Come «Informazione Corretta» e altri media presentano Israele, il Medio Oriente e la Palestina: Allam - Battista - Broder - Colombo - Bordin - Buffa - Bush - Cicchitto - Diaconale - Fait - Fallaci - Ferrara - Fourest - Foxman - Frattini - Guzzanti - Israel - Lisistrata - Livni - Loewenthal - Meotti - Morris - Nirenstein - Ostellino - Ottolenghi - Pacifici - Pagliara - Palazzi - Panella – Pezzana - Polito - Prister - Ranieri - Rocca - Ronchi - Santus - Sfaradi - Shalev - Steinhaus - Sussmann - Tas - Teodori - Ulfkotte - Volli
Cosa si intende qui per Israel Lobby?
«Una coalizione informale di individui e gruppi che cerca di influenzare la politica estera americana in modo che Israele ne tragga beneficio».
Ed in Italia come stanno le cose?
Stiamo cercando di scoprirlo!«Esistono due distinti meccanismi che impediscono alla realtà del conflitto israelo-palestinese di essere giustamente divulgata, e sono i due bavagli con cui i leader israeliani, i loro rappresentanti diplomatici in tutto il mondo, i simpatizzanti d’Israele e la maggioranza dei politici, dei commentatori e degli intellettuali conservatori di norma zittiscono chiunque osi criticare pubblicamente le condotte dello Stato ebraico nei Territori Occupati, o altri aspetti controversi della storia e delle politiche di quel Paese. Il primo bavaglio è l’impiego a tutto campo dei gruppi di pressione ebraici, le cosiddette lobby, per dirottare e falsificare il dibattito politico sul Medioriente (negli USA in primo luogo); il secondo è l’accusa di antisemitismo che viene sempre lanciata, o meglio sbattuta in faccia ai critici d’Israele» (P. Barnard, Perché ci odiano, p. 206).
Ricerche correlate:
1. Monitoraggio di «Informazione Corretta»: Indice-sommario. – 2. Osservatorio sulle reazioni a Mearsheimer e Walt. – 3. La pulizia etnica della Palestina. – 4. Studio delle principali Risoluzioni ONU di condanna a Israele. – 5. Cronologia del conflitto ebraico-palestinese. – 6. Boicottaggio prossimo venturo: la nuova conferenza di Durban prevista per il gennaio 2009. – 7. Teoria e prassi del diritto all’ingerenza. – 8. Per una critica italiana a Daniel Pipes. – 9. Classici del sionismo e dell’antisionismo: un’analisi comparata. – 10. Letteratura sionista: Sez. I. Nirenstein; II. Panella; III. Ottolenghi; IV. Allam; V. Venezia; VI. Gol; VII. Colombo; VIII. Morris; – 11. La leggenda dell’«Olocausto»: riapertura di un dibattito. – 12. Lettere a “La Stampa” su «Olocausto» e «negazionismo» a seguito di un articolo diffamatorio. – 13. Jürgen Graf: Il gigante dai piedi di argilla. – 14. Carlo Mattogno: Raul Hilberg e i «centri di sterminio» nazionalsocialisti. Fonti e metodologia. – 15. Analisi critica della manifestazione indetta dal «Riformista». – 16 Controappello per una pace vera in Medio Oriente. –
Da qualche mese compaiono nei redazionali di IC contributi di Danielle Sussman, nome a me finora ignoto. Ne ho trovato menzione fra gli “amici” di Magdi Allam, a cui ogni volta non riesco ad aggiungere Cristiano senza riuscire a trattenere il riso. Danielle è chiamata in rinforzo all’aggressione contro Pio XII. Temo che questo volta i sionisti l’abbiano fatta grossa e mi auguro che insistano su questa strada. Sarà quanto mai istruttiva la reazione della chiesa cattolica, direttamente attaccata in uno dei suoi gangli vitali: la proclamazione dei santi e beati. Ho detto “proclamazione”, non creazione. Si tratta infatti di un mero riconoscimento di ciò che dovrebbe esistere o non esistere di per sé, non di una creazione di sana pianta, come potrebbe dirsi della religio holocaustica e dei suoi miti. Evidentemente il sionismo, grazie alle armi Usa, si ritiene così forte da poter andare all’assalto delle mura vaticane, sulle quali perfino il fascismo si infranse e che neppure il nazismo osò valicare. Non voglio anticipare conclusioni né fare previsioni né indulgere in una sterile polemica, ma cerco di collocarmi in un punto di buona osservazione esaminando i concetti e le posizioni di quanti si propongono come ideologi ed avvocati.
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Sommario: 1. Il Papa colpevole di flagrante silenzio, Churchil e Roosevelt no. – 2. Non solo teologa. – 3. Il Papa colpevole di flagrante silenzio, Churchil e Roosevelt no. – 4. Daniela e il Ziklon B. – 5.
1. Il Papa colpevole di flagrante silenzio, Churchil e Roosevelt no. – Tralascio nel link l’articolo di Sfaradi, di cui mi occupo altrove e che mi sembra più adatto per servizi sui ristoranti di Gerusalemme. Mi occupo qui in prevalenza di Danielle. Tutti tirano fuori in questa circostanza i loro antenati, quasi che solo loro abbiano avuto padri e nonni. Sull’entità dei risarcimenti erogati ha scritto Norman G. Finkelstein nel suo “L’industria dell’Olocausto”, ma evidentemente le pretese sono insaziabili sia dal punto di vista patrimoniale che da quello non patrimoniale. Questa volta il conto non viene presentato alle banche svizzere o alla Germania, ma addirittura al Vaticano. Può darsi e me lo auguro che l’ingordigia provochi un salutare rigurgito. Le religioni si sa che sono basate su dogmi propri ad ognuna. Peccato che Sfaradi non ci istruisca dicendo come, da chi ed in quali termini Pio XII sapesse dello “sterminio”. Se si basa sulla “testimonianza” di Simon Wiesenthal, per noi non basta la parola, una parola che vale meno di altre e che più di altre ha bisogno di documentazioni che possano però venire all’occorrenza impugnate e criticate. Certamente interessante la notizia che Pio XII nel primo dopoguerra avesse fatto pressione per la non abrogazione delle leggi razziali del 1938, ma anche qui bisognerebbe sapere come stanno esattamente le cose, ma non dalla bocca di Sfaradi. Anche se capita di leggere che da parte ebraica si riconosce che la beatificazione è un fatto interno della chiesa cattolica, non se ne sanno poi trarre le conseguenze, o meglio neppure si comprende la portata di ciò che a parole si dice. Infatti, non è Benedetto XVI che teologicamente parlando può costituire o meno la santità di Pio XII: questa esiste o non esiste e si tratta solo di riconoscerla, ma non mai di crearla. Un titolo di santo non è la stessa cosa che il conferimento di cavalierato. Vallo a spiegare agli ebrei. A loro volta gli ebrei hanno costruito con l’«Olocausto» una loro nuova identità, forse prevalente benché non esclusiva di ogni altra identità ebraica. Anzi vi sono ebrei, come Avraham Burg, che rigettano fermamente l’identità olocaustica. Il fronte della Israel lobby italiana rischia una frattura al suo interno. Quanti si professano al tempo stesso cattolici e sionisti rischiano di dover scegliere da che parte stare: non si può servire due padroni, soprattutto quando i due padroni intrano in conflitto. Vado subito al dunque dicendo che si salvano Churchil e Roosevelt dall’eguale accusa di silenzio perché furono favorevoli al sionismo, mentre per la stessa cosa si condanna Pio XII. La verità che ne può invece venire fuori è che l’«Olocausto» fu una invenzione per fini bellici, da sfruttare soprattutto a guerra finita. Pio XII non poteva sapere ciò che ancora non era stato inventato e programmato nel suo dispositivo di attuazione, di cui l’aspetto più rilevante è la creazione dello stato di Israele, che nell’apposito Museo ha creato il nuovo Tempio, quello che fu demolito nel 70 d.C. dai Romani. Nel testo: inedita la distinzione fra virtù teologiche e meriti storici: gli uni di competenza della chiesa, gli altri del governo israeliano! Una barbarie inaudita che mi auguro, per la pace nel mondo e per la salvezza dei veri “ebrei” di oggi, cioè i palestinesi, porti ad una salutare rottura dei rapporti diplomatici fra Vaticano e Israele. I palestinesi sono qui gli unici che “stanno pagando un prezzo”. La cessazione da parte del Vaticano di ogni copertura ad Israele sarebbe un evento della Provvidenza! Sarebbe questo il “miracolo” di Pio XII se dopo la sua morte e nel suo nome riuscisse a produrlo. La sua santità sarebbe in tal caso “riconosciuta” non dal Papa, ma direttamente dai Popoli della Terra.
