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La ricostruzione e l’interpretazione della storia nostra e di quella degli altri altri è parte della nostra identità. È in pratica la stessa cosa di ciò che i filosofi chiamano l’autocoscienza. Si tratta di un processo personale più di ogni altro allo stesso modo in cui la coscienza individuale è ciò che ci caratterizza maggiormente ed in modo esclusivo. L’ideologia dei “diritti umani” si contraddice platealmente quando pretende di coartare la coscienza individuale, non più libera di pensare il passato, ma obbligata dentro determinati sentieri. Ci si preoccupa dei “fondamentalismi” ma l’Europa vive dal 1945 sotto la cappa di una “identità” imposta con le armi. Istruttivo l’ultimo capitolo della grandiosa sintesi storica di Tony Judt, che pone come condizione dell’identità europea la piena accettazione di una concezione storica imposta dai vincitori nel loro interesse. Si apre però qua e là qualche crepa: la coscienza è difficilmente comprimibile. Si scatena così una vera e propria caccia alle streghe che ha poco da invidiare al passato medievale delle radici giudaico-cristiane.
Versione 1.1
Status: 31.10.08
Sommario: 1. Questioni storiografiche: Antonio Meneghetti. – 2. Archeologia e sionismo.
1. Questioni storiografiche: Antonio Meneghetti. – Andando al link si ha notizia di alcune iniziatiche editoriali che sembrano turbare il sonno ai nostri “Corretti Informatori”. Dall’opera di Antonio Meneghetti vengono fuori alcuni implicazioni storiche che attirano l’attenzione censoria dei “Corretti Informatori”. dei È singolare la particolare attenzione al denaro inteso qui come presupposto necessario per far decollare la nuova iniziativa editoriale, che non viene giudicata per la sua intrinseca plausibilità quanto per i suoi aspetti finanziari, giudicati più importanti e risolutivi. Un modo di pensare che la dice lunga sulla sensibilità culturale di chi dà e diffonde la notizia, invero allarmistica. Quanto ai contenuti intrinseci basta l'ovvia considerazione che la storia è qualcosa che ha bisogno di essere riscritta e ripensata ad ogni cambio di generazione. Mutando i contesti generali del presente, i fatti del passato possono assumere aspetti anche molto diversi da quelli precedenti. Ma è un fatto normale come ben sa chi è abituato a pensare liberamente.
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2. Archeologia e sionismo. – Leggendo il libro di Shlomo Sand si comprende bene come il sionismo abbia bisogno di cercare prove per le sue posizioni politiche risalenti al XIX secolo. L’archeologia è un campo fortemente insidiato. Vengono normalmente finanziate ricerche e scavi archeologiche a tesi, cioè in quanto dimostrino ciò di cui si ha ideologicamente bisogno. Spetta a scienziati ed archeologi indipendenti verificare e smentire operazioni di regime. Ma è chiaro che non troveranno in partenza finanziamenti quelle ricerche e quegli scavi che potrebbero portare a diverse conclusioni. Un giochetto abbastanza facile e scontato: ti finanzio quello che mi è utile e serve ai miei fini. Non mi pronuncio perché non è mia materia, anche se da giovane mi ero appassionato di archelogia. Di Elena tuttavia non mi fido: l’articolo che si aggiunge al precedente non è privo di sospetti, per i motivi anzi detti. Solo che quando vi sarà il più ampio dibattito scientifico in tutta la comunità degli addetti ai lavori, solo allora si potranno trarre conclusioni.
(segue)
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Sommario: 1. Questioni storiografiche: Antonio Meneghetti. – 2. Archeologia e sionismo.
1. Questioni storiografiche: Antonio Meneghetti. – Andando al link si ha notizia di alcune iniziatiche editoriali che sembrano turbare il sonno ai nostri “Corretti Informatori”. Dall’opera di Antonio Meneghetti vengono fuori alcuni implicazioni storiche che attirano l’attenzione censoria dei “Corretti Informatori”. dei È singolare la particolare attenzione al denaro inteso qui come presupposto necessario per far decollare la nuova iniziativa editoriale, che non viene giudicata per la sua intrinseca plausibilità quanto per i suoi aspetti finanziari, giudicati più importanti e risolutivi. Un modo di pensare che la dice lunga sulla sensibilità culturale di chi dà e diffonde la notizia, invero allarmistica. Quanto ai contenuti intrinseci basta l'ovvia considerazione che la storia è qualcosa che ha bisogno di essere riscritta e ripensata ad ogni cambio di generazione. Mutando i contesti generali del presente, i fatti del passato possono assumere aspetti anche molto diversi da quelli precedenti. Ma è un fatto normale come ben sa chi è abituato a pensare liberamente.
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2. Archeologia e sionismo. – Leggendo il libro di Shlomo Sand si comprende bene come il sionismo abbia bisogno di cercare prove per le sue posizioni politiche risalenti al XIX secolo. L’archeologia è un campo fortemente insidiato. Vengono normalmente finanziate ricerche e scavi archeologiche a tesi, cioè in quanto dimostrino ciò di cui si ha ideologicamente bisogno. Spetta a scienziati ed archeologi indipendenti verificare e smentire operazioni di regime. Ma è chiaro che non troveranno in partenza finanziamenti quelle ricerche e quegli scavi che potrebbero portare a diverse conclusioni. Un giochetto abbastanza facile e scontato: ti finanzio quello che mi è utile e serve ai miei fini. Non mi pronuncio perché non è mia materia, anche se da giovane mi ero appassionato di archelogia. Di Elena tuttavia non mi fido: l’articolo che si aggiunge al precedente non è privo di sospetti, per i motivi anzi detti. Solo che quando vi sarà il più ampio dibattito scientifico in tutta la comunità degli addetti ai lavori, solo allora si potranno trarre conclusioni.
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