mercoledì 3 giugno 2009

Carlo Mattogno: Raul Hilberg e i «centri di sterminio» nazionalsocialisti. – Cap II § 1 Hilberg e gli Einsatzgruppen - 1.4: I ghetti

Homepage
Precedente - Successivo
Introduzione. – Capitolo I. Paragrafo: 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9. Capitolo II: § 1. - 1.1 - 1.2 - 1.3 - 1.4 - 1.5 - 1.6 - 1.7 - 2 - 3 - 3.1 - 3.1.1 - 3.1.2 - 4 - 5 - 6 - 7. Capitolo III: § 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 8.1 - 8.2 - 8.3 - 8.4 - 8.5 - 8.6 - 8.7 - 8.8 - 9 - 10. Capitolo IV: § 1 - 2 - 3. Capitolo V: § 1 - 1.1 - 1.2 - 1.3 - 2 - 2.1 - 2.2 - Conclusione - Appendice - Abbreviazioni - Bibliografia - Note.
Testo integrale - Graf -

CAPITOLO II
Le deportazioni

1.

Hilberg e gli Einsatzgruppen

1.4
I ghetti

Per le «unità di massacro», afferma Hilberg, «il concentramento degli Ebrei» costituiva semplicemente la «preparazione di una seconda ondata di uccisioni» (p. 364) e aggiunge:
«Poi, durante l’estate 1942, la seconda ondata di massacri si scatenò in tutta la sua potenza» (p. 383).
Egli descrive le modalità di sterminio di questa «seconda ondata» in poco più di due pagine (pp. 383-385) in cui, curiosamente, le note - tranne un documento esibito dai Sovietici a Norimberga, l’URSS-119(a) - rimandano agli affidavit:

- di Alfred Metzner, 15 ottobre 1947 (nota 402 a p. 413)
- di Hermann Friedrich Graebe, 10 novembre 1945 (nota 403 a p. 413)
- di Alfred Metzner, 18 settembre 1947 (nota 404 a p. 413)
- di Hermann Friedrich Graebe, 10 novembre 1945 (nota 406 a p. 413)
- di Alfred Metzner, 18 settembre 1947 (nota 408 a p. 413)
- di Hermann Friedrich Graebe, 10 novembre 1945 (nota 409 a p. 413)
- di Alfred Metzner, 18 settembre 1947 (nota 410 a p. 413)
- di Hermann Friedrich Graebe, 10 novembre 1945 (nota 411 a p. 413)
- di Alfred Metzner, 18 settembre 1947 (note 412, 413 e 414 a p. 413).

Hilberg riprende la testimonianza di Graebe anche successivamente, alle pagine 1123-1124.

Nel 1965 su Der Spiegel apparve un articolo sul testimone Graebe, che prima di trasferirsi negli Stati Uniti e di ottenerne la cittadinanza (1954) si chiamava Gräbe. Il suo affidavit del 10 novembre 1945 era stato ammesso dal Tribunale di Norimberga come documento PS-2992 (123). Il 23 marzo 1965 egli fu dichiarato Righteous Among the Nations presso lo Jad Washem a Gerusalemme.
«Tuttavia - rilevava Der Spiegel - questo rinomato testimone del passato tedesco evita il presente tedesco. Egli, che seppe dire tanto sui crimini violenti nazionalsocialisti, oggi non vuole più comparire dinanzi ai tribunali tedeschi senza la garanzia del salvacondotto. Ed egli ha motivo di evitare la Repubblica Federale: Il pubblico ministero Stade indaga su di lui per il sospetto di false dichiarazioni. Infatti, nel bilancio finale del passato nazionalsocialista, sono emersi gravi dubbi sull’attendibilità del testimone a carico Graebe. La Corte d’Assise di Norimberga-Fürth lo accusò nel 1963 di “false dichiarazioni” e lo ritenne sospetto di spergiuro e la Corte d’Appello regionale di Celle riconobbe parimenti lo stesso anno che Graebe era “almeno sospetto di falso giuramento colposo”» (124).
Gräbe non ritornò in Germania per chiarire la sua posizione davanti ai tribunali tedeschi.

