giovedì 4 giugno 2009

UNESCO: 64. Farouk Hosny preso di mira dalla Lobby

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Ormai il meccanismo è chiaro ed è stato verificato dal nostro Monitoraggio dai livelli più bassi, chiacchiere in un bar, fino ai livelli “filosofici” di Bernard-Henry Lévy. Il diverso, cioè il “non ebreo” non deve esistere. Quale migliore occasione del senso di colpa alimentato da un «Olocausto» tabuizzato. Quanto sia facile “formare” e “determinare” la cosiddetta opinione pubblica attraverso un continuo mediatico di notizie tanto più efficaci quanto più stupide e incredibili. È ben vero che i nostri cosiddetti regimi democratici consentono una minore libertà di pensiero quanto maggiori rispetto alle società politiche del passato sono essi in grado di controllare gli istituti di educazione e i canali dell’informazione. Ma non approfondiamo qui ora questa complessa questione. Questa premessa ci è servita per introdurre la scheda su Farouk Hosny e poterne così seguire in tempo reale la battuta di caccia che contro di lui ha aperto il trio Lévy-Lanzman-Wiesel, al cui nome è pure singolarmente intestata una scheda di monitoraggio.

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Sommario: 1. L’ignobile “battaglia” di Enrico. – 2. L’uso del concetto di “odio” nella propaganda della Israel lobby – 3. Dulcis in fundo: il rinforzo di madonna Fiammetta. – 4. Altri siti della Lobby dove è ripreso e continuato l’attacco a Farouk. – 5. I sedicenti “Liberali per Israele”. – 6. La grancassa di Ferrara. – 7. Continua la campagna di Giuliano. – 8. Chi è nauseabondo? –

1. L’ignobile “battaglia” di Enrico. – Di Bernard-Henry Lévy penso di poter riassumere tutta la sua dimensione e consistenza filosofica in un’immagine: quella che lo vede in divisa militare israeliana accanto ai carriarmati volti alla gloriosa impresa della mattanza di Gaza. Questo è l’uomo e filosoficamente parlando non mi occorre sapere altro. La mia di “battaglia” contro i sionisti e in difesa dei palestinesi è condotta nel nome della filosofia, delle verità, della libertà e dignità umana: Bernard-Henry Lévy non è mio compagno di lotta. Se in nome del relativismo dei valori e delle posizioni che uno ritiene di assumere si dovesse riconoscere ad Enrico una sua piena legittimità di opzione politica, allora lo stesso discorso deve valere per tutti quei pensatori, studiosi, scienziati che ancora oggi vengono criminalizzati per la loro adesione al nazismo. Ad un esame comparativo noi qui ritieniamo che sotto il profilo etico, storico e politica il sionismo sia non già una forma di nazismo ma qualcosa di ben altro e assai peggiore. È fondamentalmente sbagliato quando si connota come “nazista” lo stato di Israele e la sua politica. Basta dire “sionista” e si è detto il vero accettato come tale dai destinatari e soprattutto qualcosa di assai peggio di quanto il nazismo e il fascismo non siano mai stati. Ci occupiamo qui dunque del sionista Lévy e non consideriamo il “filosofo” Enrico, se mai ne esiste uno. Non conosce neppure quella filologia che Nietzsche riteneva essenziale nella formazione di un filosofo. Alcuni esempi: “nemico” di Israele? Esserlo è un merito o un demerito? La domanda è retorica. Scusa “inaccettabili” da chi? Da Enrico? E chi se ne impipa! Commentando mentre leggo Enrico, di cui al link, osservo le supposte “dichiarazioni anti-israeliane” non devono essere giustificate da nessuno e a nessuno, mentre per quelle “antisemite” sono ormai totalmente svuotate di senso per la loro totale distorsione semantica: significano tutto e il contrario di tutti e quindi non significano più nulla. Se l’affermazione incriminata di Hosny è che non da oggi vi sia stata una «infiltrazione degli ebrei nei mass media internazionali» la prova ne è lo stesso Enrico e fra le moltissime esistenti anche la visita – unica? – dell‘ambasciatore israeliano proprio presso la redazione del Corriere della Sera e di cui il Manifesto diede notizia. Abbiamo fretta e cerchiamo di chiudere il nostro commento ad un testo per nulla filosofico e quanto infame. Tre volte indecente per non dire di peggio e più forte; parliano di Enrico, che si dà la zappa sui piedi, manifestando la sua complicità con uno stato criminale che spara sulle insegne dell’ONU come se si trattasse del tiro al piccione. Si preoccupa il nostro Enrico di scitte sui muri, ma ignora le camicie dei suoi commilitoni con quel che vi era scritto e i graffiti che hanno lasciato sui muri sventrati di Gaza. Si veda il documentario di Furio Grimaldi e poi si rillegga l’articolo di Enrico sul Corriere nonché si guardi la sua foto in divisa israeliana. Verrebbe da chiedersi se non fosse il casa di chiamare lo stesso Enrico a qualche tribunale internazionale sui crimini di guerra a Gaza, almeno in qualità di testimone informato sui fatti. Un appello di Enrico il filosofetto alla comunità internazionale suona come un appello alla complicità internazionale nel “vero” e “unico” «Olocausto» del popolo palestinese. Che ciò sia in parte possibile proprio per quella “infiltrazione” di cui sopra è cosa che può ben giudicare chi riesce ad avere un punto di vista da terzi, diciamo un marziano appena giunto sulla Terra.

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2. L’uso del concetto di “odio” nella propaganda della Israel lobby. – Si direbbe che siano a corto di idee o abbiano esaurito tutto il repertorio possibile. Il termine “odio” è l’addebito costante che ebrei e/o sionisti rivolgono contro i loro avversari e oppositori. Voi “ci odiate” e questa è la vostra colpa, una colpa di cui dovete rispondere davanti a dio e davanti ai tribunali, non già davanti agli uomini, ma davanti a quei tribunali che noi controlliamo e finché riusciamo a controllarli. La stessa accusa di “odio” nostro verso la restante umanità e verso i palestinesi in particolare, da noi da più di un secolo martoriati e votati a Jeova quale sacrificio rituale, appunto olocausto, è invece “antisemitismo”. Sembra un gioco delle tre carte, un colossale insulto alla normale intelligenza, ma è così. Ogni tanto qualche persona che ricopre ruoli istituzionali o cariche importanti trova il coraggio di dire quello che la coscienza comune, non inquinata dalla paura o messa a tacere con la forza. Ed ecco che allora scattano operani come quello dell’ignobile trio di cui mi riesce del tutto ignoto il nome Lanzmann. Ne dovremo fare una scheda a parte. Quanto all’ONU e alle sue sezioni il discorso è presto fatto. Venuta meno la Società delle Nazioni, che fu l”istituzione creata dai vincitori della prima guerra mondiale, se ne creò una seconda con il nome di ONU dai vincitori delle Seconda Guerra Mondiale. Il suo atto più ingiusto e contrario al diritto fu la spartizione della Palestina e il riconoscimento dello stato di Israele che nacque da quello che oggi viene ritenuto un crimine da perseguire e condannare davanti a tribunali internazionali: la “pulizia etnica” che è perfettamente riconosciuta dagli stessi israeliani che però la chiamano “transfer”. Quando non ti ammazzo, ti caccio dal tuo paese, dal tuo villaggio, dalla tua casa e ringraziamo perché non ti ho subito ammazzato, ma ti lascio piano piano morire e deperire nei campi profughi. Se accetti di buon grado un’esistenza da mio sguattero, o da mio sodomizzato, allora potrai avere un poco di riguardo. Ma guai a te se non “mi ami” intensamente, con tutta l’anima, con tutto il cuore, con tutto il corpo, con tutto mil culo, ed invece mi «odi»: te la farò pagare con il “piombo fuso” a Gaza e in mancanza di piombo con le varie leggi Mancino sparse per l’Europa e sapientemente prodotte dal B’naï B’rith attraverso il sistema lobbistico. Questo all’incirca l’antefatto degli attacchi scatenati contro l’egiziano Hosny, cittadino di uno Stato che dopo la sconfitta militare è assurto al ruolo di stato fantoccio, con politici degni successori del famoso Quisling che forse rispetto alla realtà di un Abu Mazen o di un Mubarak è un uomo diffamato. Ma troveremo il tempo per uno studio. Lasciando da parte le metafore diciamo che in Egitto gran parte della popolazione e dei funzionari statali è ancora assai sensibile alla causa palestinese, mentre il governo egiziano è probabilmente prigioniero degli USA e di Israele. È un esempio istruttivo di cosa si intende per pace, processo di pace, di cosa è la pace: una condizione permanente di asservimento e umiliazione. All’incirca quello che successe in Germania con Versailles. La storia che ne seguì è troppo nota per essere qui nuovamente raccontata. Tuttavia, il parallelo serve, per constatare la grande resistenza che il mondo arabo ancora riesce a mantenere rispetto ad una prospettiva di asservimento europeo. Non si può negare che al vertice di questa piramide di oppressione si trova la Israel Lobby. L’egiziano Farouk Hosny sta dicendo ciò. Il problema non è se è vero o non vero ciò che dice: lo è indiscutibilmente. Si tratta di vedere se glielo lasceranno dire in una veste istituzionale o se potrà continuare a dirlo. Quanto all’ONU per riprendere e chiudere il discorso è da dire che subito dopo la sua istituzione, con delle notevoli oscillazioni e con l’ingresso dei sempre nuovi stati che uscivano dalla dominazione coloniale, si è dimostrato spesso autonomo rispetto ai padroni fondatori (che siedono tuttavia nel Consiglio di Sicurezza, l’organo decisionale più importante) e proprio per questo volge al declino, per essere sostituito – si dice – da una fantomatica Lega delle Democrazie, dove si puà scommettere che Israele avrà la presidenza permanente egli USA la Segreteria esecutiva.

Sto leggendo l’articolo di cui al link e che è dovuto al trio. Ebbene, per usare le loro stesse parole è del tutto “nauseabondo”. Lorsignori non si possono lamentare se si restituiscono loro gli stessi apprezzamente che rivolgono a Farouh Hiosny, ma con una importante differenza: i produttori dell’apprezzamente ne hanno pieno titolo ed esso appartiene loro interamente, mentre non riguarda per nulla Farouk, che ha soltanto avuto il coraggio che speriamo conservi di dire la verità, nient’altro che la verità, tutta la verità. E speriamo pure che mantenga i buoni propositi enunciati. O meglio che ci riesca e che non riescano a spegnerlo come tanti altri prima di lui e dopo di lui. Quanto a “cospirazionismo” è di questi giorni la scoperta di spie israeliane in Libano e relativi maneggi. Il termine non può essere più appropriato per descrivere i maneggi di una minoranza lobbistica. È storia! «Pace, dialogo e cultura»: quale? Quella della Nakba? Della pulizia etnica o transfer che si pretende di accettare come un fatto compiuto? Appunto: «pace, dialogo e cultura»! Sono degni di questa “pace, dialogo e cultura” il trio firmatario del “nauseabondo” appello con cui si tenta – vecchio metodo collaudato – di conculcare e deformare una cosiddetta “opnione pubblica” che è in realta solo una opinione “pubblicata”, appunto da Lorsignori, la “loro” opinione, e per esempio – per quel che mi riguarda – certamente non la mia, e nemmeno quella di tutte le persone che posso contattare e con il quale si possa ragionare della cosa, avendola studiata quanto necessario. Lorsignori evidente pensano che basta “aver pubblicato” perché la cosa sia fatta, sia passata, appunto grazie alle loro “infiltrazioni” e “aderenze” nei principali quotidiani europei, dove siedono in permanenza loro uomini e dove gli ambasciatori israeliani usano fare ispezioni di controllo, pardon “seminari di studio”.

«Vergogna» di chi e di cosa? Vergogna di una stampa internazionale o di una comunità internazionale che ha assistito tacendo e lasciando fare alla mattanza di Gaza? Siamo qui nel campo della più sfacciata soggettività dove si tenta di addossare ad altri ciò che riguarda innanzitutto i firmatari di tanto fango diffuso a mezzo stampa. E da chiedersi: non si vergognano? No! Costoro hanno da gran lungo lasciato dietro le loro spalle quella sensibilità morale che fa sì che ci si possa vergognare quando si fa qualcosa di moralmente riprovevole. Noi ancora possiamo fortunatamente vergognarci. Loro ne sono fisiologicamente e moralmente incapaci. Al presidente dell’Egitto, al suo capo di governo, bisognerebbe lanciare ben altro appello: che lasci entrare in Gaza dal valico di Rafaj gli aiuti umanitari che marciscono nei camion. Avendo ostacolato il tempestivo afflusso, anzi bloccando gli aiuti, il presidente cui il Trio si rivolge diventa esso stesso complice della mattanza di Gaza. È un governo asservito e contrario ai sentimenti del suo popolo. È il migliore esempio di cosa significa la pace con Israele: perdere la propria indipendenza e la propria dignità di popoli.

Tutti i Paesi che «amano la libertà e la cultura» non hanno niente a che fare con il Trio. Esilarante l’individuazione da parte del Trio degli «sbagli» che l’Unesco avrebbe commesso in passato. La classica risposta della saggezza popolare è: senti da quale pulpito arriva la predica! Ma siamo al punto di prima, appunto denunciato da Farouk Hosny: simili bestialità non apparirebbe nei maggiori quotidiani se non vi fosse quella «infiltrazione», quel totale controllo dei media, che è stato denunciato. Almeno non apparirebbero appelli così sfacciati ed inverecondi, privi di ogni più elementare senso del pudore.

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3. Dulcis in fundo: il rinforzo di madonna Fiammetta. – Su costei mi sono già pronunciato, me ne sono un’idea definitica, non ha più misteri per me: mi appare nuda come sua madre l’ha fatto. Ma non è per nulla uno spettacolo da vedere e nessuno può invidiarmi. Il problema per i “commenti” a cui la Signora invita è di non superare i limiti legali concessi. L’inconsistenza concettuale e stilistica del personaggio pur prolifico di carta stampata è di assoluta evidenza. Il dubbio è se occorra ignorarla tirando avanti o raccoglierne le provocazioni, restituendo il dovuto. Il dubbio non è stato ancora da me risolto. Leggo ora comunque e cerco di chiudere brevemente il discorso. Anche qui l’uso strumentale, idiota e sfacciato del concetto di odio. Mi chiedo chi abbia mai “amato” la stessa Fiamma e che possa o debba “amarla”. Talmente idiota l’assunto da rendere quanto mai difficile un commento razionale, argomentato. Discorso a parte quello dello Stato “ebraico” che qui vieve dato come un assioma indiscutibile. Ma per chi? Per il Trio che però si rivolgono a tutti indistintamente, compreso il sottoscritto, che appunto accogliendo l’invito di madonna Fiammetta risponde commentando. E poi magari ci criticano, dopo averci provocato a dire quel che pensiamo. Come per Hamas: votate, votate, ma badate a come votate! Il ritornello della “infiltrazione”: una verità conclamata! Madonna Fiammetta allarga a Miguel D’Escoto. Guarda caso, deve essere propio un’epidemia di “odio” per Israele. Bisogna trovare prontamente un vaccino, magari atomico. Israele ne ha i magazzini pieni: almeno 300 testate atomiche! Di che bonificare il mondo, Europa compresa. Non scherzo. Con una simile paranoia ai vertice di governo e della politica non è difficile svegliarsi male o non svegliarsi affatto una brutta mattina. Ancora gli storici non sono riusciti a darci piena ragione dell scoppio della prima guerra mondiale. I maligni sostengono che anche qui ci fu il solito zampino. Non diciamo quale.

Se ha parlare di “genocidio” commesso da Israele nei confronti dei palestinesi non è un uomo che esce dal bar, dopo aver abbondantemente bevuto, ma è il presidente dell’Assemblea generale dell’Onu l’accusa dovrebbe avere un qualche fondamento. Ma madonna Fiammetta non si pone neppure il problema. È tipico di una certa cultura, di una certa mentalità, di una certa propaganda. È da diversi anni che costori vanno spingendo per una guerra contro l’Iran e non è per niente improbabile – come dicono i commentatori – che nei prossimi giorni sia proprio Israele ad aprire le danze, dopo aver ordito tanti inganni svelati e frustrati. La guerra contro l’Iraq è soltanto un atto di un piano più generale che deve trovare il suo compimento in una riduzione alla condizione egiziana di tutti gli stati del Medio Oriente. Questo il disegno. Diventeranno come noi europei, popolati di basi americane a protezione della nostra servitù perpetua e con l’ebraismo riformato nella sua versione olocaustica come Unica Religione Ammessa.

Et de hoc satis, ma con una avvertenza finale necessaria. Ho qui raccolto solo gli “attacchi” tanto forsennati quanti spudorati proveniente da parte sionista. Ma sono ben certo che le opinioni e la recezione di quanto attribuito, certamente con deformazioni strumentali, a Farouk Hosny siano ben altre. Noi le raccoglieremo qui di seguito via via che ne verremo a conoscenza. Intanto abbiamo mandato la nostra attestazione di solidarietà direttamente all’interessato. Non sappiamo se leggerà o risponderà, ma la nostra “battaglia” prescinde da ogni intesa con lui o da qualsiasi risposta.

4. Altri siti della Lobby dove è ripreso e continuato l’attacco a Farouk. – Ne facciamo qui in un singolo paragrafo il rapido censimento con eventuali osservazioni: a) Su Focus on Israel, inserito da Emanuel Baroz, credo il 26 maggio, dove si trova l‘articolo di Enrico, che agisce dunque da caporione sionista mentre gli altri fanno da squadristi. L’articolo è quello del Corriere della Sera, che abbiamo già commentato. Leggo i commenti di tre fochisti. Gli “inviti al commento” sono chiaramente un invito alla lapidazione. È perfettamente inutile quanto ingenuo aspettarsi una discussione critica in questi luoghi ed è anche polemica improduttiva intervenirvi. Qualche volta l’ho fatto ed ho sperimentato tanto la pravità d’animo quanto la grande impreparazione dei frequentatori assatanati di simili luoghi virtuali. Non mi pento di aver fatto l’esperienza, ma è perfettamente inutile continuarla. Saprei cosa dire e cosa rispondere a costoro. Ma non ne vale la pena, così come è perfettamente inutile tentare di ragionare con i criminali in divisa militare che sono entrati in Gaza nello scorso dicembre. Con costoro l’unica relazione possibile è quella dell’inimicia permanente, beninteso nel rispetto delle leggi vigenti ma senza ipocrisie e senza nascondere la verità delle cose. Francesca vuole le “firme”. Per “esperimento” «l’ONU fa sempre più schifo…”, ma aggiungo io mai più di quente fece schifo nel momento del suo massimo asservimento, cioè quando fece passare la spartizione della Palestina e sancì la fondazione dello stato di Israele, che a tutt’oggi nei suoi sforzi propagandistici non riesce a trovare maggior titolo di legittimazione che in quell’ONU fa schifo, quando non fa comodo e quando condanna Israele, non quando ne è servo attraverso il bastone degli USA. Chiude Emanuele Baroz che parla di “formali scuse” di Farouk per aver detto di voler bruciare con le sue mani i libri israeliani che avesse trovato in una biblioteca egiziana. Naturalmente, resta da vedere cosa si può apprendere in libri israeliani che già non si possa immaginare. Ma naturalente il rogo dei libri è qui soltanto una metafora. Invece, non metaforicamente sono stati bruciati in Israele i Vangeli cristiani. Si trova qui un interessante dibattito intra moenia, entri i muri del focalare.

