Precedente/Seguente
A Montréal, quando vi fu un’enorme manifestazione a sostegno della proclamazione dello stato di Israele, trovarono modo di esprimersi alcuni ebrei haredi che brandivano i loro cartelli, di cui uno particolarmente significativo diceva: «Sionismo è il contrario di giudaismo». Orbene, poco vale qui obiettare che si trattava solo di “alcuni” ebrei dissidenti a fronte di una «enorme» manifestazione di sostegno, come riporta lo stesso Rabkin (op. cit., 9). Ciò che a noi qui interessa rilevare è la netta e crescente divaricazione fra un movimento nazionalistico, e razzista, da quella che è, – secondo “alcuni” haredi allora presenti ai margini della manifestazione – la vera tradizione dottrinale giudaica. Si vanno cioè sviluppando e divaricando nel tempo due cose diverse. Tuttavia, per quanto indebito, l’appello del sionismo all’ebraismo, cioè la pretesa del sionismo di essere l’ebraismo, tutto l’ebraismo, la sola voce dell’ebraismo, pone problemi delicati non sempre presenti e chiari sia ai critici del giudaismo che del sionismo. La distinzione è però necessaria. In altri termini, se gli ebrei haredi hanno ragione, come noi crediamo seguendo Rabkin, allora vuol dire che noi dovremmo abituarci a considerare il sionismo per quello che effettivamente è: l’ultima guerra coloniale di conquista, come Robert Fisk sottolinea e ripete spesso.
Noi comuni cittadini siamo stati più volte ingannati e continuiamo ad essere ingannati dai nostri politici e dalle Israel lobbies che hanno preso il sopravvento all’interno dei nostri stati. È come se, montati su un carro con armi e masserizie, i transfughi dalla Russia e dai paesi dell’Europa orientale si fossero lanciati alla conquista non dell’Ovest americano, popolato da indiani con licenza di poter sterminare, ma alla conquista dell’Oriente a noi vicino, dove la popolazione da sterminare è costituita da arabi, che ci si vuole presentare come barbari e incivili. Qui l’ebraismo vittimizzato dalla discriminazione e persecuzione nazista degli anni Trenta non c’entra proprio nulla ed i coloni russi non hanno nessun titolo per richiamarsi né al giudaismo dottrinale né all’ebraismo europeo vittima del nazismo. È una colossale truffa che Norman G. Finkelstein ha denunciato in modo inconfutabile. Purtroppo, la ragione e la verità non hanno di norma il sostegno della forza, degli eserciti, della politica che può avere altre convenienze.
E quale è stata finora la convenienza della politica? Dai libri di storia conosciamo la cosiddetta questione orientale, che era fondamentalmente il disegno politico di produrre e favorire la dissoluzione dell’impero ottomano non solo con mezzi militari, ma anche e soprattutto con mezzi ideologici. Edward Said con il suo capolavoro, Orientalismo, ci ha svelato come tutto l’approccio europeo alla studio dell’«Oriente» fosse inficiato da pregiudizi razzisti e coloniali. La strategia del “focolare ebraico” ben si inseriva e si inserisce in una politica di conquista, colonizzazione e dissoluzione della geopolitica mediorientale. Araldi fino ad oggi di questa politica sono stati gli USA, sollecitati non poco dalla Israel lobby individuata e di recente denunciata da Mearsheimer e Walt. Resta da vedere quanto questa politica sia lungimirante, auspicabile e utile, soprattutto a noi europei in quanto non satelliti rigidamente condizionati e dipendenti dal nostro invasore, conquistatore e liberatore del 1945.
Qui però entriamo nel campo della politica estera e della geopolitica e ci allontaniamo dal nostro proposito di analisi dottrinale e ideologica del giudaismo e del sionismo, che divergono e si contrappongono. Si possono spuntare le armi ideologiche del sionismo svelando i suoi effettivi rapporti con l’ebraismo, che cessa di essere una religione per diventare ciò che è ma ancora non appare come dovrebbe: un’avventura coloniale di conquista in un’epoca dove il colonialismo è stato messo formalmente al bando. Se così è, si sono assunti una ben grave responsabilità i nostri politici e governanti che ci stanno trascinando in guerra contro un miliardo e passa di musulmani. Se impropriamente è stata chiamata guerra mondiale la guerra civile che ha dilaniato l’Europa dal 1917 al 1945, ora si tratta per davvero di una guerra mondiale militare e ideologica condotta soprattutto dagli USA, istigati dal sionismo.
(segue)