sabato 25 luglio 2009

Inchieste: 22. A cura di Giulietto Chiesa: «Zero. Perché la versione ufficiale sull’11/9 è un falso» (2007).

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Il libro merita l’etichetta “fresco di stampa” anche se è uscito nel 2007. La sua prima edizione è dell’ottobre e la terza pure dello stesso mese. Al libro è annesso un DVD di cui vi è stata una nuova presentazione in Roma pochi mesi addietro alla presenza di Griffin, venuto per l’occasione. Iniziative sono in corso ed il movimento per la verità è in pieno fermento. Io faccio fatica a seguirne l’evoluzione e gli episodi. Sono intervenuto alla presentazione romana con una domanda semplice rivolta a Giulietto Chiesa. A fronte di chi va insinuando i peggiori sospetti, la posizione di Chiesa più volte ribadita è la seguente: noi la verità su ciò che è successo l’11 settembre non la conosciamo. Sappiame però che quanto voi ci raccontate è falso. Noi vogliamo sapere la verità, nient’altro che la verità. La mia domanda/obiezione a Chiesa è stata la seguente: ma se i responsabili dell’occultamento della verità sono gli stessi manipolatori della verità, noi da costoro la verità non la sapremo mai ed è ingenuo ed illusorio aspettarsi proprio da loro quella verità che andiamo cercando.

Giulietto Chiesa ha risposto alla mia garbata domanda con un sorriso, ma a rispondere dal pubblico è stato invece uno degli autori del volume. Non ne ricordo il nome. Con grande ricchezza di dettagli, quasi una relazione, ha risposto che loro (ma noi) in realtà sanno più di quel che non lasciano intendere. La forma interlocutoria ha in sé implicita la risposta. Personalmente, e sottolineo personalemente, non ho nessuna remora a concepire i governi capaci di ogni cosa. Non lo so, ma non ho remore nel pensare che Bush stesso, magari in combutta con Israele, abbia concepito, pianificato e attuato la strage dell’11 settembre per rendere possibile la svolta in politica interna ed estera che vi è poi stata effettivamente. Ne sono talmente persuaso che non mi appassiona per nulla seguire il lavoro minuzioso e diligentissimo che i vari comitati sulla verità per l’11 settembre vanno portando avanti. Non ne sminuisco il lavoro che giudico prezioso e necessario. Non essendo ingegnere, fisico, vigile del fuoco, aviatore, etc., non ritengo di addentrami in un dominio tecnico che non è il mio. Ma se non è il mio ambito, non lo è certamente neppure quello degli Altissimi che si propongono come confutatori dei “complottisti”.

Già! Sarebbero “complottisti”, per costoro, quanti pongono in dubbio la verità ufficiale e sospettano “complotti”. La loro religione, espressamente dichiarata, è che invece si deve credere alle versioni ufficiali in quanto voce della verità, anzi la Verità stessa. È davvero un modo curioso da pensare. Costoro vanno a caccia di “perle complottiste”. Sono talmente bravi nel ricercare perle che ne hanno trovata che mi riguarda, per la quale potrei sporgere querela se avessi voglia di queste cose. Mi hanno attribuito una identità non mia e quindi testi non miei di cui non solo ignoro ogni cosa, ma non ho neppure il tempo e la voglia di andare a vedere di cosa si tratti. Magari potrebbero essere anche interessanti, pur non essendo miei.

Di fronte a chi ritiene accettabile il “costo” di mezzo milioni di bambini iracheni morti come conseguenza delle sanzioni Usa, o di fronte agli immani disastri materiali e umani della sola guerra irachena, che sarebbero mai le vite di poche migliaia di formiche americane, buone a pagare le tasse ed autorizzare formalmente le guerre americane nel mondo? Il cinismo e l’assenza di ogni scrupolo da parte delle cosiddette democrazie abbiamo tutti potuto constatarlo di fronte all’evidenza dei falsi armamenti di Saddam. Nessun governante mentitore, scoperto nella sua menzogna, si è stracciato le vesti. Non si è impiccato. Hanno detto che andava bene lo stesso. E noi dovremmo credere alle loro versioni ufficiali? Ci credano, se vogliono, i loro manutengoli. Ma a noi lascino la nostra libertà morale di credere o non credere.


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