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Di apartheid in Israele ormai parlano in tanti e non è più possibile negare il fatto. In questa sezione cercheremo di raccogliere la più ampia documentazione disponibile in rete. La successione dei paragrafi avrà un ordine casuale e dipenderà da ciò che si troverà e quando lo si troverà. Quindi nessuna sistematicit almeno in una prima fase di mera raccolta dei dati.
Versione 1.7
Status: 17.11.08
Sommario: 1. L’apartheid dell’acqua. – 2. Israele e Sud Africa dell’apartheid. – 3. Il giro del qua qua dei «Corretti Informatori». – 4. Londra–Israele: la guerra degli ortaggi. – 5. Il muro in frantumi: manifestazione in via dei Fori Imperiali. –
1. L’apartheid dell’acqua. – Il link riporta ad una rivista affiancata, “Tempi”, su cui scrive Giorgio Israel e che è spesso richiamata dai «Corretti Informatori» nella sua “rassegna”. La rivista ha una chiara ispirazione sionista. Il problema dell’acqua è quanto mai serio ed importante. Vi è poco da scherzare. L’estensore dell’articolo si preoccupa di confutare “il Manifesto”, dichiarando che agli abitanti di Gaza è fatto pagare lo stesso prezzo che ad altri per quanto riguarda la fornitura dell’acqua nella Striscia di Gaza. Sarà pure. Ma non è questo l’aspetto che richiama qui la nostra attenzione. Per chi non ha mai messo piede da quelle parti riesce difficilmente concepibile un grande campo, in pratica un Lager, dove vivono dentro ammassati in una densità altissima più di un milione di persone che dipendono da una sorta di carceriere per l’erogazioni di luce, acqua ed ogni altro rifornimento dentro in campo nonché con le chiavi del campo stesso e la titolarità dei permessi di entrata ed uscita. Una situazione allucinante assai difficile da immaginare e concepire.
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2. Israele e Sud Africa dell’apartheid. – Il paragone fra Sud Africa dell’apartheid e Israele è sempre più frequente. È penoso vedere come i «Corretti Informatori», che indichiamo al plurale ma che andrebbero identificati in una sola persona, neghino una evidenza che è rilevata da fonti diverse e disparate, interne ed esterne ad Israele.
3. Il giro del qua qua dei «Corretti Informatori». – Che fare quando proprio non si può negare l’evidenza? La si ammette ma se ne stravolge il significato. Così è per l’ennesimo episodio di brutalità dei soldati israeliani sulla popolazione albanese. Il tutto è stato registrato in un video che i soldati stessi si scambiavano per riderci sopra. È così finito su YouTube. Una televisione di stato ha così deciso di trasmettere sulle sue frequenze ciò che in ogni caso circolava ed avrebbe continuato a circolare. L’averlo fatto è indicato da quei loschi figuri che indichiamo genericamente come “Corretti Informatori”, immaginando però chi ci stia dietro, come un modo esemplare di funzionamento della democrazia in Israele: imparino le dittature! L’ipocrisia e la balordaggine superano qui l’immaginazione. È da chiedersi se è una forma di autoinganno e autoottundimento, un modo insultante e straffottente per far indignare i critici di Israele o se davvero costoro pensano di aver prodotto un argomento. Restiamo nel dubbio, ma registriamo l’enormità del fatto e l’ancora più grande enormità del suo stravolgimento.
4. Londra-Israele: la guerra degli ortaggi. – È da studiare la posizione dell’Inghilterra verso Israele nell’ultimo decennio. A parte Blair che ha condiviso con Bush la guerra della menzogna vi è stato in Inghilterra un tentativo di boicottaggio da parte dei docenti universitari inglesi. Resta qui in questo Monitoraggio ancora da recuperare quella vicenda, scrivendone la storia. Ora sempre sorgere un nuovo episodio con le olive prodotte negli insediamenti illegali della Cisgiordania ed esportate in Inghilterra: si vuole una scritta con l’indicazione “prodotta nei Territori occupati”. Naturalmente da parte israeliana si protesta. Naturalmente i “Corretti Informartori», agenzia di propaganda israeliana in Piemonte, seguono le indicazioni di Tel Aviv.
5. Il muro in frantumi: manifestazione in via dei Fori Imperiali. – Si tratta di una manifestazione che si svolge in Roma dei Fori Imperiali questa mattina. Un finto muro costruito simbolicamente viene poi demolito dai manifestanti allo scopo di richiamare l’attenzione dei passanti e creare una mobilitazione. Numerose foto della manifestazione possono vedersi cliccando sul link e poi ingrandendo le miniature.
(segue)
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