sabato 19 settembre 2009

Judaica sonora: 1. Recensione critica del XIX Congresso Nazionale della Federazione delle Associazioni Italia-Israele, in Roma il 21 febbraio 2009

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Do inizio ad una nuova serie di post, che nasce da un fatto empirico. Mentre alla mia scrivania sono occupato con la scansione di testi, operazione meccanica che mi tiene occupate le mani, posso usare le orecchie per ascoltare registrazioni tratte per lo più dal ricco archivio di Radio Radicale. Sono convegni per i quali sarebbe per me spinoso e pericoloso partecipare, ma poiché è stato scelto dagli interessati di dare pubblicità esterna ai loro lavori posso ascoltarli dalla quiete e sicurezza della mia abitazione annotando le mie innumerevoli osservazioni critiche e lasciarmi andare anche ad apprezzamenti verbali senza che vi siano conseguenze. Posso poi riascoltare gli interventi e rielaborare i miei testi. Insomma una posizione molto comoda per contrastare quell’Hasbara in cui nome è stato fatto da un funzionario dell’Ambasciata israeliana, il quale in tal modo conferma quale sia la regia di tutta la propaganda israeliana che viene riversata in Italia. I soggetti sono sempre gli stessi, già noti e da noi monitorati con qualche new entry di volta in volta. In genere, gli interventi sono autoreferenziali, ovveri si incensano l’un l’altro come a dire fuori ci sono i goym, qui siamo tra noi.

Versione 1.0/Versione 19.9.09
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Sommario: 1. L’inizio. –

1. L’inizio. – Ho già ascoltato gli interventi precedenti sui quali ritornerò, ma in questo momento sta parlando madonna Fiammetta, la quale mette in riga Carlo Panella che in una parvenza di distacco critico ha addirittura osato criticare Israele per il fatto di aver tenuto fuori da Gaza i giornalisti. Invece Fiamma dice che è stata una decisione santa e giusta: il governo non sbaglia mai. Madonna Fiammetta blatera sull’antisemitismo. Inutile dare peso alle sue sciocchezze. Il bello è che nell’introduzione gli è stato fatto merito di aver organizzata la manifestazione di piazza Montecitorio con 100 deputati che stavano lì a sostenere il massacro di Gaza. Erano in 100 i deputati ed io ero pure in esplorazione sulla piazza. Avevo chiesto ad un poliziotto in quanti fossero fra il pubblico davanti al palco: non più di 400 persone, in buona parte ebrei dei ghetto o venuti direttamente da Israele, come un tizio che pretendeva da me gli rispondessi in ebraico. Blatera blatera blatera. Chi vuole può ascoltarla dala sua viva voce. Ma le può raccontare le sue sciocchezze ai suoi. Purtroppo, Fini me la ha messo in lista. Io non perdo mai occasione come dirigente di base di FI, ora PdL, che Fiamma Nirenstein non mi rappresenta in nessun modo e che se Fini avesse voluta candidarla, lo avrebbe dovuto fare alla Knesset, non nel parlamento italiano, che con con l’Italia ha a che fare con 100 in meno. Quanti stavano alla manifestazione con madonna Fiammetta non rappresentavano l’Italia, che era invece con i 200.000 che da piazza Cavour ha sfilato ordinatamente fino a porta San Paolo: io ero con loro!

Veramente è arduo non uscire fuori dalla grazia di dio ascoltando madonna Fiammetta. In questi giorni (la registrazione è del 21 febbraio) esce il rapporto Goldstone che accusa Israele di crimini di guerra e probabili crimini contro l’Umanità. A stare a sentire madonna Fiammetta l’esercito israeliano è entrato in Gaza per distribuire caramelle ai bambini. E se qualcuno è diverso avviso, dagli subito all’antisemita. Senza questa accusa da sputare a chiunque non saprebbero campare. Non saprebbero cosa dire. L’Hasbara non avrebbe altro da inventarsi. Ma vale ciò che Sergio Luzzato ha rinfacciato in televisione proprio a madonna Fiammetta: di rendersi responsabili di una nuova e più pericolosa di antisemitismo. Se infatti l’antisemitismo fosse quello che madonna Fiammetta dice essere, l’obiezione che è fortemente provocata in chi ascolta potrebbe essere: ben venga questo antisemitismo che cerca di fermare quel genocidio sionista che madonna Fiammetta dice non esserci, ma che invece esiste fin dal 1882, cioè nella testa dei padri sionisti.

