La nozione di “diritti umani” è stata da me criticata a più riprese sotto il profilo strettamente scientifico. Al pari di quella che fu alla viglia della rivoluzione francese la nozione di eguaglianza ritingo che si tratti di un concetto “polemico” per contrastare tutte le situazioni dove non esiste eguaglianza, o almeno un’eguaglianza eticamente richiesta dai progressi dello spirito umano, oppure nel caso dei “diritti umani” il rispetto di elementari principi di equità ed umanità. La mia critica scientificva al concetto di “diritto umano” ed al suo uso non significa in alcun modo che sono un fautore della loro violazione o di ogni principio e pratica di lesa umanità. Per suo natura il “diritto” (senza altro aggettivo) non può che essere “umano” nelle condizioni storicamente date date di civiltà giuridica, non esistendo un diritto “animale”, “vegetale” o “minerale”. Il giudice Pillay è chiamato in una posizione difficile a vigilare sulla violazione dei cosiddetti “diritti umani”, la cui maggiore violazione viene fatta proprio dalle potenze istitutive dell’ONU. Nelle intenzioni dei suoi fondatori questa istituzione, come già la Società delle Nazioni, avrebbe dovuto essere uno strumento della loro egemonia o delle loro azioni coperte. Sembra però che la creatura sia sfuggita loro di mano e che non si mostri sempre docile. Da qui una campagna di delegittimazione a favore di una istuenda ed assai dubbia “Lega delle Democrazie” che dovrebbe offrire maggiori garanzie di docilità.
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Sommario: 1. Louise Arbour lascia il posto a Navanethem Pillay. – 2. Non è cosa certa. – 3. La nomina è ufficiale. – 4. Ringraziamento a Louise Arbour per la sua condotta irreprensibile. – 5. Ci siamo: me lo aspettavo. – 6. Dimitri e l’Opinione non potevano mancare. – 7. Guantanamo. – 8. La situazione in Congo. – 9. Aggiornamenti sulla Pillay. – 10. La millesima volta che suonano lo stesso disco. – 11. Fiammetta davanti alla Pillay. –
1. Louise Arbour lascia il posto a Navanethem Pillay. – Le preziose Google alerts mi recano una nuova interessante che riporto integralmente:
Il segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon si appresta a nominare domani il giudice sudafricano Navanethem Pillay nuovo Alto commissario per i diritti umani al posto della canadese Louise Arbour. Ne hanno dato notizia fonti diplomatiche del Palazzo di Vetro. Pillay è attualmente uno dei giudici della Corte Penale internazionale dell’Aja. La Arbour aveva fatto sapere già a marzo che non avrebbe cercato un secondo mandato di quattro anni a Ginevra. (AGI) - New York, 17 luglio .È da dire che Louise Arbour era già sotto il tiro della Israel Lobby. Non possiamo sapere se ha prevalso l’intimidazione o effettivamente Louise era stanca del primo mandato e in via del tutto autonoma fosse già intenzionata a non coprire un secondo mandato. La nostra scheda continuerà a raccogliere su di lei tutte le notizie pertinenti e se ci sarà possibile cercheremo un contatto diretto. Ci resta il dubbio che sui suoi motivi possano avere influito gli ignobili attacchi di cui è stata fatto oggetto. Il curriculum di chi gli succede sembra di tutto rispetto e noi apriremo subito una scheda su di lui, naturalmente non un fascicolo alla Mossad o alla CIA, ma un pubblico osservatorio che funge da raccolta di tutte le notizie pubbliche che grazie ai motori di ricerca si possono attingere dalla Rete. Le notizie così raccolte avranno il valoro aggiunto del nostro commento e delle nostre osservazioni ovvero verranno messe criticamente a confronto con altre notizie attinte allo stesso modo. Ricordo che di recente una commissione di dieci persone del Sud Africa ha visitato Israele, trovando qui una situazione di gran lunga peggiore di quella mai esistita nella terra dell’Apartheid: l’Israele di oggi è qualcosa di peggio del Sud Africa di ieri.
2. Non è cosa certa. – Ricevo un’altra Google alert, dove a differenza della precedente non appare affatto certo che la Pillay venga nominata al posto della uscente Arbour. Ne riporto integralmente la nota di agenzia:
ONU: AVVOCATESSA SUDAFRICANA SARA' PROSSIMO COMMISSARIO PER DIRITTI UMANIDubito che le ragioni dell’opposizione degli USA siano quelle indicate. Mi pare più facile che vi sia lo zambino di Israele e della lobby, che possono non sentirsi sicuri con una candidata che viene dal Sud Africa e sa bene cosa è l’apartheid. Si aggiunga la notizia della recente visita in Israele di una commissione dal Sud Africa. Un candidato pakistano o argentino potrebbe essere più facilmente gestibile. L’aver dato per acquisita la nomina della Pillay che non sia stato un modo per bruciarla secondo una collaudata tecnica? Vedremo! Siamo in attesa delle prossime notizie.
New York, 18 lug. - (Adnkronos) - Dovrebbe essere l'avvocatessa sudafricana Navanethem Pillay il successore di Louise Arbour come commissario per i Diritti umani delle Nazioni Unite. Ne hanno dato notizia fonti del Palazzo di Vetro, secondo cui la nomina dovrebbe essere ufficializzata a New York in giornata. Nata in una famiglia di origine Tamil, la Pillay è stata la prima donna non bianca a diventare giudice dell’Alta corte del Sudafrica nel 1995, dopo le prime elezioni democratiche nel Paese l'anno precedente e dopo la fine dell'apartheid. Oltre a lei, che appare la favorita nella 'short list' presentata al segretario generale dell'Onu Ban Ki moon, nonostante l'opposizione degli Stati Uniti irritati per l'atteggiamento del Sudafrica nella crisi dello Zimbabwe, sono candidati la pachistana Hina Jilani e l'argentino Juan Mendez. Per quattro anni presidente della Corte internazionale per il Ruanda, la Pillay al momento è uno dei giudice della Corte penale internazionale dell'Aja.(Ses/Gs/Adnkronos)
18-LUG-08 17:24
3. La nomina è ufficiale. – Il curriculum della Pillay lascia prevedere che Israele avrà un giudice attento a ciò che succede nell’«unica» democrazia del Medio Oriente. Chissà che lo Stato ebraico non abbia pensato di contrapporle come ambasciatrice ONU un’altra donna che succede al Gillarman che ha lanciato il suo lugubre canto del cigno contro i due soldati italiani rei di aver fatto deferente saluto a feretri coperti da bendiere. Stando al suo curriculum la Pillany potrebbe dare non meno fino da torcere.
4. Ringraziamento a Louise Arbour per la sua condotta irreprensibile. – Il pubblico ringraziamento per il lavoro di Louse Arbour come predecessore nella carica di Alto Commissario potrebbe essere un segnale. La condotta della Arbour è definita come “irreprensibile”, ma sappiamo che da Israele era partita una campagna di diffamazione e resta il sospetto che la non ricandidatura possa essere stato il risultato di pressioni. Resta da vedere come si muovera la Pillay. Vedremo se continuerà la linea Arbour, in particolare per il Durban II, o cambierà registro.
5. Ci siamo: me lo aspettavo. – Non so al momento chi si celi dietro il link, ma ho notato un lungo elenco di ciò che secondo un tal Hillel C. Neuer, direttore di una ONG, il nuovo Commissario dovrebbe fare e ciò che invece non dovrebbe fare: un lungo giro del mondo evitando Israele. Fra le cose che assolutamente non dovrebbe fare è ripetere l’esperienza di Durban I, quando Israele stava per essere condannata ancora una volta per razzismo. La Arbour era stata attaccata dalla Livni per indurla a non ripresesentarsi. Si sperava evidentemente di avere un successore più malleabile. Quanto alle ONG si tratta di organizzazioni finanziate dalla UE e fra queste abbondano quelle di orientamento filoisraeliano. Una ONG non è l’ONU, ma un’associazione privata dietro cui si può nascondere di tutto. Il caso comunque è da seguire in tempo reale. È quello che intendo fare con l’aiuto dei motori di ricerca. Dal TG è perfettamente inutile aspettarsi lumi al riguardo, magari da un Claudio Pagliara. Dimenticavo. Manco a farla apposta la Pillay a Durban, località del Sud Africa, ci è proprio nata! La notizia di qualche giorno fa secondo cui la condotta della Arbour viene giudicata “irreprensibile” è un segnale, che forse qualcuno ha già raccolto. Come sospettavasi le notizie or ora raccolte grazie a internet, formidabile invenzione, confermano le nostre ipotesi. La UN Watch è un gruppo lobbistico filoisraeliano e Hillel C. Neur il suo Direttore. I conti tornano come due più due fa quattro. La cosa è anche un poco divertente.
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6. Dimitri e l’Opinione non potevano mancare. – Una volta tanto non mi tocca stare dietro alle notizie, ma sono in grado di anticiparle. Ho potuto accorgermene appena la Livni ha incominciato ad attaccare Louise Arbour, di cui si temeva la ricandidatura. Ai primi di settembre del 2001 è mancato poco che Israele venisse condannato pesantemente per razzismo, equiparando sionismo e razzismo con buona pace del nostro presidente Napolitano. Da pù parti ci si è mossi e ci si muove per tempo allo scopo di boicottare Durban II. Figuriamoci se in questa operazione poteva mancare un propagandista fazioso come Dimitri Buffa o l’apporto di Diaconale, personaggi con un loro peculiare modo di intendere i diritti umani. Ci limitiamo qui a registrare il link senza entrare in un’analisi del testo.
7. Guantanamo. – È la prima conferenza stampa del nuovo Commissario ONU per i diritti umani. Il tema è la condizione dei detenuti nel mondo. Fra questi detenuti una particolare attenzione è riservato a quelli che si trovano a Guantanamo. È da chiedersi se i riflettori saranno puntati anche su Israele.
8. La situazione in Congo. – Pare vi siano stati abusi da parte delle truppe Onu. Immediata la denuncia da parte della Pillay. Terremo nota in questo paragrafo dell’evolvere della situazione. Pillay accusa i soldati congolesi di abusi e saccheggi.
9. Aggiornamenti sulla Pillay. – Eravamo rimasti all’incirca il punto della storia in cui il boicottaggio di Israele ha indotto il precedente Commissario ONU per i diritti umani, cioè Louise Arbour, a non ricandidarsi. Gli attacchi – ne ricordiamo uno di Giorgino – contro la Arbour erano una consegna data alla Lobby delle Diaspore. Alla Arbour è succeduta la Pillay. I nostri “amici” sono almeno contenti di questo nuovo Commissario? Macché! Non gliene sta bene uno! Ed allora è il caso di ricordare Bernard Lazare, quando nel suo classico libro sulla storia dell’antisemitismo nel corso dei millenni, ne conclude che la causa debba essere ricercata negli ebrei stessi. Siamo certi che se si succederanno cento Commissari non ve ne sarà uno che stia loro bene, a meno che con i loro sperimentati talenti non riescano a mandare magari qualcuno di «Informazione Corretta» a fare il Commisario ONU per i diritti umani.
10. La millesima volta che suonano lo stesso disco. – Esiste in Israele un apposito ministero dove vengono ammaestrati quanti all’estero devono difendere l’immagine di Israele, il cui calo di popolarità sembra in caduta verticale dopo “Piombo Fuso” e dopo il rapporto Goldstone. Non si riuscirebbero a capire commenti idioti come quelli che si legge, cliccando sul link, se non si dà per provato e scontata una diretta filiazione dai servizi di propaganda israliani, facili da identificare se riferibili ai “Corretti Informatori”, ma meno facili quando recano firme di giornalisti che pubblicano sui maggiori quotidiani. Il loro nome può essere del tutto sconosciuto e quindi non valutabile per la deontologia che vi è dietro. Resta l’oggettività di ciò che viene scritto e la valutazione non può che farsi sul merito. L’argomento tipico qui utilizzato è quello da me espresso più volte con l’uso della metafora del vigile urbano che ti sorprende in flagrante violazione del codice della strada. Per sottrarti alla multa l’automobilista risponde stoltamente: anche quello lo ha fatto, così fan tutti, ecc., ma il vigile implacabile: io vedo qui te ed ho colto te adesso in flagrante. A parte questo, la violazione in Israele dei diritti umani è oggettivamente più grave, “unica”, che non altrove e da qui discende un deficit insanabile di legittimità. Naturalmente, può ben succedere che prevalga il sopruso, la violenza, la pulizia etnica, il genocidio. Ma chi ha mai detto che la giustizia è cosa di questo mondo? Ma è per questo che dovremmo violentare anche la nostra coscienza morale chiamando diritto il torto e torto il diritto? Il sionismo ha introdotto nei nostri paesi la più grave forma di corruzione morale che forse si sia mai conosciuta.
11. Fiammetta davanti alla Pillay. – Un incontro che è un peccato aver perso. Spero ve ne sia la regsitrazione su radio radicale, che no frequento da tempo. Dichiariamo esaurita la nostra critica a Fiammetta, un «colona isrealiana nel parlamento italiano», come è stata definita credo con fondamento. Sarebbe stato però uno spettacolo ad un tempo deprimente e divertente, aver potuto assistere alla diretta. Non ne abbiamo adesso il tempo, ma ci riserviamo una ricerca al riguardo.
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