lunedì 18 maggio 2009

Carlo Mattogno: Raul Hilberg e i «centri di sterminio» nazionalsocialisti. Fonti e metodologia. – Nuovo Editing. - Homepage.

Biblioteca di Civium Libertas, n. 2.
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Questa opera di Carlo Mattogno era già stata da me editata nel gennaio dello scorso anno su un unico post, ossia su un’unica file di testo. Si tratta di un vero e proprio libro che si affianca alla traduzione – da me iniziata e non ancora terminata per sopraggiunte mie incombenze – di un’opera di Jürgen Graf sullo stesso tema. Secondo il piano editoriale iniziale il tutto riguardante Raul Hilberg avrebbe dovuto essere contenuto in uno stesso post per far risaltare meglio l’unitarietà logica del discorso storiografico e filosofico-giuridico. Sono però insorti problemi tecnici forse dovuti alla lunghezza dei testi, di diverse centinaia di pagine, che non sono riuscito a risolvere, come confidavo. Per dare il dovuto risalto al testo di Mattogno composto appositamente per “Civium Libertas” passo ora ad una nuova edizione dello stesso testo diviso però su più post. Sarà anche l’occasione per un rivisitazione generale dell’opera di Carlo Mattogno, di cui è imminente presso Effepi una nuova imponente opera di 720 pagine a stampa, dove viene condotta una critica scientifica di Pressac e van Pelt. Colgo qui l’occasione per ribadire davanti a detrattori e diffamatori il mio ruolo in questo ambito scientifico. Come studioso e come liberale nonché come cittadino di una stato che si dice democratico e dove al momento il maggiore partito di governo intitola se stesso al nome di “Popolo della Libertà” ritengo fermamente che nessun limite puà essere posto alla libertà di pensiero e di espressione, alla libertà e di insegnamento, al libero dibattito ed alla libera discussione delle opposte interpretazioni storiografiche e filosofiche. Una tesi potrebbe anche essere erronea, ma il semplice sostenerla non dovrebbe comportare nessuna conseguenza penale per il suo autore in paesi che protendono di essere addirittura modelli di civiltà giuridica per la restante umanità.

La pubblicazione di questa ed altre opere di Mattogno e di Graf è per me occasione per conoscere una letteratura nota per le continue demonizzazioni che ne vengono fatte che non per la sua discussione e confutazione critica. Sul fronte opposto giganteggiano i volumi di Raul Hilberg, Pressac o van Pelt. Tutto il resto – come dive Norman G. Finkelstein – è “paccottiglia da supermercato” di assai scarso valore. Gli storici “maledetti” e ostracizzati hanno sottoposto a costante critica scientifica le opere maggiori della storiografia olocaustica. Ci si aspetterebbe che quanti strillano, in ultimo sul caso Williamson, siano poi capaci di “leggere” criticamente le opere dei famigerati “revisionisti”. Ed invece no. Sanno soltanto insultare ed ostentare una loro pretesa superiorità intellettuale e morale. Questo atteggiamento non appartiene al costume scientifico ed è per lo meno sospetto. Induce a credere che chi è attaccato e messo al bando possa avere ragione. Il gran pubblico, che è trascinato in una crociata di odio e intolleranza, non legge i libri oggetto di tanta contesa, ma si basa su un atto di fede. A seconda delle opzioni politiche presta credito agli uni piuttosto che agli altri, ma non giudica per scienza propria, come ci si aspetterebbe in una società matura e non fanatizzata o manipolata.

Personalmente ci poniamo ai margini del dibattito che seguiremo per quanto ci sarà possibile, compatibilmente con i limiti del nostro tempo e della nostra propria specializzazione scientifica. Ma già da adesso ci sembrano evidenti alcune implicazioni filosofiche. Se gli anti-revisionisti avessero loro ragione, resta da spiegare in termini filosoficamente accettabili la cosiddetta “unicità” dell’«Olocausto» o della «Shoah», secondo una terminologia chiaramente volta a fondare una nuova “religio” in un’epoca governata dalla ragione e dal sapere critico nella quale non sembrano più possibile quell’humus storico-culturale che ha visto nascere i monoteismi a tutto scapito dei polititeismi, privi oggi di sacerdoti e difensori. Che vi sia intolleranza e fanatismo religioso non pare dubbio. A chi chiede di sapere e di poter verificare meri dati storici si oppone il Dogma e dietro il dogma la prigione oltre che la perdita del lavoro e ogni emarginazione sociale comminabile: si ripete per altra via esattamente ciò che viene imputato ai presunti carnefici di una breve stagione storica sempre più lontana dalla memoria dei più.

A nostro avviso, il governo israeliano – che verso i palestinesi ha colpe di gran lunga maggiori di quanti i nazisti ne abbiano mai avute verso gli ebrei stessi – e le varie Israel lobbies collocate In America e in Europa avrebbero tutto l’interesse alle tesi sostenute dai revisionisti, e cioè sinteticamente che le camere a gas non sarebbero mai esistite con tutto ciò che questo assunto viene ad implicare. Perlomeno dovrebbero lasciar libero chi vuole indagare autonomamente presunte verità di stato. Meglio ancora se concedessero loro almeno una parte degli stessi finanziamenti che a fiumi vengono erogati per alimentare la “paccottiglia da supermercato”, di cui dicevasi sopra, a giudizio di un ebreo ostracizzato per non essersi voluto allineare sull’ortodossia sionista. Diversamente, resta da spiegare perchè mai gli Ebrei sarebbero stati fatti oggetto di tanta ostilità da volerne cancellare ogni traccia sulla faccia della terra. Poiché questo processo di avversione verso l’ebraismo si snoda lungo tutti i millenni di esistenza non già del popolo ebraico quanto di una peculiare religione o superstizione religiosa che a differenza dei vituperati culti religiosi degli antichi pone se stessa cone l’Unica religione e condanna all’infamia la restante umanità. Per giunta una religione “esclusiva” che un Dio ben strano contrae con un popolo determinato, eleggendolo a scapito di altri esseri umani.

Non costituisce una spiegazione esauriente quello che divide in mondo in “buoni”, cioè gli ebrei stessi, ed in “cattivi” tutti gli altri dalle origini della stessa umanità, ma più cattivi di tutti un altro popolo “eletto” in senso negativo, cioè i tedeschi che dovrebbero loro assommare tutte le colpe e le abiezioni di cui è mai stata capace l’umanità nella sua lunga storia conosciuta e sconosciuta. Simili spiegazioni sono per noi inaccettabili. Si pongono invece interrogativi inquietanti, alle quali può rispondere facilmente e autonomamente ogni persona che sia appena libera di poter riflettere fuori dai pregiudizi programmati e dalle pressioni subliminali dell’azione congiunta di governi, media ed eserciti militari e finanziari di occupazione. Non aggiungiamo qui altro in questa Homepage dei riedizione organica dei testi di Mattogno che ci sarà concesso di poter rieditare per i nostri tipi. La vecchia edizione non viene cancellata e ci si riserva sempre l’obiettivo di un editing in file unico, secondo il disegno originario e quando riusciremo a risolvere i problemi tecnici accennati.

Antonio Caracciolo
18 maggio 2009





Il proposito, in corso di realizzazione, di Antonio Caracciolo di tradurre il libro di Jürgen Graf “Riese auf tönernen Füssen” (Il Gigante dai piedi d'argilla) mi ha fatto nascere l'idea di redigere a mia volta, secondo una prospettiva diversa, un'analisi critica dell'opera di Raul Hilberg “La distruzione degli Ebrei d'Europa”, costantemente invocata con fede cieca, quasi novella “Biblia Sacra iuxta holocausticam versionem”, da tutti i proseliti della “Holocaustica Religio”. Un’indagine approfondita sulle fonti e sui metodi di lavoro di Hilberg mostra invece quanto storicamente inconsistente sia la nuova dogmatica olocaustica e quanto poco possa moralmente arrogarsi il diritto di lanciare scomuniche solenni e anatemi contro gli eretici “negazionisti": per questo non basta travestirsi da Angelo di Luce e chi nega la verità si sa bene chi sia. Affido questo scritto ad Antonio Caracciolo affinché lo renda accessibile nel suo “Civium Libertas” insieme a quello di J. Graf.



Carlo Mattogno.
Gennaio 2008.



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CARLO MATTOGNO

RAUL HILBERG
E I «CENTRI DI STERMINIO» NAZIONALSOCIALISTI
FONTI E METODOLOGIA




Indice
di
Carlo Mattogno:
Raul Hilberg ed i «centri di sterminio» nazionalsocialisti.
Fonti e metodologia

Introduzione

CAPITOLO I
Genesi e significato della “soluzione finale”


CAPITOLO II
Le deportazioni


CAPITOLO III

CAPITOLO IV
La deposizione di Hilberg al processo Zündel del 1985


CAPITOLO V
Hilberg e le conoscenze della storiografia olocaustica sul Führerbefehl all’inizio degli anni Ottanta. Bilancio di due convegni storici.


Conclusione

Appendice

Abbreviazioni

Bibliografia

Note

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