domenica 14 giugno 2009

Carlo Mattogno: Raul Hilberg e i «centri di sterminio» nazionalsocialisti. Fonti e metodogia. – Cap III § 7: Lo Zyklon B.

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Introduzione. – Capitolo I. Paragrafo: § 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9. Capitolo II: § 1. - 1.1 - 1.2 - 1.3 - 1.4 - 1.5 - 1.6 - 1.7 - 2 - 3 - 3.1 - 3.1.1 - 3.1.2 - 4 - 5 - 6 - 7. Capitolo III: § 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 8.1 - 8.2 - 8.3 - 8.4 - 8.5 - 8.6 - 8.7 - 8.8 - 9 - 10. Capitolo IV: § 1 - 2 - 3. Capitolo V: § 1 - 1.1 - 1.2 - 1.3 - 2 - 2.1 - 2.2 - Conclusione - Appendice - Abbreviazioni - Bibliografia - Note.
Rinvii:
Testo integrale - Graf -

CAPITOLO III
I «centri di sterminio»
7.
Lo Zyklon B

Hilberg si occupa dettagliatamente dello Zyklon B, dedicando a questo tema ben sei pagine. Nonostante ciò, incredibilmente, egli ripete la storia infondata in auge nell’immediato dopoguerra secondo la quale lo Zyklon B era costituito da «cristalli»:
«L’acido cianidrico, sotto forma di cristalli porosi... Nella camera a gas, i cristalli passavano immediatamente allo stato gassoso» (p. 960).
«Lo Zyklon B era confezionato in contenitori di metallo. Era sufficiente aprire queste scatole e versare i cristalli nella camera; questi passavano allora allo stato gassoso» (p. 961).
Questa storia, come abbiamo visto sopra, appare già nell’affidavit di Höss del 5 aprile 1946 («acido cianidrico cristallizzato») e fu ripetuta perfino nel 1979 da Filip Müller, che parlò appunto di «cristalli di Zyklon-B» (Zyklon-B-Kristalle) (338) - le due fonti principali di Hilberg su Auschwitz.

Hilberg spiega poi:
«La Testa vendeva Zyklon a diversi tassi di concentrazione. Le fatture presentate agli uffici municipali o ai clienti privati per la disinfestazione degli edifici portavano colonne stampate, C, D, E e F, ogni lettera corrispondeva a una categoria di concentrazione del prodotto e indicava il prezzo. Come precisava una lettera indirizzata all’Ostland, la concentrazione E era necessaria per eliminare i parassiti particolarmente resistenti, come gli scarafaggi, o per operazioni da eseguire in baracche di legno. Si utilizzava la preparazione “normale”, o “D”, per uccidere i pidocchi, i topi e i ratti in costruzioni di grandi dimensioni, ben costruite e con dei mobili. Nelle camere a gas, gli esseri umani erano uccisi con lo Zyklon B» (p. 964).
Per quanto riguarda le varie categorie di Zyklon, Hilberg si riferisce a tre documenti del febbraio-marzo 1942 su microfilm non classificati (nota 83 a p. 1054). La fonte della presunta uccisione di esseri umani mediante Zyklon B è invece Höss, come Hilberg informa nella 84 a p. 1054, dove però aggiunge: «Si usava la stessa concentrazione per la disinfestazione dei vestiti». La spiegazione sui diversi tassi di concentrazione dello Zyklon suscita intenzionalmente l’impressione che lo Zyklon B fosse usato esclusivamente a scopo omicida, il che è falso, come Hilberg sapeva bene, perciò egli introduce in nota questa precisazione, ma in modo volutamente confuso, perché parla di «stessa concentrazione» invece di nominare esplicitamente lo Zyklon B.

In Germania furono prodotti soltanto Zyklon A e Zyklon B. Lo Zyklon A era a base di metil-cianoformato e aveva in comune solo il nome con lo Zyklon B, che lo sostituì definitivamente. Lo Zyklon B era acido cianidrico liquido assorbito in un coibente poroso (Trägermaterial) costituito da farina fossile (Kieselgur), cubi di materiale gessoso (Erco-Würfel) o dischi di cartone (Pappscheiben). Come sostanza avvisatrice veniva aggiunto un aggressivo chimico lacrimogeno, il bromoacetato di etile (339), ma lo Zyklon B poteva anche esserne privo. Nel primo caso per le maschere antigas si usava il filtro “J”, nel secondo il filtro “G” (340). “Zyklon C” e “Zyklon D” furono soltanto denominazioni temporanee dello Zyklon B impiegate da ditte distributrici (341). Ciò che variava, nella produzione dello Zyklon B, non era ovviamente il tasso di concentrazione di acido cianidrico, bensì il coibente e la sostanza avvisatrice (presente o assente). Ciò determinava anche prezzi diversi e su questa base i distributori di Zyklon B potevano eventualmente parlare di Zyklon C, D, E, F.

D’altra parte, la ditta Tesch & Stabenow aveva un modulo di preventivo di costo (Fragebogen für Kostenvoranschlag) per la disinfestazione di edifici (indipendentemente dal fatto che fossero pubblici o privati, grandi o piccoli) che contemplava due tipi di prodotti: lo Zyklon B e il T-Gas (ossido di etilene) (342). Inoltre i bilanci della ditta Tesch & Stabenow degli anni 1941-1944 menzionavano soltanto lo Zyklon B (343).

