martedì 17 giugno 2008

Israel lobby italiana: 20. L’Italia di Piero Ostellino


Probabilmente io ed Ostellino non viviamo in una stessa Italia, o almeno l’Italia che lui ritiene tale non è la stessa in cui altri cittadini si riconoscono. Non credo che Ostellino fosse presente nella serata politiana e sionista al Campidoglio. Mentre vengono dati come imminenti gli assalti all’Iran in nuovo bagno di sangue che proprio nulla ha a che fare con i “diritti umani” né degli iraniani né degli italiani, appare quanto mai ovvio la la manifestazione indetta dalla comunità ebraica romana sia stata preordinata ad influenzare la cosiddetta opinione pubblica italiana, che per l’appunto opinionisti come Piero Ostellino credono di poter fabbricare a piacimento. Costoro non capiscono che al massimo possono parlare solo per se stessi. Dalle loro “opinioni” il cittadino comune, ordinariamente alle prese con altri problemi, deve soltanto difendersi, scrollandosele di dosso quando la loro molestia diventa eccessiva, soprattutto alla vigilia di guerre, che per lunga tradizione sembrano fatalità della storia e non frutto della insipienza dei governanti e della complicità dell’opinione «pubblicata» e profumatamente pagata, spesso dalle tasche degli stessi contribuenti.

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Sommario: 1. Non sa quel che scrive o lo sa ma crede di poterla dare a bere. – 2. Bla bla bla: Ostellino ha parlato. – 3. Ostellino si mobilita. – 4. La responsabilità di Piombo Fuso secondo Ostellino.


1. Non sa quel che scrive o lo sa ma crede di poterla dare a bere. – Nel link si trova una silloge degli entusiasti della manifestazione di Pacifici e Polito, ossia della comunità ebraica romana che è riuscita a portare in piazza del Campidoglio qualche centinaio di ebrei romani, certamente meno numerosi degli almeno tremila che hanno sfilato in piazza contro Bush. Ai tremila è stato contrapposto un esercito di 10.000 poliziotti che per l'occasione avevano svuotare il carcere di Regina Coeli. La presenza più significativa in piazza del Campidoglio era quella dei politici, ai quali chiederemo conto della guerra in Medio Oriente. In quanto ai giornalisti possiamo ormai considerarli alla stregua di ideologi di regime. Le posizioni di Piero Ostellino sono ampiamente presenti nell’archivio di «Informazione Corretta», dove attingeremo principalmente per le nostre analisi critiche. Intanto, una prima osservazione che può essere fatta a Ostellino è la grande superficialità con cui ripete le presunte minacce di Israele. Da un giornalista professionale come lui tanta superficialità è quanto mai sospetta. La realtà che ogni cittadino italiano che non legge gli articoli di Ostellino – traendone beneficio – può ben capire è che vi è un interesse tutto israeliano ad un’estensione della guerra all’Iran, sulla scia di una stessa strategia che ha portato all’aggressione statunitense dell’Afghanistan e dell’Iraq. Che una simile porcheria avvenga anche con il servilismo del ceto politico italiano significa volersi sporcare le mani nelle nuove fiumane di sangue che si apprestano. Io grido alto che con questa Italia di Ostellino non ho nulla a che fare e me ne sto alla larga. Sento la mia coscienza più leggera, anche se non ho potuto evitare i massacri. Ma commentiano quella che per Ostellino sarebbe stata una «Bella protesta» e che mi piacerà ricordargli se – come si teme – sarà di sostegno ad una nuova carneficina, maggiore di quella che abbiamo già visto per l’Iraq, di cui ancora non si vede la fine.

La bella protesta

[prima osservazione: per me stata è stata una butta e vergognosa protesta, Fin da titolo l’articolo è quantomeno opinabile, ma è il “Corriere della sera” che pubblica, Cosa conta il pubblico dei lettori? Nulla! Sono dei “vasi” che possono venir riempiti come meglio si crede. Tanto più che che non si può fare un censimento dei loro gradimenti. In ogni caso io in piazza c’ero ed ero in primissima fila, dove non ho mai applaudito e sono stato di uno compostezza esemplare, come mi ha riconosciuto lo stesso Polito nei cui occhi ho visto un poco di smarrimento, quando mi riconobbe all’inizio della manifestazione, temendo chissà cosa. Non mi sembra proprio di aver visto Ostellino alla manifestazione su cui scrive. Allo stesso modo si era comportato Pierluigi Battista in un articolo di sostegno a Fiamma Nirenstein in occasione di un convegno sulla “democratizzazione forzata” dell”Iran. Ma si sa: i grandi giornalisti non hanno bisogno di essere presente di persona alle cose su cui scrivono. Basta la loro penna e la loro firma.]

di Piero Ostellino
Corriere della Sera del 4 giugno 2008

In questa Italia,
[che chiaramente non è la stessa per tutti gli italiani]
sempre pronta a manifestare contro le democrazie americana e israeliana,
[una manifestazione, non oceanica, ma ben più numerosa e significativa di quella indetta dalla comunità ebraica romana di Riccardo pacifici, che rappresenta circa il 10 per cento del 30 per cento degli elettori ebrei del piccolo mondo a sé costituito dalla comunità ebraica romana. La manifestazione non è stata contro la democrazia americana, ma contro Bush il peggiore presidente che l’America abbia mai avuto. A protestare erano presenti anche cittadini americani con loro propri cartelli. Quindi, distinguiamo, caro Ostellino. Altrimenti si fa disinformazione. Quanto alla democrazia israeliana è meglio lasciar perdere, ovvero basta citare Carter che ha parlato di democrazia dell’apartheid. Basta ricordare il boicottaggio di Durban quando stava per essere equiparato il sionismo con il razzismo. Basta ricordare il boicottaggio in atto contro una nuova conferenza dove si riproporrà lo stesso ordine del giorno. Possibile che un giornalista del calibro di Ostellino non sappia ciò? Chi vuole ingannare e chi crede di ingannare? Con il “sempre pronta” Ostellino tuttavia ha una indiretta consapevolezza di una profonda e diffusa ostilità da parte di un’Italia che quindi dovrebbe essere maggioritaria rispetto allo sparuto e squallido gruppo di piazza del Campidoglio, composta da una Casta invisa e da un gruppo ultraminoritario ed ultraprivilegiato di manifestanti ebrei e di oscuri esuli ostili alla loro patria di origine ed ignori del principio secondo cui anche nel dissenso non si fa mai lega con i nemici dichiarati del proprio paese. Socrate ci insegnò che è preferibile la morte al tradimento.]
a bruciare le loro bandiere
[il lumbard Bossi ha fatto di ben altro con la bandiera italiana e possiamo ringraziarlo se oggi a bruciar bandiere americane e israeliane si rischia solo una sanzione amministrativa. Classico esempio di eterogenesi dei fini nella produzione normativa italiana. Questa Italia è la patria del diritto e del suo contrario]
e a tirar sassi contro le loro ambasciate,
[Difficile capire a cosa Ostellino si riferisce. manca la nota al testo. Di certo io non ho lanciato nessun sasso contro le ambasciata israeliane ed americana in una recente manifestazione cui ho partecipato. Nessun altro lo ha fatto né avrebbe potuto farlo, considerando gli sbarramenti di polizia. A farlo del resto si rischia come minimo una pallottola per un sasso: non conviene! Fino a quando, in questa Italia diversa da quella di Ostellino sarà possibile fare manifestazione diverse da quelle a lui gradite ognuno a capito ed interiorizzato che le manifestazioni devono svolgersi nella più assoluta legalità per evitare le reazioni preventivate dagli organizzatori. Altra cosa è l’eventuale provocazione ad opera di agenti del Mossad o della CIA. Ed è questo il rischio vero e palpabile.]
è una notizia,
[che lui non ha attinto di persona, non essendo presente alla manifestazione, salvo prova contraria, che cercherò di verificare sulle 151 foto da me scattate]
davvero una buona notizia, che ci sia chi si è mobilitato per protestare pacificamente
[che vuol dire pacificamente quando fra gli organizzatori castali ci sono quelli che possono votare sanzioni che, ad esempio, per l’Iraq significò il blocco dei vaccini per l’infanzia con conseguente numero di morti? Altro che qualche sasso ai vetri delle ambasciate! O forse Ostellino per pacificamente intende Riccardo Pacifici, teorico della cinquina, ossia che si possono dare “schiaffi” (ma fu una costola rotta ad un questore in borghese, pare per un copo di karate) a chi la pensa diversamente in materia di storia e di “Olocausto”. Molto probabilmente è questo il senso. I morti del resto non sono programmati per le piazze italiane, ma per quelle iraniane. ]
contro le violazioni dei diritti umani in Iran,
[Se Ostellino si fosse mai preoccupato della violazione dei diritti umani in Gaza o durante la pulizia etnica del 1948 con la Nakba, di certo non finita, allora Ostellino potrebbe aspettarsi un credito professionale, ma così non si distingue dalla consueta propaganda sionista. Quanto poi alla nozione storica e giusfilosofica di “diritto umano” qui non possiamo occuparci. Ma in ogni caso Ostellino farebbe meglio ad occuparsi di “diritti umani” in questa Italia piuttosto che in paesi esteri, dove hanno bene il diritto di darsi la forma di governo e le istituzioni che meglio credono. In Iran nel 1953 vi fu un colpo di stato organizzato dalla CIA per conto dei petrolieri. Nel 1979 la rivoluzione islamica si liberò di quel regime. Adesso Ostellino ci vuol far credere che la guerra imminente è motivata dal desiderio di fornire diritti umani agli iraniani. Di quali siano questi “diritti umani” se ne sta accorgendo il governo insediato in Iraq in seguito ad avvenuta liberazione. In pratica, sancendo l’immunità giurisdizionale delle truppe occupanti che di andarsene a liberazione avvenuta proprio non vogliono saperne. I governanti fantocci devono firmare il diritto allo stupro delle fanciulle musulmane da parte delle gloriose armate americane di liberazione. Così le giovani donne musulmane faranno un bagno di occidente. Non è la mia una esagerazione, se si legge il documentatissimo libro del cittadino americano Chalmers Johnson, Le lacrime dell’Impero, dove il caso esemplare è lo stupro di una quattordicenne in Okinawa. Non è chiaramente un caso isolato. Si sa – e penso a Sgarbi in lite con Travaglio al salotto di Santoro – che tutti queste basi servono a difendere la libertà dei paesi occupati e soprattutto a garanzia dei loro “diritti umani”.]
