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Di tutti i personaggi storici dev XX secolo la figura di Adolf Hitler (1889-1945) è stata certamente la più demonizzata dalla fine della seconda guerra mondiale fino ai nostri giorni. Nella polemica politica il peggiore insulto che si possa dare ad un avversario che si voglia diffamare è assimilarlo ad Hitler. Da una simile accusa il malcapitato deve poi faticare non poco a rigettarla, protestando tutti i propri titoli di legittimità democratica e morale. L’onta che viene lanciata e la stessa onta che tocca schivare merita quasi una rappresentazione teatrale, magare nel teatro napoletano di Pulcinella. Ma cosa ha fatto di tanto male Adolf Hitler per meritare una simile insuperata esecrazione? Immancabilmente occorre andare ad Auschwitz, alla Shoa, alla mitologia olocaustica che come capita spesso di leggere nei testi da noi monitorati è diventata il principale fondamento di legittimità dello Stato di Israele, esso stesso fondato sul genocidio dei palestinesi, ovvero sulla “pulizia etnica” particolarmente del 1948, e per comprensibili motivi la principale fonte di demonizzazione di Hitler e del nazismo. Su indicazione delle ambasciate israeliane in Europa vengono fatte circolare foto e documentari delle visite diplomatiche che il mufti di Gerusalemme faceva in Europa, e dunque in Germania, per patrocinare la causa del suo sventurato popolo di cui i sionisti avevano già decretato la sorte fin dal 1882, ben prima che Hitler nascesse e insediando in Palestina le prime colonie, che alteravano gravemente quella che era stata la precedente, limitatissima, presenza ebraica, come ben racconta e svela Rabkin nel suo volume sulla storia dell’opposizione giudaica al sionimo.
Ma come stanno esattamente le cose fra Hitler ed il preteso sterminio su suo preciso “ordine”? Giunto quanto mai opportuno un apposito volume di Carlo Mattogno, dove è ricostruita puntigiosamente e implacabilmente la storia dei documenti al riguardo.
(segue)
Ma come stanno esattamente le cose fra Hitler ed il preteso sterminio su suo preciso “ordine”? Giunto quanto mai opportuno un apposito volume di Carlo Mattogno, dove è ricostruita puntigiosamente e implacabilmente la storia dei documenti al riguardo.
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