2. Parla Peppino. – È davvero deprimente. Gli elogi che ha ricevuto in apertura a seconda del punto di vista posso essere un titolo di merito o di demerito. Per me è una nota di demerito. Anche lui parla dell’antisemitismo, e sta perfino riferendo della querela che gli ha fatto Vauro per aver lui dato dell’antisemita al vignettista per la famosa vignetta. Lo dice con nonchalance, ma fa pena. Può trovare solidarietà giusto nella congrega dove si trova. Meno male che non si trova più in parlamento, anche se gli ha dato il cambio madonna Fiammetta. Incredibile! Da qualche parte Caldarola dice di non essere cattolico, ma molto vicino agli ebrei, si arroga pure il diritto di dire cosa il papa possa o debba dire. Il riferimento è al caso Williamson. Sta attaccando i cattolici: peggiori dei comunisti. Da far cascare le braccia. Meno male che si parlano addosso l’un l’altro, ma sono quattro gatti, anche se il loro potere è molto più grande, un potere che minaccia le nostre libertà, un potere che già le limita e vuole annullarle. Parla di demenza, di mancanza di pudore in altri senza rendersi conto che gli ritornano addosso maggiorati dagli interessi. Cretino! Se la prende con la denominazione Palestina! Non si dovrebbe dire più Palestina, ma solo Israele. In pratica, dire Palestina è già antisemitismo. Mai sentite tante cretinate. Se me lo trovassi davanti, a Peppino, che gli dovrei dire? Peppino, dice lui quel che è antisemita con la stessa gratuita con cui uno gli potrebbe dire che è un cazzone. Il problema è che quando si scomoda il diritto penale e l’apparato giudiziario l’accusa dovrebbe essere determinata. Peppino non si può inventare le accuse e riempirle delle definizioni che gli aggradano. Se l’antisemitismo potesse essere un titolo di merito come l’antinazismo, l’antifascismo, l’anticomunismo, uno ci potrebbe anche stare. Ma quando si riveste di una qualificazione penale il termine “antisemita”, diventa calunnia quella che Caldarola ha fatto a Vauro. Nel momento in cui scrivo non so come sono andate le cose.

3. Bellasio è ebreo? – Riferisce lui stesso di partecipare a convegni dove fa la propaganda che ben conosciamo. Poi immancabilmente – racconta lui stesso – qualcuno gli si avvicina per chiedergli se per caso è un ebreo. E lui si sorprende di questa domanda. Le solite sciocchezze che sentiamo per centinaia di volte. Ma quale golpe di Hamas! Che cazzate! Parla di regime per Gaza. Costoro si sono guardate allo specchio per suggestionarsi e convincersi delle cose che dicono. Abu Mazen? Ma è il quisling che Israele va cercando da sempre e che avrebbe dovuto essere Arafat. Incredibile quando parla di responsabilizzazione dei palestinesi! Dovrebbero rinunciare alla pretesa di voler ritornare nelle loro case dalle quali sono stati scacciati? Mi chiedo se davvero Bellasio creda alle bestialità di cui parla. Mi chiedo se anche questa non sia una decisione dell’Hasbara. Si stabiliscono, cioè, una serie di temi e poi si trovano persone disposte a ripeterle all’inifinito come un disco. A furia di ripeterle – come nella tecnica della propaganda – si calcola che si sarà ottenuto un numero di persone che ci credano e si lascino ingannare.

Parla della potenza corrutrice del danaro. Ti dò i soldi se metti la testa a posto. Disgustoso. Abu Mazen – dice – è il solo leader credibile per Israele. Certamente! Ne siamo convinti.

4. Come italiani? – Non posso nascondere il mio disagio. Non riconosco come italiani le voci che parlano. O meglio se lo fossero loro, non lo sarei io. E cosa sono dunque? A me non sono concesso un paio di cittadinanze di riserva, da scegliere a seconda della convenienza del momento. Io conosco una sola identità, una sola fedeltà. Interessante! Sento dire da Andrea Jarach che Frattini sarebbe stato uno degli artefici della messa fuorilegge di Hamas. Mi chiedo di chi abbia fatto gli interessi e adempiuto i desideri. Certamente di Israele che attraverso Frattini si è impadronito della politica estera italiana. Sentire questo Jarach che parla di italianità mi mettere tremendamente a disagio. Lo dico perché me lo dice il cuore, non la mente che abbisogna di tempi più lunghi. I due nostri parlamentari per Jarach sono i “radicali”. Ahi! Parla di Georgia, dove Israele era presente e non vedeva l’ora di scatenare una huova guerra. Ecco qui scatta la cittadinanza ebraica che fa sentire Jarach solidale con gli ebrei georgiani che all’interno del governo georgiano avevano scatenato una guerra che doveva fruttare loro le basi aeree da cui far partire i voli per il bombardamento dell’Iran. E questi sarebbero i miei concittadini italiani?

5. Il bla bla sull’Occidente. – Giusto in registrazione posso ascoltare quel che sento! Sarebbe come se fossi un marziano sulla Terra o un terrestre su Marte. Inutile aspettarsi da costoro che vadano a leggere l’«Orientalismo» di Said che ben ci mostra quanto sia razzista questa costruzione concettuale. Mah! Si sente parlare di “democrzia come Israele”. Povera Rachael Corrie! Delegittimare Israele? Ma ci vuole molto? E quando mai Israele ha avuto una “legittimità”? Non è mai arrivato il colonnello che prendeva il potere, perchè tutti i governanti israeliani sono colonnelli in pensione. Alla carriera politica si arriva dall’esercito! Incredibile! Annoto qua e la su quel che ascolto. Ho riconosciuto la voce di Pezzana! Una logica tutta rovesciata.

