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Sezioni tematiche: A: Iraq: origini, cause e risultati odierni di una guerra “preventiva”. - B: Iran: una guerra di aggressione programmata. – C D E F G H I: Apartheid. - J K: Palestina - L M N O: Questioni di storia. Passato e presente. - P Q R S T U: Le testate giornalistiche e le centrali mediatiche ispiratrici o di supporto. - V W X Y Z: bombe a grappolo -
Il nostro Monitoraggio è iniziato con «Informazione Corretta» che però è qualcosa di assai grossolano. Tutto il nostro lavoro verrebbe vanificato se si fermasse al solo circolo di Angelo Pezzana. IC resta utile per la sua immediatezza, per la nettezza con cui divide il mondo in due parti: con Israele e il sionismo o contro Israele e il sionismo. Esistono però posizioni più sfumate e intermedie, anche nascote alle luci dei riflettori. In fondo il lavoro di «Informazione Corretta» è di tipo squadristico. Una rete di attivisti che sono nell’indirizzario di IC rispondono ai comandi che consistono nell’inviare lettere contro quel quotidiano o quel personaggio pubblico o privato. Si noti che in questa attività istigativa i responsabili della testata giornalisticamente registrata possono sempre dire di essere estranei a ciò che un loro lettore scrive a terzi su loro costante invito. La natura del commento influenza chiaramente i contenuti delle lettere che i Lapidatori mandano ai destinatari di volta in volta designati. Purtroppo, non mi è possibile una statistica ed un monitoraggio delle lettere ispirate dalla redazione di IC ed inviate a giornali e privati. Per salire di livello nell’analise del sionismo italiano occorre considerare altre testate. Alcune caratterizzata in senso totalmente o prevalentemente sionista: il «Foglio», il «Riformista», il «Giornale», il «Velino», «Radio radicale», altre occasionalmente sioniste a seconda dei collaboratori di cui dispondono. Fra queste in primis il «Corriere della Sera», dove opera Magdi Cristiano Allam. Poi vi sono testate ebraiche come Shalom. Di tutte queste tenteremo un censimento e se avranno un archivio accessibile al pubblico, vi attingeremo, considerando ormai abbondantemente sfruttato l’archivio di IC. Si avverte infine che la successione dei paragrafi è del tutto casuale. Non vi è nessuna gerarchia per ordine di importanza, anche perché oggetto della ricerca è la scoperta delle eventuali relazioni gerarchiche, o rapporti di dipendenza o di correlazione, e così via. È un bosco ed un sottobosco tutto da esplorare, dove i grossi alberi vengono osservati insieme con i cespugli che li attorniano.
Versione 1.9
Status: 13.12.08
Sommario: 1. Il “Foglio” di Giuliano Ferrara. – 2. L’«Opinione» di Arturo Diaconale. – 3. Il lato sionista del «Corriere della Sera». – 4. I «Corretti Informatori» si rinnovano. – 5. “Tempi”, un sedicente settimanale cristiano. – 6. I ragazzi del Focolare. – 7. Un atto lobbistico contro il Corriere online. – 8. La “ragione sociale” di IC: esilarante! – 9. Barbara è HonestReportingItalia. – 10. Barbara al Focolare. – 11. Notizie su Israele. –
1. Il “Foglio” di Giuliano Ferrara. – Il personaggio Giuliano Ferrara ha una sua storia abbastanza nota che noi non intendiamo ripercorrere. Ci basta che sia quel che è al presente e sul quale basiamo il nostro giudizio. Dei finanziamenti di cui fruisce può leggersi nel volumento di Perez “La Casta dei Giornali”. Credo che si sia buttato sulla “politica del corpo”, ossia su quei dibattiti che suscitano interesse per questioni legati alla sfera personale: il diritto o meno della donna di abortire, eutanasia, eugenetica, religione cattolica. Non potendo disporre di sezioni territoriali come il vecchio PCI cerca la sua fortuna e la sua consistenza politica sull’onda della pubblicità fruttata dai media. Il suo tentativo elettorale, non certo platonico, è finito ad uova marce ed ortaggi. È stato scaricato perfino dai preti, dai quali sperava forse appoggio per le note posizioni sull’aborto. Ma i preti che oltre alla teologica praticano il più cinico realismo politico non si sono fidati granche di un “ateo devoto”, ambigua figura che mette in barzelletta ogni idea conosciuta di religione. Probabilmente Ferrara è importatore di un sottobosco americano, su cui mi sto appena appena istruendo. Per taluni in America vi sarebbe un grande risveglio religioso, ma a me – per quel poco che posso giudicare – sembra che proprio in fatto di religione vi sia una grande barbarie, indegna di un popolo che pretende di essere il primo popolo della terra solo perché ha l’esercito più potente ed una grande ricchezza che è distrubuita in modo assai ineguale. Anzi proprio la grande povertà che esiste in ampi strati della società americana direi dia corpo a forme di religiosità assai bizzarra che presso di noi farebbero ridere il più incolto dei nostri contadini. Per via della comune attenzione alla politica del corpo esiste un feeling, sia pure dialettico, fra il “Foglio” di Ferrara e Radio Radicale, dove Bordin dà spazio a Ferrara come fosse uno dei nostri maggiori pensatori politici. Ma un feeling maggiore esiste fra il “Foglio” di Ferrara e l’«Informazione Corretta» dell’omosessuale Pezzana. Non ricordo mai un solo rilievo critico da parte dei “Corretti Informatori” su un articolo apparso sul “Foglio”. Anzi è proprio dal “Foglio” che sono partiti gli attacchi a Piergiorgio Odifreddi che dalla “Repubblica” aveva definito scherzosamente «Informazione Corretta» una testata “parafascista” e Giorgio Israel che vi collabora come redattore organico, inserito nella gerenza, un «collaborazionista». Su queste lievi battute si è scatenata una bagarre che ha visto scendere in campo tutto il rabbinato italiano. La vicenda è istruttivo e noi l’abbiamo studiata quanto ci sembra che basti. Il “Foglio” ha un suo archivio che andremo esplorando, dopo aver esaurito l’archivio di «Informazione Corretta», che però continueremo a tenere d’occhio e di cui ancora ci serviremo come archivio di riferimento per individuare la mappa del sionismo italiano.
