mercoledì 15 ottobre 2008

Odiati da Oriana: 51. Michael Moore e la politica americana

Come «Informazione Corretta» e altri media denigrano quanti criticano il sionismo, Israele, e gli Stati Uniti: Aloni - Arbour - Barghouti - Berti - Blondet - Burg - Cardini - Chomsky - De Giovannangeli - D’Orsi - Facci - Fallaci - Finkelstein - Giorgio - Gideon Levy - Moore - Morgantini - Odifreddi - Paci – Pappe - Romano - Sabahi - Salerno - Sand - Schiavulli - Spinelli - Stabile - Storace - Tizio - Vanunu - Vattimo -
Cosa si intende qui per Israel Lobby?
«Una coalizione informale di individui e gruppi che cerca di influenzare la politica estera americana in modo che Israele ne tragga beneficio».
Ed in Italia come stanno le cose?
Stiamo cercando di scoprirlo!
«Esistono due distinti meccanismi che impediscono alla realtà del conflitto israelo-palestinese di essere giustamente divulgata, e sono i due bavagli con cui i leader israeliani, i loro rappresentanti diplomatici in tutto il mondo, i simpatizzanti d’Israele e la maggioranza dei politici, dei commentatori e degli intellettuali conservatori di norma zittiscono chiunque osi criticare pubblicamente le condotte dello Stato ebraico nei Territori Occupati, o altri aspetti controversi della storia e delle politiche di quel Paese. Il primo bavaglio è l’impiego a tutto campo dei gruppi di pressione ebraici, le cosiddette lobby, per dirottare e falsificare il dibattito politico sul Medioriente (negli USA in primo luogo); il secondo è l’accusa di antisemitismo che viene sempre lanciata, o meglio sbattuta in faccia ai critici d’Israele» (P. Barnard, Perché ci odiano, p. 206).
Come «Informazione Corretta» e altri media presentano Israele, il Medio Oriente e la Palestina: Allam - Battista - Bordin - Buffa - Colombo - Diaconale - Fait - Ferrara - Frattini - Israel - Livni - Loewenthal - Nirenstein - Ostellino - Ottolenghi - Pacifici - Pagliara - PanellaPezzana - Polito - Prister - Santus - Volli

Ricerche correlate:

1. Monitoraggio di «Informazione Corretta»: Indice-sommario. – 2. Osservatorio sulle reazioni a Mearsheimer e Walt. – 3. La pulizia etnica della Palestina. – 4. Studio delle principali Risoluzioni ONU di condanna a Israele. – 5. Cronologia del conflitto ebraico-palestinese. – 6. Boicottaggio prossimo venturo: la nuova conferenza di Durban prevista per il gennaio 2009. – 7. Teoria e prassi del diritto all’ingerenza. – 8. Per una critica italiana a Daniel Pipes. – 9. Classici del sionismo e dell’antisionismo: un’analisi comparata. – 10. Letteratura sionista: Sez. I. Nirenstein; II. Panella; III. Ottolenghi; IV. Allam; V. Venezia; VI. Gol; VII. Colombo; VIII. Morris; – 11. La leggenda dell’«Olocausto»: riapertura di un dibattito. – 12. Lettere a “La Stampa” su «Olocausto» e «negazionismo» a seguito di un articolo diffamatorio. – 13. Jürgen Graf: Il gigante dai piedi di argilla. – 14. Carlo Mattogno: Raul Hilberg e i «centri di sterminio» nazionalsocialisti. Fonti e metodologia. – 15. Analisi critica della manifestazione indetta dal «Riformista». – 16 Controappello per una pace vera in Medio Oriente. –

Devo il suggerimento per questa scheda alla defunta ma non compianta Oriana Fallaci, di cuo riporto un brano tratto da IC: «La Fallaci rivendica il diritto all'odio: “Sì, io odio i Bin Laden. Sì, io odio gli Zarkawi“. E i tagliatori di teste, i kamikaze che fanno saltare in aria gli innocenti, i vandali che imbrattano le chiese. I Noam Chomsky, i Louis Farrakhan, i Michael Moore. “Li odio come ho sempre odiato ogni attacco alla Libertà“. C'è da notare anche una singolare asimmetria. La scrittrice è stata incriminata per aver offeso la religione islamica». La nostra concezione della libertà non corrisponde a quella di Oriana, mentre ci è del tutto estraneo il sentimento dell’odio e ricordiamo vagamente al riguardo pagine mirabili dell’ebreo Spinoza, un “ebreo che odiava se stesso” anzi tempo, secondo un sofisma creato dalla propaganda sionista. Ma ciò non sarebbe stato possibile perché Spinoza – come ogni uomo saggio – aspirava alla sua perfezione. L’odio invece limita e danneggia la nostra potenza, costringendoci a rappresentarci quello che impedisce la nostra perfezione. Dall’odio si passa facilmente all’invidia e all’ira, che di certo non sono virtù né cristiane né pagane. Si può certamente essere contrari o ostili contro qualcuno, ma il sentimento dell’odio produce una guerra eterna e rende impossibile la pace, se non una pace sia sia eterna nel senso che si vuol vedere morti i propri nemici e condannata perfino la loro memoria. A ben vedere le varie ricorrenze e celebrazioni della Memoria non sono altro che una istituzionalizzazione dell’odio, che taluni leggi contradditoriamente prfetendono di perseguire penalmente, ma in realtà perseguono selettivamente, volendo continuare con mezzi giudiziari una guerra civile europea che avrebbe dovuto concludersi nel 1945.

Versione 1.1
Status: 16.10.08
Sommario: 1. Michael Moore narrato da Christian Rocca. – 2. Michael Moore narrato da Furio Colombo. – 3. Un Glauco che non smentisce nulla. –

1. Michael Moore narrato da Christian Rocca. – Esploro questa volta l’archivio di IC in ordine cronologico. Trovo un primo documento in data 23 luglio 2004. Si tratta di un articolo apparso sul “Foglio” a firma Christian Rocca, dove si trattegga un profilo di Moore dicendo che odia un eroe buon, tal Paul Berman di cui poco sopra si riporta un articolo entusiastico della guerra in Iraq. Bertman si diffonde sulle nefandezze di Saddam per giustificare a pieni voti la guerra allora da poco iniziata. Peccato che dimentichi un solo particolare che perfino io ben ricordo: che gli USA erano stati alleati di Saddam nella guerra contro l’Iran, che a sua volta aveva agli occhi USA il grave torto di essersi liberati nel 1979 di quello scià che gli americani avevano loro imposto con un colpo di stato organizzato dalla CIA ne 1953. Trattandosi di nomi a me sconosciuti fino ad oggi, sia quello di Bertam che l’altro di Moore, vado con i piedi di piombo nello sbilanciarmi in giudizi che dovrei poi rivedere. Christian Rocca non mi è invece ignoto. Mi sono occupato di lui. È certamente “filo” laddove Moore è invece “anti”. Gli articoli che mi capita di leggere hanno sempre la stessa ispirazione e non sono mai oggettivi, cioè non trovo che abbiano mai un valore oggettivo di natura informativa tale da poter essere separato da chi soggettivamente scrive quella notizia. È a mio avviso una distinzione importante perché distingue il vero giornalista dall’agente di questa o quella causa, più o meno direttamente stipendiato dalle parti che serve. Inoltre Rocca fa largo uso di una discutibile categoria concettuale per tracciare il profilo di una persona certamente a lui non congeniale: l’odio che Michael Moore proverebbe per l’eroe della giusta e santa causa quale sarebbe Paul Bertman. Mi sembra un linguaggio più adatto alle serve che non a degli analisti di professione. E dico ciò senza offesa per le serve, ma secondo un modo di dire per il quale ci si sofferma su aspetti marginali come i pettegolezzi senza riferire nulla di essenziale e affidabile. Quanto poi ai concetti di desta, sinistra, sopra, sotto il nostro Christian Rocca non ha ancora appreso nel 2004 che sono concetti privi di senso che non dicono e non spiegano nulla.

Torna al Sommario.

2. Michael Moore narrato da Furio Colombo. – È per noi un Furio Colombo inedito quello che sta dalla parte di Michael Moore e del suo film Fahrenheit 9/11. Un Furio Colombo con il quale ci troviamo ordinariamente in dissenso ed ideologicamente distanti. L’articolo apparso su L’Unità è del 26 agosto 2004 ed è tutto incentrato sul film che usciva in quegli stessi giorni con anteprima nazionale al “Festival dell’Unità”. Furio Colombo era presente questa estate 2008 alla manifestazione organizzata dalla comunità ebraica romana e dal Riformista, cioè da Riccardo Pacifici e Antonio Polito, in giorno in cui veniva organizzata un’incivile accoglienza in Roma ad Ahmadinejad. In quei giorni estivi si dava come imminente una nuova e più sanguinosa guerra contro l’Iran secondo il copione già visto per l’Iraq. Mi sorprende che Furio Colombo non abbia visto le analogie con la guerra già scatenata contro l’Iraq e l’Afghanistan, tuttora in guerra. Libano, Palestina, Iran, Iraq, Afghanistan: tutto il Medio Oriente in fiamme! E per cosa? Per i diritti misconosciuti degli omosessuali in Iran o perché una nuova Oriana Fallaci potesse girare indisturbata senza velo per le vie di Teheran! Per esportare la nostra democrazia in Medio Oriente e per edificare monumenti all’«Olocausto» in ogni angolo del deserto sabbioso!

3. Un Glauco Maggi che non smentisce nulla. – Siamo su “Libero” del 26 agosto 2004, dove Glauco Maggi prende le difese d’ufficio dell’America di Bush. Non ho mai visto il film di cui si parla, ma ho presente cosa è successo in questi ultimi quattro anni ed ho visto appena ieri un diverso documentario, dopo averne letto il libro da cui è stato tratto: “Zero”. Ho però subito rimediato chiedendo in prestito il DVD del film alla biblioteca comunale di zona: ho colmato la mia ignoranza sull’argomento e posso parlare ora con cognizione di causa. Non mi oriento in una casistica che richiede molte competenze tecniche, ma resto convinto delle fondamentali oscurità che permangono sull’attentato alle Torri Gemelle. I due filmati (Fahrenheit e Zero) hanno carattere diverso, ma si integrano perfettamente: l’uno è più vicino al film sceneggiato cui siamo abituati, mentre l’altro è più sul tipo del documentario scientifico. È probabile (ma non posso dirlo io con certezza) che il film di Moore contenga qualche inesattezza, ma non è su di essa che si gioca la sua credibilità. Il film va considerato nel suo insieme. Ed è qui perfettamente convincente potendo essere verificato dalla gran massa di un pubblico informato. La guerra in Iraq era fondata su una menzogna. Che a combattere siano stati mandati giovani disperati è tanto vero che posso aggiungere io un dato inedito. Tra i morti in Iraq non vi erano solo ragazzi americani della provincia profonda. Vi era anche un ragazzo calabrese mio conterraneo che si era illuso di poter fare fortuna in America ed invece è finito a morire in Iraq. I suoi funerali sono stati celebrati al paese, in Calabria, non in America. A questo punto mi chiedo perché mai Oriana Fallaci odiasse tanto Michael Moore. Evidentemente, in ragione del suo film. Essendo ormai entrambi all’altro mondo, il mio compaesano morto in Iraq e Oriana morta nel suo letto, sarebbe bene che il mio compaesano facesse una visita a Oriana.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ti segnalo qualche altra perla:
Riccardo Di Segni:
Quest'anno le date ebraiche e civili corrispondono con il 1943, per cui il terzo giorno di Sukkot, oggi, cade il 16 di ottobre, come avvenne nel 1943, quando ci fu la razzia degli ebrei romani. Quel giorno era anche sabato. I nazisti non si preoccupavano certo delle festività ebraiche, anzi le profanavano per ulteriore sfregio. La caccia agli ebrei romani si scatenò proprio quel giorno probabilmente più per una serie di circostanze politiche e organizzative, che religiose. Resta il fatto che anche questa coincidenza è un ulteriore stimolo alla riflessione. Perché Sukkot è la festa nella quale celebriamo la nostra precarietà come esseri umani e come ebrei che si affidano alla protezione divina; il tetto della Sukkà ricorda le nubi della gloria divina che protessero gli ebrei nel deserto. Il 16 ottobre di Sukkot ha riproposto il tema della precarietà umana ed ebraica nella sua forma più terribile, e senza la protezione. Questa mattina malgrado il ricordo angosciante, l'area del Ghetto era piena di gente, e gli studenti della scuola hanno affollato il Beth hakeneset e dopo la sukkà.
E' un altro aspetto dell'incredibile enigmatica condizione ebraica e della sua capacità di sopravvivere.
Sergio della Pergola:
Rientrando a casa in Israele, dopo alcune settimane passate in Italia, si ha l'impressione che, da un lato, esista nel Paese un fronte molto attivo nella rivalutazione di Pio XII, e che, dall'altro lato, certi modi di fare e di pensare fascisti stiano riguadagnando popolarità e legittimità. Nonostante alcune voci più' caute o anche coraggiose, come quella dell'on. Fini, nella cultura politica italiana
- almeno come viene rappresentata attraverso i grandi mezzi di comunicazione - sembrano fortemente in regresso la matrice anticlericale e quella antifascista. Per gli ebrei in Italia sembra aprirsi una nuova stagione in cui si dovrà spiegare, negoziare, protestare, e se necessario, difendersi.
Roma: Lettera di Berlusconi a Presidente Comunità ebraica, Riccardo Pacifici
Roma, 16 ott -
Il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi ha inviato una lettera al presidente della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici, "Caro presidente - esordisce la lettera di Berlusconi - è con particolare emozione che quest'anno ricordiamo la tragedia della deportazione degli ebrei romani, poiché proprio nell'autunno di 70 anni or sono l'Italia conosceva la vergogna della promulgazione delle leggi antiebraiche".
"L'approvazione delle leggi razziali privava l'Italia - prosegue il premier nella lettera - del contributo essenziale di intellettuali, scienziati, artisti che rappresentavano motivo di orgoglio nazionale e che avevano fattivamente contribuito alla crescita culturale ed economica del nostro paese. Al sacrificio delle menti fece seguito, cinque anni più tardi, il sacrificio di tante vite umane di cui molte strappate alla città di Roma".
"Penso che sia mio dovere e dovere di tutti gli italiani ricordare oggi tutte le vittime della deportazione e il ruolo decisivo che gli ebrei hanno sempre svolto nella società italiana".

Roma: Pacifici, presenterò a Fini dossier su siti xenofobi
Roma, 16 ott -
"Ci sono dei siti internet pieni di odio contro tutti, soprattutto contro gli immigrati
- ha affermato Riccardo Pacifici, Presidente della Comunità ebraica di Roma, in occasione del sessantacinquesimo anniversario della deportazione degli ebrei romani ad Auschwitz - bisogna salvaguardare le comunità più deboli e non si tratta della comunità ebraica. Speriamo che le autorità competenti avviino subito indagini in merito".
"Oggi presenterò al presidente della Camera, Gianfranco Fini,- ha continuato Pacifici- un dossier sui siti internet xenofobi, sperando che vi sia una adeguata azione legislativa in merito".
Per qualunque contatto si può scrivere a: desk@ucei.it .
Per quanto invece riguarda l'attivismo sionista ti segnalo questo:
http://groups.msn.com/goodmorningmsn/general.msnw?action=get_message&mview=0&ID_Message=2473&LastModified=4675682877361135589
Il KKL(acronimo di Keren Kayemeth leIsrael)è un'associazione ebraica che si occupa di raccogliere fondi tra le comunità ebraiche del mondo per sostenere Israele a livello "operativo"(costruzione edifici,finanziamenti,costruzione villaggi ecc...)

Antonio Caracciolo ha detto...

Si, in effetti, vi è di che riflettere ed allarmarsi. Sono però stanco di commentare ogni frase di Pacifici, Di Segni e simili personaggi che sembrano avere in pugno questo paese, grazie anche a politici demagoghi e irresponsabili che sembrano averglielo consegnato.

Anonimo ha detto...

Hai ragione Antonio, ma cosa mi dici dello sforzo delle lobbies americane di "infiltrarsi" in Italia? Dai un'occhiata qui:
http://groups.msn.com/arsenaleantifascista/general.msnw?action=get_message&mview=0&ID_Message=37782&LastModified=4675694355727313017 .
In particolare il MEMRI è molto potente, tra i suoi iscritti ha numerosi giornalisti e politici(anche ai più alti livelli), oltre a numerosi militari del Pentagono(anche questi ai più alti livelli).

Antonio Caracciolo ha detto...

Ho letto quanto mi hai segnalato e che mi resta da studiare. Tuttavia, ti dico ciò che mi è subito venuto in mente. Le espressioni riportate ed improntate ad invocazioni a Dio, sia pure al dio dei musulmani, mi ha fatto pensare ad una scena del filmato di Moore Farehnight 9/11, quando un’anziana signora disperata, una madre, si rivolge con tutta la forza della sua anima e della sua disperazione ad Allah, chiedendogli perché sia stata da lui abbandonata, perché non renda giustizia e punisca chi deve essere punito per i crimini compiuti. Sono in effetti crimini che tolgono tutto l’onore ad ogni idea letteraria di guerra alla quale siamo stati abituati nei banchi di scuola, a cominciare dalla poesia di Omero. Comprendo come in simili tragedie l’idea di Dio e della sua giustizia sia un bisogno cui aggrapparsi. Si spiega per questa via come la nozione di amico/nemico si rivesta delle forme della religione. Si spiega la propaganda antislamica che pensa di colpire la religione islamica, quando invece occorrerebbe scendere alle radici del conflitto politico.

Mi rendo poi conto della complessa ragnatela di organizzazioni mediatiche e propagandistiche che accompagnano questa querra, che è in primo luogo una guerra “ideologica” che in un certo senso combattiamo noi tutti, anche io sedendo alla mia scrivania. Ma sono solo e non organizzato. Ciò che mi ha spinto fin dall’inizio è stato una spontanea acquisizione di consapevolezza ed un moto di indignazione. Per l’esattezza tutto è incominciato da un attacco di «Informazione Corretta» che ha riportato la mia attenzione sui temi di cui ora scrivo. Mi auguro che le campagne di diffamazione fruttino a costoro un numero crescente di nemici che, in senso figurato ben inteso, possano seppellirli: per ogni pietra da loro scagliata nasca loro un nemico disposto e capace di combatterli.

Occorre però che le coscienze così ridestate sappiano trovare una loro unità ed un efficace coordinamento, sapendo che occorre vigilare non solo dagli attacchi esterni ma anche dalle insidie interne, anche interne al proprio animo: il peggiore nemico si nasconde dentro noi stessi.