domenica 14 giugno 2009

Carlo Mattogno: Raul Hilberg e i «centri di sterminio» nazionalsocialisti. – Cap III § 3: Il «centro di sterminio» di Lublino-Majdanek.

Homepage
Precedente - Successivo
Introduzione. – Capitolo I. Paragrafo: § 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9. Capitolo II: § 1. - 1.1 - 1.2 - 1.3 - 1.4 - 1.5 - 1.6 - 1.7 - 2 - 3 - 3.1 - 3.1.1 - 3.1.2 - 4 - 5 - 6 - 7. Capitolo III: § 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 8.1 - 8.2 - 8.3 - 8.4 - 8.5 - 8.6 - 8.7 - 8.8 - 9 - 10. Capitolo IV: § 1 - 2 - 3. Capitolo V: § 1 - 1.1 - 1.2 - 1.3 - 2 - 2.1 - 2.2 - Conclusione - Appendice - Abbreviazioni - Bibliografia - Note.
Rinvii:
Testo integrale - Graf -

CAPITOLO III
I «centri di sterminio»
3.
Il «centro di sterminio» di Lublino-Majdanek

Indi Hilberg si occupa del campo di Lublino-Majdanek, riguardo al quale afferma:
«In settembre-ottobre 1942, furono aperte tre piccole camere a gas, poste in un edificio a forma di U. Due erano predisposte per utilizzare alternativamente il monossido di carbonio in bottiglia e l’acido cianidrico, la terza funzionava solamente con l’acido cianidrico. [...]. L’attività delle camere a gas, le quali fecero da 500 a 600 morti a settimana, per un anno, s’interruppero quando si decise di sterminare in un solo colpo tutti i detenuti ebraici [sic]. Dopo che il campo di Lublino ebbe preso il controllo amministrativo dei campi di lavoro di Trawniki e di Poniatowa, dall’inizio di novembre del 1943, si procedette a fucilazioni in massa» (pp. 955-956).
La storia delle presunte camere a gas omicide di Majdanek non ha alcun fondamento storico. Essa non è suffragata né da documenti, né da testimonianze. Anzi, documenti e testimonianze la smentiscono clamorosamente.

Il presunto «edificio a forma di U» menzionato da Hilberg non è mai esistito; c’era invece un complesso di disinfestazione costituito da due baracche collocate l’una accanto all’altra (le baracche 41 e 42, denominate Bad und Desinfektion I e II) e da una struttura in calcestruzzo situata dietro la baracca 41 che contiene due delle tre presunte camere a gas omicide menzionate da Hilberg. La terza, quella della baracca 41, non viene più considerata una camera a gas omicida (295).

Il progetto originario di questa struttura, di cui si è conservato un disegno redatto successivamente - il disegno della Bauleitung “K.G.L. Lublin. Entwesungsanlage. Bauwerk XIIA “ dell’ agosto 1942 - mostra un blocco rettangolare di m 10,76 x 8,64 x 2,45 contenente 2 camere di disinfestazione (Entlausungskammern) di m 10 x 3,75 x 2 (altezza). Dalla documentazione esistente risulta senza ombra di dubbio che si trattava di un un «impianto di disinfestazione secondo il sistema della disinfestazione con acido cianidrico» (Entwesungsanlage nach dem System der Blausäure-Entwesung) destinato allo stabilimento per il pellame e il vestiario di Lublino (für die Pelz- und Bekleidungswerkstätte Lublin) (296).

Nessun documento e nessuna testimonianza dimostrano che questo impianto fu usato a scopo omicida.

Per quanto riguarda il presunto impianto a monossido di carbonio, rilevo anzitutto che nessuno storico ufficiale ha mai spiegato per quale motivo, pur disponendo di due presunte camere a gas omicide a Zyklon B dotate di riscaldatori dell’aria, le SS del campo avrebbero diviso in due parti la camera II, adibendo solo il primo locale (di circa 17 metri quadrati) a camera a gas a monossido di carbonio e dotando la camera I, che funzionava a Zyklon B, di un impianto a monossido di carbonio: eppure nel campo di Majdanek lo Zyklon B mancò mai. Secondo la relativa documentazione – completa – dal giugno del 1942 al giugno 1944, esso ricevette complessivamente 6.961 kg di Zyklon B (297).

