Durante il periodo dell’operazione “Piombo Fuso”, dal 27 dicembre al 18 gennaio 2009, vi sono stati non pochi esponenti politici e testate giornalistiche che hanno tentato di convincerci che Israele aveva il suo buon diritto di massacrare gente inerme, già rinchiusa in un’enorme prigione a cielo aperto, un Lager vero e proprio, di cui occorre la penna di Kafka per poterlo descrivere in tua la sua assurdità surreale. Ma vi sono stati addirittura parlamentari della Repubblica che hanno inscenato una manifestazione davanti a Montecitorio, dove pur essendo 100 parlamentari non hanno raccolto più di 400 manifestanti, in buona parte ebrei, venuti perfino da Israele, come posso testimoniare quando un rabbino con barba pretendeva gli rispondessi in ebraico a non so quale domande mi avesse fatto per strada. A fronte dei 400 della colona Nirenstein e dell’associazione parlamentare Italia-Israele hanno sfilato in piazza 200.000 persone che in un ordinatissimo corteo da piazza Vittorio a piazza di Porta san Paolo hanno manifestato compatti per la cessazione di un massacro, che ora il rapporto Goldstone riconosce come un crimine di guerra e contro l’umanità. Non ho ancora il testo integrale del rapporto Goldstone, che pubblicherò su questo blog anche in lingua inglese, ove non sia disponibile una traduzione italiana. Ma questo rapporto fa giustizia anche di quei nostri deputati che dal palco di madonna Fiammetta si sono affannati per sostenere che il genocidio era legittimo, giusto e doveroso, per la sacra difesa di Israele, che dal 1948 continua un programma di genocidio per la totale cancellazione del popolo palestinese. A fronte dell’ideologia di regime di questo dopoguerra, un’ideologia che ha infestato il nostro sistema educativo e si è insediata ai vertici dello stato e delle istituzioni, non vi è dubbio che gli orrori di Gaza superano di gran lunga gli orrori di Auschwitz, addotti per perpetrari e giustificare la pulizia etnica del 1948 in Palestina fino all’operazione Piombo Fuso ed oltre. Infatti, a Gaza si continua a morire. Lo strangolamente per fame, malattie, stenti continua mentre noi qui dalla nostra scrivania non possiamo fare altro che gridare e denunciare. I responsabili devono essere individuati ed isolati. Non hanno il diritto di stare in mezzo a noi. Ci è lecito non già restituire premi che non conferiscono onore se concessi anche a dichiarati e fieri sionisti, orgogliosi e corresponsabili di Piombo Fuso, ma ben possiamo tutti noi porre in discussione il patto di concittadinanza con individui che di identità e fedeltà ne possiedono più d’una e dove quella italiana è solo l’ultima, residuale e strumentale. Noi non riconosciamo costoro come nostri concittadini, non comprendiamo come possono mai esserlo e respingiamo nel modo più fermo il vergognoso, assurdo, infame di farci assumere tutti quanti una identità israeliana o perfino di farci cambiare religione.
In questo post daremo un elenco di links, senza particolare commento, dove si tenta di denigrare, svalutare, delegittimare un rapporto che pur nei suoi limiti politici non arretra davanti all’evidenza del genocidio. Non ci stanchiamo però di sottolineare e ripetere che Piombo Fuso non inizia il 27 dicembre del 2008, ma il 27 dicembre del 1947, quando subito dopo l’illegittima spartizione della Palestina, allora decretata da una ONU che non aveva nè il diritto né il potere di spartire il territorio di un popolo, fu subito posto in essere il piano Dalet, già pronto, per il genocidio del popolo palestinese. Questo genocidio è stato portato fino ad oggi e si avvale dell’ipocrisia del cosiddetto “processo di pace”, durante il quale si snodano i tempi tecnici dello sterminio, dell’espulsione, della dispersione, della distruzione identitaria di un popolo, quotidiana vittima di angherie mascherate con una costante e quotidiana falsificazione del linguaggio corrente (l’aggressione armata di tutto punto che diventa autodifesa, il muro che diventa barriera difensiva, i checkpoints e le strade dell’apartheid che sono motivati con la sicurezza, la critica e la condanna e la denuncia del genocidio che diventa antisemitismo, e così via), tutto questo non potrebbe essere senza la copertura che nel cosiddetto Occidente – altra categoria del razzismo etnocentrico europeo – ogni giorno apportano testate e politici, che vanno fieri del loro “sionismo”, la cui infamia criminale trova autorevoli coperture. Chi vuole aiutare la causa palestinese per il trionfo della pace fra i popoli sa che non deve andare a combattere in Palestina, condividendo le sorti del popolo palestinese, ma può e deve combattere nei luoghi di maggior forza del sionismo, cioè in Roma e in Italia, dove si raccolgono fondi per finanziare gli insediamenti illegali e da dove partono le armi dello sterminio, armi consistenti principalmente nell’esercizio mediatico della menzogna e nell’offuscamento della coscienza di un popolo ignaro, quello italiano, alle prese con il quotidiano sbarcare il lunario. I peggiori crimini della storia avvengono sempre all’insaputa dei popoli e per mano dei governi che usurpano il nome dei loro popoli.
Ecco una scelta casuale e incompleta dei denigratori del rapporto Goldstone:
1. I sedicenti “Liberali per Israele”. – Ho già detto altre volte che nella sua genericità ed assenza di copyright il termine “liberale” si presta ad ogni uso e abuso. Può perfino essere adoperato per celare il suo contrario. A costoro che si definiscono liberali basta opporre l’immagine del lager di Gaza e dei campi profughi e della Nakba e della pulizia etnica, imputabile ad Israele. Non potrebbe esservi più vistosa contraddizione di termini, ma ormai il linguaggio grazie al sionismo è diventato un optional sul quale si può caricare ogni menzogna ed ogni assurdità. È finito il tempo del “sia il vostro linguaggio: si si no no”. Si mente affermando, si pratica la guerra dichiarando la pace, si aggredisce e si massacra vittime innocenti volendo far credere che ci si sta difendendo. E si trova chi è disposto a coprire e condividere le menzogne.
In questo post daremo un elenco di links, senza particolare commento, dove si tenta di denigrare, svalutare, delegittimare un rapporto che pur nei suoi limiti politici non arretra davanti all’evidenza del genocidio. Non ci stanchiamo però di sottolineare e ripetere che Piombo Fuso non inizia il 27 dicembre del 2008, ma il 27 dicembre del 1947, quando subito dopo l’illegittima spartizione della Palestina, allora decretata da una ONU che non aveva nè il diritto né il potere di spartire il territorio di un popolo, fu subito posto in essere il piano Dalet, già pronto, per il genocidio del popolo palestinese. Questo genocidio è stato portato fino ad oggi e si avvale dell’ipocrisia del cosiddetto “processo di pace”, durante il quale si snodano i tempi tecnici dello sterminio, dell’espulsione, della dispersione, della distruzione identitaria di un popolo, quotidiana vittima di angherie mascherate con una costante e quotidiana falsificazione del linguaggio corrente (l’aggressione armata di tutto punto che diventa autodifesa, il muro che diventa barriera difensiva, i checkpoints e le strade dell’apartheid che sono motivati con la sicurezza, la critica e la condanna e la denuncia del genocidio che diventa antisemitismo, e così via), tutto questo non potrebbe essere senza la copertura che nel cosiddetto Occidente – altra categoria del razzismo etnocentrico europeo – ogni giorno apportano testate e politici, che vanno fieri del loro “sionismo”, la cui infamia criminale trova autorevoli coperture. Chi vuole aiutare la causa palestinese per il trionfo della pace fra i popoli sa che non deve andare a combattere in Palestina, condividendo le sorti del popolo palestinese, ma può e deve combattere nei luoghi di maggior forza del sionismo, cioè in Roma e in Italia, dove si raccolgono fondi per finanziare gli insediamenti illegali e da dove partono le armi dello sterminio, armi consistenti principalmente nell’esercizio mediatico della menzogna e nell’offuscamento della coscienza di un popolo ignaro, quello italiano, alle prese con il quotidiano sbarcare il lunario. I peggiori crimini della storia avvengono sempre all’insaputa dei popoli e per mano dei governi che usurpano il nome dei loro popoli.
Ecco una scelta casuale e incompleta dei denigratori del rapporto Goldstone:
1. I sedicenti “Liberali per Israele”. – Ho già detto altre volte che nella sua genericità ed assenza di copyright il termine “liberale” si presta ad ogni uso e abuso. Può perfino essere adoperato per celare il suo contrario. A costoro che si definiscono liberali basta opporre l’immagine del lager di Gaza e dei campi profughi e della Nakba e della pulizia etnica, imputabile ad Israele. Non potrebbe esservi più vistosa contraddizione di termini, ma ormai il linguaggio grazie al sionismo è diventato un optional sul quale si può caricare ogni menzogna ed ogni assurdità. È finito il tempo del “sia il vostro linguaggio: si si no no”. Si mente affermando, si pratica la guerra dichiarando la pace, si aggredisce e si massacra vittime innocenti volendo far credere che ci si sta difendendo. E si trova chi è disposto a coprire e condividere le menzogne.
1 commento:
Il comportamento di alcuni leader della Comunità ebraica di Roma è vergognoso. Hanno sostenuto Israele anche di fronte a palesi violazioni del diritto internazionale. Come si può sostenere uno Stato solo in base alle afinità religiose? Siamo nel XXI secolo; possibile che il sig. Leone Pasermann e il sig. Riccardo Pacifici sostengano in maniera acritica Israele senza controllare cosa succede sul campo?
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