b) Un anello importante della catena lobbistica è l’on. Emauele Fiano, del PD, ma la cosa è del tutto trasversale: non abbiamo scampo. Nel sito personale di Fiano si ritrova il noto testo di Lèvy, ad ulteriore prova della sua funzione di volano. Di Emanuele Fiano avevo intercettato una sua dichiarazione dove si rammaricano dell’esistenza dell‘art. 21 della costituzione, che offre ancora un qualche argine di difesa nelle opinioni dove si tocca la materia sensibile di interesse della Lobby. Costoro si interessano del regime dei diritti in casa altrui, soprattutto in casa musulmana, ma fa strage dei diritti altrui nello stato in cui vivono e dove non si sa bene cosa e chi rappresentano.

5. I sedicenti “Liberali per Israele”. – Ho già espresso altrove l’intima contraddizione di concetti fra “liberalismo” e “Israele”, salvo che per liberalismo – tutto è possibile – non si voglia intendere il diritto politico, basato sulla guerra e sulla conquista, di cacciare un popolo, quello palestinese, dalle sue case, dai suoi villaggi, privandolo di vita, dignità e soprattutto di ogni libertà, in particolare il diritto di 5 milioni di profughi di ritornare ai luoghi da dove sono stati scacciati e spossessati da strani “liberali” che rivendicano a sé il “diritto al ritorno” in una terra che non è mai stata la loro. In Italia gli ebrei non sono più di 4o/45 mila, ma ognuno di loro ha già in tasca il passaporto israeliani: può andare ad insediarsi in uno degli “insediamenti illegale (per l’ONU)” in qualsiasi momento solo che lo voglia. Sono certo che fra questi aventi diritto vi sono non pochi «Liberali per Israele», che pubblicano in traduzione italiano il famigerato «Appello» (a chi?) del trio Levy/Wiesel/Lanzman, che andiamo a leggere con l’occasione. Si rivolge l’appello agli “amanti della libertà”. E qui le obiezioni sono fin troppo facili e vi è da constatare solo la faccia tosta, l’impudicizia di chi firma l’appello e pretende di avere non solo il diritto di massacrare un popolo, ma vuole persino il nostro necessario plauso, che ovviamente non avranno mai per quanto mi riguarda. Per altri non posso né parlare né decidere, ma meno che mai lo possono loro. Hanno soltanto i mezzi per fare simili appelli su Le Monde. E vi è stato chi non a torto a parlato di «infiltrazione ebraica» nei media, non da oggi. Ne parlava George Antonius nel 1938 come cosa già vecchia di almeno venti anni. Come volevasi dimostrare e come dimostani con gli appellatore con il loro sconcio Appello.

È infatti da chiedersi se l’appello è stato sottoscritto in quanto la persona contestata, la cui elezione è demandata agli stati che hanno il diritto di farlo o non farlo e quindi perfettamente in grado di valutare nel merito, sia «nemico» di qualcuno e della cultura in particolare, o in quanto sia ritenuto «nemico di Israele», anziché nemico di qualcun altro, magari dell’Iran, e se in subordine ma senza che la cosa rilevi con la carica che l’interessato andrebbe a ricoprire sia lecito essere «nemico» di qualcuno, in questo caso nemico di uno stato criminale come quello di Israele colto da sempre in flagranza continuata di reato contro i diritti umani e politici del popolo palestinese, scacciato dalle sue case e da generazioni costretto in incivili e disumani campi profughi, dove vivono in cinque milioni, e da dove non possono ritornare nel loro paese, cioè la Palestina, magari convivendo in pace ma in eguaglianza di diritti con i loro carnefici, che dovrebbero quindi cessare di vessarli ed accettare la convivenza democratica, cosa che appunto gli israliani invasori non vogliono. È da chiedersi se dei “Liberali non Impostori” non DEBBANO essere tutti nemici di un simile stato, non PER Israele, ma CONTRO Israele, nemico di ogni principio di diritto e di umanità, irretito in una religione barbara e crudele che pretende di porsi come fondamento della nostra civiltà. Altro che assenza di proselitismo! Il proselitismo lo fanno con i tanti Giorni della Memoria che impongono per legge ad ognuno di noi, mentre sono ad un soffio dall’approvare loro una legge contro la rievocazione da parte palestinesi – di quei palestinesi che non sono ancora riusciti a scacciare da Israele – della Nakba, ossia una una ben diversa Memoria, una memoria che i nostri sedicenti e lestofanti Liberali vogliono cancellare.