2. L’«Opinione» di Arturo Diaconale. – Da non confondere con un’omonima testata catanzarese con titolo pure “Opinione”. Diaconale ha dovuto perciò aggiungere un’integrazione di titolo. Per ricordare io aggiungo semplicemente il nome del suo Direttore. Mentre per altre testate, come l’importantissimo “Corriere della Sera” si può fare il gioco delle tre carte, facendovi scrivere Sergio Romano accanto a Magdi Cristiano ah ah Allam e affidando la caratterizzazione sionista della testata a singoli collaboratori, in l’«Opinione» la carta è una sola, una sola la campana. Individui come Dimitri Buffa, Palazzi e simili oltre che lo stesso Diaconale caratterizzano pienamente la testata. Sono anche compagni ingombranti se Massimo Bordin sente pure il bisogno di prendere le distanze da Dimitri Buffa, distanziato pure da Antonio Polito che insieme con Riccardo Pacifici aveva organizzato una manifestazione in piazza del Campidoglio per dare il benvenuto ad Ahmadinejad nella malcelata speranza che di lì a poco si sarebbe iniziata una guerra sul modello di quella irachena e afghana: non c’è due senza tre. La realtà dei fronti contrapposti è variegata e per non perdere la visione d’insieme occore vedere il bosco e non il singolo albero. Ciò che indispone fin dal titolo della testata è la pronunciata faziosità e la mancanza del minimo contradditorio interno. Nel “Riformista” di Polito non è detraibile il sionismo, ma Polito ha avuto l’accortezza di dire per la campagna pro Frankenstein e anti-vauro, che non tutto poteva esser fatto passare per antisemitismo, altrimenti nulla era più antisemitismo, e questa importante arma contro gli avversari non sarebbe più servita a nulla: avvertimento di un sionista intelligente a sionisti meno intelligenti, ma tutti sionisti. Di intelligenza nell’«Opinione» non se ne trova neppure con il lanternone!
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3. Il lato sionista del «Corriere della Sera». – Se il Corriere della Sera avesse la stessa caratterizzazione del “Foglio” di Ferrara o dell’«Opinione» di Arturo Diaconale non farebbe un milione di copie e non sarebbe il primo quotidiano d’Italia con una storia secolare. Per il nostro monitoraggio vanno perciò individuate singole firme, come quella di Magdi Allam innanzitutto, ma poi Pierluigi Battista, Maria Antonietta Calabrò ed altre che individueremo singolarmente. Più difficile da valutare il ruolo del Direttore pro tempore. Mi pare si debba a Massimo Teodori l’espressione gioco delle tre carte per esprimere la linea politica editoriale di fondo. E credo che sia anche una linea intelligente se si vuole mantenere un’ampia tiratura. Il lavoro di monitoraggio diventa perciò difficile, ma credo la si risolva individuando la singola firma che pubblica su un quotidiano non pregiudizialmente ostile ad una linea pro Israele, ma capace di ospitare voci e orientamenti diversi. Ciò che mi resta da capire è il ruolo eccessivo dato a Magdi Allam che fa scendere di parecchio la rispettabilità del quotidiano. Ho letto che Magdi sarebbe stato addirittura conteso alla Repubblica, che secondo me ci ha guadagnato parecchio nel liberarsene. L’ultima vicenda della conversione di Magdi oltre a svilire il cattolicesimo, ridicolizzandolo, non giova neppure al “Corriere” che diventa ora una piazza per istrionate non solo levantine ma adesso anche cattoliche nostrane.
4. I «Corretti Informatori» si rinnovano. – Riporto di seguito una email ricevuta ad uno dei miei indirizzi non perché faccia parte della famiglia degli ascari, ma perché ho iniziato a monitorarli da quando mi sono visto attaccato e diffamato. Non ho ritenuto utile minacciare la classica inutile querela o alzare le spalle, ma ho avuto l’idea di monitorare io quegli che pretendono di monitorare gli altri e documentare io le loro “scorrettezze”, che son tante, ma proprio tante. Adesso si rinnovano e bussano pure a danari. Ecco la loro lettera:
5. «Tempi», un sedicente settimanale cristiano. – Si tratta di un “settinale” che esce il giovedi come supplemento del «Giornale». In «Informazione Corretta» sono riportati articoli di Giorgio Israel ivi apparsi. Da vari indizi mi ero già fatto un’idea dell’ipirazione politica del settimale e della sua linea politica, direi più proncunciatamente sionista del quotidiano, dove scrive abitualmente madonna Fiammetta Nirenstein. Anche qui un certo pluralismo nel cui contesto appare qualche articolo di Filippo Facci critico della Nirenstein. La linea di fondo sempre tuttavia prevantemente impostata sul sionismo non mi è chiaro se per espressa indicazione del suo direttore o per singole posizioni di singoli giornalisti. La vicenda però dell’articolo di Rodolfo Casadei caratterizza fortemente la linea politica del settimanale.
6. I ragazzi del Focolare. – Un luogo comune tanto falso quanto stucchevole è quello secondo cui la stampa sarebbe prevalentemente orientata “contro” e non invece “a favore” di Israele. Con questo falso presupposto si creano gruppi mediatici di supporto la cui funzione è di dare addosso alle poche voci dissonanti. Come faccio a dire questo? Intanto esiste il piano normativo. In Italia esistono leggi che vengono di preferenza sfruttate da gruppi sionisti e filoisraeliani per mettere a tacere voci dissenzienti. In non pochi paesi d’Europa si comminano anni di prigione per chi osa mettere in dubbio i fondamentali del sionismo e della religio holocaustica. Viene poi represso e silenziato ogni tentativo di manifestare solidarietà verso il popolo palestinese, spesso deriso come popolo di ben pasciuti, mentre le ultime notizie da Gaza parlano di grave malnutrizione dei bambini. Un dato interessante per «Focus on Israel» è il suo inizio di attività: il 1994. Ben prima dell’impresa di Angelo Pezzana, nel 2001. Non credo che tutte queste attività mediatiche sia estranee al centro in Tel Aviv.
