giovedì 10 gennaio 2008

L’11 settembre: misteri, dubbi, problemi.

Ricerche correlate:
1. Monitoraggio di «Informazione Corretta»: Sezioni tematiche. – 2. Osservatorio sulle reazioni a Mearsheimer e Walt. – 3. L’11 settembre: misteri, dubbi, problemi. – 4. La pulizia etnica della Palestina. – 5. Studio delle principali Risoluzioni ONU di condanna a Israele. – 6. Cronologia del conflitto ebraico-palestinese. – 7. Boicottaggio prossimo venturo: la nuova conferenza di Durban prevista per il gennaio 2009. – 8. Teoria e prassi del diritto all’ingerenza. – 9. Per una critica italiana a Daniel Pipes. – 10. Classici del sionismo e dell’antisionismo: un’analisi comparata. – 11. Letteratura sionista: Sez. I. Nirenstein; II. Panella; III. Ottolenghi; IV. Allam; V. Venezia; VI. Gol; VII. Colombo; VIII. Morris; – 12. La leggenda dell’«Olocausto»: riapertura di un dibattito. – 13. Lettere a “La Stampa” su «Olocausto» e «negazionismo» a seguito di un articolo diffamatorio. – 14. Jürgen Graf: Il gigante dai piedi di argilla. – 15. Carlo Mattogno: Raul Hilberg e i «centri di sterminio» nazionalsocialisti. Fonti e metodologia. – 16. Analisi critica della manifestazione indetta dal «Riformista». – 17. Controappello per una pace vera in Medio Oriente. –

Come «Informazione Corretta» e altri media denigrano quanti criticano il sionismo, Israele, e gli Stati Uniti: Ahmadinejad - Alemanno - Aloni - Arbour - Barghouti - Barnard - Berti - Blondet - Burg - Cardini - Carter - Chomsky - De Giovannangeli - D’Escoto - D’Orsi - Facci - Farrahkan - Finkelstein - Giorgio - Grillo - La Russa - Michael Lerner - Gideon Levy - Luzzatto - Moore - Morgantini - Morin - Odifreddi - Oz - Paci - Pannella - Pappe - Piccardo - Pillay - Prodi - Ramadan - Romano - Sabahi - Salamelik - Salerno - Sand - Schiavulli - Shamir - Spinelli - Stabile - Sternhell - Storace - Tizio - Toaff - Vanunu - Vargas Llosa - Vattimo - Veneziani - Viola -
Cosa si intende qui per Israel Lobby?
«Una coalizione informale di individui e gruppi che cerca di influenzare la politica estera americana in modo che Israele ne tragga beneficio».
Ed in Italia come stanno le cose?
Stiamo cercando di scoprirlo!
«Esistono due distinti meccanismi che impediscono alla realtà del conflitto israelo-palestinese di essere giustamente divulgata, e sono i due bavagli con cui i leader israeliani, i loro rappresentanti diplomatici in tutto il mondo, i simpatizzanti d’Israele e la maggioranza dei politici, dei commentatori e degli intellettuali conservatori di norma zittiscono chiunque osi criticare pubblicamente le condotte dello Stato ebraico nei Territori Occupati, o altri aspetti controversi della storia e delle politiche di quel Paese. Il primo bavaglio è l’impiego a tutto campo dei gruppi di pressione ebraici, le cosiddette lobby, per dirottare e falsificare il dibattito politico sul Medioriente (negli USA in primo luogo); il secondo è l’accusa di antisemitismo che viene sempre lanciata, o meglio sbattuta in faccia ai critici d’Israele» (P. Barnard, Perché ci odiano, p. 206).
Come «Informazione Corretta» e altri media presentano Israele, il Medio Oriente e la Palestina: Allam - Battista - Broder - Colombo - Bordin - Buffa - Bush - Cicchitto - Diaconale - Fait - Fallaci - Ferrara - Fourest - Foxman - Frattini - Guzzanti - Israel - Lisistrata - Livni - Loewenthal - Meotti - Morris - Nirenstein - Ostellino - Ottolenghi - Pacifici - Pagliara - Palazzi - PanellaPezzana - Polito - Prister - Ranieri - Rocca - Ronchi - Santus - Sfaradi - Shalev - Steinhaus - Sussmann - Tas - Teodori - Ulfkotte - Volli

Questo articolo trae spunto da un mio occasionale quanto sgradevole intervento in un blog appositamente dedicato all’11 settembre, referenziato dai “Corretti Informatori”. Considero superata la polemica che mi coinvolto e riadatto la bozza iniziale al formato generale della mia ricerca. Ricordo la mia prima notizia dell’evento “11 settembre”: ero al telefono con il mio amico che mi avvertì di cosa stava succedendo. Da allora sono trascorsi sette anni ed i dubbi si sono accresciuti. Io ho stesso ho acquisito lentamente consapevolezza dei problemi creati dall’evento. Allo stato la conclusione più convincente pare così formulabile: la versione ufficiale è inattendibile. Quale sia la verità nessuno la conosce, ma nessuno può ragionevolmente credere a ciò che Bush, notorio bugiardo, pensa di farci credere. Che l’evento fosse atteso come pretesto per mettere in esecuzione piani da lungo tempo preparati, pare verosimile e credibile. A darne la prova è ciò che è seguito all’11 settembre 2001 sia sul piano interno sia sul piano intenazionale. Sono seguite seguite due guerre (Afghanistan e Iraq) che sarebbero state altrimenti impossibili. Una terza (Iran) sembra per il momento scongiurata. A queste guerre è strettamente associato il governo israeliano, che ha sempre spinto la comunità internazionale al rovesciamo dei governi non disposti a riconesrne l’esistenza ed il suo piano secolare di conquista e occupazione coloniale. Per poter accettare queste evidenze nonoccorre conoscere il punto di fusione dell’acciaio o la differenza tra il crollo di un grattacielo a seguito di impatto con un aereo o per esplosione di cariche appositamente collocate. Gli elementi di continuità di una politica possono cogliersi prima e dopo l’Undici Settembre. Anzi viste in una più ampia prospettiva diventano sempre più chiare. Non mi stupirei se un giorno si apprendesse che dietro l’attentato alle Torri Gemelle vi sia stato lo stesso governo americano o gli ambienti di potere che producono ogni quattro anni un nuovo presidente. Il singolo singolo cittadino privato è creatura quanto mai fragile e manipolabile. Sulla sua agevole manipolabilità si basa il sistema di potere attuale detto democratico, dove però la parola democrazia è suscettibile di assumere i più disparati contenuti. Ad esempio, a me appare più democratico il malfamato potere del decapitato Saddam Hussein che non il regime fantoccio seguito all’invasione americana. Certamente, vi sono state elezioni regolari. Ma solo questo! La sovranità ed ogni autonoma esistenza politica degli iracheni, ammesso che ancora esista uno Stato iracheno, è tuttavia cessata per sempre, anche se potrà ripetersi periodicamente la farsa delle elezioni destinata a promuovere un ceto di proconsoli. Tutto questo è stato reso possibile dall’Undici Settembre in concorso con una forte pressione israeliana per un’intervento militare ad ampio raggio. Come per l’Europa l’evento mediatico per edificare il nuovo sistema fu la demonizzazione del nazismo così l’Undici Settembre dovrebbe fornire la base ideologica per l’estensione dell’Impero su scala planetaria. La teoria della guerra preventiva – per la quale Hitler fu principalmente criminalizzato – è stata stata fatta propria da Bush nel nome di una fantomatica guerra al terrorismo. Sarà un caso, ma l’attentato alle Torri Gemelle è di pochi giorni successivo alla conferenza di Durban, dove la Commissione ONu sui diritti dell’uomo era in procinto di equiparare sionismo e razzismo. La conferenza fu boicottata da Usa e Israele.

Versione 3.1
Status: 9.12.08



1. Il giornalismo al servizio della CIA. – Il volume ZERO nella cui lettura, contemporaneamente ad una dozzina almeno di altri testi recenti e recentissimi su diversi argomenti, mi vado addentrando reca questo brano che non posso fare a meno di riportare testualmente:
«Forse, per spiegare l’atteggiamento dei mass media americani, si può fare riferimento a una dichiarazione della CIA nel corso dell’inchiesta sui servizi segreti delle Commissioni del Senato e della Camera dei Rappresentanti alla fine della guerra in Vietnam: la CIA ammise di avere avuto al suo servizio un migliaio di giornalisti, sparsi in tutto il mondo, ai quali, nei momenti decisivi, venivano passate informazioni manipolate allo scopo di controllare l’opinione pubblica dei loro paesi. Il comportamento dei mass media dopo l’11 settembre dimostra che dai tempi del Vietnam non è cambiato granché. Da allora il denaro impiegato per la disinformazione è aumentato di centinaia di milioni di dollari».

Zero, von Bülow, p. 67-68.
Questa affermazione è di Andreas von Bülow ed il lungo titolo del suo saggio: Il governo Bush prima, durante e dopo gli attacchi dell’11 settembre rispetto a quattro possibili ipotesi di complotto, che si trova 67-82 del volume collectaneo Zero. Perché la versione ufficiale sull’11//9 è un falso. Il volume, a cura di Roberto Vignoli, è edito dalla Piemme. È uscito nel 2007 e nello stesso anno ha avuto tre edizioni. Gli altri saggi, se del caso, verranno citati di volta in volta. Per tutti la citazione abbreviata è Zero, seguito dal numero di pagina. Nella mia breve, e sgradevole, permanenza del blog di Paolo Attivissimo, se ben ricordo, questo volume è stato prontamente svalutato da qualcuno. Non è ora qui mia intenzione recensire in termini positivi o negativi il libro. Lo sto leggendo e vado avanti nella lettura, che trovo interessante quanto basta per andare avanti. Di molti libri, dopo la lettura della prima pagina, un lettore esperto può già valutare se è il caso di andare avanti oppure di fermarsi riguadagnando il proprio tempo prezioso. Qui al di là dell’Undici Settembre quello che per me è di straordinario interesse è l’affermazione, non credo frutto di fantasia, per la quale um migliaio di giornalisti nel mondo sarebbe a diretto servizio della CIA.

Con riferimento al ruolo dei mass media nella gestione dell’Undici Settembre è il caso di riportare quest’altro brano di Andreas von Bülow:
«…Ne consegue che molti fatti, se non tutti, indicano che i diciannove possano essere considerati patsy, cioè capri espiatori di una false flag operation, sui quali, in quanto fondamentalisti islamici, si intendessero scaricare le colpe dei crimini dell’11/9. Il fatto che finora si sia riusciti a ingannare l’opinione publica americana e quella internazionale, a eccezione del mondo arabo, è dovuto alla violenta repressione di ogni visione critica dei media. Tuttavia, senza la collaborazione dei media, false flag operations di questo calibro fallirebbero. Lo scopo è attuare un’operazione di guerra psicologica che prepari la popolazione a una “guerra internazionale contro il terrorismo” che non si esaurisca nel giro di un’unica generazione. La CIA sa comunque come trattare i giornalisti americani e stranieri e le loro redazioni, come sappiamo dai rapporti della Church Commission e della Pike Commission del Congresso USA alla fine della guerra in Vietnam».
Zero, von Bülow, p. 78-79.
Se ipotizziamo che altre potenti organizzazioni, pubbliche e private, possono avere interesse a manipolare la cosiddetta opinione pubblica, finalmente possiamo ricavare un metodo per scoprirli. Devo esser grato all’autore qui citato perché mi aiuta a curare la mia gastrite. Scherzo? No. E mi spiego. Mi capita ovviamente di leggere articoli di giornale. Capitano le volte in cui su argomenti che ben conosco posso confrontare il mio punto di vista con quello del giornalista. Trovo spesso cose manifestamente illogiche, denigratorie, diffamatorie, stupide, approssimative, ecc. insomma tali da farmi guastare il sangue, ovvero produrre fastidi allo stomaco e quindi da indurmi a dover prendere un mallox. D’ora in poi, specialmente su materia politica come quella di cui stiamo discorrendo, basta che io mi persuada che si tratta verosimilmente di uno di quelle migliaia di giornalisti al soldo di questa o quell’altra organizzazione perché in linea possa evitare reazioni etico-emotive sulla notizia o sul giudizione conetuto nell’articolo, salvo a neutralizzarlo con gli strumenti che mi sono concessi. Chiaramente non posso dire al tal giornalista che è un prezzolato senza averne le prove, che devono rigorosamente restar segrete. Vi sono alcuni casi a tutti noti di giornalisti che sono stati al soldo dei servizi segreti. Uno di questi, scoperto dall’Ordine dei Giornalisti, è stato espulso, ma continua a scrivere, mi chiedo con quale faccia. No, non è possibile farlo e raccomando ai mie Cinque Lettori di non farlo mai perché andrebbero incontro ad una querela. Basta soltanto individuarli con un’attenta analisi filologica e critica del loro testo: assicuro che non è difficile scoprirli. Sappiamo dal brano sopra citato, non smentito dalla CIA, che sono migliaia, e noi potremmo aggiungere migliaia di migliaia. Dopodichè si spiega la cosiddetta "opinione pubblica” che meglio sarebbe chiamare “opinione pubblicata” di questo o dell’altro Tizio. L’Undici Settembre è soltanto uno degli innumerevoli temi sul quale l’opinione pubblica può e deve essere manipolata. I conti tornano. Per fortuna, sebbene con i limiti sopra detti, esiste anche il fenomeno internet, di cui putroppo non ritrovo un brano elogiativo contenuto in Zero. Ma diceva che di fronte all’informazione ufficiale fornita dai grandi media si è solo potuto opporre una miriade di siti e blogs non imbavagliati presenti in internet, dove però vi è di tutto e il contrario di tutto. Neppure qui lo spirito critico può essere dismesso. Nel nostro paese, vi sono stati recenti tentativi di mettere il bavaglio a questa residua area di libertà. Nessuno mi può togliere dalla testa che sia stato un tentativo abortito dettato da una logica politica.

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2. Osama bin Laden al servizio della CIA. – Sempre da von Bülow traggo il brano chge segue e che evidentemente non attribuisco alla sua fantasia, ma a fonti da lui riprese ma verificabili:
«La CIA aveva collaborato per anni con osama bin Laden nella lotta contro le truppe sovietiche in Afghanistan. Al Qaeda era formata da giovani provenienti da più di quaranta stati islamici addestrati a combattere dalla CIA e dalle intelligence pachistana e saudita. Finita la guerra in Afghanistan, i combattenti di al Qaeda erano stati annessi come mercenari alle forze americane impegnate nei Balcani e in Cecenia. Sarebbe stato compito della CIA tutelare il proprio paese da questi predoni. Eppure la CIA non reputava Al Qaeda un pericolo per gli Stati Uniti».

Zero, von Bülov. p. 69-70.
Ciò che subito risalta agli occhi e che forse non è noto al grande pubblico è la più assoluta assenza di scrupoli degli organi governativi Usa, che stanno facendo una massiccia campagna pubblicitaria – con l’impiego di migliaia e migliaia di giornalisti stipendiati – per formare la nostra coscienza morale e convincerci che il terrorismo è il Male, quando il Campione di questo Male, cioè bin Laden, era stato da essi stessi partorito e generato. La credibilità che ogni persona di comune e sano buon senso, sufficientemente contro-informato, può dare alla propaganda ufficiale di regime è per l’appunto zero. Non so se a ciò è dovuto la ragione del titolo, non credo, ma ancora non ne ho trovato la spiegazione.

Anche se in questo post mi occupo dell’Undici Settembre, questo rimane per me solo un episodio di un più vasto contesto geopolitico. In un certo senso ciò ne agevola la comprensione e spiegazione.

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3. Le attivissime bubbole. – Nel difficile restauro della mia casa antica di Calabria ho dovuto consultare ed impiegare diversi tecnici, architetti, ingegneri, geometri, avvocati per riuscire nell’intento. È stata grande la mia sorpresa quando in mia presenza due ingegneri affermavano una cosa opposta dall’altra e non su particolare di poco conto: per l’uno la casa sarebbe crollata, per l’altro no. E si trattava però della mia casa! Ho già dichiarato di non voler addentrarmi in un campo che non è il mio, ma se non è il mio non è neppure quello di Paolo Attivissimo, che ha voluto costruire un blog come se fosse lui un architetto o un ingegnere. Quindi, non attribuisco nessun valore ad argomenti tecnici che non sono in grado di valutare e soprattutto per il fatto che sono presentati da un intrattenitore che non ha nessuna competenza specifica sulle questioni tecniche di cui parla. Sarebbe come se un cieco si lasciasse guidare da un cieco. Perfino un giudice di tribunale ha bisogno di affidarsi ad un perito su questioni che non sono propriamente di scienza giuridica. Orbene, all’inizio del volume Zero, contro cui l’Attivissimo si accanisce, è detto una cosa giuridicamente importante, di cui non so se nel suo blog si è occupato. Sono intervenuto una volta nel suo sito e non intendo accedervi una seconda volta. Era tale la voglia di uscirne subito che non mi ero accorto dell’avvenuta pubblicazione di un mio commento ed avevo sospettato una sua cancellazione, forse perché ritenuto non in sintonia con l’altissimo livello del sito. Strascichi di questo banale incidente si trovano nei commenti qui da me pubblicati. Sto precedendo nella lettura del libro Zero e devo dire che non tutti i suoi saggi sono per me di eguale interesse, anche se ognuno di essi si giustifica per il suo taglio. Qui richiamo brevemente il saggio di Griffin per il fatto che spiega il carattere non indipendente della commissione che stando al suo stesso titolo avrebbe dovuto essere indipendente. Era invece sostanzialmente un organo governativo e quindi ha avuto ampia possibilità di insabbiare, eliminare forse per sempre ed alterare tutti gli elementi probatori. Questa non è ingegneria, ma diritto.

Premesso ciò, passo ad isolare quelle che mi sembrano altissime perle, da me rilevabili e valutabili. Scrive il nostro Attivissimo confutatore, o meglio così trovo nel suo issimo sito, non mi importa da chi scritto:
«…Secondo queste teorie, la CIA sarebbe dunque al tempo stessa capace di operazioni incredibilmente complesse come il minamento occulto di due grattacieli di 400 metri ciascuno più uno di 47 piani, nel bel mezzo di New York e la sparizione di un intero aereo di linea e dei suoi passeggeri, con tanto di simulazione del suo impatto al Pentagono…»
Il condizionale dubitativo lascia intendere che la CIA non possa fare la tal cosa. E perché no? La CIA non è la pizzeria sotto casa. A noi comuni cittadini è nota soltanto la punta di un iceberg che per il 90 per cento ci resta nascosto. Non si può porre come criterio di inverosimiglianza ciò un servizio segreto, anzi il più potente servizio segreto del mondo e forse della storia, possa o non possa fare, quali che siano i suoi mezzi che per definizione dovrebbero restare ignoti ai più. Più sopra ho riportato, perché venuto fuori da un’inchiesta, che la CIA aveva al suo soldo migliaia di giornalista pagati per confondere e manipolare l’opinione cosiddetta pubblica. Ciò avveniva al tempo del Vietnam ed erano allora "migliaia”, di cui certamente non poche unità anche in Italia. Se l'operazione Undici Settembre ha uno scopo principalmente mediatico deve ritenersi che il numero sia ora enormente incrementato. La CIA non ha limiti di bilancio e scarsità di risorse. Posso perciò fondatamente dubitare di ogni informazione che contrasti con i miei convincimenti oggettivi.

Pertanto mi sembra una issima-bubbola quella che si pone il quesito di cosa la CIA possa o non possa fare. In questo paragrafo, e solo in questo, segnalerò eventuali altre issime-bubbole rilevato, ma non intendo fare un commentario del sito di Paolo Attivissimo, alla cui attività lascio libera esplicazione, preferendo seguire una mia strada nello studio di un evento tragico, la cui chiace di lettura resta per me principalmente politica. Se vi sarà mai – e ne dubito – una commissione tecnica (non certo quella di un Attivissimo che gode delle referenze di Angelo Pezzana) che possa darci una Verità, ben venga. Ma questa Verità non vado a berla in fonti inquinate.

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4. La non indipendenza della commissione di inchiesta. – Il volume Zero, sopra citato, dopo un'introduzione generale di Giulietto Chiesa, inizia opportunamente con un contributo di David Ray Griffin dal titolo: Il rapporto della commissione sull’11 settembre. Il capolavoro di omissione e mistificazione di Philip Zelikov, (pp. 29-52). Non bisogna essere dei grandi conoscitori della storia americana per sapere che i cittadini americani più volte hanno avuto modo di diffidare dei loro governi. Il sistema di potere americano è basato su due grandi partiti che in nulla si differenziano l’uno dall’altro e soprattutto i suoi presidente vengono eletti a suon di miliardi. Chi può pagare la campagna presidenziale o l’elezione di altre alte cariche, ha in pugno il presidente ed il suo potere. Ormai, questo è diventato senso comune da cui si trae un’abbondante fiction cinematografica e televisiva. Pertanto, che una Commissione per appurare ciò che era successo e per valutare tutte le responsabilità dovesse essere indipendente dal potere esecutivo è cosa ovvia. Se il saggio di Griffin riesce perlomeno a documentare – a prova di attivissime bubbole – che una siffatta indipendenza non vi è stata, non ha ormai più senso pretenderne una seconda. Tutte le prove che potevano essere distrutte o inquinate, sono state distrutte ed inquinate. Al massimo una seconda commissione potrà servire a documentare che la prima non ha lavorato come avrebbe dovuto.

Così prende avvio il contributo di David Ray Griffin:
«Come nella maggior parte dei crimini “sponsorizzati” dallo stato, ci sono due volti dell’11 settembre: gli attacchi in sé e il processo di insabbiamanento. L’insabbiamento della verità è avvenuto su piani diversi e ha coinvolto numerose agenzie, ma il ruolo centrale e più influente in questo processo deve essere attribuito al Rapporto della Commissione di inchiesta sull’11 settembre.
La Commissione di inchiesta sull’11 settembre avrebbe dovuto essere indipendente – e in effetti il nome per esteso era proprio “Commissione indipendente sull’11 settembre” – e ha fatto di tutto per dipingersi come tale. Nella prefazione al Rapporto, per esempio, il presidente Thomas Kean e il vicepresidente Lee Hamilton sostengono: la Commissione “ha cercato di essere indipendente, imparziale, minuziosa e non-partitica”.
Tale immagine è stata largamente accettata dai principali organi di stampa americani…»

Zero, Griffin. p. 29.
Ma noi sappiamo quanto siano affidabili i principali organi di stampa americani. Non riporto altri brani di questo saggio, ma mi limito a ricordare quanto viene detto più volte in questo ed altri saggi ed è anche abbastanza noto, anche se non enfatizzato, e cioè che non esiste nessua prova giuridica che osama bin Laden sia stato l’ideatore ed il responsabile diretto o indiretto dell’attentato, che è stato poi il presupposto per l’invasione di almeno due stati, l’Afghanistan e l’raq, con un terzo, l’Iran, ancora in lista. Alleato di ferro in questo disegno imperiale sul Medio Oriente è lo Stato di Israele, dove proprio in questi giorni si svolge una visita di Bush, raffigurato dai media in gesti di grande effusione con Olmert. Di fronte agli immensi interessi in gioco il sacrificio in vite umane e danni materiali di un nuovo incendio del Reichstag sarebbe stata cosa del tutto irrisoria. Naturalmente, un siffatto incendio acquista il suo senso se riesce a suscitare ed imporre una nuova fede che vede una scontro di civiltà, dove la cilità che deve prevalere, quella buona, è la nostra. Quale che sia la verità accertata ed accertabile si può però già dire a quanti offrono e pretendono questo uso e consumo della tragedia: «No, signori! Non ci stiamo a questo gioco». Ed ecco dunque che – Attivissimo permettendo – dell’evento non puà darsi che principalmente una lettura politica, che è la sola suscettibile di dare un senso compiuto alla tragica vicenda.

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5. Il ruolo dell’Europa. – Mentre proseguo nella lettura di Zero, giunto al saggio di Giulietto Chiesa, dal titolo Come Marte ha vinto l’11 settembre (pp. 119-152) mi fermo un attimo per un’annotazione, che mi sarà utile per innestare le mie personali riflessioni. Intanto sul saggio in sé ed in polemica con i suoi debunker, o come altro si chiamino, osservo che esso prescinde dalla verità tecnico-sequenziale del crollo dei due edifici simbolo. Non vi è dubbio che sull’evento si è subito innestata una politica da parte dell’Amministrazione Bush, possiamo dire un nuovo corso, o più precisamente un’accelerazione di un corso già avviato. L’analisi politica dell’evento potrà essere condivisa o meno, ma proprio non capisco come possa venire incrinata o delegittimata dalle tesi ufficialiste. Per noi europei, ed italiani in particolare, vi sono ricadute che mettono in evidenza una realtà che si creò nel 1945: finì allora ogni autonoma capacità politica degli Stati europei che nei secoli non avevano saputo darsi quell’unità politica continentale che oggi avrebbe fatto la differenza. Qui rientriamo in quella storia che abbiamo tutti studiato a scuola. La risparmio ai miei lettori ed a me stesso. Fatto sta che dal 1945 ad oggi la volontà dei singoli governi europei non è mai stata e non potrà almeno nel futuro prossimo essere diversa da quella del potente Alleato. Ogni suo desiderio è per noi legge. Lascio la retorica dell'amicizia, libertà, ecc. a chi ama la retorica. Voglio invece brevemente soffermarsi su di una analogia. Ciò che si avvia ad essere il mito e l’ideologia dell’Undici Settembre ripete la formula dell’«Olocausto», che si è tradotta nelle legislazioni europee in una censura del pensiero, al quale è in pratica impedito di mettere in discussione una verità di stato che va ben al di là del fatto tecnico se siano materialmente esistite o non esistite le camere a gas come strumento principe di uno sterminio, che serve principalmente a colpevolizzare tutto il passato europeo della prima metà del XX secolo.

Ma ecco il brano di Giulietto Chiesa che scelgo di evidenziare, senza dovermi preoccupare delle complessive posizioni politico-ideologiche dell’autore:
«L’Europa. come s’è visto, aveva abbracciato la causa americana, praticamente senza condizioni, immediatamente dopo l’11 settembre. Il coinvolgimento europeo in Afghanistan è stato subito netto e inequivocabile. L’unica condizione posta dagli europei – in parte da élites recalcitranti variamente ostili alla prepotenza americana, in parte da governi preoccupati di non andare troppo esplicitamente contro i sentimenti popolari – fu quella che l’intervento europeo in Afghanistan venisse prima sancito dalle Nazioni Unite, sebbene a posteriori, e poi posto sotto l’egida della NATO e delimitato a una operazione di politica a protezione del futoro governo ”democratico” che gli Stati Uniti avrebbero insediato a Kabul. Naturalmente tutti sapevano che l’autorizzazione delle Nazioni Unite era stata estorta con pressioni e inganni (gli USA non avevano affatto le prove che l’autore degli attentati dell’11/9 fosse Osama bin Laden e l’ONU autorizzò l’intervento militare in aperta violazione del suo proprio statuto), e la funzione della NATO come coadiutrice per l’ordine pubblico era stata inventata, per addolcire la pillola agli europei, come soluzione transitoria. Nel caso che l’operazione di normalizzazione dell’Afghanistan si fosse rivelata – com’è infatti avvenuto – più difficile del previsto, la NATO sarebbe stata trascinata come forza congiunta nelle operazioni militari».
Zero, Chiesa. p. 127.
Ci è sempre stato detto che la NATO è un’alleanza esclusivamente difensiva. La nostra costituzione dice espressamente che l’Italia non può iniziare una guerra offensiva. Siamo stati ingannati, ancora una volta, con l’uso di una doppia menzogna: il non provato (e quindi inesistente) coinvolgimento di bin Laden nell’attentato alla Torri e la gratuita attribuzione di una responsabilità di terzi ad uno stato sovrano, battezzato come “Stato canaglia”, creando una nuova tipologia nella scienza giuridica con grande delizia per i professori universitari di diritto. A riprova dell'asservimento di cui godiamo dopo la Liberazione del 1945 è di eclatante evidenza il dimissionamento di una donna, ministro tedesco per la Giustizia, Herta Däubler-Gmelin, la quale aveva osservato che fra la guerra preventiva di Hitler e la guerra preventiva di Bush non vi era in fondo nessuna differenza. Per aver detto la verità fu costretta alle dimissioni. Si tende a dimenticare questo episodio, ma meriterebbe di essere sempre ricordato per il suo valore altamento simbolico. Anche su questo episodio si può misurare il grado di asservimento e silenziamento della stampa, che non ha dato copertura all’evento. Se si prova a fare una ricerca con Google si constata come l’episodio è scarsamente rintracciabile. Eppure, anche a distanza di cinque anni – eravamo nel settembre del 2002 – l’episodio meriterebbe di essere rintracciato, per scriverne un’ampio articolo, magari intervistando direttamente la persona.

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6. I neocons. – È da anni che attrae la nostra attenzione una corrente di pensiero politico americano detto neoconservatorismo, che annovera una lista di pensatori non definitiva e non sempre coerente con le sue impostazioni. Al di là di un'accurata filologia del loro pensiero ciò che è certo ed offre un criterio per il loro studio è il ruolo di supporto, ovvero di stimolo ed orientamento alla nuova politica imperiale statunitense. Il potere fa sempre uso di suoi chierici. Chi vive nei pressi del più potente della storia sa che deve cogliere il momento. Un ruolo i neocons lo esercitano anche nello scenario aperto dall’11 settembre. In uno dei saggi di “Zero” Cardini e Montesano offrono un’analisi del fenomeno, da cui estraggo qualche brano:
«Essi sono portatori d’un progetto che, piaccia o no, va definito “rivoluzionario”: all’interno della società statunitense, far degli States una “società di proprietari”; all’esterno, vincere quella che stata definita la “guerra contro il Terrore” e, attraverso la gestione di essa, trasformare definitivamente il mondo a cominciare dal Vicino Oriente forzando il bene dell’umanità a coincidere con l’interesse degli Stati Uniti, vale a dire dei suoi attuali padroni e dirigenti e degli ambienti che essi rappresentano o dei quali essi sono “comitato d’affari”. Per far decollare i loro progetti, per far funzionare la “guerra infinita” i neoconservatori hanno bisogno di una minaccia da additare all’opinione pubblica; dall’11 settembre il nemico è divenuto il terrorismo islamico».
Zero, Cardini e Montesano, p. 203.
Ed è proprio sul terreno islamico che potrà operarsi il raccordo con l’altra ideologia, la religio holocaustica, che ha servito egregiamente allo scopo di ridurre all’asservimento politico, istituzionale, culturale i paesi europei sconfitti nel 1945. È prevedibile che fra le due ideologie assisteremo presto ad una sintesi. Il suo successo sarà determinato non dalla qualità intrinseca del costrutto, dal suo rigore logico, ma dalla capacità di reiterazione dei mass media – già saldamente controllati – e dal suo accreditamento presso le istituzioni accademiche e pedagogiche. Sarà compito eroico di un pensiero indipendente contrastarne gli effetti illiberali ed oscurantisti. Non appartengo alla schiera dei credenti, sempre sicuri che il Bene prevarrà sul Male, la Verità sulla Menzogna.

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7. La teoria della “guerra senza fine”. – Il saggio di Franco Cardini e Marina Montesano si chiude con il rinvio ad una specifica teoria neoconservatrice, entro cui ben si collocano l’attentato dell’11 settembre e le infinite possibilità che lascia aperte:
«Di fronte alle sconfitte e alle situazioni di scacco che si registrano in Afghanistan, in Iraq, in Palestina, la “guerra senza fine” e i neonservatori che l’hanno inventata e promossa hanno bisogno ormai di un nemico che sia anch’esso “senza fine”: Iran, stati canaglia, terroristi immaginari».
Se le cose stanno effettivamente così, ma il nostro è solo un inizio di analisi e documentazione, allora potrebbero trarsi conseguenze non estremamente disperate, nel senso che ad ognuno di noi sono dati i mezzi per resistere. Pare di capire che il tutto ha bisogno di una manipolazione globale delle intelligenze individuali. Se ognuno di noi si dovesse misurare con missili ed armamentari estremante sofisticati che possiano vedere solo nelle fiction, abbiamo assai poca speranza. Ma se la nostra intelligenza, la nostra capacità di demistificazione di una stampa e di un’informazione chiaramente nelle mani del potere e dei potenti, può opporre efficace resistenza, allora i ciò è già un principio di speranza.

8. È indubbio: le Torri Gemelle son crollate. – Il nostro interesse è la verità. Quale essa sia non ci fà paura e non ci coglie di sorpresa. Come nel caso dell’«Olocausto» la verità non esaurisce la nostra capacità di analisi. Non siamo né innocentisti né colpevolisti. La storia non è un processo che si svolge in un’aula giudiziaria. I fatti storici precedenti l’11 settembre e quelli successivi hanno una logica che prescinde dalla responsabilità degli attentatori stabilita senza ombra di dubbio. Nel caso di specie i dubbi tuttavia permangono. Resta istruttivo il livore ed il calore dei colpevolisti, quasi che dall’accertamente delle responsabilità presunte discenda loro chissà quali nuovi titoli di legittimità nello scenario delle guerre mediorientali. Resta gravissimo il vulnus arrecato al sistema costituzionale americano e all’ordine internazionale. Nessun attentato avrebbe mai potuto giustificare un simile vero e proprio colpo di stato. Proprio ciò getta i maggiori sospetti sull’attentato e considerato gli interessi in gioco, manifestatisi dal settembre 2001 a oggi, ogni ipotesi di sospetto è plausibile. Appare sospetta l’annunciata dichiarazione di colpevolezza. Allo stesso modo io potrei confessarmi colpevole dell’omicidio di Giulio Cesare. L’interesse pubblico alla verità non è soddisfatto dalla confessione di colpevolezza. Occorrono i riscontri della colpevolezza. Gli imputati che confessano la loro colpa dovrebbero poter dimostrare e chiarire tutte quelle incongruenze che i critici della versione ufficiale hanno rilevato.



(segue)

Links:
1. Perché la versione ufficiale sul crollo delle Torri Gemelle è falsa.
2. Omissioni e distorsioni nel rapporto sull’11 settembre.

17 commenti:

SirEdward ha detto...
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SirEdward ha detto...
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SirEdward ha detto...
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SirEdward ha detto...

mi scuso per i messaggi reiterati. Problemi con il browser e con l'aggiornamento della pagina che mi rendeva il messaggio, sottoposto a moderazione, come non inviato.

Antonio Caracciolo ha detto...

No comment. Ho ricevuto tre volte lo stesso testo. Avverto che per questo ne pubblico uno sola. La ricezione è avvenuta mentre stavo componendo il mio testo, che è l’unico luogo in cui mi esprimerò sull’argomento. salvo l’iniziale riferimento i miei commenti nel testo del blog saranno secondo la formula del generale ed astratto. Quanto al sito altrui ho anche scritto "prendo atto" della spiegazione fornita e peraltro avevo lamentato non già la censura (inesistente) ma la perdita di un testo che non avevo salvato e che non avrei ricomposto per quella sede. Restano poi commenti ed espressioni sgradevoli che non mi inducono certamente alla permanenza in un luogo altrui quando posso disporre di un mio proprio luogo di espressione, che posso gestire con miei criteri. È quanto, mi pare.

SirEdward ha detto...

Scusi se insisto, ma lei aveva proprio lamentato la censura.

Con queste parole


Non ho salvato il mio testo precedente: era civile del tono ed assolutamente non offensivo per nessuno. Di certo poteva ravvisarsi un orientamento di pensiero e credo sia stato proprio questo ad essere stato censurato...

Mi dispiace soltanto di non aver salvato precedentemente il mio testo.

Ma non me ne dolgo più di tanto. Ed anche un modo per sapere con chi si ha a che fare.


Sono contento che prenda atto del fatto che non è stato affatto censurato, ma l'accusa di censura lei purtroppo l'ha lanciata, e finora non se ne è affatto scusato.

Anzi, rincara la dose accusando normalissimi utenti blogger di "nascondersi per poter sercitare la'arte della contumelia".

Inoltre conferma di non aver né letto i contenuti del lavoro che tanto disprezza, né di sapere chi ha partecipato alla sua realizzazione, né di aver capito che la persona che lei insulta qui sul suo blog non è affatto l'unica persona a collaborare.

Né dimostra di aver comunque capito per quale motivo non si può disprezzare il lavoro di qualcuno sulla sola base della persona ma si dovrebbe, prima di poter così amabilmente distribuire giudizi sprezzanti, analizzare quello che si vuole contestare, soprattutto quando lei stesso afferma di poter parlare solo a livello filosofico-storico-politico, che sono proprio tra i campi in cui, per cedevolezza del terreno e difficoltà di trovare punti fermi, il gruppo UndiciSettembre si limita il più possibile dall'entrare, preferendo dati e fatti concreti e verificabili.

Giusto ad onor del vero.

Anonimo ha detto...

"sir edward" assai poco egregio,
prima di dare lezioni a chicchessia
comincia a qualificarti con nome e cognome. poi ne riparliamo.

Antonio Caracciolo ha detto...

Ieri pomeriggio ho avuto un piccolo incidente d’auto. Non ero persuaso di essere nel torto, ma siccome l'altro era fermamente convinto di aver ragione, non ho voluto contraddirlo e gli ho liquidato amichevolmente brevi manu cento euro di danno.

Quindi, venendo a noi, per il fatto di non aver trovato subito il testo che avevo lasciato in precedenza, se questo la far stare meglio, me ne rammarico e chiedo formale scusa della mia svista a chi di dovere, cioè il signor ...issimo, di cui non mi sovviene la parte iniziale del cognome in questo momento. Fatto ciò, considero saldato ogni mio debito ed obbligo di ammenda.

Per il resto ho da addebitare al vostro gruppo, non mi importa da chi e da quanti composto, una serie di toni, da me prontamente percepiti come ostili ed offensivi, e per i quali non pretendo scuse da nessuno. Me ne vado semplicemente dal vostro luogo virtuale, pentendomi di esservi entrato e me ne torno nelle mie stanze, dove svolgo le riflessioni che avrei potuto dividere con voi.

Qui se ben legge, e mi lascia il diritto di interpretazione autentica del mio pensiero, ho scritto che adotto la forma generale ed astratta: nessuno è chiamato direttamente e personalmente in causa. Intanto le faccio notare che lei si firma "siredward", di cui non posso capire cosa sia, se un cognome, un nickname, o altro. L‘essere anomini presenta degli svantaggi: un anonimo non può essere offeso e non può lamentarsi di essere stato offeso.

Io firmo sempre con il mio nome e cognome e la mia identità è perfettamente rintracciabile. Sull'…ssimo concordo con un giudizio che vedo è già stato dato da Mazzucco: giudizio indipendente l'uno dall‘altro, del tutto autonomo, ma convergente e quindi garanzia di esattezza.

Quanto poi al metodo filosofico, ecc., lei non sa chiaramente di cosa parla e non ho nessuna intenzione di farle lezione. Continuate come meglio credete. Se mi parrà, avendo segnato il vostro sito, è probabile – per scrupolo "filologico” di completezza – che vi dia qualche occhiata, ma di certo non ritengo che sia il principale riferimento sulla materia. Ho già detto che se ciò che vedo mi parrà meritevole di commento ed interlocuzione, lo farò preferibilmente nella forma generale ed astratta.

Spero di essere stato chiaro. Lei può insistere quanto vuole. Non abusa della mia pazienza e troverà qui sempre sicura accoglienza, se saprà evitare toni volgari, attacchi gratuiti e quanto in genere possa comprendersi sotto l’espressione "contenuti illegali”.

Il nostro sito è specificatamente dedicato ai problemi e temi connessi alla libertà di pensiero, di ricerca, di insegnamento. Sarebbe ben strano che presso di noi non trovasse asilo sicuro chiunque abbia bisogno di esprimersi.

SirEdward ha detto...


Lei può insistere quanto vuole


Per carità!

Una volta chiarita la piccola questione per cui avevo richiesto le scuse, e senza nessun rancore, temo di dover abbandonare queste stanze per ritirarmi in un luogo a me più congeniale, in cui potrò discutere di fatti e lasciare il campo filosofico a chi se ne interessa maggiormente. Rimane il fatto che, per completezza, potrò dare uno sguardo a queste stanze se mi parrà interessante (non ho resistito, mi perdoni).

Quanto al lavoro svolto dal gruppo undicisettembre, se vorrà potrà avvicinarsi in qualunque momento al lavoro che abbiamo finora svolto (potrei anche dirle che adesso non ho voglia di fare lezione, ma sarebbe, questo sì, davvero provocatorio).

Concludo con la questione dell'identità.

Mi dispiace che lei consideri "identificato" solamente chi si firma con nome e cognome. La peculiarità della rete riguardo alle identità è proprio quella di permettere di svincolarsi dal proprio nome "anagrafico" per dotarsi di una identità diversa, che esiste solo in Rete ma che, se utilizzata con cognizione, è altrettanto reale, ai fini della Rete stessa, di qualsiasi altra identità. Che io mi firmi francesco.amadori, o gianluca.marescalchi, oppure "utentesveglio" oppure "seiperquattroventiquattro" non ha, in Rete, alcuna importanza. In fin dei conti anche chi come lei si firma con nome e cognome non è, all'interno di questo ambiente, che un utente qualsiasi come chi si firma "wtotti", perché nessuno mi può dare garanzia che quella sia la sua identità "anagrafica" né alcuno mi può dare garanzia che lei non compaia sotto altri nomi. E poi le omonimie sono dannatamente frequenti. Ammiro tuttavia la sua scelta di firmarsi con il proprio nome "anagrafico", che reputo una scelta comunque coraggiosa.

Allo stesso modo la mia identità non è affatto "sconosciuta". Io in Rete sono SirEdward, sempre come SirEdward mi trova e non cambio nome. Sono sempre io. Questo rende la mia persona riconoscibile, perché sempre associata ad un solo nome.

Grazie per l'attenzione.

stuarthwyman ha detto...

...non mi meraviglio del fatto che abbiate trovato un simile trattamento in quel "luogo surreale"...

Tengo semplicemente a far notare che la materia che trattate assiduamente è oggetto di pretesto per una ridicolizzazione della vostra posizione sull'11 settembre, dalla parte che si è sentita sollecitata dal vostro, a me gradito, intervento.

Come ha fatto notare lei sull'articolo sopra, l'"...issimo" è riportato su "Informazione corretta"... e questo è un fatto ambiguo!

Informazione Corretta, in quanto filo-Israele, ha tutto l'interesse nel far risultare che 19 "terroristi" islamici armati di "box-cutters" abbiano scatenato la tragedia dell'11 settembre... per ovvi motivi esistenziali e nient'altro...

Me lo lasci dire sig. Caracciolo:

"Era ora che l'11 settembre destasse il vostro interesse!!!".

Non so se è al corrente di questa frase:

"It's very good... Well, it's not good, but it will generate immediate sympathy (for Israel)".

Netanyahu in riferimento all'11 settembre...

Questo riassume il concetto in breve dell'importanza della tragedia per Israele...

Non so se le è mai capitato di andare sui talloncini di Informazione Corretta: su un percorso linkato, in commemorazione delle vittime dell'11 settembre (...), si riporta una profezia che dalle sacre scritture richiamasse quel tragico giorno...

E' ambiguo e per di più pubblico!

Piuttosto, l'11 settembre per chi vede unicamente le guerre è troppo limitativo...

La ricostruzione di un assetto urbanistico di New York ha richiesto l'emissione di miliardi di dollari di liberty Bond ad esclusivo vantaggio di banche, per le loro nuove sedi, per Silverstein e Westfield america (in cordata con port Authority [proprietaria del sito del WTC]) e altri cittadini di indubbia provenienza religiosa...

Qui vi mando un link in riferimento alla suddivisione dei Liberty bonds http://www.goodjobsny.org/rec_libertybond_breakdown.htm

e

qui una lista su cui potrete fare alcuni incroci:

http://news.monstersandcritics.com/usa/news/article_1365066.php/American_Jewish_power_for_Vanity_Fair_list

Approfondite!
Da Bloomberg, a Greenberg, a Silverstein, alla Harriman Brothers, alla Aig che aveva rivenduto in meno di un mese la polizza assicurativa di silverstein al pool di banche-assicurazioni svizzero, a Chartoff vicino a Giuliani dagli anni '70...

L'11 settembre non è lontano dalla materia che voi trattate assiduamente.

Attivissimo è solo l'ultima ruota di scorta bucata del carro sionista...

Diffidate dei rufiani!

Antonio Caracciolo ha detto...

no comment

stuarthwyman ha detto...

Un articolo di Mario Manno è stato postato sul mio blog su mia richiesta accordata da lui...

era estremamente significativo!!!

Anonimo ha detto...

Mi meraviglio che non abbia mai sentito il nome di Attivissimo in relazione all'11 settembre: è il massimo sostenitore della Versione Ufficiale, nonché "debunker" (senza molto successo, devo dire, se non tra i suoi "seguaci").
E vedo che il primo impatto con il suo "blog" è stato sintomatico dell'aria che là si respira.
Riguardo a SirEdward, può benissimo farsi un'idea del suo pensiero ricercando i suoi interventi su www.luogocomune.net.
Se vuole, Le posso segnalare i siti italiani che sostengono a spada tratta e pregiudizialmente la c.d. "Versione Ufficiale", me lo segnali e Le scrivo in privato.

Andrea Carancini ha detto...
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stuarthwyman ha detto...

I "debunker" italiani hanno rappresentato perfettamente l'11 settembre...

http://complottismo.blogspot.com/2008/01/casa-mazzucco-stupisce-ancora.html

Fatevi un 'idea della scorrettezza di cui sono capaci

Antonio Caracciolo ha detto...

Mi ero dimenticato di questo post. In questo solo blog ne ho scritto quasi 400 e di blogs ne tengo pià di venti. Mi sono accorto che degli intervenuti nei commenti ha dato di recente un link a questo post dal suo blog. Vorrei rassicurarlo circa il mio incidente con Crono911, per il quale non ho perso il sonno da allora. La mia condotta futura sarà di non andare a curiosare nei siti altrui, di non cercare la polemica per il gusto della polemica. Nel sito in questione ero stato trascinato da altri che ha lui sì il gusto della polemica e con il quale ho poi rotto...

Il tema 11 settembre è quanto mai importante e meritevole di essere approfondito. Intendo farlo, ma senza dedicarci la vita.

Mi dedicherò a sviluppare in più direzione i miei blogs nelle differenti linee di ricerca. Sono disposto ad ospitare nei Commenti quanti sono interessati ai miei temi e rispettano le regole elementari della Netiquette. So rispondere ai colpi e sono un eccellente polemista, ma non ritengo che la cosa abbia un valore in se...

Antonio Caracciolo ha detto...

Riassumo lo stato delle mie convinzioni sul tema. La verità ufficiale fa acqua da tutte le parti. La verità effettiva non la conosciamo. Tutte le congetture sono possibili. Personalmente, non giudico improbabile che l’attentato abbia avuto origine deltri di Stati Uniti e non all’estero. La politica seguita all’11 settembre – maturata prima dell’11 settembre – induce a ritenere che si cercasse un evento per scatenare le guerre che si sono avute. Si può credere anche diversamente, ma dipende dalle proprie opzioni politiche generali.