sabato 1 novembre 2008

I più “amati”: 57. Igor Man, un giornalista incorreggibile

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Cosa si intende qui per Israel Lobby?
«Una coalizione informale di individui e gruppi che cerca di influenzare la politica estera americana in modo che Israele ne tragga beneficio».
Ed in Italia come stanno le cose?
Stiamo cercando di scoprirlo!
«Esistono due distinti meccanismi che impediscono alla realtà del conflitto israelo-palestinese di essere giustamente divulgata, e sono i due bavagli con cui i leader israeliani, i loro rappresentanti diplomatici in tutto il mondo, i simpatizzanti d’Israele e la maggioranza dei politici, dei commentatori e degli intellettuali conservatori di norma zittiscono chiunque osi criticare pubblicamente le condotte dello Stato ebraico nei Territori Occupati, o altri aspetti controversi della storia e delle politiche di quel Paese. Il primo bavaglio è l’impiego a tutto campo dei gruppi di pressione ebraici, le cosiddette lobby, per dirottare e falsificare il dibattito politico sul Medioriente (negli USA in primo luogo); il secondo è l’accusa di antisemitismo che viene sempre lanciata, o meglio sbattuta in faccia ai critici d’Israele» (P. Barnard, Perché ci odiano, p. 206).

Ricerche correlate:

1. Monitoraggio di «Informazione Corretta»: Sezioni tematiche. – 2. Osservatorio sulle reazioni a Mearsheimer e Walt. – 3. L’11 settembre: misteri, dubbi, problemi. – 4. Rudimenti sul Mossad: suo ruolo e funzione nella guerra ideologica in corso. – 5. Free Gaza Movement: una sfida al blocco israeliano di Gaza. – 6. La pulizia etnica della Palestina. – 7. Studio delle principali Risoluzioni ONU di condanna a Israele. – 8. Cronologia del conflitto ebraico-palestinese. – 9. Boicottaggio prossimo venturo: la nuova conferenza di Durban prevista per il gennaio 2009. – 10. Teoria e prassi del diritto all’ingerenza. – 11. Per una critica italiana a Daniel Pipes. – 12. Classici del sionismo e dell’antisionismo: un’analisi comparata. – 13. Letteratura sionista: Sez. I. Nirenstein; II. Panella; III. Ottolenghi; IV. Allam; V. Venezia; VI. Gol; VII. Colombo; VIII. Morris; – 14. La leggenda dell’«Olocausto»: riapertura di un dibattito. – 15. Lettere a “La Stampa” su «Olocausto» e «negazionismo» a seguito di un articolo diffamatorio. – 16. La sotterranea guerra giudaico-cristiana dei nostri giorni. – 17. Jürgen Graf: Il gigante dai piedi di argilla. – 18. Carlo Mattogno: Raul Hilberg e i «centri di sterminio» nazionalsocialisti. Fonti e metodologia. – 19. Analisi critica della manifestazione indetta dal «Riformista». – 20. Controappello per una pace vera in Medio Oriente. –

Se si cerca nell’Archivio di «Informazione Corretta», una testata che più propagandistica non si può, troviamo quasi sempre se non sempre bacchettato Igor Man, come lui si firma, ma sempre indicato dai «Corretti Informatori» come Igor Man(zella). Non ne scrive mai una giusta, per i suoi “corretti censori”. Il giornalista scrive in genere su “La Stampa”, che in questo modo non si qualifica per i soli articoli di Elena Loewenthal, certamente graditi ai “Corretti Mentitori” o un tal Marco Ventura la cui apparizione sulla “Stampa” deve essere stata episodica, anche se per me significativa, avendo io avuto su quel quotidiano un momento di notorietà, benché per nulla da me gradita. Da qui nasce dunque il nostro interesse non preconcetto su Igor Man, che cercheremo di proteggere dalla sospetta severità dei “Correttissimi Inquisitori”. Seguiremo come criterio di massima l’ordine cronologico dell’archivio, ma daremo di volta in volta la precedenza all’attualità.

Versione: 1.0
Status: 1.11.08
Sommario: 1. Lapidatori che odiano se stessi. –

1. Lapidatori che odiano se stessi. – Non sapremmo con quale altro titolo attarre l’attenzione su una singolare incoerenza dei «Corretti Informatori», che io chiamo spesso Lapidatori per il modo in cui loro sono soliti tentare di influenzare gli organi di stampa italiani, pur non sapendo con quale successo. Come procedono? Isolano uno scritto di un singolo giornalista, o di un blogger, o di chiunque altro capiti loro a tiro. In genere non si rivolgono direttamente a chi intendono colpire, magari invitandolo ad un civile contradditorio. Per nulla! La rigida strategia consiste sempre nell’individuare un superiore del malcapitato: in genere tutti dipendiamo da qualcuno o abbiamo qualcuno sopra di noi. Individuato il “superiore” o presunto tale, si invitano gli ascari della Lista a scrivere la loro critica, informata e matura “opinione” non all’interessato che potrebbe rispondere con cognizione di causa e dovizia di argomenti, ma a quanti si pensa possano nuocergli, magari semplicemente con una tirara di orecchie. In alcuni commenti li ho sentiti malignamente e sguaitamente ridere per qualche licenziamento, non si è ben capito se ascrivibile a loro merito o maturato per altre cause. È da notare che l’invito rivolto agli ascari non è formulato in modo tale da poter configurare un qualche reato di tipo istigativo. Formalmente, l’ascaro si assume in proprio la responsabilità di ciò che scrive. Non è possibile conoscere la statistica ed i contenuti di questo genere di letteratura epistolare, ma in alcuni casi divenuti noti se ne può immaginare lo stile ed l’alto grado di conoscenza delle singole questioni, in genere riassunte, anticipate e suggerire dall’«eletto commento». Non saprei come altro definire questo invito al linciaggio se non come una forma di lapidazione mediatica. Ebbene, nell’articolo del nuovamente bacchettato Igor Man si parla di lapidazione. Ebbene, intanto la lapidazione era e forse è ancora una pratica biblica, ossia sionista ebraica israeliana o come dir si voglia. Non importa se non più in uso, almeno in senso proprio. È quanto mai ipocrita la preoccupazione espressa in merito al fatto di cronaca: gli ultimi a poter intervenire sul fatto sono proprio i “Corretti Informatori” e i padroni a cui obbediscono. Verrebbe da credere che i Lapidatori di professione non si accorgono di “odiare se stessi” dissociandosi da una lapidazione che in forme moralmente più gravi praticano ogni giorno del calendario da sei anni a questa parte.

Due parole sul merito dell’interessante articolo di Igor Man. Certamente, fra islam e cristianesimo sono possibili ed auspicabili relazioni pacifiche. Vi è fra islamismo che ha una positiva considerazione della figura di Gesù Cristo e cristianesimo maggiore possibilità di pacifica coesistenza e reciproca tolleranza che accetta l’altro nella sua specificità che non fra cristianesimo ed ebraismo che ha sempre fortemento respinto e rigettato la figura del Cristo. Lo sanno bene in Israele, dove si finanziano vere e proprie campagne di odio e di disinformazione per aprire un solco fra Islam e Cristianesimo. Il gioco è chiaro. Si tratta di denunciarlo e fare con gli islamici in Europa una saggia politica di accoglienza ed integrazione nel nostro sistema giuridico.

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