martedì 2 ottobre 2007

Monitoraggio di “Informazione Corretta": H. La lex holocaustica

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Quadro d’insieme - Osservatorio sulle reazioni a Mearsheimer e Walt -





Versione 1.2

Sommario: Premessa. – 1. Esorcizzazione preventiva in un articolo di Christian Rocca. – 2. E chi è Luciano Tas?. – 3. La Nabka in una conferenza al Comune di Siena. –

0. Premessa. – L’edizione italiana del libro dei due professori americani John J. Mearsheimer e Stehen M. Walt, La Israel Lobby e la politica estera americana, uscita in questi giorni presso Mondadori a 18,50 euri, ha già suscitato isteriche reazioni a dimostrazione del fatto che ha colpito nel senso. Non essendosene potuta impedire la pubblicazione o ottenere il ritiro (come nel caso del libro del povero Ariel Toaff, violentato all’inverosimile), si tenta ora di gettarvi tutto il fango e la denigrazione possibile non già sul libro, ma perfino sulla rispettabilità dei loro autori, secondo una tecnica ormai individuata: diffamazione, denigrazione, delazione. Forse un libro simile in Italia non avrebbe potuto scriversi. Mi correggo: se già non esiste, un libro simile in Italia non avrebbe avuto ascolto. Tradotto dall'inglese ed importato sul mercato librario italiano, dopo un grande successo ottenuto in America, serve ad individuare il rispettivo fenomeno italiano. Per cui in questa sezione analizzeremo le reazioni al libro dentro e fuori I.C. Sarà come una cartina di tornasole per individuare i soggetti. Non vi è dubbio che I. C. può disporre di una serie di giornalisti “amici”, di provata fede filoisraeliana, dislocati nelle varie redazioni, pronti a partecipare alle batture di caccia aperte dai Corretti Informatori. Al riguardo, i due professori americani, così riferiscono per un'organizzazione analoga negli per fare pressione sui media:
«Uno dei più energici gruppi di controllo dei media all’interno della lobby, sebbene non l’unico, è il Committee for Accuracy in Middle East Reportering in America (CAMERA) [i nostri Corretti Informatori ne sono gli imitatori italiani o un dipendenza italiana ovvero esiste una rete mondiale con centrale in Israele? Cercheremo di scoprirlo anche con l'aiuto dei lettori di questa pagina], particolarmente critico con laa National Public Ragio, che in qualche occasione ha chiamato “National Palestine Radio”. Oltre a tenere un sito internet aggiornato [proprio come la nostrana “Informazione Corretta (sic! o meglio “rivista seconda la censura israeliana”)] e a stigmatizzare [= mettere alla gogna gli ignari malcapitati] pubblicamente presunti esempi di informazione distorta, il CAMERA, nel maggio 2003, organizzò dimostrazioni in trentatré città davanti alle emittenti del network National Public Radio, nel tentativo di convincere i suoi finanziatori [sempre il vile danaro anima mundi!] a revocare il loro sostegno finché l’informazione diffusa sul Medio Oriente non fosse diventata più morbida verso Israele. Sembra che, in seguito a campagne come questa, una delle stazioni radio pubbliche di Boston, WBUR, abbia perso finanziamenti per oltre 1 milione di dollari. Nel 2006 il CAMERA si è sobbarcato l’alto costo di inserzioni a tutta pagina sul New York Times e sul New York Sun per attaccare il libro di Jimmy Carter Palestine: Peace Not Apartheid. Nelle inserzioni veniva indicato anche il numero telefonico dell’editore, al quale i lettori erano invitati a rivolgersi per protestare [eufemismo che sta per linciaggio, messa alla gogna, ecc.]» (op. cit., p. 231).
Le analogie sono impressionanti e fanno pensare ad una rete mondiale di organizzazioni lobbistiche collegate che attingono forse a comuni finanziamenti e rispondono ad un centro, ma nella definizione di lobby data dai due autori americani non è per nulla necessaria l’organizzazione piramidale, fatta salva la direzione strategica in Israele.

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1. Esorcizzazione preventiva in un articolo di Christan Rocca. Non potendo impedire lo sbarco in Italia del libro dei due professori americani, già previsto per il 28 settembre, il sodale Christian Rocca tenta in data 1° settembre su il Foglio di Giuliano Ferrara, che in compagnia di improbabili musulamani va fiero e si distingue per aver inscenato manifestazioni davanti all’ambasciata iraniana, tenta di esorcizzare gli effetti di un testo che per chi lo legge e non è prevenuto riesce assai illuminante nelle sue oltre 400 pagine di notizie analitiche ed inconfutabili. Ai nostri fini più che l'articolo di Rocca di cui ci siamo occupati e ci occuperemo ancora altrove interessa la “correzione” della titolazione. Su Il Foglio la titolazione originale è: «Lo spettro della lobby ebraica», dove a mio avviso l’espressione “lobby ebraica” è più corretta che non Israel Lobby, che però è prudente evitare per togliere ai sionisti la facile accusa di antisemitismo, un grimaldello morale con cui terrorizzano ogni voce anche debolmente critica e dissenziente. I nostri “Corretti” Informatori aggiustano il titolo correggendolo in: «Arriva in Italia i libro di Mearsheimer e Walt contro la “lobby ebraica” e a favore di una nuova Monaco che sacrifichi Israele. Lo pubblica Mondadori». Il fatto che lo pubblichi Mondadori – proprietà di Berlusconi, come Rocca fa sapere ai suoi lettori ai quali evidentemente la cosa dovrebbe interessare più del libro stesso - non è chiaramente una gratuita pubblicità, ma l’indicazione di un obiettivo su cui possibilmente sparare, secondo il precedente sopra denunciato dai due autori americani. Si noti poi l'espressione “lobby ebraica” usata dai Corretti Informatori, come ad incitare provocatoriamente altri ad usare questa espressione per poi rilanciare con l'accusa di antisemitismo e razzismo solo per avere usato questa espressione e non per altro. Esistono dei concretissimi esempi di questa tecnica da me individuata e denunciata altrove. Sarebbe come a dire che se un Corretto Informatore dicesse di sé: “Io sono un ebreo” e chi lo ascolta rispondesse riconoscendo ciò con un: “tu sei un ebreo”, verrebbe per ciò tacciato di razzismo ed antisemitismo. La tecnica terroristica è ormai ben nota e forse come arma la si può spuntare. Non esiste, io credo, altro antisemitismo che non quello ispirato e fomentato ad arte dagli stessi Corretti Informatori ovvero della Israel Lobby che su questo argomento morale, del tutto fantasioso ed infondato, ha basato un'intera strategia di altrui condizionamento. Quanto poi alla nuova Monaco siamo al solito pestar nel mortaio di una ignobile strumentalizzazione del passato ben descritta da Finkelstein nel suo libro, pure contestatissimo, su L’industria dell’Olocausto, che descrive e denuncia quanti denari i “sopravvissuti” hanno lucrato e lucrano sulla pelle dei defunti, impoverendo l’economia dei nostri paesi e facendo patire ai palestinesi sofferenze che hanno poco da invidiare a quelle degli internati nei Lager nazisti. E si badi! Non è il sottoscritto a dirlo, ma molti altri - persone fisiche ed organizzazioni - che ne offrono quella documentazione che i lobbisti cercano di oscurare in tutti i modi. Come se non bastasse, a questi lista si aggiunge l’eminente ebreo purosange Avraham Burg, forse già emigrato in Francia, dove annuncia un libro che leggerò con molto interesse, dandone qui notizia. All'infame Burg pare sia stata negata sepoltura in Israele, ma non sembra per fortuna che stia per morire, essendo ancora in buona salute.

Avevo letto solo per metà l'articolo di Rocca. L0 rileggo adesso dopo aver letto il libro che è uscito puntuale il 28 settembre ed io sono stato tra i primi a comprarlo e leggerlo in modo avvincente che da anni non mi capitava, ce ne è voluto perché sono 43o pagine scritte in piccolo. Posso adesso rileggere con cognizione di causa la recensione esorcistica di Rocca e ne comprendo meglio la faziosità. È vero intanto quello che lui scrive ed è cosa tipica della lobby:
La versione edulcorata di “The Israel Lobby” contribuirà a sdoganare la tesi cospiratoria nei circoli culturali e giornalistici di New York e Washington, anche se è già partita una campagna per il boicottaggio, ma un’attenta lettura del libro rivela che sarà comunque difficile giudicare questo testo con il metro della correttezza politica [Possibile che C. Rocca non abbia mai sentito parlare dei nostri “Corretti Informatori"?].
Ed è vero. Ma è lo stesso Rocca che fa opera di boicottaggio con la sua sua recensione, che di certo non è un invito alla lettura. Tocca poi l'ipocrita ed il ridicolo quanto imputa a mancanza di coraggio quella che sarebbe stata certamente la più corretta traduzione «lobby ebraica»:
In Italia il libro uscirà con un bizzarro titolo anglo-italiano, “La Israel lobby”, probabilmente perché nella nostra lingua “la lobby israeliana” non è così evocativo. Il titolo più corretto, in realtà, sia in inglese sia in italiano, sarebbe stato “La lobby ebraica”, ma se nemmeno gli autori hanno scelto di chiamarlo così, la mancanza di coraggio [Vi è dunque rischio a dire “lobby ebraica”? e tu, caro Christian, non volevi che corressero questo rischio o invece volevi che cadessero già facilmente nella rete già pronta?] non può essere imputata alla Mondadori. “La Israel lobby”, dunque.
Possibile che Rocca non sappia che nelle legislazioni europei è sufficiente dire “lobby ebraica” per sentirsi piovere un’accusa e forse anche una querela per razzismo. In pratica, se un ebreo dice di se stesso con legittimo orgoglio: “sono un ebreo”, come ha fatto Mans Mayer in una circostanza che ho narrato più volte, va tutto bene. Ma se chi ascolta coniuga con defernza alla seconda persona: “tu sei un ebreo", si becca una denuncia di antisemitismo e razzismo. I due autori evidentemente erano informati su talune sentenze giudiziarie ed hanno pensato di togliere una facile arma dalle mani di quelle persone che come ci informa lo stesso Rocca hanno già fatto partire una campagna per il boicottaggio del libro. A questo punto cosa si deve replicare a Rocca? Per lo meno di essere un ipocrita! La faziosità e partigianeria di Rocca la si vede nell'analogia del tutto impropria con la monaco del 1938:
Il senso della proposta dei due teorici della scuola realista di politica estera, la più di moda oggi in America e in Europa, è più che chiaro: Israele non ci serve, anzi è dannoso, abbandoniamolo, così finalmente gli islamisti se ne staranno buoni. Una specie di Monaco 1938, con Olocausto assicurato, in un colpo solo.
E che c’entra il 1938 europeo con il 2007 palestinese? Che forse il Medio Oriente è l’Europa? Ed esisteva forse Israele nel 1938? E l’«Olocausto» cosa è? Una tragedia innanzitutto tedesca o uno stratagemma ideologico per fondare appunto lo stato di Israele alle spalle degli incolpevoli palestinesi che dovrebbero pagare il conto chiesto per l’«Olocausto» da dubbi eredi di quelle vittime? Le patate si possono sommare con le patate, non con i finocchi! Le comparazioni storiche raramente hanno senso ed in ogni caso vanno fatte con la massima cautela. Ringrazio pubblicamente Rocca per avermi illuminato su ciò che non sapevo:
Abraham Foxman, battagliero boss dell’Anti Defamation League, è uno dei tanti che in questi anni ha provato a spiegare proprio questo, cioè che l’antisionismo è il nuovo antisemitismo, una forma politicamente corretta e più facile da portare in società del vecchio e screditato odio nei confronti degli ebrei.
Mi chiedevo infatti da dove il nostro presidente Napolitano, che pare abbia avuto in questi giorni qualche screzio con Storace, abbia attinto materiale per la sua opinabile dichiarazione, che è diventata adesso il cavallo di battaglia della “lobby ebraica” italiana – se si può dire, se no passi per Israel lobby: non si tratta di coraggio. Si tratta di sapere quali vocaboli ancora si possono o non possono lecitamente usare –. Guasti maggiori un presidente non eletto direttamente dagli italiani, ma in modo indiretto da un Parlamento sempre più oggetto di contestazione, non ne poteva fare: ciò che ha concesso alla lobby lo ha tolto a se stesso in legittimazione. Storace è solo un’avvisaglia, ammesso che la sua critica abbia per davvero una rilevanza penale e che in questo paese non sia più possibile esercitare il diritto di critica, se ad esserne oggetto sono i potenti. Foxman si è pure preso un’onoroficenza e forse è stato pure ricevuto in Quirinale. Chissà quali nuovi insegnamenti ha fornito al nostro Presidente, il più amato dagli italiani. Non a caso ha perfino ricevuto dalla lobby una supplica per far liberare dagli in Libano i soldati... israeliani. Ho detto beni: israeliani. Non italiani. Ormai l’Italia è stata svenduta ad Oriente e ad Occidente. Purtroppo, il libro di Mearsheimer e Walt è tutto calato sulla realtà americana. Questo è il suo più grave limite per noi italiani che dobbiamo immaginare per analogia (altro che Monaco 1938!) l’equivalente fenomeno italiano senza un libro come quello dei due politologi americani che ci dia dati sulla nostra situazione. La recensione esorcistica di Christian Rocca è a giusto titolo una recensione che appare su Il Foglio, che si è giò distinto in uno modo che più chiaro non si può organizzando una manifestazione davanti all'amabasciata iraniana a preludio di un nuova guerra contro un paese mediorientale, non certamente a beneficio o nell’interesse dell’Italia. Pensavamo di aver concluso qui con Rocca, ma ci siamo imbattuti in una perla finale:
Come scrive il New Yorker, i due professori non sono certamente razzisti né antisemiti, però l’idea che la colpa dell’antisemitismo sia da attribuire agli ebrei non è proprio tra le più eleganti [Da che sarto vai? Da dove viene secondo quello che tu chiami antisemitismo se non dalla stessa politica di Isarele?]. A quel punto, scrivendo queste cose, diventa sospetto tutto, ogni singola riga del loro trattato. Sempre Ira Stoll, per esempio, fa notare che i due professori scrivono che nell’Olocausto sono morti “quasi sei milioni di ebrei”, non “sei milioni” come dicono gli storici.
È come a dire: dove casca l’asino. Se ti vai a prendere, caro Rocca, non i revisionisti (o “negazionisti”, come il tuo clan è uso dire) Faurisson, Graf, Mattogno, ma lo storico ufficiale dell’«Olocausto», cioè Raul Hilberg, vedi che pure lui parla di milioni 5,1, non di sei milioni esatti. Per il campo in cui ti sei messo, caro Rocca, ti mancano gli strumenti del mestiere, se non conosci l’opera di Raul Hilberg. Prima di avere io stesso letto il libro la recensione di Christian Rocca mi sembrava giornalisticamente quasi accettabile, ma dopo la personale lettura del libro mi appare in tutta la sua faziosità e partigianeria: bocciata! Se la cucini a pranzo Angelo Pezzana!

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2. E chi è Luciano Tas?. Il boicottaggio di cui sopra informa Rocca forse non sta riuscendo. Il libraio da cui ho acquistato il libro prendendolo da una pila di esemplari, mi dice che le vendite tirano, malgrado il boicottaggio annunciato. Non si spiega altrimenti lo strano episodio di cui al link. Forse è una graziosa risposta della Mondadori al tentativo di boicottaggio. L’analisi del libbro è francamente del tutto priva di valore e di significatività, dopo aver già letto altre recensione. la confutazione che dovrebbe esserci, in effetti non c’è. Forse riuscirà a produrre una simile confutazione il libro di Foxman, che io non ho letto e di cui dubito. E' però interessante la parte iniziale del testo originale di «Informazione Corretta» che riporto di seguito:
Improvvisamente nel nostro paese molti ebrei si sono visti recapitare un libro graziosamente mandato dalla casa editrice Mondadori. Lo ha ricevuto chi scrive e alcuni suoi amici, tutti in un modo o nell’altro attivi nel passato nella vita culturale ebraica italiana. Redattori, collaboratori e recensori la cui firma era apparsa sul mensile ebraico d’informazione “Shalom” e da molti anni ormai usciti dal giornale, ex consiglieri e chiunque abbia o abbia avuto in qualche modo a che fare nell’ambito della comunità ebraica, quasi tutti hanno ricevuto l’omaggio di Mondadori. Naturalmente ci siamo chiesti quale fosse il motivo di tanta prodigalità, non registrata invece in altri analoghi casi, quando cioè l’editrice ha pubblicato altri saggi di argomento d’interesse ebraico. Sì, perché se questo libro – “La Israel lobby e la politica estera americana” – è di sicuro interesse per molti ebrei, lo è anche (e forse di più), il libro “Le benevole” uscito quasi contemporaneamente, che però la Mondadori non ha ritenuto opportuno far pervenire alla stessa “lista” (trovata dove?) di indirizzi. [Per fortuna che si trattava solo di mandare un libro in omaggio: L’avessero mandato a me che sono tra i suoi più strenui difensori!] Alla lettura della prefazione e poi dell’introduzione dove gli autori enunciavano i punti della loro tesi e la metodologia seguita, qualche dubbio sull’obbiettivo legato alla generosità selettiva mondadoriana l’abbiamo avuto.
Lasciamo Luciano Tas con i suoi dubbi e cerchiamo invece di avanzare delle ipotesi o anche soltato delle congetture. Intanto, Mondadori ha pure pubblicato pochi mesi fa un libro tutto dalla parte di Israele, quello di Valori, un libro insipido che ho pure comprato per dovere di informazione. Senza aver indagato, questo libro ha avuto una presentazione televisiva e pure una benevolissima recensione di Elkan, il proprietario della Stampa, direttamente sul giornale di sua proprietà. Ad occhio e croce non parrebbe che la lobby intenda dare eguale rilievo al libro dei due politologi americani. Pertanto, il “regalo” della Mondadori ad esponenti individuati della lobby silente è in effetti curioso e potrebbe prestarsi a differenti interpretazioni. La chiusa di Luciano Tas a proposito del libro di Ariel Toaff lascia capire quale vorrebbe che fosse la sorte da riservare all’edizione italiana di Mearsheimer e Walt. Solo che non si possono costringere i due autori a ritirare dal commercio il loro libro come sono riusciti a fare con Ariel Toaf:Ma se lo scopo della Mondadori era quello di suscitare le reazioni della “lobby ebraica” italiana per incrementare con qualche scandalo le vendite, proprio come aveva fatto non molto tempo fa l’editrice il Mulino con un infelice libro di “odio di sé ebraico”, eccoci qua, per servirvi o almeno, fateci avere “Le benevole”. Non so cosa siano “Le benevole”, ma quanto ai Protocolli dei Savi di Sion, al quale anche Tas tenta di assimilare il libro dei due autori americani, gli si potrebbe obiettare che ciò nulla toglie alla validità intrinseca del libro uscito in questo anno 2007, ma forse attribuisce un insospettato interesse ai Protocolli, certamente un falso, ma forse un falso geniale, se era in realtà un saggio che anticipava le tesi dei due autori americani. Ho solo visto presso un antiquario molti anni fa questo libro e forse sarebbe oggi il caso di leggerlo. Quantomeno per verificare la fondatezza delle accuse mosse al alla Israel Lobby di essere una riedizione dei famigerati Protocolli.

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3. La Nabka in una conferenza al comune di Siena. – Nel loro delirio di onnipotenza i «Corretti Informatori» – una sorta di base ideologica israeliana con stanza in Torino – deve avere scambiato la città di Siena per uno di quei villaggi palestinesi, di cui narra proprio Ilàn Pappe nel suo esplosivo volume “La pulizia etnica della Palestina”. La loro schedatura minuziosamente fatta decenni prima consentì poi il rapido smantellamento e la completa distruzione. È il caso di allertare il sindaco di Siena! Ma ecco il delirante testo:

comune.siena.it Critica
28.05.2008 Falsi storici e negazione del diritto all'esistenza di Israele
sul sito web e in un testo di studio per le scuole

Testata:comune.siena.it
Autore: la redazione - Salman Abu Sitta
Titolo: «Archivio documentario su Palestina ed Israele. - - The Geography of Occupation»
Di seguito, un link del sito del Comune di Siena

http://blip.tv/file/85825

Salman Abu Sitta, che accusa Israele di "pulizia etnica"
[I profughi superstiti palestinesi a cosa devono il status? Sono dei boys scout che vivono da tre generazioni sotto le tende per amore della natura? Il fatto della “pulizia etnica” è noto e documentato in modo inconfutabile, salvo che sul piano delle mera propaganda che afferma e nega tutto ciò che le conviene: i «Corretti Informatori» fanno “propaganda” e nessuna «informazione»]
è stato invitato dal Comune di Siena a tenere una conferenza sulla "nakba", termine che significa catastrofe,
[Così è ed è l’evento reciproco a quello che gli Israeliani celebrano come la fondazione del loro stato, che si basa sulla espulsione degli abitanti palestinesi autoctoni, ai quale è ostinamente negato il diritto al ritorno nelle loro case e nei loro villaggi, benché rasi al suolo. Questa è storia, non propaganda. Del resto, basta un poco di logica per sapere che la “vittoria” degli uni coincide ncessariamente con la “sconfitta” degli altri. E dunque, correttamente: la Nakba che i palestinesi hanno ben il diritto di ricordare e non dimenticare per 10, 100, 1000 anni a venire]
con il quale la propaganda araba e palestinese designa la nascita dello Stato di Israele, negando implicitamente il suo diritto all'esistenza.
[Il diritto all’esistenza è stato negato a quanti palestinesi sono stati scacciati dalle loro case e dai loro villaggi, inibendo loro il ritorno. È un curioso modo di ragionare quello dei sionisti che parlano del loro diritto all’esistenza costruito sulla distruzione e negazione dell'altrui diritto ad esistere]
All’interno del sito si può trovare un riassunto della storia della Palestina che viene utilizzato nelle scuole Senesi come testo di studio e viene descritto come Archivio documentario su Palestina ed Israele.
[Rientra nell'autonomia delle autorità scolastiche ciò che serve o non serve come base di studio e documentazione. Ancora per fortuna non esiste un Amt Rosemberg affidato alla gestione dei «Corretti Informatori»]
Si tratta di un documento fazioso,
[Fazioso lo dice chi? Innanzitutto, sono competenti a giudicare le stesse autorità che hanno organizzato l’evento. In secondo luogo, chi ha letto il libro di Pappe e gli articoli di Michele Giorgio ed è capace di autonomia di giudizio si potrà accorgere che non vi è nessuna faziosità, ma solo una implacabile oggettitività che certamente non rende un buon servizio alla causa sionista. Ma a ciò bastano i «Corretti Informatori», che anche in questo caso esercitano le loro funzioni]
che raccoglie citazioni bibliografiche chiaramente partigiane (da Michele Giorgio a Ilan Pappe) e che propugna la soluzione "uno Stato per due popoli", cioè nega a Israele il diritto ad esistere come Stato ebraico.

[Lo Stato “ebraico” è di per se uno stato razzista. Se si studia un poco l'ideologia nazista, mai definita per sempre ma un corpus in formazione, si colgono tuttavia come sue caratteristiche essenziali gli elementi Blut und Boden (sangue e terra). Sono gli stessi elementi dello Stato ebraico con una differenza importante: la Terra è quella che è stata tolta ai palestinesi ed il sangue non esiste nel senso di un unico patrimonio genetico. Un altro scrittore ebreo, Shlomo Sand, ha reso noto ad un vasto pubblico una verità che già in molti conoscevano: la Diaspora non è mai esistita e le varie comunità ebraiche sparse per il mondo non sono discendenti di Abramo, ma comunità di convertiti nei vari paesi di residenza e nel corso dei secoli. Dunque, manco il “sangue” hanno e cionostante pretendono di avere uno Stato “ebraico”, che non potrà esistere se non nel modello dell’apartheid sudafricano]

http://allegati.comune.siena.it:8080/Allegati/5375/Palestina%20ieri%20e%20oggi-2005.rtf

Per scivere al sindaco di Siena, segnalando il sito e il testo utilizzato nelle scuole cliccare sul link sottostante
sindaco@comune.siena.it

Non mi soffermo troppo sulle assurdità del testo. È sufficiente osservare che sul merito della natura didattica e scientifica della conferenza dovrebbe essere riconosciuta piena autonomia di giudizio oltre che competenza agli stessi docenti senesi che hanno organizzato l’evento. La sovrapposizione di giudizio dei nostri «Corretti Informatori» non ha ancora per fortuna nessun ancoraggio costituzionale. Anzi è vero il contrario. L’attacco è un grave vulnus al sistema delle nostre libertà costituzionali. Lascio a chi legge le ulteriori considerazioni del caso.

(segue)

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