Un’ultima osservazione. A p. 961 Hilberg scrive che «lo Zyklon figurava come uno degli otto prodotti usati da queste ditte, che effettuavano disinfestazioni industriali, come gli immobili, le caserme, le navi». Egli fa riferimento a una «conferenza del dottor Gerhard Peters e di Heinrich Sossenheimer (esperti in gas) del 27 febbraio 1942, NI-9098»(nota 71 a p. 1053). In questa conferenza, intitolata «Sviluppo e ampliamento dei 9 procedimenti Degesch», Heinrich G. Sossenheimer, unico relatore, dichiarò:
«Oggi sono in uso le seguenti forme di Zyklon: Zyklon-(Blausäure), acido cianidrico liquido assorbito in farina fossile essiccata (Diagriess) o in una sostanza sintetica gessosa (Erco), e Zyklon-Discoids, acido cianidrico liquido assorbito in dischi di fibra di legno» (344).
Hilberg dedica tre pagine buone alla produzione e distribuzione dello Zyklon B: al riguardo, grazie ai numerosi documenti che esistono, si conosce praticamente tutto. Si sa anche quanto Zyklon B fu consegnato ad Auschwitz nel 1942 e 1943. A fronte di questa dettagliata conoscenza, che cosa si sa delle bombole di ossido di carbonio presuntamente impiegate a scopo omicida negli istituti di eutanasia e a Lublino-Majdanek? Hilberg si limita a dichiarare che
«nel 1940 e durante i primi anni del 1941, per l’annientamento di circa 70000 adulti negli istituti di eutanasia provvisti di camera a gas, utilizzavano il monossido di carbonio puro in bottiglia [sic]»(p. 950).
Egli afferma che
«l’“eutanasia” era la prefigurazione concettuale e nello stesso tempo tecnica e amministrativa della “soluzione finale” che sarebbe stata attuata nei campi di sterminio» (pp. 950-951),
perciò nell’economia della «Distruzione degli Ebrei d’Europa» dovrebbe avere un’importanza essenziale. Hilberg, invece, la liquida in un paio di paginette in cui, «per una descrizione dettagliata», rimanda alla letteratura olocaustica.

Questa incredibile superficialità suscita interrogativi più che legittimi.
1) Quali prove documentarie ci sono che bombole di monossido di carbonio siano state utilizzate a scopo omicida dai centri di eutanasia?
2) Quali ditte producevano monossido di carbonio in bombole? E quali lo fornirono ai centri di eutanasia?
3) Che prove documentarie ci sono che i centri di eutanasia fossero dotate di camere a gas a monossido di carbonio?
4) Quali prove documentarie ci sono che delle persone vi siano state assassinate col monossido di carbonio?

Né Hilberg né alcun altro storico olocaustico ha finora risposto a queste semplici domande (345), perciò l’assassinio dei malati di mente in camere a gas a monossido di carbonio nei centri di eutanasia non può essere considerato un fatto storicamente accertato.

Torniamo allo Zyklon B. Hilberg scrive:
«Le quantità richieste da Auschwitz, senza essere enormi, erano tuttavia rilevanti. Quasi la totale fornitura del campo serviva per le camere a gas; molto poca serviva per la disinfestazione» (p. 964).
Premetto che la questione, nella storiografia olocaustica, è tanto aleatoria che Jean-Claude Pressac, il massimo specialista olocaustico di Auschwitz, asserì esattamente il contrario, ossia che per le presunte gasazioni omicide era sufficiente il 2-3% delle forniture di Zyklon B,«così, da 97 a 98% del gas poteva essere consacrato all’eliminazione dei pidocchi» (346).

Nella nota 85 a p. 1054 Hilberg menziona due fonti:
«Testimonianza davanti alla Corte del dottor Charles Sigismund Bendel (Ebreo sopravvissuto) al processo Bruno Tesch, trascrizione pp. 23-32, NI-11953. Heinrich Schuster, un vecchio membro dei Servizi Segreti austriaci, imprigionato ad Auschwitz, calcolò il consumo annuale di Zyklon in 1700 chilogrammi per la disinfestazione delle baracche e dei vagoni merce. Affidavit di Schuster del 13 ottobre 1947, NI-11862».
È ben vero che il testimone Bendel, nella deposizione summenzionata, dichiarò:
«In tutto il tempo [della mia permanenza a Birkenau] dal 10 dicembre 1943 al 18 gennaio 1945 posso ricordarmi di una sola disinfestazione di baracche» (347),
ma è anche vero che Hilberg non si chiede affatto quale sia l’attendibilità del testimone. E non ci vuole molto per rendersene conto. Per restare in tema di stermini, Bendel dichiarò sul consumo di Zyklon B:
«Durante il mese di giugno [1944], il numero dei gasati fu di 25.000 al giorno. [...].
Domanda - Nei mesi di maggio e giugno 1944 quanti barattoli di Zyklon B, a vostro avviso, furono usati per sterminare le persone? [...].
Bendel - Due barattoli per mille persone; 25.000 [persone] al giorno, dunque possiamo dire 50 barattoli al giorno» (
348),
ossia 1.500 al mese. Ma in contraddizione co ciò egli affermò:
«Durante i mesi di maggio e giugno 1944 stimo che per uccidere le persone furono usati un totale di 400 barattoli di Zyklon B» (349).
Inoltre, se nel giugno 1944 erano stati gasati 25.000 Ebrei al giorno, il numero totale in tutto il mese era di 750.000. Ma, alla domanda: «Quanti furono gasati nel maggio e nel giugno 1944?», Bendel rispose: «Circa 400.000» (350).