È da notare che l’analisi di Danielle Sussmann è contenuta in una lettera pubblicata da IC e rivolta a Pierluigi Battista, che di norma è sempre presente quando si tratta di sostenere Israele. A lui si deve un intervento del 20 ottobre, che riportiamo qui per una migliore intelligenza del contesto:
Non sono particolarmente informato in minuzie storiche, ma mi giunge nuova che l’«eroico» popolo di Napoli si sarebbe ribellato ed avrebbe reagito solamente per impedire il rastrellamento dei “suoi” ebrei. Posso dire che più a sud di Napoli, sulla punta dello stivale, da dove proviene la mia famiglia, non mi è stato mai riferito nessun episodio riguardante ebrei. Mentre invece qualcosa di sgradevole mi è stato raccontato circa il breve passaggio degli inglesi e forse delle Brigate Ebraiche, se erano al seguito. È però inaccettabile il voler costruire tutta la storia del Novecento come se tutto ruotasse intorno agli ebrei. È intollerabile la boria di propagandisti che pretendono di stabilire cosa altri avrebbero dovuto fare in un remoto, imperscrutabile e problematico passato, cosa debbano fare nel presente e cosa dovranno fare nel futuro prossimo e remoto. Se si trattasse di qualche matto isolato, non attirerebbe la nostra attenzione. Ma scendono in campo ministri, si compromettono le relazioni fra stati, si influenza tutto il sistema mediatico. In effetti, a ben vedere dietro quella che sembrano astratte questioni di principio, si nascondono interessi materiali enormi. Decisamente irritante infine la menzione di una «cattiva coscienza» da parte di chi dovrebbe guardare non ad un passato insondabile, ma ad un presente vergognoso dove sono stati superati a ben vedere tutti i crimini attribuiti al nazismo: come numero di vittime, per danni materiali, per ripetute violazione dei diritti, per sfacciata manipolazione della più elementare evidenza.
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3. Non solo teologa. – Ci eravamo abituati all’idea di una Danielle Sussmann esperta, o sedicente tale, in teologia cattolica oltre che ebraica. Ora ne scopriamo i panni dell’analista politica, come già madonna Fiammetta. Non intendiamo confutare a Daniela i suoi ragionamenti analitici: sono suoi e restano suoi. Qualcuno ha detto che un’immagine ben vale 1000 parole. Eccone qui di immagini eloquenti. Ci interessa invece come tutti costoro ritengono che sia loro concesso poter entare armati in qualsiasi parte del mondo. Se fosse stato Hitler a farlo, si sarebbe suonata la solita musica. Sono gli Usa a farlo per conto e negli interessi di Israele e tutto va bene. Sono davvero una banda di criminali che pensano di avere il mondo in pugno. E magari è pure vero. In effetti, non siamo in grado di opporre nulla e non sappiamo cosa ancora aspettarci. Quanto poi alla finezza secondo cui l’attacco Usa sarebbe stato condotto non “contro la” Siria, ma “in” Siria, è lo stesso ragionamento che ha portato all’invasione ed alla guerra contro l’Iraq e l’Afghanistan sulla base di assolute menzogne dette al mondo intero. Giustamente il nuovo presidente dell’ONU ha dichiarato la guerra “in” Iraq come la più criminale di tutte le guerre. La distinzione “contro la” e “in” ha poco a che fare con il diritto e molto con l’ipocrisia. A meno che non si voglia dire che ci si riservano attacchi ancora più distruttivi e criminali, da cow boy, “contro la” Siria.
Il mondo è avvertito. Se la distinzione giuridica è discutibile ma non priva di una certa sottigliezza, è però madornale la pretesa che i popoli mediorientali non sarebbero antiamericani e quindi come tali raggiungibili e istigabili alla sedizione contro i loro governi da parte non del popolo americano, ma del governo americano. Posso basarmi sulla testimonianza di una operatrice italiana nelle zone di crisi in Medio Oriente per dire che le popolazioni di quelle parti detestano in sommo grado gli americani senza andare troppo per il sottile nell’andare a distinguere fra popolo e governo americano: basta intendere quelli che stanno nei loro paesi a massacrare grandi e piccini, senza molto andare per il sottile o perdersi in distinzioni fra “in” e “contro”, stato in luogo o di moto. Ma posso dare anche un riferimento letterario nelle più recenti interviste di Noam Chomsky, ebreo e cittadino americano, il quale dice in “Gobal Empire” che il nazismo aveva avuto molto più consenso nell’Europa occupata che non gli americani nell’Iraq liberato. I nazisti avevano potuto lasciare ai governi dei territori da loro occupati la cura degli affari politici interni e dell’ordine pubblico. In Iraq gli americani faticano perfino a trovare fantocci.
In una scena del film di Michael Moore si può vedere l’immagine di soldati americani in crisi per essere stati abbindolati e costretti dal bisogno e dall’emarginazione sociale nel condurre una guerra “in” e “contro” l’Iraq, ad uccidere innocenti che non costituivano nessun pericolo per loro stessi e per il loro paese. Daniela ci può raccontare quello che vuole, ma non saremo noi a crederle. Può parlare solo a quanti sono già complici in operazione dirette sul campo o intellettualmente corrotti dalla lobitomizzazione mediatica.
4. Daniela e il Kyklon B. – Mi ci è voluto un qualche secondo in più per capire l’oggetto di questa nuova performance di Daniela. Dapprima ho pensato che oltre a conoscenze poetiche, teologiche, storiche, ne avesse anche di chimiche. Risultano in effetti forniture del gas Kyklon B ai campi di concentramento. Sembrava una prova schiacciante per la famosa questione delle camere a gas. Ho quindi chiesto ad un esperto di mia fiducia. Il gas in questione serviva per i normali usi previsti, cioè la disinfestazione, ma non per l’impiego nelle camere a gas. Non è il caso qui di approfondire oltre. L’altra questione toccate è il romanzo di Littell “Le benevole”, di cui ricordo che un altro redattore di IC, Luciano Tas, lamentava non gli fosse stato mandato in omaggio al posto di un altro volume che invece non gradiva. Pare poi che l’autore del romanzo non si sia mostrato perfettamente in linea con i canoni sionisti, per qualche sia dichiarazione non gradita, di cui ora non ricordo. Quindi la scomunica olocaustica, di cui Daniela è qui dispensatrice. Infine, il terzo oggetto della performance: la proprietà del quadro di Matisse ritrovato. Sembra che Daniela lo voglia avocare allo stato di Israele. La “roba” non è una sensibilità solo cattolica., come dice Pannella. Tutt’altro! Norman G. Finkelstein ci ha istruiti abbastanza. È infine indisponente la iattanza tutta sionista sugli “storici seri” che appunto perché seri concorderebbe con le pulsioni “non serie” di Daniele. In realtà, non esistono storici “seri” fino a quando le nostre leggi non consentiranno la libera espressione e la libera ricerca dei “storici non seri”. Se questi sono mandati in galera per il solo fatto di voler smantellare i pregiudizi olocaustici di Daniela gli altri storici restano orfani della loro presunta “serietà”. Almeno su questo di recente ha con me concordato un “serissimo” collega della mia facoltà, ma anche la maggior parte di illustrissimi colleghi provenienti da varie università europee riuniti in convegno. L’unico che mostrava fatica a comprendere il problema era un disciplinatissimo collega tedesco, che nella sua relazione usava per centinaia di volte la parola “stato di diritto”, “diritti umani”, e simili, ma non sapeva spiegare perché in Germania tanti suoi concittadini finiscono in galera per meri reati di opininione.
5. «L’onesto contributo». – Quando mi capita di immaginarmi Fiamma Nirenstein a tutto penso meno che alla sua «onestà», sulla quale invece si sofferma Daniela in relazione all’aria fritta delle analisi pro o contro Obama. Quel che è certo che ciò che interessa i sionisti dentro e fuori Israele è la continuità della politica estera americana. Mearsheimer e Walt ci hanno ormai insegnato che la Israel lobby è stata determinante nella sua distorsione. I guai che ne sono derivati non solo per il popolo americano, quello che viene mandato a morire e quello che soffre per la povertà opulenta, ma per tutto il resto del mondo sono evidenti. Purtroppo, temo che nella politica americana a contare non siano i presidenti, ma ciò che sta intorno a loro. Non mi faccio molte illusioni, vinca l’uno o l’altro dei candidati, anche se tifo un poco per Obama, forse spinto dal tifo contrario di Daniela.
6. Daniela e la legittimità. – Andando al link si trova Danielle che fustiga Sergio Romano dandogli del dilettante in fatto di storia. Come una formica che insulti un elefante: non ha costei il senso delle proprozioni. Ma il bello che la caccia alla “legittimità” questa volta viene individuata nella Dichiarazione Balfour! Non si insiste più tanto sull’ONU in quanto ormai dall’ONU vengono più condanne che non titoli di legittimità. Ci vuole un bel contorsionismo a sparare nello stesso tempo contro l’ONU, che ha equiparato in modo definitivo razzismo e sionismo con buona pace del nostro presidente Napolitano, e pretendere di trovare proprio nell’ONU la propria principale fonte di legittimità ad esistere. Per esistere ognuno di noi esiste in quanto esiste e se esiste: nel bene e nel male. Altra faccenda è la legittimità. Innanzitutto la legittimità Daniela dovrebbe andare a chiederla ai palestinesi che sono stati cacciati dai loro villaggi e dalle loro case: qui il tempo decorso non sana proprio nulla! E dunque è andata a finire a Balfour. Possiamo consigliargli di risalire ancora indietro nel tempo, molto indietro, cioè a quel periodo di appena un secolo su tremila anni durante il quale gli ebrei biblici (= nulla a che fare con quelli odierni in senso genetico) furono stato sovrano. Allora, su comando del divino Jahvé sterminarono i cananei. Proprio così: li sterminarono. Almeno questo è il racconto biblico, se ben ricordo. Evidentemente pensano di fare lo stesso oggi con i palestinesi, ma ancora non osano dirlo apertamente.
7. Chi delegittima chi? – Gustosa la notizia secondo cui la Livni rischiava di venire arrestata a Bruxelles a causa di un arresto pendente nei suoi confronti da parte della Corte internazionale dell’Aja. Non sarebbe il solo caso. Ma Daniela ne argomenta non interrogandosi sulla politica del governo israeliano, bensì concludendo che Israele ha delegittimato la Corte. È di questi giorni la presentazione del rapporto Goldstone sui crimini di guerra compiuti durante l’Operazione Piombo Fuso. anche qui naturalmente ad essere delegittimato non è Israele, ma l’ONU che ha osato dire queste cose contro Israele. E che non sentiamo dire tutti i giorni, anche autorevolemnte, che parlare male di Israele e del sionismo costituisce una forma di antisemitismo, cioè un titolo di reato che le Lobbies hanno introdotto in molte legislazioni. Inutile stare a cercare una definizione normativa di antisemitismo. La formula è stata volutamente lasciata nel vago per consentire alle associazioni ebraico ampio spazio di manovra per presentare denuncie anche per per scritte anonime sui muri delle città, nei bagni pubblici delle stazioni ferroviarie. La faccia tosta, da muro, con cui si parla di “barriera difensiva” toglie qualsiasi possibilità umana di contraddittorio, di confronto critico, di comunicazione. Come in un museo delle enormità non si può fare altro che registrare, monitorare.
8. IDF: ha il codice condotta morale più alto del mondo! – Così tenta di far credere la nostra Daniela, che fa sonoramente ridere se la materia non fosse di per sè tragica. Scrivo questa nota in settembre 2009, quando è ormai uscito il rapporto Goldstone nelle sue 700 pagine che occorrebbe leggere e analizzare. Viene da tutti citati e ne viene sommariamente indicato il contenuto. Non sembre però dubbio che questa volta l’esercizio israeliano abbia confidato troppo nella sua arroganza e nella capacità dello squadrone mediatico e diplomatico. Forse qualcosa sta cambiando.
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Sommario: 1. Il Papa colpevole di flagrante silenzio, Churchil e Roosevelt no. – 2. Non solo teologa. – 3. Il Papa colpevole di flagrante silenzio, Churchil e Roosevelt no. – 4. Daniela e il Ziklon B. – 5.
1. Il Papa colpevole di flagrante silenzio, Churchil e Roosevelt no. – Tralascio nel link l’articolo di Sfaradi, di cui mi occupo altrove e che mi sembra più adatto per servizi sui ristoranti di Gerusalemme. Mi occupo qui in prevalenza di Danielle. Tutti tirano fuori in questa circostanza i loro antenati, quasi che solo loro abbiano avuto padri e nonni. Sull’entità dei risarcimenti erogati ha scritto Norman G. Finkelstein nel suo “L’industria dell’Olocausto”, ma evidentemente le pretese sono insaziabili sia dal punto di vista patrimoniale che da quello non patrimoniale. Questa volta il conto non viene presentato alle banche svizzere o alla Germania, ma addirittura al Vaticano. Può darsi e me lo auguro che l’ingordigia provochi un salutare rigurgito. Le religioni si sa che sono basate su dogmi propri ad ognuna. Peccato che Sfaradi non ci istruisca dicendo come, da chi ed in quali termini Pio XII sapesse dello “sterminio”. Se si basa sulla “testimonianza” di Simon Wiesenthal, per noi non basta la parola, una parola che vale meno di altre e che più di altre ha bisogno di documentazioni che possano però venire all’occorrenza impugnate e criticate. Certamente interessante la notizia che Pio XII nel primo dopoguerra avesse fatto pressione per la non abrogazione delle leggi razziali del 1938, ma anche qui bisognerebbe sapere come stanno esattamente le cose, ma non dalla bocca di Sfaradi. Anche se capita di leggere che da parte ebraica si riconosce che la beatificazione è un fatto interno della chiesa cattolica, non se ne sanno poi trarre le conseguenze, o meglio neppure si comprende la portata di ciò che a parole si dice. Infatti, non è Benedetto XVI che teologicamente parlando può costituire o meno la santità di Pio XII: questa esiste o non esiste e si tratta solo di riconoscerla, ma non mai di crearla. Un titolo di santo non è la stessa cosa che il conferimento di cavalierato. Vallo a spiegare agli ebrei. A loro volta gli ebrei hanno costruito con l’«Olocausto» una loro nuova identità, forse prevalente benché non esclusiva di ogni altra identità ebraica. Anzi vi sono ebrei, come Avraham Burg, che rigettano fermamente l’identità olocaustica. Il fronte della Israel lobby italiana rischia una frattura al suo interno. Quanti si professano al tempo stesso cattolici e sionisti rischiano di dover scegliere da che parte stare: non si può servire due padroni, soprattutto quando i due padroni intrano in conflitto. Vado subito al dunque dicendo che si salvano Churchil e Roosevelt dall’eguale accusa di silenzio perché furono favorevoli al sionismo, mentre per la stessa cosa si condanna Pio XII. La verità che ne può invece venire fuori è che l’«Olocausto» fu una invenzione per fini bellici, da sfruttare soprattutto a guerra finita. Pio XII non poteva sapere ciò che ancora non era stato inventato e programmato nel suo dispositivo di attuazione, di cui l’aspetto più rilevante è la creazione dello stato di Israele, che nell’apposito Museo ha creato il nuovo Tempio, quello che fu demolito nel 70 d.C. dai Romani. Nel testo: inedita la distinzione fra virtù teologiche e meriti storici: gli uni di competenza della chiesa, gli altri del governo israeliano! Una barbarie inaudita che mi auguro, per la pace nel mondo e per la salvezza dei veri “ebrei” di oggi, cioè i palestinesi, porti ad una salutare rottura dei rapporti diplomatici fra Vaticano e Israele. I palestinesi sono qui gli unici che “stanno pagando un prezzo”. La cessazione da parte del Vaticano di ogni copertura ad Israele sarebbe un evento della Provvidenza! Sarebbe questo il “miracolo” di Pio XII se dopo la sua morte e nel suo nome riuscisse a produrlo. La sua santità sarebbe in tal caso “riconosciuta” non dal Papa, ma direttamente dai Popoli della Terra.
È da notare che l’analisi di Danielle Sussmann è contenuta in una lettera pubblicata da IC e rivolta a Pierluigi Battista, che di norma è sempre presente quando si tratta di sostenere Israele. A lui si deve un intervento del 20 ottobre, che riportiamo qui per una migliore intelligenza del contesto:
Di Battista mi sono occupato per la prima volta quando si prestò a scrivere una recensione favorevole al convegno organizzato a Roma da Fiamma Nirenstein. Non si era neppure preso la briga di affacciarsi al convegno, o almeno io che ero presente in funzione critica non mi sono proprio accorto della sua presenza. Si tratta ora di sapere da quale parte Battista decide di stare. E chissà se uscirà allo scoperto l’altro direttore ad personam del “Corriere della Sera”, l’ineffabile Magdi Cristiano Allam. Costoro devono decidere se dare lezioni di politica e di teologia al papa, se conviene loro defilarsi dal dibattito aspettando che la cosa si sopisca con il tempo, se invece devono prendere una qualche distanza dal sionismo. Sarà poi interessante vedere come reagiscono questi ultimi. Ed una prima avvisaglia ce la offre Danielle che scrive appunto al Dr. Battista, nome classico che nei films viene dato ai camerieri. L’articolo di Danielle è ben strano. Si limita sostanzialmente a distinguere fra il comportamente politicamente corretto di Roosevelt e Churchill, mentre sarebbe stato politicamente scorretto quello di Pio XII, non capo di stato come e più dei sunnominati, ma un semplice lacché del Congresso Mondiale Ebraico alle cui interessate missive avrebbe dovuto sottostare. Ironizza poi sulle fonti di informazione di Pio XII, quando poi gli si potrebbe obiettare come nel gennaio del 1941, la stessa Gestapo o i servizi nazisti, nell’ambasciata tedesca in Turchia, in contatto con il gruppo Stern offrisse la collaborazione germanica per l’emigrazione degli ebrei in Palestina. Curioso come anziché volerli sterminare, nel gennaio 1941, i nazisti si volessero disfare degli ebrei, così come avrebbe fatto anche Stalin, mandandoli in sperdute regioni della Siberia. Insomma, vi è ogni motivo per diffidare di tutto ciò che proveniva da parte ebraica o alleata: la guerra si combatte anche con bugie, manipolazioni, inganni, montature. È certo che oggi, non ieri, la “religio holocaustica” ha assunto le dimensioni di un vero e proprio dogma religioso e di una dottrina politica, il cui uso non è limitato alla propaganda mediatica, ma si pretende anche che qualcuno ci creda e addirittura lo si vuole imporre ai delicati meccanismi di funzionamento della chiesa cattolica come il processo di beatificazione dei santi, esercitando una ingerenza che è una palese e flagrante violazione della sovranità dell’unica monarchia assoluta ancora esistente sulla terra e gelosissima delle sue prerogative. Sarà interessante assistere nel prosieguo alle reazioni da parte pontificia, se vi saranno sviluppi e se la diplomazia vaticana non farà finta di non aver visto né sentito. Gli attacchi israeliani non sono interessanti: una formica che insulta l’elefante. Si tratta di vedere e sapere se l’elefante si lascerà insultare o se invece non decide di cambiar registro.Troppa severità con la Chiesa di Pio XII,
che più di altri aiutò gli ebrei
Sostiene Amos Luzzatto, intervistato da Repubblica: «È storicamente provato che nel 1942 diplomatici israeliani informarono gli Usa, gli inglesi e il Vaticano dei piani di rastrellamento decisi da Hitler». E aggiunge: «Nessuno rispose. Se noi abbiamo sempre rimproverato inglesi e americani per quei silenzi, la stessa cosa dobbiamo fare per il Vaticano e per Pio XII che non gridò forte al mondo intero il suo sdegno per quei crimini annunciati». È vero, ha ragione Luzzatto (malgrado il lapsus sui «diplomatici israeliani» del 1942, prima ancora della nascita dello Stato di Israele). Ma vale anche l' argomento rovesciato: allora perché allo Yad Vashem di Gerusalemme, accanto a quella di Papa Pacelli, non compaiono foto di Roosevelt e Churchill con didascalie che ne denuncino i «silenzi» e le omissioni quando era tragicamente funzionante la gigantesca macchina di sterminio degli ebrei? Il processo di beatificazione di Pio XII è questione che riguarda i credenti. Ma la controversia sui «silenzi» del Vaticano interpella la nostra coscienza morale e il modo con cui ricostruiamo la nostra storia. Perché allora i responsabili del Museo dell' Olocausto hanno voluto aggiungere nel 2005 quella targa così severa con Pio XII senza deplorare contestualmente e con pari severità la sordità delle potenze occidentali nei confronti di chi li informava dettagliatamente sulle mostruose atrocità che si stavano consumando contro gli ebrei d' Europa? Pesa ancora sugli americani il rimorso per non aver fatto tutto il possibile allo scopo di salvare la vita di chi era stato deportato nei campi del massacro. Nel gennaio scorso il presidente Bush ha pubblicamente ammesso che gli americani sbagliarono a non bombardare nel 1944 Auschwitz e le linee ferroviarie destinate alla deportazione degli ebrei portati allo sterminio. Tutte le ricerche storiche più aggiornate concordano nello smentire che le potenze occidentali impegnate nella guerra contro Hitler fossero all' oscuro delle dimensioni apocalittiche della Shoah. Negli Stati Uniti grava ancora il ricordo della «nave dei dannati», la «St.Louis», carica di 920 ebrei europei perseguitati a cui gli americani nel 1939 negarono il permesso di sbarcare nella terra promessa: e si calcola che almeno 600 di loro, costretti a tornare dai loro carnefici, siano stati trucidati durante lo sterminio. E allora, perché la targa della riprovazione solo per Papa Pacelli? Andrea Riccardi ha appena raccontato nel suo L' inverno più lungo (Laterza) lo sforzo della Chiesa di Pio XII per aprire a Roma i conventi dove gli ebrei (e non solo loro) potessero trovare rifugio durante l' occupazione tedesca: uno sforzo da tutti riconosciuto, almeno fino ai primi anni Sessanta. Avrebbe potuto fare di più? Forse sì. Ma chi, quale organizzazione, quale istituzione a Roma fece di più? E allora perché non dedicare una didascalia di riprovazione a chi non solo non fece di più, ma fece molto di meno? Se il processo di beatificazione esige certezze, la ricostruzione storica ha bisogno di confronti e di comparazioni. Quella targa allo Yad Vashem formula una condanna, ma salva chi si macchiò degli stessi silenzi attribuiti a Papa Pacelli. E impedisce di comprendere non la santità, ma semplicemente la storia.Battista Pierluigi
Pagina 24 (20 ottobre 2008) - Corriere della Sera
Non sono particolarmente informato in minuzie storiche, ma mi giunge nuova che l’«eroico» popolo di Napoli si sarebbe ribellato ed avrebbe reagito solamente per impedire il rastrellamento dei “suoi” ebrei. Posso dire che più a sud di Napoli, sulla punta dello stivale, da dove proviene la mia famiglia, non mi è stato mai riferito nessun episodio riguardante ebrei. Mentre invece qualcosa di sgradevole mi è stato raccontato circa il breve passaggio degli inglesi e forse delle Brigate Ebraiche, se erano al seguito. È però inaccettabile il voler costruire tutta la storia del Novecento come se tutto ruotasse intorno agli ebrei. È intollerabile la boria di propagandisti che pretendono di stabilire cosa altri avrebbero dovuto fare in un remoto, imperscrutabile e problematico passato, cosa debbano fare nel presente e cosa dovranno fare nel futuro prossimo e remoto. Se si trattasse di qualche matto isolato, non attirerebbe la nostra attenzione. Ma scendono in campo ministri, si compromettono le relazioni fra stati, si influenza tutto il sistema mediatico. In effetti, a ben vedere dietro quella che sembrano astratte questioni di principio, si nascondono interessi materiali enormi. Decisamente irritante infine la menzione di una «cattiva coscienza» da parte di chi dovrebbe guardare non ad un passato insondabile, ma ad un presente vergognoso dove sono stati superati a ben vedere tutti i crimini attribuiti al nazismo: come numero di vittime, per danni materiali, per ripetute violazione dei diritti, per sfacciata manipolazione della più elementare evidenza.
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3. Non solo teologa. – Ci eravamo abituati all’idea di una Danielle Sussmann esperta, o sedicente tale, in teologia cattolica oltre che ebraica. Ora ne scopriamo i panni dell’analista politica, come già madonna Fiammetta. Non intendiamo confutare a Daniela i suoi ragionamenti analitici: sono suoi e restano suoi. Qualcuno ha detto che un’immagine ben vale 1000 parole. Eccone qui di immagini eloquenti. Ci interessa invece come tutti costoro ritengono che sia loro concesso poter entare armati in qualsiasi parte del mondo. Se fosse stato Hitler a farlo, si sarebbe suonata la solita musica. Sono gli Usa a farlo per conto e negli interessi di Israele e tutto va bene. Sono davvero una banda di criminali che pensano di avere il mondo in pugno. E magari è pure vero. In effetti, non siamo in grado di opporre nulla e non sappiamo cosa ancora aspettarci. Quanto poi alla finezza secondo cui l’attacco Usa sarebbe stato condotto non “contro la” Siria, ma “in” Siria, è lo stesso ragionamento che ha portato all’invasione ed alla guerra contro l’Iraq e l’Afghanistan sulla base di assolute menzogne dette al mondo intero. Giustamente il nuovo presidente dell’ONU ha dichiarato la guerra “in” Iraq come la più criminale di tutte le guerre. La distinzione “contro la” e “in” ha poco a che fare con il diritto e molto con l’ipocrisia. A meno che non si voglia dire che ci si riservano attacchi ancora più distruttivi e criminali, da cow boy, “contro la” Siria.
Il mondo è avvertito. Se la distinzione giuridica è discutibile ma non priva di una certa sottigliezza, è però madornale la pretesa che i popoli mediorientali non sarebbero antiamericani e quindi come tali raggiungibili e istigabili alla sedizione contro i loro governi da parte non del popolo americano, ma del governo americano. Posso basarmi sulla testimonianza di una operatrice italiana nelle zone di crisi in Medio Oriente per dire che le popolazioni di quelle parti detestano in sommo grado gli americani senza andare troppo per il sottile nell’andare a distinguere fra popolo e governo americano: basta intendere quelli che stanno nei loro paesi a massacrare grandi e piccini, senza molto andare per il sottile o perdersi in distinzioni fra “in” e “contro”, stato in luogo o di moto. Ma posso dare anche un riferimento letterario nelle più recenti interviste di Noam Chomsky, ebreo e cittadino americano, il quale dice in “Gobal Empire” che il nazismo aveva avuto molto più consenso nell’Europa occupata che non gli americani nell’Iraq liberato. I nazisti avevano potuto lasciare ai governi dei territori da loro occupati la cura degli affari politici interni e dell’ordine pubblico. In Iraq gli americani faticano perfino a trovare fantocci.
