martedì 1 gennaio 2008

Filologia: 8. Piergiorgio Odifreddi ed il suffisso -sta

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Per quanto mi riesce e la mia immaginazione mi aiuta vado ripulendo i miei numerosi testi da ogni espressione sospetta. Tale cioè che possa procurarmi le abituali contestazioni di illegalità del loro contenuto. Ho seguito in tempo reale la disputa Odifreddi-Israel che in tempo reale. I miei testi erano cioè composti a caldo via via che in rete leggevo i diversi interventi. Non essendo il mio blog una rete televisiva nazionale potevo ben immaginare che rimanessero ignoti ai disputanti. Ma non era così. Racconterò poi come me ne sono accorto. I testi immessi sono alquanto lunghi e non è facile ritrovare tutti i brani o gli aggettivi che possono dare estro a contestazioni strumentali quanto finalizzate ad evitare la sostanza dei problemi sollevati. L’altrui malafede si avvale di ogni minima espressione che le possa consentire di brandire l’arma dell’antisemitismo per tacitare ogni possibile e lecita critica. Altra prova di buona volontà non posso dare se non dichiarando la disponibilità a ritoccare gli aggettivi, sostituendoli con altri che esprimano lo stesso concetto eliminando l’espressione ritenuta offensiva dagli interessati. Ho potuto smascherare la malafede altrui, offrendogli una facoltà di censura preventiva, separando il superfluo e marginale dalla oggettività razionale della critica. Non accettano: l’ADL nazionale e internazionale dovrebbe chiudere i battenti con probabile perdita di posti di lavoro ed affari vantaggiosi e lucrativi. In realtà si vuole impedire in tutti i modi possibili una critica radicale ad Israele e alla politica culturale fondata in Europa sull”«Olocausto», presupposto necessario per lucrare infiniti vantaggi politici ed economici, ponendo tutti gli altri cittadini in una condizione di inferiorità politica, economica, morale. Sono troppo interessato agli argomenti corposi ed oggettivi per offrire agli avversari il facile appiglio ad un aggettivo o a un’espressione ritenuta “illegale”. Nel caso qui di specie la contesa si è sviluppata su due parolette scritte da Piergiorgio Odifreddi: "collaborazionista” e "parafascista”. Se si va ad esplorare l’archivio di «Informazione Corretta» si trovano ben più pesanti espressioni rivolte, quasi sempre del tutto a sproposito, all’universo mondo con evidente certezza di impunità. La denigrazione, il livore, l’odio, lo scherno, la derisione, la delazione, la diffamazione sono facili da rilevare nell’archivio di «Informazione Corretta» ed in altri siti. Ed è questa una delle cose che mi prefiggo di dimostrare con il mio “Monitoraggio”: quando insultano, si ritengono legittimati a farlo. Se qualcuno reagisce e gli restituisce in minima parte ciò che hanno distribuito, allora gridano come degli scannati, lamentando l’«Olocausto» che è per loro una patente di impunità. È questa la condizione delle nostre libertà. Se non appaio credibile in quanto parte in causa, rinvio qui alla testimonianza di Shulamit Aloni, che offre prove inconfutabili di un regime di apartheid in quella che la propaganda presenta come l’«unica» democrazia del Medio Oriente.

Vers. 1.5 /14.10.08
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1. Odierno attacco a Piergiorgio Odifreddi. – Leggo con attenzione il testo, di cui al link evidenziato in verde per vedere di cosa si tratta. Per la maggior parte del testo è una normale recensione, ma poi verso la fine si legge:
Il resto di questa tragica storia va letto nel perturbante libro di Giorgio Israel e Pietro Nastasi Scienza e razza nell´Italia fascista (Il Mulino, 1998), che costituisce un´appassionata requisitoria contro il "reato di prostituzione della scienza". Da leggere con attenzione e ricordare, a passata e (soprattutto) futura memoria: non solo dei lettori, ma anche di uno degli autori (Israel), oggi purtroppo passato, in un tragico contrappasso, al collaborazionismo col sito parafascista Informazione Corretta.
Ed ha ragione, caspita! «Informazione Corretta» è un sito “collaborazionista parafascista”: una definizione azzeccata, almeno in un senso lato, ma vi è invece chi dice che è improprio parlare di “fascismo”, bensì è più esatto “sionismo”, cioè “collaborazionismo sionista”. Grazie, Odifreddi! Anche senza conoscerlo di persona, sono un ammiratore di Odifreddi ed ho preso posizione a favore di un suo libro. Chi ne è interessato può andare: qui. I «Corretti Informatori» si lamentano di questa chiusa di Odifreddi e scrivono (chi è? Pezzana o lo stesso Israel che scrive la solita velina anonima?):
La REPUBBLICA del 16 ottobre 2007 pubblica un articolo di Piergiorgio Odifreddi sui rapporti tra matematica italiana e regime fascista. Odifreddi basa il suo articolo sulle ricerche di Giorgio Israel e Pietro Nastasi e conclude citando il loro libro Scienza e razza nell´Italia fascista, ma solo per lanciare un attacco intollerante a Israel e a Informazione Corretta.
Per chi legge il testo di Odifreddi è facile constatare che nel testo dell’articolo – che è una scheda/recensione (non un plagio!) a tutto beneficio pubblicitario del libro – non vi è proprio nulla di intollerante. Vi è solo il giudizio finale, sopra da me riportato, che è pienamente giustificato e che ricambia in tono civile un volgarissimo attacco a Odifreddi da parte dello stesso Giorgio Israel.
Intermezzo: Sembra che non leggano le mie cose quelli di «Informazione Corretta», ma caspita se li leggono! Proprio questa notte ho sentito una registrazione di radio radicale, sull'onda mediatica della pretesa lista nera di docenti ebrei. Hanno intervista Giorgio Israel (= uomo al di sopra di ogni satira, ancor più che se fosse il papa). Giuocava a far la vittima e ci si crogiolavo pure bene. Aspettava le coccole. L'apporto teorico più notevole, sul quale è ritornato a più riprese, è l'equiparazione presidenziale secondo cui antisemitismo e antisionismo sarebbero la stessa cosa. A questo punto il cittadino non sa se aspettarsi una nuova legge che dica ai giudici penali che ogni qualvolta qualcuno si azzarda a criticare lo Stato di Israele, anche quando taglia la luce ai palestinesi di Gaza o li affama, una simile critica configura il reato di antisionismo. Data la barbarie dei tempi, vi è da aspettarsi questo ed altro. Il rigorosamente Giorgio di nome e Israel di cognome ha tentato di portare l'attenzione sul boicottaggio della Fiera del Libro, dove guarda caso vi è proprio quest'anno una dedica in onore di Israele, nel 60° anniversario della sua fondazione, di cui basta leggere un qualsiasi libro di storia per sapere a spese di chi quella fondazione fu fatta. Boicottare, ovvero dire agli organizzatori torinesi “state facendo una porcata”, è cosa che per il Giorgio Israel è antisemitismo e quindi deve essere protetta dai carri armati dello Stato Italiano, magari rafforzato dall'atomica israeliana. Insomma in questo paese il nome Israel (= Giorgio) oppure Israele (= Stato mediorientale) sono incriticabile per legge. Nella mia critica, originata dalla polemica tra i due Giorgio, cioè Giorgio Israel e Piergiorgio Odifreddi, dove si possono trovare non poche espressioni ed attacchi pesanti di Giorgio I. contro Piergiorgio O., io in effetti mi ero lasciato andare ad un poco di satira chiamando Giorgio con un “Giorgino”, quanto poi a toccare il suo augusto Cognome, trasformandolo il aggettivo, aprite cielo! Senza saperlo ho riaperto i cancelli di Auschwitz e mi dovrò aspettare che qualche commando del Mossad sfondi la porta di casa mia. Mi affretto pertanto a rivisitare i miei testi, ampi testi, dove ho chiamato Giorgio con Giorgino. Se qualche passo mi sfuggirà valga la seguente errata corrige valida a tutti gli effetti di legge: leggasi sempre Giorgio anziché Giorgino, e quando ricorre anche il cognome leggasi solamente ed integralmente: Giorgio Israel. Naturalmente respingo con fermezza ed indignazione ogni e qualsiasi addebito strumentale di antisemitismo. Mi limito ad esercitare il legittimo diritto di critica consentito dall'art. 21 della costituzione. Se qualche «corretta interpretazione» della Corte Costituzionale avrà sancito che in questo Paese non è consentito il diritto di critica, segnatamente quando si leggono i libri di Giorgio Israel (rigorosamente: Giorgio Israel) e di tutta la compagnia (“formazione sociale” ex terminologia costituzionale) di cui fa parte, allora andrò o mi zittirò per sempre, dedicandomi a salutari passeggiate, oppure chiederò asilo politico in paesi che garantiscono la libertà di pensiero.
Non ricordo ora se questo volgare attacco di Giorgio Israel si trovi nell’archivio di I.C. o è stato da me letto altrove. Ne darò il link, appena lo avrò trovato. In ogni caso lo avevo notato e ne avevo scritto. Non si trattava di matematica, per la quale non avrei particolari competenze, ed ho avuto perciò io stesso facile gioco a replicare a Giorgio Israel. Nella faccenda vi è qualcosa di puerile. Normalmente, chi si trova tirato in ballo in un articolo di giornale, può scrivere alla direzione del giornale che ha pubblicato quell’articolo ed avvalersi delle norme a tutela previste dalla legge sulla stampa. Ma qui il nostro Giorgio Israel non si accontenta di scrivere a “La Repubblica” che gli pubblica la lettera al modo solito in cui fanno i giornali, cioè per ragioni di spazio pubblicando le parti che ritengono pertinenti. Scrive pure ad un’altra testata, amica, che fa parte della stessa Armata, cioè al "Foglio" di Giuliano Ferrara, che pubblica la lettera per un articolo che non è stato stampato dal "Foglio" stesso! fatto quanto mai insolito. Un modo per far sapere che Israel, "Informazione Corretta" e "Il Foglio" fanno parte di una stessa squadra che Odifreddi a ragione considera “parafascista”. Veramente trovo esilarante l'autogratificazione di “Informazione Corretta” in quanto “coraggiosa”, tacciando per coraggio la faziosità che in altissimo grado la contraddistingue, ben certa dell'impunità di cui gode. E che dire di Levi il Folle? e di tutti gli ascari di cui armano la mano che lancia il sasso della diffamazione e delazione e poi si nasconde? Aspetto ancora una risposta di Levi il Folle e di Caterina l’Ignota. La delazione è l’opposto del coraggio e l’archivio di Informazione Corretta che noi stiamo setacciando rivela a pieno la natura, non proprio improntata a civiltà e correttezza, che anima «Informazione Corretta».

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2. Scende in campo la squadra. [I testi del link cui si riferisce il mio tempestivo commento sono stati cancellati dall’Archivio dei Corretti Informatori] – È troppo lungo per leggere il tutto, ma è perfettamente nello stile di “Informazione Corretta”: dare il via ad un esercito di lapidatori. A Giorgio Israel, la cui faziosità ho già avuto modo sperimentare, vorrei raccontare una barzelletta che ho sentito l’altro ieri da un sacerdote, assolutamente innocente. Narra di una persona che si sente chiedere da un ebreo in prestito e in uso una serie di oggetti: orologio, cravatta, etc, ma infine l’ebreo chiede anche lo spazzolino da denti. Al che la persona risponde: “no, lo spazzolino no. Si tratta di una cosa personale. Non posso dartela». E subito l’ebreo a gridare: «Antisemita!»

