lunedì 7 settembre 2009

Analisi del linguaggio: 5. La vecchia favola del lupo e dell’agnello nella odierna coppia sionista di aggressore e aggredito.

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aggressore/aggredito - antisemitismo - difesa - hasbara - odio - terrorismo -

Sembra incredibile ma le favole si avverano. Quale favola? Tutti a scuola abbiamo appreso la favola del lupo e dell’agnello con la morale che vi era implicita ed anche con un invito a guardare una realtà non sempre edificante. Ma non potevano immaginare che qualcuno pensassi di poter riproporre alla lettera l’esatto ruolo del lupo e dell’agnello, pretendendo pure che noi ci credessimo. Ma è esattamente quello che succede con Israele, cioè il lupo che ha ucciso l’agnello di nome Palestina, indossandone la pelle e cambiando il nome di terre e villaggi letteralmente rasi al suolo e cancellati dalla carta geografica, secondo una strana psicoanalitica accusa rivolta ad Ahmadinejad. Se mai aggressore più aggressore vi è stato, questi sono i coloni sionisti che hanno assorbito l’intera ed esclusiva rappresentanza del cosiddetto popolo ebraico, favorendo così quella completa svalutazione morale che neppure i campi di concentramento di Hitler erano riusciti ad ottenere. La dove con gli ebrei non è giunto Hitler, vi sono riusciti superandolo i sionisti. Ormai solo piccole frangie della galassia ebraica, descritte da Rabkin, sono consapevoli del colpo mortale che il sionismo ha inflitto all’ebraismo. Certo, la cosa non appare se consideriamo l’odierna realtà geopolitica e l’equilibrio delle forze in campo. Ma proviamo appena ad immaginare cosa sarebbe Israele senza l’appoggio ieri dell’Inghilterra ed oggi degli USA? Il rifiuto di arrestare gli insediamenti è un insulto al potere democratico-rappresentativo del presidente americano, il quale deve seriamente chiedersi e con lui tutti gli americani non ebraico-sionisti o cristiano-sionisti chi comanda negli USA: gli americani o gli ebrei? Insomma, è veramente un insulto ad ogni intelligenza umana non irretita dalla corruzione, dal tornaconto, dal servilismo il far passare un popolo martoriato come quello palestinese, che ha incredibilmente resistito per oltre un secolo dandoci una lezione di dignità e di eroismo, farlo passare per un aggressore in casa propria è veramente il colmo dell’impudenza e della perversione di ogni linguaggio umano e del più elementare senso morale. Fino a quando vorremo reggere il sacco agli aggressori veri e renderci così loro complici?

Sommario: 1. L’ineffabile Angelo ci rassonta le sue favole. – 2. La lingua italiana del parlamentare Ronchi. –

1. L’ineffabile Angelo ci racconta le sue favole. – La favoletta incomincia con gli spilli di tipo Kassam che gli odiosi palestinesi rinchiusi nel lager di Gaza si ostinano a lanciare sulla colonia di Sderot. A fronte di questi spilli, proprio per incutere terrore, gli strateghi sionisti hanno scatenato una reazione deliberatamente, dichiaratamente, consapevolemente sproporzionati: non 10 a 1 come ai tempi di via Rasella, ma 1000 a 1! L’on. Cicchitto che si è distinto con la sua loquela buona a tutti gli usi avrebbe fatto meglio a sintonizzarsi con quanto si diceva in Israele. Il brano di Shalom è letteralmente vomitevole:
«…Israele, dopo aver sopportato con infinita pazienza…». Provate ad immaginare qualcuno che si introduca nella vostra casa, vi cacci fuori, magari dopo aver abusato di moglie e figlia, e dopo avervi sbattuto fuori vi dice anche che state abusando della sua pazienza con le vostre lamentele e le vostre resistenze! Per caapire non dovete fermarvi allo spillo kassam, ma dovete leggervi perlomeno il libro dell’ebreo Ilan Pappe, minacciato e fatto fuggire da Israele per aver scritto un libro dal titolo La pulizia etnica della Palestina, disponibile in traduzione italiana. Su un milione e mezzo di abitanti che costituivano allora la polazione della Palestina, ne furono espulsi oltre 750.000 che da allora vivono in campi profughi, da due e tre generazioni. Infatti, non si rassegnano a morire tutti di privazioni, di stenti, di malattie. Resistono e vogliono tornare nelle case di cui ancora conservano le chiavi. A loro è negato quel “diritto al ritorno” che invece è generosamente offerto ad ogni ebreo che dichiari di essere tale, in qualsiasi parte del mondo si trovoìi, e voglia tornare dopo 2000 anni presunti in Israele. Gli verranno assegnati in dono le terre e le proprietà tolte ai palestinesi. Capite? Volete capire? O preferite le storie angeliche? Decidete voi che per avventura leggete questo testo.
Chi vuole ne può continuare la lettura del testo di Angelo Pezzana apparso sul mensile ebraico Shalom e riportato nella rassegna stampa sionista «Informazione Corretta», diretta dallo stesso Pezzana. Proseguite voi l’analise e il commento di un simile testo. Il mio senso morale deve qui arrestarsi. Far passare le vittime di Gaza per aggressori è cosa che solo un Angelo Pezzana poteva raccontarci. L’imparzialità di Claudio Pagliara supera ogni barzelletta. Non posso andare oltre. Chi scrive testi pubblici deve attenersi a regole che non violino il codice penale. La critica ammessa non è senza regole. Voi mi capite.

2. La lingua italiana del parlamentare Ronchi. – Anche qui troviamo un esempio di inversione semantica per cui gli aggrediti sono gli israeliani e gli aggressori i palestinesi. Si può giustificare Ronchi, un parlamentare che siede a Montecitorio, per le sue esilaranti prese di posizione: “siamo tutti ebrei!”, cosa che induce ad un gesto protettivo delle partu basse. Purtroppo è questo il livello della politica italiana ed non è detto che il peggio sia passato.

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