Per non approfondire troppo, ecco come il testimone descrisse le presunte camere a gas dei crematori II e III:
«C’erano due camere a gas sotterranee, ognuna lunga circa 10 metri, larga 5 e alta 1,5» (351).
Hilberg conosceva bene le dimensioni reali dei Leichenkeller 1 (camere mortuarie seminterrate) - le presunte camere a gas omicide - di questi crematori, perché ne indica con esattezza la superficie: 210 metri quadrati (p. 960). Egli trae questa informazione dall’articolo del giudice Jan Sehn menzionato sopra, in cui è scritto:
«Il Leichenekeller 1 (Cellar 1) aveva una superficie di 210 metri quadrati ed era alto 2,4 metri» (352),
misure che corrispondono a quelle delle piante; m 30 x 7 x 2,41. Per Bendel invece questi locali avevano una superficie di 50 metri quadrati ed erano alti metri 1,5. È importante rilevare che Bendel era un sedicente membro del cosiddetto Sonderkommando, dunque un testimone oculare!

Ma, come vedremo nel capitolo IV,3, a Hilberg non interessava affatto l’attendibilità dei testimoni, bensì la loro utilità per la sua tesi.

Passiamo al testimone Schuster. Nell’affidavit invocato da Hilberg egli dichiarò:
«L’intero campo di Birkenau constava di tre settori, BI, BII e BIII (vedi diagramma allegato). Complessivamente, c’erano 263 baracche. Come ho detto prima (353), per disinfestare una baracca era necessario un barattolo di Cyklon B di circa 5 kg. A questo riguardo, bisogna anche ricordare che molte baracche venivano anche cosparse di vari altri disinfettanti (354). Tuttavia, assumendo che ogni baracca fosse disinfestata una volta all’anno con Cyklon B, arriviamo a un consumo annuo di 1.350 kg. Considerando gli altri due campi più grandi (Auschwitz e Monowitz con 28 e 44 baracche rispettivamente), per un totale di 68 [sic], otteniamo un ulteriore fabbisogno di Cyklon B di 350 kg all’anno. Così, c’era un consumo annuo di circa 1.700 kg di Cyklon a scopo di disinfestazione, sempre supponendo che fosse usato soltanto lo Cyklon B» (355).
Questo calcolo non ha alcun valore, perché si basa su presupposti errati.

1) I barattoli di Zyklon B consegnati ad Auschwitz nel 1944 (356) tramite Gerstein erano da 500 grammi, non da 5 kg. Il barattolo più grande di Zyklon B in commercio conteneva 1,5 kg di acido cianidrico.
2) Il dosaggio dello Zyklon B a scopo di disinfestazione era di 8-10 grammi per metro cubo (357), perciò per una baracca alloggio, che aveva un volume di circa 1.032 metri cubi, erano necessari circa 8-10 kg di Zyklon B.
3) Il numero complessivo delle baracche era maggiore di quello indicato dal testimone.
4) Il testimone trascura le camere di disinfestazione a Zyklon B del campo.
Per avere solo un’idea orientativa del quantitativo di Zyklon B necessario (secondo la prospettiva del testimone) per una disinfestazione generale del campo, si può procedere così.

Nel 1944 a Birkenau esistevano (358):
190 baracche alloggio (Unterkunftbaracken) costituite da Pferdestallbaracken (baracche scuderia) tipo 260/9 che misuravano m 40,76 x 9,56 x 2,65 = circa 1.032 m3, complessivamente (1.032 x 190 =) circa 196.000 m3;
41 baracche dello stesso tipo adibite ad altre funzioni = circa 42.300 m3;
10 baracche con volume di circa 580 m3 ciascuna, complessivamente = circa 5.800 m3;
16 baracche con volume di circa 400 m3 ciascuna, complessivamente = circa 6.400 m3;
29 baracche con volume vario, da circa 470 a circa 2.100 m3, complessivamente = circa 27.000 m3.
Il volume totale era dunque di circa 277.500 m3.

Nel campo di Auschwitz esistevano 28 blocchi in muratura a due piani con seminterrato che misuravano esternamente m 45,10 x 13,84 = 624,18 m2. Per l’altezza dei locali si può assumere una media di circa 3 m, sicché la superficie totale di ogni blocco era di 624,18 x 3 (piani) x 3 (metri) = circa 5.600 m3 e per 28 blocchi si ha (5.600 x 28 =) circa 156.800 m3, che si può arrotondare a 150.000 per la presenza dei tramezzi. A Monowitz c’erano 67 baracche più alcune altre costruzioni, perciò si può assumere un volume minimo di (1.032 x 67 =) circa 69.200 m3.

Il volume complessivo era pertanto di circa 503.500 m3 e una disinfestazione generale avrebbe richiesto circa 4.024-5.035 kg di Zyklon B, senza le tre camere di disinfestazione a Zyklon B che esistevano sicuramente nel 1944 (una nel Block 3 di Auschwitz, una nel cosiddetto Kanada I e una nel BW 5a di Birkenau) e senza considerare gli altri campi ausiliari di Auschwitz.

Hilberg scrive ancora:
«Non era l’amministrazione del campo che acquistava il gas. Le richieste erano inoltrate dall’Obersturmführer Gerstein, capo della Disinfestazione, all’ufficio del capo dell’igiene delle Waffen-SS (Mrugowski). Come regola generale, tutti gli ordini passavano attraverso la Testa, la Degesch e Dessau. Le industrie Dessau, che producevano il gas, lo spedivano direttamente alla Divisione di disinfestazione e disinfezione (Abteilung Entwesung und Entseuchung) di Auschwitz. [...].
Le consegne agli impianti delle SS per le operazioni di disinfestazione erano fatte ogni sei mesi circa, ma Auschwitz doveva essere rifornito ogni sei settimane, perché lo Zyklon si deteriorava facilmente ed era necessario avere una riserva disponibile, in ogni momento. A un osservatore attento, una simile frequenza non doveva passare inosservata» (pp. 964-965).
La fonte è l’interrogatorio di Höss del 14 maggio 1946, documento NI-36 (nota 89 a p. 1054), nel quale il comandante di Auschwitz dichiarò:
«La conclusione che posso trarre è che la ditta [Tesch & Stabenow] poteva sapere [del presunto uso omicida dello Zyklon B ad Auschwitz] già per il motivo che per Auschwitz le ordinazioni venivano fatte continuamente, invece agli altri uffici delle truppe SS (SS-Truppen) il gas veniva consegnato forse solo una volta o a intervalli di sei mesi».
Egli aggiunse che ad Auschwitz le consegne venivano effettuate mediamente ogni 6 settimane (359). Queste affermazioni sono però del tutto infondate, come Hilberg sapeva bene, perché il documento che egli cita nella nota 98 a p. 1054 contiene 12 fatture della ditta Degesch intestate a Gerstein e relative alla fornitura dei seguenti quantitativi di Zyklon-B ad Auschwitz e a Oranienburg in barattoli da 500 grammi (360):

campodata della consegnadata della fattura numero dei barattoliquantitativo in kg

Auschwitz





14 febbraio 194414 febbraio 1944390195

8 marzo 194413 marzo 1944420210

20 marzo 194430 aprile 1944390195

11 aprile 194430 aprile 1944390195

27 aprile 194430 aprile 1944390195

31 maggio 194431 maggio 1944390195


totale2.3701.185
Oranienburg




16 febbraio 194416 febbraio 1944390195

8 marzo 194413 marzo 1944420210

20 marzo 194430 aprile 1944390195
11 aprile 194430 aprile 1944390195

12 maggio 194418 maggio 1944390195

26 maggio 194431 maggio 1944390195


totale2.3701.185

Dunque ad Auschwitz e a Oranienburg (che non era un presunto campo di sterminio) furono consegnati gli stessi quantitativi di Zyklon B ad intervalli di tempo molto simili. Solo grazie a questa omissione Hilberg può presentare come vere le false affermazioni di Höss.

Qui è indispensabile un riferimento alla relativa deposizione di Hilberg al processo Zündel. Nella prima edizione del suo libro, a questo punto, a pagina 570, egli aveva reso l’intestazione «Abteilung Entwesung und Entseuchung», che appare nelle fatture esibite da Gerstein, con «Extermination and Fumigation Division», «Divisione di sterminio e di disinfestazione». Se questa falsa traduzione era grave, ancora più grave fu la protervia con cui Hilberg la sostenne durante l’interrogatorio:
«Christie - Qual è la traduzione di “Entwesung”?
Hilberg - Privare qualcosa della vita - cioè sterminare. Non c’è una traduzione molto accurata che non comporti sfumature, ma penso che troverete che è una traduzione accettabile del termine tedesco.
Christie - Io vi dico che significa “disinfestazione” e si riferisce in modo particolare ai parassiti.
Hilberg - No.
Christie - Quella parola...
Hilberg - No. Il termine “Wesen” è “una cosa vivente”, qualcosa di vivo. Il prefisso “Ent-” è per negare la vita, per privarlo della vita. Il suffisso “ung” in “Entwesung”, [significa] privato della vita, o privare qualcosa della vita».
Dopo un’ulteriore discussione, Christie gli chiese:
«Siete d’accordo che “Entwesung” è un termine che si riferisce precisamente alla distruzione degli insetti?
Hilberg - Si riferisce a ogni uccisione, a ogni privazione della qualità della vita di qualunque cosa che è viva.
Christie - Vedo. Così si potrebbe riferire a qualunque cosa, secondo voi.
Hilberg - Bene, “Entwesen” è [riferito a] qualunque cosa che cammina, qualunque cosa che ha vita» (
361).
Hilberg non volle ammettere che il termine “Entwesung” significa disinfestazione e indusse addirittura il procuratore Peter Griffiths a presentare alla Corte e a far ammettere come elemento di prova la fotocopia della pagina di un dizionario tedesco-inglese in cui era riportata la voce “Wesen” (362), senza che né l’uno né l’altro si curassero minimamente di consultare la voce “Entwesung”!