In una scena del film di Michael Moore si può vedere l’immagine di soldati americani in crisi per essere stati abbindolati e costretti dal bisogno e dall’emarginazione sociale nel condurre una guerra “in” e “contro” l’Iraq, ad uccidere innocenti che non costituivano nessun pericolo per loro stessi e per il loro paese. Daniela ci può raccontare quello che vuole, ma non saremo noi a crederle. Può parlare solo a quanti sono già complici in operazione dirette sul campo o intellettualmente corrotti dalla lobitomizzazione mediatica.
4. Daniela e il Kyklon B. – Mi ci è voluto un qualche secondo in più per capire l’oggetto di questa nuova performance di Daniela. Dapprima ho pensato che oltre a conoscenze poetiche, teologiche, storiche, ne avesse anche di chimiche. Risultano in effetti forniture del gas Kyklon B ai campi di concentramento. Sembrava una prova schiacciante per la famosa questione delle camere a gas. Ho quindi chiesto ad un esperto di mia fiducia. Il gas in questione serviva per i normali usi previsti, cioè la disinfestazione, ma non per l’impiego nelle camere a gas. Non è il caso qui di approfondire oltre. L’altra questione toccate è il romanzo di Littell “Le benevole”, di cui ricordo che un altro redattore di IC, Luciano Tas, lamentava non gli fosse stato mandato in omaggio al posto di un altro volume che invece non gradiva. Pare poi che l’autore del romanzo non si sia mostrato perfettamente in linea con i canoni sionisti, per qualche sia dichiarazione non gradita, di cui ora non ricordo. Quindi la scomunica olocaustica, di cui Daniela è qui dispensatrice. Infine, il terzo oggetto della performance: la proprietà del quadro di Matisse ritrovato. Sembra che Daniela lo voglia avocare allo stato di Israele. La “roba” non è una sensibilità solo cattolica., come dice Pannella. Tutt’altro! Norman G. Finkelstein ci ha istruiti abbastanza. È infine indisponente la iattanza tutta sionista sugli “storici seri” che appunto perché seri concorderebbe con le pulsioni “non serie” di Daniele. In realtà, non esistono storici “seri” fino a quando le nostre leggi non consentiranno la libera espressione e la libera ricerca dei “storici non seri”. Se questi sono mandati in galera per il solo fatto di voler smantellare i pregiudizi olocaustici di Daniela gli altri storici restano orfani della loro presunta “serietà”. Almeno su questo di recente ha con me concordato un “serissimo” collega della mia facoltà, ma anche la maggior parte di illustrissimi colleghi provenienti da varie università europee riuniti in convegno. L’unico che mostrava fatica a comprendere il problema era un disciplinatissimo collega tedesco, che nella sua relazione usava per centinaia di volte la parola “stato di diritto”, “diritti umani”, e simili, ma non sapeva spiegare perché in Germania tanti suoi concittadini finiscono in galera per meri reati di opininione.
5. «L’onesto contributo». – Quando mi capita di immaginarmi Fiamma Nirenstein a tutto penso meno che alla sua «onestà», sulla quale invece si sofferma Daniela in relazione all’aria fritta delle analisi pro o contro Obama. Quel che è certo che ciò che interessa i sionisti dentro e fuori Israele è la continuità della politica estera americana. Mearsheimer e Walt ci hanno ormai insegnato che la Israel lobby è stata determinante nella sua distorsione. I guai che ne sono derivati non solo per il popolo americano, quello che viene mandato a morire e quello che soffre per la povertà opulenta, ma per tutto il resto del mondo sono evidenti. Purtroppo, temo che nella politica americana a contare non siano i presidenti, ma ciò che sta intorno a loro. Non mi faccio molte illusioni, vinca l’uno o l’altro dei candidati, anche se tifo un poco per Obama, forse spinto dal tifo contrario di Daniela.
6. Daniela e la legittimità. – Andando al link si trova Danielle che fustiga Sergio Romano dandogli del dilettante in fatto di storia. Come una formica che insulti un elefante: non ha costei il senso delle proprozioni. Ma il bello che la caccia alla “legittimità” questa volta viene individuata nella Dichiarazione Balfour! Non si insiste più tanto sull’ONU in quanto ormai dall’ONU vengono più condanne che non titoli di legittimità. Ci vuole un bel contorsionismo a sparare nello stesso tempo contro l’ONU, che ha equiparato in modo definitivo razzismo e sionismo con buona pace del nostro presidente Napolitano, e pretendere di trovare proprio nell’ONU la propria principale fonte di legittimità ad esistere. Per esistere ognuno di noi esiste in quanto esiste e se esiste: nel bene e nel male. Altra faccenda è la legittimità. Innanzitutto la legittimità Daniela dovrebbe andare a chiederla ai palestinesi che sono stati cacciati dai loro villaggi e dalle loro case: qui il tempo decorso non sana proprio nulla! E dunque è andata a finire a Balfour. Possiamo consigliargli di risalire ancora indietro nel tempo, molto indietro, cioè a quel periodo di appena un secolo su tremila anni durante il quale gli ebrei biblici (= nulla a che fare con quelli odierni in senso genetico) furono stato sovrano. Allora, su comando del divino Jahvé sterminarono i cananei. Proprio così: li sterminarono. Almeno questo è il racconto biblico, se ben ricordo. Evidentemente pensano di fare lo stesso oggi con i palestinesi, ma ancora non osano dirlo apertamente.
7. Chi delegittima chi? – Gustosa la notizia secondo cui la Livni rischiava di venire arrestata a Bruxelles a causa di un arresto pendente nei suoi confronti da parte della Corte internazionale dell’Aja. Non sarebbe il solo caso. Ma Daniela ne argomenta non interrogandosi sulla politica del governo israeliano, bensì concludendo che Israele ha delegittimato la Corte. È di questi giorni la presentazione del rapporto Goldstone sui crimini di guerra compiuti durante l’Operazione Piombo Fuso. anche qui naturalmente ad essere delegittimato non è Israele, ma l’ONU che ha osato dire queste cose contro Israele. E che non sentiamo dire tutti i giorni, anche autorevolemnte, che parlare male di Israele e del sionismo costituisce una forma di antisemitismo, cioè un titolo di reato che le Lobbies hanno introdotto in molte legislazioni. Inutile stare a cercare una definizione normativa di antisemitismo. La formula è stata volutamente lasciata nel vago per consentire alle associazioni ebraico ampio spazio di manovra per presentare denuncie anche per per scritte anonime sui muri delle città, nei bagni pubblici delle stazioni ferroviarie. La faccia tosta, da muro, con cui si parla di “barriera difensiva” toglie qualsiasi possibilità umana di contraddittorio, di confronto critico, di comunicazione. Come in un museo delle enormità non si può fare altro che registrare, monitorare.
8. IDF: ha il codice condotta morale più alto del mondo! – Così tenta di far credere la nostra Daniela, che fa sonoramente ridere se la materia non fosse di per sè tragica. Scrivo questa nota in settembre 2009, quando è ormai uscito il rapporto Goldstone nelle sue 700 pagine che occorrebbe leggere e analizzare. Viene da tutti citati e ne viene sommariamente indicato il contenuto. Non sembre però dubbio che questa volta l’esercizio israeliano abbia confidato troppo nella sua arroganza e nella capacità dello squadrone mediatico e diplomatico. Forse qualcosa sta cambiando.
2 commenti:
A questo proposito ti segnalo l'ultimo messaggio di Deborah Fait (bebora@013.net):
Solo alcune considerazioni pacate sulla storia che infiamma i media in questi giorni : Santo si o Santo no?
Mi riferisco naturalmente a Papa Pacelli, il Pio XII, che secondo alcuni, nulla fece per salvare gli ebrei dalla belva nazista e non proferi' parola contro Hitler.
Sinceramente che Pacelli sia fatto santo non mi interessa particolarmente, e', come si dice, affare della Chiesa, Cosa Loro.
Allora facciamo finta che per davvero ogni avvenimento sia cosa interna e indiscussa del paese in cui si verifica e che il cardinale Lanza di Montezemolo, esponente della Santa Sede e esperto nei rapporti tra Vaticano e Israele, abbia ragione quando dichiara:
"Certe intromissioni negli affari interni della Chiesa ci stanno venendo a noia perche' fare e non fare cause di beatificazioni riguarda nostre questioni interne nelle quali non sono opportune intromissioni".
Ha ragionissimo, Eccellenza, niente da dire ma lei dimentica un particolare, lei dimentica che quelli che, impudentemente, si intromettono, sono i sopravvissuti, sono i discendenti di quegli ebrei razziati a Roma, sono i parenti degli assassinati alle Fosse Ardeatine, sono quei giudei che sono riusciti a sopravvivere, senza impazzire o impazzendo senza darlo a vedere, ai vagoni bestiame, alle torture, al gelo, ai cani feroci a quattro e a due zampe dei campi della morte da dove sono tornati straziati per sempre nell'animo e nel corpo.
Sono loro, quei giudei sopravvissuti e i loro figli e nipoti che, anche se nati dopo, portano ancora un numero tatuato nel cuore, segnati per sempre, generazione dopo generazione.
Sono loro che oggi si ribellano e con la chuzpa' che li contraddistingue, sacrosanta chuzpa' che vuol dire faccia tosta o faccia di bronzo, si intromettono negli affari interni della Chiesa per dire "Santo NO, santo non lo vogliamo".
Impudenza, signor cardinale?
Non ci si deve intromettere? Giusto ma allora perche' lo fate voi, eccellenze del Vaticano, pretendendo che Israele tolga dallo Yad VaShem la foto di Papa Pacelli con la didascalia che recita "E' stato in silenzio".
Il Vaticano e le beatificazioni sono cosa vostra , Israele eYad vaShem che si trova a Gerusalemme, la sua capitale, e' cosa personalissima nostra insieme alle sofferenze dei morti, di quelle anime che ancora si aggirano la' in Europa gridando al cielo Perche'???
Voi le sentite gridare, eccellenze del Vaticano?
Sono anime uscite dai camini, dalle fosse comuni dove venivano fucilati a strati, uno strato sull'altro e beato chi moriva subito, ne hanno ammazzati 40.000 a Babi Yar, tre giorni e tre notti di spari e di urla disperate, mamme che nascondevano i figli sotto le gonne ma poi dovevano spogliarsi nude e avrebbero voluto farseli rientrare in pancia per salvarli.
Tre giorni e tre notti di sangue e follia di odio e di disperato amore, corpi nudi che venivano fucilati abbracciati, alla fine anche le belve naziste erano cosi' stanche da farsi aiutare dalle belve locali.
Il silenzio seguito a quell'orrore deve essere stato spaventoso come l'inferno.
Sono anime uscite dai laboratori dove Mengele cuciva insieme i gemelli e faceva esperimenti sulle cavie umane sveglie dopo aver tagliato loro le corde vocali per non essere disturbato dalle urla.
Faccia d'angelo lo chiamavano.
Lei non pensa Eccellenza annoiata Lanza di Montezemolo che forse il Santo Padre avrebbe potuto dire una parola, avrebbe potuto chiedere, cosi', per pura curiosita', chi stava dentro i carri bestiame che passavano proprio sotto il Vaticano? Dice che lo sapeva e li ha lasciati andare?
Tra una noia e l'altra non pensa eccellenza che forse il Papa avrebbe potuto almeno scrivere una protesta, firmare quel documento alleato del 1942 che condannava il genocidio ebraico?
No? Cosa dite? Che molti ebrei si sono nascosti nei conventi?
Si , e' vero e i Giusti dei conventi sono tutti nei nostri cuori e i loro nomi nel Viale dei Giusti a Gerusalemme. Ognuno di loro, e molti erano religiosi, ha un albero che gli fa compagnia e ripara i loro nomi dal sole cocente.
Cosa dite? Si sono nascosti anche in Vaticano? Forse ma so che in Vaticano si nascosero poi anche molti gerarchi nazisti in fuga verso i paesi arabi o il sud America.
La Chiesa deve salvare tutti?
Va bene ma forse le belve andavano consegnate alla giustizia internazionale.
Come si fa a salvare chi usava la baionetta del suo fucile per infilzare i feti appena strappati dal seno delle madri agonizzanti a terra col ventre aperto?
Si puo'?
Quello che stupisce e' questa mania di santificare Pontefici per lo meno
controversi: tempo fa avevano incominciato con Pio IX , il Papa che aveva fatto rapire il piccolo Enrico Mortara , dopo averlo fatto battezzare dalla bambinaia, per farlo prete senza commuoversi alle suppliche della famiglia che lo cerco' per anni inutilmente.
Adesso Pio XII e i suoi silenzi su quello che e' stato.
Un milione e mezzo di bambini, Eccellenza.
Non le sembra cardinale di Montezemolo che, pur senza intromettersi nei vostri affari interni, gli ebrei avrebbero qualcosina da ridire, qualche protesta, educata per carita', da fare?
A noi non interessano i vostri santi, non abbiamo niente di simile nell'ebraismo ma quando i vostri santi, in vita, erano i nostri persecutori allora non possiamo tacere.
Vogliamo far una panoramica di santi eletti alla gloria degli altari quando gli ebrei non avevano diritto di parola e spesso neanche di vita?
Parliamo naturalmente dei tempi in cui gli ebrei erano semplicemente"perfidi giudei" molto prima di diventare "fratelli maggiori":
“Voi avete ucciso il Giusto e prima di lui i suoi profeti, e ora cacciate quanti ripongono la loro speranza in lui e nel Dio onnipotente. Voi li disonorate per quanto potete, maledicendo i credenti in Cristo nelle vostre sinagoghe”
S. Giustino martire (100-165)
“Assassini del Signore e dei profeti, ribelli e pieni di odio verso Dio, essi oltraggiano la Legge, resistono alla Grazia, ripudiano la fede dei padri. Strumenti del diavolo, razza di vipere, delatori, calunniatori, duri di comprendonio, fermento farisaico, sinedrio di demoni, maledetti, esecrabili, lapidatori, nemici di ogni cosa bella.”
S. Gregorio di Nissa (335-394)
“banditi perfidi, distruttori, dissoluti, simili ai maiali... Per il loro deicidio non c'è possibilità di perdono, dispersi in schiavitù per sempre... Dio odia gli ebrei e li ha sempre odiati”
“… [i giudei] come gli animali, anzi più feroci di loro: mentre infatti le bestie danno la vita per salvare i loro piccoli, i giudei li massacrano con le proprie mani per onorare i demoni, nostri nemici, e ogni loro gesto traduce la loro bestialità. Non superano forse nel libertinaggio gli animali più lubrichi? Ad esempio, ciascuno nitrisce dietro la donna del suo vicino (...) Il profeta espresse la insania della loro libidine con una parola che si riferisce agli animali.”
“Lupanare e teatro, la sinagoga è anche caverna di briganti e tana di belve feroci … vivendo sempre per il ventre, sempre a bocca spalancata, gli ebrei non si comportano meglio dei maiali e dei caproni, con la loro lubrica rozzezza e la loro eccessiva ingordigia. Sanno fare una cosa sola: ingozzarsi e ubriacarsi.”
S. Giovanni Crisostomo (350-407)
“Se fosse lecito odiare degli uomini e detestare un popolo, il popolo ebreo sarebbe per me l'oggetto di un odio speciale, perché fino ad oggi nelle loro sinagoghe di Satana perseguitano il Signore nostro Gesù Cristo.”
“… serpenti la cui immagine è Giuda e la cui preghiera è un raglio d'asino.”
S. Girolamo (340-419)
[il popolo giudaico è] “... perduto, spirito immondo, preda del diavolo anche all'interno del suo tempio sacro, la sinagoga: anzi la stessa sinagoga è ormai sede e ricettacolo del demonio che stringe entro spire serpentine tutto il popolo giudaico.”
S. Ambrogio (339-397)
“... i giudei lo tengono prigioniero, i giudei lo insultano, i giudei lo legano, lo incoronano di spine, lo disonorano con gli sputi, lo flagellano, lo coprono di ingiurie, lo appendono alla croce, lo trapassano con una lancia, alla fine lo seppelliscono.”
“È la stirpe dei giudei che trae origine dalla sua carne non la stirpe dei cristiani: noi discendiamo da altre genti e tuttavia imitando la sua virtù, siamo divenuti figli di Abramo. (...) Noi siamo dunque fatti discendenti di Abramo per grazia di Dio. Dio non fece suoi eredi i discendenti carnali di Abramo. Anzi questi li ha diseredati per adottare quegli altri.”
S. Agostino (354-430)
Sono pochi nomi ma importanti, potrei continuare ma non voglio infierire, in fin dei conti siamo diventati i Fratelli Maggiori anche se i pregiudizi contro gli ebrei non si contano, anche se gli stereotipi sono rimasti quelli dei perfidi giudei odiati da Sant'Ambrogio o da Padre Agostino Gemelli, il fondatore dell'Universita' Cattolica che nel 1924 scriveva in occasione del suicidio di Felice Momigliano, filosofo e Rettore dell'Universita' Mazziniana :
".....Se con il Positivismo, il Socialismo , il Libero pensiero, e con il Momigliano morissero tutti i giudei che continuano l'opera dei giudei che hanno crocifisso nostro Signore, non e' vero che al mondo si starebbe meglio? Sarebbe una liberazione , ancora piu' completa se, prima di morire, pentiti, chiedessero l'acqua del Battesimo?"
e ancora , commentando le leggi razziali a Bologna, nel 1939:
"Vediamo attuarsi quella terribile sentenza che il popolo deicida ha chiesto su di se' e per la quale va ramingo per il mondo , incapace di trovare la pace di una patria mentre le conseguenze dell'orribile delitto lo perseguitano ovunque e in ogni tempo".
Capito? Padre Agostino Gemelli! Non lo avete fatto ancora santo, vero?
Ecco, Pio XII avrebbe potuto riscattare queste infamie, le piu' antiche come le piu' vicine al suo tempo, e salvare l'Europa ebraica dallo sterminio o almeno tentare di farlo.
Il suo silenzio autorizza gli ebrei sopravvissuti a mettere il loro naso negli affari della Chiesa quando questi affari sono contaminati dal disprezzo per quei 6 milioni di anime che ancora vagano laggiu' in Europa gridando verso il cielo Perche'. Perche'. Perche'.
Non esiste risposta.
Deborah Fait
www.informazionecorretta.com
Non mi era sfuggita questa ultima prodezza di Boccuccia di Rosa. Ne ho trattato nella scheda appositamente a lei dedicata, al paragrafo 14, che riporto qui per intero con correzioni:
14. Interviene Sua Volgarità: il Santo e la Merda. – Naturalmente, riteniamo non meriti attenzione e commento ciò che Boccuccia di Rosa possa dire sulla questione sorta riguardo Pio XII e che la diplomazia dei due stati sembra vada risolvendo per la convenienza reciproca a mantenere le relazioni al di là delle esigenze propagandistiche che verranno lasciate alla ciurma. La vera svolta sarebbe non il ritiro della “targa della vergogna”, ma la rottura delle relazioni diplomatiche ed il richiamo del nunzio apostolico. Altri segnali fanno pensare ad una politica culturale-religiosa che faccia del cristianesimo la vera vittima del nazionalsocialismo, aprendo in questo modo una concorrenza alla religio holocaustica. Tornando a Boccuccia, ci sembra questo il punto per collocare una sua perla, o meglio qualcosa di meno nobile che Salamelik, aveva colto, mettendo in evidenza la raffinatezza concettuale-filologico di Boccuccia di Rosa, la quale si diletta oltre che nella sua lingua madre, suppongo l’ebraico, anche nella lingua dei nemici, cioè l’arabo, facendo un poco di confusione:
…Nelle città arabe, e nella stessa Gerusalemme, esistono quartieri noti come dei cristiani, armeni o musulmani, con buona pace della signora Deborah Fait, la quale - sfoggiando una pessima conoscenza linguistica - ha confuso il termine arabo quartiere (Hara) con merda (khara) in una sua affermazione pubblicata su un portale propagandistico: “anche in Tunisia vengono creati i ghetti, qui si chiamano Hara" aggiungendo "Chi conosce l'arabo sa che significa merda" dando quindi l’impressione che gli ebrei vivessero in quartieri chiamati dagli arabi “merda”…
Per il contesto rinvio ad un dotto articolo di Salamelik, da me ripreso qui. In effetti, Boccuccia di Rosa dà proprio la sensazione che viva mentalmente e spiritualmente dove Ella dice. Il lapsus rivela una verità che fuoriesce dal profondo del suo animo. Noi purtroppo ci siamo presi la briga di occuparcene, ma non è cosa nè di cui andiamo fieri nè tale da riempirci di gioia, come sempre succede quando si apprendono cose nuove.
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