Come «Informazione Corretta» e altri media presentano Israele, il Medio Oriente e la Palestina: Allam - Battista - Bordin - Buffa - Bush - Colombo - Diaconale - Fait - Fourest - Foxman - Ferrara - Frattini - Israel - Lisistrata - Livni - Loewenthal - Meotti - Morris - Nirenstein - Ostellino - Ottolenghi - Pacifici - Pagliara - Palazzi - Panella – Pezzana - Polito - Prister - Rocca - Santus - Sfaradi - Shalev - Steinhaus - Tas - Volli
Come «Informazione Corretta» e altri media denigrano quanti criticano il sionismo, Israele, e gli Stati Uniti: Arbour - Blondet - Burg - Caio - Cardini - De Giovannangeli - D’Orsi - Facci - Finkelstein - Giorgio - Morgantini - Odifreddi - Paci - Pappe - Romano - Sabahi - Sand - Spinelli - Stabile - Storace - Tizio - Vattimo -
Devo la prima conoscenza del nome di Caroline Fourest alle pagine del recente libro di Tariq Ramadan su “Islam e libertà”, una lucida sintesi delle posizioni e del pensiero dello scrittore saggista così frequentemente attaccato forse proprio in ragione della chiarezza demistificante dei suoi scritti. Ho poi voluto fare una controprova di ciò che lo stesso Tariq scrive a p. 40 suo libro, cercando il nome Fourest nell’archivio di «Informazione Corretta». La ricerca ha prodotto risultati, dandomi un’ulteriore conferma della mia ipotesi di lavoro. Sembra evidente il nesso fra la propaganda sionista in Europa ed i movimenti islamofobi ed altrettanto evidente il conflitto mediatico in corso. Finché nelle società europee convivevano unicamente comunità ebraiche ben integrate e radicate, la cosiddetta Diaspora che Shomo Sand ha dimostrato essere una bufala storica, vi era una propaganda a senso unico, volta a dire tutto il male possibile dell’Islam e solamente del bene verso gli occupanti sionisti, che dal 1948 in poi con la copertura politica ed economica del cosiddetto Occidente hanno fondato e mantenuto in piedi il loro Stato come avamposto dell’Occidente. Tutto ciò è destinato fatalmente a modificarsi nel momento in cui sempre più numerosi cittadini musulmani si vanno integrando in Europa e sono in grado di fornire ai concittadini europei una verità diversa da quella per decenni divulgata dalla Diaspora. Si spiega così una letteratura islamofoba da Daniel Pipes a Caroline Fourest, a Udo Ulfkotte a Carlo Panella fino ai più bassi livelli di una Lisistrata. Secondo Ulfkotte: «Lo scopo di Israele è di creare un'immagine dei musulmani come di una minaccia incontrollabile che non può essere integrata nelle società occidentali» (vedi in Blondet e qui). I conti sembrano tornare ed i fili intrecciarsi. Apriamo perciò una nuova scheda organicamente inserita nel nostro Monitoraggio volto ad individuare le connessioni della Israel Lobby.
Versione 1.0
Status: 6.10.08
Sommario: 1. Dialoghi impossibili e indesiderati. –
1. Dialoghi impossibili e indesiderati. – Andando al link si trova il testo di un’intervista a Caroline Fourest specializzata negli attacchi a Tariq Ramadan. L’intervista è congenialmente ripresa e gonfiata da «Informazione Corretta» insieme ad una dichiarazione di un giovane ebreo, Daniel Nahum, capo di una corrispondente associazione, il quale avrebbe voluto organizzare in Napoli un convegno sul «sionismo e la pace in Medio Oriente», dando per scontato che i due termini (sionismo e pace) siano conciliabili. Quanto poi al dialogo non è ben chiaro chi siano i dialoganti. Non lo possono certo essere parti irrimediabilmente in guerra da un centinaio d’anni (sionisti e palestinesi). Non si vuole chiaramente un simile dialogo impossibile, mentre se ne vuole impedire un altro certamente possibile ed auspicabile: fra gli immigrati islamici, ben integrati nelle nostre società, ed i cittadini europei, che possono finalmente sentire un’altra campana sui conflitti mediorientali e sulla natura dell’Islam. Sulle critiche della Forest a Tariq Ramadan, prese per oro colato dai «Corretti Informatori», è utile riportare per intero il brano di Tariq Ramadan su costei:
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(segue)
Cosa si intende qui per Israel Lobby?
