lunedì 21 luglio 2008

Funzionari: 32. Gabriela Shalev nuova ambasciatrice di Israele all’ONU

Come «Informazione Corretta» e altri media presentano Israele, il Medio Oriente e la Palestina: Allam - Battista - Colombo - Bordin - Buffa - Diaconale - Fait - Ferrara - Frattini - Israel - Lisistrata - Livni - Loewenthal - Morris - Nirenstein - Ostellino - Ottolenghi - Pacifici - Pagliara - PanellaPezzana - Polito - Prister - Rocca - Santus - Sfaradi - Shalev - Steinhaus - Volli
Cosa si intende qui per Israel Lobby?
«Una coalizione informale di individui e gruppi che cerca di influenzare la politica estera americana in modo che Israele ne tragga beneficio».
Ed in Italia come stanno le cose?
Stiamo cercando di scoprirlo!
«Esistono due distinti meccanismi che impediscono alla realtà del conflitto israelo-palestinese di essere giustamente divulgata, e sono i due bavagli con cui i leader israeliani, i loro rappresentanti diplomatici in tutto il mondo, i simpatizzanti d’Israele e la maggioranza dei politici, dei commentatori e degli intellettuali conservatori di norma zittiscono chiunque osi criticare pubblicamente le condotte dello Stato ebraico nei Territori Occupati, o altri aspetti controversi della storia e delle politiche di quel Paese. Il primo bavaglio è l’impiego a tutto campo dei gruppi di pressione ebraici, le cosiddette lobby, per dirottare e falsificare il dibattito politico sul Medioriente (negli USA in primo luogo); il secondo è l’accusa di antisemitismo che viene sempre lanciata, o meglio sbattuta in faccia ai critici d’Israele» (P. Barnard, Perché ci odiano, p. 206).
Come «Informazione Corretta» e altri media denigrano quanti criticano il sionismo, Israele, e gli Stati Uniti: Arbour - Blondet - Burg - Caio - Cardini - De Giovannangeli - D’Orsi - Facci - Finkelstein - Giorgio - Morgantini - Odifreddi - Paci - Pappe - Romano - Sabahi - Sand - Spinelli - Stabile - Storace - Tizio - Vattimo -

Ricerche correlate:

1. Monitoraggio di «Informazione Corretta»: Indice-sommario. – 2. Osservatorio sulle reazioni a Mearsheimer e Walt. – 3. La pulizia etnica della Palestina. – 4. Boicottaggio prossimo venturo: la nuova conferenza di Durban prevista per il gennaio 2009. – 5. Teoria e prassi del diritto all’ingerenza. – 6. Per una critica italiana a Daniel Pipes. – 7. Letteratura sionista: Sez. I. Nirenstein; II. Panella; III. Ottolenghi; IV. Allam; V. Venezia; VI. Gol; VII. Colombo; – 8. La leggenda dell’«Olocausto»: riapertura di un dibattito. – 9. Lettere a “La Stampa” su «Olocausto» e «negazionismo» a seguito di un articolo diffamatorio. – 10. Jürgen Graf: Il gigante dai piedi di argilla. – 11. Carlo Mattogno: Raul Hilberg e i «centri di sterminio» nazionalsocialisti. Fonti e metodologia. – 12. Analisi critica della manifestazione indetta dal «Riformista». – 13. Controappello per una pace vera in Medio Oriente. –

Mentre ancora non mi è giunta la notizia ufficiale della avvenuta nomina di ... quale Alto Commissario per i Diritti Umani apprendo dalla rete che Gabriela Shalev è stata nominata di Tzipi Livni quale ambasciatore di Israele presso l’ONU. Sarà interessante seguire in tempo reale le pubbliche prese di posizione della neoambasciatrice, considerando le posizioni non encomiastiche della Tzipi Livni verso l’uscente Louise Arbour e più in generale la campagna di deligrazione e delegittimazione condotta da Israele verso l’ONU che nei decenni ha adottato ben 73 risoluzioni di condanna nei confronti del governo israeliano per la sua condotta verso i palestinesi.

Versione 1.1
Status: 23.10.08
Sommario: 1. Eco italiana delle notizia circa la nomina di Gabriela Shalev. – 2. Ahmadinejad e Shalev fronte a fronte nel palazzo ONU. – 3. Gabriela critica Miguel per Ahmadinejad. – 4.

