Come «Informazione Corretta» e altri media denigrano quanti criticano il sionismo, Israele e gli Stati Uniti: Arbour - Blondet - Burg - Caio - Cardini - Carter - De Giovannangeli - D’Orsi - Facci - Finkelstein - Giorgio - Morgantini - Odifreddi - Paci - Pannella - Pappe - Romano - Sabahi - Sand - Spinelli - Stabile - Storace - Tizio - Vattimo -
Cosa si intende qui per Israel Lobby?
«Una coalizione informale di individui e gruppi che cerca di influenzare la politica estera americana in modo che Israele ne tragga beneficio»
(Mearsheimer e Walt, La Israel Lobby, cit., 4).
Ed in Italia come stanno le cose?
Stiamo cercando di scoprirlo!«Esistono due distinti meccanismi che impediscono alla realtà del conflitto israelo-palestinese di essere giustamente divulgata, e sono i due bavagli con cui i leader israeliani, i loro rappresentanti diplomatici in tutto il mondo, i simpatizzanti d’Israele e la maggioranza dei politici, dei commentatori e degli intellettuali conservatori di norma zittiscono chiunque osi criticare pubblicamente le condotte dello Stato ebraico nei Territori Occupati, o altri aspetti controversi della storia e delle politiche di quel Paese. Il primo bavaglio è l’impiego a tutto campo dei gruppi di pressione ebraici, le cosiddette lobby, per dirottare e falsificare il dibattito politico sul Medioriente (negli USA in primo luogo); il secondo è l’accusa di antisemitismo che viene sempre lanciata, o meglio sbattuta in faccia ai critici d’Israele» (P. Barnard, Perché ci odiano, p. 206).
Come «Informazione Corretta» e altri media presentano Israele, il Medio Oriente e la Palestina: Allam - Battista - Bordin - Buffa - Colombo - Diaconale - Fait - Ferrara - Frattini - Israel - Livni - Loewenthal - Nirenstein - Ostellino - Ottolenghi - Pacifici - Pagliara - Panella – Pezzana - Polito - Prister - Santus - Volli
Ricerche correlate:
1. Monitoraggio di «Informazione Corretta»: Indice-sommario. – 2. Osservatorio sulle reazioni a Mearsheimer e Walt. – 3. La pulizia etnica della Palestina. – 4. Boicottaggio prossimo venturo: la nuova conferenza di Durban prevista per il gennaio 2009. – 5. Teoria e prassi del diritto all’ingerenza. – 6. Per una critica italiana a Daniel Pipes. – 7. Letteratura sionista: Sez. I. Nirenstein; II. Panella; III. Ottolenghi; IV. Allam; V. Venezia; VI. Gol; VII. Colombo; – 8. La leggenda dell’«Olocausto»: riapertura di un dibattito. – 9. Lettere a “La Stampa” su «Olocausto» e «negazionismo» a seguito di un articolo diffamatorio. – 10. Jürgen Graf: Il gigante dai piedi di argilla. – 11. Carlo Mattogno: Raul Hilberg e i «centri di sterminio» nazionalsocialisti. Fonti e metodologia. – 12. Analisi critica della manifestazione indetta dal «Riformista». – 13. Controappello per una pace vera in Medio Oriente. –
Versione 1.0
Status: 27.7.08
Sommario: 1. Marco Pannella critico di Bush e Israele. – 2. Bush volle la guerra. – 3. Il disatroso tradimento della verità da parte di Bush. – 4. Cosa contiene l’archivio di IC su Marco Pannella. – 5. Intervento di Marco Pannella ad un convegno leccese: il diritto naturale fondato sul diritto positivo.
Marco Pannella è l'unica persona che io stimi in ambiente radicale. Del resto, dire radicali è lo stesso che dire Marco Pannella. Se non delle “protesi” tutti gli altri da lui formati non hanno ancora superato il maestro. Almeno così a me sembra. Se veramente padre Pannella porterà le sue truppe in una critica feroce di Bush, uomo che certamente ha operato un colpo di stato rispetto al tradionale impianto della costituzione americana, assisteremo ad una serie di divorzi. La Israel lobby italiana attaccherà Pannella Marco. Ma sarò difficile dargli dell‘antisemita o dell’odiatore di se stesso. Credo che dentro la sua stessa casa vi saranno molti che non accoglieranno l’appello implicito in questa lotta. Lo abbandoneranno considerandolo ormai affetto da senilità. La cosa mi dispiace ed io comunque starò dalla sua parte, per quel che può servire. Sono queste mie deliberate previsioni su uno scenario che io mi immagino. Ne scrivo prima per vedere se una volta tanto ci azzecco con le previsioni.
1. Marco Pannella critico di Bush e di Israele. – Se si clicca sul link si accede al palinsesto di radio radicale del 22 giugno 2008. Andando poi alla conversazione settimanale di Pannella con Bordin, minuto 53 a 59 circa, si possono ascoltare affermazioni interessanti di Marco Pannella da me condivisibile un buona parte. Per domenica prossima annuncia altre dichiarazioni critiche su Israele. Mi chiedo quali possono essere le conseguenze logiche e politiche di simili dichiarazioni, se mai saranno portate avanti. La mia curiosità è altissima. Ma non posso fare altro che aspettare e vedere se succede qualcosa.
2. Bush volle la guerra. – Cercando su Google News l’unica eco che si trova alla dichiarazione radiofonica di Pannella su Bush è su Agenzia radicale, dove ho lasciato un mio commento incredulo. Per adesso è l’unico commento che vi si trovi, ma se ve saranno altri non mi impegnerò in una polemica. Con questo caldo non è proprio il caso. Dalla stesso link si apre una porta per una nota ad un testo dello stesso genere.
3. Il disastroso tradimento della verità del presidente Bush. – Sono estremamente interessanti le dichiarazioni di Pannella su Bush, ma mi sembra una voce nel deserto. Se ad incominciare da Bordin, veramente le affermazioni di Pannella fossero state prese sul serio, radio radicale non sarebbe un bollettino sionista. Temo che le affermazioni di Pannella restino isolate e senza conseguenza. Ma è interessante documentare questo isolamento ovvero le reazioni, se ve ne saranno, se non si adotterà la tecnica mediatica del silenzio.
4. Cosa contiene l’archivio di IC su Marco Pannella. – Si trovano al momento solo quattro ritorni. Per lo più sulla scriteriata e strampalata idea pannelliana di includere Israele nell’Unione Europea. Il genio è dei folli. La follia è in questa stranissima idea, assolutamente non condivisibile, almeno finché Israele è e resta quella che conosciamo. Se anziché al “doppio stato” con cunicoli sotterranei per le comunicazioni fra i palestinesi, si giungesse all'unica soluzione politicamente praticabile, cioè lo Stato Unico senza apartheid, forse forse si potrebbe considerare un Israele dentro la UE - ben diversa da quella nullità politica che è oggi – ed includendo almeno tutti i paesi sulle sponde del Mediterraneo. Ma questa è fantapolitica. Mancano significativamente nell’Archivio di ICle dichiarazioni di Marco Pannella su Priebe, quando richiamandosi ad un giudizio di Elio Toaff, ripeteva: ma lasciatelo morire in pace!
È pero interessante trovare un redazionale questa volta firmato da Angelo Pezzana, del 2003, dove si dichiara fermamente contraria a questa proposta radicale con l’esilarante affermazione che essendo Israele uno stato “democratico” proprio per questo non potrebbe mai entrare a far parte dell’UE, che è chiaramente antidemocratica. Israele rischierebbe di venir condannata per violazione dei diritti umani come è già avvenuta innumerevoli volte da parte dell’ONU e di altre organizzazioni internazionali. Probabilmente, anzi certamente dalla Unione Europea verrebbero chiesti adempimenti non discriminatori verso i palestinesi o altre minoranze che i caparbi sionisti non accettebbero mai. Pezzana mantiene in fermo ma rispettoso dissenso come mai in altri casi. Evidentemente in ricordo di quando da Radio radicale teneva la sua rubrica omosessuale del Fuori, da dove ricordo gli insulti che piovevano sull’universo mondo, in particolare le invettive su Giano Accame, che ancora ricordo.
5. Intervento di Marco Pannella ad un convegno leccese: il diritto naturale fondato sul diritto positivo. – Sono stanco, ma intendo qui fissare alcuni appunti che mi riservo di sviluppare in seguito. Andando al link e quindi ascoltando l'intervento di Pannella, quasi a conclusione, si nota una tesi sorprendente. Perfino i due teologi che hanno parlato sono stati più realisti di Pannella riguardo al concetto di democrazia, notandone la storicità del senso e la sua contestualizzazione. Ebbene, Pannella riprendendo i loro interventi ha sostenuto la tesi che la democrazia (senza ulteriori definizioni) sarebbe un “diritto naturale” da riconoscere come tale. Quindi la sua concreta attuazione e definizione deve essere ricercata nel diritto positivo. Normalmente, un positivista non conosce di nessun diritto naturale. È una sorta di concezione teocratica della politica, dove al centro viene posto un indefinibile diritto naturale alla democrazia. In realtà, il tutto finisce con l’essere una fragile giustificazione di quel diritto all’intervento che Pannella ammette in linea di principio, salvo poi a criticare la rudezza e brutalità di un Bush.
(segue)
1. Marco Pannella critico di Bush e di Israele. – Se si clicca sul link si accede al palinsesto di radio radicale del 22 giugno 2008. Andando poi alla conversazione settimanale di Pannella con Bordin, minuto 53 a 59 circa, si possono ascoltare affermazioni interessanti di Marco Pannella da me condivisibile un buona parte. Per domenica prossima annuncia altre dichiarazioni critiche su Israele. Mi chiedo quali possono essere le conseguenze logiche e politiche di simili dichiarazioni, se mai saranno portate avanti. La mia curiosità è altissima. Ma non posso fare altro che aspettare e vedere se succede qualcosa.
2. Bush volle la guerra. – Cercando su Google News l’unica eco che si trova alla dichiarazione radiofonica di Pannella su Bush è su Agenzia radicale, dove ho lasciato un mio commento incredulo. Per adesso è l’unico commento che vi si trovi, ma se ve saranno altri non mi impegnerò in una polemica. Con questo caldo non è proprio il caso. Dalla stesso link si apre una porta per una nota ad un testo dello stesso genere.
3. Il disastroso tradimento della verità del presidente Bush. – Sono estremamente interessanti le dichiarazioni di Pannella su Bush, ma mi sembra una voce nel deserto. Se ad incominciare da Bordin, veramente le affermazioni di Pannella fossero state prese sul serio, radio radicale non sarebbe un bollettino sionista. Temo che le affermazioni di Pannella restino isolate e senza conseguenza. Ma è interessante documentare questo isolamento ovvero le reazioni, se ve ne saranno, se non si adotterà la tecnica mediatica del silenzio.
4. Cosa contiene l’archivio di IC su Marco Pannella. – Si trovano al momento solo quattro ritorni. Per lo più sulla scriteriata e strampalata idea pannelliana di includere Israele nell’Unione Europea. Il genio è dei folli. La follia è in questa stranissima idea, assolutamente non condivisibile, almeno finché Israele è e resta quella che conosciamo. Se anziché al “doppio stato” con cunicoli sotterranei per le comunicazioni fra i palestinesi, si giungesse all'unica soluzione politicamente praticabile, cioè lo Stato Unico senza apartheid, forse forse si potrebbe considerare un Israele dentro la UE - ben diversa da quella nullità politica che è oggi – ed includendo almeno tutti i paesi sulle sponde del Mediterraneo. Ma questa è fantapolitica. Mancano significativamente nell’Archivio di ICle dichiarazioni di Marco Pannella su Priebe, quando richiamandosi ad un giudizio di Elio Toaff, ripeteva: ma lasciatelo morire in pace!
È pero interessante trovare un redazionale questa volta firmato da Angelo Pezzana, del 2003, dove si dichiara fermamente contraria a questa proposta radicale con l’esilarante affermazione che essendo Israele uno stato “democratico” proprio per questo non potrebbe mai entrare a far parte dell’UE, che è chiaramente antidemocratica. Israele rischierebbe di venir condannata per violazione dei diritti umani come è già avvenuta innumerevoli volte da parte dell’ONU e di altre organizzazioni internazionali. Probabilmente, anzi certamente dalla Unione Europea verrebbero chiesti adempimenti non discriminatori verso i palestinesi o altre minoranze che i caparbi sionisti non accettebbero mai. Pezzana mantiene in fermo ma rispettoso dissenso come mai in altri casi. Evidentemente in ricordo di quando da Radio radicale teneva la sua rubrica omosessuale del Fuori, da dove ricordo gli insulti che piovevano sull’universo mondo, in particolare le invettive su Giano Accame, che ancora ricordo.
5. Intervento di Marco Pannella ad un convegno leccese: il diritto naturale fondato sul diritto positivo. – Sono stanco, ma intendo qui fissare alcuni appunti che mi riservo di sviluppare in seguito. Andando al link e quindi ascoltando l'intervento di Pannella, quasi a conclusione, si nota una tesi sorprendente. Perfino i due teologi che hanno parlato sono stati più realisti di Pannella riguardo al concetto di democrazia, notandone la storicità del senso e la sua contestualizzazione. Ebbene, Pannella riprendendo i loro interventi ha sostenuto la tesi che la democrazia (senza ulteriori definizioni) sarebbe un “diritto naturale” da riconoscere come tale. Quindi la sua concreta attuazione e definizione deve essere ricercata nel diritto positivo. Normalmente, un positivista non conosce di nessun diritto naturale. È una sorta di concezione teocratica della politica, dove al centro viene posto un indefinibile diritto naturale alla democrazia. In realtà, il tutto finisce con l’essere una fragile giustificazione di quel diritto all’intervento che Pannella ammette in linea di principio, salvo poi a criticare la rudezza e brutalità di un Bush.
(segue)
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