7. Un atto lobbistico contro il Corriere online. – Andando sul link si trova un’implicita ammissione da parte dei lobbisti di IC: ci va bene la linea del giornale cartaceo, dove scivono Magdi Cristiano ah ah Allam, Battista, Calabrò e altri, ma non quella del giornale online dove si possono vedere video come quello “criticato”. Si avvertono quindi i lapidatori, ad esempio la maga Lisistrata e le sue streghette, nonché i “ragazzi del focolare”, i figliocci di Deborah e simili, di lanciare sassi in direzione del direttore Mieli perché riduca al silenzio e alla ragion sionista quelli della edizione online.
8. La “ragione sociale” di IC: esilarante! – Sono abbastanza certo che i «Corretti Informatori» vengono a curiosare nel mio monitoraggio, anche se la consegna sembra essere quella del silenzio al fine di non procurarmi pubblicità oppure un saggio armistizio. Ho perciò la sensazione, leggendo alcuni loro commenti, che vi sia una inespressa interlocuzione con le mie frequenti osservazioni critiche, giacché non intendo essere “corretto”, bensì fortemente “critico” verso una becera propaganda di cui si può dire tutto il male, fatta salva la liceità della propaganda in se stessa. È da ridere quando parlano come al link di una loro “ragione sociale”, come si usa nella prassi commerciale. Sul merito specifico qui non vale neppure la pena di soffermarsi.
9. Barbara è HonestReportingItalia. – Abbiamo potuto scoprire uno degli agenti di una lobby ramificata che si estende a vari livelli e che certamente dispone di finanziamenti. A differenza di «Informazione Corretta» che è una sorta di rassegna stampa quotidiana accompagna ad una forma di squadrismo mediatico la mailinglist di «HonestReportingItalia» viene probabilmente diramata direttamente da Israele secondo edizioni nazionali. Ha una cadenza non regolare. I temi che paiono prediletti sono quelli che cadono sotto il diretto interesse della politica governativa israliana o della propaganda ufficiale. Per il modo in cui siamo giunti alla nostra conclusione sui legami fra “Barbara” non altrimenti individuabile e “HonestReportingItalia” rinviamo a quanto già scritto nella Postilla al Post di cui al link del titolo di questo paragrafo.
10. Barbara al Focolare. – Una connessione dal “Focus” al Blog di Barbara, che credo abbia un cognome appena scoperto, dimostra l’esistenza di una concertazione. Ho trovato un insulto che mi riguarda. Non scendo sul piano degli insulti e li lascio pure perdere. Noto però che la funzione di tutti questi blog e siti è quella del “megafono” e dello “squadrismo”. Non sono centro di elaborazione ideologici con i quali potersi confrontare criticamente ed eventualmente poter così utilmente correggere qualche proprio punto di vista. Sarebbe un errore intervenire in questi siti. Un’altra utile constatazione è che essi agiscono come divulgatori di articoli che considerano di riferimento ed il cui contenuto ideologico è da essi condiviso. Ho così trovato in Focus un articolo di Dimitri Buffa. Se questi sono i padri dottrinali, figuriamoci con cosa abbiamo a che fare. Dimitri Buffa tiene piazzai in Italia. Gli altri più o meno li abbiamo individuati e con essi cerchiamo di confrontarci. Questi però non scendono sul piano dello squadrismo: il lavoro sporco lo lasciano fare ai ragazzi del Focolare, ai Corretti Diffamatori, alle Barbarazze. Negli indirizzari della lapidanti si trovano però anche rabbiniche sottoscrizioni. È da aggiungere che non fanno dialogo. A parte le aggressioni con qualche occasionale visitatore, anche io fra questi, non sviluppano contradditorio. Si confermano a vicenda nelle loro posizioni e si trovano d’accordo nel denigrare un terzo assente ed assai spesso ignaro. Credo che le redazioni dei giornali debbano ormai essere abituate a ricevere simili lettere e probabilmente non ne tengono più conto. Alcuni giornalisti che ho conosciuto e che sono normali destinatari delle barbarate non se ne impressionano più di tanto e non ne tengono alcun conto. Qualche persona si arrabbia e minaccia querela. Per mia esperienza ho appreso che i giornali su carta stampata sono tenuti a pubblicare le lettere delle persone direttamente interessate su questini che li ledono seriamente. Tolti questi casi, vale il principio: parlate pure male di me, ma parlatene. In conclusione, al basso livello l’interesse per questi siti è meramente sociologico. Non è qui che si può attingere la dottrina ed è certamente meglio evitare contatti che si risolvono solo nella maggiore o minore fantasia nell’inventarsi insulti velenosi. E sì che sono gran maestri dell’odio!
11. Notizie su Israele. – Anche questo link rientra nella nostra categoria di monitoriaggio. Ne registriamo il link per poi esaminarlo più attentamente.
Sezioni tematiche: A: Iraq: origini, cause e risultati odierni di una guerra “preventiva”. - B: Iran: una guerra di aggressione programmata. – C D E F G H I: Apartheid. - J K: Palestina - L M N O: Questioni di storia. Passato e presente. - P Q R S T U: Le testate giornalistiche e le centrali mediatiche ispiratrici o di supporto. - V W X Y Z: bombe a grappolo -
Il nostro Monitoraggio è iniziato con «Informazione Corretta» che però è qualcosa di assai grossolano. Tutto il nostro lavoro verrebbe vanificato se si fermasse al solo circolo di Angelo Pezzana. IC resta utile per la sua immediatezza, per la nettezza con cui divide il mondo in due parti: con Israele e il sionismo o contro Israele e il sionismo. Esistono però posizioni più sfumate e intermedie, anche nascote alle luci dei riflettori. In fondo il lavoro di «Informazione Corretta» è di tipo squadristico. Una rete di attivisti che sono nell’indirizzario di IC rispondono ai comandi che consistono nell’inviare lettere contro quel quotidiano o quel personaggio pubblico o privato. Si noti che in questa attività istigativa i responsabili della testata giornalisticamente registrata possono sempre dire di essere estranei a ciò che un loro lettore scrive a terzi su loro costante invito. La natura del commento influenza chiaramente i contenuti delle lettere che i Lapidatori mandano ai destinatari di volta in volta designati. Purtroppo, non mi è possibile una statistica ed un monitoraggio delle lettere ispirate dalla redazione di IC ed inviate a giornali e privati. Per salire di livello nell’analise del sionismo italiano occorre considerare altre testate. Alcune caratterizzata in senso totalmente o prevalentemente sionista: il «Foglio», il «Riformista», il «Giornale», il «Velino», «Radio radicale», altre occasionalmente sioniste a seconda dei collaboratori di cui dispondono. Fra queste in primis il «Corriere della Sera», dove opera Magdi Cristiano Allam. Poi vi sono testate ebraiche come Shalom. Di tutte queste tenteremo un censimento e se avranno un archivio accessibile al pubblico, vi attingeremo, considerando ormai abbondantemente sfruttato l’archivio di IC. Si avverte infine che la successione dei paragrafi è del tutto casuale. Non vi è nessuna gerarchia per ordine di importanza, anche perché oggetto della ricerca è la scoperta delle eventuali relazioni gerarchiche, o rapporti di dipendenza o di correlazione, e così via. È un bosco ed un sottobosco tutto da esplorare, dove i grossi alberi vengono osservati insieme con i cespugli che li attorniano.
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Status: 13.12.08
Sommario: 1. Il “Foglio” di Giuliano Ferrara. – 2. L’«Opinione» di Arturo Diaconale. – 3. Il lato sionista del «Corriere della Sera». – 4. I «Corretti Informatori» si rinnovano. – 5. “Tempi”, un sedicente settimanale cristiano. – 6. I ragazzi del Focolare. – 7. Un atto lobbistico contro il Corriere online. – 8. La “ragione sociale” di IC: esilarante! – 9. Barbara è HonestReportingItalia. – 10. Barbara al Focolare. – 11. Notizie su Israele. –
1. Il “Foglio” di Giuliano Ferrara. – Il personaggio Giuliano Ferrara ha una sua storia abbastanza nota che noi non intendiamo ripercorrere. Ci basta che sia quel che è al presente e sul quale basiamo il nostro giudizio. Dei finanziamenti di cui fruisce può leggersi nel volumento di Perez “La Casta dei Giornali”. Credo che si sia buttato sulla “politica del corpo”, ossia su quei dibattiti che suscitano interesse per questioni legati alla sfera personale: il diritto o meno della donna di abortire, eutanasia, eugenetica, religione cattolica. Non potendo disporre di sezioni territoriali come il vecchio PCI cerca la sua fortuna e la sua consistenza politica sull’onda della pubblicità fruttata dai media. Il suo tentativo elettorale, non certo platonico, è finito ad uova marce ed ortaggi. È stato scaricato perfino dai preti, dai quali sperava forse appoggio per le note posizioni sull’aborto. Ma i preti che oltre alla teologica praticano il più cinico realismo politico non si sono fidati granche di un “ateo devoto”, ambigua figura che mette in barzelletta ogni idea conosciuta di religione. Probabilmente Ferrara è importatore di un sottobosco americano, su cui mi sto appena appena istruendo. Per taluni in America vi sarebbe un grande risveglio religioso, ma a me – per quel poco che posso giudicare – sembra che proprio in fatto di religione vi sia una grande barbarie, indegna di un popolo che pretende di essere il primo popolo della terra solo perché ha l’esercito più potente ed una grande ricchezza che è distrubuita in modo assai ineguale. Anzi proprio la grande povertà che esiste in ampi strati della società americana direi dia corpo a forme di religiosità assai bizzarra che presso di noi farebbero ridere il più incolto dei nostri contadini. Per via della comune attenzione alla politica del corpo esiste un feeling, sia pure dialettico, fra il “Foglio” di Ferrara e Radio Radicale, dove Bordin dà spazio a Ferrara come fosse uno dei nostri maggiori pensatori politici. Ma un feeling maggiore esiste fra il “Foglio” di Ferrara e l’«Informazione Corretta» dell’omosessuale Pezzana. Non ricordo mai un solo rilievo critico da parte dei “Corretti Informatori” su un articolo apparso sul “Foglio”. Anzi è proprio dal “Foglio” che sono partiti gli attacchi a Piergiorgio Odifreddi che dalla “Repubblica” aveva definito scherzosamente «Informazione Corretta» una testata “parafascista” e Giorgio Israel che vi collabora come redattore organico, inserito nella gerenza, un «collaborazionista». Su queste lievi battute si è scatenata una bagarre che ha visto scendere in campo tutto il rabbinato italiano. La vicenda è istruttivo e noi l’abbiamo studiata quanto ci sembra che basti. Il “Foglio” ha un suo archivio che andremo esplorando, dopo aver esaurito l’archivio di «Informazione Corretta», che però continueremo a tenere d’occhio e di cui ancora ci serviremo come archivio di riferimento per individuare la mappa del sionismo italiano.
2. L’«Opinione» di Arturo Diaconale. – Da non confondere con un’omonima testata catanzarese con titolo pure “Opinione”. Diaconale ha dovuto perciò aggiungere un’integrazione di titolo. Per ricordare io aggiungo semplicemente il nome del suo Direttore. Mentre per altre testate, come l’importantissimo “Corriere della Sera” si può fare il gioco delle tre carte, facendovi scrivere Sergio Romano accanto a Magdi Cristiano ah ah Allam e affidando la caratterizzazione sionista della testata a singoli collaboratori, in l’«Opinione» la carta è una sola, una sola la campana. Individui come Dimitri Buffa, Palazzi e simili oltre che lo stesso Diaconale caratterizzano pienamente la testata. Sono anche compagni ingombranti se Massimo Bordin sente pure il bisogno di prendere le distanze da Dimitri Buffa, distanziato pure da Antonio Polito che insieme con Riccardo Pacifici aveva organizzato una manifestazione in piazza del Campidoglio per dare il benvenuto ad Ahmadinejad nella malcelata speranza che di lì a poco si sarebbe iniziata una guerra sul modello di quella irachena e afghana: non c’è due senza tre. La realtà dei fronti contrapposti è variegata e per non perdere la visione d’insieme occore vedere il bosco e non il singolo albero. Ciò che indispone fin dal titolo della testata è la pronunciata faziosità e la mancanza del minimo contradditorio interno. Nel “Riformista” di Polito non è detraibile il sionismo, ma Polito ha avuto l’accortezza di dire per la campagna pro Frankenstein e anti-vauro, che non tutto poteva esser fatto passare per antisemitismo, altrimenti nulla era più antisemitismo, e questa importante arma contro gli avversari non sarebbe più servita a nulla: avvertimento di un sionista intelligente a sionisti meno intelligenti, ma tutti sionisti. Di intelligenza nell’«Opinione» non se ne trova neppure con il lanternone!
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3. Il lato sionista del «Corriere della Sera». – Se il Corriere della Sera avesse la stessa caratterizzazione del “Foglio” di Ferrara o dell’«Opinione» di Arturo Diaconale non farebbe un milione di copie e non sarebbe il primo quotidiano d’Italia con una storia secolare. Per il nostro monitoraggio vanno perciò individuate singole firme, come quella di Magdi Allam innanzitutto, ma poi Pierluigi Battista, Maria Antonietta Calabrò ed altre che individueremo singolarmente. Più difficile da valutare il ruolo del Direttore pro tempore. Mi pare si debba a Massimo Teodori l’espressione gioco delle tre carte per esprimere la linea politica editoriale di fondo. E credo che sia anche una linea intelligente se si vuole mantenere un’ampia tiratura. Il lavoro di monitoraggio diventa perciò difficile, ma credo la si risolva individuando la singola firma che pubblica su un quotidiano non pregiudizialmente ostile ad una linea pro Israele, ma capace di ospitare voci e orientamenti diversi. Ciò che mi resta da capire è il ruolo eccessivo dato a Magdi Allam che fa scendere di parecchio la rispettabilità del quotidiano. Ho letto che Magdi sarebbe stato addirittura conteso alla Repubblica, che secondo me ci ha guadagnato parecchio nel liberarsene. L’ultima vicenda della conversione di Magdi oltre a svilire il cattolicesimo, ridicolizzandolo, non giova neppure al “Corriere” che diventa ora una piazza per istrionate non solo levantine ma adesso anche cattoliche nostrane.
4. I «Corretti Informatori» si rinnovano. – Riporto di seguito una email ricevuta ad uno dei miei indirizzi non perché faccia parte della famiglia degli ascari, ma perché ho iniziato a monitorarli da quando mi sono visto attaccato e diffamato. Non ho ritenuto utile minacciare la classica inutile querela o alzare le spalle, ma ho avuto l’idea di monitorare io quegli che pretendono di monitorare gli altri e documentare io le loro “scorrettezze”, che son tante, ma proprio tante. Adesso si rinnovano e bussano pure a danari. Ecco la loro lettera:
Gentile Abbonato,Il commiato è difficile da interpretare nel senso della consistenza mediatica. Certo, la costanza quotidiana nel far uscire da otto anni un bollettino, che è un assoluto obbrobrio in senso giornalistico e morale, qualcosa deve averla prodotto ed ha un suo bacino di utenza e suoi referenti politici. Basta ricordare i rabbini ed i personaggi scesi in campo per il diverbio Odifreddi-Israel. La mia valutazione però è che si tratti di una scarsa consistenza. La Lobby importante non credo che si affidi ad una così bassa e spregevole manovalanza. Ho visto Pezzana farsi vivo in Roma al convegno organizzato da Madonna Fiammetta Nirenstein, ma non mi è parso che presso i suoi compagni riscuotesse un grande deferenza. In fondo, Pezzana è un Pezzana con tutto ciò che è associato al suo nome, quale che sia la valutazione che si voglia dare della sua attività pubblica e culturale senza qui minimamente voler attentare ai suoi diritti. Mi sembra difficile, quanto per intenderci, che il governo di Israele possa accreditarlo come suo Ambasciatore presso la Santa Sede. Per altri usi è di certo possibile un impiego, ad esempio «Informazione Corretta», ora in veste rinnovata.
siamo arrivati già all’ottavo anno di vita del nostro sito,[dunque anno di inizio il 2000 o il 2001? I più antichi documenti che ho trovato in archivio risalgono al 2001. In ogni caso, otto anni di diffamazione, denigrazione, delazione. Potete andarne fieri, dal vostro punto di vista, che è diverso da quello dei denigrati, diffamati, denunciati, soprattutto gestori di siti. Ma in genere non ho trovato persone disposte a darvi credito. L’ultimo da voi costantemente attaccato considerata la vostra attività una vera e propria azione di killeraggio, che però si scredita da sola e non sembra destare negli interessati preoccupazione o particolare interesse: una sdegnata scrollata di spalle è tutto ciò che sembrate meritare.]e crediamo, anche per i riconoscimenti che riceviamo dall’Italia e dall’estero,[Qui la cosa sarebbe interessante: da chi e da dove? Io ho seguito la vicenda del “parafascista” a voi affibbiato da Odifreddi in due righe su Repubblica. Sono scesi in campo, se ben ricordo due rabbini. Ma piuttosto che esser riuscita nella difesa hanno fatto loro stessi confessione di colpevolezza, manifestando la loro copertura. Naturalmente sono punti di vista. Ma dove sta scritto che il mio punto di vista debba coincidere con quello dei Signori Rabbini che credono di poter bacchettare perfino il Santo Pontefice? Se indicate i nomi dei “riconoscimenti” da voi ricevuti, avrete reso un grande servizio alla trasparenza che dovrebbe essere una delle regole della democrazia. L’estero qual è? Israele? Gli uffici del Mossad? È un dato importante, comunicatelo gentilmente ai Gentili Abbonati, che desiderano saperlo.]di svolgere un lavoro importante e unico di informazione e di monitoraggio utile, per chi scrive sui giornali e ai giornali.[Utile a chi? Ai diffamatori o ai diffamati? E l’informazione in cosa consiste? Nei vostri corretti e sgangherati commenti, che non rispettano neppure la lingua italiano e che contengono quotidiane volgarità? senza poi parlare del vostro sistema dei “riassunti stampa”, dove neppure vi prendete la briga di riportare gli articoli citati, ma ne date un riassunto ad usum Delphini, o meglio ad uso degli ascari che si prestano a mandare e-mail a comando agli indirizzi comunicati. Mi conforta pensare che la vostra ottennale attività vi abbia fruttato più reazioni indignate che non consensi. Continuate pure così.]Dopo tanti successi che i nostri lettori non possono non aver notato, desideriamo, a titolo di esempio, citare l’ultimo in ordine di tempo.[Il successo ha l’esempio che segue e che ho seguito. Siete stupidi ed ignoranti. A parte la marginalità del merito, basta conoscere appena un poco le leggi sulle stampa per capire che quando qualcuno è chiamato direttamente in causa, il minimo che una Redazione possa fare è tener conto di ciò che l’interessato possa aver da dire. Accontentarlo costa poco e non pregiudica nulla, ma risparmia ulteriori fastidi. Nel merito il personaggio menzionato ha soltanto dimostrato la sua pochezza. Di altri successi resto qui appunti in attesa per conoscerne singolarmente, uno ad uno. Ho chiesto alle redazioni dei giornali di sapere quante e di quale tenore sono le lettere che ricevono dai vostri ascari. Ma giustamente non me lo comunicano, essendo dati riservati. Qualche idea del loro elevatissimo spessore intellettuale ho potuto farmela da alcune e-mail pubblicamente intercettate, come quella di Michelino il Folle che scriveva al Presidente dell’Ordine dei Giornalisti perché radiasse dall’ordine o almeno tirasse le orecchie a Maurizio Blondet. E si indignava, si dimenava perché il Presidente non gli aveva dato neppure una risposta, a lui, cittadino israeliano!]Un nostro lettore[chi? La lettera era privata o pubblica? Se pubblica, ne prenderò nota, facendo adeguato commento. Ad oggi però non ne so nulla. Ma in ogni caso non doveva essere gravoso acconterà il Vostro Lettore. Quanto agli articoli di Farian Sabahi restano apprezzabili per chi li sa apprezzare, ritenendo di poterli apprezzare. Il mondo è diviso in chi sta dall’una e dall’altra parte del fronte. Per fortuna non siamo obbligati a stare dalla parte del mondo ascarizzato dei “Corretti Informatori”, un nome collettivo dove immaginiamo si cela una povera e singolare umanità su cui stendiamo un velo pietoso]ha inviato al direttore de "La Stampa" una lettera nella quale esprimeva dubbi, dopo aver letto su IC l’intervista di Farian Sabahi pubblicata il giorno 22/09; ne ha inviato copia anche a Abraham Yehoshua, affinché lo scrittore potesse replicare se lo avesse ritenuto opportuno. A seguito della nostra segnalazione, “La Stampa” è stata costretta a pubblicare, il giorno 24/09, la smentita che Yehoshua ha immediatamente inviato al Direttore del giornale dopo aver letto quanto gli era stato fatto scorrettamente dire tra virgolette![In fatto di “scorrettezze” vostre io ne ho già classicate non una una presunta, ma a migliaia evidenti. Resta ancora da indagare il sistema generale in cui esse debbano essere collocate. Ritengo in un sistema di disinformazione e di guerra ideologica di propaganda che ha la sua sede all’estero, da dove voi ricevete i consensi e gli apprezzamenti di cuè dite sopra di ricevere.]E’ importante questo lavoro di monitoraggio,[Monitoraggio il vostro? Il termine è quanto mai improprio! La vostra è un’azione di lobbying e di intimidazione, se vi sono fra tanti da voi trattati, anche soggetti intimidabili. Ricordo le vostre civili sgignazzate di compiacimento per qualche licenziamento no si è ben capito se attribuibile ad un vostro merito]soprattutto perché si deve far capire a chi scrive notizie false che le conseguenze possono ritorcersi contro.[La falsità è una vostra esclusiva prerogativa. Quanto alle conseguenze che possono “ritorcersi contro” è cosa vagamente allusiva con signifacto altamente ambiguo.]E’ proprio per tale motivo che, alla fine di ogni pagina della nostra rubrica trovate l’indirizzo dove potete far giungere i vostri commenti (di plauso o di critica).[Naturalmente, sono indirizzi così difficile che i Lettori sprovveduti non sarebbero capace di trovare da soli. Invece, combinando il testo del commento, spesso gravemente distorcente il contenuto degli articoli e dai toni ordinariamente incivili ed oltraggiosi, il tutto è configurabile come una pubblica istigazione all‘«odio» ed altri specifici reati. È da mettere nel conto che nella quasi totalità dei casi gli Ascari Lapidatori non hanno autonoma conoscenza degli argomenti trattati, ma recepiscono solo l’invito fazioso e partigiano. Ciò è espressamente detto in una testata parallela, dove si dice ai Gentili Abbonati di spacciarsi per ingenui passanti, senza far capire di far parte di un Gruppo. La cosa infatti avrebbe minor valore]Abbiamo deciso ora di apportare alcune innovazioni al nostro sito, per renderlo più completo e aggiornato, mantenendone tuttavia una lettura che deve essere il più semplice possibile.[Beh, il sito era piuttosto grossolano ed esteticamente brutto. I testi sono tutti pieni di errori: sia quelli del commento sia quelli ottenuti con il copia ed incolla delle edizioni online dei quotidani, i soli testi da cui i «Corretti Informatori» attingono. Nulla a che fare con la rassegna stampa di Radio Bordin, dove si leggono giornali presi in edicola e ammessi alla Rassegna. È forse qui che Angela Pezzano ha preso l’idea. Teneva infatti una rubrica settimanale per omosessuali, dove riferiva tutte le notizie riguardante questa fascia di pubblico. Dalla Sodomia, che non mi pare sia ben vista nella biblica Torah, è passato al sionismo. Ottima evoluzione che fa onore a tutti gli interessati dell’uno e dell’altro campo.]Ci sarà uno spazio in Home Page per film documentari di particolare interesse, la possibilità di seguire in diretta un telegiornale israeliano parlato in inglese, con sottotitoli in ebraico, una nuova rubrica "IC internazionale", nella quale troveranno spazio analisi sulla situazione mediorientale in altre lingue, nuovi documenti visivi con informazioni storiche.[Con l’anno nuovo ci saranno grandi trasformazioni, come dice una nota canzone. Saranno utili anche per noi, che osserviamo il sionismo in azione, se ci consentiranno di capire meglio e con maggiori dettagli i collegamenti da Israele e dalla Israel Lobby Usa con l’Italia. La nostra ricerca sulla Israel lobby italiana ha prodotto risultati conoscitivi, ma non riteniamo sia ancora conclusa. Resta ancora altro da sapere, scoprire, comprendere: il fine conoscitivo è il solo nostro fine. Non intendiamo certo imitare i «Corretti Informatori» nelle cose che fanno e che a noi ripugnano altamente.]
Speriamo che anche lei, gentile abbonato, apprezzerà queste novità.[Le apprezzeremo nel senso sopra detto, ma non sborseremo una sola lira per esse. Se mai i «Corretti Informatori» dovrebbero loro sborsare dei soldi a quanti vanno gratificando quotidianamente con i loro apprezzamenti]Una delle caratteristiche di www.informazionecorretta.com è che, fin dall’inizio, ha voluto essere gratuito per chiunque desideri abbonarsi.[Veramente dei filantropi! Come se uno mandasse in giro uova marce e pretendesse pure di essere pagato per l’alta qualità del prodotto.]E così rimarrà anche in futuro.[Meno male! Con il carovita che incombe almeno le uova marce non dovranno venir pagate. Sarà già tanto se non avremo ad ammalarci.]E’ tuttavia evidente che la gestione di una redazione come la nostra abbia delle spese, importanti, nonostante l’attenzione estrema che mettiamo nella gestione economica.[Sarebbe interessante conoscere nel dettaglio il budget dei “Corretti Informatori”. Quali le spese, quante le persone adibite, il numero ed il tipo delle collaborazioni, se gratuite o pagate. Sembra di capire che in ogni caso spese vi sono. Non certo quelle per comprare i giornali in edicola, visto che si servono solo delle edizioni online e quando queste non funzionano non danno i testi, ma li sostituiscono con un “riassunto stampa”, quanto mai filologicamente inaffidabile. Io suppongo arrivino soldi da Israele, se non vuol metterli di tasca sua lo stesso pezzana, che mi dicono danaroso. Non sono riuscito ad appurare presso il “Giornale” la veridicità della pensione parlamentare erogata per un solo giorno. Ma intendo tornare alla carica con il direttore Giordano: la notizia deve essere vera o falsa. Se falsa deve essere smentita, visto che i corretti informatori si preoccupano di smentire ciò che è falso. Andrò a ripescare la notizia e poi spero che gli Ascari vengano invitati a scrivere al “Giornale” per far smentire la falsa notizia]Abbiamo pertanto deciso, per la prima volta, di inviare questa nostra lettera a tutti gli abbonati, affinché, se lo ritengono, ci facciano pervenire un aiuto economico.[Che faccia, o meglio trattandosi di noti soggetti dovremmo usare un’altra espressione, ma ci siamo dati come linea politica e redazionale l’uso di un linguaggio il più castigato possibile, riformando qualche testo di quelli ormai numerosissimi già scritti, via via che ce ne accorgiamo o ci vengono segnalati]Questo potrà essere inviato seguendo le indicazioni disponibili in questa pagina. Non possiamo, a questo punto, che ringraziarvi tutti per il vostro sostegno, e invitarvi a farci conoscere, sempre di più, fra i vostri amici. Basta un semplice click per abbonarsi. Più saremo, più www.informazionecorretta.com riuscirà nello scopo che, tutti insieme, ci siamo proposto.
5. «Tempi», un sedicente settimanale cristiano. – Si tratta di un “settinale” che esce il giovedi come supplemento del «Giornale». In «Informazione Corretta» sono riportati articoli di Giorgio Israel ivi apparsi. Da vari indizi mi ero già fatto un’idea dell’ipirazione politica del settimale e della sua linea politica, direi più proncunciatamente sionista del quotidiano, dove scrive abitualmente madonna Fiammetta Nirenstein. Anche qui un certo pluralismo nel cui contesto appare qualche articolo di Filippo Facci critico della Nirenstein. La linea di fondo sempre tuttavia prevantemente impostata sul sionismo non mi è chiaro se per espressa indicazione del suo direttore o per singole posizioni di singoli giornalisti. La vicenda però dell’articolo di Rodolfo Casadei caratterizza fortemente la linea politica del settimanale.
6. I ragazzi del Focolare. – Un luogo comune tanto falso quanto stucchevole è quello secondo cui la stampa sarebbe prevalentemente orientata “contro” e non invece “a favore” di Israele. Con questo falso presupposto si creano gruppi mediatici di supporto la cui funzione è di dare addosso alle poche voci dissonanti. Come faccio a dire questo? Intanto esiste il piano normativo. In Italia esistono leggi che vengono di preferenza sfruttate da gruppi sionisti e filoisraeliani per mettere a tacere voci dissenzienti. In non pochi paesi d’Europa si comminano anni di prigione per chi osa mettere in dubbio i fondamentali del sionismo e della religio holocaustica. Viene poi represso e silenziato ogni tentativo di manifestare solidarietà verso il popolo palestinese, spesso deriso come popolo di ben pasciuti, mentre le ultime notizie da Gaza parlano di grave malnutrizione dei bambini. Un dato interessante per «Focus on Israel» è il suo inizio di attività: il 1994. Ben prima dell’impresa di Angelo Pezzana, nel 2001. Non credo che tutte queste attività mediatiche sia estranee al centro in Tel Aviv.
7. Un atto lobbistico contro il Corriere online. – Andando sul link si trova un’implicita ammissione da parte dei lobbisti di IC: ci va bene la linea del giornale cartaceo, dove scivono Magdi Cristiano ah ah Allam, Battista, Calabrò e altri, ma non quella del giornale online dove si possono vedere video come quello “criticato”. Si avvertono quindi i lapidatori, ad esempio la maga Lisistrata e le sue streghette, nonché i “ragazzi del focolare”, i figliocci di Deborah e simili, di lanciare sassi in direzione del direttore Mieli perché riduca al silenzio e alla ragion sionista quelli della edizione online.
8. La “ragione sociale” di IC: esilarante! – Sono abbastanza certo che i «Corretti Informatori» vengono a curiosare nel mio monitoraggio, anche se la consegna sembra essere quella del silenzio al fine di non procurarmi pubblicità oppure un saggio armistizio. Ho perciò la sensazione, leggendo alcuni loro commenti, che vi sia una inespressa interlocuzione con le mie frequenti osservazioni critiche, giacché non intendo essere “corretto”, bensì fortemente “critico” verso una becera propaganda di cui si può dire tutto il male, fatta salva la liceità della propaganda in se stessa. È da ridere quando parlano come al link di una loro “ragione sociale”, come si usa nella prassi commerciale. Sul merito specifico qui non vale neppure la pena di soffermarsi.
9. Barbara è HonestReportingItalia. – Abbiamo potuto scoprire uno degli agenti di una lobby ramificata che si estende a vari livelli e che certamente dispone di finanziamenti. A differenza di «Informazione Corretta» che è una sorta di rassegna stampa quotidiana accompagna ad una forma di squadrismo mediatico la mailinglist di «HonestReportingItalia» viene probabilmente diramata direttamente da Israele secondo edizioni nazionali. Ha una cadenza non regolare. I temi che paiono prediletti sono quelli che cadono sotto il diretto interesse della politica governativa israliana o della propaganda ufficiale. Per il modo in cui siamo giunti alla nostra conclusione sui legami fra “Barbara” non altrimenti individuabile e “HonestReportingItalia” rinviamo a quanto già scritto nella Postilla al Post di cui al link del titolo di questo paragrafo.
10. Barbara al Focolare. – Una connessione dal “Focus” al Blog di Barbara, che credo abbia un cognome appena scoperto, dimostra l’esistenza di una concertazione. Ho trovato un insulto che mi riguarda. Non scendo sul piano degli insulti e li lascio pure perdere. Noto però che la funzione di tutti questi blog e siti è quella del “megafono” e dello “squadrismo”. Non sono centro di elaborazione ideologici con i quali potersi confrontare criticamente ed eventualmente poter così utilmente correggere qualche proprio punto di vista. Sarebbe un errore intervenire in questi siti. Un’altra utile constatazione è che essi agiscono come divulgatori di articoli che considerano di riferimento ed il cui contenuto ideologico è da essi condiviso. Ho così trovato in Focus un articolo di Dimitri Buffa. Se questi sono i padri dottrinali, figuriamoci con cosa abbiamo a che fare. Dimitri Buffa tiene piazzai in Italia. Gli altri più o meno li abbiamo individuati e con essi cerchiamo di confrontarci. Questi però non scendono sul piano dello squadrismo: il lavoro sporco lo lasciano fare ai ragazzi del Focolare, ai Corretti Diffamatori, alle Barbarazze. Negli indirizzari della lapidanti si trovano però anche rabbiniche sottoscrizioni. È da aggiungere che non fanno dialogo. A parte le aggressioni con qualche occasionale visitatore, anche io fra questi, non sviluppano contradditorio. Si confermano a vicenda nelle loro posizioni e si trovano d’accordo nel denigrare un terzo assente ed assai spesso ignaro. Credo che le redazioni dei giornali debbano ormai essere abituate a ricevere simili lettere e probabilmente non ne tengono più conto. Alcuni giornalisti che ho conosciuto e che sono normali destinatari delle barbarate non se ne impressionano più di tanto e non ne tengono alcun conto. Qualche persona si arrabbia e minaccia querela. Per mia esperienza ho appreso che i giornali su carta stampata sono tenuti a pubblicare le lettere delle persone direttamente interessate su questini che li ledono seriamente. Tolti questi casi, vale il principio: parlate pure male di me, ma parlatene. In conclusione, al basso livello l’interesse per questi siti è meramente sociologico. Non è qui che si può attingere la dottrina ed è certamente meglio evitare contatti che si risolvono solo nella maggiore o minore fantasia nell’inventarsi insulti velenosi. E sì che sono gran maestri dell’odio!
11. Notizie su Israele. – Anche questo link rientra nella nostra categoria di monitoriaggio. Ne registriamo il link per poi esaminarlo più attentamente.
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