giovedì 24 luglio 2008

Quando la legittima opposizione al governo del proprio paese diventa tradimento della patria

Versione 1.0
Testo provvisorio
- Questo testo sembra essere una naturale integrazione al convegno di Fiamma Nirenstein sui sistemi per destabilizzare i paesi mediorientali, facendo uso delle opposizioni interne. Il testo verrà poi integrato in quel contesto di studio già avviato.

Apprendo in questi giorni dell'esistenza di una signora iraniana di nome Mariam Rajavi che sarebbe il leader della opposizione all’estero al governo iraniano in carica. e che lancia un “appello al popolo italiano”. Nella testa mi frullano alcuni pensieri che meriterebbero maggiore articolazione. Non voglio però tralasciare l’espressione di ciò che almeno in un primo momento mi appare chiaro e lineare. Avrò sempre il tempo ed il diritto di rivedere eventuali miei giudizi erronei. Non ho altri obblighi che verso me stesso e la mia coscienza. Orbene, trovo fastidioso ed indecente che mentre il legittimo rappresentante dell’Iran, cioè il presidente Ahmadinejad, sia stato svillaneggiato in tutti i modi possibili in occasione della sua visita in Roma per recarsi alla FAO, dove ad essere chiamata a parlare non è stata la signora Rajavi, ma Ahmadinejad in quanto legittimo rappresentante pro tempore dell’Iran e del suo popolo. Il dilettantismo, l’avventurismo, l’irresponsabilità, la mancanza di senso dello stato dei nostri maggiori politici di maggioranza e di opposizione l’ho vista sfilare davanti a me in piazza del Campidoglio all’infame manifestazione indetta congiuntamente per un da Antonio Polito con titolo di direttore del quotidiano “il Riformista”, un giornale che non a stento si vede in edicola, ma che è finanziato dai contribuenti con soldi che vengono invece sottratti alle università, e per l’altro da Riccardo Pacifici in qualità di Presidente della Comunità Ebraica Romana, che conta poche migliaia di persone in Roma e pare in tutta Italia non più di 40.000 persone, grosso modo la popolazione di un Comune d’Italia su oltre 8.000.

Si badi bene in questo momento soffiano venti di guerra. Se non saranno gli USA a muovere all’Iran una guerra che tutto credere sarà ancora più disastrosa e sanguinosa di quanto non sia stata la guerra illegittima contro l’Iraq, sarà il mastino israeliano ad agire di sua iniziativa in barba al mondo intero, un mastino che è stato armato di tutto punto dagli USA e foraggiato in tutti i modi. È stato perfino attrezzato con la bomba atomica. È incredibile come si gridi tanto al timore che l’Iran possa dotarsi di arsenale atomico, mentre una simile fabbrica di morte è tranquillamente e senza batter ciglio concessa ad Israele, di cui si ritiene che “ci possiamo fidare”. Come cittadino qualunque, e cioè come quisque de populo, e cioè come il popolo italiano, io non mi fido affatto e sono quanto mai allarmato dalle complicità e irresponsabilità di chi governa questo disgraziato mondo che sembra precipitare verso in peggio pur sventolando la bandiera della libertà, dei diritti umani e di altre minchiate buone ad ingannare la moltitudine degli amministrati ed eterodiretti, cui è stata tolta la dignità di popolo.

In un simile contesto trovare una signora che aspira a succedere ad Ahmadinejad non per volontà democratica del suo popolo, ma con il concorso delle armi straniere in procinto di procurare infiniti lutti alla terra dei propri padri, è per me un caso clamoroso di tradimento della patria. Guarda caso, proprio adesso doveva venire a farsi un poco di turismo politico in Roma. E si badi bene: non voglio sostenere che l’attuale governo dell’Iran non sia suscettibile di ogni possibile critica. Tutti i governi della terra sono criticabili e ci mancherebbe altro che il governo perfetto si trovasse proprio in Iran. Ma è una cosa il mutamento della forma di governo o della alte cariche dello stato mediante esercizio del diritto all’autodeterminazione, altra cosa è l’insediamento di governi fantoccio o comunque insediati a seguito di un’aggressione militare ad un popolo e ad un paese con milioni di morti e devastazioni materiali che precipitano un intero popolo nella miseria e nella malattia.

La signora iraniana sta girando per le strade di Roma mostrando la sua indecenza. Vien da rimpiangere che si sia tolto il velo. Avrebbe potuto per lo meno nascondere un pudore che è caduto insieme con il velo.

1. Cosa sono i Mujaheddin del popolo. – Non lo so e li sento nominare per la prima volta, ma ciò che maggiormente attrae la mia attenzione è che questa organizzazione si trovava già in una “lista nera” della UE dove sono registrati i cosiddetti “terroristi”. Mi sembra una lista assurda chiunque vi sia o non vi sia incluso. Ma, assurdità a parte, adesso se ne chiede la cancellazione in quanto può servire a destabilizzare un paese cui in pratica si è già mossa quella guerra che la nostra costituzione proibisce, salvo eccezioni gradite a chi quella costituzione ce l’ha dettato con una pistola alla nuca. Evidentemente se si immagina uno scenario tipo Saddam, bisognerà poi trovare qualche fantoccio da mettere al suo posto. Basterà far votare un po’ di gente, condurla in quei recinti per bestiame politico che in determinate situazioni sono le gabine elettorali, per dire che adesso in Iran è tornata la democrazia, quella stessa democrazia che era stata imposta dalla CIA nel 1953 con il colpo di stato, e di cui il popolo iraniano si è liberato nel 1979. Adesso occorre ripristinare la democrazia del 1953, magari mettendo al posto dello scià la signora Rajavi. È sufficiente che dia alcune garanzie ai suoi sponsor (USA, Israele in primis) e poi potrà fare tutto quello che vuole sulla pella del suo popolo, che sarà persuaso da una rete di basi americane posto sul suo territorio a difesa della sua “libertà”. Uno scenario che abbiamo visto tante volte.

(segue)

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