domenica 14 giugno 2009

Carlo Mattogno: Raul Hilberg e i «centri di sterminio» nazionalsocialisti. Fonti e metodogia. – Cap III § 6: I crematori di Birkenau.

Homepage
Precedente - Successivo
Introduzione. – Capitolo I. Paragrafo: § 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9. Capitolo II: § 1. - 1.1 - 1.2 - 1.3 - 1.4 - 1.5 - 1.6 - 1.7 - 2 - 3 - 3.1 - 3.1.1 - 3.1.2 - 4 - 5 - 6 - 7. Capitolo III: § 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 8.1 - 8.2 - 8.3 - 8.4 - 8.5 - 8.6 - 8.7 - 8.8 - 9 - 10. Capitolo IV: § 1 - 2 - 3. Capitolo V: § 1 - 1.1 - 1.2 - 1.3 - 2 - 2.1 - 2.2 - Conclusione - Appendice - Abbreviazioni - Bibliografia - Note.
Rinvii:
Testo integrale - Graf -

CAPITOLO III
I «centri di sterminio»
6.
I crematori di Birkenau

Hilberg passa successivamente a descrivere la genesi dei crematori di Birkenau:
«Si progettarono i piani di costruzione di due unità combinate, comprendenti ognuna una camera a gas, un’anticamera e un forno» (p. 959).
Qui egli si riferisce ai crematori II e III di Birkenau, i quali però, come ho già rilevato, erano dotati ciascuno di cinque forni a tre muffole (che Hilberg, nella tabella a p. 959, chiama «crogiuoli». A quanto pare, Hilberg non conosceva neppure il termine tedesco «Muffel», muffola).
Il testo continua così:
«Per portare avanti questo progetto, la Zentralbauleitung di Auschwitz ingaggiò due imprese: l’impresa SS Deutsche Ausrüstungswerke (DAW) (Fabbriche tedesche di Armi) per la fabbricazione delle porte e finestre, e l’impresa Topf e figli, di Erfurt, che costruiva forni» (pp. 959-960).
Ovviamente i crematori di Birkenau furono costruiti anche da altre ditte ignote a Hilberg, tra le quali la Huta, Hoch- und Tiefbau Aktiengesellschaft di Kattowitz, che eseguì i lavori murari; la Industrie-Bau A.G. di Bielitz, che realizzò il tetto; la Robert Koehler Bauunternehmung di Myslowitz, che costruì i condotti del fumo e i camini, e la Vedag, Vereinigte Dachpappen-Fabriken di Breslavia che si occupò dei lavori di isolamento.

Ma ciò che più importa è che per Hilberg la Zentralbauleitung realizzò il progetto di sterminio in camere a gas. La Zentralbauleitung dipendeva dall’Amtsgruppe C (gruppo di uffici C) dell’SS-Wirtschafts-Verwaltungshauptamt (WVHA), l’Ufficio centrale economico e amministrativo delle SS, comandato dall’SS-Oberführer Hans Kammler, che era uno dei gruppi di uffici in cui si articolava il WVHA, diretto dall’SS-Gruppenführer Oswald Pohl (328). Il WVHA fu istituito il 1° febbraio 1942. Nel giugno 1941 l’allora Bauleitung di Auschwitz dipendeva dall’Amt II (ufficio II) dello Hauptamt Haushalt und Bauten (HHB), Ufficio centrale bilancio e costruzioni, che divenne successivamente l’ Amtsgruppe C del VWHA e che era parimenti guidato dall’SS-Oberführer Kammler. L’HHB era stato creato da Pohl nel 1940 (p. 944). L’SS-Brigadeführer Richard Glücks era ispettore dei campi di concentramento. All’epoca, l’Ispettorato dei Campi di concentramento dipendeva ancora dall’SS-Führungshauptamt (Ufficio Centrale della Direzione delle SS). Quando - il 1° febbraio 1942 - quest’ufficio e lo Hauptamt Haushalt und Bauten (Ufficio Centrale Bilancio e Costruzioni) si fusero nell’SS-WVHA, l’Ispettorato dei Campi di concentramento fu incorporato nell’ “Amtsgruppe D - Konzentrationslager” (Gruppo di uffici D – Campi di concentramento), di cui Glücks conservò il comando.