La barzelletta ben racconta la strumentalizzazione vittimistica di cui anche persone come Giorgio Israel senza eccezione fanno regolare uso. Sappiamo che la persona può certamente annoverarsi nella Lobby “parafascista” organizzata intorno ad “Informazione Corretta”. Egregio prof. Israel possiamo o non possiamo dire che lei è un “ebreo” senza per questo essere tacciati di antisemitismo? Naturalmente nessuno vuol mancarle di rispetto o minimamente lederla in alcunché! Non possiamo però noi vivere con il terrore di un’accusa tanto infamante e sempre pronta ad essere usata contro avversari che avranno pure il diritto di essere di diverso avviso. O dobbiamo fare finta di non saperlo che lei è un ebreo? O quando ci è concesso di poterlo dire? Direi, analizzando in apposita sezione i non gentili attacchi che contraddistinguono abitualmente “Informazione Corretta”, che il caso rientra nella specie. Anche in questi giorni di lista nera l'ineffabili Pacifici, l'uomo della cinquina e delle pensioni privilegiate, rivendica per un verso l'orgoglio dell'esser ebrei (e perbacco fa bene ed ha tutta la mia approvazione!), ma se poi gli dicono: “Sei un ebreo”, si mette a gridare in modo indicibile e grida all’antisemitismo, magari pretendendo che tutta l’Italia vada in galera o si trasformi in una Gaza, non la nota gazza ladra, ma la Gaza del Lager mediorientale.

È possibile il rinvio ad altro ebreo (con il quale consento pienamente e non mi è a ciò di ostacolo il suo essere ebreo) di nome Norman Finkelstein che ha scritto un libro dal titolo L’industria dell'Olocausto? In questo libro si dimostrano gli immensi vantaggi che una certa lobby ha lucrato con il suo vittimismo. Possiamo o non possiamo come cittadini italiani (e solo italiani!) poter ancora camminare tranquilli per le strade della nostra unica (!) patria senza sentirci espropriati come è successo per quel popolo sventurato che sono i palestinesi e che ogni giorno viene offeso e diffamato, dopo essere spodestato, dai “collaborazionisti” (= con il governo e gli occupanti israeliani) di “Informazione Corretta”, di cui Ella è parte integrante? La rete è di tutti, almeno fino a quando un certo personaggio dal significativo nome di Riccardo Levi non riuscirà ad imbavagliarla, e quindi non se l’abbia a male se intervengo nel discorso, per confermarle la natura faziosa, intollerante, incivile, volgare del sito “Informazione Corretta” che si avvale della sua degna collaborazione.

Di quei personaggi le cui referenze mette in campo pensa che dovrebbe importarmene qualcosa? Saranno loro a poter far mutare il mio giudizio? Ed in virtù di cosa? Della loro appartenenza universitaria? E visto che parliamo di contrappasso non sono queste parole della Redazione di “Informazione Corretta”, di cui Ella fa degnamente parte:
…I due autori vengono presentati come " due quotati professori universitari ", come se la qualifica di <> fosse sufficiente a garantirne al qualità. Conoscendo bene l'ambiente universitario italiano, ci sentiamo di dire che niente è più falso. Se poi si tratta di Israele, dovremmo entrare nel campo della psichiatria, nessun altro soggetto o argomento è oggetto di attacchi organizzati in maniera molto strutturata all'interno delle nostre università…
Gli Usa non fanno quindi eccezione. Chi è che scrive queste parole ed a chi si riferiscono? Se Informazione Corretta ha così poca stima dell’università italiana perché lei esibisce referenze di colleghi universitari. Ma chi è poi il primo della lista che lei esibisce a titolo di benemerenza? Quel Pacifici resosi celebre con la teoria delle cinquine? Ossia delle innocenti violenze degli squadristi mandati da Roma per rompere le costole ad un ottantenne di nome Faurisson e che invece per sbaglio le hanno rotte al vicequestore teramano? L’episodio è stato bollato come autentico fascismo dall’ANPI ed “Informazione Corretta” di lui fa degnamente parte ha plaudito alla violenza fascista!

Lo stesso Pacifici che si crede in diritto di chiedere al ministro Mussi se un certo Professore Ordinario, criticabile quanto volete, ma nel suo diritto, può ancora continuare ad insegnare non avendo il placet dello stesso Pacifici e di riflesso del Collega Israel. Durante il fascismo erano gli ebrei ad essere cacciati dalle università. Adesso si vuole il contrario: gli ebrei che cacciano gli italiani dalle cattedre! Ed allora perché se la prende quando si chiamano le cose con il loro nome? Io non c’ero a Teramo! Ma avrei potuto esserci e sarebbe stato mio diritto ascoltare chi mi pareva. Qualcuno me lo ha impedito. Mi interessa sapere chi: nomi e cognomi. La storia aveva avuto un precedente venti anni prima con Irving in Roma. Mi interessa sapere chi mi ha impedito di ascolatre chi a me pareva di voler ascolatre già allora. È stato per caso lei o la sua congrega? Allora ed alcuni mesi fa. E con quale diritto? Lo sa che siamo 50.000 docenti universitari in Italia e che non abbiamo nessun diritto ad una maggiore rispettabilità sociale dei buoni calzolai di una volta o dei benzinai di oggi? Lei pensa di costituire un’eccezione? Chiama “coraggiosa” l’ignobile diffamazione che ogni sera scarica il suo degno sito filoisraeliano? A proposito, ma lei è cittadino italiano o ha passaporto israeliano? Vede, questa della doppia cittadinanza è cosa che proprio non mi va giù. Se non la si risolve in breve. noi italiani di una sola patria e di una sola fedeltà faremo la fine dei palestinesi e insieme con loro dei pellerossa. Napolitano, che lei con giubilo ha commentato, e che forse rappresenta più lei che non me, avrebbe dovuto ricordare anche l’equiparazione di razzismo e sionismo fatta dall’Onu almeno una prima volta con autentico coraggio. Poi gliela hanno fatta rimangiare, ma almeno una volta la cosa è stata detta e per me conta la prima e non la seconda volta. Si ricorda quel che fa comodo e si dimentica il resto. Pena del contrappasso: chi di spada ferisce di spada perisce. Quando in Torino il suo amico Pezzana ha inneggiata alla vittoria di Torino su Teramo io ho dovuto logicamente ritenermi uno sconfitto, un perdente. Cosa fanno i perdenti? Piangono. Non sono arrivato a tanto, ma ho appeso un drappo nero in un angolo del mio balcone a perenne memoria dell’accaduto. Dopotutto, anche questa è memoria ed è la sua parte maestra in fatto di memoria.

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3. Contro Odifreddi dalle postazioni del “Foglio". – Ho detto “Israel lobby” anziché “lobby ebraica” – senza offesa per gli ebrei – in modo appropriato perché che io sappia Giuliano Ferrara non è un ebreo. Potrebbe anche essere che lo sia. Non ho mai indagato e la questione mi interessa assai poco. Addirittura il “Foglio” pensa di pubblicare un “dossier” contro Piergiorgio Odifreddi. Ma per quale motivo ed in cosa consiste questo dossier. Il motivo sono alcune righe finali in una scheda di Odifreddi, dove viene recensito il libro scritto da Giorgio Israel, redattore di informazione Corretta, insieme con un altro. La scheda-recensione è abbastanza positiva e quindi la pubblicità del libro assicurata. In fondo, quando esce un libro per incrementarne le vendite è necessario che se ne faccia la più ampia pubblicità possibile. Una pubblicità sulla Repubblica che ha un'alta tiratira è un fatto commercialmente positivo. Giorgio Israel dovrebbe ringraziare Piergiorgio Odifreddi. Chissà se Odifreddi vorrà recensire due libri da me editi e di certo infinitamente più importanti di tutti i libri che Giorgio Israel abbia mai scritto ed ancora scrivera. Vedremo. Ma Israel invece di ringraziare si rivolta ed offende. E chiama in soccorso la comunità ebraica, Pacifici in testa. Perché mai? Nelle due righe terminali delle breve scheda, puramente riassuntiva del libro, Odifreddi dice due cose: a) che “Informazione Corretta” è una testata “parafascista” e b) che Giorgio Israel è un suo “collaborazionista”. Non si può dare questo giudizio? Io lo condivido in pieno e mi associo. Non solo. Per illustrare meglio la cosa ho dato vita a questo mio Monitoraggio di “Informazione Corretta”. Vi è quindi da chiarire se Giorgio Israel si lamenta per la recensione pubblicitaria del libro o protesta per il giudizio che Odifreddi o chiunque altro ritiene di dare di “Informazione Corretta” e di chi vi collabora. Cosa sia “Informazione Corretta” lo sto documentando ampiamente, ma ciò che riveste aspetti comici è la pretesa dei Corretti Informatori dentro o fuori del “Foglio" di voler sindacare l’altrui giudizio. Si vogliono scrivere loro stessi un attestato di benemerenza e pretendere che gli altri lo firmino? E non è fascismo questo? Credere, obbedire, combattere! Di questa ideologia filoisraeliana priva della benché minima briciola di pensiero critico sono intrisi i commentini di IC, solitamente volti alla diffamazione, alla denigrazione, alla delazione di chiunque sia appena un poco di diverso avviso e non sia persuaso che “Israele siamo noi!”, come va propagandando donna Fiammetta in uno dei suoi sempre più stupidi libri, eppur ben reclamizzati dalla Israel lobby.

Altra cosa strana ed inconsueta, ma di natura essa stessa fascista, è la pretesa che un quotidiano debba pubblicare tutte le deliranti lettere che scrivono per protestare contro il libero giudizio di chi scrive l’articolo. Il bello che io stesso, insieme a tanti altri, siamo stati diffamati in misura maggiore da Marco Ventura, evidentemente della stella Lobby, in una intera pagina de “La Stampa”, forse il terzo giornale d’Italia dopo il “Corriere” e la “Repubblica”. Avvalendoci dei diritti concessi a chi si ritiene ingiustamente leso dall’informazione data, abbiamo scritto ognuno per la parte in cui era toccato. E tra questi anche io. Le mie lettere erano più ampie di quanto è stato effettivamente pubblicato. Mi sono reso conto che le redazioni di tutti i giornali, nell'apposita rubrica delle Lettere, pubblicano solo quelle parti strettamente pertinenti alla lesione per la quale ci si lamenta. Hanno pubblicato due mie lettere e mi sono ritenuto abbastanza soddisfatto, anche se avrei avuto da dirgliene ancora a Ventura per la sua carognata. I Corretti Informatori gongolavano nel vedere altri bollati come “negazionisti”, termine scientificamente privo di senso ed espressamente inventato per diffamare e denigrare ovvero per denunciare in quei regimi “fascisti”, dove si mandano in galera delle persone per la sola colpa di aver avuto delle “opinioni”, che per i Corretti Informatori sono “menzogne” quando non coincidono con le proprie ovvero con quelle autorizzate dal governo israeliano.

La sto facendo lunga per giungere a delle picciole parolette scritte dagli Informatori Corretti, che riporterò testualmente appena le avrò ripescate dai miei archivi. Quali sono queste picciole parolette? Davanti alle proteste delle persone che erano state chiaramente diffamate dal giornalista de “La Stampa” i nostri Corretti Informatori si schieravano non a difesa dei diffamati, ma dalla parte del diffamatore ed alla direzione della Stampa chiedevano che la smettessero di pubblicare tutte quelle lettere di gente inferocita, che neppure si conoscevano l’un l’altro né di vista né di nome né di fama – come io e Marino Badiale –. L’articolista li aveva messi tutti nel mucchio per fare felici i nostri Corretti Informatori, i quali adesso per una questione infinitamente meno grave e per la quale hanno più che avuto la giusta soddisfazione pretendono che non solo la “Repubblica” pubblicasse tutte le lettere lenzuolo della comunità ebraica, di cui fa parte Giorgio Israel, ma forse che ne parlassero per una settimana di seguito tutti i telegiornali nazionali ed i principali talk show. Per adesso si accontano del “Foglio” di Giuliano Ferrara, che come si sa ha la stessa auterovellza del Times, di Le Monde e della FAZ, messe insieme. Ma vediamole queste lettere!

Intanto ci fa piacere vedere che i termini della questione coincidono per come da noi sopra esposti:
Di seguito, le lettere di protesta inviate a La REPUBBLICA dai portavoce delle comunità ebraiche di Roma e Milano, in merito all'articolo di Piergiorgio Odifreddi che tacciava Giorgio Israel di "collaborazionismo" e Informazione Corretta di "parafascismo" (per seguire le precedenti fasi del dibattito, ecco il link ).
Avendo subito seguito gli sviluppi della vicenda fin dal suo inizio nel ciberspazio, eravamo rimasti sorpresi di una iniziale sparizione dei testi. Infatti, dapprima le sublimi lettere che vedremo erano apparse sul blog dello stesso Israel. Da qui erano state riportate sul sito di Informazione Corretta. Poi erano ini sparite. Quindi appaiono sull’organo di stampa libera e indipendente che è “Il Foglio” ed ora vengono riprese da “Informazione Corretta” dal “Foglio”, magari facendo finta di apprendere la cosa per la prima volta. Anche in questo si può riconoscere il modo di funzionare delle lobbies, più o meno fasciste.

Incomincia Pacifici, meglio noto come il teorico della cinquina. Ecco per il nostro godimento tutto il suo testo, mandato a “La Repubblica”, da questa non pubblicato, ma salvato sul “Foglio”, o meglio “Volantino” per le manifestazioni davanti alle ambasciate non gradite al governo israeliano:
Al direttore di Repubblica - In merito all’articolo del sig. Piergiorgio Odifreddi del 16.10.07, dal titolo “La matematica e il Duce”, mi permetto d’intervenire
[ma tu che c'entri? Ma a chi dovrebbe importare quello che dici di essere?],
non tanto sulle analisi esposte, circa le quali preferirei lasciare la parola alle persone competenti in materia, ma sulle conclusioni
[e le dovevi autorizzare tu? chi scrive su cose ebraiche deve passare per ottenere il tuo visto?]
dell’articolo che offendono la dignità
[e perché mai? Non si sente fiero il tuo Giorgino di collaborare con il noto Pezzana? Libero di esserlo, liberi gli altri di averne il giudizio che meglio credono!]
di uno dei più noti esponenti e intellettuali della nostra Comunità
[affari vostri e beati voi!],
il prof. Giorgio Israel, a cui esprimiamo la nostra piena solidarietà per le offese ricevute.
[Che abbia avuto offese per i fatti riportati è del tutto opinabile, falso e pretestuoso e siamo qui all'abituale perfido vittimismo su cui tanto hanno lucrato le comunità rappresentate da Pacifici. Solo che è giunta l’ora di finirla con un vittimismo risarcitorio che ci ha parecchio impoveriti. Non so bene cosa sia il “muro del pianto”, ma possono servirsene, lasciando noi in pace]
Parlare di “contrappasso”
[La montagna partorisce un topolino! Cosa vi è di offensivo nell'uso di una metafora? Caro Riccardo, se vuoi vincere la causa, devi trovarti qualche fondamento più solido. Così non solo vai tu alla rovina, ma vi ci porti pure tutta la comunità che dici di rappresentare]
ma soprattutto di “collaborazionismo”
[Giorgio Israel non figura espressamente come titolare di una Rubrica? Dunque “collabora"? e da qui “collaborazionismo”, la cui ironia è per fortuna ancora consentita in Italia]
, termine che evoca un losco tramare dietro le quinte,
[basta limitarsi a come avete “tramato” la pubblicazione di queste vostre lettere: di qua, di là, di sopra, di sotto. Per non dire poi del resto. Che facevano Mantelli e Pezzana in un palazzo della Regione piemontese a proposito di una lezione, dico una lezione, non una rapina in banca, che avrebbe dovuto tenersi in Teramo? Il non far parlare il prossimo non è una manifestazione tipica di fascismo?]
e definire il meritorio
[che è meritorio lo dici tu per decreto o lo devono giudicare gli altri? Specialmente quelli che numerosi ogni giorno vengono gratificati di apprezzamenti che non hanno nulla a che fare con la garbata ironia di un Odifreddi! Il merito è di norma qualcosa che viene attribuito e riconosciuto da altri, non un’attestazione autoreferenziale. Se fosse così ognuno potrebbe attribuirsi il merito per le più alte onorificenze e retribuzioni. In effetti, per acclarato merito il vostro Pezzana per un solo giorno di seduta parlamentare riscuote il merito di 1700 euro mensili netti, salvo smentita che aspetto ogni giorno del calendario: la smentita vi è stata per bocca dello stesso, ma ho chiesto conferma al direttore del Giornale che l'ha pubblicata. Uno dei due deve mentire, noi lettori non possiamo essere gabellati]
sito di Informazione Corretta come “parafascista”, testimonia l’atteggiamento violento
[Riccardo è dotato di viva immaginazione, vedendo ciò che non esiste, ma vorrebbe esistesse per i suoi lodevoli fini. E quando a Teramo i tuoi ragazzi malmenavano il vicequestore quelle cosa erano carezze?]
del sig. Odifreddi, che tenta di mettere all’indice
[un certo Michelino Levi a voi noto non pretendeva l’espulsione dall'ordine dei giornalisti di Maurizio Blondet, reo di non essere gradito a “Informazione Corretta”. Riccardo, prima di parlare, faresti meglio a guardare in casa tua]
e alla pubblica gogna
[e cosa fa abitualemte “Informazione Corretta” con quelli che non sono nelle grazie della vostra Sublime Comutità?]
persone che brillantemente e con passione e orgoglio
[affar loro e del loro dio morale! Bisogna poi sentire le altre persone vittime di tanto brillante orgoglio e passione]
cercano di denunciare ogni giorno i tentativi di demonizzazione dello stato d’Israele.
[Ma come? Non avete demonizzato la storia del Novecento europeo? Cosa avete fatto al vostro Ariel Toaff, reo di aver scritto un libro non gradito? Se vai a consultare, o sublime Riccardo, gli archivi di Informazione Corretta quanta gentilezza potrai trovare per quel disgraziato. E meno male che la legge italiana non consente la biblica lapidazione! E tutte le persone in Europa che sono in carcere solo per aver scritto dei libri? E proprio tu parli di demonizzazione di Israele! L'impudenza non ha limiti]
Tanto più è grave questo atteggiamento in quanto proviene da una persona che dovrebbe occuparsi di scienza ed educazione.
[È una fisima la tua pretesa di stabilire cosa devono fare gli altri! Perché tu intanto non incominci a farti i fatti tuoi? E Giorgio Israel perché non insegna ai ragazzini delle elementari a fare le moltiplicazioni? Perché mai si deve interessare di politica e pure dei libri che Odifreddi vuole scrivere in materia di religione? E tutte le altre baggianate che Giorgino Israel su Informazione Corretta fanno parte del mesteire per il quale è pagato dall'università di Roma? Io almeno posso interessarmi di filosofia politica e giuridica senza uscire dalla mia sfera professionale di interessi, ma la matematica di Giorgino cosa c’entra con la produzione giornaliera di fango che si può leggere in Informazione Corretta?]
Il sig. Odifreddi, testimonia ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, che la dialettica e il confronto troppo spesso nel nostro paese vengono confuse con l’oltraggio.[Ancora una volta il nostro portavoce fa esercizio di fantasia e non vede l'oltraggio che fa lui con la sua lettera, ma lo va a cercare dove non ne esiste] Sono certo che lei [si rivolge al direttore della “Repubblica“ allo stesso modo in cui del tutto abitualmente i Corretti Informatori si rivolgono all’Amministratore di uno stabile per una qualsiasi frase o condotta che pensino di voler censurare in un portiere di stabile, e così via: professore/preside (caso Pallavidini), iscritto ad un partito/segretario di quel partito (il sottoscritto), cane/padrone, ecc. Follia allo stato puro, ma anche visione gerarchica ed autoritario, cioè fascista, di intendere una società ed i rapporti fra i cittadini, mai bilaterali, ma sempre trilaterali, con il capo, che dovrebbe decidere sempre secondo le presunzione dei nostri censori che si sono assunti l'insipido e ridicolo nome di “Informatori Corretti] vorrà rassicurare che questo squallido [ti guardi allo speccio, Riccardo?] episodio rappresenta un fortuito [per una volta passi, ma non si ripeta più!] incidente nell’attività del suo giornale. [Se eravano in Isreale! Ma può darsi che l'Italia diventi presto una provincia di Israele]
Riccardo Pacifici, vicepresidente e portavoce della Comunità ebraica di Roma [Il Papa non avrebbe saputo fare di meglio per le sue fedeli pecorelle. Giorgino può dormire fra due guanciali con Riccardo che veglia su di lui]
Proviamo ad analizzarla. Sopra il lettore può trovare una decostruzione del testo della lettera ed in parentesi quadre un commento testuale per ogni singola parola o frase. Qui proviamo a riassume i termini esseziali del commento analitico a Riccardo. Intanto apprendiamo che Giorgio Israel è «uno dei più noti esponenti e intellettuali della nostra Comunità». Non lo sapevo proprio! Ma devo anche dire che non conoscevo proprio nulla delle comunità ebraica e vivevo in una beata ignoranza fino a quando i Corretti Informatori non sono venuti a disturbare la mia quiete. Non mi occupo di matematica e fintantoché Giorgio Israel si fosse occupato di abaco e sofisticazioni maggiori non avrei neppure avuto il bisogno di doverne sentire il nome, ma il Nostro sconfina in campi che matematica non sono e certamente «Informazione Corretta» non è una rivista di metafisica. Ho letto qua e là di opinioni e posizioni politiche di Israel. Le ho trovate di una banalità non degna di ulteriore attenzione. Ma se questo è il massimo che la comunità ebraica di stanza in Italia può esibire, ho poco da preoccuparmi.

Qualche parola la merita il nostro Riccardo Pacifici. Chi è costui? Si firma Vicepresidente e portavoce della Comunità ebraica romana. E che vuol dire? È il podestà di Roma? Dobbiamo temerlo? Di quale concreta autorità è investito? Forse che la comunità ebraica ricopre diritti maggiori di quelli che sono concessi agli altri cittadini. Non ho un “dossier" su Riccardo Pacifici simile a quello che proprio oggi Informazione Corretta va imbastendo su Piergiorgio Odifreddi, ma un paio di cose le ricordo a proposito di Riccardo Pacifici. Una è la sua teoria della cinquina. Cosa è mai? Non è una teoria matematica. Sono le cinque dita della mano con cui Riccardo il Pacifico tentò di minimizzare gli assalti squadristici, dovuti a ragazzi venuti dalla comunità ebraica di Roma – a quanto si è potuto leggere ed ancora si trova in rete – per impedire che un vecchio di 80, Robert Faurisson, potesse parlare nell'università di Teramo. L'episodio fu definito di stampo fascista, non da me, ma da un comunicato dell'ANPI. Le violenze furono gravi e gravissime. Per Riccardo il Pacifico si era soltanto trattato di cinquine destinate ad un vecchio di 80 anni e finite per costare qualche costola rotta al vicequestore in borghese. La prima notizia che ne ebbi fu dalla voce di Marco Taradash, che teneva la rassegna stampa di radio radicale. Taradash è certamente dalla parte degli ebrei e dei Corretti Informatori, ma si lasciò sfuggire un suo commento: “E no che cinquine! Si da dove si comincia e non si sa dove si finisce”. Ed era Taradash: è tutto dire!

A proposito della vicenda teramana, per la quale Informazione Corretta innalzò canti di giubilo insieme con l'altro organizzatore della bravata, di cui faccia il nome a sua imperitura gloria: Brunello Mantelli, è da dire che precede la conferenza di Amadinejad alla Columbia University. I Rettore di quella università, pur trattando con tutte le villanie possibili il presidente itaniano, cioè un capo di Stato, disse in omaggio alla libertà di parola che sarebbe stato disposto ad invitare anche Hitler, se fosse ancora vivo. Dobbiamo a Riccardo Pacifici ed ai Corretti Informatori, per avere orchestrato davanti e dietro le quinte le violenze fisiche e morali di Teramo, la più vergognosa pagina della vita universitaria di questo dopoguerra. Ma un'altro ricordo ho di Riccardo Pacifici. Si tratta di una incredibile dichiarazione. Riguardava un docente, un professore ordinario di Teramo, collega di pari grado sia di Giorgino israel sia Odifreddi. Per aver egli voluto organizzare a tutti i costi la venuta di Faurisson in Italia il nostro Riccardo, vicepresidente e portavoce della comunità ebraica romana, si sentiva investito evidentemente di sufficiente autorità per chiedere al ministro se il professore in questione che aveva osato tanto potesse continuare ad insegnare.

Siamo quasi alla fine con Riccardo. Ricordo ancora qualcosa della matematica studiata al ginnasio. Ricordo l’enunciato della proprietà transitiva: se a = b e b = c, allora anche a = c. E visto che siamo fra due matematici (Israel e Odifreddi, con Pacifici presidente) vediamo se mi passo l’esame. Durante il fascismo è a tutti noto che con l’introduzione delle leggi razziali i professori ebrei furono espulsi dall'insegnamento. Quindi il fascismo (a) compiva una specifica azione (b) per la quale è oggi universalmente condannato. Con b non si indica soltanto l'azione dell'espulsione degli ebrei dalle cattedre, ma anche quella mancanza di garanzia delle libertà di pensiero che invece trova un solenne riconoscimento nelle nostra costituzione agli articoli 21 e 33. Chi è oggi che realizza la stessa condotta (b) che è imputata al fascismo (a)? Il soggetto c chiunque esso sia il quale si trovi ad inverare la condotta b realizza ed è esattamente ciò che è simolizzato in a. Considerando che sia Giorgino, sia Pacifici, sia gli Innominati Corretti Informatori corretti informatori ritengono che le opinioni altrui sono “menzogne” per assioma, che hanno impedito l'altrui espressione e che hanno pure plaudito ai violentatori, che sono suffcienti gli elemti di prova e di giudizio in questo senso e che esse si trovano tuttora in modo diffuso entro l'archivio di Informazione Corretta, considerato anche il pubblico quesito di Riccardo il Pacifico sulla possibilità di poter insegnare di un certo docente, per tutti questi motivi deve effettivamente ritenersi che il professor matematico Piergiorgio Odifreddi qualificando come “parafascista” il sito Informazione Corretta, con annessi e connessi, abbia effettivamente ragionato secondo il principio della proprietà transitiva che a me è stata insegnata con profitto in quarto ginnasio nel Liceo Ginnasio Ennio Quirino Visconti in Roma, che fu sede del Collegio del Gesuiti. La mia classe si trovava esattamente sotto il glorioso osservatorio. Qui concludo con riserva di rivedere per la forma certamente e forse anche per la sostanza quanto sopra. Proseguirò nei prossimi giorni ad esaminare le restanti lettere. Mando però email di questo post al glorioso e corretto “Foglio" di Giuliano Ferrara nonché al Direttore della Repubblica, al valente matematico Odifreddi che ha fatto una spendida applicazione in campo politologico del principio della proprietà transitiva. Mai ebbi commercio con il portavoce della Comunità ebraica romana Riccardo Pacifici, né con i suoi componenti e non saprei neppure a chi recapitare, ma sono certo che ci penserà la stessa rete. Mi dichiaro con loro del tutto incompatibile nella concezione dei diritti di libertà. Anche se sarà sempre pronto a reagire ad ogni loro attacco, non credo che possa mai esserci con loro intesa sui corretti principi della convivenza civile.

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4. Chi è “sciocchino” e chi intelligente. – Si trova qui una classica testimonianza di fede di un uomo ritenuto particolarmente intelligente e per questo riconosciuto con un Nobel. Su questione di rilevanza metafisica (credo in Dio, non ci credo, ecc.) è inutile fare un censimento delle personalità a favore dell’una posizione o dell’altra: non costituisce un argomento in sé il fatto che un eccellente idraulico faccia il sabato, la domenica o il venerdì professione del suo credo religioso, come non costituisce argomento il contrario. Il problema sorge quando il comportamento dell'eccellente idraulico diventa prescrittivo per tutti gli altri, idraulici, calzolai, medici, ecc., eccellente o meno. L’interesse politico dell’intervista si esaurisce alla fine, quando l’intervistato si dichiara cittadino di uno stato aggredito. È vero il contrario: è cittadino di uno stato aggressore, che dopo un’occupazione coloniale ed un’opera di pulizia etnica e mediante un regime di apartheid accampa un diritto al fatto compiuto, mentre ancora vivono gli scampati ed i figli degli scampati, che non hanno bisogno di credere, ma solo di vedere e di ricordare. Si potrebbe anche immaginare che la stessa domanda finale posta da Odifreddi al Nobel israeliano Robert Auman fosse stata posta ad uno scienziato nazista: la risposta non sarebbe stata diversa e forse con maggiore fondamento di causa. È da aggiungere che qui esiste ineludibile la posizione del terzo: perché tra due parti in lotta il terzo dovrebbe schierarsi a favore dell’uno anziché dell’altro? È proprio quello che i “Corretti Informatori” pretendono da noi e con essi autori di libri dal titolo eloquente “Israele siamo noi”, “Viva Israele” e simili. Confesso la mia ignoranza: fino ad oggi non avevo mai sentito il nome di Robert Auman, ma non credo sia stata una grande perdita.

5. Premio “Exodus": nuove polemiche e accuse. – Odifreddi è di nuovo sotto attacco per la sua partecipazione al premio “Exodus”, di cui apprendo solo per l’occasione l’esistenza e le sue finalità. Le argomentazioni sono le solite, anche se gli ebrei più intelligenti si distaccano dal coro di proteste che più che danneggiare Odifreddi rivelano la faziosità degli accusatori. Ciò che trovo altamente criticabile in tutta questa faccenda è l’esistenza stessa del premio volto a celebrare non tanto la partenza della nave Exodus quanto il suo approdo. I palestinesi che ricordano la Nakba di certo hanno una ben diversa visione da quella degli organizzatori del premio, dei premiati e forse di buona parte degli ospiti. Leggo la notizia che riporta una lettera di Amos Luzzatto in difesa di Odifreddi. Amos Luzzato è stato insignito di un precedente premio Exodus. Credo che in realtà difendendo Odifreddi in realtà Luzzatto difenda se stesso ed il premio, che a mio avviso non ha nessuna giusticazione etica e consente valutazione diametralmente opposte a seconda del punto di osservazione: un premio per gli uni, una nota di infamia per altri.

6. Bravo, Odifreddi! Più onore nel rifiutare che nell’accettare. – È tardi e sono stando dopo una giornata trascorso in gita fra Assisi e Orvieto. Leggendo le email di monitoraggio quotidiano del sionismo, saggezza vorrebbe che rimandassi il mio testo a domani, per un intervento più meditato ed a mente fedda. Ma non voglio indugiare. Odifreddi si conferma per quell’intellettuale brillante ed imprevedibile quale a me è apparso. Ho apprezzato molto il rifiuto di uno dei tanti premi esistenti, ormai a produzione industriale. Di “rapporti civili” con Giorgino non credo se ne possano avere. È venuto giusto l’altro giorno in Roma Jeff Halper con la moglie per parlarci di ciò che succede in Israele. A mio avviso, impallidiscono i racconti del peggiore nazismo. Intervenuto io brevemente durante le due giornate halperiane, su un punto ci siamo trovati perfettamente concordi. Gli occupanti israeliani restano occupanti e non recederanno mai dai loro crimini. Non una “democrazia” deve considerarsi Israele, ma una “etnocrazia”. Che poi vi siano diversi partiti, eletti con votazioni, non è questo che possa per noi significare gran che. È come per i ladri di Pisa: la notte vanno a rubare insieme, di giorno litigano. La forza di Israele si trova non in Israele, ma in Italia, in Europa, negli Usa, nelle comunità ebraiche che a causa della loro non più doppia ma triplice fedeltà spostano risorse economiche e politiche verso Israele e forti del possesso dei media inquinano l’opinione pubblica. Con Halper ed altri ci si è trovati d’accordo che se si vuol aiutare la causa palestinese bisogna combattere non in Palestina, ma in Italia. Se in Israele esistono ckeckpoint fra un palestinese e l’altro, fra il fidanzato e la fidanzati, in Italia siamo affliti da ben altri chkeckpoints: i checkpoints mentali. E Giorgino Israele è un impiegato al ministero dei ckechpoint! Non ho letto il testo integrale delle motivazioni di Odifreddi, ma ben fatto e plaudo alla sua brillante iniziativa. Su di una sola cosa, nello specifico, dissento un poco da Odifreddi. Non credo che si sia bene informato sulla faccenda del “puparo ebreo”. Per quanto io ne so e posso capirne, si tratta dell’ennesima montatura nelle quali Giorgino ed io suoi amici sono specializzati. Bisognerebbe offrire loro il primo premio nazionale della Montatura, magari d’oro.

2 commenti:

Guido ha detto...

COMMENTO AL POST ODIFREDDI. PARTE PRIMA
Solo di recente sono venuto a conoscenza delle polemiche tra Piergiorgio Odifreddi, Giorgio Israel e Paolo Diodati. Vi invio notizia di quanto mi è accaduto.
27/11/2011 e giorni seguenti. Scambio di corrispondenza tra Guido Pinter, Andrea Macco e Paolo Diodati.
Da Guido Pinter a Andrea Macco
Post da me inviato al sito L’universo in clessidra di Andrea Macco con il quale contestavo l’assegnazione del premio a demerito Asino d’oro al professor Odifreddi.
-una commissione formata da cattedratici che sono tutti dell'università di perugia e presumibilmente di area cattolica e conservatrice. sarebbe questo l'organo giudicante capace di giudizio imparziale per l'assegnazione di un premio di demerito a qualcuno? insomma ve la cantate e ve la suonate in famiglia.-
Da Andrea Macco a Guido Pinter
Risposta del dottor Andrea Macco dell’università di Genova
Salve sig. Guido Pinter,
io personalmente sono di Genova. Il prof. Diodati e' di Perugia ma non e' cattolico. So che fanno parte della commissione anche docenti di Roma e di altre citta'. Sulla loro "fede" non so darle dati certi, anche perche' il giudizio che la commissione ha dato non si basa su queste argomentazioni ma PRETTAMENTE su questioni scientifiche.

Cordialità
Andrea Macco

Da Guido Pinter a Andrea Macco

La ringrazio per avermi contattato. Comunque continuo ad essere in disaccordo con il criterio utilizzato per l'attribuzione di un riconoscimento "ad disonorem". I cattedratici che presentano le argomentazioni contro Odifreddi sono tutti e tre dell'università di Perugia. I votanti non si sa chi siano. Osservo che lei è collaboratore del Giornale, una pubblicazione che ha un chiaro orientamento politico. Davvero provo stupore nel sapere che un cattolico collabora a questo quotidiano noto alle cronache per aver diffamato il direttore dell'Avvenire. Riguardo al suo proprietario, quello che a mio giudizio realmente impone il suo orientamento al giornale, il signor Silvio Berlusconi, è fin troppo noto nel mondo per la sua vita dissoluta e niente affatto conforme ai precetti cristiani. Evidentemente ci troviamo da parti opposte della barricata. Sinceramente, Guido Pinter.

Antonio Caracciolo ha detto...

Come indica la data, il post è del primo gennaio 2008. Da allora sono successe tante cose. Io stesso, credo non a caso, sono finito in prima pagina sbattuto come il classico “mostro”. Sapevo in effetti che qualcosa avrei dovuto aspettarmi come ritorsione alla mia libera critica di libero pensatore. Non sapevo quando come dove e da chi sarebbe venuto l’attacco, scampato perché assolto con formula piena, per inesistenza del fatto e del diritto, dal Collegio di Disciplina del Consiglio Universitario Nazionale. Osservo che il prof. Giorgio Israel noto come “eccelso sionista” non è mai dovuto comparire in Collegio di Disciplina per il suo sfacciato e smaccato sionismo. E poi questi signori nella loro propaganda parla di “doppio standard”... Bah! Mi riservo, avendone il tempo, di rivedere come in una seconda edizione i post vecchi, come quello che ha qui attirato un commento. Non entro sul merito di premi di disonore, che mi sembrano giuridicamente discutibili...