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Introduzione. – Capitolo I. Paragrafo: § 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9. Capitolo II: § 1. - 1.1 - 1.2 - 1.3 - 1.4 - 1.5 - 1.6 - 1.7 - 2 - 3 - 3.1 - 3.1.1 - 3.1.2 - 4 - 5 - 6 - 7. Capitolo III: § 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 8.1 - 8.2 - 8.3 - 8.4 - 8.5 - 8.6 - 8.7 - 8.8 - 8.9 - 9 - 10. Capitolo IV: § 1 - 2 - 3. Capitolo V: § 1 - 1.1 - 1.2 - 1.3 - 2 - 2.1 - 2.2 - Conclusione - Appendice - Abbreviazioni - Bibliografia - Note.
Rinvii:
Testo integrale - Graf -
CAPITOLO III
I «centri di sterminio»
Hilberg scrive:
«Nel novembre del 1944, Himmler decise che, per ragioni di ordine pratico, la questione ebraica era risolta. Il 25 dello stesso mese, ordinò lo smantellamento delle installazioni di sterminio» (p. 1042).
La fonte è l’ «affidavit di Kurt Becher dell’8 marzo 1946, PS-3762» (nota 501 a p. 1072). In questo documento risulta però che il presunto ordine di Himmler era stato impartito tra la metà di settembre e la metà di ottobre e inoltre che esso era scritto. Il testimone infatti dichiarò:
«All’incirca tra la metà di settembre e la metà di ottobre del 1944 ottenni dal Reichsführer Himmler il seguente ordine, che ricevetti in due originali, uno destinato agli SS-Obergruppenführer Kaltenbrunner e Pohl, l’altro a me:
“Proibisco con effetto immediato qualunque sterminio di Ebrei e ordino al contrario la cura delle persone deboli e malate. Vi ritengo personalmente responsabili di ciò (ci si riferisce a Kaltenbrunner e Pohl), anche del fatto che quest’ordine sia rigorosamente eseguito dagli uffici subordinati”» (555).
Ma Hilberg, almeno dal 1983 non credeva più né a un ordine scritto di inizio sterminio, né a un ordine scritto di fine sterminio, nessuno dei quali, del resto, è mai stato trovato. E nella sua opera del 1985 ha confermato:
«Lo stesso Hitler, non ha forse mai firmato di suo pugno l’ordine di uccidere gli Ebrei. D’altra parte, esistono testimonianze su quanto egli avrebbe dichiarato, sotto forma di commento, di domanda o di “desiderio”. Che cosa volesse realmente dire, o se mai veramente intendesse dire così, è una questione di tono o linguistica » (p. 1078, corsivo mio).
Ecco dunque ridotto il Führerbefehl a una questione di esegesi di commenti, domande o desideri di Hitler!
L’ordine di Himmler relativo allo smantellamento delle presunte installazioni di sterminio di Birkenau in data 25 novembre 1944 è tratto dal Kalendarium di D. Czech. Ma la cosa più sorprendente è che qui l’autrice polacca rimanda anch’essa al summenzionato affidavit di Kurt Becher! (556) La data, completamente inventata, serve a giustificare le presunte gasazioni avvenute dopo la metà di ottobre del 1944 - ossia dopo il presunto ordine di “fine gasazioni” con effetto immediato - che D. Czech elenca diligentemente (557).
La questione fu dibattuta anche al processo Zündel. L’avvocato Christie lesse in aula la traduzione inglese dell’affidavit di Becher e chiese a Hilberg di spiegare perché aveva fatto risalire il presunto ordine di Himmler al novembre 1944, mentre il documento parla del periodo tra la metà di settembre e la metà di ottobre: non era forse un errore? Ecco la risposta di Hilberg e la discussione successiva:
«Non necessariamente, perché Becher non ricorda precisamente quando agì. Disse che una volta tra la metà di settembre e la metà di ottobre si era incontrato con Himmler. Era riuscito a convincere Himmler. Ciò non significa che Himmler fece l’ordine, diede l’ordine il giorno dopo.
Christie - Col massimo rispetto, signore, esso non dice “si incontrò” con Himmler, ma “indusse Himmler” (558).
Hilberg - Indusse, bene. Indusse Himmler.
Christie - Ciò, in effetti, significa che egli attuò l’obiettivo di dare il suo ordine. È esatto?
Hilberg - Bene, non significa che ottenne l’ordine in [quella] data precisa.
Christie - Allora voi sapete quando ci fu l’ordine preciso?
Hilberg - No, non direi che lo so molto precisamente. Direi che è in novembre, perché credo, sapendo quanto tempo ci vuole per scrivere un ordine, per diffonderlo e per attuarlo, che c’è una grande probabilità che l’ordine fu dato in novembre, non in settembre o ottobre, in particolare perché in ottobre ad Auschwitz erano ancora in corso le gasazioni. E qui dovremmo presumere che le gasazioni procedevano sebbene fossero già stati ricevuti ordini specifici [contrari]» (559).
Christie passò poi all’affermazione relativa allo «smantellamento delle installazioni di sterminio». Hilberg dichiarò che al riguardo c’erano «una o due altre fonti». Ecco il dialogo successivo:
«Christie - C’è un’altra fonte?
Hilberg - Sì. Ci sono diverse altre fonti e una di queste era di un uomo che aveva anche lui parlato con Becher e ricevuto quell’informazione.
Christie - Così voi avete un’altra fonte che non parlò con Himmler ma con Becher.
Hilberg - Sì. Ciò è corretto.
Christie - Oh, vedo. Non c’è nessun riferimento ad essa nel vostro libro.
Hilberg - No, non c’è nessun riferimento ad essa» (560).
A questa fonte Hilberg non fa riferimento neppure nell’edizione definitiva della sua opera, semplicemente perché non esiste. L’unica fonte è infatti il Kalendarium di D. Czech, che, come ho già rilevato, si riferisce a sua volta all’affidavit di Becher, in uno sterile circolo vizioso. La dichiarazione di Hilberg, considerata la sede in cui fu pronunciata, si configurava pertanto come spergiuro.
Quanto alle sue spiegazioni circa la differenza di data, esse sono evidentemente sofistiche. Dalla frase saliente del documento - «all’incirca tra la metà di settembre e la metà di ottobre del 1944 ottenni dal Reichsführer Himmler il seguente ordine,... » - risulta infatti in modo inequivocabile che Becher affermava di aver ottenuto il presunto ordine scritto proprio nel periodo da lui indicato.
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