L’appello è intrinsecamente stupido. Se vogliono sapere cosa ha detto Farouk Hosny e come la pensa in ordine agli evocati problema, ogni persona di comun buon senso andrà a chiederlo allo stesso Farouk, non ai suoi interessati detrattori, che della diffamazione e della falsificazione hanno fatto loro professione. È principio elementare di civiltà giuridica che se si accusa qualcuno di fronte a un tribunale autorizzato a giudicare, in questo caso la cosiddetta opinione pubblica, abitualmente “manipolata” dagli appellatori che possiedono e controllano notoriamente la maggior parte dei mezzi di comunicazione, questa persona da loro accusata debba perlomeno avere diritto al contraddittorio, sempre che gli Appellatori abbiano il diritto di molestare terzi nella loro tranquilla quiete ed in questo caso di interferire con la spontanea formazione del proprio giudizio in quei soggetti, addirittura gli Stati, che hanno la facoltà di eleggere o non eleggere il candidato all’alta carica.

Le dichiarazioni di ognuno di noi, a prescindere dal merito, hanno diverso peso e senso a seconda del momento e del luogo in cui sono fatte. Nel privato delle mie mura domestiche in un mondo liberale dovrei avere il diritto di poter dire tutto quello che mi piace dire, anche le cose più insensate ed assurde, per il solo gusto di poterle dire. È altamente censorio ed illiberale vole censurare i pensieri altrui che in nessun modo possono influire sull’esercizio di funzioni che si sarà chiamati ad espletare. Farouk non andrà certamente a demolire le piramidi, o il Colosseo, non andrà a mettere i baffi alla Gioconda, non brucierà libri che non siano di sua proprietà, al pari della carta che serve per avviare il fuoco del caminetto. Fino adesso gli unici roghi di testi di cui si sia saputo, nel contesto dato, è stato fatto in Israele con i Vangeli cristiani, deliberatamente oltraggiosi in un contesto di sistemico dileggio della religione cristiane e del cattolicesimo in particolare, come abbiamo visto nelle reti televisive israeliane, a proposito della figura di Cristo e della Madonna. Per stigmatizzare il fatto non ricordo di aver letto nessun appello simile a quello del Trio Infame.

Che vogliono costoro da noi? E per noi intendo tutti coloro che vengono a qualsiasi titolo e in qualsiasi modo a conoscenza del loro infame appello. Che ci uniamo a loro? Rispondo solennemente e formalmente Io, che sono Uno Nessuno e Centomila: No! Signori voi mi fate schifo!

