venerdì 25 luglio 2008

Il caso Siné, noto vignettista francese incappato nell’accusa rituale di antisemitismo

Casi: Allam - Barnard - Herman - Fabiani - Siné - Ulfkotte -

Versione 1.6
Status: 5.8.08

Sembra che dobbiamo occuparci di un nuovo caso, quello di Maurice Sinet, celebre vignettista francese noto con lo pseudonimo Siné, da aggiungere ad una nostra apposita rubrica che richiede una nuova scheda in modo da poter seguire con ordine gli eventuali svolgimenti. Sono situazioni insidiose perché un “caso” nasce sulla scia di un evento che ha suscitato clamore e sensazione ed un caso non può mai essere uguale ad un altro. Molti apprendono per la prima volta nomi e circostanze. Si orientano poco alla volta e non senza equivoci e abbagli. I “casi” possono tuttavia essere molto istruttivi perché richiamano l’attenzione su realtà spesso trascurate dai canali ufficiali e consolidati dell’informazione, da cui occorre sistematicamente dubitare e diffidare perché sono un aspetto del regime. È sempre esistita una relazione privilegiata fra informazione e potere, dove spesso la verità ne esce sacrificata. Abbiamo finora dato notizia del caso Paolo Barnard, che ha aperto la serie, e ci è stato poi comunicato un caso Michele Fabiani, di cui non possiamo sempre dare aggiornamenti e per il quale rinviamo ad un apposito blog da altri gestito, giacché i “casi” nascono con una esplosione di notizie seguite da un silenzio altrettanto repentino. Servendoci delle Google Alerts noi cercheremo di mantenere un’informazione costante e di non abbandonare il “caso”. Accanto ai “casi” in senso proprio esistono poi in “non casi”, cioè dei casi che si tentano di montare ad arte per produrre effetti mediatici studiati a tavolino. È questo il falso caso Magdi Allam la cui chiacchierata “conversione” al cattolicesimo ha suscitato per qualche tempo una artificiosa attenzione. Resta a mio avviso il ridicolo che è a suo modo istruttivo per quanto sanno non dimenticare. La serie dei “casi” non ha cadenza regolare ed ogni nuovo evento che possa costituire un nuovo caso richiede una non comune capacità di discernimento. La nozione di “caso” qui adottata ha una connotazione sia positiva nel senso che si tratta di casi che richiedono la nostra solidarietà (Barnard, Fabiani, Herman, Siné) sia negativa nel senso che non richiedono la nostra circosperzione (Allam, Ulfkotte).

1. La maschera di Bernard-Henry Levy. – Non ci convince per nulla il dotto articolo di Bernard-Henry Levy il cui sionismo pare dichiarato ed evidente quanto non meno pronunciato del sospetto ed inatteso antisemitismo attribuito “oggettivamente” al vignettista francese. Ed è forse questo il punto debole del filosofo sionista. In diritto penale ha grande rilevanza l’elemento della consapevolezza del reato che si va a commettere. Vi è differenza notevole fra l’uccisione premedita di una persona e la morte assolutamente accidentale a lui provocata. Ed invece qui ci si dice che in Francia il reato di antisemitismo è “oggettivo” oltre ad essere malamente accostato ed equiparato al reato di “razzismo”. Uno può pronunciare o scrivere parole determinate che ove siano ascoltate da apposite associazioni come la LICRA sono sufficienti a produrre un’accusa davanti ad un tribunale. È successo per Edgar Morin. Si tratta a nostro avviso di un imbarbarimento del diritto che porta ad una situazione precedente la rivoluzione francese, quando esistevano categorie protette di sudditi e l’intera popolazione di Francia si divedeva nei tre stati della Nobiltà, del Clero e di ciò che rimaneva: il Terzo Stato. In pratica, la qualifica di “ebreo” produce una condizione privilegiata non concessa a nessun altro cittadino. In taluni casi documentati ciò produce perfino pensioni privilegiate, di “benemerenza”. Si tratta di un regime di privilegio che si basa su un regime di “terrore” nell’accezione che al termine dava Saint-Just: tutto cià che si oppone al regno della “virtù” deve essere distrutto ovvero represso. In Francia, decisamente non stanno bene e temo che presto in Italia con questo governo, ahimé da me votato, staremo ancora peggio in quanto a regime di libertà.

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2. Due pesi due misure. - Il link immette in un articolo di EffediEffe, dove si ha una buona informazione che consente di inquadrare la vicenda. A noi qui interessa sottolineare una vistosa differenza che in sé la dice lunga. L’editore francese quando si è trattato di fare quadrato intorno alle vignette che sbeffeggiavano l’Islam in nome delle nostre libertà di espressione non ha avuto tentennamenti. In effetti, si era trattato di vero e proprio oltraggio nel caso dell’Islam in quanto per i musulmani è già sacrilega la raffigurazione del Profeta, figuriamoci la sua caricatura satirica. Nel caso invece della lievissima allusione al carrierismo e opportunismo del giovane Sarko è stata davvero eccessiva la reazione ad una innocente battuta, che in condizioni normali viene ignorata dai diretti interessati. È proprio il caso di dire: due pesi due misure con molta ipocrisia.

