domenica 14 giugno 2009

Carlo Mattogno: Raul Hilberg e i «centri di sterminio» nazionalsocialisti. Fonti e metodologia. – Cap III § 5: Höss e la genesi delle “camere a gas”.

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Introduzione. – Capitolo I. Paragrafo: § 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9. Capitolo II: § 1. - 1.1 - 1.2 - 1.3 - 1.4 - 1.5 - 1.6 - 1.7 - 2 - 3 - 3.1 - 3.1.1 - 3.1.2 - 4 - 5 - 6 - 7. Capitolo III: § 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 8.1 - 8.2 - 8.3 - 8.4 - 8.5 - 8.6 - 8.7 - 8.8 - 9 - 10. Capitolo IV: § 1 - 2 - 3. Capitolo V: § 1 - 1.1 - 1.2 - 1.3 - 2 - 2.1 - 2.2 - Conclusione - Appendice - Abbreviazioni - Bibliografia - Note.
Rinvii:
Testo integrale - Graf -

CAPITOLO III
I «centri di sterminio»
5.
Höss e la genesi delle “camere a gas”

Hilberg passa poi a descrivere la genesi e lo sviluppo delle presunte installazioni di sterminio:
«Nel vecchio campo, la prima camera a gas fu creata nell’obitorio del crematorio. A Birkenau, due vecchi casolari di contadini furono rimaneggiati. Si murarono le finestre, le pareti interne furono abbattute, si costruirono porte speciali, a tenuta di gas. Una baracca vicina serviva da spogliatoio per i deportati che entravano nelle camere. Queste installazioni cominciarono a funzionare nel 1942. Himmler, il Gauleiter Bracht dell’Alta Slesia, e l’alto capo delle SS e della Polizia (Schmauser), assistettero alla prima prova. Himmler non ebbe nulla da criticare, né, però, partecipò alle conversazioni che seguirono. I cadaveri delle vittime che erano morte nei due “bunker” furono sotterrati in fosse comuni. Un sopravvissuto riferisce che, durante l’estate del 1942, i cadaveri facevano affluire “un liquido nerastro che saliva in superficie, emanava un odore pestilenziale, e contaminava l’acqua delle falde freatiche”. In ottobre, si dovettero sterrare i corpi in decomposizione, coperti di vermi, per bruciarli in altre fosse. I due casolari avevano raggiunto il limite delle loro capacità» (pp. 958-959).
Hilberg liquida in 16 righe due aspetti essenziali del presunto sterminio ad Auschwitz, ai quali ho dedicato due libri specifici che contano complessivamente oltre 450 pagine:
- Auschwitz: la prima gasazione. Edizioni di Ar, Padova, 1992, 190 pagine, e
- The Bunkers of Auschwitz. Black Propaganda versus History. Theses & Dissertations Press, Chicago, 2004, 264 pagine,
nei quali ho dimostrato che la camera mortuaria del crematoio I non fu mai impiegata come camera a gas omicida e che i cosiddetti “Bunker” di Birkenau non esistettero mai come impianti di sterminio.

Esaminiamo ora le fonti di Hilberg. Per le presunte gasazioni nel crematorio di Auschwitz egli si riferisce alle annotazioni di Höss (Kommandant in Auschwitz. Monaco, 1978, p. 159)(nota 57 a p. 1053), per quelle nei “Bunker” egli cita l’affidavit di Friedrich Entress del 14 aprile 1947, documento NO-2363 (nota 58 a p. 1053).

Si tratta di due tra svariate testimonianze, inattendibili e contraddittorie (come ho documentato nei due libri summenzionati) su queste pretese installazioni di sterminio, che sono per di più in contraddizione reciproca. Sui cosiddetti “Bunker”, il dottor Friedrich Entress, che prestò servizio ad Auschwitz come medico dall’11 dicembre 1941 al 20 ottobre 1943, dichiarò:
«Nell’estate 1942 cominciarono le prime gasazioni ad Auschwitz-Birkenau. Si trattava della gasazione di Ebrei provenienti da Polonia e Russia. […].
Come prime camere a gas furono usate due vecchie case coloniche, che furono appositamente modificate per le gasazioni. Queste misure di costruzione furono attuate dalla SS-Bauleitung. Le finestre furono murate, i tramezzi demoliti e fu installata una porta speciale che chiudeva ermeticamente il locale. La capienza era prevista per 300 persone. I detenuti si dovevano spogliare in una baracca vicina e da lì erano portati nella camera a gas» (318).
A questo riguardo, invece, Höss scrisse:
«Non saprei stabilire in quale epoca cominciò lo sterminio degli ebrei; probabilmente già nel settembre del 1941, ma forse anche solo nel gennaio del 1942» (319).
Egli precisò che il “Bunker 1” poteva contenere 800 persone (320), il “Bunker 2” 1.200 (321). Inoltre, «per la svestizione sorsero due baracche presso il I bunker e tre presso il II bunker» (322).

Perciò lo sterminio nei “Bunker” cominciò per Höss al più tardi nel gennaio 1942, per Entress nell’estate 1942; la capienza complessiva delle installazioni era di 2.000 persone per l’uno e di 600 per l’altro; le baracche spogliatoio erano in tutto cinque per il primo, due per il secondo. Si può credere seriamente che Hilberg non si sia accorto di queste contraddizioni lampanti? Aggiungo che Höss era in contraddizione anche con sé stesso, perché nella già citata dichiarazione del 14 marzo 1946, al riguardo, asserì che le vittime si spogliavano all’aperto, «dietro pareti fatte di rami secchi »(hinter aufgebauten Reisigwänden) - dunque non esistevano le cinque baracche spogliatoio - e che le vittime nude, a seconda della loro corporatura, entravano in 200-300 nei locali (323), dunque, complessivamente, in 400-600, non in 2.000.

Hilberg afferma che Himmler, il Gauleiter Bracht e l’alto capo delle SS e della Polizia Schmauser, «assistettero alla prima prova», cioè alla prima gasazione nei “Bunker”. Egli adduce come fonte un affidavit di Höss dell’11 gennaio 1947, NO-4498-B (nota 59 a p. 1053).

Questo documento, come Hilberg sapeva bene, non è in realtà un affidavit, ma un semplice estratto delle annotazioni di Höss (per l’esattezza, dello scritto «La “soluzione finale della questione ebraica” nel campo di Auschwitz); nell’edizione italiana (Comandante ad Auschwitz. Memoriale autobiografico di Rudolf Höss, op. cit.), il relativo brano si trova alle pagine 176-177, dal capoverso che comincia con le parole «In occasione di una sua visita...» al capoverso che finisce con le parole «...il più rigoroso silenzio».

Proprio per questo il documento reca l’intestazione polacca «odpis częściowy», copia parziale. Ma allora perché Hilberg non ha citato direttamente le annotazioni di Höss? Egli comunque ha frainteso il brano in questione, che comincia così:
«In occasione di una sua visita, nell’estate 1942, Himmler assistette all’intera operazione di sterminio, dal momento in cui gli ebrei venivano scaricati dal treno fino allo sgombero del bunker» (324).
Questo fraintendimento è però ingiustificato e illogico, perché, come si è visto sopra, per Höss lo sterminio nei “Bunker” cominciò al più tardi nel gennaio 1942, perciò, nell’estate di quell’anno, in nessun caso Himmler avrebbe potuto assistere alla prima prova di gasazione. D’altra parte il “Bunker 2”, secondo il Kalendarium di Auschwitz, era in funzione già dal 30 giugno, ossia da un paio di settimane (325).

Per arricchire i suoi riferimenti, Hilberg avrebbe anche potuto citare un altro passo delle annotazioni di Höss in cui si parla della visita di Himmler ad Auschwitz:
«Nel luglio del 1942, Himmler venne a visitare il campo. Gli feci percorrere in lungo e in largo il campo degli zingari, ed egli esaminò attentamente ogni cosa: le baracche d’abitazione sovraffollate, i malati colpiti da epidemie, [...]» (326).
In tal caso, però, avrebbe dovuto anche spiegare come Himmler poté ispezionare, nel luglio 1942, un settore del campo di Birkenau che fu notoriamente istituito nel marzo 1943, coll’arrivo a Birkenau dei primi trasporti di zingari.

Decisamente l’attendibilità delle dichiarazioni di Höss lascia moltissimo a desiderare!

La visita di Himmler ad Auschwitz ebbe luogo il 17 e 18 luglio 1942. In questi due giorni giunsero ad Auschwitz due trasporti ebraici dal campo olandese di Westerbork e uno dalla Slovacchia. In base al ruolino del campo, il primo trasporto arrivò non prima delle ore 20 del giorno 16 e non oltre le ore 6 del giorno 17, gli altri due non prima delle 20 del giorno 17 e non oltre le 6 del giorno 18. Secondo il diario di Himmler, egli atterrò all’aeroporto di Kattowitz alle 15,15 del giorno 17, perciò non poté vedere il primo trasporto di Ebrei olandesi, che fu presuntamente gasato prima delle 6. La sua visita ad Auschwitz si concluse alle 20 con una cena al circolo degli ufficiali. Dopo la cena, Himmler fu accompagnato a Kattowitz, dove fu ospitato per la notte dal Gauleiter Bracht. Il mattino del 18, alle 9, egli era ancora a casa di Bracht e si recò di nuovo ad Auschwitz solo dopo colazione. Perciò egli non poté vedere neppure gli altri due trasporti di Ebrei, che furono presuntamente gasati tra le 20 del giorno 17 e le 6 del giorno 18 (327).

Dunque non solo Himmler non assistette «alla prima prova» di gasazione, ma non poté assistere a nessuna presunta prova.
NOTE

(318) Affidavit di F. Entress del 14 aprile 1947 (NO-2368), pp. 3 e 4. Torna al testo.
(319) Comandante ad Auschwitz. Memoriale autobiografico di Rudolf Höss, op. cit., p. 174. Torna al testo.
(320) Idem, p. 173. Torna al testo.
(321) Idem, p. 176. Torna al testo.
(322) Idem. Torna al testo.
(323) NO-1210. Torna al testo.
(324) Comandante ad Auschwitz. Memoriale autobiografico di Rudolf Höss, op. cit., p. 176. Torna al testo.
(325) D. Czech, Kalendarium der Ereignisse im Konzentrationslager Auschwitz-Birkenau 1939-1945, op. cit., p. 239. Torna al testo.
(326) Idem, p. 108. Torna al testo.
(327) Vedi al riguardo il mio studio “Sonderbehandlung” ad Auschwitz. Genesi e significato, op. cit., «La visita di Himmler ad Auschwitz», pp. 18-29 e relative fonti. Torna al testo.



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