domenica 17 maggio 2009

Benedetto XVI “stropicchiato” sul «Giornale».

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Avendo letto a suo tempo, appena uscito in traduzione italiana, il libro di Mearheimer e Walt sulla “Israel lobby” mi ero proposto di fare una ricerca analoga per quanto riguardava l’Italia. Non pensai alla forma classica del libro, per il quale non avrei trovato un editore, ma soprattutto non avevo tanto interesse da investire il tempo necessario. Diversa è l’immediatezza che consente la scrittura in rete. Ho detto “immediatezza”: è al tempo stesso il pregio e il difetto di internet. Comunque sia e non volendo qui andare per le lunghe, credo di aver fatto una simile ricerca. Essa è stat innanzitutto utile a me stesso. Non avrei saputo e nessuno mi avrebbe detto quello che ho appreso concentrando la mia attenzione e la mia riflessione sulle “notizie”, quasi sempre false e manipolate, che la Fama – gli odierni mass-media – ogni giorno mi portavano. Si tratta ora di riordinare e depurare quanto scritto a caldo e nell’«immediatezza» del momento per rivedere io stesso le conclusioni alle quale sono giunto e soprattutto per renderlo fruibile per quel picciolo gruppo di lettori che mi paiono effettivamente interessati a ciò che a me è apparso con un’evidenza di cui prima non mi ero accorto, anche perché ero distratto su un passato assai remoto e assente ai drammi dei nostri giorni. Come intellettuale, grande o piccolo non importa, sento di avere degli obblighi verso la mia generazione. Credo che le mie ricerche in materia di “Israel lobby” abbiano una loro validità non transeunte e mi accingo a riordinare in una forma più fruibile quanto vado scrivendo sul tema. Quello che segue è un odierno commento ad un articolo di stampa di una nota sionista che ho aggiunto come paragrafo 22 ad un’apposita scheda dedicata al singolo personaggio, posto accanto ad altri personaggi dello stesso genere. Da oggi avvio una doppia pubblicazione, mentre al tempo stesso avvio una revisione – ahimé il lavoro è tanto – dei testi già scritti, depurandoli del transeunte e lasciando ciò che può avere interesse più duraturo. Opportune brevi note redazionali cercheranno di orientare il mio Lettore fra parecchie migliaia di pagine già scritte e ora difficili da governare.

22. Benedetto XVI “stropicciato” sul “Giornale”. – Riprendiamo, dopo ampia pausa, ma con rinnovato “studio” e con dismessa ira le analisi di ragguardevoli esponenti del sionismo italiano. Riguardano l’infelice viaggio del papa in Palestina o che dir si voglia Israele. A sproposito, nel senso che il corretto pensiero sia quello presunto e scritto dall’articolista, si parla di “colpevolizzazione” di Israele e di “negazionismo”. Non abbiamo bisogno di dilungarci sulla problematica, ma basta solo rilevare il “pregiudizio” a mezzo stampa. I morti ammazzati di Gaza, massacrati con un feroce determinazione e premeditazione che non ha eguale nella storia, parlano da soli sulle “colpe” di Israele. Circa il “negazionismo” si tratta bensì di «obbrobrio» ma in un senso affatto diverso e reciprocamente inverso da quanto l’articolista lascia supporre. Anche su ciò non ripetiamo cose dette in questo blog, ma ci limitiamo solo ad osservare che paradossalmente lo stato di Israele dovrebbe dare ai cosiddetti “negazionisti” quei finanziamenti che invece sparge a profusione per i suoi storici di regime o per promuovere l’immagine di Israele. Recentemente, un’altra penna di regime ha parlato di “gratuità” di Auschwitz. Non è così. Ma anche ammesso, una simile “gratuità” resta tutta da spiegare: si apre un baratro! Perché mai un “popolo” avrebbe suscitato verso se stesso una così radicale e “gratuita” ostilità? Ma andiamo avanti nell’analisi del santo “stropicchiamento”. Se i “titoloni antisraeliani” ci siano stati, non saprei e non credo. Finchè ci saranno in giro tanti Pagliara e pagliette dubito che ci possa essere un’informazione veritiera su un genocidio che si consuma da un secolo e che trova pienamente complice il colonialismo europeo, operante ben prima che Hitler nascesse. Il “muro” è un muro e ta lì per chi lo vuol vedere: non saranno le capriole fiammesche a non farci vedere il muro che c’è! Le presunte giustificazioni di un simile muro sono in realtà un’ammissione di colpevolezza. Il frustro leit-motiv del “terrore” è un ennesimo miserabile “obbrobrioso” tentativo di delegittimare una resistenza legittima da parte di un popolo invaso, decimato e scacciato dalle sue case e dai suoi villaggi. È il colmo dell’impudenza il voler concedere e riconoscere il “ritorno” a russi ebrei che nè loro nè i loro padri hanno mai avuto a che fare con la Palestina storica, mentre un ben più concreto “diritto al ritorno” si pretende di negarlo – in nome di una superstizione religiosa (la ‘Terra Promessa’) – a chi ha ancora in tasca le chiavi di casa! Un Papa che non sia capace di comprendere ciò ha smarrito del tutto il bene dell’intelletto ed ogni barlume di Carità di senso della Giustizia divina e terrena.

«Terrorismo suicida»? E che vuol dire? Quando mai un essere umano, al pari di ogni essere munito di istinto di sopravvivenza, potrebbe rinunciare al Bene Sommo della vita se non in condizioni estreme di sacrificio di un bene più grande della vita stessa che forse potrebbe essere la propria dignità, la propria libertà, il proprio senso di giustizia, l’affetto per i propri cari barbaramente trucidati tanto da aver lasciato un vuoto tale dove forse non vale più continuare a vivere, ma è forse preferibile un “martirio”, cioè una morte in testimonianza di qualcosa a cui si crede totalmente e secondo la migliore tradizione cristiana?

I «campi profughi»? L’impudenza dell’articolista, ahimé deputato in parlamento, supera se stessa. Perché mai il papa cattolico dovrebbe interessarsi dei “campi profughi”, quando questi esistono fin dal 1948 o dal 1967 e ad abitarci sono ormai solo i nipoti e i pronipoti di quelli he furono cacciati, “ripuliti” allora? Già! Forse si potrebbe obiettare: e perché mai noi dovremmo continuare a interessarci (o non interessarci nel senso che ci è vietato porci domande e afe ricerche ovvero nutrire opinioni) di ciò che successe o non successe nei lager nazisti? Mi viene da pensare alla risposta di Vermilinguo nella saga di Tolkien, quando di fronte all’evidenza dell’invasione delle armate di Saruman se ne esce fuori con un “ma perché dobbiamo preoccuparci?” La propaganda israeliana, dentro e fuori Israele, è volta a farci accettare il fatto compiuto di un’ingiustizia così evidente da non lasciare scampo ad una coscienza non offuscata dal crimine commesso, dalla sua pertinacia, dalla prepotenza che non ammette smentita. Se qualcuno mi caccia di casa, di una casa che è incontestabilmente mia, come fu già di mio padre e di mio nonno e di tutti i miei avi, vi è poco su cui far propaganda ed imbrogliare chi ha la coscienza abbastanza libera da non poter essere irretiti con mezzi e artifizi vari. I moralisti spesso si arrampicano sugli specchi per dimostare le cose più assurde che a stento gli altri riescono a capire. Ma qui il fatto è di un’evidenza tale alla portata di ogni normale intelligenza umana.

L’«odio»? Ma quale odio! Il sistema sionista della propaganda, in modo capillare e a livello mondiale, forte del possesso e della proprietà degli stessi mezzi di comunicazione, ci vuol convincere di un «odio» che esisterebbe nei confronti di Israele e degli ebrei in generale. Attraverso il B’naï B’rith si è anche prodotto una legislazione in tal senso il cui vero scopo è di reprimere ogni forma di dissenso ed ogni posizione critica nei confronti di Israele e dell’ebraismo. In realtà, fu proprio l’ebreo scomunicato Spinoza a dismostrare l’inconsistenza metafisica di un simile sentimento nel senso che ogni essere che mira al potenziamento di se stesso si libera presto di un simile difetto. In realtà, l’«odio» sionista è un mezzo bellico di propaganda e di delegittimazione dell’avversario. La nostra legge Mancino, prodotta attraverso un’azione di lobbying del B’naï B’rith, andrebbe quanto prima abrogata in quanto mostruosità giuridica che certamente non sopprime l’«odio» nel senso spinoziano, ma se mai lo produce nel senso sionista. Del resto, se 2000 anni di cristianesimo non hanno insegnato agli uomini ad amarsi l’un l’altro, pare quanto mai dubbio che possa riuscirci la legge Mancino o chi per essa.

Si deve tuttavia a Paolo Barnard un libro con il titolo “Perché ci odiano”, dove il perché ha valore causale, non interrogativo. Fermo restando che per noi la migliore analisi dell’odio resta quella spinoziana, la quale spiega che in pratica si tratta di una malattia passeggera dell‘animo umano, all’incirca come l’influenza stagionale, sono tuttavia comprensibili i sentimenti di quanti , – superstiti e veri “sopravvissuti” – solo alcuni mesi fa si sono visti piovere addosso i più sofisticati ordigni di morte come presunta legittima reazione ad alcuni vasi rotti in Sderot. Nella Torah ebraica esiste se ben ricordo non solo la legge del taglione, ma anche quella di Lamec: sette volte. In Gaza è stata portata a 1000 volte! Per un morto israeliano almeno 1000 morti palestinesi! Questa è la civiltà ebraica dei nostri fratelli “maggiori”, la cui sempre più sfacciata, aggressiva e tracotante insolenza fa rimpiangere i tempi i cui gli ebrei se ne stavano nei loro ghetti. Dio ce ne scampi! Ma l’articolista con l’impudenza che le è abituale parla di “odio”. In realtà, tanto «odio» esiste nella mente e nel cuore di chi versato nelle arti dell’inganno ha pensato addirittura di fare uso strumentale, liberale e omicida dello stesso concetto di «odio». L’ipocrisia e la perfidia sono i pilastri su cui è stato fondato lo Stato di Israele, che saggiamente per tanti anni la Santa Sede si è astenuta dal riconoscere. Poi, è prevalso il principio internazionalistico della effettività. Ma il sommo filosofo Hobbes insegna che nelle relazioni fra gli stati continua a vigere il “diritto naturale”, come da lui inteso, dove il criterio guida non è quello della Giustizia.

Non poteva mancare la stoccata sull’Iran. Come è stata fomentata la guerra all’Iraq, sulla base di menzogne israeliane, si tenta ancora di alimentare una campagna di «odio» verso l’Iran per abituare la cosiddetta opinione “pubbica” – meglio dire “pubblicata” – occidentale ad una nuova guerra in Medio Oriente, dove già si sommano a milioni i morti, ben oltre i fatidici “sei milioni” se si sommano i grandi benefici di civiltà che l’Occidente rappresentanto da Gran Bretagna, Francia, Usa, Israele hanno finora prodotto da quanto avevano premeditato già nel XIX secolo lo smembramento dell’Impero Ottomano. La Storia è storia ossia interpretazione e revisione storica dei fatti. Il Nuovo Illuminismo ci dice invece che la storia è quella prodotta in Gerusalemme nel famoso Museo. Non è lecito contraddirla. Davvero un “obbrobrio” che ahimé ci tocca leggere sul «Giornale»!

4 commenti:

Ulisse9 ha detto...

Ma l'articolista chi è: la ben nota Fiamma?
Comunque, Antonio, considerare "Il giornale" un quotidiano è come dire che a mezzanotte splende sempre il sole.

Ciao

Anonimo ha detto...

Il papa non è più ostaggio di israele, ma ne è complice consapevole in quanto capo di una chiesa diventata massogiudaica a partire dal concilio vaticano II.
Non c'è più nulla da sperare, e d'altro canto dio aiuta soltanto gli ebrei visto che è stato creato a loro immagine e somiglianza!

Luca L. ha detto...

Meno male che grazie ad internet la menzogna che ci asfissia da decenni trova sempre nuovi bastonatori, e sempre meno zone d'ombra dentro le quali nascondersi.

L'ultimo episodio si inserisci nella tenzone Barnard-Travaglio.
Poco ci interessa del loro battibecco, ma è interessante la disamina della questione palestinese che fa Barnard: un ottimo compendio da sbattere in faccia ai sionisti di casa nostra.

http://www.youtube.com/watch?v=8uGtn7tSCCA

Anche sul mio blog, dove pubblico essenzialmente materiale anti-sionista, ne ho parlato negli ultimi due "articoli".
Chi fosse interessato li trova qui: www.metablog.it.

Sulla chiesa cattolica, ormai serva dei giudei, c'è ben poco da fare affidamento. Sono così abitauti alla servitù dei cattolici, che quando qualche rara volta la chiesa non si piega ai voleri di Sion, il popolo eletto comincia a frignare e sbattere i piedi.
L'ultimo episodio è successo apeena pochi giorni fa, quando Netanyahu ha tentato come con tutti i suoi "ospiti" di imbeccare il Papa per fargli condannare l'IRAN e stupendosi e indignandosi perché il Papa non ha obbedito alla lettera, ma è stato evasivo (sono fatti così, loro, abituati a comandare ed essere obbediti che quando raramente qualcuno non fa esattamente quello che dicono si "indignano" e cominciano a piagnucolare...).

Anonimo ha detto...

Noi cattolici siamo orfani, cioe senza papa.