«Una coalizione informale di individui e gruppi che cerca di influenzare la politica estera americana in modo che Israele ne tragga beneficio».
Ed in Italia come stanno le cose?
Stiamo cercando di scoprirlo!«Esistono due distinti meccanismi che impediscono alla realtà del conflitto israelo-palestinese di essere giustamente divulgata, e sono i due bavagli con cui i leader israeliani, i loro rappresentanti diplomatici in tutto il mondo, i simpatizzanti d’Israele e la maggioranza dei politici, dei commentatori e degli intellettuali conservatori di norma zittiscono chiunque osi criticare pubblicamente le condotte dello Stato ebraico nei Territori Occupati, o altri aspetti controversi della storia e delle politiche di quel Paese. Il primo bavaglio è l’impiego a tutto campo dei gruppi di pressione ebraici, le cosiddette lobby, per dirottare e falsificare il dibattito politico sul Medioriente (negli USA in primo luogo); il secondo è l’accusa di antisemitismo che viene sempre lanciata, o meglio sbattuta in faccia ai critici d’Israele» (P. Barnard, Perché ci odiano, p. 206).
Ricerche correlate:
1. Monitoraggio di «Informazione Corretta»: Indice-sommario. – 2. Osservatorio sulle reazioni a Mearsheimer e Walt. – 3. La pulizia etnica della Palestina. – 4. Boicottaggio prossimo venturo: la nuova conferenza di Durban prevista per il gennaio 2009. – 5. Teoria e prassi del diritto all’ingerenza. – 6. Per una critica italiana a Daniel Pipes. – 7. Letteratura sionista: Sez. I. Nirenstein; II. Panella; III. Ottolenghi; IV. Allam; V. Venezia; VI. Gol; VII. Colombo; – 8. La leggenda dell’«Olocausto»: riapertura di un dibattito. – 9. Lettere a “La Stampa” su «Olocausto» e «negazionismo» a seguito di un articolo diffamatorio. – 10. Jürgen Graf: Il gigante dai piedi di argilla. – 11. Carlo Mattogno: Raul Hilberg e i «centri di sterminio» nazionalsocialisti. Fonti e metodologia. – 12. Analisi critica della manifestazione indetta dal «Riformista». – 13. Controappello per una pace vera in Medio Oriente. –Devo la prima conoscenza del nome di Caroline Fourest alle pagine del recente libro di Tariq Ramadan su “Islam e libertà”, una lucida sintesi delle posizioni e del pensiero dello scrittore saggista così frequentemente attaccato forse proprio in ragione della chiarezza demistificante dei suoi scritti. Ho poi voluto fare una controprova di ciò che lo stesso Tariq scrive a p. 40 suo libro, cercando il nome Fourest nell’archivio di «Informazione Corretta». La ricerca ha prodotto risultati, dandomi un’ulteriore conferma della mia ipotesi di lavoro. Sembra evidente il nesso fra la propaganda sionista in Europa ed i movimenti islamofobi ed altrettanto evidente il conflitto mediatico in corso. Finché nelle società europee convivevano unicamente comunità ebraiche ben integrate e radicate, la cosiddetta Diaspora che Shomo Sand ha dimostrato essere una bufala storica, vi era una propaganda a senso unico, volta a dire tutto il male possibile dell’Islam e solamente del bene verso gli occupanti sionisti, che dal 1948 in poi con la copertura politica ed economica del cosiddetto Occidente hanno fondato e mantenuto in piedi il loro Stato come avamposto dell’Occidente. Tutto ciò è destinato fatalmente a modificarsi nel momento in cui sempre più numerosi cittadini musulmani si vanno integrando in Europa e sono in grado di fornire ai concittadini europei una verità diversa da quella per decenni divulgata dalla Diaspora. Si spiega così una letteratura islamofoba da Daniel Pipes a Caroline Fourest, a Udo Ulfkotte a Carlo Panella fino ai più bassi livelli di una Lisistrata. Secondo Ulfkotte: «Lo scopo di Israele è di creare un'immagine dei musulmani come di una minaccia incontrollabile che non può essere integrata nelle società occidentali» (vedi in Blondet e qui). I conti sembrano tornare ed i fili intrecciarsi. Apriamo perciò una nuova scheda organicamente inserita nel nostro Monitoraggio volto ad individuare le connessioni della Israel Lobby.
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Status: 6.10.08
Sommario: 1. Dialoghi impossibili e indesiderati. –
1. Dialoghi impossibili e indesiderati. – Andando al link si trova il testo di un’intervista a Caroline Fourest specializzata negli attacchi a Tariq Ramadan. L’intervista è congenialmente ripresa e gonfiata da «Informazione Corretta» insieme ad una dichiarazione di un giovane ebreo, Daniel Nahum, capo di una corrispondente associazione, il quale avrebbe voluto organizzare in Napoli un convegno sul «sionismo e la pace in Medio Oriente», dando per scontato che i due termini (sionismo e pace) siano conciliabili. Quanto poi al dialogo non è ben chiaro chi siano i dialoganti. Non lo possono certo essere parti irrimediabilmente in guerra da un centinaio d’anni (sionisti e palestinesi). Non si vuole chiaramente un simile dialogo impossibile, mentre se ne vuole impedire un altro certamente possibile ed auspicabile: fra gli immigrati islamici, ben integrati nelle nostre società, ed i cittadini europei, che possono finalmente sentire un’altra campana sui conflitti mediorientali e sulla natura dell’Islam. Sulle critiche della Forest a Tariq Ramadan, prese per oro colato dai «Corretti Informatori», è utile riportare per intero il brano di Tariq Ramadan su costei:
Alcuni mi chiedono perché suscito tante passioni e, a volte, tanto odio. A titolo d’esempio, citano il caso della “giornalista investigativa” Caroline Fourest, che in un libro avrebbe avrebbe analizzato “oggettivamente” i miei testi e i miei discorsi. A parte gli errori fattuali, a decine, in esso contenuti, e le numerosissime citazioni false o tagliate (che il lettore, purtroppo, non ha il tempo di verificare) è opportuno ricordare che dietro questa “giornalista” si nasconde, in realtà, un’attivista con ben quattro delle caratteristiche di cui ho parlato più sopra: propugna una laicità molto dogmatica e antireligiosa; sostiene un femminismo occidentale intollerante e paternalista; difende, in quanto lesbica, i diritti degli omosessuali, criticando le religioni che, a suo avviso, li mettono in pericolo; è una militante, infine, del sionismo più cieco a sostegno della politica israeliana. Tutte queste posizioni ideologiche (che si aggiungono alle opinioni personali) bastano a spiegare l’origine oggettiva dell’odio della Fourest nei miei confronti.Per conto nostro leggendo dal link di «Informazione Corretta» mi chiedo chi per Carolina meriterebbe la patente di interlocutore credibile dell’Islam, credibile chiaramente per lei. Forse Magdi Allam, che divenuto Cristiano non dovrebbe più avere a che fare niente con l’Islam, ammesso e non concesso che trovi credito nella nuova religione così platealmente abbracciata e su cui tenta di lucrare, scrivendo libri per narrare agli interessati la sua conversione. Forse è più credibile un tal Abdul Palazzi? Tutto da ridere! O quel Tizio di cui non ricordo il nome, ma che fu subito preso in affitto da Daniela Santus per delle confererenze ai suoi studenti? Un Tizio che per organizzare il libero dissenso nei paesi islamici aveva presentato il conto di un miliardo di dollari. Mi sembra assurdo e per nulla “oggettivo” pretendere interlocutori privilegiati che corrispondano ai nostri pregiudizi o ai nostri interessi. Ogni persona di normale buon senso e cultura dovrebbe essere in grado di valutare la credibilità e rappresentatività dei suoi interlocutori. Quanto poi al fatto che – secondo quanto si legge – a Ramadan sia stato ritirato il passaporto per delle semplici dichiarazioni, basta ricordare che la vita in Francia è piuttosto difficile per gli stessi cittadini francesi che si azzardino a pensare fuori dai binari consentiti: Faurisson e Morin insegnano! È da aggiungere infine che il sionismo, anche facendo ricorso al danaro, spinge alla promozione di un collaborazionismo funzionale ai suoi scopi. I meno credibili e affidabili sono proprio o collaborazionisti. Anche inutili in quanto basta sentire direttamente i loro finanziatori e ispiratori.Tariq Ramadan,
Islam e libertà,
Torino, Einaudi, 2008, pp. 39-40
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(segue)
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