6. Parla Teodori! – Illumina! Ahi! I “danni collaterali”, cioè i poveri civili che a Gaza ci hanno rimesso la pelle! Per Teodori si tratta di trascurabili “danni collaterali”! Critica il papa e i cattolici. Non mi chiedo se è ebreo o cattolico. Fa la rassegna stampa. I lefebrviani, cioè delle macchiette. E Teodori come lo possiamo definire? Adesso l’ebreo (?) si preoccupa che Williamson resti uno “scomunicato” non dalla Sinagoga, ma dalla Chiesa! Quante idiozie lette e commentate dai giornali! Costoro non sanno vivere senza i giornali, che sono già nelle loro mani.

7. Il cattolico Amicone. – Ahi! Corbellerie senza contradditorio. Amen! Con questi cattolici non si va lontano. Bestalità. Hamas responsabile di Piombo Fuso come quelli che si bagnano sono responsabili della pioggia che cade! Ecco i risultati del cattolicesimo conciliare: gli Amiconi! Se anche io, per il diritto canonico più che per pratica religiosa e numero di ostie assunte, se anche io sono un cattolico, mando a dire ad Amicone: parla per te! Una tirata contro Odifreddi. Si apprende che era un ex-seminarista. Bene. Vuol dire che è documentato! Bestialità dopo bestialità. Siccome Israele non doveva far vedere come sgozzava i palestinesi, bene ha fatto a non far vedere questo spettacolo non adatto a un pubblico non adulto, non adatto ai minorenni goym. Che bestialità! «Il primo diritto» è vivere e vincere una guerra: cioè la guerra di Israele per la pulizia etnica e il genocidio. Il problema è se questo diritto di Israele è un dovere per quelli che si dicono e sono italiani.

8. Riflessioni in margine a quanto finora ascoltato. – Provo ad immaginare di essere presente nella sala in cui si è svolto il XIX Congresso della Federazione delle Associazioni Italia-Israele. Intanto il titolo pomposo: quale effettiva consistenza e ramificazione nel tessuto socio-politico italiano ha una siffatta associazione? Inutile immaginare di porre domande e contestazioni. La mente mi corre ad un filosofo antico, il quale diceva all’incirca che se un bue, un cavallo, un’anatra, un cinghiale e così via avesse il dono del linguaggio e potesse esprimersi, dipimgerebbe il mondo a sua immagine e somiglianza. È talmente unilaterale e autoreferenziale l’immagine del mondo che viene fuori da tutti gli interventi che sarebbe assai ingenuo dire a costoro che esiste un ben diverso modo di vedere le cose. Costoro non solo reclamano il loro diritto a scannare un popolo a cui hanno tolto tutto, casa, villaggio, identità, dignità, ma pretendono che noi italiani riconosciamo loro questo diritto, plaudiamo a ciò che fanno e ci identifichiamo addirittura con loro. Mi pongo il quesito e lo pongo idealmente a loro ed ai politici che sono riusciti ad asservire ai loro interesse: come la mettiamo se vi dico che io in quanto italiano considero sciolto con voi qualsiasi patto di concittadinanza. Il sindaco Alemanno ha fatto sospendere dall’insegnamento un docente di liceo, il quale avrebbe detto che gli ebrei non sono cittadini italiani. In senso proprio, non lo si può dire se invece all’anagrafe ciò risulta in via documentale. Naturalmente, il docente pensava – suppongo – in un’accezione interamente politica. Di fatto gli ebrei di cittadinanze ne possiedono non una sola, come tutti noi altri, ma ben tre: quella dello stato in cui si trovano, quella propria del loro essere ebrei che denota una condizione essenziale di separatezza dai restanti cittadini, quella che conferisce loro lo stato ebraico di Israele. Posto diversamente io problema, non dico che tu non sei sulla carta cittadino italiano. Dico una cosa diversa: non mi sento di stipulare con te un patto esistenziale di concittadinanza con tutto ciò che questo significa. Quali le implicazioni giuridico-politiche? In un certo senso già le conosciamo. Sono le varie normative con cui si punisce ogni cittadino italiano, francese, tedesco, ecc, che pensi di poter toccare materie riservate ai soli ebrei. La questione della Shoah non riguarda il suo essere vera o falsa, ma il diritto di ogni cittadino di potersi esprimere al riguardo assumendo un suo proprio punto di vista. Se fissiamo per un momento l’attenzione all’anni in cui Paolo Orano scriveva un libro dal titolo Gli ebrei in Italia, la situazione risulta oggi rovesciata ed il libro andrebbe riscritto con il titolo Gli italiani in Italia, dove l’Italia è una provincia di Israele e dove gli ebrei occupano una posizione di assoluto privilegio rispetto a tutti gli altri cittadini. Del libro di Orano, che Sergio Romano considera sofistico, ci interesseremo a parte. Essendo divenuto un testo raro, ci piacerebbe poterlo pubblicare nella nostra Biblioteca. Ma non sappiamo se possiamo farlo e non conosciamo chi possa darcene una liberatoria per la pubblicazione. Ne faremo perciò una sintesi commentata.

(segue)

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