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Quadro d’insieme - Osservatorio sulle reazioni a Mearsheimer e Walt -
Versione 1.2
Sommario: Premessa. – 1. Lettera di “Informazione Corretta” a Giorgio Napolitano Presidente. –
0. Premessa. – Sempre dal libro di John J. Mearsheimer e Stephen M. Walt, La Israel obby e la politica estera americana, riporto il brano che segue (a pag. 187) , ritenendo che sia utile per individuare la presenza in Italia di una eguale lobby:
Più difficile e non oggetto precipuo di questo monitoraggio è l’individuazione dell’influenza diretta sulla legislazione. Gli autori americano distinguono a questo riguardo due diversi tipi di politici: a) quelli che accettano le pressioni della Israel Lobby semplicemente perché non ci sono controinteressati che strillano contro e dunque tanto di guadagnato su un fronte elettorale senza nessuna perdita sull’altro; b) quelli che invece sono espressione organica della Israel lobby. Con gli scarsi mezzi di cui dispongo non posso condurre un’indagine sul campo. Posso solo fare congetture e ipotesi basandomi su un’interpretazione quanto più possibile accurate delle informazioni lasciate filtrare dagli stessi I.C. Una spia tuttavia mi sembra possa illuminare il cammino. La nota dichiarazione del presidente Napolitano non può nascere dal nulla. Dietro di essa deve esservi stato un lavoro di lobbying. Non credo che l'ex-comunista Napolitano rientri nella categoria descritta in sopra in a. Credo che volutamente egli abbia voluto reprimere e coartare i sentimenti e le opinioni dei cittadini di diverso avviso, ben sapendo che la Forza è dalla sua parte. Anche io temo che sia così, ma non per questo ritengo che un cittadino italiano debba cedere. Esistono modi civili e non violenti per dire: «caro Presidente, non ci sto!».
1. Lettera di “Informazione Corretta” a Giorgio Napolitano Presidente. Mi tengo nel conto parte dei commenti che avrei da fare. Ma almeno alcune cose del tutto oggettive si possono dire. Intanto i tre soldati israeliani, dico tre mica 300 o 3000, sono appunto israeliani e non italiani. A meno che Giorgio Napoletano non intenda candidarsi alla presidenza dello Stato d’Israele farebbe bene ad interessarsi dei cittadini italiani, dai quali per giunta non è stato eletto direttamente, ma solo indirettamente a seguito di tutti ed i ben noti compromessi politici con cui una “casta” di 1000 parlamentari si giocano entro la loro ristretta cerchia il succulento piatto della Presidenza della Repubblica, che costa al povero contribuente italiano quattro volte di più di quanto la regina d’Inghiltera costi agli ai cittadini inglesi. Ed è ben l’altra l'immagine e la tradizione che la regina d’Inghilterra offre ad un costo stracciato. Ero stato invitato una volta dai monarchici, dai quali invitato a parlare ho detto che come cittadino italiano non avrei avuto nessuno difficoltà a votare una riforma costituzionale per il passaggio dalla repubblica parlamentare alla monarchia costituzionale. Ma tornando ai nostri temi fa qui certamente riflettere questa lettera dei Corretti Informatori al presidente della Repubblica, che è appunto o dovrebbe essere il Presidente di tutti gli italiani e non della ristretta ed oscura Israel Lobby, il cui operato in Usa ora conosciamo in maggior numero grazie al libro dei due professori americani. Ancora non conosciamo la natura e la misura dell’influenza in Italia della Israel Lobby. Il presidente Napolitano, ex-comunista che dovrebbe almeno conservare l'antica vicinanza al popolo, dovrebbe dare per lo meno spiegazioni in rete ai cittadini che glielo chiedono del pastrocco della sua dichiarazione sul sionismo, se è appunto cittadino degli italiani e non degli israeliani o della Israel Lobby. Quanto ai nostri Corretti Informatori io penso che siano cittadini italiani nella stessa misura in cui io sono un cittadino israeliano o semplicemente senza offesa un ebreo.
Non so come è andata a finire la cosa. E non voglio addentrarmi un un campo minato, e non già per metafora, perché i bambini che sono morti grazie alle mine israeliane sul Libano sono ben più di tre. Evidentemente la vita di un israeliano non è valutata 1 per 10, ma per non meno di 1000. Che si scateni una guerra disastrosa con infiniti lutti e danni materiali ad un intero popolo, per giunta non in guerra con Israele, per tre soltanto prigionieri, per i quali se mai dovrebbe valere la trattativa, è veramente qualcosa di inaudito ed incredibile. Una simile oscena pretesa e l'ancora più oscena richiesta al presidente della Repubblica, pone interrogativi quanto mai inquietanti su come e da chi è governato questo paese. Come ha dire che per quell’irresponsabile di Mastrogiacomo l'Italia avesse dovuto fare guerra all’Afghanistan, o meglio impegnarsi in modo più diretto, visto che in guerra con l’Afghanistan ipocrisia a parte c’è già. Ma poi – ed ecco l'utilità del nostro monitoraggio – chi è questa Tizia che si permette di parlare a nome di tutti gli italiani per tre soldati israeliani che forse in rappresentanza dei loro colleghi dovrebbe comparire in qualcuno di quei Tribunali Internazionali imbastiti per dare la patente di criminale a quanti sono stati appena sconfitti in guerra ed hanno avuto la sorte di sopravvivere ai combattimenti. Ormai in questo paese la sfacciataggine e la tracotanza non hanno più limiti di sorta? E meno male che proprio lei dalla eccelse colonne di “Informazione Corretta” parla di manipolazione del linguaggio! Se ne intende perché è del mestiere, ma non abbastanza per riuscire a manipolare chi legge le sue inaudite assurdità. Intanto questi poveri tre soldati israeliani, dico israeliani mica italiani, non sono tre bambini birichini con appena un calamaio in mano e forse qualche temperino, ma dispongono dei più sosfisticati strumenti di morte messi nelle loro mani da quegli USA della cui politica estera ed appoggio incondizionati dispone per acclarata documentazione la stessa Israel Lobby. Potrei forse capire si si trattasse di tre sorelle monache che potevano rischiare di venir stuprate dai nefandi e barbari musulmani due volte infedeli, a Cristo ed a Geova. Ma qui si tratta di soldati in guerra ai quali può capitare di morire e di venir fatti prigionieri. Non voglio addentrarmi oltre in queste assurde considerazioni che al massimo riguardano il diritto di guerra. Qui vi è una aperta azione di lobbying sulle più alte istituzioni dello Stato italiano. Vi è di che allarmarsi e di che svegliarsi!
3. Lo stato ebraico. – Un elemento critico di tutta la costruzione politica di Israele che fra poco celebrerà il suo 60° anniversario è il suo carattere ebraico. Nell’articocolo «che informa» è posta una equiparazione fra la discussione in Europa circa le "radici cristiane” da inserire in una ipotetica costituzione europea e le “radici ebraiche” in'altrettanto ipotetica costituzione ebraica. L’accostamento non pare fondato. Nell’un caso si tratta dei classici rapporti fra Stato e Chiesa, nell’altro di una fondazione razziale di uno Stato che ha scacciato dalle loro terre gli occupanti originari, che tuttavia ancora resistono in guerra. Se veramente Israele divenisse uno statto “non ebraico” ed i palestinesi potessero riavere i loro villaggi o farvi ritorno, cesserebbe lo stato di Israele ed i palestinesi riavrebbero la loro terra. Ma il problema appare delicato ed in questo Monitoraggio lo scopo è di individuare la forma mentis di Angelo Pezzana e la sua capacità di captare gli umori e le inclinazioni del mondo a cui si ispira. Ecco qui dell’altra «informazione che informa» sullo scottante tema. Se invece si vuole sentire qualcosa di diverso sul complesso problema bisogna cercare altrove: si trata di un articolo di Simon Jones ripreso da “Aprile Online”.
4. Spaccato della società israeliana. – Dal commento dei «Corretti Informatori» e dal testo dell’articolo di Davide Frattini, che sembra tradurre in articoli l’ottica ed i desideri dei suoi amici sionisti, emergono i desideri circa il ruolo che si si aspetta dagli arabi israeliani, ma anche una profonda realtà di discriminazione, un vero e proprio regime di aparthed. Se vi fosse era reale eguaglianza dei diritti, compreso il diritto al ritorno… dei profughi palestinesi cacciati dalle loro terre, le prospettive sarebbero ben diverse. Ma in realtà ciò che si vuole dai palestinesi israeliani è una sorta di assimilazione alla rovescia, con accettazione di un ruolo subordinato ed una progressiva concessione di diritti in cambio di una perdità di identità palestinese. Singolare poi l’insistenza che le condizioni economiche dei palestinesi israeliani benché di gran lunga inferiore a quella degli ebrei israeliani è pur sempre di gran lunga migliore a come se la passano i palestinesi e gli arabi non israeliani. L’argomento è però suscettibile di molteplici letture. Certo, le condizioni dei palestinesi della Striscia di gaza sono probabilmente peggiori o vicine a quelle degli internati nei lager tedeschi ed in questo senso i palestinesi israeliani hanno di che inorgoglirsi e ringraziare Mamma Israele.
5. L’assassinio della dirigenza politica palestinese come tecnica del genocidio. Mentre si attribuisce ad altri la pratica del terrorismo essa viene invece pienamente e scientificamente attuata da Israele. Dopo aver creato un’artificiosa divisione fra Hamas e Fatah ed addomesticata ai propri disegni al Fatah nel frattempo si uccidono ad uno ad uno i singoli componenti della dirigenza di quella parte di popolazione che democraticamente aveva dato la maggioranza dei suffragi ad Hamas. In questo modo si rende la popolazione palestinese di Gaza acefala e si rafforza, ma solo per un momento, quella intorno ad al Fatha. Dopo verrà anche la volta sua. Sull’Unità si è data un’altra lettura degli eventi. Israele vuole finire di ammazzare al più presto il maggior numero possibile di dirigenti palestinesi per impedire che fra Hamas e al Fatah si crei un compattamento ed una convergenza: la “perfidia” ebraica è stata tolta dalla liturgia cattolica, ma non è per questo scomparsa dalla natura di quel popolo e di quella sensibilità religiosa.
Quadro d’insieme - Osservatorio sulle reazioni a Mearsheimer e Walt -
Versione 1.2
Sommario: Premessa. – 1. Lettera di “Informazione Corretta” a Giorgio Napolitano Presidente. –
0. Premessa. – Sempre dal libro di John J. Mearsheimer e Stephen M. Walt, La Israel obby e la politica estera americana, riporto il brano che segue (a pag. 187) , ritenendo che sia utile per individuare la presenza in Italia di una eguale lobby:
«Per incoraggiare il fermo sostegno degli Stati Uniti a Israele, i gruppi e gli individui che formano la lobby perseguono due strategie generali. In primo luogo, esercitano un’influenza rilevante sul processo politico e legislativo a Washington. In secondo luogo, si impegnano a fondo per assicurare che il dibattito pubblico su Israele sia orientato in senso favorevole e riecheggi le giustificazioni strategiche e morali che abbiamo discusso nei capitoli II e III».Per tornare al nostro italico monitoraggio non vi è dubbio che »Informazione Corretta« sia interamente calata nella seconda ipotesi. Quale sia la sua reale efficacia non sono in grado di valutare. Mi sono accorto dell’esistenza di questa Agenzia filoisraeliano in seguito a pesanti insulti che erano stati convogliati al mio indirizzo ed al tentativo fatto di defenestrarmi dal partito a cui sono iscritti tramite qualche Onorevole. È seguita una mia attenta reazione che ora approda a questo monitoraggio del fenomeno. Sono abbastanza certo, anche se al momento non ritrovo la pagina verso la fine del libro, di aver letto nell'indubbio testo filoisraeliano di Magdi Alla dal titolo già di per sé eloquente, Viva Israele, dell’esistenza in Israele di un’agenzia gemella di I.C. Mi sembra più verosimile che da Israele (e non viceversa) un simile servizio sia stato trapiantato in Italia. Del resto, gli autori americani affermano che la direzione strategica della politica di lobbying si trova in Israele, non negli USA e quindi non è verosimile che la formula di I.C. sia nata spontaneamente in Italia. Se il mio gioco riesce, trarrò dagli stessi Corretti Informatori le informazioni che servono alla mia indagine, interpretandoli a modo mio e non nel modo che loro vorrebbero. Per fortuna in questo Paese c’è ancora qualcuno in grado di pensare criticamente e non disposto a bere ogni falsità che si racconta sui massmedia.
Più difficile e non oggetto precipuo di questo monitoraggio è l’individuazione dell’influenza diretta sulla legislazione. Gli autori americano distinguono a questo riguardo due diversi tipi di politici: a) quelli che accettano le pressioni della Israel Lobby semplicemente perché non ci sono controinteressati che strillano contro e dunque tanto di guadagnato su un fronte elettorale senza nessuna perdita sull’altro; b) quelli che invece sono espressione organica della Israel lobby. Con gli scarsi mezzi di cui dispongo non posso condurre un’indagine sul campo. Posso solo fare congetture e ipotesi basandomi su un’interpretazione quanto più possibile accurate delle informazioni lasciate filtrare dagli stessi I.C. Una spia tuttavia mi sembra possa illuminare il cammino. La nota dichiarazione del presidente Napolitano non può nascere dal nulla. Dietro di essa deve esservi stato un lavoro di lobbying. Non credo che l'ex-comunista Napolitano rientri nella categoria descritta in sopra in a. Credo che volutamente egli abbia voluto reprimere e coartare i sentimenti e le opinioni dei cittadini di diverso avviso, ben sapendo che la Forza è dalla sua parte. Anche io temo che sia così, ma non per questo ritengo che un cittadino italiano debba cedere. Esistono modi civili e non violenti per dire: «caro Presidente, non ci sto!».
1. Lettera di “Informazione Corretta” a Giorgio Napolitano Presidente. Mi tengo nel conto parte dei commenti che avrei da fare. Ma almeno alcune cose del tutto oggettive si possono dire. Intanto i tre soldati israeliani, dico tre mica 300 o 3000, sono appunto israeliani e non italiani. A meno che Giorgio Napoletano non intenda candidarsi alla presidenza dello Stato d’Israele farebbe bene ad interessarsi dei cittadini italiani, dai quali per giunta non è stato eletto direttamente, ma solo indirettamente a seguito di tutti ed i ben noti compromessi politici con cui una “casta” di 1000 parlamentari si giocano entro la loro ristretta cerchia il succulento piatto della Presidenza della Repubblica, che costa al povero contribuente italiano quattro volte di più di quanto la regina d’Inghiltera costi agli ai cittadini inglesi. Ed è ben l’altra l'immagine e la tradizione che la regina d’Inghilterra offre ad un costo stracciato. Ero stato invitato una volta dai monarchici, dai quali invitato a parlare ho detto che come cittadino italiano non avrei avuto nessuno difficoltà a votare una riforma costituzionale per il passaggio dalla repubblica parlamentare alla monarchia costituzionale. Ma tornando ai nostri temi fa qui certamente riflettere questa lettera dei Corretti Informatori al presidente della Repubblica, che è appunto o dovrebbe essere il Presidente di tutti gli italiani e non della ristretta ed oscura Israel Lobby, il cui operato in Usa ora conosciamo in maggior numero grazie al libro dei due professori americani. Ancora non conosciamo la natura e la misura dell’influenza in Italia della Israel Lobby. Il presidente Napolitano, ex-comunista che dovrebbe almeno conservare l'antica vicinanza al popolo, dovrebbe dare per lo meno spiegazioni in rete ai cittadini che glielo chiedono del pastrocco della sua dichiarazione sul sionismo, se è appunto cittadino degli italiani e non degli israeliani o della Israel Lobby. Quanto ai nostri Corretti Informatori io penso che siano cittadini italiani nella stessa misura in cui io sono un cittadino israeliano o semplicemente senza offesa un ebreo.
Non so come è andata a finire la cosa. E non voglio addentrarmi un un campo minato, e non già per metafora, perché i bambini che sono morti grazie alle mine israeliane sul Libano sono ben più di tre. Evidentemente la vita di un israeliano non è valutata 1 per 10, ma per non meno di 1000. Che si scateni una guerra disastrosa con infiniti lutti e danni materiali ad un intero popolo, per giunta non in guerra con Israele, per tre soltanto prigionieri, per i quali se mai dovrebbe valere la trattativa, è veramente qualcosa di inaudito ed incredibile. Una simile oscena pretesa e l'ancora più oscena richiesta al presidente della Repubblica, pone interrogativi quanto mai inquietanti su come e da chi è governato questo paese. Come ha dire che per quell’irresponsabile di Mastrogiacomo l'Italia avesse dovuto fare guerra all’Afghanistan, o meglio impegnarsi in modo più diretto, visto che in guerra con l’Afghanistan ipocrisia a parte c’è già. Ma poi – ed ecco l'utilità del nostro monitoraggio – chi è questa Tizia che si permette di parlare a nome di tutti gli italiani per tre soldati israeliani che forse in rappresentanza dei loro colleghi dovrebbe comparire in qualcuno di quei Tribunali Internazionali imbastiti per dare la patente di criminale a quanti sono stati appena sconfitti in guerra ed hanno avuto la sorte di sopravvivere ai combattimenti. Ormai in questo paese la sfacciataggine e la tracotanza non hanno più limiti di sorta? E meno male che proprio lei dalla eccelse colonne di “Informazione Corretta” parla di manipolazione del linguaggio! Se ne intende perché è del mestiere, ma non abbastanza per riuscire a manipolare chi legge le sue inaudite assurdità. Intanto questi poveri tre soldati israeliani, dico israeliani mica italiani, non sono tre bambini birichini con appena un calamaio in mano e forse qualche temperino, ma dispongono dei più sosfisticati strumenti di morte messi nelle loro mani da quegli USA della cui politica estera ed appoggio incondizionati dispone per acclarata documentazione la stessa Israel Lobby. Potrei forse capire si si trattasse di tre sorelle monache che potevano rischiare di venir stuprate dai nefandi e barbari musulmani due volte infedeli, a Cristo ed a Geova. Ma qui si tratta di soldati in guerra ai quali può capitare di morire e di venir fatti prigionieri. Non voglio addentrarmi oltre in queste assurde considerazioni che al massimo riguardano il diritto di guerra. Qui vi è una aperta azione di lobbying sulle più alte istituzioni dello Stato italiano. Vi è di che allarmarsi e di che svegliarsi!
3. Lo stato ebraico. – Un elemento critico di tutta la costruzione politica di Israele che fra poco celebrerà il suo 60° anniversario è il suo carattere ebraico. Nell’articocolo «che informa» è posta una equiparazione fra la discussione in Europa circa le "radici cristiane” da inserire in una ipotetica costituzione europea e le “radici ebraiche” in'altrettanto ipotetica costituzione ebraica. L’accostamento non pare fondato. Nell’un caso si tratta dei classici rapporti fra Stato e Chiesa, nell’altro di una fondazione razziale di uno Stato che ha scacciato dalle loro terre gli occupanti originari, che tuttavia ancora resistono in guerra. Se veramente Israele divenisse uno statto “non ebraico” ed i palestinesi potessero riavere i loro villaggi o farvi ritorno, cesserebbe lo stato di Israele ed i palestinesi riavrebbero la loro terra. Ma il problema appare delicato ed in questo Monitoraggio lo scopo è di individuare la forma mentis di Angelo Pezzana e la sua capacità di captare gli umori e le inclinazioni del mondo a cui si ispira. Ecco qui dell’altra «informazione che informa» sullo scottante tema. Se invece si vuole sentire qualcosa di diverso sul complesso problema bisogna cercare altrove: si trata di un articolo di Simon Jones ripreso da “Aprile Online”.
4. Spaccato della società israeliana. – Dal commento dei «Corretti Informatori» e dal testo dell’articolo di Davide Frattini, che sembra tradurre in articoli l’ottica ed i desideri dei suoi amici sionisti, emergono i desideri circa il ruolo che si si aspetta dagli arabi israeliani, ma anche una profonda realtà di discriminazione, un vero e proprio regime di aparthed. Se vi fosse era reale eguaglianza dei diritti, compreso il diritto al ritorno… dei profughi palestinesi cacciati dalle loro terre, le prospettive sarebbero ben diverse. Ma in realtà ciò che si vuole dai palestinesi israeliani è una sorta di assimilazione alla rovescia, con accettazione di un ruolo subordinato ed una progressiva concessione di diritti in cambio di una perdità di identità palestinese. Singolare poi l’insistenza che le condizioni economiche dei palestinesi israeliani benché di gran lunga inferiore a quella degli ebrei israeliani è pur sempre di gran lunga migliore a come se la passano i palestinesi e gli arabi non israeliani. L’argomento è però suscettibile di molteplici letture. Certo, le condizioni dei palestinesi della Striscia di gaza sono probabilmente peggiori o vicine a quelle degli internati nei lager tedeschi ed in questo senso i palestinesi israeliani hanno di che inorgoglirsi e ringraziare Mamma Israele.
5. L’assassinio della dirigenza politica palestinese come tecnica del genocidio. Mentre si attribuisce ad altri la pratica del terrorismo essa viene invece pienamente e scientificamente attuata da Israele. Dopo aver creato un’artificiosa divisione fra Hamas e Fatah ed addomesticata ai propri disegni al Fatah nel frattempo si uccidono ad uno ad uno i singoli componenti della dirigenza di quella parte di popolazione che democraticamente aveva dato la maggioranza dei suffragi ad Hamas. In questo modo si rende la popolazione palestinese di Gaza acefala e si rafforza, ma solo per un momento, quella intorno ad al Fatha. Dopo verrà anche la volta sua. Sull’Unità si è data un’altra lettura degli eventi. Israele vuole finire di ammazzare al più presto il maggior numero possibile di dirigenti palestinesi per impedire che fra Hamas e al Fatah si crei un compattamento ed una convergenza: la “perfidia” ebraica è stata tolta dalla liturgia cattolica, ma non è per questo scomparsa dalla natura di quel popolo e di quella sensibilità religiosa.
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