6. La grancassa di Ferrara. – Ci soffermiamo qui su di un punto che evidentemente sta a cuore a Giulio Meotti, un articolista specializzato nella propaganda israeliana sui media italiani. Anche lui continua nell’attacco sferrato all’egiziano Hosny. Dove trova il suo punto di attacco? Anni addietro a proposito di un fiction cinematografica Hosny avrebbe posto il suo veto in quanto per il suo contenuto la fiction avrebbe potuto portare alla “normalizzazione dei rapporti fra Egitto e Israele”. Sara stato pure così. Ma quale il crimine e quale la natura dei rapporti fra Israele e Egitto. Se si va ad approfondire la cosiddetta pace del 1979 fra Egitto e Israele si trovano non poche porcherie. Per adesso dobbiamo mantenerci sulle generali. Intanto la “pace”, mi pare di aver letto sia stata comprata con il denaro americano, significa di fatto una condizione di soggezione dell’Egitto a Israele. Non per nulla se Israele affama i palestinesi dal valico di Erez, l’Egitto fa lo stesso dal valico soggetto alla sua giurisdizione. Ne sanno qualcosa quanti nello scorso mese di marzo erano andati a portare aiuti alla popolazione di Gaza. La testimonianza che hanno portato, fra le altre cose, è la constatazione di un divorzio fra lo spirito del popolo egiziano, inclusi i funzionari governativi, di basso e medio livello, ed il governo di Mubarak, probabilmente complice nel macello di Gaza. Dilatandosi questo divorizio potrebbe portare a conseguenze non piacevoli per i sionisti di Israele e di casa nostra. Loro vorrebbero tutto il mondo arabo musulmano sotto il tallone di Israele, così come noi - felici, liberi e liberati – europei siamo dal 1945. Un Medio Oriente con Museo dell’Olocausto, quello vero dei palestinesi, eretti nel bel mezzo del deserto. La resistenza del mondo arabo dal dopoguerra ad oggi è una lezione di dignità per noi europei. Altro che “Eurabia”, come pretende un’infame propaganda israelitica! Si noti – ma non ci stancheremo di illustrare il concetto – che questo genere di propaganda, questo modo di coprire a mezzo stampa i crimini di uno stato autenticamente criminale come Israele è parte dello sterminio in atto, non da oggi, ma almeno dal 1948.

7. Continua la campagna di Giuliano. – Nulla di nuovo e noi qui registriamo un momento di Lobby, con personaggi che rivelano se stessi. Non vi è bisogno di far ricorso a nessun servizio segreto. Le notizie sono pubbliche. Si noti che nel testo di parla di campagna di “boicottaggio” contro Hosny, ribattezzato come novello Goebbels, esattamente dai nipotini brutti di Goebbels. Ma dunque un “boicottaggio” in sè in quanto tale si può fare? Ed allora perché non il BDS, cioè il boicottaggio contro Israele? Perchè questo boicottaggio in solidarietà con il popolo palestinese e per il rispetto del diritto internazionale, in particolare la sentenza sul Muro, non si potrebbe invece fare? Mah! Con costoro, per non perdere le staffe, ci vuole proprio una santa e cristiana pazienza di santi.

8. Chi è nauseabondo? – Si legge – nel Foglio di Ferrara che continua la sua campagna sionista – che questo aggettivo sarebbe stato usato da Wiesel nei confronti del candidato egiziano. Appunto per questo appartiene interamente a Wiesel. Di tutta questa storia, ormai piuttosto stucchevole, il lato più irritante è la pretesa tutta israeliana di stabilire chi può o non può essere eletto o coprire una determinata carica. E poi danno dell’antisemita a chi dice che gli ebrei, o meglio i sionisti, vogliono imporre il loro dominio mondiale.

9. Hosny più utile in Egitto che all’Unesco. – L’angelico commento cui si accede dal link non ha un suo valore intrinseco su quella che può essere la realtà dei fatti evocati, ma ha invece una rilevanza intrinseca per l’analisi dell’ideologia che lo ispira. Si comprende un avversario quando si capiscono le sue avversioni e i suoi desiderata. Se davvero Hosny è il mangiaebrei che lo si è fatto apparire, per “trombarlo” all’UNESCO grazie particolarmente al fellonesco comportamente dell’Italia di Frattini, che chiaramente non ha nulla a che fare con l’Italia nella quale ci riconosciamo, può essere utile che egli continui ad esercitare il suo ruolo in Egitto, dove non pare che rischi di essere nuovamente “trombato”. Interessante è l’ammissione angelica, evidentemente informata, che la pace cui l’Egitto si è trovato costretto fosse appunto una pace costretta, dunque non nata dalla spirito del popolo egiziano, che è sempre stato ostile ad Israele e che sembra continui ad esserlo. Dal nostro punto di vista, è un dato che fa ben sperare.

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