domenica 5 luglio 2009

Alan Dershowitz al microscopio: 12. Cosa vi è dietro agli attacchi a Carter.

Home 1 - 2
Vers. 1.0 / 4.7.09
Precedente - Successivo
Registrazione sonora qui commentata: Antefatto ovvero Il “Demolitore” che demolisce se stesso. – 1. È venuto a Roma per insultare il papa. – 2. Il processo alle intenzioni degli altri. – 3. L’ospite non è di nessun riguardo ed ha già rotto le scatole. – 4. Prima di cominciare: “demonizzazione, critica e delegittimazione di Israele”. – 5. Il Lobbista venuto dall’America per sedere “in conclave” con i Cardinali riuniti in Vaticano. – 6. Anche Yakov Rabkin è un accademico “fallito” e imboscatosi in un’università di quarta categoria? – 7. «Ebreo», «sionista» o «lobbista»? Cosa è propriamente questo «ospite», introdotto in Vaticano e alla Camera? – 8. Dopo gli insulti e le contumelie, la parola ai derisi e diffamati: a. Intervista al cardinale Rodriguez. – 9. Gli altri genocidi nel mondo come “manovra diversiva” per far distogliere lo sguardo dal genocidio dei “cananei”. – 10. Hamas, Iran: un male assoluto o un postulato retorico e propagandisto, parola d’ordine per lo squadrone mediatico? – 11. Ma l’«ospite americano» i libri di cui parla li legge o li travisa soltanto? – 12. Cosa vi è dietro agli attacchi a Carter. –

12. Cosa vi è dietro agli attacchi a Carter. – In attesa che le carte del “Processo” giungano alla Libreria alla quale li ho ordinati preparo intanto le mie carte parocessuali, costituite soprattutto dal libro che Dershowitz ha la pretesa di poter “demolire”, secondo un espressione che ho sentito dalla viva bocca del giornalista tutto loro che è Maurizio Molinari. La strategia mediatico-editoriale sembra chiara. Il libro fatto circolare ad una fascia ristretta di promotori circola già dal 4 maggio, cioè ben due mesi prima che ne possano disporre dei comuni lettori che potrebbero essere loro demolitori di Dershowitz, cosa che non è per nulla difficile se la registrazione che abbiamo più volte ascoltata corrisponde al contenuto del libro. A quel che si sente dalla registrazione lo stesso libro di Dershowitz veniva presentato il giorno dopo alla Camera. Quale sia il livello medio di cultura dei nostri parlamentari lo sappiamo bene. E già tanto se leggono i giornali e non vanno oltre dalla lettura dei giornali. Me lo stavo dicendo proprio l’altro ieri all’Auditorium, dove uno dei relatori al convegno rivelava tutta la sua cultura sul tema della persona citando due giornalisti, di cui aveva letto i relativi articoli. Non vanno oltre. Che vadano a leggere libri di 1200 pagine come quello di Robert Fisk, o altri ponderosi, non è cosa per le loro teste. Ma perché dico questo? Perché rientra nel discorso. Nessuno leggerà né il libro di Dershowitz ed ancor meno avrà letto il libro di Mearsheimer e Walt, per non dire quello di Blanrue, ed altri ancora. Tutti invece leggerano articoli di un Molinari o di una Alessandra, i quali scriveranno che Dershowitz ha “demolito” non solo Mearheimer e Walt, ma Carter, Seid, Chomsky, Pappe, Finkelstein. Non hanno mai letto o non leggeranno mai un libro di questi autori – piuttosto difficile e impegnativi – ma si piccheranno di aver letto ciò che un qualsiasi giornlista prezzolato e foraggiato avrà scritto sull’eccellenza del «Processo ai nemici d’Israele», un libro già dal titolo decisamente idiota che nessuna persona seria avrebbe mai utilizzato. Ma se Dershowitz vuol proprio processare qualcuno, allora gli imputati ed i loro difensori hanno ogni titolo alla difesa e con minori “peli sulla lingua” di quanto non ne abbia lo stesso Dershowitz, elogiato dal suo ospite.

Torna a tutta onestà intellettuale dei due politologi Mearsheimer e Walt aver riconosciuto che mai avrebbero potuto scrivere il loro libro se Jimmy Carter non li avesse preceduti sul piano politico. Questo riconoscimento è implicito in questo brano che riportiamo dalla prime pagine introduttive:
«Nel corso del 2006, è diventato sempre più evidente come il dibattito su Israele e la politica estera americana in Medio Oriente stesse cambiando e come, in una certa misura, fosse diventato più facile discutere del ruolo della lobby nella definizione della politica statunitense nell’area. Naturalmente, il merito di tale cambiamento non è nostro dal momento che la consapevolezza delle attività della lobby e dei relativi effetti si è accresciuta anche a causa della disastrosa invasione israeliana del Libano meridionale, nell’estate di quell’anno, dell’inarrestabile disfatta in Iraq, degli attacchi personali indirizzati contro l’ex presidente Jimmy Carter a seguito della pubblicazione del suo libro Palestine: Peace not Apartheid, degli incessanti duelli verbali fra Stati Uniti e Iran, e dei notevoli, ancorché infruttuosi, sforzi per ridurre al silenzio o infangare chiunque osasse criticare la lobby. Sempre più persone sembravano convincersi che questo argomento avesse bisogno di essere portato alla luce; e un numero crescente di esse erano determinate a far sentire la propria voce».
Mearheimer e Walt,
La Israel lobby e la politica estera americana, cit,, 5-6

Va considerato che il libro di Mearheimer e Walt che si è tentato di ostacolare in ogni modo ha avuto un numero incredibile di traduzione. Ho seguito dall’inizio la diffusione stravolgente del libro. Poi non ho più seguito. Forse è calata l’attenzione. Ma il libro è stato però recepito ampiamente da tutti quanti avrebbero potuto leggerlo. Io stesso non faccio che emulare sulla rete, in questo blog, il lavoro avviato dai due politologi. Ma lo stesso libro di Blanrue è uno studio della Israel lobby in Francia. Una tempestiva traduzione di Blanrue è già apparsa in lingua spagnola. Insomma, il libro recepito e ci si muove verso l’analisi e l’acquisizione di nuove conoscenze in relazione alle situazioni nazionali. Alano è sceso in Europa, in Italia, per contrastare questo processo di conoscenza e per tentare di annebbiare le mente. Senza voler essere polemico ed oltraggioso, dico che raramente mi è capitato di sentire tante enormità che si confutano l’altra, per loro stesse contraddizioni, quanto quelle ascoltate e riascoltate in un’ora e mezzo di registrazione. Se questo è il gigante sionista, non abbiamo di che aver soggezione. Da notare la ributtante professione di “amicizia” che Alan fa verso Carter. Un amico non avrebbe potuto essere più perfido e velenoso, oltre che strafottente. Ma a rimetterci è però lo stesso Dershowitz, e non Carter che ne esce limpido e adamantino.

Per comodità dei miei Lettori riporti i brani di Mearheimer e Walt dove si parla di Carter, brani che vado tutti acquisendendo tramite OCR, in modo da avere subito rapide citazioni testuali, che mi serviranno a confutare le castronerie diffamatorei di Dershowitz:

1.
Guai a chi osa criticare la gestione israeliana della questione palestinese
Le attività della lobby possono essere evidenziate anche dalla piega assunta dalla politica estera degli Stati Uniti nei confronti dell’Iran e della Siria, e dai duri attacchi contro l’ex presidente Jimmy Carter, lo storico Tommy Judt e molti altri eminenti personaggi che hanno osato criticare la gestione israeliana della questione palestinese.
(op. cit., 7)
Dello storico Tommy Judt ho letto il ponderoso volume sul dopoguerra europeo. Dissento con lui profondamente, quando in un capitolo conclusivo, propone Auschwitz come fondamento della nuova identità europea. Non ho potuto però rintracciare i testi cui alludono i due autori. Quanto all’Iran, la nuova mania, non è difficile capire la nuova fregola di guerra, la stessa che ha preceduto, accompagnato, seguito la guerra illegale di distruzione dell’Iran. Nella registrazione ad un certo punto Dershowitz parla di archeologia biblica. Ogni persona di cultura classica, ogni persona che in Italia sia uscita dal liceo classico, può fondatamente imputare – visto che siamo in vena di processi – alla Israel lobby anche la distruzione del patrimonio archeologico e storico babilonese e iracheno. Ma nella Bibbia, in un famoso Salmo, non si dice che i bambini dei babilonesi dovevano essere sbattuti al muro? E che importa a costoro di un patrimonio culturale che non sia quello talmudico?

2.
Come agisce la lobby: un’oscena campagna di diffamazione contro Carter.

…L’appoggio generoso e incondizionato a Israele viene raramente messo in discussione perché i componenti della lobby usano il proprio potere per assicurarsi che il dibattito pubblico riporti le opportune argomentazioni morali e strategiche a sostegno dell’attuale rapporto privilegiato.

La reazione alla pubblicazione del già citato libro dell’ex presidente Jimmy Carter sulla Palestina illustra perfettamente questo fenomeno. Quello di Carter è un appello personale al rinnovamento dell’impegno degli Stati Uniti nel processo di pace, fondato in massima parte sulla considerevole esperienza maturata al riguardo negli ultimi trent’anni. E possibile, in tutta ragionevolezza, mettere in discussione le prove che Carter adduce, o criticare le conclusioni a cui giunge, ma va comunque riconosciuto che il suo obiettivo è la pace fra i due popoli, e l’assenza di ogni ambiguità nel difendere il diritto di Israele a vivere nella pace e nella sicurezza. Eppure, l’aver tratteggiato un’analogia fra le politiche israeliane nei territori occupati e il regime di apartheid del Sudafrica, e l’aver affermato pubblicamente che i gruppi filoisraeliani rendono difficile ai leader statunitensi premere su Israele per ottenere la pace nella regione, ha indotto alcuni di questi gruppi a intraprendere un’ oscena campagna di diffamazione nei confronti dell’ex presidente. Carter non è stato solo accusato pubblicamente di essere antisemita e «accecato dall’odio per gli ebrei», ma alcuni gli hanno addirittura attribuito simpatie per i nazisti, 1o La lobby cerca di mantenere l’attuale relazione privilegiata, ma le sue argomentazioni ‘strategiche e morali sono inconsistenti; per cui non le resta che cercare di soffocare o marginalizzare qualsiasi dibattito.
(op. cit., 18-19)

Le parole di Mearheimer e Walt sono limpide. L’oscenità trasuda da ogni parola che si può ascoltare in registrazione. Si noti nella registrazione la sguaitaggine compiaciuta per il fatto che Carter non sia stato invitato dal partito democratico americano a tenere un intervento, o il compito affidatogli, ma con preventiva ingratitudine, a darsi da fare per liberare il soldatino Shalit, i cui meriti storici ed umani sono imperscutabili. Nel filmato su Rachael Connie si nota anche un giovane coetaneo del soldatino Shalit alla guida del Bulldozer che ha ucciso Rachael. Un giovane, forse perchè è giovane, è capace di maggiore efferatezze di una persona matura. Mah! Misteri della propaganda e della ottusità mediatica alla quale ci si vuol costringere. Che gli intenti diffamatori verso Carter siano tali da offendere ogni americano che non sia ebraicizzato o sionistizzato o lobbizzato, è cosa che va da sè e rientra nello studio della sociologia politica americana, che non è qui nostro compito.

3.

Nessun commento: