mercoledì 3 giugno 2009

Carlo Mattogno: Raul Hilberg e i «centri di sterminio» nazionalsocialisti. – Cap II § 1 Hilberg e gli Einsatzgruppen - 1.3: La genesi dei “Gaswagen”

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Introduzione. – Capitolo I. Paragrafo: 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9. Capitolo II: § 1. - 1.1 - 1.2 - 1.3 - 1.4 - 1.5 - 1.6 - 1.7 - 2 - 3 - 3.1 - 3.1.1 - 3.1.2 - 4 - 5 - 6 - 7. Capitolo III: § 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 8.1 - 8.2 - 8.3 - 8.4 - 8.5 - 8.6 - 8.7 - 8.8 - 9 - 10. Capitolo IV: § 1 - 2 - 3. Capitolo V: § 1 - 1.1 - 1.2 - 1.3 - 2 - 2.1 - 2.2 - Conclusione - Appendice - Abbreviazioni - Bibliografia - Note.
Testo integrale - Graf -

CAPITOLO II
Le deportazioni

1.

Hilberg e gli Einsatzgruppen

1.3
La genesi dei “Gaswagen”

Alle pp. 342-343 Hilberg si dilunga sul ben noto aneddotto della visita di Himmler a Minsk «verso il 15 agosto 1941», nel corso della quale avrebbe assistito ad una fucilazione di Ebrei. Turbato dallo spettacolo, Himmler ordinò a Nebe «di “spremersi il cervello” per trovare altri metodi di esecuzione più umani delle armi da fuoco».

Hilberg rimanda alle seguenti fonti: «Il racconto dell’ispezione di Himmler redatto da von dem Bach è stato pubblicato in “Aufbau”, New York, 23 agosto 1946, pp. 1-2. Si vedano anche le dichiarazioni di altri testimoni dell’affare Wolff, 10a Js 39/60, in particolare Z Prot II/vol II. Si può stabilire la data approssimativa a partire dal vol. I del Diario di von dem Bach, in Zentralestelle der Landesjustizverwaltungen, Ludwigsburg. Questo vol. I, versione ridotta del testo originale, era stato donato da von dem Bach agli archivi federali della RFA nel 1953. Archivi (firmati Kinder) a Zentrale Stelle, accompagnati dal testo, 18 novembre 1966» (nota 210 a p. 403).
L’SS-Obergruppenführer Erich von dem Bach-Zelewski era stato Höherer SS- und Polizeiführer presso il Gruppo di Armate del centro in Russia fino alla fine del 1942, quando divenne capo della lotta antipartigiana. Reitlinger scrive che
«i servizi resi come testimone a Norimberga e a Varsavia salvarono von dem Bach-Zelewski dall’estradizione in Russia» (116),
con la prospettiva di una condanna a morte sicura. Tra questi «servizi» c’era evidentemente anche l’aneddoto sulla visita di Himmler. Dal «Diario di von dem Bach», infatti, Hilberg può trarre soltanto la «data approssimativa» della visita di Himmler, non il relativo aneddoto. Quanto agli «altri testimoni dell’affare Wolff», essi, nel 1960, conoscevano ormai perfettamente l’aneddoto, che, tra l’altro, era già stato raccontato da Reitlinger, con riferimento alla medesima fonte addotta da Hilberg! (117)

Hilberg spiega poi:
«All’inizio, la soluzione del problema posto da Himmler fu il ricorso al camion a gas. Un veicolo apposito era già servito nel 1940 a “gassare” dei matti nella Prussia orientale e nella Pomerania, nel campo di Soldau, situato nell’ex “corridoio polacco”» (p. 343).
Qui egli rimanda come fonte non già a documenti, bensì ad opere olocaustiche: «Wilhelm, Die Truppe, cit., pp. 543-51. Requisitoria contro Wilhelm Koppe del procuratore di Bonn, 8 Js 52/60, 1964, pp. 174-89. Si veda anche Adalbert Rückerl, NS-Vernichtungslager, München 1977, pp. 258-59» (nota 211 a p. 403).

Tuttavia la prima opera citata rinvia a sua volta al racconto di Bach-Zelewski e ad altre opere olocaustiche (118) e presenta un lungo estratto dell’interrogatorio dello Höherer SS- und Polizeifüher Jeckeln dell’11 dicembre 1945 (119). Rückerl invece si limita a riferire:
«Nell’istruttoria relativa agli eventi nel campo di transito di Soldau fu reso noto da testimoni che il Sonderkommando Lange utilizzava già allora Gaswagen per l’uccisione» (120).
Hilberg dunque non adduce alcuna prova documentaria dell’impiego del presunto «camion a gas».

Egli continua così:
«Questo prototipo, realizzato secondo le direttive del servizio tecnico RSHA (II-D), e precisamente dal suo capo l’Obersturmbannführer Rauch, utilizzava bottiglie [sic] di ossido di carbonio. Nei fatti era una camera a gas viaggiante, camuffata sotto la scritta commerciale “Kaisers-Kaffee”. Ma nei territori sovietici occupati, le bottiglie si rivelarono troppo ingombranti e costose» (pp. 343-344).
Di nuovo, Hilberg rimanda ad opere olocaustiche, per l’esattezza tre, una delle quali è Nationalsozialistische Massentötungen durch Giftgas, pp. 80-86. Ma qui, all’inizio del capitolo intitolato «Uccisioni in Gaswagen dietro il fronte», si asserisce, senza alcuna prova documentaria:

«Il procedimento impiegato nell’estate del 1941 nell’azione “eutanasia” non si adattava però ai territori occupati dell’Unione Sovietica, poiché il gas in bombole metalliche era difficilmente trasportabile a grandi distanze»
(121).
Seguono alcune pagine sulla «preparazione dei camion a gas», come dice Hilberg (nota 212 a p. 403), in cui le fonti sono costituite da semplici testimonianze del dopoguerra: di Widmann, di Rauff, di Pradel, di Leidig (122).

Hilberg afferma che
«l’invenzione dell’RSHA servì dapprima in Polonia e in Serbia, e a operazioni talmente lontane che sfuggirono al controllo; poi, a partire dal dicembre 1941, vennero inviati due o tre camion a ogni Einsatzgruppe» (p. 344).
Tuttavia, secondo i rapporti degli Einsatzgruppen, che Hilberg cita a profusione, le vittime furono tutte fucilate: egli non ne adduce nessuno che menzioni uccisioni in “Gaswagen”.

Eppure, secondo l’aneddoto summenzionato, per ordine di Himmler, dopo l’agosto 1941, le esecuzioni avrebbero dovuto svolgersi con «altri metodi di esecuzione più umani delle armi da fuoco», cioè, appunto, con i “Gaswagen”.
NOTE

(116) G. Reitlinger, La soluzione finale, op. cit., nota 42 a p. 256. Torna al testo.
(117) Idem, p. 250. Torna al testo.
(118) Helmut Krausnik e Hans Heinrich Wilhelm, Die Truppe des Weltanschauungskrieges. Die Einsaztgruppen der Sicherheitspolizei und des SD 1938-1942. Deutsche Verlags-Anstalt, Stoccarda, 1981, nota 26 a p. 543 e seguenti. Torna al testo.
(119) Idem, pp. 548-552. Torna al testo.
(120) A.Rückerl, NS-Vernichtungslager im Spiegel deutscher Strafprozesse. Deutscher Taschenbuch Verlag, Monaco, 1979, p. 259. Torna al testo.
(121) Eugon Kogon, Hermann Langbein, Adalbert Rückerl e altri (a cura di), Nationalsozialistische Massentötungen durch Giftas. Eine Dokumentation. S. Fischer Verlag, Francoforte sul Meno, 1983, p. 81. Torna al testo.
(122) Idem, pp. 81-84. Torna al testo.

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