domenica 8 giugno 2008

Giornalisti: 9. Barbara Spinelli e le malsane emanazioni di «Informazione Corretta»

La strategia dei siti di propaganda sionista è abbastanza chiara. A far data dall’occupazione coloniale della Palestina e conseguente scelta di inimicizia verso tutto il mondo arabo Israele ha necessariamente bisogno di alleati occidentali, rinnovando il mito delle Crociate: Inghilterra, Francia, Usa. Da soli i “conquistadores” non avrebbero potuto reggere l’urto di un mondo arabo che avesse trovata la sua unità politica. L’atomica lasciata nelle mani di Israele è il più grande rischio criminale che l’Occidente ha sulla coscienza. La necessità di condizionare l’opinione pubblica europea e statunitense è vitale per il sionismo. Senza un simile sostegno Israele si troverebbe sommersa dall’ostilità araba, uno scoglio in mezzo all’oceano. Si capisce quindi la virulenza di attacchi incivili e forsennati contro una giornalista come Barbara Spinelli – ho dato un’occhiata all’archivio di IC – che non si trova “allineata” sulle posizioni del sacrosanto diritto di Israele all’esistenza, simmetricamente fondato sulla preventiva cancellazione e negazione del preesistente diritto autoctono all’esistenza del popolo palestinese e della cultura araba che lo esprime. L’attacco alla stampa non allineato e la lotta per il condizionamento e la formazione dell’opinione pubblica occidentale è un aspetto non secondario della guerra sul campo nei desiserti medioriantali, tinti di rosso sangue.

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1. I miasmi di «Informazione Corretta». – Dice il vocabolario che miasma è propriamente una «esalazione malsana che emana da sostanza organiche in decomposizione» e per estensione un «fetore che impregna l’aria». Queste espressioni sono rivolte dai nostri «Corretti Informatori» agli articoli di Barbara Spinelli, fatta spesso oggetto di simili attenzioni dai commenti non firmati. Non entro qui nel merito dell’articolo della Spinelli, a cui si accede cliccando sul link e meno che mai mi soffermo sul “corretto” commento. Mi interessa ora notare la “qualità” dell’attacco disgustoso assolutamente fuori dai contenuti legali di una legittima critica. Non credo in questi casi a querele e simili: le aule di giustizia sono già fin troppo intasate per aggiungervi altro letame. È però anche vero che si possono restituire al mittente gli insulti ricevuti, rincarando la dose. Personalmente ammiro il modello di equilibrio e stile di un Sergio Romano, di cui non ricordo mai una sola risposta ai suoi detrattori. Sergio Romano prosegue con il linguaggio pulito che gli è proprio nelle sua acute analisi di politica interna ed internazionali: sta troppo in alto per occuparsi di un Angelo Pezzana che gli sta troppo in basso. Ed io stesso me ne occupo con grand pena, ma qualcuno deve pur farlo. Se un dato importante e serio si può ricavare dagli angelici “miasmi” di IC, è la rinnovata ulteriore conferma che anche in Italia, come già negli Usa ed in altri paesi afflitti da creazioni simili a IC, magari di più alto livello, la formazione di una opinione pubblica fatta in un certo modo è di vitale importanza per la guerra guerreggiata di Israele contro tutto il mondo arabo. Allo scopo sono destinate immense risorse finanziare ed un lavoro capillare. Le forze di contrasto sono impari, asimmetrice, non organizzate. Ciò che Barbara Spinelli pensa e scrive non fa parte di una organizzazione e di una politica: è semplicemente il suo libero pensiero. Almeno così credo, come ho potuto constatare in tutti gli altri casi in cui i diversamente pensanti vengono attaccati dai «Corretti Informatori» uniformamente pensanti. Per aver dato del “parafascista” ad una simile organizzazione Piergiorgio Odifreddi si è trovato esposto al fuoco combinato di tutto il rabbinato italiano. Seguendo lo stile di Sergio Romano si può togliere il “parafascista” se questo può comportare quale fastidiosa passeggiata nelle aule giudiziare, ma non è difficile con diversi termini esprimere anche più compiutamente lo stesso concetto. Nelle mie critiche, volte all'oggetto e mai alla persona, io ho perfino offerto ad un paio di soggetti della Lobby una sorta di censura preventiva sulle espressioni ritenute gratuitamente o illegalmente offensive, ma con mio compiacimento l’offerta è stata rifiutata, dandomi la prova della malafede altrui, che ha bisogno appunto di categorie concettuali criminogene (antisemitismo, negazionismo, odio razziale, antisionismo, e simili) per condurre la sua guerra ideologica. In fondo, costoro che hanno un’inconciliabile doppia cittadinanza e doppia fedeltà combattono in Italia contro cittadini italiani ad una sola cittadinanza ed una sola fedeltà di patria la stessa guerra dei coloni israeliani che scacciano i palestinesi dai loro villaggi, vi si insediano e gridano al mondo il sacrosanto diritto di Israele all’esistenza. Ciò che Ahmadinejad ha sempre detto e continua a dire è abbastanza semplice: basta riconoscere questa strategia sionista ed opporle un rifiuto morale e politico. Ed in effetti all’inizio di questa avventura i «Corretti Informatori» mi hanno gratificato di “emulo” di Ahmadinejad, di cui a malapena avevo sentito parlare, ma che ier sera ho trovato quanto mai giudizioso e ragionevole, malgrado i tranelli che i suoi intervistatori tentavano di tendergli.

2. Il conflitto nella testa di Raffaele Iannuzzi. – Le mie Google Alerts hanno una voce sia per Barbara Spinelli che per Sergio Romano. Mi hanno appena restituito un articolo che appare su Ragionpolitica.it, che si dovrebbe occupare di “formazione di Forza Italia”. Si usa nel titolo la parola conflitto, ma non vi è niente che faccia pensare a quella guerra imminente contro l’Iran che io temo da un giorno all’altro e su cui Sergio Romano vigila quotidianamente. Il “conflitto” che anima Iannuzzi non è una categoria concettuale che aiuti la comprensione del marasma politico, dove la sola cosa certa è che un nutrito gruppo di componenti della Casta si è assicurato i suoi privilegi per una buona legislatura. Il Tizio sfotte sia la Spinelli sia Romano che però hanno ben altra capacità di analisi. Si crede sempre di essere più intelligenti degli altri. Certamente, lo è più di tutti Raffaele Iannuzzi. Il “popolo” , nel cui nome Iannuzzi parla senza averne particolare titolo, si è trovato condotto al recinto delle urne dove gli è stata data una scheda ed un listone, dove poteva esprimere il suo analfabetismo politico e la sua sostanziale impotenza, apponendo una croce, la classica croce degli analfalbeti. Nessun entusiamo in quanti hanno votato, non importa come. La pazza gioia l’ho vista trapelare dalla faccia di ... : nessun ritegno e nessun rispetto per i cittadini (anche quelli che lo hanno votato) che non hanno nessuna ragione per mostrarsi contenti come una pasqua. Iannuzzi, grande “formatore” del cervello del popolo delle libertà, discetta di politica interna, pensando di poter cavare un ragno dal buco in quella cancrena che è il degrado civile in cui l’Italia avanza a passi da gigante, stia al governo Berlusconi o Veltroni. Ciò che non ha capito un Iannuzzi è che la vittoria del centro-destra, alla quale ho contribuito senza entusiasmo, significa poco o nulla se i cittadini, quelli che non hanno mai sentito nominare Iannuzzi e che non leggono i suoi formativi articoli, se non vedono un segnale di svolta che dia risposta ai problemi concreti del vivere quotidiano: finora non lo si vede, malgrado il clamore mediatico. Speriamo che la novità del nuovo governo Berlusconi non si risolva in una tessera annonaria di povertà distribuita a sempre più vaste fasce di popolazione. Purtroppo i problemi sono tali da non consentire il trionfalismo da foglio parrocchiale di una testata che si allinea a quelle qui già ampiamente monitorizzate, «Informazione Correttta», Il Foglio, L’occidentale, ecc.. Per i nostri commenti dei suoi articoli non chiederemo ospitalità né a Iannuzzi né a Baget Bozzo, anche se sarei curioso di sapere su quali soldi si regge la baracca. Da dove vengono i soldi che pagano gli inutili articoli di Raffaele Iannuzzi o di una Lisistrata che ho trovato lì mezzo.

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3. La voce della Ragione insolentita da «Corretti Ciarlatani». – Quale sia la funzione di IC è ormai acclarato. Le loro insolenze hanno un circuito interno. Difficile trovare un pubblico che non sia autoreferenziale. L’articolo di Barbara Spinelli è una sconsolato riflessione sulla politica fallimentare di chi per nostra disgrazia ci ha governato e continua a governarci, cioè la superpotenza americana che insieme con la sua anima nera sionista ha sempre mantenuto il mondo in uno stato di guerra. Ma sembra che ormai siamo al capolinea. Invece, per i “Corretti Cialtroni”, veri profittatori di questo stato di guerra permanente, il sangue non deve mai cessare di scorrere. Lo bevono, ci nuotano, ci sguazzano.

4. I Corretti Imitoni. – Non ne abbiamo adesso il tempo perché mi preme di più un altro tipo di lavoro ed in certo senso posso considerato esaurito il Monitoraggio di «Informazione Corretta» nel senso che ne ho ampiamente analizzato le tecniche e le ideologie. Si tratta di continuare a tenerla d’occhio con il minor dispendio possibile di tempo. Qui ho notato che hanno imitato la mia tecnica del commento internileare, ma non è cosa per loro. Sarà divertente, avendone il tempo fare in mio commente del corretto interlinea.

5. Il matto che dà del matto al savio. – In questo articolo di Barbara Spinelli, dove ci si innalza ad considerazioni di ordine filosofico, si dice tuttavia una cosa elementare: Israele possiede la bomba atomica. Si fa finta che non l’abbia, o avendola ci dovremme sentire sicuri perché è lei a possederla e non l’Iran, che infatti non la possiede e non dice di volerla avere. Israele non ha mai detto di avercela ed invece ce l’ha. Non dobbiamo dimenticare l’ignobile vicenda di Mordechai Vanunu, al quale – essendo stato rapito in Roma – il sindaco Alemanno non ha neppure pensato che potesse avere più titolo ad una cittadinanza onorario che non il soldatino Shalit, di cui restano oscuri i meriti “romani”. Quelli di IC almeno offrissero una spiegazione del perché Barbara Spinelli “dà i numeri”, mentre loro sono i savi, di una saggezza che solo loro riescono a cogliere. In realtà, tutti i loro argomenti sono grossolano propaganda dell’Hasbara: ne ripetono le veline senza nessuna capacità critica autonoma, come fossero un disco che a determinati impulsi suono sempre la stessa musica.

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