La frustrazione ed il senso di impotenza sono in maggior misura risentiti da coloro che, come me – pur conoscendo a menadito l’origine culturale del copione propagandistico e comportamentale che, oggi, l’Occidente continua pubblicamente a riservare alla Libia del Colonnello Gheddafi – sanno di non potere fare concretamente nulla (se non scrivere qualche modesto articolo sul web), sia per smascherare gli sfacciati, arroganti ed impuniti (per ora…) utilizzatori e propagatori di quella “tecnica” che per ovviare e porre un qualsiasi rimedio al triste ed impacciante handicap societario che è inalterabilmente alimentato dalla continua e costante “memoria corta” dell’uomo della strada.

Sempre lo stesso “copione”

Intendiamoci: molti cittadini dei nostri Paesi non ne sono al corrente; altri fanno finta di non saperlo o, magari, di non accorgersene; altri ancora, lo negano a priori, ma quel “copione” – lungamente e meticolosamente inculcato a buona parte delle popolazioni europee dall’ideologia giudeo-cristiana (in particolare, quella cristiano-battista, cristiano-calvinista, cristiano-congregazionista, cristiano-evangelica, cristiano-puritana, cristiano-presbiteriana, cristiano-quacchera, cristiano-avventista, cristiano-geovista, cristiano-metodista, cristiano-millenarista, etc.) e dalla tri-secolare prassi liberal-liberista, mercantilista, imperialista e colonialista statunitense – prende direttamente ispirazione e giustificazione dal soggettivo ed arbitrario sterminio biblico degli Amalekiti (Genesi 14, 7; Esodo 17, 14; Numeri 13, 29; 14, 25, 45; 24, 20; Deuteronomio 25, 17; Giudici 5, 14; 6, 3, 33; 7, 12; 10, 12; 1 Salmi 15; 27, 8; 30; 2 Salmi 1, 1, 8; 1 Cronache 4, 43) e dei Madianiti (Numeri 10; 25; 31; Giudici 6; 7).

Pellerossa al tramonto
Il medesimo “copione”, nel corso della Storia, lo ritroviamo sistematicamente ed invariabilmente applicato – soltanto per citare alcuni esempi – ai poveri Pellerossa d’America; ai Messicani di Antonio López de Santa Anna; agli Spagnoli di Cuba e delle Filippine; ai Paesi della Triplice-Intesa nel corso della Prima guerra mondiale; al III Reich di Adolf Hitler, all’Italia di Mussolini ed al Giappone di Hiro-Hito e del generale Tojo Hideki, nel corso della Seconda; all’Argentina di Peron; all’Unione sovietica di Stalin, di Chruščëv/Krusciov, di Brèžnev, di Andropov, di Černenko e/o di Gorbačëv (prima maniera); alla Cina di Mao Tse-Tung; alla Corea di Kim Il-Sung e Kim Jong-Il; al regime cubano di Fidel e di Raoul Castro; al Movimento Mau-Mau del Kenya di Dedan Kimathi detto "Ciui"; all’Egitto di Nasser; agli indipendentisti congolesi di Lumumba; all’Algeria di Ahmed Ben-Bella; ai Palestinesi di Yasser Arafat, di Georges Habashe e/o di Ahmed Jibril; al Vietnam di Ho Chi Minh; all’Iran di Mossaddegh, di Khomeini e/o di Ahmedinejad; al Cile di Salvador Allende; al Nicaragua di Daniel Ortega; all’isola di Grenada di Bernard Coard; alla Repubblica di Panama dell’ex agente della CIA, Manuel Noriega; all’Iraq di Saddam Hussein; alla Iugoslavia o alla Serbia di Milosevic; all’Afghanistan di Babrak Karmal, di Mohammed Nadjibullah e/o dei Talebani; allo Zimbabwe di Mugabe; all’Hezbollah libanese di Mohammed Husayn Fadl-Allah e di Hassan Nasrallah; al Venezuela di Chavez; ai Palestinesi di Hamas; alla Siria di Bashār al-Asad, etc.

In altre parole, ogni volta, qualunque sia o possa essere l’avversario con cui l’Occidente è in contrasto o in disaccordo, US-Israel ed i loro striscianti e strombazzanti valvassini europei pretendono, ogni volta, avere ragione per definizione. E siccome posseggono perfino la forza militare e propagandistica (spero ancora per poco…) per imporre i loro punti di vista all’opinione pubblica, come per incanto le loro false o discutibili versioni della realtà diventano, ogni volta, ufficialmente oggettive, irrefutabili ed incontestabili!

E, malauguratamente, il più delle volte, il “popolo bue” ci casca. Se le beve tutte d’un fiato, e ci crede. Permettendo indirettamente a certi delinquenti in S.p.e. di continuare a regnare!

E’ ciò che sta accadendo, dallo scorso Marzo, in Libia. Dove gli stessi Paesi occidentali che per 42 anni hanno steso “tappeti rossi” e rimpinguato le loro casse vendendo, all’ “arabo di servizio”, tutte quelle armi e quegli equipaggiamenti logistici e militari che quest’ultimo richiedeva, cercano di farci credere – da 6 mesi a questa parte – che il medesimo “beduino della Sirte” è sempre stato un tiranno, un malvivente, un essere terrorista. In una parola (come al solito): il MALE ASSOLUTO. Qualcuno, cioè, degno, come minimo, di essere catturato e processato al Tribunale internazionale dell’Aia, addirittura per “crimini contro l’umanità”!

Purtroppo, la gente non riesce a rendersene conto. Se riflettesse un attimo, invece, si accorgerebbe immediamente che tutte le infinite ed obbrobriose malefatte che, oggi, vengono quotidianamente attribuite al Colonnello di Tripoli, sono parte integrante, in definitiva – come abbiamo visto – di una semplice “tecnica” di guerra.

“Tecnica” che è ben spiegata e riassunta dal filosofo svizzero Eric Werner, in questo suo paragrafo: “Quando si vuole sterminare qualcuno, il miglior mezzo (per eliminarlo) è di designarlo come sterminatore. Che merita, infatti, uno sterminatore se non di essere lui stesso sterminato? E’ uno sterminatore, dunque, è da sterminarsi!” (De l’extermination, Ed. Thael, Lausanne, 1993, pp. 91- 92).

Alberto B. Mariantoni

lunedì 29 agosto 2011

Tripoli 2011: «La NATO usa al-Qaeda per rovesciare Geddafi» - Parlano Webster Tarpley e Pepe Escobar

Home / Libia / P5 / Prec. / Succ.

L’argomento in oggetto è stato rivelato e discusso da due dei maggiori esperti e giornalisti di inchiesta che ora si occupano intensamente della guerra in Libia: Webster Griffin Tarpley e Pepe Escobar - entrambi ben noti alla blogosfera internazionale, inclusa quella italiana.

Webster Tarpley è stato intervistato in diretta da Press-Tv, mentre Pepe Escobar ha parlato via Skype con il canale russo Russia Today (RT).

Mentre gli avvoltoi dei Paesi NATO già iniziano a contendersi attivamente le spoglie della Libia, ora alla mercé degli invasori composti da gruppi non meglio identificati, le rivelazioni dei due grandi giornalisti ci permettono di capire cosa stia succedendo ora in Tripoli e nelle mani di chi si trovino i cittadini, pedine sacrificabili alle mire imperialiste e capitaliste delle potenze occidentali alleate con Israele.

* * *

Webster Griffin Tarpley:
«La NATO usa al-Qaeda per rovesciare Geddafi»



«Il nuovo comandante di Tripoli è uno dei capi di Al-Qaeda che un tempo combatteva in Afghanistan», rivela Webster Griffin Tarpley, storico, autore, ricercatore ed esperto in politica internazionale, oltre che sostenitore della teoria che gli attacchi dell’11 settembre sarebbero opera congiunta di vari servizi segreti e del complesso militare americano.

In un’intervista rilasciata in diretta a Press-Tv per commentare sulla possibile sorte di Geddafi e della sua famiglia, Webster Griffin Tarpley spiegava: «Le forze della NATO stanno collaborando con i terroristi di Al-Qaeda per rovesciare e catturare gli esponenti del governo Geddafi».

Press-TV: «Crede che Geddafi e la sua famiglia possano uscire vivi da questa situazione?»

Webster Tarpley: «Credo che Geddafi e la famiglia sopravvivranno almeno in parte e continueranno a combattere a lungo. Questo sarà un conflitto protratto il cui esito è ancora aperto, e credo che nessuno sia in grado di prevedere chi ne uscirà sconfitto e chi vincitore alla luce di quanto succede davvero in Tripoli, che è scena di un incubo scioccante.

«Il nuovo comandante delle forze ribelli, il dittatore militare della città di Tripoli, altri non è che il feroce Abdel-Hakim Belhadj. Questo è un terrorista internazionale. E’ un pluriomicida di Al-Qaeda ben noto, responsabile di atti di terrorismo in varie parti del globo. E’ un veterano della guerra sovietica in Afghanistan degli anni ’80, in cui combatteva nelle fila di Al-Qaeda [creatura della CIA, come spesso fa notare Tarpley, istituita per combattere in Afghanistan al fianco dei Mujaheddin contro l'impero sovietico]».

Quando nel marzo di quest’anno è stata creata artificialmente la guerra civile in Libia con il sostanzioso contributo delle falsità trasmesse da Al Jazeera su commissione del governo del Qatar e della Nato per ottenere dall’ONU il via libera per la No Fly Zone, Abdelhakim Belhadj si univa al gruppo di dissidenti del governo libico, costituitosi con il nome di Consiglio Nazionale Transitorio, per fungere da comandante delle forze anti-Geddafi. Adottava allora il nome di battaglia Abu Abdallah Assadaq.

«Ora esercita il potere di vita e morte sugli abitanti di Tripoli – continua Wester Griffin Tarpley - e naturalmente è stato portato in città su un tappeto di bombe della NATO. Ora da Washington riceverà miliardi di dollari, le armi più moderne, supporto diplomatico, riconoscimento, appoggio dei media, sostegno morale, supporto delle Forze Speciali dei paesi NATO, e tutto il resto.

«Questo individuo è un bersaglio ambulante per cui usa molteplici alias. Ha fondato il Gruppo Combattenti Islamici della Libia [di stampo estremista salafista wahabi, che non ha niente a che spartire con la vera filosofia islamica]. Al momento sembra che usi il nome di Abdel-Hakim-Hasadak, che lo individua come il famigerato Hasadi. Non dimentichiamo che mesi fa Hasadi ha ricevuto molta attenzione da parte della stampa italiana, dal Daily Telegraph di Londra, dal Wall Street Journal, dal Weekly Standard di Washington [giornali e riviste di Murdoch].

«Per quanto ne sappia, sarebbe lui l’emiro del terrore di Darnah [città della Libia nota anche con il nome di Derna]. C’erano tre terroristi di spicco in comando in Darnah, e uno di loro era appunto Hasadi o Hasadat, due degli alias di Bellhadj. Un altro era Salim Hamdan, ex autista di Osama bin Laden che è stato per 6 anni detenuto in Guantànamo. E il terzo è il famigerato Barani del gruppo dei Combattenti Islamici della Libia.

«Questo Bellhadj, alias Hasadi, era stato addestrato personalmente da Osama bin Laden nella provincia di Khost, in Afghanistan. Per sua stessa ammissione, aveva importato reclute libiche per Al Qaeda in Afghanistan. Per sua stessa ammissione ha ucciso soldati americani [anche loro carne da macello per le mire dell’Impero, n.d.t.]. Per qualche tempo è stato prigioniero di guerra dell’esercito americano, detenuto in Pakistan, e secondo alcuni rapporti anche in Thailandia».

Infatti nel 2004 questo affiliato di Al-Qaeda era stato arrestato in Thailandia e rimase a lungo nelle mani della CIA prima di riaffiorare in Libia nel 2008. Ora è il comandante del Consiglio Militare di Tripoli, in seguito all’Operazione Mairmaid Dawn della NATO – che ha visto ‘BOMBARDAMENTI UMANITARI’ su Tripoli nei giorni scorsi e lo sbarco di commandos stranieri nel porto di Tripoli, con a capo i reparti speciali britannici e francesi.

Continua Tarpley: «Ricordiamo che alcuni mesi fa lo ‘zar’ dell’intelligence militare americana – l’ammiraglio Stavridis - diceva che «ci sono scintille di al-Qaeda in Libia». Ebbene, questo non è una scintilla – questo è una super-nova di al-Qaeda che ora esplode sulla città di Tripoli. La presenza di questo macellaio, questo killer – che è un omicida di massa – è l’equivalente di un Himmler del nazismo. Un feroce ‘signore della guerra’. E ora che il ruolo di un VIP di Al-Qaeda in Tripoli viene smascherato, si viene a creare un forte imbarazzo per Obama.

Press-TV: «La settimana scorsa abbiamo visto Mahmoud Jibril – portavoce del Consiglio Nazionale Transitorio – in conferenza stampa congiunta con Nicholas Sarkozy. Di fronte alle telecamere Jibril si vantava dicendo che ‘la grande Francia’ li avrebbe appoggiati, con finanziamenti e supporto militare. Secondo lei cosa significa?»

Webster Tarpley: «Significa che la NATO ha usato – e continua ad usare – la fanteria di Al-Qaeda. Ed ora la usano proprio in Tripoli. Le cosiddette forze di combattimento al suolo altro non sono che un’accozzaglia di forze irregolari, essenzialmente un incrocio tra guerrillas e terroristi. La Nato non riuscirebbe ad avanzare di un centimetro – o attaccare obiettivi importanti – se il gruppo selvaggio di forze al suolo non fosse appoggiata da bombardamenti sistematici della NATO. E quindi essenzialmente la NATO non ha bisogno di usare veri mercenari costosi. Si servono di queste semplici reclute di Al-Qaeda per seminare terrore.

«E ora [gli esponenti al vertice del Consiglio Nazionale Transitorio, di cui Mahmoud Jibril fa parte] stanno chiedendo 80 miliardi di dollari dai fondi libici depositati all’estero, che questa gente farà sparire nei propri conti svizzeri».

Ricordiamo che appena si era costituito, il CNT aveva istituito un sostanzioso fondo bancario in Svizzera, con il contributo del Fondo Monetario Internazionale [che proviene dalle tasse dei contribuenti]. Ed è importante notare, che gli esponenti del CNT, un gruppo di disertori del governo Geddafi capeggiati da Mustafa Abdel Jalil – presentato nel post precedente – sono talmente odiati e disprezzati dal popolo libico, da essere costretti a vivere in esilio, prima ancora di aver preso il potere con l’appoggio della NATO. Al momento si rifugiano in Turchia e si spostano continuamente per la loro sicurezza personale. Secondo i commenti di alcuni esperti e giornalisti di inchiesta si tratta di un gruppo talmente disparato e di vedute contrapposte, che si stanno evidenziando frizioni alquanto pesanti tra i vari componenti, che sgomitano per posizioni di rilievo. In un’intervista precedente, Wester Tarpley infatti commentava che «si stanno già facendo la guerra tra loro». Webster Tarpley è stato in Tripoli a lungo nelle settimane che hanno preceduto gli ultimi sviluppi terribili a cui stiamo assistendo.

Commenta Tarpley: «In tutta questa faccenda, Sarkozy è il più spregiudicato e aggressivo tra i leader dei paesi Nato, ed è lui il promotore della campagna contro la Libia. Si comporta da avventuriero senza scrupoli. Ma ora si troverà in una posizione di imbarazzo, perché la presenza e leadership del gruppo terrorista di Al-Qaeda in Tripoli viene resa nota.

«E questa viene chiamata democrazia e diritti umani! Qualunque normale cittadino libico in queste circostanze non ha alcuna speranza. Ogni donna è in grave pericolo ora in Tripoli. La comunità cattolica in Tripoli corre gravi rischi».

Per non parlare dei rischi che corrono gli immigrati dei vicini paesi della fascia sahariana – Mali, Chad, Sudan, Niger – tutti di etnia centro-africana che si distinguono per la pelle molto scura. Fin dall’inizio delle ostilità in Libia, la comunità di immigrati africani è stata ferocemente attaccata dai gruppi mercenari al suolo e dagli esponenti di alcuni gruppi tribali razzisti della Libia che collaborano che le forze mercenarie della Nato - anche se al momento la situazione è talmente caotica, che diventa difficile capire chi collabora con chi. Centinaia di lavoratori immigrati sono stati barbaramente uccisi, come lamentano da tempo i governi del Chad e del Sudan. Da mesi i lavoratori ‘neri’ in Libia stanno fuggendo, alcuni imbarcandosi su navi di fortuna, precarie carrette dei mari che regolarmente finiscono per entrare in difficoltà. Molte imbarcazioni lanciano SOS disperati che vengono sistematicamente ignorati dalle navi della NATO, che le lascia andare alla deriva abbandonandole al loro destino, con migliaia di profughi che muoiono annegati come ben sappiamo.

E’ questa la missione umanitaria della NATO in Libia.

* * *

Pepe Escobar:
«Il comandante in capo delle forze militari del CNT in Tripoli è un capo di Al-Qaeda»

Di seguito la trascrizione dell'intervista rilasciata in diretta al canale di news internazionale Russia Today dal corrispondente dell’Asia Times Pepe Escobar.


RT: «Pepe, stiamo assistendo a bombardamenti da parte di jet britannici che lanciano missili Crusise su Sirte, la città di Geddafi, nonostante la coalizione abbia garantito che non avrebbe assistito i ribelli nella caccia a Geddafi. E ora il ministro alla difesa britannico difende questa operazione. Non si tratta di una violazione della Risoluzione ONU che regola le operazioni NATO in Libia?»

Pepe Escobar (ridendo): «A dire il vero, la Risoluzione è stata violata costantemente in questi cinque mesi. Aspetta però, c’è una notizia di cui vorrei informarvi che ho ricevuto solo qualche ora fa: indovina chi è in comando delle operazioni militari in Tripoli? Ti dico il nome, poi ti spiego di chi si tratta: Abdelhakim Belhadj – è un grosso calibro di Al-Qaeda …»

Interrompe la giornalista di RT: «Cosa, cosa, cosa? Aspetta, cos’è che mi stai raccontando?»

Pepe Escobar: «Questo è l’uomo che ha lanciato l’offensiva su Tripoli arrivando dalle montagne a ovest di Tripoli, la zona dei berberi. E’ stato lui il comandante in capo delle operazioni fin dall’inizio. E’ stato lui a indirizzare i bombardamenti della NATO e le operazioni al suolo delle forze speciali del Qatar e dei reparti delle SAS britanniche. Era insieme agli uomini che arrivavano in Tripoli provenienti da Misratha. Quest’uomo era accusato di essere coinvolto nei fatti dell’11 settembre 2001 [attacco alle Torri Gemelle di New York]. Era stato addestrato in Afghanistan e faceva parte di un gruppo jihadista di Al-Qaeda chiamato Gruppo Islamista Libico – un gruppo estremista salafista. Dopo gli attacchi dell’11 settmbre era nel mirino della CIA. E’ stato catturato in Malesia e inviato per gli interrogatori in Bankok, dove personalmente vivevo in quel periodo. Si trattava di una di quelle operazioni chiamate extraordinary renditions che prevedono interrogatori sotto tortura. In seguito è stato consegnato alle autorità libiche e imprigionato. Poi è stato rilasciato dopo un accordo preso con Seif al-Islam [figlio di Geddafi]. E ora è il comandante in capo per le operazioni del Consiglio Nazionale Transitorio in Tripoli».

RT: «Ma ne sei sicuro? Quali sono le tue fonti?»

Pepe Escobar: «Le mie fonti sono sicure. Sono connesse con i Jihadisti. Le informazioni arrivano dal Pakistan e dall’Iraq. Ho fatto controlli incrociati e si tratta proprio di lui. Comunque scriverò un articolo su questa faccenda per spiegare come Belhadj sia arrivato ad occupare questa posizione».

RT: «Se tutto questo è vero, significa che Washington ne è al corrente, visto che collabora con il CNT».

Pepe Escobar: «Certo che sono al corrente a Washington: hanno collaborato con il CNT fin dall’inizio. Abdelhakim Belhadj fa parte del gruppo di Derna, a sud di Benghazi, da dove provengono i libici che hanno ricevuto l’addestramento nei campi jihadisti in Afghanistan. E ora questi libici di Al-Qaeda sono tornati in Libia e la gente li guarda e si chiede da dove provengano questi connazionali dall’aspetto selvaggio che fanno scorribande nelle strade di Tripoli. I vostri reporter di RT li possono vedere ora con i propri occhi, i jihadisti che hanno invaso Tripoli. Ma sia ben chiaro: fin dall’inizio, quando il ‘movimento del 17 febbraio’ è stato sequestrato dalle potenze della NATO, dagli USA e dai separatisti di Tripoli, tutti hanno collaborato, compresi i jihadisti di Al-Qaeda. E quindi non possiamo prevedere cosa succederà d’ora in poi».

RT: «E quindi, per capirci, è questo il gruppo ora in controllo di tutto. Ora capisco perché abbiamo sentito Hillary Clinton fare dichiarazioni del tipo: bisogna evitare di sparare su tutto e tutti per non destare sentimenti di rivolta e vendetta».

Pepe Escobar: «Certo, ora l’amministrazione Obama tenta di distanziarsi pubblicamente da questo mucchio selvaggio che diventa di dominio pubblico. Perfino la Reuters comincia a parlare di massacri perpetrati da ambo le parti [mentre finora la stampa si scagliava solo sulle forze di Geddafi]. E oggi perfino il New York Times parlava di questa storia. E ora a Washington tentano di prendere le distanze. Dicono: insomma, questa è una guerra del CNT in collaborazione con la NATO, e noi non c’entriamo niente. [Ride Escobar]. E ovviamente mentono, perché se anche i jet sono inglesi, i droni sono americani. E inoltre tutti i dati satellitari di ricognizione [per i bombardamenti] vengono forniti direttamente dal Pentagono alla base NATO di Napoli e ai comandati delle forze NATO. Ed è vero: ora cominciano a circolare rapporti e articoli nella stampa che mettono in discussione la versione dei ‘ribelli libici’. E quindi mi chiedo: come farà ora il CNT a preservare l’immagine di ribelli autentici a Washington e nel mondo intero? E’ impossibile. Prima parlavi dei bombardamenti: come pensano di convincere il mondo che non stiano colpendo i civili, quando bombardano a tappeto una grande città come Sirte, ininterrottamente e ovunque, facendo credere che i loro missili siano ‘intelligenti’ e capaci di distinguere bersagli civili».

RT: «E ora a Washington si è già costituita una lobby che rappresenta gli interessi del Consiglio Nazionale di Transizione della Libia, chiedendo lo scongelamento dei fondi libici all’estero. E dove andranno a finire questi fondi? Finiranno nelle mani delle lobby? In quelle dei jihadisti di Al-Qaeda?»

Pepe Escobar: «Appunto – questo è un precedente pericoloso. Ora chiunque può iniziare una qualche guerriglia, avere una lobby che rappresenti gli interessi dei guerriglieri, e chiedere un mucchio di soldi».

* * *

Un commento finale

Vediamo dunque di fare chiarezza sulle implicazioni contenute nelle rivelazioni in alto, servendoci di un breve riepilogo dei fatti universalmente noti circa la guerra condotta ufficialmente contro Al-Qaeda durante l’ultimo decennio:
  • Negli anni ’80 su iniziativa della CIA viene fondato il gruppo jihadista di stampo salafita wahabi chiamato Al-Qaeda, che ha lo scopo di sabotare le linee sovietiche in Afghanistan, in appoggio alla resistenza dei Mujaheddin.
  • Nel 2001 gli attacchi dell’11 settembre vengono imputati ad Al-Qaeda e inizia l’invasione NATO dell’Afghanistan, ufficialmente per ‘stanare Osama Bin Laden’.
  • Nel 2003 inizia l’invasione dell’Iraq, perché oltre ad Al-Qaeda ed Osama Bin Laden, gli attacchi dell’11 settembre vengono imputati anche a Saddam Hussein, ma siccome questa teoria non regge, si inventa che Saddam Hussein sia in possesso di armi di distruzione di massa che sarebbero sul punto di colpire il suolo britannico, come ‘rivela’ Tony Blair al mondo terrorizzato.
  • Dal 2003 in poi sono in atto contemporaneamente due guerre – in Afghanistan e Iraq, ma i bombardamenti si allargano anche al Pakistan dove Osama sarebbe nascosto in una remota caverna nella regione montuosa tra Afghanistan e Pakistan. Si fanno sempre più insistenti le voci che Al-Qaeda si sia ora trasferita anche in Iraq e quindi bisogna continuare con le offensive nonostante Saddam sia stato catturato e sentenziato da tempo.
  • Complessivamente queste tre guerre per sconfiggere Al-Qaeda hanno provocato milioni di morti, di vedove, di orfani, di profughi, di esiliati, di amputati, di disperati, e continua a provocarne altre centinaia ogni singolo giorno in ognuno dei singoli paesi [e lo posso garantire perché li vedo gli attentati e i risultati dei bombardamenti ogni singolo giorno che passa dall’inizio della caccia ad Al-Qaeda, anche se dai media occidentali vengono ignorati].
  • E non dimentichiamo le centinaia di prigioni segrete della CIA sparse in giro per per il mondo, veri e propri centri di tortura per estorcere confessioni sull’appartenenza ad Al-Qaeda, tra cui la più famigerata di tutte: l’inferno chiamato Guantànamo.
Ed ora veniamo a sapere che non solo la Nato si serve di gruppi libici addestrati in Afghanistan da Al-Qaeda per terrorizzare la Libia, ma che il comandante delle forze NATO in Tripoli, e delle forze alleate al suolo con la NATO, è un esponente di spicco di Al-Qaeda.

E dunque tutti quei milioni di uomini, donne, bambini, anziani, uccisi nella guerra che ufficialmente si fa ad Al-Qaeda da dieci anni sono morti inutilmente. Per una menzogna. Lo sapevamo, ma il cinismo qui smascherato grida vendetta al cielo.

Giustifica

venerdì 26 agosto 2011

Tripoli 2011: «La Guerra chiamata Pace, la Menzogna Verità, la Schiavitù Libertà» - Inoltre: Chi è il CTN?

Home / Libia / P4 / Prec. / Succ.
Post in elaborazione ...

Il titolo di questo post è la citazione di un commento del Prof. Michael Chossudovsky, direttore dell’istituto Center for Research on Globalization di Montreal, Canada - con il quale l’inviato speciale in Tripoli, Mahdi Nazemroaya, collabora in qualità di ricercatore. Di Mahdi abbiamo già parlato nel post precedente sulle vicende di Tripoli, mentre le riflessioni del Prof. Chossudovsky sono riportate in basso.

Succede in Tripoli



Per prima cosa, informiamo subito che è tornato in Libia il corrispondente storico di Press-Tv, Roshan Mohamad Salih, che poco fa dichiarava in diretta da Tripoli:

«Difficile descrivere cosa succede in Tripoli senza il supporto di un filmato. Difficile avventurarsi con troupe e telecamere per le strade perlustrate e razziate dai commandos stranieri, e teatro di scontri tra mercenari e forze fedeli a Geddafi. Rischieremmo di essere attaccati. La situazione è tesa e violenta. Vi parlo qui dall’hotel in cui alloggio, e negli ultimi due giorni, da quando sono arrivato, ho avuto la fortuna di potermi nutrire con datteri e bere acqua potabile: altro non può offrire questo albergo, pur essendo un hotel a 5 stelle. I viveri scarseggiano in Tripoli. La popolazione non ha niente con cui nutrirsi. Nelle strade si combatte e nel pronto soccorso degli ospedali arrivano di continuo feriti gravi - libici e stranieri - e il personale medico è sovraccarico di lavoro. I nuovi ricoverati si aggiungono ai feriti degli ultimi giorni. Gli scontri tra le fazioni sono feroci. E i fedeli di Geddafi non si sono affatto arresi. Questa battaglia non è ancora decisa. La fine della guerra è lontana.»

Durante un collegamento successivo da un ospedale di Tripoli, Roshan dichiarava: «gli ospedali sono sovraffollati. Tra i tanti feriti alcuni dicono di essere stati aggrediti dalle forze di Geddafi. Nell’obitorio sono arrivate almeno mille salme negli ultimi giorni. La situazione in Tripoli è di totale caos, ci sono checkpoint ad ogni angolo e sparatorie senza tregua nelle strade. E' difficile individuare e distinguere le forze in campo.»

* * *

È difficile anche stare al passo nel racconto di quanto succede in Tripoli, per cui questo post verrà pubblicato a tappe, man mano che aggiungiamo informazioni o commenti. Oppure l’argomento si svilupperà in post successivi. In linea di principio, il senso di questo blog non sarebbe di sostituirsi ai canali ufficiali dell’informazione di massa, ma di fornire analisi e riflessioni nel tentativo di interpretare gli eventi che si manifestano ai nostri occhi - o meglio, che i media dovrebbero raccontare correttamente. Purtroppo però ci vediamo costretti anche a rincorrere le notizie perché quelle propinate dai media di massa servono al solo scopo di dis-informare, distorcere, distrarre e soprattutto nascondere la realtà, a volte con omissioni scandalose sulle guerre imperiali in corso di cui i gruppi di potere vogliono tenerci all’oscuro, come la guerra interna ed esterna condotta contro i cittadini del Bahrein.



E quindi vediamo cosa succede davvero in Tripoli e chi sono in realtà queste forze di opposizione chiamate collettivamente National Transitional Council che secondo i media sarebbero i ‘liberatori’ e che ora si preparano a prendere il controllo ufficiale della Libia. Vediamo soprattutto se saranno davvero loro a decidere le sorti del paese. Ne parlerà nella seconda parte di questo post Brian Becker, il direttore del movimento anti-guerra e anti-razzismo A.N.S.W.E.R. con base in San Francisco, ma con filiali ovunque negli USA - un movimento che manifesta sistematicamente contro Israele, guerrafondaia razzista, e contro le politiche americane, sia estere che interne, altrettanto razziste e violente.


Riprendiamo il racconto da dove lo avevamo interrotto nel primo mattino dopo la strage provocata dai bombardamenti della NATO e la successiva smentita della cattura di Geddafi e figli. Ecco qui il link al resoconto di quelle 24 ore di guerra informatica, di bombardamenti e saccheggi. Il post termina con l'annuncio dell'inviata di Press-Tv che in collegamenti successivi tra le 02,30 e le 04.30 ora italiana informava in diretta che il figlio di Geddafi, Seif al-Islam, si trovava nelle piazze di Tripoli circondato da una folla in festa per la mancata cattura del leader libico e dei suoi figli.

Non mi è nota la versione che mandano in onda i media italiani sulle vicende di Tripoli e della Libia delle ultime 48 ore, ma immagino che tutti abbiano visto le scene del saccheggio della residenza di Geddafi.

Fin dal mattino si vedevano sugli schermi di RT e Press-Tv le colonne di fumo uscire dall'area intorno al compoud residenziale di Geddafi e successivamente le immagini dei 'ribelli' che distruggevano i simboli del potere libico nella residenza del colonnello.

Le scene sembravano il remake del film già visto in Baghdad nel 2003, quando le forze di 'liberazione' della Nato entravano nella capitale irachena e un gruppo di 'cittadini' si vendicava sulla statua di Saddam Hussein, abbattendola al suolo. In seguito veniva rivelato dai giornalisti di inchiesta che si era trattata di una messinscena orchestrata dalle forze di invasione occidentali.


I gruppi di mercenari vandalizzano la città


Per l'intera giornata di martedì 23 agosto, sono passate sullo schermo le immagini dei 'rivoluzionari' che invadevano le strade di Tripoli disertate dai cittadini e sparavano raffiche di trionfo per mostrare ai media che ‘la Libia veniva liberata’ - una versione prontamente propagandata nei canali di news convenzionali.


Quelle che i media definiscono 'forze rivoluzionarie libiche' - che abbiamo visto in azione nel saccheggio dell residenza di Geddafi - erano entrate in Tripoli dal porto dove la Nato le aveva fatte sbarcare il giorno prima: mercenari di varia provenienza, in particolare dal Qatar e dai paesi confinanti con la Libia.

«Ma anche definirli mercenari è in realtà un'esagerazione», commentava Don de Bar, giornalista di New York, in contatto costante con gli inviati speciali che abbiamo presentato nel post sulla battaglia di Tripoli.

«In realtà si tratta di giovani disoccupati e disperati, provenienti dai paesi dell'Africa sahariana - Chad, Mali, Niger, Sudan, Algeria, Tunisia, e soprattutto dal Qatar perché alleato con la NATO per l'occasione - padri di famiglia che non sanno come sfamare i figli e si fanno attirare dalla prospettiva di un sostanzioso guadagno, ignari di andare a combattere una guerra che non è quella dei cittadini della Libia ma solo della NATO.

«Nei mesi di preparazione all'invasione decisiva, sono stati reclutati e addestrati e ben equipaggiati con le armi più letali. Nelle ultime 48 ore sono sbarcati dalle navi della NATO, mentre ricevevano copertura dai bombardamenti su Tripoli, molto intensi proprio per permettere alle truppe di sbarcare indisturbate e organizzarsi sul campo. Non sono ribelli libici i guerriglieri armati fino ai denti che vediamo ora invadere le strade di Tripoli, saccheggaire tutto e terrorizzare la popolazione civile.»

Le forze al suolo che brutalizzano la Libia


«No, non sono ribelli e certamente non sono libici» - commenta il Prof. Chossudovsky. «In parte sono gruppi paramilitari di Al Qaeda, che da sempre collabora con le forze militari occidentali - non dimentichiamo che Al Qaeda è una creatura della CIA. E che non ci siano dubbi: i mercenari sono sbarcati in Tripoli insieme alle forze militari occidentali che li guidano. Perfino la CNN oggi riportava i commenti di un parlamentare americano che faceva notare l'impossibilità di evitare la presenza di forze di combattimento americane sul suolo libico.»

Secondo il britannico Daily Telegraph, i soldati del 22esimo Reggimento delle forze speciali britanniche SAS sono in comando per dirigere le operazioni (caotiche e violente) dei 'combattenti dell'opposizione' su istruzioni specifiche del premier britannico David Cameron.

Secondo fonti del Ministero della Difesa, le forze speciali della SAS sono in Libia da alcune seettimane. Sono state inviate in appoggio alle forze di opposizioni libiche del CTN per stanare Geddafi e per dirigere le operazioni di attacco via aria e via terra alle installazioni militari.

Il Segretario alla Difesa britannico Liam Fox ha declinato ogni commento sulla presenza dei militari britannici sul suolo libico, ma ha dichiarato che in Libia sarebbero presenti «consulenti britannici esperti in comunicazioni, logistica e strategia di comando per assistere i 'combattenti libici' - provvedono a fornire dati di ricognizione raccolti dalla NATO per assistere la caccia a Geddafi e ai suoi fedeli.»

Oltre alle SAS bitanniche, altre forze speciali al suolo sono: la DELTA-force francese 2REP, le Jordanian Royal Special Forces - appunto della Giordania, specializzate in guerriglia urbana e cattura di installazioni fortificate - e le forze speciali del Qatar.

Non è ancora chiaro il motivo per cui le forze di invasione non abbiano incontrato una resistenza decisiva da parte delle forze di Geddafi, ma un esperto in strategia militare, intervistato da PressTv faceva notare che il livello di addestramento dell'esercito libico non è da paragonare allo standard delle forze militari occidentali, perché non era nelle politiche e nei progetti di Geddafi entrare in guerra con altri paesi, né si è mai profilata l'eventualità di un'insurrezione interna e tantomeno di una guerra civile in Libia».


La bufala dei festeggiamenti nella
Piazza Verde di Tripoli



In serata venivano mandate in onda le immagini trasmesse da Al Jazeera e riprese dai media alternativi in buona fede, che secondo la versione dei media mainstream rappresentavano "scene di festa nella Piazza Verde di Tipoli". Le scene mostravano gruppi di guerriglieri e i presunti cittadini di Tripoli riuniti per festeggiare la "fine del governo Geddafi".

Eppure, guardando le immagini con occhio critico, era subito evidente che si trattava di piccoli gruppi non meglio identificabili, dall'aspetto centro-africano, che a mala pena risuscivano a occupare la parte centrale dell'enorme piazza che si vedeva nel filmato.


In altre circostanze - all'inizio delle operazioni di bombardamenti NATO sulla Libia - avevamo visto la Piazza Verde strabordare di folle inneggianti alla Libia e al suo leader, sventolando le inevitabili bandiere VERDI, simbolo della leadership libica - mentre i gruppetti di ieri sventolavano la bandiera tricolore libica. Niente bandiere VERDI in vista.

«Le celebrazioni della 'Piazza Verde' di Tripoli sono una messinscena orchestrata dalla NATO?», è il titolo di un articolo di Paul Joseph Watson sul celebre sito Infowars.com, gestito dal famoso giornalista Alex Jones noto per la sua campagna mediatica e le manifestazioni nelle grandi città americane per informare sulle menzogne della versione ufficiale degli attacchi dell'11 Settembre 2001 al World Trade Center di New York.

Nel suo articolo, Paul Joseph Watson fornisce tutti gli indizi - anche per mezzo di immagini - per smascherare la messinscena di Piazza Verde.

Scriveva ieri Stephen Lendman nel suo blog:
«Quella dei presunti festeggiamenti nella Piazza Verde passerà agli annali della storia come una delle bufale più ciniche dei media compiacenti con il potere, che farà concorrenza alle immagini manipolate degli iracheni che abbattono la statua di Saddam Hussein dopo l'invasione americana del 2003.
«Al Jazeera ha commeso la sua ennesima frode, mandando in onda immagini false, con la giornalista Zeina Kodr che dichiarava 'la Libia è nelle mani dell'opposizione', sapendo bene di mentire perché il filmato è stato prefabbricato negli studi del Qatar. Ci sono ora le truppe del Qatar sul suolo libico in appoggio alle truppe americane e alle forze speciali britanniche.»
Nel sito di Global Research.ca il Pof. Chossudovsky scrive:
«E' una strategia mediatica di vecchia data che conosciamo bene. Creare l'illusione di un inesistente supporto massiccio per la Nato e per i 'ribelli libici' serve a scongiurare la resistenza contro l'invasore.»

Parla il Pof. Chossudovsky


«Non rappresentano il popolo libico, le forze di invasione che abbiamo visto in azione ieri in Tripoli, mentre depredavano la città e terrorizzavano la popolazione» commentava oggi il Prof. Chossudovsky collegato via Skype con Press-Tv. «Il mio collaboratore Mahdi Nazemroaya mi informava per telefono che i cittadini di Tripoli sono sotto shock, nessuno si azzarda ad uscire per strada. Stanno piangendo i loro morti, in Tripoli, e assistono i feriti. Nessuno è in vena di festeggiamenti - si profila un futuro incerto e violento per la Libia.»

In precedenza il prof. Chossudovsky aveva commentato in diretta:«Il mio collaboratore Mahdi Nazemroaya, si trova ora prigioniero nell'hotel Rixos di Tripoli, dove viene tenuto ostaggio insieme a Thierry Meyssan e Lizzie Phelan. I media dicono che sono i fedeli di Geddafi a tenerli in ostaggio, ma non è vero. Sono i collaboratori della Nato che occupano l'albergo. Vogliono impedire che si sappia la verità su quanto succede. Nell'albergo ci sono anche i giornalisti dei grandi media che hanno collaborato con la Nato fornendo le coordinate di bersagli sensibili da bombardare. Loro non sono in pericolo, mentre Mahdi e Thierry e Lizzie sono sorvegliati a vista e sono perfino stati minacciati negli ultimi giorni dai loro colleghi della stampa che collaborano con la Nato. I giornalisti dei media collusi raccontano di essere prigionieri delle forze di Geddafi e mentono.»

Scriveva il prof. Chossudovsky sul sito del Centro di Ricerca: «Mahdi è in pericolo perché dal centro di comunicazioni dell'albergo stava raccontando la verità su Tripoli, in solidarietà con il popolo libico che ora viene massacrato nei bombardamenti aerei sugli obiettivi civili, tra cui ospedali e scuole. La sua vita è in pericolo perché Mahdi smascherava i crimini della Nato.»
«La NATO vuole fare della Libia una società orwelliana, in cui la Guerra è Pace, la Schiavitù è Libertà, l'Ignoranza è Forza, la Menzogna è Verità.

«Orwell aveva scritto: in tempi di inganno universale, raccontare la verità diventa un atto rivoluzionario. Sono i giornalisti onesti e coraggiosi come Mahdi, Lizzie, Thierry Meyssan e Franklin Lamb che ci permettono di conoscere la verità mettendo a rischio la propria vita in una zona di guerra perché hanno a cuore la sorte del popolo libico. E rischiano altrettanto perché rappresentano una minaccia al consenso pubblico per la Nato.»

Un pensiero estemporaneo: Chossudovsky sembra un uomo che sa apprezzare l'opera dei propri dipendenti e che ha a cuore la loro sorte. Pensate come sarebbe una società in cui i dipendenti sono davvero gratificati per svolgere attività che nella maggior parte dei casi sono pesanti o ripetitivi e spesso alienanti. Davvero sarebbe un altro mondo. Si lavorerebbe con gioia.

Il prof. Chossudovsky in questi giorni viene spesso interpellato dai media alternativi, che hanno temporaneamente perso l'accesso alle fonti primarie sul campo. Scrive Stephen Lendman: «Mahdi, Lizzie, Thierry e Franklin sono stati liberati dalla Croce Rossa che ne ha negoziato il rilascio dalle mani dei teppisti che li tenevano in ostaggio nel Rixos hotel. Spero che ora siano salvi, ma non possiamo saperlo finché saranno lontani dalle fonti di pericolo ora presenti in Libia.»


La notte violenta di Tripoli: caos, terrorismo, bombardamenti

Tripoli ora è nel caos più totale e si prospetta lo stesso scenario già osservato da anni in Iraq e Afghanistan. Continua la guerriglia urbana, i saccheggi, le incursioni aereee con bombardamenti. Non ci sono folle giubilanti nelle strade a dare il benvenuto ai 'liberatori' che Webster Griffin Tarpley chiama 'Squali e Sciacalli', riferendosi ai paesi della Nato che ora deprederanno il petrolio libico.

Questa sera venivano trasmesse in diretta, a lungo, le scene dello skyline di Tripoli costantemente illuminato dalle esplosioni al suolo, e il rumore somigliava tanto al fracasso mortale che si udiva durante i 22 giorni e le 22 notti del massacro di Gaza durante l'operazione Piombo Fuso di oltre due anni fa. Mi si gelava il sangue nelle vene, questa sera, mentre assorbivo l'orrore dei bombardamenti di Tripoli e del rumore di battaglia urbana. I bambini di Gaza sanno bene a cosa mi riferisco.

Mentre nel corno d'Africa la popolazione della Somalia è allo stremo per le conseguenze della siccità - del tutto prevedibili e previste con molto anticipo su quanto accade ora - e mentre ogni giorno miliardi di dollari vengono spesi per le bombe e i missili sulla Libia, solo l'IRAN - il tanto vituperato paese di Ahmadinejahd - invia costantemente convoglio su convoglio e miliardi su miliardi per soccorrere come puo' la Somalia.

Le forze imperiali USA bombardano la Somalia ogni giorno - ma non di pacchi umanitari per alleviare le sofferenze - bombardano con i droni, nonostante l'orrore che vive la popolazione che muore di fame, di sete, di abbandono, di indifferenza.


Scrive Stephen Lendman dopo la notte di guerriglia urbana e bombardamenti a tappeto:


«Le agenzie di stampa russe citano i volontari sanitari ukraini in Tripoli che parlano di sparatorie caotiche, di edifici circondati e saccheggiati, di depredazione di massa. Di residenti che tentano di barricarsi in casa.»

«Alcuni testimoni oculari raccontano che bande armate hanno saccheggiato l'ambasciata della Bulgaria e attaccato le ambasciate della Corea del Sud e dell'Ukraina, comprese le residenze degli ambasciatori.

«Tripoli è una città allo sbando. Gli esperti dichiarano che è presto per dire che i mercenari al soldo nella Nato siano in controllo della capitale.»

Continua Lendman: «Ora gli eroici giornalisti indipendenti non hanno la possibilità di raccontarci verità cruciali su quanto succede sul campo. Devono negoziare il loro varco verso la salvezza. Ma ci vengono a mancare le loro preziose testimonianze di prima mano. Di conseguenza sarà molto difficile capire cosa succede in realtà sul campo, e dei media di massa non possiamo certo fidarci.

«Ma il sottoscritto, insieme ad altri, continuerà a relazionare su quanto sarà possibile sapere, accuratamente e con onestà. E' il contributo che possiamo dare per mantenere viva la fiamma della Libertà per il Popolo Libico. Meritano e hanno necessità del nostro supporto alla luce di quello che li aspetta da parte della NATO, le cui mire sono di spartirsi le spoglie della Libia per il proprio profitto.

«In effetti, già in aprile sono iniziate le sgomitate per accapparrarsi il petrolio, quando il ministro deli esteri italiano Franco Frattini annunciava che l'amministratore delegato della ENI, Paolo Scaroni, aveva avviato i negoziati con il neo-nato Consiglio Transitorio Nazionale della Libia per una cooperazione tra Libia e Italia nel settore energetico.

«In giugno il Washington Post rivelava che anche le multinazionali americane del petrolio avevano contattato gli esponenti del CTN per accordi commerciali. L'amministratore delegato della Quantum Reservoir, Nansen Saleri, dichiarava: «è facile ora prevedere chi sarà il vincitore in Libia, e il suo nome non è Geddafi. Il mosaico sta prendendo forma. I giganti dell'energia occidentali si stanno facendo avanti.

«E' noto che la Libia è lo stato africano più ricco di petrolio e che esistono ancora immense riserve non esplorate. Il petrolio libico è di altissima qualità e richiede poca lavorazione di raffineria.

Continua Lendman: «Ho appena registrato una conversazione con il docente in Legge, Prof. Francis Boyle (noto per l'assistenza legale alla Palestina vs. Israele) che verrà inserita nel mio programma radiofonico. Il Prof. Boyle fa notare che bisogna attendersi un conflitto senza fine, simile a quello in Iraq e Afghanistan - e non solo in Libia, ma allargato all'intera regione e anche oltre. E credetemi, il punto di vista del Pof. Boyle è condiviso da tanti che conosco, compreso il grande esperto Webster Tarpley, che prevede una guerra civile protratta in Libia.»

Chi è il CTN ?

Nei media di massa ferve l'attività per presentare al pubblico internazionale questo gruppo di traditori del popolo libico che si è autoproclamato 'Consiglio Nazionale di Transizione' e che viene annunciato come il prossimo governo ufficiale legittimo della Libia. Si succedono a ritmo serrato le conferenze stampa da parte del leader del Consiglio, che rende note le sue intenzioni di governare il popolo libico con "lealtà e onestà", dimenticando tuttavia che il popolo libico non ha né approvato né tantomeno eletto questo gruppo non meglio specificato di presunti liberatori della Libia. Dai resoconti dei giornalisti onesti sappiamo che il popolo libico prova disprezzo e disgusto per gli esponenti di questa accozzaglia di traditori della causa libica.

In un articolo dal titolo «La verità sulla situazione in Libia» Brian Becker illustra la natura del CNT nel paragrafo finale. Si tratta di un articolo importante, ma anche molto lungo, e ho tradotto solo il capitolo in oggetto. Ma a chi conosce l'inglese consiglio di leggerlo per intero.


La natura del Consiglio Transitorio Nazionale
di Brian Becker


Il Consiglio Transitorio Nazionale - CTN - si è costituito come gruppo in comando della fazione di opposizione in Benghazi - la seconda città della Libia. Il leader principale è Mustafa Abdel-Jalil, che era ministro della Giustizia fino al momento in cui sono iniziate le defezioni, compresa la sua (un traditore: allora e adesso, n.d.t.).

Jalil fa parte della schiera di funzionari neo-liberali del governo, del corpo diplomatico e dei ranghi militari della Libia con orientamento pro-occidentale che si sono uniti all'opposizione nei giorni iniziali della diatriba. (Opportunisti con mire di potere, che hanno approfittato della guerra mediatica inscenata per provocare conflitto - n.d.t.).

Appena si è costituito, il CTN ha cominciato a lanciare appelli per l'intervento imerialista - appelli che con il passare del tempo diventavano disperati e frenetici e tradivano il panico perché era chiaro ormai che, contrariamente alle previsioni iniziali basate su falsi presupposti e valutazioni errate, il governo di Geddafi non era affatto sul punto di collassare, mentre erano i cosiddetti 'ribelli' ad affrontare una imminente clamorosa sconfitta.

Infatti, è stato solo in conseguenza della campagna di bombardamenti intensi che la NATO/USA ha lanciato in tutta fretta a partire dal 19 marzo, che la ribellione dei pochi non è collassata.
Gli ultimi 5 mesi di GUERRA hanno fugato ogni dubbio sulla natura pro-imperialista del Consiglio Transitorio Nazionale. Un episodio eclatante si è verificato il 22 aprile, quando il senatore John McCain (l'avverario di Obama nelle presidenziali del 2008) si è presentato 'a sorpresa' in Benghazi. Venne accolto con un enorme striscione di benvenuto che mostrava la bandiera americana insieme alle parole: «United States of America - Avete un nuovo alleato in Nord Africa.»
Analogamente al rapporto di sudditanza tra la NATO e le forze 'ribelli' armate, il CTN è interamente dipendente e subordinato agli USA, e ai governi imperialisti di Francia, Gran Bretagna e Italia.
Se il Pentagono, la CIA, e Wall Street riusciranno nel loro intento di installare un regime fantoccio in Tripoli, verranno incoraggiate le minacce e accelerati gli interventi contro i governi indipendenti (da USA/Israele) come la Siria e il Venezuela. In ognuno dei casi vedremo svilupparsi il meccanismo ormai noto che inizia con la demonizzazione della leadership del paese nelle mire imperialiste, che ha lo scopo di scoraggiare una massiccia reazione militante anti-guerra contro l'aggressione delle potenze guerrafondaie.
Noi della Coalizione ANSWER invitiamo tutti coloro che condividono queste prospettive ad unirsi a noi per mobilitarci e smascherare le mire coloniali che si celano sotto lo slogan ingannevole del cosiddetto 'Intervento Umanitario'.
* * *


Il capo del CNT, Mustafa Abdel Jalil ora vuole Geddafi «vivo o morto» e dichiara che il Consiglio concederà l'amnistia ai membri della cerchia di Geddafi che consegneranno o uccideranno il colonnello.

Noi continueremo a monitorare la situazione attraverso i canali a noi noti e accessibili. Al momento stiamo traducendo i commenti migliori degli esperti che si sono espressi in diretta sui canali alternativi e sul web. E sono agguerriti, gli esperti, perché sanno che sorte è stata riservata alla Libia da parte delle potenze occidentali coalizzate con Israele.
«E' Israele che tiene unite tra loro le forze occidentali, ma questo sodalizio è destinato a sciogliersi appena Israele si sfalderà perché non ha amici su cui contare.»
Queste le parole pronunciate oggi dal presidente iraniano Ahmadinejahd di fronte ad una folla immensa che manifestava in favore della Palestina in occasione della Giornata Mondiale di Gerusalemme - 'Quds Day', di cui relazioneremo appena possibile.

Per quanto riguarda Tripoli: non è ancora finita, come dice Roshan Mohammed Salih all'inizio di questo post. I giochi non sono ancora fatti. Speriamo bene per i nostri fratelli in Libia. Speriamo, e continuiamo ad informare.


... continua in nuovo post ...