Dopo queste precisazioni, torniamo alla presunta convocazione di Höss da parte di Himmler. Riprendo il relativo riassunto di Hilberg:
«Durante l’estate del 1941, Höss fu convocato direttamente da Himmler (senza passare attraverso il suo superiore, Glücks) per prendere ordini» (p. 956).
Dunque Himmler, per ragioni di segretezza (329), scavalcò l’ispettore dei campi di concentramento Glücks, ma la realizzazione pratica del presunto ordine di sterminio fu affidata alla Zentralbauleitung di Auschwitz, che non poteva realizzare nulla senza l’approvazione e la conoscenza di Kammler e quindi di Glücks!
Non meno assurdamente, Höss nel corso dell’interrogatorio del 1° aprile 1946 affermò:
«Domanda - Che cosa faceste ad Auschwitz?
Höss - Mi misi immediatamente in contatto col capo di una unità di costruzioni e gli dissi che avevo bisogno di un grande crematorio. Gli dissi che stavamo per ricevere un gran numero di malati, ma non gli rivelai la mia vera ragione.
D. - E poi?
Höss - E dopo che completammo i nostri piani, li mandai al Reichsführer. Dopo averli modificati in accordo con lo scopo reale delle sue istruzioni, essi furono approvati» (330).
Così l’SS-Sturmbannführer Karl Bischoff, capo della Zentralbauleitung di Auschwitz, avrebbe costruito camere a gas omicide nei crematori senza saperlo!

Per di più, come abbiamo visto sopra, il presunto ordine di sterminio di Himmler dell’aprile 1942 era esplicitamente indirizzato, oltre che a Heydrich, all’«Ispettore dei campi di concentramento», cioè a Glücks, il superiore verso il quale Höss avrebbe dovuto «mantenere il più assoluto silenzio» sul presunto ordine di Himmler!

Di tutta questa congerie di contraddizioni a Hilberg non interessa nulla. Egli non le considera affatto.

Continuando la descrizione dei presunti impianti di sterminio, Hilberg afferma:
«Altre due unità furono costruite, per ragioni economiche, con due forni ognuna e una camera a gas chiamata Badeanstalt (bagno-doccia). [...]. I Badeanstalten erano più piccoli» (p. 960).
La fonte è un «memorandum della Zentralbauleitung Auschwitz del 21 agosto 1941, nel rapporto della Commissione Sovietica, Urss-8» e l’articolo di Jan Sehn Concentration and extermination camp at Oświęcim (Auschwitz-Birkenau) pubblicato nel volume edito dalla Commissione centrale di indagine dei crimini tedeschi in Polonia nel 1946 a Varsavia (nota 63 a p. 1053).

Il rapporto sovietico si limita a citare il relativo brano del documento in questione, Jan Sehn invece lo interpreta:
«Nei crematori IV e V furono costruite delle camere [a gas] in superficie, ognuna con un’area di 580 metri quadrati, che furono chiamate ufficialmente Badenanstalt für Sonderaktion (Bagno (331) per azioni speciali)(Aktenvermerk [nota per gli atti] del 21 agosto 1942, n. 12115/42)» (332).
Il 19 agosto 1942 l’ingegnere capo della ditta Topf Kurt Prüfer ebbe un incontro con l’ SS-Untersturmführer Fritz Ertl, all’epoca capo della Abteilung Hochbau della Zentralbauleitung, riguardo all’«ampliamento degli impianti di cremazione nel campo per prigionieri di guerra». Il 21 agosto Ertl redasse una nota per gli atti nella quale riferì i risultati dell’incontro. In questa nota si parla appunto di «Badeanstalten für Sonderaktionen» (stabilimenti di bagni per azioni speciali). Questi impianti non avevano in realtà nulla a che vedere con i futuri crematori IV e V, di cui esisteva già una pianta con un forno a otto muffole datata 14 agosto 1942, la pianta 1678 dell’«Impianto di cremazione nel campo per prigionieri di guerra» (Einäscherungsanlage im K.G.L.). Essi si riferivano infatti ad una struttura igienico-sanitaria di emergenza che non fu mai costruita (333).

Hilberg scrive ancora:
«Mentre la direzione di Auschwitz stava lavorando senza sosta per finire le quattro unità combinate, il capo del WVHA-D (Glücks) fece un giro d’ispezione nel campo di concentramento e notò che i posti scelti per gli “edifici speciali” (i forni crematori), non erano collocati nella migliore delle posizioni. Sperava che le “costruzioni speciali” di questo tipo in futuro sarebbero state edificate in un posto dove non fosse possibile a “chiunque” di “vederle”. Dopo aver riflettuto, Höss ordinò che una “cintura verde” di alberi fosse piantata intorno ai forni [crematori] I e II [II e III] »(pp. 960-961).
La visita di Glücks ad Auschwitz avvenne il 7 gennaio 1942 (334). La sua lettera sulle «costruzioni speciali», diretta ai comandanti dei campi di Sachsenhausen, Dachau, Neuengamme ed Auschwitz, era datata 15 giugno 1943 (nota 68 a p. 1053). Infine l’ordine di Höss risaliva al 6 novembre 1943 (nota 69 a p. 1053).

Perciò Glücks avrebbe impiegato cinque mesi per diramare la sua lettera e Höss altri cinque mesi per applicarne le disposizioni! È evidente che tra la visita di Glücks ad Auschwitz e le disposizioni contenute nei due documenti summenzionati non c’era alcun nesso causale. Del resto le «costruzioni speciali» erano non soltanto i crematori, ma anche i bordelli (335), come del resto Hilberg stesso dichiara a p. 1026 (336).

Al processo Zündel, Hilberg, per avvalorare la tesi della realtà della presunta camera a gas omicida del crematorio I, affermò: «Ho studiato i documenti»(I have studied the documents), poi aggiunse:
«Inclusi quelli relativi alla costruzione e così, molti anni prima che mettessi piede ad Auschwitz, sapevo che ad Auschwitz c’era una camera a gas nella prima parte vecchia del campo [cioè in Auschwitz I] che era in uso prima dell’installazione di camere a gas supplementari ad Auschwitz 2, conosciuto come Birkenau».
Infine Hilberg precisò:
«Nel 1942, e ora parlo sulla base di documenti, non di osservazioni, furono installate due camere a gas» (337).
Qui egli si riferiva ai cosiddetti “Bunker” di Birkenau. In realtà non esiste alcun documento né sulla presunta camera a gas del crematorio I , né sui presunti “Bunker”, e Hilberg lo sapeva bene, tanto bene che nell’edizione definitiva della sua opera non menzionò al riguardo alcun documento.

Si trattava dunque di uno spergiuro.
NOTE

(328) Hilberg espone la struttura di questa istituzione alle pp. 946-947. Torna al testo.
(329) Himmler avrebbe infatti ordinato a Höss quanto segue: «Lei ha il dovere di mantenere il più assoluto silenzio riguardo a quest’ordine, anche con i Suoi superiori». Comandante ad Auschwitz. Memoriale autobiografico di Rudolf Höss, op. cit., p. 171. Torna al testo.
(330) «Testimony of Rudolf Hoess taken at Nuremberg Germany, on 1 April, 1946, 1430 to 1730 by Mr. Sender Jaari and Lt. Whitney Harris», in: John Mendelsohn e Donald S. Detwiler (a cura di), The Holocaust: Selected Documents in Eighteen Volumes. Garland, New York e Londra, 1982, vol. 12, p. 26. Torna al testo.
(331) Il testo inglese dice «baths», al plurale, ma «Badenanstalt» è singolare. Torna al testo.
(332) J. Sehn, Concentration and extermination camp at Oświęcim (Auschwitz-Birkenau), op. cit., p. 84. Torna al testo.
(333) Vedi al riguardo il mio studio “Sonderbehandlung” ad Auschwitz. Genesi e significato, op. cit., «Le “Badenanstalten für Sonderaktionen», pp. 87-95 e relative fonti. Torna al testo.
(334) D. Czech, Kalendarium der Ereignisse im Konzentrationslager Auschwitz-Birkenau 1939-1945, op. cit., p. 380. Torna al testo.
(335) Vedi paragrafo 8.1. Torna al testo.
(336) Vedi paragrafo 8.6. Torna al testo.
(337) In the District Court of Ontario. Between: Her majesty the Queen and Ernst Zündel. Before: The Honourable Judge H.R. Locke and Jury, vol. IV, pp. 775-776. Torna al testo.

Nessun commento: