domenica 31 maggio 2009

C. Mattogno: R. Hilberg e i «centri di sterminio» nazionalsocialisti. – Cap I § 6: Il ”Führerbefehl” (l’ordine di sterminio di Hitler)

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Introduzione. – Capitolo I. Paragrafo: 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9. Capitolo II: § 1. - 1.1 - 1.2 - 1.3 - 1.4 - 1.5 - 1.6 - 1.7 - 2 - 3 - 3.1 - 3.1.1 - 3.1.2 - 4 - 5 - 6 - 7. Capitolo III: § 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 8.1 - 8.2 - 8.3 - 8.4 - 8.5 - 8.6 - 8.7 - 8.8 - 9 - 10. Capitolo IV: § 1 - 2 - 3. Capitolo V: § 1 - 1.1 - 1.2 - 1.3 - 2 - 2.1 - 2.2 - Conclusione - Appendice - Abbreviazioni - Bibliografia - Note.
Testo integrale - Graf -

CAPITOLO I
Genesi e significato della “soluzione finale”

6.

Il “Führerbefehl” (l’ordine di sterminio di Hitler)

Dopo questi laboriosi e inani preparativi, finalmente Hilberg giunge al fatidico “ordine di sterminio”:
«Poi, un giorno, verso la fine dell’estate, Eichmann venne convocato nell’ufficio di Heydrich, dove il capo dell’RSHA gli disse: “Esco dalla casa del Reichsführer; il Führer ha ordinato adesso lo sterminio fisico degli Ebrei (Ich komme vom Reichsführer; der Führer hat nunmehr die physische Vernichtung der Juden angeordnet)» (p. 425).
La fonte, indicata nella nota 30 a p. 851, è: Ich, Adolf Eichmann. Ein historischer Zeugenbericht. A cura del dott. Rudolf Aschenauer. Druffel-Verlag, Leoni am Starnberger See, 1980, pp. 178-179 e 229-230. Nella stessa nota Hilberg precisa:
«Nelle sue memorie, Eichmann situa il colloquio verso la fine dell’anno (zur Jahreswende 1941-1942). Durante l’interrogatorio a opera della Polizia israeliana a Gerusalemme, sostenne, cosa che è più verosimile, che l’ordine di Hitler era arrivato due o tre mesi dopo l’attacco della Germania all’Urss: Jochen von Lang, Eichmann Interrogated, New York 1983, pp. 74-75. Höss, comandante di Auschwitz, si ricorda di essere stato convocato da Himmler d’estate, a proposito dello sterminio degli Ebrei. Höss afferma anche che Eichmann si recò poco dopo ad Auschwitz: Rudolf Höss, Kommandant in Auschwitz. Munich [Monaco] 1963 (trad. it. Comandante ad Auschwitz, Einaudi, Torino 1960) [...]. La cronologia degli eventi e il contesto storico portano a credere che Hitler abbia preso la decisione prima della fine dell’estate del 1942 [recte: 1941]».
È molto singolare che una questione di importanza fondamentale come quella della decisione del presunto sterminio ebraico da parte di Hitler, in un libro di oltre 1300 pagine, venga relegata da Hilberg in una nota. Forse non voleva attrarre troppo l’attenzione su questo punto? Ne avrebbe avuto comunque tutti i motivi.

La fonte da lui citata, alle pagine indicate, dice infatti:
«Verso la fine del 1941-inizio del 1942 il capo della Polizia di sicurezza e del Servizio di sicurezza, Heydrich, mi comunicò oralmente che il Führer aveva ordinato lo sterminio fisico del nemico ebreo» [Etwa um die Jahreswende 1941/42 teilte mir der Chef des Sipo und des SD, Heydrich, mündlich mit, daß der Führer die physische Vernichtung des jüdischen Gegners befohlen habe] (68).
Nella pagina seguente viene ribadita la medesima data:
«Nel menzionato periodo tra la fine del 1941 e l’inizio del 1942 il capo della Polizia di sicurezza e del Servizio di sicurezza, Heydrich, mi comunicò, oltre all’ “ordine di sterminio fisico”... » [In der erwähnten Zeit zur Jahreswende 1941/42 teilte mir der Chef des Sipo und des SD, Heydrich, außer dem “physischen Vernichtungsbefehl”...mit...] (69).
Seguono, qualche riga dopo, le parole citate da Hilberg:
«Quando Heydrich mi disse: “Vengo dal Reichsführer; il Führer ha ormai ordinato lo sterminio fisico degli Ebrei...”» [Als Heydrich mir sagte “Ich komme vom Reichsführer; der Führer hat nunmehr die physische Vernichtung der Juden angeordnet...”] (70).
Nel secondo riferimento a questa fonte Eichmann ribadisce che «l’ordine di sterminio fisico fu dato dalla [dopo la] fine del 1941» (ab Ende 1941 die physische Vernichtung befohlen wurde)
(71).
Nel corso degli interrogatori da parte della Polizia israeliana, Eichmann dichiarò che Heydrich gli aveva trasmesso il presunto ordine di sterminio di Hitler due o tre mesi dopo l’inizio della guerra contro l’Unione Sovietica, comunque nella tarda estate (Spätsommer) del 1941 (72). Ma questa data non può essere considerata «più verosimile» dell’altra, perché è inserita in un contesto storico del tutto anacronistico. Heydrich, infatti, avrebbe ordinato a Eichmann di andare a Lublino da «Globocnigg» [Globocnik], al quale Himmler aveva già impartito «adeguate direttive» (entsprechende Weisungen), per vedere a che punto era col suo compito. Giunto a Lublino, Eichmann visitò un luogo di cui non ricordava il nome, forse Treblinka, in cui gli Ebrei venivano avvelenati (vergiftet) con i gas di scarico di un motore di sottomarino sovietico in una specie di chalet con due o tre stanze. Ciò avvenne nella tarda estate o nell’autunno del 1941 (73). Ma il primo dei «centri di sterminio» di Globocnik, Bełżec, a detta di Hilberg, fu aperto nel marzo 1942 (p. 954), sicché egli sapeva bene che non poteva essere stato visitato da Eichmann nella tarda estate o nell’autunno del 1941.

Dunque nessuna delle due date proposte da Eichmann, considerate nel contesto del suo racconto, è attendibile. Per di più, la datazione di Höss è in ulteriore contraddizione con queste due datazioni contraddittorie. Hilberg ha cercato di superare queste difficoltà confondendo a bella posta «decisione» e «ordine» di sterminio: Hitler avrebbe dunque preso la «decisione» dello sterminio prima della fine dell’estate del 1941, ma avrebbe impartito l’«ordine» relativo nella tarda estate di quell’anno. Tuttavia Höss parlò inequivocabilmente di «ordine».

Nella dichiarazione del 14 marzo 1946, egli (adottando il linguaggio dei suoi interrogatori), aveva affermato:
«Nel giugno 1941 mi fu ordinato di presentarmi da Himmler a Berlino ed egli mi disse, a senso, approssimativamente, quanto segue: “Il Führer ha ordinato la soluzione della questione ebraica in Europa” ».[Ich wurde nach Berlin im Juni 1941 zu Himmler befohlen, wo er dem Sinne nach ungefähr folgendes sagte: Der Führer hat die Lösung der Judenfrage in Europa befohlen] (74).
E nel suo affidavit del 5 aprile 1946, che Hilberg cita ripetutamente nel capitolo nono, Höss ribadì esplicitamente:
«Nel giugno 1941 ricevetti l’ordine di creare ad Auschwitz facilitazioni di sterminio» [Ich hatte den Befehl, Ausrottungserleichterungen in Auschwitz im Juni 1941 zu schaffen] (75).
Hilberg stesso lo dichiara esplicitamente a p. 1078:
«Gli ordini verbali vennero dati a tutti i gradi. Höss si vide assegnare la costruzione del suo campo di sterminio di Auschwitz, durante una conversazione con Himmler».
Per completare l’opera, Hilberg tace la dichiarazione dell’ex SS-Hauptsturmführer Dieter Wisliceny, che era stato rappresentante di Eichmann in Slovacchia, relativa a un ordine di sterminio scritto di Himmler risalente alla primavera del 1942, che Eichmann gli avrebbe mostrato in agosto (76). Già nell’udienza pomeridiana del 3 gennaio 1946 del processo di Norimberga, Wisliceny aveva precisato che questo presunto ordine di sterminio risaliva all’aprile 1942 (77). Nell’interrogatorio da parte del procuratore del Tribunale nazionale slovacco del 6 e 7 maggio 1946, Wisliceny confermò:
«Quest’ordine [di sterminio ebraico] era datato aprile 1942 e recava la firma di Himmler di proprio pugno, che conoscevo bene. Nell’ordine si diceva che gli Ebrei abili al lavoro dovevano essere provvisoriamente risparmiati dallo sterminio per essere impiegati per il lavoro nelle attività dei campi di concentramento. Questo era il contenuto dell’ordine» (78).
Nella nota 539 a p. 1074 Hilberg invoca l’ «Affidavit di Wisliceny del 29 novembre 1945. [Nazi] Conspiracy and Aggression cit., vol. VIII, p. 610». Wisliceny vi dichiarò di aver incontrato nel suo ufficio a Berlino nel luglio o agosto del 1942 Eichmann, il quale gli disse che, per ordine di Himmler, tutti gli Ebrei dovevano essere sterminati.
«Chiesi di vedere l’ordine - continua Wisliceny. Egli prese un raccoglitore dalla cassaforte e mi mostrò un documento segretissimo bordato di rosso che disponeva l’esecuzione immedita. Era indirizzato sia al Capo della Polizia di Sicurezza e del SD sia all’Ispettore dei campi di concentramento. La lettera diceva sostanzialmente quanto segue:
“Il Führer ha deciso che la soluzione finale della questione ebraica debba cominciare immediatamente. Designo il Capo della Polizia di Sicurezza e del SD e l’Ispettore dei campi di concentramento come responsabili dell’esecuzione di quest’ordine. I particolari del programma devono essere concordati dal Capo della Polizia di Sicurezza e del SD e dall’Ispettore dei campi di concentramento. Devo essere tenuto al corrente dell’esecuzione di quest’ordine”. L’ordine era firmato da Himmler e aveva la data di qualche giorno dell’aprile 1942»
(79).
Dunque Hilberg conosceva bene questa dichiarazione e la sua omissione era intenzionale.

Riassumendo, il presunto ordine di sterminio sarebbe stato promulgato in un lasso di tempo che va dal giugno 1941 all’aprile 1942!

Queste dichiarazioni contraddittorie, nell’esposizione di Hilberg, rivestono un’importanza considerevole, perché da esse egli trae e insinua surrettiziamente come un dato di fatto l’arbitraria congettura della presunta decisione di sterminio da parte di Hitler prima della fine dell’estate del 1941, e di un presunto ordine di sterminio nella tarda estate, che gli permette poi di interpretare tutti i documenti successivi in funzione dello sterminio. In ciò, come direbbe van Pelt, egli realizza una “convergenza di prove” puramente fittizia tra i documenti travisati in base al «linguaggio in codice» e quelli travisati in base alla presunta decisione di sterminio.

NOTE

(68) Ich, Adolf Eichmann. Ein historischer Zeugenbericht. A cura del dott. Rudolf Aschenauer. Druffel-Verlag, Leoni am Starnberger See, 1980, p. 177. Torna al testo.
(69) Idem, p. 178. Torna al testo.
(70) Idem. Torna al testo.
(71) Idem, p. 230. Torna al testo.
(72) State of Israel. Ministry of Justice. The Trial of Adolf Eichmann. Record of Proceedings in the District Court of Jerusalem. Gerusalemme, 1993, vol. VII, p. 169. Hilberg cita il libro Eichmann Interrogated, a cura di Jochen von Lang, New York, 1983, pp. 74-75, di cui esiste una traduzione italiana: Il verbale. La registrazione degli interrogatori a un imputato della storia: Adolf Eichmann, a cura di Jochen von Lang. Sperling & Kupfer Editori, Milano, 1982, p. 83. Torna al testo.
(73) Idem, pp. 171-174. Il verbale. La registrazione degli interrogatori a un imputato della storia: Adolf Eichmann, op. cit., pp. 84-85. Torna al testo.
(74) NO-1210. Torna al testo.
(75) PS-3868. Torna al testo.
(76) Dichiarazione di D. Wisliceny del 18 novembre 1946, in: L. Poliakov, J. Wulf (a cura di), Das dritte Reich und die Juden. Dokumente uns Aufsätze. Arani Verlag, Berlino-Grunewald, 1955, p. 94. Torna al testo.
(77) IMG, vol, IV, pp. 397-398. Torna al testo.
(78) LST, 36/48, p. 142. Torna al testo.
(79) L’affidavit è disponibile in: http://www.ess.uwe.ac.uk/genocide/Wisliceny.htm. Torna al testo.

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