e p. c.
ai Lettori del Blog Civium Libertas
Vi mando di seguito un commento che ho collocato sul nostro Blog Collettivo Civium Libertas, in pratica uno strumento di espressione del nostro Gruppo ristretto e moderato, rivolto al più vasto pubblico della rete, ottenendo in meno di due mesi un considerevole successo.
È stato scritto senza indugio appena letto l’incredibile e sconcertante notizia, postata da Daniele Scalea e riprodotta dal blog di Beppe Grillo. Ecco il testo:
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All’On. Levi
Quanto leggo e porta la sua paternità a proposito della registrazione dei blogs è inaudito ed osceno. Ha mai letto l’articolo 21 della costituzione?
Incredibile ed altamente irritante. Mi auguro che presto tutti i sette milioni di utenti internet sappiano organizzare una manifestazione in Roma per la libertà di espressione, della quale voi politici di professione dimostrate di avere terribilmente paura proprio con un provvedimento come quello a lei attribuito.
Antonio Caracciolo
Docente di filosofia del diritto
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Andrebbe subito aperta una riflessione ed un’analisi di cosa significa questo nuovo potente strumento di espressione che non ha precedenti nella storia. Se l'invenzione della stampa è stata la grande rivoluzione che conosciamo, internet e le sue infinite applicazioni superano a dismisura la portata rivoluzionaria dei torchi di Gutenberg. Ciò ha conseguenze rilevanti per l’organizzazione del potere e consente forme di democrazia diretta e di partecipazione dei cittadini prima impensabili. La vecchia classe politica lo ha ben capito, studiando contromisure all’antipolitica di Beppe Grillo che nasce proprio dalla Rete.
A questo punto, prima che sia troppo tardi, va organizzata una grande manifestazione, la più poderosa che mai vi sia stata, proprio per difendere la libertà di espressione dei cittadini. Considerando che gli Utenti crescono a dismisura insieme con il diffondersi della banda larga e che attualmente sono almeno sette milioni, occorre organizzare questi sette milioni per una, mille imponenti manifestazioni, da organizzarsi in tempi rapidi su semplice convocazione telematica: luogo, ora, giorno. Non occorrono palchi, microfoni, pulman, volantini e niente altro. Basta soltanto concertare un appuntamento tutti insieme per un unico motivo: la libertà di espressione attraverso lo strumento della rete. Se non si hanno i soldi per prendere un treno per venire a Roma, basta riunire gli internauti del proprio quartiere e manifestare nella piazza del proprio paese: in tutte le piazze d'Italia, a ritmi cadenzati e senza fine: ogni lunedì alle 17 in punto....
Spero di aver fornito un esempio di quanto sia facile organizzare la protesta. Ma protesta deve esservi! E la rapidità della mobilitazione è essa stessa arma vincente.
Pensate nel nostro piccolo cosa ha già significato la Rete. Pensate alla nostra iniziativa pro Graf. Pensate al mio Monitoraggio di “Informazione Corretta”, l’agenzia filoisraeliana che dopo aver diffamato per anni il mondo intero, certa della sua impunità, ha ora finalmente trovato pane per i suoi denti nello stesso terreno della rete. Pensate mille altre cose simili...
Antonio Caracciolo
P.S. - Chi vuole è da me autorizzato a diffondere questo testo in tutte le sedi a lui accessibili.
LINKS utili di commento ed integrazione:
1. Xavier Jacobelli: Quelli che vogliono imbavagliare la rete.
2. Di Pietro: il ddl è passato in sordina senza discussione e va subito bloccato. – Si può leggere il seguente testo di Di Pietro che riporto qui per comodità dei Lettori di CL:
Sto ricevendo moltissime email e commenti di critica sul disegno di legge
“Nuova disciplina dell’editoria e delega al Governo per l’emanazione di un testo unico sul riordino della legislazione nel settore editoriale”.
Una precisazione: il disegno di legge non è stato discusso nel Consiglio dei Ministri del 12 ottobre perchè presentato come provvedimento di normale routine.
Ho letto il testo oggi per la prima volta e la mia opinione è che vada immediatamente bloccato il disegno di legge che, nei fatti, metterebbe sotto tutela Internet in Italia e ne provocherebbe probabilmente la fine.E’ una legge liberticida, contro l’informazione libera e contro i blogger che ogni giorno pubblicano articoli mai riportati da giornali e televisioni.
Io faccio parte del Governo e mi prendo le mie responsabilità per non aver intercettato il disegno di legge, ma per quanto mi riguarda questa legge non passerà mai, anche a costo di mettere in discussione l’appoggio dell’Italia dei Valori al Governo.
Ho mandato un mio commento nell’affollatissimo e forse dispersivo Blog di Di Pietro, dando notizia del nostro Blog. Non ne ho purtroppo salvato il testo, ma conteneva un rinvio a questo post.
3. Nuove da Grillo. – Grillo invita il Governo a ritirare il ddl, ma non credo che senza una mobilitazione di massa si possa ottenere nulla. Oggi sfilano in un milione di precari. Ormai, ogni categoria che abbia qualcosa da chiedere o qualche diritto da difendere sa che deve passare per piazza san Giovanni in Laterano, ovvero deve dare un segno della usa presenza fisica. Per la Rete in quanto tale ciò non è ancora avvenuto. Ed i tempi sembrano maturi. Dobbiamo forse ringraziare Riccardo Levi.
4. Il prossimo V-Day sull'informazione. – Richiesta: abolizione dei finanziamenti all3editoria e abolizione dell'ordine dei giornalisti, già chiesto da un referendum boicottato dai giornalisti stessi.
5. Allarme! – L'articolo ben documenta l'esistenza di forze che hanno tutte l'interesse ad impedire l'estendersi della democrazia e della libera informazione attraverso la capillarità e gratuità che è propria di internet.
4 commenti:
Le Vie del Mossad sono infinite!
Caro Caracciolo
Il liberismo di internet non deve morire per volontà del Sig Roberto Levi.
Sono a tua disposizione per eventuali manifestazioni.
Maurizio Cirignotta
www.cirignotta.it
Grazie, ma io non mi sento un leader. Ho lanciato un grido nell'etere appena ho intravisto il pericolo. E mi chiedo adesso - alla notizia radiofonica di un Gentiloni che ritirerebbe il dddl – se tutto ciò succede a caso. Se il ddl verrà effettivamente ritirato dal governo, è da chiedersi come mai il sottosegretario Riccardo Levi abbia avuto in mente un obiettivo del genere. Incompetenza? E' una cosa già di per se abbastanza grave scoprire che abbiamo degli incompetenti a governarci. O invece sapeva quel che faceva e dove voleva arrivare? Propendo a questa seconda ipotesi. Non ditemi antisemita, per cortesia, ma partendo dal nome Levi sono indotto a pensare all'esistenza di una Israel Lobby che ha tutto l'interesse ad imbavagliare la rete quale forma di democrazia partecipativa che può finalmente realizzare il dettato dell'art. 49 della costituzione, che – repetita iuvant – prevede in due righe: a) il diritto dei cittadini di iscriversi ai partiti potendo disporre di essi e della loro organizzazione; b) la necessaria struttura democratica di ogni partito: nessuno di essi è strutturato democraticamente; c) i cittadini, riuniti pacificamente ed in libero dibattito e confronto, possono e devono tutti concorrere alla formazione della politica nazionale, oggi appannaggio di una ristretta e sfacciata casta che cura innanzitutto i suoi interessi in barba e contro gli interessi del Paese. Cosa c'entra in questo internet? Si è sempre detto che la democrazia diretta non è possibile perché è impossibile distogliere i cittadini dalle loro quotidiane occupazioni e preoccupazioni per interessarli alla cosa pubblica. Da qui la necessità ineludibile di una rappresentanza politica che curasse altruisticamente gli interessi di tutti. Ognuno di noi sa bene come si svolgono le elezioni e cosa significano. Adesso, invece, grazie ad internet che è appena ai suoi inizi diventa possibile un largo e larghissimo coinvolgimento diretto dei cittadini. In questo momento, appena fatto colazione e senza uscire di casa, sto facendo politica e mi rivolgo a voi come concittadini (senza avervi mai visto) proprio per fare politica e difendere innanzitutto la nostra libertà di poterci conoscere e di poter comunicare. Vi sembra poco? Nossignore! E lo sa bene il signor Levi e tutta la Lobby che gli ha commissionato il ddl. Aggiungo infine che da Bush arrivano forti pressioni ad una nuova guerra contro l'Iran. Con la menzogna diffusa dai media tradizionali ci hanno fatto credere ad inesistenti armamenti dell'Iraq per giustificare una guerra. Adesso vogliono rilanciare, ma hanno bisogno di chiudere la bocca alle voci dissezienti e non prezzolate. Ecco cosa bisogna pensare dietro la follia di un Levi.
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