venerdì 29 maggio 2009

Jürgen Graf: «Il gigante dai piedi di argilla. Raul Hilberg e la sua opera simbolo sull’ “Olocausto”». – Nuovo editing. - Homepage


Biblioteca di Civium Libertas, n° 1
.
Volume Successivo

Anche qui sono necessarie poche parole di introduzione da parte mia. Il discorso è lo stesso che ho già fatto per un’opera di Carlo Mattogno che si lega strettamente a quella di Jürgen Graf. Anzi, è stata scritta come una sorta di commentario e di appendice alla mia traduzione italiana. Sui tempi e sulle ragioni della mia idea di dare una traduzione non desidero tornare se non per dire che il mio interesse per l’intera questione non è andato scemando, ma è cresciuto nel tempo. L’attualità del testo qui nuovamente edito non è andata diminuendo, ma si è accresciuta. Ricaldando e riformulando il giudizio e le parole del compianto Giano Accame, al quale ero legato da un’amicizia trentennale mai venuta meno pur in qualche lievissimo dissenso, sul tema ebraico, emersa negli ultimi mesi. Giano era stato “amico” di Israele prima ancora di Fini e Alemanno, ma in occasione della censura inflitta in Italia a Faurisson ebbe a dire che non sapeva nulla dei suoi libri e di letteratura affine, ma che proprio perché proibiti questi libri andavano letti. È con questo spirito che mi sono accostato a questa letteratura maudit. Altro ora e qui non dico. La mia lettura dei testi revisionisti è di tipo filosofico. A mio avviso, quanti mandando in prigione ed in esilio uomini colpevoli di aver scritto libri sulla materia olocaustici non solo farebbero meglio a consentirne la circolazione ed a restituire a persone oneste che hanno inteso testimoniare la verità, ma devono augurarsi che essi abbiano anche ragione, perché diversamente si aprono domande inquietanti ed abissali. Dedico questo mio lavoro nel cyberspazio a Giano Accame.

Antonio Caracciolo

* * *

Jürgen Graf

IL GIGANTE

dai piedi d’argilla.

Raul Hilberg e la sua opera simbolo sull’«Olocausto»

Castle Hill Publishers
PO Box 118, Hastings TN34 3ZQ,
Gran Bretagna
Ottobre 1999


Il vasto opus di Raul Hilberg “L’annientamento degli ebrei europei” passa in genere come l’opera di riferimento sull’«Olocausto». In effetti con ammirevole diligenza in un lavoro di molti anni Hilberg ha radunato un’immensa quantità di documenti sulla persecuzione degli ebrei nel Terzo Reich. Ma come stiamo messi con la qualità delle sue prove sullo sterminio degli ebrei? Quali pezze d’appoggio Hilberg fornisce sulla realtà di un piano tedesco per lo sterminio degli ebrei, sull’esistenza di camere a gas per l’uccisione di uomini come pure per il numero da lui sostenuto di circa 5,1 milioni di vittime ebree? Jürgen Graf ha esaminato a fondo tutte queste domande. In chiarezza le sue conclusioni non lasciano niente da desiderare. “Il gigante dai piedi d’argilla” è la prima ampia e sistematica disputa con il più ragguardevole rappresentante della versione ufficiale del destino degli ebrei sotto il dominio del Terzo Reich.
_____




1. Ignoranza conseguente delle tesi contrarie.
2. Nessuna foto, nessun disegno delle camere e autocarri di gasazione armi del reato.
3. Discrepanza fra titolo e contenuto dell’opera.


1. «Nessun documento è rimasto».
2. Intenzionalisti e funzionalisti.
3. Gli errori e le confusioni di Raul Hilberg:
a. C’era o non c’era l’infausto comando di Hitler?
b. «Né speciale Autorità né speciale bilancio».
c. Il mito del linguaggio mimetico.
d. Citazioni di Hitler come “prova” del genocidio.
e. Due problemi insolubili.
f. «Un’incredibile trasposizione di pensieri».

V.
I massacri sul fronte orientale.


1. La situazione di partenza.
2. La politica tedesca verso gli ebrei nei territori sovietici occupati secondo Hilberg.
3. Sulla credibilità dell’esposizione di Hilberg:
a. Le affermazioni sui numeri delle vittime dei gruppi d’azione.
b. I profughi delle città che ritornavano indietro.
c. Scopo e svolgimento temporale della ghettizzazione.
4. Nessuna prova oggettiva per le affermazioni su 1,2 milioni di assassinii di ebrei nel fronte orientale.
5. Le prove documentarie di Hilberg.
6. “Affidavit” di Hilberg e simili prove testimoniali.
7. “Ospiti di lager baltici fucilati” scoperti da Hilberg.
8. Cosa è successo veramente con gli ebrei nei territori sovietici occupati?


VI.
Le deportazioni

1. La situazione di partenza.
2. Lo scopo delle deportazioni: impiego lavorativo contro eliminazione.
3. Fucilazioni di massa in Galizia scoperte da Hilberg.
4. Come pecore sul banco del macello.
5. “Gassati” in Auschwitz riaffiorano a Stutthof.

VII.
I centri di annientamento

1. La situazione di partenza.
2. I numeri immaginari dati da Hilberg per i “campi di annientamento”.
3. Armi di fatto e rimozione dei cadaveri nei “campi di annientamento” secondo Hilberg:
a. I “semplici campi di annientamento”;
b. Majdanek;
c. Auschwitz-Birkenau;
d. Il papa dell’Olocausto con lo stomaco sano.
4. La metodologia di Hilberg: la trasmutazione di tutti i valori:
a. I testimoni principali di Hilberg;
b. Il testimone ebreo prediletto di Hilberg: Filip Müller.
5. L’esposizione di Hilberg dell’annientamento degli ebrei alla luce della tecnica e della tossicologia:
a. Il motore diesel come arma di fatto;
b. La rimozione dei cadaveri nel “semplici campi di annientamento”: Belzec come caso esemplare;
c. Il Zyklon B come arma di fatto;
d. Il decorso pratico della gassificazione nei crematori II e III di Birkenau secondo Hilberg;
e. Le affermazioni sulla cremazione di 10.000 cadaveri al giorno di tanto in tanto a Birkenau.


VIII.
Statistica delle vittime ebree in Hilberg:
anatomia di una truffa

1. Le “tre categorie di vittime”.
2. Ungheria.
3. Polonia.
4. Unione Sovietica.
5. Risultato.


IX.
Sconfitta di Hilberg nel processo Zündel



X.
Conclusioni
______

Nessun commento: