lunedì 14 gennaio 2008

Lettera aperta a Federico Steinhaus sulla sua Lettera aperta a Sergio Romano sulla differenza fra terroristi e patrioti

Versione 1.1

2. Lettera al Corriere della Sera su sollecitazione di IC
email: lettere@corriere.it
Oggetto: Lettere su ennesimo intervento di IC contra Sergio Romano = url

Sarebbe cosa altamente positiva se si sviluppasse un ampio dibattito sulla differenza fra terrorismo e resistenza ovvero patriottismo. Infatti, la forma più subdolo di terrorismo è proprio quella che si ammanta di legalità ed essendo essa stessa terrorismo taccia invece di questo nome ciò che è terrorismo. Che lo Stato di Israele nasca, si sviluppi e prosperi con il terrorismo è cosa evidente a tutti meno che a Federico Steinhaus ed al milieu sionista entro cui si colloca. Costoro non si stancano dall’inveire contro Sergio Romano, che non si lascia ridurre entro gli angusti confini della loro «corretta» visione del mondo a tutto vantaggio della santa causa israeliana. Come ben avvertiva Edward Said,
Vale la pena ricordare che la parola "terrorista" cominciò ad essere impiegata sistematicamente da Israele a metà degli anni '70 per descrivere qualsiasi azione di resistenza da parte dei palestinesi. Da allora questa è stata la regola, specialmente durante la prima Intifada del 1987-93, con il risultato di eliminare la distinzione tra resistenza e puro terrore e, di fatto, depoliticizzare le ragioni della lotta armata. Durante gli anni '50 e '60 Ariel Sharon si fece un nome, per così dire, guidando l'infame Unità 101, che fece vittime tra i civili arabi e rase al suolo le loro case con l'approvazione di Ben-Gurion».
Si tratta adesso di demistificare questo uso falso e strumentale del termine terrorismo, che non può essere certo applicato a popolazioni che vengono quotidianamente falcidiate da un nemico armato di tutto punto e che dopo aver scacciate dalle case e dalla patria le sue vittime, prtende anche di chiamarli terroristi perché non se ne stanno buoni e quieti. Si tratta di legittima resistenza ed il fatto che stati “codardi”, come quelli citati da Steinhaus, si prestino al gioco non fa cambiare la natura delle cose. I condizionamenti non sono difficili da spiegare. Al pari neppure difficili sono da confutare le singole affermazione di Steinhaus, sulle quali però non merita soffermarsi più di tanto.

È una cantilena indisponente il continuo appello ad una ONU che del tutto discutibilmente avrebbe fondato lo Stato d’Iraele a scapito di terzi, mentre lo stesso ONU è tenuto in nessuna considerazione le centinaia di volte che condanna Israele per violazione dei diritti umani. Esiste sul terrorismo una lista lunghissima e documentata in modo irrefutabile nel volume di Paolo Barnard, Perché ci odiano, di cui si può trovare qui ampia recensione. Sono certo che riportare una sempre maggiore attenzione su un uso ormai stancamente ideologico del termine "terrorismo” non possa che essere fecondo per la causa Verità.

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