le deliranti affermazioni del suo presidente,
[Per chi avesse letto i testi integrali di prima mano simili affermazioni non sono affatto deliranti. Sono certamente irresponsabili e mistificanti le continue falsificazioni che si trovano sui media. Persino nella intervista alla RAI vi era uno stridente contrasto fra ciò che Ahmadinejad aveva detto e ciò che la redazione pretendeva avvesse detto. Un autentico insulto all’intelligenza degli italiani, o almeno a quelli non «pacifici» nel senso sopra detto. ]
Mahmoud Ahmadinejad — «Israele sarà presto cancellato dalle carte geografiche» —
[Israele è già un paese non riconosciuto dalla maggioranza degli stati arabi, nel cui territorio è comunemente percepito come un “corpo estraneo”. Israele è sorto e si mantiene solo come avamposto militare dell’Occidente. I vantaggi economici e militari che ha finora ottenuto sono immensi. Ove i cittadini europei ed americani si chiedessero seriamente perché mai tanto privilegio e tanta copertura a fronte di ingiustizie evidenti, allora per Israele sarebbe la fine per “implosione”. Ahmadinejad non dice cose diverse da quelle di Avraham Burg, che per Israele ha parlato di stato alla nitroglicerino. Avendo un passaporto francese, Avraham Burg ha pfreferito tornarsene in Francia. Israele può continuare ad esistere solo provocando continue guerre in tutta l’area mediorientale e conseguenti regimi di occupazione con governi fantoccio. Da parte araba basterebbe una opposizione gandiana di rifiuto nonviolento. È questo che in fondo Ahmadinejad dice, ma Piero ostellino non lo vuol capire lui e soprattutto non lo vuol far capire ai lettori del “Corriere”, lasciando intendere loro una ben diversa verità]
e i suoi programmi nucleari.
[Un altro e ben diverso editorialista del “Corriere” – la cui linea editoriale è il gioco delle tre carte –, Sergio Romano, ha spiegato che non esiste nessun trattato in materia di arricchimento dell’uranio. Quindi, è un’assoluta prepotenza quella che viene esercitata sull’Iran. Del resto, è sconcertante come gli “amici” di israele non si preoccupino del nucleare israliano, sulla cui legittimità tutti tacciono, anzi fanno finta che Israele abbia testate atomiche, pare perfino puntate sulle capitali europee, anche se personalmente stento a crederlo: darò il link della notizia, appena la ritrovo]
In questa Roma ancora turbata dalle ultime vicende della sua maggiore università
[dove ho studiato e dove lavoro e su cui probabilmente ne so qualcosa in più di Ostellino, che almeno in questo caso farebbe meglio a non uscire fuori dal seminato. Se vuol parlare di piazza del Campidoglio, dove non ha messo piede, continui su questo tema e lasci perdere la Sapienza, dove le sue bufale non hanno probabilità di circolazione, fatta salva la stanza di israeliana di Giorgio Israel e di qualche altro suo degno collega. Evidentemente, un giornalista che deve tirare giù il suo pezzo quotidiano, per poter campare deve concedersi ampi margini di digressione e divagazione. A proposito, la Sapienza – nella persona di un professore espressamente incaricato – era presente non in piazza del Campidoglio, ma all’Hotel Hilton insieme con gli imprenditori italiani che operano in Iran e che vedono compromessi i loro contratti per l’insipienza dei nostri politici. Esistono rapporti fra le università iraniane e la Sapienza. Sarò personalmente lieto di associarmi ad inziative compatibili con la mia disciplina, che guarda caso riguarda proprio i cosiddetti “diritti umani”, su cui molti cianciano poco sapendo cosa essi siano.]
— dove il corpo accademico, in nome dell’antifascismo (?), ha espresso la sua solidarietà al preside della Facoltà di Lettere sequestrato dai collettivi studenteschi di sinistra — ciò che, infatti, resterà della visita del presidente iraniano in occasione del vertice della Fao (l’Agenzia dell’Onu per l’agricoltura e l’alimentazione),
[Resterà la vergogna di quanti hanno inscenato una protesta per conto di Israele , il cui unico interesse è la guerra e la pulizia etnica. A me che sulla piazza c’ero resterà il ricordo di un disgusto infinito: de gustibus ne disputandum est. Il relativismo è nelle cose e non può essere soppresso per decreto, sia esso di Bendetto XVI o di Piero Ostellino.]
sarà la manifestazione di ieri sera organizzata dal Riformista e dalla comunità ebraica.
[Appunto! Dal “Riformista” che nessuno legge ed è stampato a spese di tutti i contribuenti e dalla comunità ebraica che in infima parte si trovava tutta sulla piazza in pressoche totale assenza del popolo romano, dove ero forse il solo. La presenza certamente più significativa era la passerella di politici che forse si sentono dipendenti dalla Israel lobby allo stesso modo in cui nessun politico americano può alienarsi il favore dell’AIPAC e di tutte le organizzazioni lobbistica filoisraeliane che negli Usa hanno già spinto per la guerra all’Iraq ed ora premono l’accelleratore per una nuova guerra all’Iran che completi l’opera. Menzogne prima e menzogne ora. Ciò che qui a noi resta da capire è quanto questa Italia di Ostellino sia simile a quell’America. Ahimè non esiste nessun giornalismo di inchiesta che ci aiuti a scoprirlo. Il giornalismo di cui qui si parla sembra parente stretto di quello americano, sui cui decide l’AIPAC. Ma per fortuna esiste un’altra Italia che sfila contro Bush, contro l’allargamento delle basi militare e che brucia le bandiere israeliane e americane per poter meglio richiamare l’attenzione di media che hanno ben altre direttive ed indicazioni.]
Non ha tutti i torti, allora, la stampa iraniana che se la prende anche con il direttore del Riformista, Antonio Polito, per il clamoroso insuccesso della visita di Ahmadinejad,
[insuccesso di chi? Intanto sarebbe meglio sentire il parere degli imprenditori italiani che in numero di 120, più numerosi dei manifestanti in piazza del Campidoglio erano presenti all’Hilton. Se danno vi è stato per l’insuccesso, questo è tutto dell£Italia che lavora e che in Europa era il primo partner commerciale dell’Iran, che potrà fare i suoi affari con la Cina, già in grado con la sua concorrenza di far chiudere non poche fabbriche italiane. Probabilmente, quanti stavano in quella piazza compreso il sindaco Alemanno da me votato hanno più a cuore gli interessi di quell’America e quell’israele che non gli interessi, la prosperità e la pace di un’ Italia diversa da quella di Ostellino, di Pacifici e di Polito]
che né papa Benedetto XVI né il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, né quello del Consiglio, Silvio Berlusconi, hanno ricevuto.
[Al posto di Berlusconi avrei avuto pudore a ricevere un capo di stato verso il quale, pare, i nostri servizi sono resposabili di una fallito colpo di stato, come risulta da un’inchiesta parlamentare americana, di cui ha dato notizia non Ostellino, ma il giornale concorrente la Repubblica]
Questa è la forza dell’informazione indipendente
[Con i soldi del contribuente italiano? Invito ostellino al legge il libretto di Perez “La casta dei giornali”. Qui ostellino manca al tempo stesso di senso del pudore e del ridicolo. Che grande giornalista! Questo passa il convento!]
e della libera opinione pubblica
[Opinione pubblica di chi? Di Ostellino? Di Polito? Ma in quale paese vivete? In Israele! Ma forse neppure lì, perchè qui si sentono le voci di Pappe – costretto ad emigrare –, di Burg – ora in Francia ed al quale è stata negata pure la sepoltura in Israele –, di Finkelsten – al quale è negato l’ingresso nella terra dei padri –, ma dove ancora sembra resistere Shlomo Sand. Ignoro la sorte di Ariel Toaf che insegna in una università israeliano]
in un Paese di democrazia liberale.
[Il cui ultimo parlamento è composto di membri non eletti, ma solo nominati con una legge elettorale che è stata rifiutata dal Congo in quanto ritenuta non democratica. Il liberalismo in Italia è cosa talmente inesistene da consentire a chiunque di poterne parlare, certo di non trovarealcun contradditore]
Si è trattato di un evento nell’evento che ha fatto onore al nostro Paese.
[Ha una peronale e curioso concezione dell’onore il giornalista di regime Piero Ostellino. Mi limito qui a citare un personaggio certamente più autorevole di ostellino come il presidente emerito Francesco Cossiga che ha parlato di pura ipocrisia. La stampa di regime non ha dato adeguata copertura a questa dichiarazione di Cossiga: al presidente Cossiga ha preferito il presidente Riccardo Pacifici, presidente (ma al 10 per cento circa) della comunità ebraica romana]
Ma la singolare eccezionalità dei due eventi romani e della loro concomitanza — la riunione della Fao e le manifestazioni di ieri presso il Campidoglio e a pochi metri dalla sede della stessa Fao — non si arresta qui.
[Di fame nel mondo a nessuno interessa gran che. La sera i convegnisti mangiavano in abbondanza ospiti del governo italiano. Ad occhio e croce si può calcolare che ciò che ognuno di essi ha mangiato alla cena in cui era fortunatamente e dignitosamente assente Ahmadinejad corrisponde in Africa alla sopravvivenza per un anno di un essere umano, i cui diritti stanno molto a cuore ai manifestasti capitolini]
Va oltre. La presenza a Roma, oltre che di Ahmadinejad, del dittatore dello Zimbabwe, Robert Mugabe, ha coinciso, infatti, con la presa di posizione delle Nazioni Unite contro il decreto del nostro governo che sancisce, a meno di ripensamenti preannunciati dallo stesso nostro presidente del Consiglio, il reato di immigrazione clandestina.
[Che è stato appena ora condannato anche dall£Europa in quanto contrario a quei diritti umani di cui ci si preoccupa su un altro registro. In fondo, i campi regionali di cui si sente dire non sono poi tanto diversi da quei campi di concentramento che Hitler incomincio ad allestire per risolvere problemi analoghi a quelli che stiamo sperimentanto. Senza poi parlare di Gaza una vera e propria Auschwitz e i numerosi campi profughi palestinesi, dove sono confluite le persone via via scacciate dalla «democrazia» israeliana. Ma anche qui Ostellino mena il can per l’aia come ha fatto sopra per la Sapienza. Evidentemente, non avendo messo piede in piazza del Campidoglio e forse non avendo neppure visto l’audio-video dei radicali fa fatica ad imbastire le quattro righe dell’editoriale. Ad un grande giornalista come lui sono consentite quelle divagazioni che non si concedono ad uno studente di scuola media che si allontani dalla traccia del titolo del suo tema.]
Ha detto l’alto commissario dell’Onu per i diritti umani, Louise Arbour: «Le politiche repressive e gli atteggiamenti xenofobi sono una seria preoccupazione. Ne sono esempi la decisione del governo italiano di rendere reato l’immigrazione illegale e gli attacchi ai rom».
[E allora? Giornalista di chiara fama perché non trai la conclusione logica del contrasto fra membri del partito di maggioranza presenti in piazza per protestare formalmente per la violazione dei diritti umani in Iran mentre loro stessi vengono criticati dalla più altà Autorità in materia per ciò che negli stessi giorni vanno loro facendo contro gli immigrati clandestini? La logica oltre che il senso del pudore non sembra essere il punto di forza del garnde giornalista Piero Ostellino]
Ora, che a una riunione sull’Alimentazione abbia partecipato Robert Mugabe — un despota che affama il suo popolo — sarebbe già un curioso paradosso.
[Guardi i paradossi altrui e non guardi i tuoi! La nostra è una cultura evangelica fortemente interiorizzata. La parabola della pagliuzza e della trave non è ripetuta all’infinito per scopi profilattici, ma solo per poter perseverare meglio in quell’ipocrisia che si vorrebbe fustigare]
Che, poi, l’alto commissario dell’Onu abbia accusato l’Italia di razzismo, mentre l’antisemita Ahmadinejad partecipava anch’egli alla riunione, indetta dalla stessa agenzia dell’Onu, è qualcosa di più di un paradosso.
[Dubito che Ostellino sappia ciò che dice. Ad essere rigorosi i soli semiti sono i palestinesi, i cui diritti sono continuamente violati dai non-semiti israeliani, come ha ben dimostrato Shlomo Sand nel suo libro sulla falsità della diaspora. Quindi antisemiti in senso proprio sono gli israeliani nel cuo nome e nei cui interessi Ostellino scrive. Al contrario Ahmadinejad sposando a pieno la causa dei palestinesi è un difensore dei semiti contro gli antisemiti israeliani. Considerata la fama come giornalista di Piero Ostellino mi sarei aspettato una più alta qualità della sua scrittura, che invece manca di logica e di cultura. Considerando poi che della “bella manifestazione” ha poi una conoscenza di terza o quarta mano mi chiedo in quanto cittadino di quale grande stappa ci dobbiamo nutrire. Una sana ignoranza, una sana non lettura dei giornali, forse la migliore difesa dai guasti di un’informazione di regime non migliore di quella ascritta ad altre epoche]
E’— quale che sia il giudizio sull’operato del governo Berlusconi in tema di immigrazione — un tragico esempio di quel «mondo alla rovescia» che sono ormai diventate da tempo le Nazioni Unite. Un dato di fatto sul quale la nostra diplomazia dovrebbe, forse, riflettere.
[Certo, riflettiamo. Accolgo ben volentieri l’invito. Qui Ostellino rivela una connessione lobbistica con un altro attacco all’Alto Commissario per i diritti umani, di cui ho già incominciato a scrivere nella scheda “Giorgio Israel” (al § 4). Ho già parlato del boicottaggio della prima conferenza di Durban ai primi del settembre 2001, quando la conferenza fu boicottata da Usa e Israele, che stava per subire una pesante condanna per razzismo e violazione dei diritti umani. Poiché una nuova conferenza sul tema è in preparazione, già la ministra Livni – proveniente dalla scuola del Mossad – si è mossa per tempo a fine di ottenerne un nuovo boicottaggio. Poiché io non credo nella casualità, mi limito qui a rilevare come Ostellino si muova nella stessa linea di delegittimazione dell’ONU e delle sue diverse articolazioni. Sarà istruttivo in un altro contesto un ampio studio di cosa è stato l’ONU da quando fu costituito dalle potenze vincitrice della seconda guerra mondiale in sostituzione della Società delle Nazioni che era pure nata in circostanze simili alla fine delle prima guerra mondiale. Si può osservare che l’ONU, formalmente costituto da 189 stati, non si è dimostrato con il tempo succube degli USA, come doveva essere negli intenti originari. Si cerca perciò di affossarlo, sostituendolo magari con una curiosa Lega delle democrazie di cui si ciancia, privando di significato il termine democrazia come già ne ha poco l’espressione “diritto umano” quasi che sia mai esistito un “diritto animale” o che il diritto non sia di per se solamente “umano”, benché suscettibile di costante evoluzione. Di Ostellino io non so null’altro di ciò che lui scrive e su cui rifletto. Non credo di sbagliarmi nelle mie conclusioni, ma sospendo il giudizio in attesa di un più ampio monitoraggio dei suoi articoli]
Non sono il solo ad aver notato e commentato l’articolo di Piero Ostellino. Poiché quattro occhi giudicano meglio di due, riporto integralmente l’articolo di Antonino Amato, direttore del periodico “Ciao Europa”:
"Povera e nuda ten vai Filosofia"

Piero Ostellino esulta per la riuscita della manifestazione contro il Presidente iraniano Ahmadinejad. E in effetti, in quella che Ostellino definisce la "Bella Protesta" (1), c’erano tutti: gli Ebrei al completo, compreso l’ambasciatore israeliano che, a qualche metro dal palco, si godeva lo spettacolo e soppesava il grande peso che Israele ha nella politica italiana. Attenti però a non dire che si tratta di "lobby ebraica", incorrereste nell’accusa di antisemitismo. La "lobby" c’è, ed ostenta la sua potenza, ma è proibito associare "lobby" ed "ebrei". E poi c’erano tanti politici di tutti gli schieramenti. Segno evidente che, quando c’è da "riverire il padrone", le distinzioni partitiche spariscono e tutti si rivelano "pecorelle di USA/Israel".

Del resto il "là" pioveva "dall’alto": Benedetto XVI, Giorgio Napolitano e Silvio Berlusconi avevano rifiutato un qualche incontro con il Presidente dell’Iran. E la cosa veniva pubblicata dalla stampa come il "gran rifiuto" dei "3 (tre) grandi che siedono a Roma". Se invece a Roma arriva Bush, i "3 (tre) grandi che siedono a Roma" gli corrono incontro scodinzolanti. Ma questo va tutto a merito del Presidente degli USA che ha invaso l’Afganistan con delle motivazioni dubbie ed ha invaso l’Iraq con delle motivazioni false. L’Iran, invece, non ha aggredito nessuno. Più che giusto, dunque, che i "3 (tre) grandi che siedono a Roma" omaggino Bush e disdegnino Ahmadinejad.

In questo bailamme Fini si ritaglia uno spazio suo: ha annullato un incontro che avrebbe dovuto avere con l’ambasciatore iraniano il 9 giugno. Pertanto Fini si inserisce accanto ai "3 grandi che siedono a Roma", grande tra i grandi.

Una domanda angosciosa: 4 grandi a Roma? Oppure Roma vive un periodo da bassissimo impero? Da volgarissima colonia? Dite voi.

***

Inutile dire che la colpa non è del "Riformista" (che promuove la protesta), né della comunità ebraica che vi partecipa compatta. Meno che mai dei tanti politici pecoroni che vi partecipano giulivi. La colpa è di Ahmadinejad. Benedetto uomo, perché quelle accuse agli USA e ad Israele? Accuse che hanno mobilitato tutto il pecorume nostrano. Non poteva ingiuriare l’Italia? Non poteva ingiuriare l’Europa? Benedetto XVI, Giorgio Napolitano e Silvio Berlusconi lo avrebbero ricevuto in pompa magna. E le pecorelle di USA/Israel sarebbero venute ad applaudirlo sventolando le bandierine. Ed invece….. Ma non sa costui che i nostri "grandi" sono grandi perché "ferventi patrioti"? E difatti spesso amano cantare: "Israele, tu sei la mia Patria".

***

Non che Ahmadinejad vada dicendo cose strane, sono le stesse cose che, in Europa, diciamo e scriviamo in tanti. E pazienza se qualcuno, in omaggio alla democrazia vigente in Europa, va in galera. Quello che conta è il fatto.

La "Shoah"? Così come la raccontano è una bufala, una impostura. Non che non ci siano stati lutti, tanti lutti. Ma la cifra (6 milioni) e le modalità (tutti gassati) sono balle, balle che solo dei beoti possono prendere per buone. Quanto ad Israele, non si capisce perché Israele dovrebbe sopravvivere come "Stato ebraico", visto e considerato che si sbraita tanto contro Hitler che voleva fare della Germania uno "Stato ariano". Pertanto dire che Israele, stato ebraico, scomparirà è una profezia, una facile profezia. Non una minaccia. Salvo che Israele ed USA non ci ammanniscano la ennesima "guerra preventiva".

***

A questo punto non mi resta che sottoporvi uno spunto meritevole di meditazione. I "Grandi della Terra" impongono all’Iran di non sviluppare la ricerca sull’uranio. E questo perché l’Iran potrebbe costruirsi la sua bomba atomica. Il consenso è formato da gente immoralmente più che qualificata: ci sono gli USA che hanno sganciato l’atomica su Hiroshima e Nagasaki e possiedono migliaia di atomiche; ci sta la Russia, la Cina, la Francia e l’Inghilterra che hanno i loro bravi arsenali atomici. Spinge sulla via dell’intransigenza Israele che possiede le sue 300 atomiche. Insomma: tutti possono avere l’atomica, ma non l’Iran.

Pare che su una simile ingiusta imposizione, ci sia il consenso dei grandi della Terra. E anche Benedetto XVI, tra una preghiera e l’altra, faccia parte del consenso. Ma si sussurra che anche gli "Dei monoteisti" si siano accordati in tale senso: Jahvé giudeo si è già accordato con Jahvé cristiano; manca ancora il consenso di Allah, diviso tra i suoi figli sciti e i suoi figli sunniti. Ma forse un qualche massiccio bombardamento sull’Iran convincerebbe anche il dubbioso Allah.

I "politici" italiani, malevolmente definiti "pecoroni", sono tutti allineati e coperti coi comandamenti terreni ed ultraterreni. E, statene certi, che tutto questo teatrino è in vista della nuova guerra preventiva che ci aspetta. E non sanno, non sanno o fingono di non sapere, che scrostando il luridume della "politica politicante", Italiani ed Europei sono contrari alle avventure bellicistiche di USA/Israel. Ma, evidentemente, gli Dei accecano coloro che vogliono perdere.

A "destra", di questo tempi, si discetta. E si parla di che sesso siano gli angeli. E se sia meglio la "Destra", o la "Fiamma" oppure alcune nuove iniziative che alcuni "vulcanici" camerati milanesi lanciano di getto: 3 al giorno, vuoto a perdere. Il fatto che, se Ferrara schiocca le dita i pecoroni si mobilitano "pro Israele", e, se Polito schiocca le dita i pecoroni si mobilitano contro l’Iran, non interessa i nostri vulcanici "camerati". Tutti presi a contare dei voti più o meno improbabili per conquistare qualche seggio parlamentare. Per farne cosa? Diavolo: per partecipare alla manfrina anche loro. Vestiti da pecoroni. Amen.

Antonino Amato
(Editore e direttore di “Ciao Europa”)
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2. Bla bla bla: Ostellino ha parlato. – Hobbes ci sembra citato da Ostellino del tutto a sproposito. Io incomincio sempre la mia lettura con la prima legge di natura secondo Hobbes: è solo la ricerca costante della pace che ci consente la vita e ci offre sicurezza. La ricerca della guerra o di di ciò che può suscitarla non è una buona politica. Tra i concetti più confusi che non spiegano nulla e forse servono per aumentare consapevolemente la confuso va annoverato il leit motiv del terrorismo. Non spiega nulla ed è propriamente la prassi dei governi statunitense ed israeliano, che non vogliono la pace ma cercano e promuovono la guerra. L’industria americana dipende largamente dalla costruzione di armi di ogni genere. L’articolo di Ostellino non è di nessuna utilità ed è soltanto un pezzo di propaganda. Malgrado la citazione Ostellino non conosce Hobbes e fa un uso insignificante e non persuasivo della nozione di terrorismo.

3. Ostellino si mobilita. – Ostellino è una di quelle penne che si sono mobilitate per sostenere sul piano mediatico l’azione dell’esercito israeliano che sta compiendo una strage vera e propria, semplicemente da rilevare. È molta la stampa da monitorare in tempo reale e non possiamo dedicare eccessivo tempo a Piero Ostellino, anche perché la stanchezza non ce lo consente. Basta rilevare la sua tesi, che è semplice, anzi banale. Tutte le reazioni che l’esercito israeliano suscita in Europa e nel mondo sono un semplice sussulto di umanità di fronte all’orrore. Ma invece per Piero Ostellino di cosa si tratta: di un ritorno dell’antisemitismo. Non escludo che possano volare delle frasi e che le espressioni possano non essere adeguate al momento, ma non tutti sono raffinati strateghi della penna. Resta il fatto assolutamente nuovo di una nuova reazione morale contri Israele e l’ebraismo. Di questo si tratta e mi auguro che non sia qualcosa di episodico ed epidermico. Ostellino può difre quel che vuole. Non ci impressiona con la sua propaganda hasbariana.

4. Le responsabilità di Piombo Fuso secondo Ostellino. – Meno male che giunge il rapporto Goldstone che qualche autorevolezza in più di Ostellino riesce ad averla. Brevemente, si può rispondere all’argomentazione di Piero rovesciandogliela addosso. Hamas sarebbe responsabile dell’attacco israeliano? Argomento quanto mai specioso che nasconde un aspetto del genocidio in atto: privare un popolo della sua dirigenza politica per poterlo più facilmente ridurre da popolo a moltitudine dispersa. Non è difficile riconoscere questa politica che si avvale anche del sostegno mediatico, di cui Ostellino è parte integrante. Tuttavia, si potrebbe obiettare a Ostellino che Hamas non è più responsabile del massacro di quanto non lo siano stati quei sionisti che nel marzo 1933 dichiararono una vera e propria guerra alla Germania nazista, invitando la Diaspora tedesca al boicottaggio del regime. Se poi tutti gli ebrei che capitavano nelle mani dei tedeschi finivano nei campi di concentramento, chi dovevano ringraziare? Ce lo dica Ostellino che è acculturato. Del resto, è una vecchia tecnica retorica quella di attribuire agli altri, magari alle vittime o al malcapito, la responsabilità di ciò che si sta facendo. Un trucco quasi da asilo infantile. Colpa mia? No! Colpa tua perché me lo hai fatto fare! È questi sarebbe una delle prime penne del giornalismo italiano. Poveri noi!

(segue)

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