Ma c’è un altro argomento ben più importante: non esiste nessuna prova che le tubature installate nei due locali summenzionati servissero per l’immissione in essi di monossido di carbonio. Al riguardo non c’è nessun documento e nessuna testimonianza. L’unica “prova” è costituita da due bombole di acciaio situate in uno stanzino attiguo. Un cartello in cinque lingue avverte che «da qui veniva regolato l’afflusso del monossido di carbonio in due camere». Ma che prova c’è che le due bombole contenessero effettivamente monossido di carbonio? Nessuna. Sulle due bombole è infatti ancora leggibile la seguente incisione:
«Dr. Pater Victoria Kohlensäurefabrik Nussdorf Nr 6196 Full. 10 kg [illeggibile] und Fluid Warszawa Kohlensäure [illeggibile] Fluid Warszawa Lukowski. Pleschen 10,1 kg CO2 gepr.» (298).
Le due bombole non contenevano dunque ossido di carbonio (CO), ma anidride carbonica (CO2), che, come è noto, non è un gas tossico.

Per quanto riguarda le testimonianze, il giornalista Costantino Simonov, che visitò il campo di Majdanek subito dopo l’arrivo dei Sovietici e redasse un rapporto che fu pubblicato in forma di opuscolo nel 1944, sulla base delle testimonianze dei detenuti riferì quanto segue riguardo alla presunta camera a gas omicida a monossido di carbonio, davanti alla quale, sul pavimento, quando la ispezionò, vi erano dei barattoli di Zyklon B:
«Il contenuto dei barattoli si spargeva attraverso i tubi nella camera vicina, quand’essa era piena zeppa di gente. […]. Lo “zyclon” veniva introdotto per i tubi; l’SS che dirigeva l’operazione girava l’interruttore; la camera si illuminava e attraverso il finestrino, dal suo posto di osservazione, l’SS sorvegliava il processo d’asfissia che, stando alle diverse deposizioni, durava da 2 a 10 minuti» (299).
Dunque, alla liberazione del campo, nessun testimone sapeva nulla di gasazioni omicide mediante bombole di monossido di carbonio, mentre il procedimento di gasazione con lo Zyklon B descritto dai testimoni era inattuabile.

Sulle forniture di Zyklon B al campo di Majdanek, Hilberg fa riferimento a tre documenti pubblicati in fac-simile in un’opera polacca del 1979 e ad una testimonianza, ma poi precisa: «Il gas era comunemente usato nei campi anche per la disinfezione» (nota 44 a p. 1052), cioè per la disinfestazione: ma allora che cosa dimostrano i documenti che adduce?

Se si fosse preso la briga di visitare il campo, Hilberg avrebbe appreso che nell’archivio del locale Museo esiste una raccolta di circa sessanta documenti originali sulle forniture di Zyklon B a Majdanek a scopo di disinfestazione (300).

La storia della presunta fucilazione in massa di Ebrei del novembre 1943 di almeno 42.000 Ebrei (nota 45 a p. 1052) si basa esclusivamente su testimonianze che non sono avvalorate né da documenti né da reperti materiali, ma sono anzi dimostrabilmente false, come quella dell’ex dell’SS-Oberschaführer Erich Mussfeldt (301).

Il ricorso alla fucilazione per eliminare da 12.000 a 17.000 detenuti in un presunto «centro di sterminio» appositamente dotato di camere a gas omicide a Zyklon B è inspiegabile già per il fatto che sarebbe stato impossibile preservare il «segreto». Ancora più inspiegabile è il fatto che questa presunta fucilazione non avrebbe riguardato in modo specifico i detenuti inabili al lavoro, ma praticamente tutti, dato che nell’agosto 1943 il campo contava complessivamente circa 15.400 detenuti (302).

Mentre dunque in Galizia le forze lavorative ebraiche dovevano «essere mantenute abili al lavoro», il che comportava «alloggio, vestiario e assistenza medica adeguati», a Majdanek venivano incomprensibilmente fucilate.
NOTE

(295) Michael Shermer, Alex Grobman, Negare la storia. L’Olocausto non è mai avvenuto: chi lo dice e perché. Editori Riuniti, Roma, 2002, p. 218. Torna al testo.
(296) J. Graf, C. Mattogno,
Concentration Camp Majdanek. A Historical and Technical Study. Theses & Dissertations Press, Chicago, 2003, pp. 128-138. Torna al testo.
(297) Idem, pp. 193-208. Vedi in particolare la tavola riassuntiva a p. 204. Torna al testo.
(298) Idem, p. 145. Ispezione dell’autore sul posto e lettera di conferma della Direttrice dell’archivio del Museo di Majdanek inviata all’autore in data 30.1.1998. Torna al testo.
(299) Costantino Simonov,
Il campo dello sterminio. Mosca. Edizioni in lingue estere, 1944, p. 8. Torna al testo.
(300) J. Graf, C. Mattogno,
Concentration Camp Majdanek. A Historical and Technical Study, op. cit., pp. 193-208. Torna al testo.
(301) Idem, capitolo IX, Operation “Harvest Festival”, pp. 209-230. Torna al testo.
(302) PS-1469. Torna al testo.

Nessun commento: