mercoledì 11 giugno 2025

I Trenta Denari di Giuda.

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I TRENTA DANARI DI GIUDA.

Antigiudaismo, antisemitismo, antisionismo: 

una preordinata confusione di concetti distinti.

 

Si continua a confndere strumentalmente ed ingannevolmente fra antigiudaismo e antisemitismo. Dal nostro punto di vista non necessarimente cristiano o religioso, non importa di quale confessione, l'antigiudaismo inizia con i Trenta Danari dati a Giuda per comprare il suo tradimento.
Associazioni come l'AIPAC, per indicare la più nota che agisce in piena legalità ed alla luce del sole, continua a pagare quei Trenta Danari non solo ai parlamentari americani ma ad ogni politico, amministratore, giornalista... del cosiddetto Occidente.
Ovunque il Danaro, i Trenta Danari, possono comprare qualcosa, loro sono presenti e perseguono le loro finalità.
Il mondo dei Giusti Veri si è sempre opposto a questa prassi e da qui nasce il vero antigiudaismo, che per ciò a cui si oppone è perfettamente plausibile.

Diversa cosa è l'antisemitismo con tutt'altra origine storica. Lo Stato moderno con tutte le sue istituzioni che a noi sembrano eterne, perfette ed esportabili nasce dalla Rivoluzione francese. Fra le cose introdotte da quella Rivoluzione vi è stata anche l'equiparazione in eguale diritti di tutti gli ebrei con tutti gli altri cittadini non ebrei di nascita o giudei per religione.
Dalla crocifissione di Cristo in poi questi erano stati due mondi separati anche se comunicanti. Uno dei cardini della rivoluzione francese era stato il principio di eguaglianza, che poi significa non eguaglianza sostanziale, impossibile in natura, nella condotta morale, in politica, ma eguaglianza davanti alla legge, ed in pratica davanti ad un giudice che quella legge interpreta ed applica.

Che gli Ebrei costituiscano una cosa a parte, per giunta con la pretese di essere scelti direttamente da Dio a discapito di tutti gli altri uomini, un Dio non egualitario, ma che del privilegio e dell'arbitrio è Signore Assoluto, è cosa a tutti nota.

Fin dall'inizio vi furono cittadini che non gradirono questa equiparazione e la espressero sotto forma di antisemitismo, non diversa dall'attuale opposizione verso l'estensione della cittadinanza italianiaa tutti gli immigrati che la chiedano.

Antisemitismo non significa di per sè un male ingiusto che venga fatto agli ebrei, ma il non volerli accettare come simili ed eguali nella propria casa, non in casa loro, dove stanno tutti appartati, ma in casa propria. Questo fu all'origine nel suo concetto e nella sua prassi l'antisemitismo.

Con l'antisonismo le cose sono ancora diverse. Il sionismo è diventato un genere letterario poetico, un amore per la patria lontana e a lungo sospirata. Nella prassi storica della seconda metà del XIX secolo sionisti sono degl avventurieri, per lo più provenienti dall'antico Impero dei Kazari, che sbarcano in una Palestina che per loro era ed è una terra senza popolo che aspettava un popolo, cioè proprio loro.

I palestinesi semplicemente non esistevano e non esistono e se appaiono devono essere cancellati dalla terra in cui si trovano, che è tutta e soltanto ebraica, cosa che il mondo comprato con Trenta Danari DEVE accettare, con le buone o le cattive.

Chi governa i media, come in un gioco delle tre carte, mescola continuamente quest tre distinti concetti: antigiudaismo, antisemitismo, antisionismo: a sostenere autorevolmente questo mescolamento di carte è stato l'allora presidente Giorgio Napolitano in una visita alla Sinagoga e da allora è ripetuto dai più autorevoli politici, amministratori, giornalisti... che hanno intascato i loro Trenta Danari senza nessuna intenzione di andarsi poi ad ad impiccare come fece il Giuda pentito dei Vangeli.

In Gaza tutte queste cose sono evidenti per chi le vuol vedere e non è stato comprato con trenta Danari.

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