L’avvocato Christie avrebbe potuto contrapporgli una qualunque opera specialistica sulla disinfestazione degli anni Quaranta, come quella di Walter Dötzer, la cui parte seconda era interamente dedicata alla «Entwesung», il cui significato veniva spiegato così:
«La Entwesung è la distruzione degli animaletti che nuocciono all’uomo o lo danneggiano nella salute, nella misura in cui convivono con lui o entrano nei suoi ambiti di vita. L’Entwesung è una parte della lotta antiparassitaria (Schädlingbekämpfung), che si occupa della distruzione di tutte le forme di vita animali che procurano danni agli animali utili, alle piante utili o alle derrate alimentari» (363).
Il termine indica dunque sì la privazione della «qualità della vita», ma non «di qualunque cosa che è viva», bensì, esclusivamente, dei parassiti.

Hilberg, dunque, dopo aver tradotto falsamente l’espressione «Abteilung Entwesung und Entseuchung» con «Extermination and Fumigation Division», non solo non riconobbe il suo “errore”, ma lo ribadì, cercando di circuire la giuria con spiegazioni sofistiche, tanto sofistiche che, nell’edizione definitiva della sua opera, egli rese “Entwesung” appunto con «disinfestazione»!

Ed è anche chiaro che la sua introduzione dei vari tipi di Zyklon, C, D, E e F, serviva soltanto ad insinuare che lo Zyklon B fosse usato essenzialmente a scopo di sterminio dalla presunta «Divisione di sterminio» di Auschwitz.

Torniamo al libro. Continuando a giocare sulle omissioni, Hilberg scrive poi:
«Nel frattempo le SS cominciavano a indispettirsi: avevano, forse, ricevuto lo Zyklon troppo presto? Il 24 maggio [1944], il responsabile della disinfestazione, l’Obersturmführer Gerstein, scrisse al dottor Peters per chiedergli quanto tempo sarebbe durato lo Zyklon prima di deteriorarsi. Fino a quel momento, non era stato toccato.
“Peraltro, in certe condizioni, grandi quantità - di fatto, cioè, la totalità - avrebbe potuto essere utilizzata immediatamente (Andererseits werden erhebliche Mengen - d.h. eigentlich die ganzen verwahrten Mengen - unter Umständen plötzlich benötigt) ”» (p. 966).
La fonte è il documento NI-9808 (nota 95 a p. 1054). Hilberg fa un’evidente allusione a un eventuale impiego delle scorte di Zyklon B a scopo omicida, tanto più in quanto il periodo è quello della deportazione ad Auschwitz degli Ebrei ungheresi, «la grande massa» dei quali, a suo dire, «fu spedita nelle camere a gas» (p. 1004) (364), anche se i primi trasporti arrivarono ad Auschwitz il 17 maggio (365). Ma una tale allusione perde la sua parvenza di credibilità se si considera il contesto da cui Hilberg ha estrapolato la citazione:
«Inoltre La prego di comunicarmi quanto ritiene conservabile la fornitura speciale per Oranienburg e Auschwitz. Se dovessero esistere dubbi per la durata dell’immagazzinamento, dovremmo usare insieme, a scopi di disinfestazione (zu Entwesungszwecken), le forniture delle prime spedizioni e conservare di volta in volta soltanto le forniture recenti. Finora di questi quantitativi non è ancora stato usato nulla. D’altra parte considerevoli quantitativi - cioè propriamente l’intero quantitativo conservato - eventualmente (unter Umständen) vengono usate improvvisamente. Ma naturalmente la sicurezza e la conservabilità sono in primo piano» (366).
La lettera si riferisce pertanto all’impiego a scopo di disinfestazione dello Zyklon B fornito ad Auschwitz e a Oranienburg.

Il dottor Peters trasmise la lettera alla Degesch, che in data 9 giugno 1944 rispose a Gerstein:
«Per quanto riguarda la questione dell’immagazzinabilità della merce, Le possiamo comunicare che forniamo la garanzia per un anno. Non dubitiamo che la merce possa essere immagazzinata anche più a lungo, vorremmo tuttavia pregarLa, considerando la situazione attuale particolarmente precaria, di non superare per quanto possibile la durata di immagazzinamento, ma di usare insieme a scopo di disinfestazione già le spedizioni più vecchie. [...].
Riguardo alla conservabilità della merce, vorremmo anche sottolineare in modo particolare che una decomposizione della stessa difficilmente può verificarsi, ma è sempre possibile che i barattoli si corrodano. Le minime impurità nella lamiera, che spesso sono osservabili solo al microscopio, sono causa di corrosioni. Si formano allora piccoli fori dai quali può sfuggire un po’ di acido cianidrico. Ma neppure allora c’è pericolo, sempreché, come da noi prescritto, la merce venga conservata in un magazzino aerabile. Se comunque si dovesse percepire odore di acido cianidrico, è raccomandabile esaminare le casse relative e usare al più presto i barattoli danneggiati»
(367).
L’affermazione di Hilberg che «Auschwitz doveva essere rifornito ogni sei settimane, perché lo Zyklon si deteriorava facilmente» è dunque completamente infondata, com’egli sapeva bene, in quanto conosceva questo documento.

Poche righe dopo Hilberg afferma:
«Si diffuse la conoscenza dei vantaggi che presentava lo Zyklon come gas letale. Persino mentre Höss non aveva ancora terminato di costruire le sue camere a gas, nel 1942, un importante visitatore da Lublino, il Brigadeführer Globocnik, si recò ad Auschwitz per avere un’idea più precisa del nuovo metodo [di sterminio]» (p. 966).
La fonte è il già citato interrogatorio di Höss del 14 marzo 1946, NI-36 (nota 97 a p. 1054).
Ecco il testo relativo alla citazione di Hilberg:
«Domanda - Che cosa sa di Globotschnigg [Globocnik] riguardo alla sua amicizia con Wolf (368)?
Höss - Riguardo all’amicizia Globotschnigg-Wolf non so nulla. Conosco Globotschnigg solo da una visita a Lublino e una volta Globotschnigg fu ad Auschwitz.
Domanda - In quale periodo accadde?
Höss - Non sono più in grado di dire il periodo, nel 1942-1943. Comunque fu nel periodo in cui i crematori erano già finiti [als die Krematorien schon fertig waren]. Egli li ha osservati».
I crematori di Birkenau furono notoriamente completati nel giugno 1943, sicché la presunta visita di Globocnik ad Auschwitz non avrebbe potuto essere anteriore a questa data. Perciò Hilberg attribuisce abusivamente a Höss sia la datazione della presunta visita (il 1942), sia la sua motivazione («per avere un’idea più precisa del nuovo metodo [di sterminio]».

In realtà una visita di Globocnik ad Auschwitz non risulta da alcun documento e nel Kalendarium di Auschwitz questo personaggio non è neppure nominato.

Hilberg racconta poi a suo modo la “missione” di Kurt Gerstein:
«Rivalità che divenne critica quando un giorno, nell’agosto del 1942, il vice di Eichmann, Günther, e il principale responsabile della disinfestazione, Kurt Gerstein, giunsero a Bełżec» (p. 966).
La fonte è: «Testimonianza orale di Gerstein del 26 aprile 1945, PS-1553»(nota 98 a p. 1054), che diventa poi una «testimonianza giurata (affidavit) di Gerstein del 26 aprile 1945, PS-1553» (nota 376 a p. 1067).

Preciso subito che questa testimonianza non è «orale», ma scritta dal testimone stesso, tanto è vero che viene comunemente chiamata (insieme a varie altre testimonianze) “rapporto Gerstein” (369). Essa non è neppure una «testimonianza giurata», perché si tratta di uno scritto privato, redatto in varie versioni, una delle quali (il documento PS-1553) Gerstein consegnò a due ufficiali americani.

Secondo questo documento, l’SS-Sturmbannführer Günther non accompagnò affatto Gerstein a Bełżec, ma si limitò a trasmettergli l’incarico da parte del RSHA di procurarsi 100 kg di acido cianidrico (370).

Hilberg continua così la sua narrazione:
«Avevano con loro circa 200 libbre di Zyklon e dovevano convertire le camere che funzionavano a monossido di carbonio, ad acido cianidrico» (p. 966).
Una libbra corrisponde a 0,45 kg, perciò le «circa 200 libbre» equivalgono ai 100 kg di Günther, che però non erano di «Zyklon», ma, appunto, di «acido cianidrico». La testimonianza addotta da Hilberg non menziona affatto lo Zyklon riguardo a Bełżec, e non si tratta di un dettaglio irrilevante, perché, interrogato dal giudice istruttore Mattei il 19 luglio 1945, Gerstein dichiarò di aver prelevato a Kolin non 100 kg, ma 260 kg, e non di acido cianidrico, ma di «cianuro di potassio» in 45 bottiglie (371). La sostanza era comunque liquida e non poteva essere che acido cianidrico liquido. Oltre che contraddittorio, ciò è anche insensato, perché:

- Il procedimento di disinfestazione con acido cianidrico liquido non era più in uso già dal 1934 (372).
- Il RSHA avrebbe imposto a Gerstein un viaggio di oltre 700 km in pieno agosto con un carico molto pericoloso. A causa del suo basso punto di ebollizione e della possibilità di decomposizione (polimerizzazione), infatti, l’acido cianidrico liquido poteva essere trasportato solo refrigerato (unter Kühlung), di notte e con un veicolo speciale (mit besonderem Fuhrwerk) (373).
- Prima dell’invenzione dello Zyklon B, l’acido cianidrico liquido a scopo di disinfestazione veniva confezionato in bombole di acciaio. Per l’impiego esso veniva nebulizzato mediante aria compressa o trasformato in gas riscaldando le bombole, indi immesso in apposite tubature. Entrambi i procedimenti erano pericolosi (374). L’acido cianidrico in bottiglia (Blausäureflasche) di vetro, impiegato soprattutto in Francia e nelle sue colonie e anche in Inghilterra, costituiva il cosiddetto «procedimento Galardi», consistente nel versamento dell’acido cianidrico liquido dalla bottiglia in una ciotola o direttamente sul pavimento (375), ed era evidentemente del tutto inappropriato per esperimenti di gasazione omicida.
- Il colmo della vicenda è che un paio di settimane prima della partenza di Gerstein alla volta di Lublino (dove lo attendeva Globocnik), la ditta Tesch und Stabenow aveva fornito al KL Majdanek 360 barattoli di Zyklon B da 1,5 kg, per un totale di 540 kg (376): non sarebbe stato più semplice mettere a disposizione di Gerstein una parte di questa fornitura invece di fargli fare un viaggio di oltre 700 km in autocarro con un pericoloso carico di acido cianidrico liquido?

Hilberg dice ancora:
«Gerstein acconsentì e ordinò di sotterrare lo Zyklon con il pretesto che fosse deteriorato» (p. 967).
A questo riguardo, tanto per segnalare un’ulteriore contraddizione, Gerstein dichiarò al giudice istruttore Mattei:
«Le quarantaquattro bottiglie che restavano non sono state portate al campo di Belcec [sic], ma furono nascoste dall’autista e da me stesso a circa 1200 metri dal campo. [...].
Io sono arrivato col cianuro al campo e ho raccontato al comandante del campo ciò che mi era accaduto strada facendo riguardo alla bottiglia la cui chiusura non era stata bene assicurata».
Il giudice rilevò la contraddizione e contestò a Gerstein:
«Stamattina ci avete dichiarato che quarantaquattro bottiglie di cianuro - il vostro intero carico, una delle bottiglia essendo stata vuotata - non erano arrivate al campo di Belcec perché erano state nascoste dall’autista e da voi stesso a circa 1.200 metri dal campo, poco fa ci avete detto di essere arrivato al campo con il vostro carico. Quando dite la verità?» (377).
Hilberg scrive ancora:
«Da quel giorno, Höss e Wirth furono nemici dichiarati. Il comandante di Auschwitz, anche dopo la guerra, riferiva con fierezza dei suoi “miglioramenti”».
La fonte è: «Affidavit di Höss del 5 aprile 1946, PS-3841» [recte: PS-3868](nota 99 a p. 1054).

Il riferimento è alla falsa visita di Höss a Treblinka di cui mi sono già occupato sopra. Höss afferma che il sistema di uccisione del «gas monossido»[di carbonio] presuntamente attuato in tale campo «non era molto efficace»; indi dichiara: «Un altro miglioramento rispetto a Treblinka, fu...». Da ciò Hilberg ha tratto i suoi «miglioramenti», non solo tacendo la lancinante contraddizione relativa alla presunta visita a Treblinka, ma creando il contesto fittizio della presunta rivalità tra Höss e Wirth e posticipando d’autorità a dopo l’agosto 1942 ciò che nella cronologia fittizia di Höss si riferiva al 1941.

A p. 1086 Hilberg precisa:
«Anche in seno alle stesse SS, una lotta di gelosia opponeva due tecnocrati della distruzione, l’Obersturmbannführer Höss e il Kriminalkommissar Wirth, riguardo alla sostituzione del monossido di carbonio con lo Zyklon B, nei campi di sterminio».
Questa «lotta di gelosia» è tratta dall’insensata “missione” di Gerstein.


NOTE


(338) F. Müller, S
onderbehandlung. Drei Jahre in den Krematorien und Gaskammern von Auschwitz. Verlag Steinhausen, Monaco, 1979, p. 184. Torna al testo.
(339) Per Hilberg questa sostanza era un «additivo di profumazione»! (pp.965-966). Torna al testo.
(340) Gerhard Peters,
Blausäure zur Schädlingsbekämpfung. Sammlung chemischer und chemisch-technischer Vorträge. Verlag von Ferdinand Enke, Stoccarda, 1933, pp. 58-61; Otto Lenz, Ludwig Gassner, Schädlingbekämpfung mit hochgiftigen Stoffen. Heft 1: Blausäure. Verlagsbuchhandlung von Richard Schoetz, Berlino, 1934, p. 10; G. Peters, Die hochwirksamen Gase und Dämpfe in der Schädlingsbekämpfung. Verlag von Ferdinand Enke, Stoccarda, 1942, p. 136. Torna al testo.
(341) Zyklon B, in: http://www.zyklon-b.info/produkt/name.htm. Torna al testo.
(342) Tesch & Stabenow, Fragebogen für Kostenvoranschlag, senza data., APMM, I, d.2, vol. 1, pp. 119-120. Torna al testo.
(343) Dichiarazione giurata di Alfred Zaun, contabile della ditta Tesch & Stabenow, del 20 ottobre 1945, NI-11396. Torna al testo.
(344) NI-9098, p. 15. Torna al testo.
(345) La presunta implicazione della ditta Mannesmann Röhrenwerk nella fornitura di bombole di acciaio ai centri di eutanasia che sarebbero state dotate di manometro dal chimico August Becker e poi riempite di ossido di carbonio dalla fabbrica di Ludwigshafen della IG Farben (a) non è basata su prove documentarie e gli unici due documenti menzionati in tale contesto - due lettere della IG Farben del 17 dicembre 1943 e del 18 febbraio 1944 (b) non si riferiscono all'eutanasia.
(a) Eugon Kogon, Hermann Langbein, Adalbert Rückerl e altri (a cura di),
Nationalsozialistische Massentötungen durch Giftas. Eine Dokumentation, op. cit., pp. 52-53.
(b) Idem, nota 86 a p. 307. Torna al testo.
(346) J.-C. Pressac,
Le macchine dello sterminio. Auschwitz 1941-1945. Feltrinelli, Milano, 1994, p. 57. Torna al testo.
(347) Interrogatorio di C.S. Bendel del 2 marzo 1946. NI-11953, p. 30. Torna al testo.
(348) Idem, p. 28. Torna al testo.
(349) Dichiarazione di C.S. Bendel del 21 ottobre 1945. NI-11390, p. 7. Torna al testo.
(350) NI-11953, p. 29. Torna al testo.
(351) NI-11390, p.1. Torna al testo.
(352) J. Sehn,
Concentration and extermination camp at Oświęcim (Auschwitz-Birkenau), op. cit., p. 84. Torna al testo.
(353) In precedenza il testimone aveva descritto lo Zyklon B come «barattoli cilindrici con un contenuto di circa 5 kg». Torna al testo.
(354) Ma i disinfettanti non hanno efficacia contro i parassiti. Il testimone confonde la disinfestazione con la disinfezione. Torna al testo.
(355) Affidavit di H. Schuster del 24 ottobre 1947. NI-11862, p. 8. Torna al testo.
(356) I testimone fu trasferito a Birkenau nel novembre 1943 e vi rimase fino al 18 gennaio 1945. Torna al testo.
(357) NI-9912, p. 1. Questo documento è citato da Hilberg. Torna al testo.
(358) Kostenvoranschlag zum Ausbau des Kriegsgefangenenlagers der Waffen-SS in Auschwitz dell’1° ottobre 1943, RGVA, 502-1-238, pp. 15-18. Torna al testo.
(359) Interrogatorio di Höss del 14 maggio 1945, NI-36. Torna al testo.
(360) PS-1553, pp. 15-26. Torna al testo.
(361) In the District Court of Ontario. Between: Her majesty the Queen and Ernst Zündel. Before: The Honourable Judge H.R. Locke and Jury, vol. IV, pp. 1130.-1132. Torna al testo.
(362) Idem, vol. VI, p. 1237. Torna al testo.
(363)
Arbeitsanweisungen für Klinik und Laboratorium des Hygiene-Institutes der Waffen-SS, Berlino. A cura dell’ SS-Standartenführer Dozent Dr. J. Mrugowsky. Heft 3. Entkeimung, Entseuchung und Entwesung. Von Dr. Med. Walter Dötzer, SS-Hauptsturmführer d. Res. Verlag von Urban und Schwarzenberg. Berlino e Vienna, 1943, p. 72. Torna al testo.
(364) Sulla questione vedi il mio studio
La deportazione degli Ebrei ungheresi del maggio-luglio 1944. Bilancio provvisorio, op. cit. Torna al testo.
(365) Idem, p. 47. Torna al testo.
(366) NI-9908. Torna al testo.
(367) PS-1553, p. 11. Torna al testo.
(368) L’SS-Obergruppenführer Karl Wollf, aiutante di campo di Himmler. Torna al testo.
(369) C. Mattogno,
Il rapporto Gerstein: Anatomia di un falso. Sentinella d’Italia, Monfalcone, 1985; André Chelain (a cura di), La thèse de Nantes et l’affaire Roques. Polemiques, Parigi, 1988. Torna al testo.
(370) PS-1553, p. 4. Torna al testo.
(371) Georges Wellers, «Encore sur le Témoignage Gerstein», in:
Le Monde Juif, n. 97, gennaio-marzo 1980, p. 28. Torna al testo.
(372) Otto Lenz, Ludwig Gassner,
Schädlingebekämpfung mit hochgiftigen Stoffen. Heft 1:Blausäure, op. cit., p. 8. Torna al testo.
(373) Corte d’Assise di Francoforte sul Meno, 28 marzo 1949, in: C.F. Rüter (a cura di),
Justiz und NS-Verbrechen. Sammlung deutscher Strafurteile wegen nationalsozialistischer Tötungsverbrechen, 1945-1966. Amsterdam, 1968-1981, vol. XIII, p.137. Torna al testo.
(374) Otto Lenz, Ludwig Gassner,
Schädlingebekämpfung mit hochgiftigen Stoffen. Heft 1: Blausäure, op. cit., pp. 8-9. Torna al testo.
(375) G. Peters,
Blausäure zur Schädlingsbekämpfung, op. cit., pp. 54-55. Torna al testo.
(376) Vedi al riguardo J. Graf, C. Mattogno,
Concentration Camp Majdanek. A Historical and Technical Study, op. cit., p. 204. Torna al testo.
(377) G. Wellers, «
Encore sur le Témoignage Gerstein», art. cit., pp.28 e 31. Torna al testo.

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