1. Eco italiana della notizia circa la nomina di Gabriela Shalev. – A dare notizia dell’avvenuta nomina oltre all’Unione Sarda è il sedicente sito “Liberali” per Israele, un sito indubbiamente “per Israele” ma alquanto discutibilmente che possa appiopparsi la qualifica di “liberali”, salvo ad intendere il liberalismo nel modo più arbitrario e vago che possa immaginarsi. Su Virgilio si hanno notizie un poco più dettagliate sulle figura del nuovo funzionario governativo israeliano:
Gerusalemme, 20 lug. (AP) - Il Consiglio dei ministri israeliano ha nominato il nuovo ambasciatore alle Nazioni Unite: Gabriela Shalev, 67 anni, professoressa di Diritto, sostituirà Dan Gillerman che ha rivestito il ruolo al Palazzo di Vetro per cinque anni.
Per Shalev si tratta del primo incarico diplomatico. In precedenza la professoressa ha diretto l'Autorità sulle Comunicazioni ed è rettore al Collegio Accademico Ono vicino a Tel Aviv. Il ministro degli Esteri Tzipi Livni ha accolto favorevolmente la nomina con un comunicato: “Era importante per me incaricare una donna per rappresentare Israele in un luogo così importante”. A proposito delle critiche contro la scarsa esperienza diplomatica della prescelta, Livni ha affermato: “La professoressa Shalev è rispettata a livello internazionale. Ha rivestito molti ruoli pubblici in Israele”.
Potrebbe essere istruttivo apprendere quali siano stati siffatti ruoli pubblici, ma non siamo curiosi a tal punto ed aspettiamo di vedere quale sarà l’azione della neoambasciatrice israeliana presso l’ONU, alla quale nulla ci impedisce di fare i migliori auguri.

2. Shalev e Ahmadinejad fronte a fronte nel palazzo ONU. – Vi sarebbe da ridere se il fatto non fosse serio. Proviamo a riassumerlo per grandi linea ed in un più ampio contesto cronologico e geo-politico. È da anni che sui media e con una concertazione di stati e politici amici si tenta di creare un immagine di Ahmadinenjad tutta in nero volta alla demonizzazione, all’isolamento fino a preparare il terreno ad una nuova guerra sul modello di quella del tutto illegale mossa all’Afghanistan e all’Iraq e di cui le conseguenze e i lutti infiniti sono ancora sotto i nostri occhi. A ben vedere l’operazione non solo non è riuscita ma riesca di ritorcersi contro i suoi ideatori. Io direi che Ahamadinenjad riesce perfino simpatico. È stato impagabile quando alla Columbia University rispondendo ad una domanda sul trattamento riservato agli omosessuali in Iran ha risposto serafico che in Iran di omosessuali non ve ne sono. È scoppiata una fragorosa risata, ma è stato un modo di dire che gli americani sono tutti omosessuali, o che gli omosessuali esistono solo in America. Quanto nelle cronache qui riportate succede ora in sede Onu dimostra che l’Iran si è sottratto alla morsa dell’isolamente e che la comunità internazionale non intende avallare il losco disegno di Usa, Israele e loro vassalli.

Il topos propagandistico e mediatico dell’Iran che vuole distruggere Israele cozza sull’evidenza che è la stessa Israele ad essere stata edificata sulla distruzione del popolo palestinese. Ne ha sottratto le terre, i villaggi, le case. Ha creato campi profughi in nulla da meno dei famigerati lager. Si è macchiata di pulizia etnica. Si regge su base razziale ed in un regime di apartheid. Ha violato i più elementari principi dei diritti umani. Ha già boicottato la prima conferenza Durban che stava per equirare sionismo e razzismo ed ora tenta nuovamente di boicottare la seconda conferenza che riproporrà probabilmente la stessa questione. Una Israele che per garantire la sua sicurezza ha bisogno di muovere guerra a tutto il Medio Oriente ed il mondo musulmano, ponendolo sotto il tallone protettivo degli USA. Una Israeele che presenta se stessa come un modello di democrazia come se le apparecchiature procedurali democratiche fossero di per sé una legittimazione della sua politica antisemita atteso che propriamente parlamento i veri unici semiti sono i palestinesi.

In fatto di democrazia, intesa come partecipazione paritaria ad un’assemblea secondo il principio una testa un voto, l’ONU stessa avrebbe bisogno di autolegittimarsi. Non dobbiamo dimenticare che l’ONU nasce come creatura dei vincitori della guerra mondiale come era già stato per la Società delle Nazioni. La distinzione fra membri permanenti del consiglio di sicurezza e membri non permanenti a rotazione la dice lunga sui principi di democrazia more geometrico immaginati. Finché era uno strumento docile ha potuto prestarsi ad operazioni come il riconoscimento dello Stato di Israele sulla pelle dei palestinesi. È stata questa probabilmente la più discutibile e illegittima risoluzione dell’ONU. Ma da allora tutti gli Stati che via via hanno conseguito la loro indipendenza ed hanno voluto alzare la schiena ponendosi in un atteggiamento autonomo rispetto alle grandi potenze, l’ONU è venuto via via assumendo una diversa fisionomia. Non è strano che oggi a promuoverne la delegittimazione sono le stesse potenze che l’hanno creato. Si parla di una “Lega delle democrazia” che dovrebbe sostituire l’ONU stesso. Si è creata la strana figura giuridica dello “Stato canaglia”, definito tale dagli USA e quindi passibile di attacco e invasione, magari con approvazione ONU. Ma sentiamo la Shalev:
«Quell'agghiacciante filippica antisemita e anti-occidentale è stata il discorso più applaudito — dice — alla fine il presidente dell'Assemblea Miguel D'Escoto è corso ad abbracciare Ahmadinejad». In un'intervista alla National Public Radio,
lui stesso ha confermato che «la candidatura di Teheran ha già l'adesione dei 118 Paesi non allineati e delle 57 nazioni dell'Oic (Organizzazione della Conferenza islamica)».
Che l’Iran ed Ahmadinejad abbiano diritto a far sentire la propria voce ed a portare in giro la propria faccia è cosa che è ampiamente riconosciuto nel mondo. Dispiace che il nostro presidente Berlusconi si sia piegato alle ragioni del potente alleato che ci spezzò le reni nel lontano 1945. Non sembra che i governi repubblicani si sappiano risollevare da quella sconfitta cocente edulcorata come “liberazione”, secondo una prassi linguistica dei nostri tempi che non vuole popolo sconfitti ma perennemente liberati dal vincitore di turno.

Di fronte all’evidente debacle i «Corretti Informatori» perdono la tramontana e cadono nel patetico. È da chiedersi quali Pezzana (senza aggettivi) si immagina siano i suoi lettori: o fanatici sionisti che di fronte agli episodi descritti si sentono in lutto ed hanno bisogno di confortarsi a vicenda insistendo nel raccontarsi cose che probabilmente neppure loro credono o persone sprovviste di senso critico che il Pezzana stesso e suoi accoliti pensano di poter abbindolare. In questo secondo caso è impresa ardua abbindolare persone appena fornite di un minimo di buon senso. E dunque tutta la baracca di «Informazione Corretta» si caratterizza sempre più come una centrale di diffamazione, di denigrazione, di intimidazione di quanti legittimamente pensano con la propria testa e non con gli occhiale che i «Corretti Informatori» vorrebbero far loro inforcare.

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3. Gabriela critica Miguel per Ahmadinejad. – Ero scontato quale avrebbe potuto essere il ruolo della nuova ambasciatrice di Israele all’ONU. Una delle sue prime iniziative è di aver criticato il presidente Miguel D’Escoto per aver abbracciato Ahmadinejad. Miguel è una personalità decisamente interessante. Non lo conoscevo. Ne riporto per intero il testo dell’intervista apparsa sul Corriere della Sera:

Parla il prete sandinista presidente dell'Assemblea generale

D'Escoto: «All'Onu chiamato da Dio

Gli Usa peggio dell'Iran»

Scomunicato da Giovanni Paolo II, negli anni Ottanta sfuggì a un tentativo di avvelenamento della Cia

Miguel D'Escoto Brockmann (Afp)
Miguel D'Escoto Brockmann (Afp)
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
NEW YORK - Ha perdonato sia gli americani, che negli anni Ottanta cercarono di assassinarlo col cianuro, sia il Vaticano, che lo scomunicò ai tempi di papa Giovanni Paolo II, col beneplacito dell'allora cardinale Ratzinger. È certo che a chiamarlo al Palazzo di Vetro sia stato Dio e non ha dubbi circa la sua missione: «Realizzare la mia vocazione sacerdotale di missionario di Dio al servizio dei poveri e diseredati; costruire la pace e la giustizia nel mondo». «La verità più importante da cui dipende la nostra stessa sopravvivenza è che siamo tutti fratelli e sorelle», racconta al Corriere Miguel D'Escoto, il prete cattolico ed ex ministro degli Esteri del governo sandinista nicaraguense di Daniel Ortega che il mese scorso è stato eletto presidente della 63esima Assemblea generale dell'Onu. La stessa che venerdì ha bocciato l'ingresso dell'Iran nel Consiglio di sicurezza come membro non permanente.

Quella dell'Iran era dunque una candidatura sbagliata?
«Ogni membro Onu ha diritto di aspirare a quel posto: fa parte della dinamica democratica. I membri che non adempiono alle risoluzioni del Consiglio di sicurezza non dovrebbero farne parte? Ma allora diciamo che nessun Paese della terra ha violato più risoluzioni Onu degli Usa, il cui complesso di superiorità e ipocrisia nell'usare metri diversi sono sconfinati».

A che cosa si riferisce in particolare?
«Il peggiore crimine impunito perpetrato oggi nel mondo è la guerra in Iraq, priva di qualsiasi giustificazione legittima e in violazione dello statuto Onu».

Un mese fa l'ambasciatrice d'Israele Gabriela Shalev l'ha criticata per aver abbracciato Mahmoud Ahmadinejad dopo il suo discorso scriteriato di fronte all'Assemblea generale.
«La Shalev è l'unico ambasciatore che non ho ancora incontrato e spero di colmare presto la lacuna. Mi auguro anche che Israele inizi a rispettare le risoluzioni del Consiglio di sicurezza sui territori occupati, invece di trincerarsi dietro i continui veti Usa».

Come giudica la rinascita dell'America Latina e il tentativo russo di rimpiazzare gli Usa nella regione?
«I russi non hanno mai coltivato mire espansionistiche in America Latina, che ha sofferto le conseguenze dell'imperialismo americano. Ma quella fase è finita perché le masse guidate dai leader del gruppo Alba (Alternativa bolivariana para los pueblos de nuestra América) hanno riconquistato il diritto di decidere il proprio destino. Il sueño de Bolívar di unificazione del continente sta per realizzarsi. Non avrei mai immaginato di vivere abbastanza per vedere quel giorno. È l'inizio di una nuova era, grazie a Dio, la migliore della nostra storia».

Cosa pensa della proposta di John McCain di creare una «Lega delle nazioni» di Paesi amici per bypassare l'Onu?
«È destinata a fallire perché i comportamenti imperialisti sono incompatibili con lo statuto Onu. Siamo le Nazioni Unite non le Nazioni Asservite».

Tifa per Obama?
«Tifo per il presidente che ami l'America abbastanza da capire che non è mai stata più impopolare nel mondo e si impegni a riscattare la sua reputazione di Stato farabutto e guerrafondaio. Nessuno poteva danneggiarne l'immagine più di quanto hanno fatto i suoi leader».

Ha fatto pace con il Vaticano?
«Non sono tipo che serba rancori e comunque non ho tempo per litigare con la Santa Sede. Ho buoni rapporti con l'arcivescovo Celestino Migliore, nunzio apostolico osservatore permanente all'Onu. Amo la mia chiesa e ringrazio tutti i giorni Dio per avermi guidato al sacerdozio. Ho assolto anche i sicari della Cia, perché il perdono è essenziale per la vita. Il contrario è la morte».

Che tipo di riforma del Consiglio di sicurezza vorrebbe vedere?
«Serve una redistribuzione di potere più equilibrata che includa le varie zone geografiche. Il potere di veto è andato alla testa degli Usa e sarebbe importante che nessuno si sentisse più al di sopra delle leggi umane e divine».

Come giudica il ruolo dell'Italia in seno all'Onu?
«È molto importante e mi auguro che continui a esserlo. Nessuno può sedersi sugli allori perché il mondo è in un caos inenarrabile in cui è stato cacciato dal nostro folle egoismo. L'unica via d'uscita è la fratellanza e l'amore: questo è il messaggio che voglio portare dal pulpito delle chiese all'Onu».

Alessandra Farkas
23 ottobre 2008

Non credo che la giornalista Farkas sia pregiudizialmente favorevole a D’Escoto, ma non trovo elementi criticabili nel modo di condurre l’intervista.

4. Gabriela boicottatrice. – Era scontata la posizione dell’ambasciatrice israeliana all’ONU in occasione del discorso di Ahmadinejad. Niente di nuovo. Ma meno credibile che per il passato.
(segue)

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