3. In duemila fustigano il servilismo di Philippe Val. – Non poteva mancare per un vignettista come Siné un appello di solidarietà, che ha raccolto 2000 firme di intellettuali francesi, indignati per la decisione di Philippe Val che in palese contrasto con il comportamento tenuto nella ripubblicazione delle vignette blasfeme ritenute offensive dagli islamici. Tra i firmatari della petizione, i disegnatori Willem, Pétillon, Philippe Geluck, il filosofo Michel Onfray e l’umorista Guy Bedos. Mi chiedo e mi auguro è se il “caso” avrà insegnerà qualcosa e produrrà qualche effetto. I “casi” servono per fare maturare le situazioni e produrre una svolta. Con Dreyfus si aprì un caso la cui storia ben conosciamo. Con Siné si aprirà qualcosa, magari un piccolo spiraglio su una situazione francese alquanto asfittica? Gli intellettuali francesi sanno solo firmare appelli o sanno creare anche un movimento? Aspettiamo lo svolgersi degli eventi.

4. La stampa francese. – Diamo qui di seguito una breve rassegna della stampa francese sul caso Siné senza però poterne dare una traduzione. Indichiamo i links che ci paiono più significativi. Andando al link del titolo si accede a Libération, ma ancora si segnalano: a) Agoravox, dove mi è capitato di leggere qualche articolo “nausebondo”; b) una particolare segnalazione merita questo articolo di Bricmont; c) esce su le Monde un articolo intitolato Quand “Chalie Hebdo” ne fait plus rire, dove si apprende che le firme di solidarietà sono passata da 2000 a 3000, e fra queste anhe la firma di Edgar Morin, che a sua tempo era stato pure accusato di “antisemitismo”, per finire assolto in Cassazione; d) rilevanti Deux réponse de Siné à «Libération» da dover pubblicare in ottemperanza alla legge sulla stampa: Siné protesta per i contenuti nell’articolo di “Libérazion” sopra citato e fra i primi ad essere uscito; e) ancora su Liberation del 31 luglio: Siné, une questione de style; (segue).

5. La stampa tedesca. – Andando al link del titolo si trova un articolo riassuntivo di Welt Online con titolo “Ein Ozean der Schweße”. Avendone il tempo, ci riserviamo un’analisi comparata fra i diversi contesti linguistici, sempre che il caso duri e continui a suscitare dibattiti. Altri titoli tedeschi: b) in “Jungle World” un ampio articolo di Bernard Schmid: Ne touche pas le Präsidentsohn! c) su Stern divertente con video e sonoro: “Die Pressefreiheit ist in Gefahr” ; d) qui si apprende che in data 1 agosto le firme son diventate 9000! Satire spaltet Franchreich (la satira divide la Francia); e) sulla FAZ del 22 luglio poteva leggersi: “Französisch Karikaturenstreit: Hofnarren der Monokratie”, un articolo di jürg Altwegg; (segue)

6. La stampa in lingua spagnola. – Cerco a caso nelle Google News in lingua spagnola e trovo: a) una notizia sul web del Venezuela; b)

(segue)

7. La stampa in lingua inglese. – Stessa ricerca su Google News in lingua inglese e trovo: a) Se ne occupa il New York Times con un articolo di Roger Cohen: Aux Barricades! France and the Jews; b) Su Haaretz.com del 4.8.08 si trova il titolo: Satirical jab at Sarkozy’s son sparks cries of anti-Semitism; c)

(segue)

8. Lettera aperta di Siné a Philippe Val. – Con la data 4 agosto 2008 si trova in rete questa Lettera aperta che diamo nel testo francese:

Lettre ouverte de Siné à Philippe Val

Paris le 4 aout 2008,

Philippe,

Tu dois être fier de toi de m’avoir, comme tout bon patron qui se respecte, viré comme un malpropre (et sans indemnité), depuis le temps que tu en rêvais.
Le hic, c’est que tu es tombé sur un os. Le "vieux" te donne du fil à retordre et, si j’en crois la rumeur, le fil en question est plutôt barbelé !
Cette peu glorieuse attitude ne m’étonne pas de toi, mais celle de l’équipe à la fois pute et soumise, me bouleverse, sauf quelques rares exceptions qui ont réussi à résister à ta pression et ont accepté de signer la pétition en ma faveur qui, au moment où je t’écris, a dépassé les 10.000 signatures !

Dans ce combat truqué d’avance, où j’ai refusé de me coucher, il y a dans le coin droit du ring, toi et tes soigneurs qui te glissent du plomb dans les gants : Claude Askolovitch, Alexandre Adler, Maitre Goldnadel, Pascal Bruckner, Laurent Joffrin, Bertrand Delanoë, Elie Wiesel, Dominique Voynet, Bernard Henri Lévy, Jean Claude Gayssot, Claude Lanzmann, Fred Vargas… j’en passe et des pires.

Et dans le coin gauche, moi et les miens : Gisèle Halimi, Guy Bedos, Rony Brauman, Jean-Luc Godard, Jean Nouvel, Edgar Morin, Michel Onfray, Philippe Geluck, François Maspero, Pétillon, Gilles Perrault, Willem, Clémentine Autain, Bruno Masure, Marina Vlady, Regine Deforges, Wiaz, Fernando Arrabal, Michel Warschawski, Marcel-Francis Kahn, Olivier Besancenot, Gus Massiah, Gérard Filoche, Marina Vlady, j’en passe et des meilleurs….

A la seule lecture des ces noms, tu as déjà perdu le combat aux points. Il ne me reste plus qu’a te mettre K.O
Compte sur moi, tu vas aller au tapis avant le 15e round.
Ta cote n’est guère brillante chez les parieurs !

Siné

PS: Après que les nationalistes corses aient fait exploser ma maison il y a 4 ans, des extrémistes juifs me menacent aujourd’hui. Hier j’ai déposé plainte contre X pour menaces de mort par messages téléphoniques et par internet.
9. Il testo della petizione e l’elenco dei firmatari. – Di seguito, tratto dal link, il testo francese della Petizione a sostegno di Siné:
Voici le texte d’une pétition rédigée à l'initiative d’Éric Martin, Benoît Delépine et Lefred-Thouron, en soutien à Siné, chroniqueur de Charlie Hebdo, dont le licenciement a été annoncé mercredi 16 juillet :

SINÉ: SA VIE, SON OEUVRE, SON CUL, PHILIPPE VAL

Le mardi 8 juillet, sur les ondes de RTL, Claude Askolovitch, journaliste du Nouvel Observateur dénonçait “un article antisémite dans un journal qui ne l’est pas”. Claude Askolovitch faisait allusion à une chronique de Siné dans Charlie Hebdo dont nous reproduisons le texte ici :
«Jean Sarkozy, digne fils de son paternel et déjà conseiller général de l’UMP, est sorti presque sous les applaudissements de son procès en correctionnelle pour délit de fuite en scooter. Le Parquet a même demandé sa relaxe! Il faut dire que le plaignant est arabe! Ce n’est pas tout: il vient de déclarer vouloir se convertir au judaïsme avant d’épouser sa fiancée, juive, et héritière des fondateurs de Darty. Il fera du chemin dans la vie, ce petit!»
Effrayé par la perspective d’un procès pour antisémitisme, Philippe Val, directeur de publication, a enjoint à Siné de signer une lettre d’excuses dans Charlie Hebdo, ce que le caricaturiste a refusé de faire.
En conséquence, la direction de Charlie envisage de suspendre sa collaboration avec Siné.
Où est l’antisémitisme dans le texte de Siné? Il y dénonce seulement, avec le ton fleuri qui est sa marque de fabrique, l’opportunisme du fils du président de la République.
Philippe Val et la direction de Charlie Hebdo se sont couchés devant Jean Sarkozy, grand bien leur fasse, leurs lecteurs apprécieront. D’autres continuent à la radio de faire des procès en antisémitisme comme certains, naguère, en sorcellerie.
Nous connaissons bien Siné: sa grande gueule, sa violence intellectuelle, son humour et surtout sa maison ouverte à tous: Juifs, Arabes, Français, Noirs, Auvergnats, Bretons, pédés, communistes (liste non exhaustive), tous unis pour conchier autour d’un (ou plusieurs) verre une société de plus en plus bien-pensante et moraliste. Siné c’est ça. Pas ce que peuvent déblatérer sur son compte Philippe Val et Claude Askolovitch.
C’est pourquoi nous lui apportons notre soutien total et inconditionnel.
Siné n’est pas antisémite.
Siné n’aime pas les cons.
Siné est un anar.
Vive Siné !

Signer la pétition
Firme raggiunte al 5.8.08: oltre 11.000
Per poter firmare si può accedere cliccando sopra. Ho mandato la mia adesione: aspetto di sapere se sarà ritenuta “degna”. Trovo discutibile la distinzione fra firme desiderabili e firme non desiderabili. Come a dire che il buon samaritano non può essere tale se non è preventivamente certificato. Evidentemente in Francia – un paese dove vige la legge Fabius-Gayssot – deve essere percorsa ancora parecchia strada sulla via dell’eguaglianza dei diritti e sulla parificazione delle dignità. Ben vengano episodi come il caso Siné se ciò potrà servire ad una maggiore consapevolezza.

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