Per essere una «preparazione di una seconda ondata di uccisioni», i ghetti russi ebbero una durata alquanto lunga. Ad esempio, riguardo a quello di Vilnius, Hilberg scrive:
«Il ghetto di Vilnius scomparve nei mesi di agosto e settembre 1943. I tedeschi inviarono la maggior parte degli abitanti in Estonia o in Lituania, dove in molti vennero ammazzati, o morirono per lo sfinimento; i sopravvissuti si ritrovarono nel campo di concentramento di Stutthof. Dei restanti, molti furono ammassati e fucilati sul posto; migliaia d’altri spediti nel campo di sterminio di Sobibór» (p. 388).
L’ultima affermazione è stupefacente: i Tedeschi, che avrebbero fucilato in Lituania 136.421 Ebrei (p. 392), invece di fucilare sul posto anche le «altre migliaia» di Ebrei del ghetto di Vilnius, li avrebbero mandati a morire a Sobibór dopo un viaggio di oltre 400 chilometri! Hilberg non adduce alcuna fonte, ma Y. Arad scrive al riguardo:
«La liquidazione del ghetto di Vilna [Vilnius] ebbe luogo il 23-24 settembre 1943. [...]. Durante la liquidazione finale, tutti gli Ebrei furono portati fuori dal ghetto in via Rossa; lì gli uomini furono separati dalle donne e dai bambini. Gli uomini e le donne che erano abili al lavoro furono selezionati e inviati in campi di concentramento, gli uomini in Estonia, le donne in Lettonia. Da 4.300 a 5.000 donne anziane e bambini furono mandate a Sobibór gli ultimi giorni del settembre 1943» (125).
Egli però non rimanda ad un documento, bensì ad un’altra sua opera del 1982 (126).

Secondo il censimento effettuato alla fine di maggio del 1942, nel ghetto di Vilnius c’erano 14.545 Ebrei, i cui nomi (insieme alla data di nascita, alla professione e all’indirizzo) sono stati pubblicati dal Museo Ebraico di Vilnius. Da quest’opera risulta che, dei 14.545 Ebrei censiti, ben 3.693 (il 25,4 % del totale) erano bambini da 15 anni in giù (127). Il numero dei bambini in funzione dell’età risulta dalla seguente tabella:

Anno di nascita EtàNumero dei bambini
192715 anni567
192814346
192913265
193012291
193111 279
193210216
1933 9226
19348195
19357227
19366229
19375182
19384188
19393181
19402117
19411172
1942pochi mesi12
Totale3.693

Tra gli Ebrei censiti c’erano inoltre 59 Ebrei da 65 anni in su. Il più vecchio era Chana Stamleriene, che era nata nel 1852 e aveva 90 anni (128).

I bambini vivevano nel ghetto con le loro famiglie. Ad esempio, la famiglia Michalowski, che abitava in Dysnos g.5-10, era composta da Nachman, nato nel 1905, Fruma, nata nel 1907, Pesia, nata nel 1928, Niusia, nata nel 1932, Sonia, nata nel 1935, Mane, nato nel 1904, Sonia, nata nel 1903, Motel, nato nel 1930 e Chana, nata nel 1933 (129). La famiglia Kacew, che abitava in Ligonines g. 11-8, era costituita da Chaim, nato nel 1909, Chava, nata nel 1921 e Sloma, nato nel 1941 (130). La famiglia Schimelevitsch, che abitava in Rudninku g. 7-2, comprendeva Abram, nato nel 1896, Chawa, nata nel 1909, Sora, nata nel 1938 e Riva, nata nel 1941 (131). La famiglia Cukerman, che abitava in Strasuno g. 12, aveva i seguenti membri: Josel, nato nel 1916, Sima, nata nel 1912, Kusia, nata nel 1932, Malka, nata nel 1934, Abram, nato nel 1904, Syfra, nata nel 1909 e Bluma, nata nel 1930 (132).

Poiché i 3.693 bambini vivevano nelle loro famiglie, è chiaro che il numero degli inabili al lavoro e dei non impiegabili (le madri che dovevano accudire i figli) era ancora più alto.

Quanto poco su questi bambini incombesse la minaccia dello sterminio, risulta dal seguente quadro relativo al ghetto di Vilnius di Abraham Foxman:
«Pochi giorni dopo la creazione del ghetto nel settembre 1941, un gruppo di insegnanti formò un “farein” (133) che poi organizzò il sistema educativo del ghetto. Nella registrazione iniziale per la scuola furono iscritti 3.000 bambini. All’inizio la frequenza scolastica era volontaria; nell’aprile 1943 divenne obbligatoria:
“La direttiva n. 3 emanata dai rappresentanti del ghetto il 28 aprile 1943 rende obbligatoria la frequenza alle scuole del ghetto. Tutti i bambini da cinque a tredici anni di età devono frequentare le scuole del ghetto che hanno un insegnamento libero… Il capoblocco sarà responsabile che tutti i bambini in età scolare frequentino la scuola”.
Durante il primo anno del ghetto furono istituite più di venti unità educative che racchiudevano più dell’80% dei bambini in età scolare del ghetto. Delle scuole furono aperte anche negli stabilimenti di Keilis e H.K.P. Nel 1942 le scuole proposero un programma estivo.
Gens (134) ricevette dai Tedeschi il permesso di recintare un’area della foresta fuori del ghetto. Gli insegnanti vi andavano quattro volte alla settimana con gruppi di 100-150 bambini. A causa di un’epidemia di scarlattina, nel 1942 le scuole aprirono tardi. In ottobre, quando riaprirono, le frequentarono 1.500-1.800 bambini. C’erano una sessantina di insegnanti che lavoravano 42 ore alla settimana; le 18 ore restanti erano dedicate al lavoro in cucina, a visitare gli studenti e i familiari nelle loro case, a riparare libri e quaderni e a tenere varie riunioni» (135).
Con riferimento allo scioglimento dei campi baltici, Hilberg afferma:
«A partire dall’agosto 1944 e fino al febbraio 1945, molte migliaia di Ebrei furono trasferiti nei campi di concentramento all’interno del Reich, e altre migliaia fucilati sul posto, alla vigilia dell’arrivo delle truppe sovietiche»(p. 391).
La fonte è il libro di Josef Tenenbaum Underground, the Story of a People, pubblicato a New York nel 1952 (nota 447 a p. 416). Circa la fucilazione sul posto di «altre migliaia» di Ebrei, egli non adduce dunque alcun documento. Quanto ai trasferiti, si sa con certezza che, dal 12 luglio al 14 ottobre 1944, giunsero a Stutthof 16 trasporti ebraici con 25.043 persone, provenienti dai campi di concentramento baltici, e precisamente 10.458 da Kowno (Kaunas) e 14.585 da Riga, come appare nella tabella che segue (136):

dataprovenienzanumero dei deportati
12.07.1944Sipo Kowno282
13.07.1944Sipo Kowno3.098
13.07.1944 Sipo Kowno233
16.07.1944Sipo Kowno1.172
17.07.1944Sipo Kowno1.208
19.07.1944Sipo Kowno1.097
19.07.1944Sipo Kowno1.072
25.07.1944Sipo Kowno182
25.07.1944Sipo Kowno1.321
4.08.1944Sipo Kowno793
9.08.1944Sipo Riga6.382
9.08.1944Sipo Riga450
23.08.1944Sipo Riga2.079
23.08.1944Sipo Riga2.329
1.10.1944Sipo Riga3.155
14.10.1944Sipo Riga190

Totale25.043

In questi trasporti, di cui si conservano liste nominative frammentarie, c’erano parecchi Ebrei lituani (ma non solo lituani) fino all’età di 15 anni che vengono indicati nelle liste suddette con la denominazione di “Knabe” (ragazzo) e di “Mädchen” (ragazza). Nel trasporto da Kaunas del 13 luglio 1944, che comprendeva 3.098 deportati, di 510 dei quali si conoscono i nomi, c’erano 80 bambini appartenenti a questa categoria. Nella lista del trasporto del 19 luglio, anch’esso proveniente da Kaunas, su 1.097 deportati – di 1.095 dei quali si conoscono i nomi – i bambini erano 88. Nella tabella che segue indico il numero dei bambini in funzione dell’età:

Età anniTrasporto del 13.7.1944Trasporto del 19.7.1944
153/
1474
13428
12813
1126
1049
9102
846
757
698
57/
483
382
21/
Totale8088


Il 26 luglio 1944 da Stutthof furono trasferiti ad Auschwitz 1.893 detenuti, in massima parte lituani, tra cui 546 “Mädchen”, 546 “Knaben” e 801 “Frauen” (donne) (137), che erano le madri dei bambini. Buona parte della lista nominativa di questo trasporto si è conservata. Sui 1.488 detenuti di cui si conoscono i dati anagrafici c’erano 850 bambini ripartiti secondo le seguenti fasce di età (138):


Anno di nascitaEtàNumero dei bambini
192915 anni31
1930 14 anni117
193113 anni146
193212 anni94
193311 anni36
193410 anni61
19359 anni26
19368 anni58
19377 anni44
19386 anni 61
19395 anni54
1940 4 anni60
19413 anni52
19422 anni8
19431 anno 2
Totale850

In tale lista erano compresi 24 degli 80 bambini presenti nel trasporto del 13 luglio e 84 degli 88 bambini del trasporto del 19 luglio elencati sopra.

Nel trasporto inviato il 10 settembre da Stutthof ad Auschwitz, la cui lista nominativa è stata in parte ricostruita in base al relativo “Einlieferungsbuch” (registro delle immatricolazioni) (139), erano presenti almeno 345 bambini e ragazzi in massima parte lituani tra i 12 e i 17 anni così ripartiti:
Anno di nascitaEtàNumero dei bambini
192717 anni (140)56
192816 anni136
192915 anni119
193014 anni26
193113 anni6
193212 anni2
Totale345


Poiché le liste dei trasporti sono frammentarie, il numero di “Knaben” e “Mädchen” trasferiti nel 1944 da Kowno e Riga è senza dubbio maggiore dei circa 1.250 documentabili.

NOTE

(123) IMG, vol. XXXI, pp. 441-450. Torna al testo.
(124) «Bewegtes Leben», in: der Spiegel, n. 53, 29 dicembre 1965, p. 26. Torna al testo.
(125) Y. Arad, Belzec, Sobibor, Treblinka. The Operation Reinhard Death Camps, op. cit., p. 137. Torna al testo.
(126) Idem, nota 13 del cap. 18 a p. 413. Torna al testo.
(127) Spiegherò sotto perché ho assunto questo limite di etc. Torna al testo.
(128) Žydų muziejus, Vilniaus getas: kalinių sąrašai, 1 tomas (Vilnius Ghetto: List of Prisoners, Volume 1), Vilnius 1996, p. 212, Nr. 163. (Testi in lituamo, russo e inglese). Torna al testo.
(129) Idem, p. 85. Torna al testo.
(130) Idem, p. 150. Torna al testo.
(131) Idem, p. 213. Torna al testo.
(132) Idem, p. 329. Torna al testo.
(133) «Unione», «associazione» (tedesco: Verein): termine jiddisch. Torna al testo.
(134) Jacob Gens, capo del Consiglio ebraico di Wilna. Torna al testo.
(135) Abraham Foxman, «Vilna – Story of a Ghetto», in: Antology of Holocaust Literature. Edited by Jacob Glatstein, Israel Knox and Samuel Margoshes. Atheneum, New York 1968, pp. 90-91. Torna al testo.
(136) AMS, I-IIB-8, p. 1. Torna al testo.
(137) Telescritto del comandante del campo di Stutthof SS-Sturmannführer Hoppe al comandante del campo di Auschwitz del 26.7.1944. AMS, I-IIC-4, S. 94. “Übernahmeverhandlung” del trasporto in data 26 e 27 luglio 1944. AMS, I-IIC-3, S. 43. Torna al testo.
(138) AMS, I-IIC-3, lista nominativa del trasporto del 26.7.1944. Torna al testo.
(139) AMS, Transportliste, microfilm 262. Torna al testo.
(140) I ragazzi di 17 anni, quando l’Einsatzgruppe A entrò in Lituania, avevano 14 anni. Torna al testo.


Nessun commento: