lunedì 7 settembre 2009

Apologeti del sionismo: 64. Judea Pearl ossia il colmo dell’impudenza priva di concetti

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Il nome di Judea Pearl mi giunge adesso per la prima volta nel mio lavoro, sempre più ampio di studio e monitoraggio dei problemi contemporanei che nel fenomeno del sionismo trovano uno dei suoi momenti più drammatici. Mi è capitato di sentire per bocca del nostro Presidente in carica che l’antisionismo è lo stesso che antisemitismo. Trovo già critico e bisognoso di approfondimenti il concetto di antisemitismo, una sorta di clava morale e di grimaldello penalistico con il quale si tenta di reprimere ogni libertà di pensiero ed ogni legittima opposizione politica. Naturalmente, non sono stato neppure un istante d’accordo con il Presidente, nel cui entourage lavorano appunto uomini organicamente e storicamente legati al sionismo. Al riguardo, interrogato, uno storico ebreo di nome Ilan Pappe ha ribaltato il discorso presidenziale dicendo che si è antisemiti se non si è antisionisti. Questa sera, già stanco, mi capita di leggere, per la penna di Judea Pearl, tradotto in italiano dai cristiano sionisti – per me la negazione stesso del nome di Cristo, diciamo simbolicamente l’Anticristo in forma di movimento religioso – sento dire che sì l’antisionismo non è antisemitismo, ma è invece qualcosa di assai peggio. Seguono autentiche corbellerie totalmente campate in aria che in un certo senso lasciano disarmati. Apprendo della passata esistenza di Daniel Pearl, un giornalista ebreo-americano ucciso in Pakistan. Judea ne è il padre che in nome del figlio ha creato una Fondazione. Esprime il mio rispetto per il dolore di un padre, chiunque sia il padre e chiunque sia stato il figlio. Esprimo anche la mia totale estraneità ad ogni prassi e teoria della violenza. Ma con altrettanta fermezza esprimo il mio netto dissenso con le concezioni ed i giudizi che dal padre vengono calate sul figlio ucciso ed assurto ad una sorta di scudo per idee assolutamente non condivisibili ed addirittura esecrabili. Eserciterò la mia critica ai testi italiani di Judea Pearl con il massimo rispetto a fronte del suo dolore di padre, ma anche con il massimo rigore critico di cui sarò capace. Perché ce ne occupiamo? Se le enormità di seguito riportate non fossero state effettivamente scritte da qualcuno che merita e si attribuisce lui stesso la qualifica di “sionista”, dicendoci lui autorevolmente cosa il sionismo è oggi, si potrebbe credere che le nostre analisi siano opera di fantasia. Ed invece esistono nella realtà i mostri che turbano i nostri sogni.

Vers. 1.0/9.9.09
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Sommario: 1. Un totale disconoscimento dell’altro ovvero del “prossimo”. – 2. L’«intimidazione» come fondamento dottrinale in sette ereticali cristiano-sioniste. –

1. Un totale disconoscimento dell’altro ovvero del “prossimo”. – Esiste uno stranissimo fenomeno di cui ci siamo occupati relativamente poco nel nostro Monitoraggio, cioè il sionismo cristiano o il cristiano sionismo. Da cattolico battezzato dico subito che a mio avviso questo genere di cristianesimo non ha nulla a che fare con la figura religiosa di Gesù Cristo. Qui osservo quello che appare il dato forse più eclatante del testo di Judea Pearl tradotto in italiano e pubblicato in un sito evangelico in lingua italiana: manca qualsiasi menzione degli abitanti autoctoni della Terra Promessa. Della loro sorte i “cristiani” non si curano per nulla: non esistono o è come se non esistessero. Ma ecco l’incredibile testo:
Tratto da un sito evangelico sionista
in lingua italiana
che pubblica dal 2002 una rassegna di
«Notizie su Israele» a cura di M. Cicchese


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1. L’ANTISIONISMO NON E’ ANTISEMITISMO. E’ PEGGIO
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L’antisemitismo è odio?
[Ho già spiegato, citando Spinoza, che l’«odio» è profondamente connesso all’essenza dell’ebraismo, un odio verso tutta l’umanità non eletta. Già gli scrittori antichi avevano notato la caratterizzazione dell’ebraismo come “odio per il genere umano”. Se di “odio” si può parlare presso i popoli, dove gli ebrei erano eterni ospiti, si tratta – sempre secondo Spinoza – di un odio derivato, indotto, temporaneo. In pratica, questo continuo riferimento all’«odio» di cui sarebbero oggetto gli incolpevole ebrei, è un miserabile espediente della propaganda sionista. Resta poi da definire, in termini concettuali precisi e circostanziati, cosa sia propriamente “antisemitismo”. Ma anche qui troviamo la confusione concettuale ed il disordine morale che è proprio dei propagandisti del sionismo ]

Sì, perché minaccia le vite e la pace in Medio Oriente.
[La vita dei palestinesi e la pace in Medio Oriente è stata minacciata dai coloni sionisti che dal 1882 hanno invaso la Palestina, terra alla quale non avevano non hanno nessun diritto. La Palestina è in uno stato permanente di guerra e di inaudita sofferenza inflitta ad innocenti. Ne sono responsabili unicamente i coloni sionisti. Prima del 1882, anno di inizio dell’avventura sionista, i rapporti fra i palestinesi e le poche migliaia di ebrei già residenti erano pacifici e cordiali. L’arrivo dei sionisti era inviso anche agli ebrei già residenti. È una mascheratura mettere sotto il nome dell’ebraismo che vuole reinsediarsi nella Terra Promessa quello che è invece un vero e proprio insediamento coloniale come fu per gli indiani d’America che furono sterminati dai bianchi, transfughi dall’Europa. Si veda il seguente filamato sulla pulizia etnica: Al Quds Jerusalem: nettoyage. ]

di Judea Pearl
[il testo che segue è la prima cosa che leggo di questo personaggio, di cui fino ad ieri ignoravo anche il nome. Oltre che assurde le sue affermano mi riescono del tutto infondate in termini storici, logici, religiosi, teologici, politici.]
A gennaio, durante un simposio dell’UCLA (University of California, Los Angeles) organizzato dal Centro Studi per il Medio Oriente, quattro detrattori
[cosa vuol dire essere “detrattori” di Israele? Dove sta scritto che Israele debba mietere solo elogi? Essere “detrattori” di Israele può essere per molti un titolo di merito, non un demerito. Il Signor Pearl è tuttavia libero di cantare tutti i peana che crede a maggior gloria di Israele. La cosa non ci riguarda o al massimo suscita in noi un senso di pena]
di Israele ben noti da molto tempo
[è una vaga minaccia? E se non fossero stati noti da molto tempo cosa sarebbe cambiato? A noi il nome Pearl è noto solo da ieri sera, ma noi qui critichiamo un testo a sua firma, non la persona che non conosciamo affatto e che neppure avvertiamo il desiderio di conoscere.]
sono stati invitati ad analizzare le condizioni dei diritti dell’uomo a Gaza e hanno utilizzato quella tribuna per attaccare la legittimità del sionismo e la sua visione di una soluzione di due stati per Israele e per i palestinesi.
[Le condizioni dei diritti dell’uomo in Gaza e in Palestina dal 1948 in poi sono ben noti a chi li vuol conoscere. La legittimità del sionismo semplicemente non esiste, ovvero esiste solo per i diretti interessati che hanno tratto vantaggio dall’espulsione degli oltre 750.000 abitanti, la metà dell’intera popolazione della Palestina del 1948. L’espressione è ridicolarmente assurda. Sarebbe come chiedere a un ladro se il bottino del suo furto è un bottino legittimo. Cosa ci si aspetta che risponda il ladro? E chi è cosa sciocco da andare a porre proprio a lui una simile domanda? Rinvio a Ilan Pappe, La pulizia etnica della Palestina, per quanti avessero bisogno di una bibliografia iniziale sul tema dei “diritti umani” in Gaza o in Palestina. Quanto alla soluzione dei due stati è a mio avviso un’assurda perdita di tempo ed una presa per i fondelli. Sarebbe come se uno entrasse in casa mia e poi proponesse di dividere la mia casa in due distinti appartamenti. In realtà il sionismo vuole solo lo sterminio dei palestinesi e cerca i mezzi e le modalità per attuare i suoi piani. Il sionsimo va semplicemente respinto da parte della Comunità internazionale che fino ad oggi gli ha invece dato colpevole copertura, la cui responsabilità va cercata nelle varie lobbies sioniste presenti nei vari paesi. Una responsabilità forse ancora più grave va addebbita ai cristiani sionisti che di cristiano non hanno assolutamente nulla.]
Hanno criminalizzato l’esistenza di Israele,
[A prova dei crimini di israele è sufficiente percorrere la storia dall’anno della sua cosiddetta fondazione, cioè dal 1948, ma si può andare ancora più indietro nel tempo ed esattamente all’anno 1882, quando incomincia l’occupazione della Palestina, che non era affatto una terra disabita, una res nullius come pretendono i sionisti o che si potesse comprare con del denaro, secondo un’antrica pratica dell’ebraismo che è capace di monetizzare ogni cosa, anche le coscienze. In fatto poi di criminalizzazione l’accusa va ritorta contro il governo israeliano e i sionisti che tacciando di “terroristi” le loro vittime hanno inteso privare di dignità e di riconoscimento umano popolazioni inerme e del tutto innocenti.]
distorto i suoi motivi profondi e diffamato il suo carattere, la sua nascita e la sua stessa concezione.
[Autentiche crobellerie, mero flatus voci per gli sprovveduti e gli ignoranti. La realtà è ben altra. Le cose stanno del tutto diversamente e per usare le parole di un profondo conoscitore del Medio oriente come Robert Fisk di null’altro si tratta in Palestina che dell’ultima guerra coloniale di conquista. Anche la coloritura ebraica è in fondo solo un pretesto, un inganno.]
A un certo punto hanno eccitato l’uditorio e, a quanto si dice, hanno scandito frasi come "Il sionismo è nazismo", e peggio ancora.
[L’affermazione è in un certo senso condivisibile, ma è improprio usare il paragone. Inoltre il sionismo ebbe costanti rapporti con il nazismo e fu in affari quasi per tutta la durata della guerra. Considerato l’elemento del Blut und Boden che caratterizza entrambi, si però affermare che sotto il profilo etico il sionsimo è peggiore del nazismo considerando le sofferenze del tutto gratuite inferte dai coloni sionisti alle popolazioni palestinesi non per pochi anni come fu per il nazismo con gli ebrei, ma per oltre un secolo considerano l’anno iniziale del 1948, una sofferenza inferta ad innocenti, diffamati e crimanizzati, che si accresce di anno in anno fino al massacro di Piombo Fuso, che continua ancora oggi perché la gente continua a morire in Gaza ogni giorno come conseguenza di atti posti in essere con una disumana ferocia che grida vendetta al cospetto del vero Dio, non del fantoccio adorato dai cristiano sionisti]
I dirigenti ebrei hanno condannato questo festival dell’odio indicandolo come un incitamento all’isteria antisemitica,
[I dirigenti ebrei condannano sempre tutto ciò che non fa loro comodo e che meglio loro aggrada. Sono totalmente insinceri come lo erano i farisei che Gesù Cristo fustigava nei vangeli. Stupisce che i cristiani sionisti non se ne accorgano, ma evidentemente non se ne accorgono perché sono soltanto sionisti e per nulla cristiani. Dunque, i conti tornano.]
e hanno sottolineato l’effetto devastante che poteva avere sull’UCLA e il suo impatto su un campus famoso per la sua atmosfera aperta e cortese.
[Strana e commovente pelosa carità! Si preoccupano dei loro interessi e vogliono dare ad intendere di avere a cuore interessi diversi dai loro. La tecnica non è nuova.]
Gli organizzatori, alcuni dei quali sono ebrei, si sono trincerati dietro la "libertà accademica"
[una libertà che viene accuratamente negata a quanti la pensano diversamente dai sionisti e dalla Israel Lobby. Basti citare la “libertà accademica” consentita a un Norman G. Finkelstein. Per non parlare poi delle migliaia e migliaia di persone incriminate per meri reati di opinione nei paesi soggetti alla Lobby]
e hanno usato l’argomento secondo cui l’antisionismo non è antisemitismo.
[L’antisionismo è in effetti più facile da definire e individuare. Essere antisionisti è doveroso, se lo è l’essere antinazisti, antifascisti e ora anche anticomunisti, benché il comunismo abbia marcati connotati ebraici. L’antisemitismo è invece un concetto sempre più vago e difficile da definire. Se non fosse penalmente sanzionato, potrebbe perfino diventare un valore, a patto di definirne esattamente il concetto. Se si trattasse di “antipatia” per gli ebrei e la loro religione, o supposta tale, avrebbe la stessa legittimità che storicamente si è avuta con l’antipatia verso italiani, francesi, tedeschi, americani, zingari, ecc-. L’antisemitismo è per lo più un’accusa strumentale, priva di contenuto, con la quale le comunità ebraiche conseguono autentici privilegi e posizioni di favore a fronte di tutte le altre categorie di cittadini. Una casistica sarebbe quanto mai interessante e istruttiva.]
Io sono totalmente d’accordo con questo slogan, non perché esonera gli antisionisti dall’accusa di antisemitismo, ma perché questa distinzione ci aiuta a focalizzare la nostra attenzione sul carattere discriminatorio e immorale dell’antisionismo, ancora più dannoso dell’antisemitismo.
[Immorali sono queste affermazione da condannare con la più grande fermezza. Pearl può credere quello che vuole ed essere d’accordo con chi vuole. La cosa non ci riguarda e siamo fuori di ogni possibilità di comunicazione.]
L’antisionismo rigetta la semplice nozione che gli ebrei siano una nazione
[Si vada Pearl a leggere per tutti il libro dell’ebreo Shlomo Sand per potersi adeguatamente istruire. Se non è d’accordo lo argomenti in sede critica e scientifica. Che gli ebrei non siano una societas naturalis, come lo sono tanti altri popoli, ma solo una societas simulata è cosa non difficile da verificare per chi abbia volonta di andare alla ricerca della verità]
- un collettivo legato insieme da una storia comune
[quale storia comune? A parte il vago riferimento ad un barbarico testo religioso le varie comunità ebraiche sono sempre state una presenza, invero problematica, all’interno delle società e dei popoli che li hanno tollerati nella loro insocievole diversità]
- e, di conseguenza, nega agli ebrei il diritto all’autodeterminazione
[Bello questo! Autodeterminazione a spese di chi? Non hanno avuto forse tutti i privilegi che chiedevano nelle società dove si sono trovati?]
sul loro luogo storico di nascita.
[E quale sarebbe questo luogo di nascita? Gli attuali immigrati in Israele, chiamati a forza per contrastare la demografia autoctona dei palestinesi, provengono da tutti i continenti e non hanno mai avuto nessuna relazione con la Palestina. È una favola totalmente priva di fondamento la comune discendenza dalla Diaspora del 70 d. C. Se Pearl ha la decenza di documentarsi un poco, dovrà inventarsi qualcosa di nuovo per costruire titoli di legittimazione all’occupazione coloniale della Palestina, contrario ad ogni senso di giustizia umana e divina.]
Persegue il progetto di smantellare lo stato-nazione ebraico: Israele.
[E che vuol dire “stato nazionale ebraico”? Gli stati moderni di diritto si basano tutti sul criterio della cittadinanza concesso o non concessa a quanti risiedono su un determinato territorio, non su un concetto di “appartenenza”. Torna qui la natura razzista del sionismo che pretende di cacciare dalla loro terra i palestinesi per sostituirli con ebrei più o meno veri, racimolati in ogni parte della terra. Ai residenti palestinesi, oppressi e ridotti in regime di apartheid si negano poi i più elementari diritti che tutti gli stati della terra sono obbligati a riconoscere ai loro cittadini. Se lo stato ebraico non è basato su fondamento razziale e razzista, diventa difficle darne una comprensibile definizione.]
L’antisionismo merita il suo carattere discriminatorio
[La discriminazione è invece propria già dell’ebraismo nel momento in cui pone un popolo “eletto” a discrimine di tutti gli altri popoli della terra e diventa vero e proprio razzismo con la sua traduzione politica da parte del sionismo. È tipico della propaganda sionista accusare e incolpare gli altri di cose i sionisti fanno abitualente. Cancellano dalla carta geografica ogni presenza palestinese e dicono che Ahmadinejad vuol cancellare loro dalla carta geografica.]
perché nega al popolo ebraico quello che concede ad altri collettivi legati storicamente (come, per esempio, francesi, spagnoli, palestinesi), cioè il diritto alla nazionalità, all’autodeterminazione e alla legittima coesistenza con altri indigeni che lo richiedano.
[Il piccolo problema è che un’accozzaglia di avventurieri sbarcati in Palestina vuole da qui sloggiare gli “indigeni” ivi residenti da secoli e millenni. Davvero una bella faccia tosta, un’impudenza che prova una giusta e doverosa reazione, una sacrosanta “antipatia” – se questi son davvero gli ebrei rappresentati come eroe eponimo dal signor Pearl –, che però non ha nulla a che fare con l’antisemitismo, oggi praticamente inesistente e spiegabile in termini storici sono con rifereminto al XIX secolo, quando l’«emancipazione» degli ebrei creò problemi all’interno delle società in cui erano vissute distinte comunità ebraiche con un loro distinto regime di diritti e doveri.]
L’antisemitismo rigetta gli ebrei come membri paritari della razza umana; l’antisionismo rigetta Israele come membro paritario nella famiglia delle nazioni.
[Come ha ben rilevato Sergio Romano nel suo libro “Lettera ad un amico ebreo”, l’antisemitismo è cosa diversa dalla giudeofobia. In 60 anni di esistenza posso ben dire di non aver mai incontrato nessun antisemita che escludesse chicchessia dalla razza umana: una bella donna è tale quale che sia il colore della sua pelle o i suoi lineamente. Anzi in genere i diversi si attraggono. Ma evidentemente Pearl conosce lui direttamente persone che ritengono lo stesso Pearl, se è un ebreo, estraneo alla razza umana. Potrà essere Pearl una persona antipatica quanto si vuole, ma appunto perché antipatica facente parte della razza umana. Un cane o una gallina non sono “antipatici”. Se esistono siffatte persone che ritengono che gli ebrei non facciano parte della razza umana, sono casi patologici di cui per fortuna io non ho mai conosciuto nessun individuo. L’antisionismo è faccenda del tutto diversa. In breve, non si tratta di riconoscere Israele come nazione, ma al contrario di impedire che dei coloni possono genocidare la popolazione palestinese in nome di una ideologia folle e razzista come il sionista. Se lo vogliono, gli attuali israeliani ebrei e sionsiti, possono far rientrare nelle loro case tutti i palestinesi che hanno cacciato dai loro villaggi, risarcirli dei danni morale e materiali subiti, così come loro si son fatti profumatamente risarcire per l’«Olocausto», concedere eguali diritti, vivere tutti in pace e armonia, come pare riescano a fare in Sud Africa dopo l’apartheid. Ma sono ben certo che è per primo il signor Pearl a non volere ciò. Cosa vuole dunque? Il genocidio dei palestinesi? E vuole che noi gliene concediamo il diritto? Vuole spedirli come un fagotto in Giordania e negli stati arabi? E perché mai? E su quale base di diritto gli uni devono andare e gli altri li devono accogliere? Questa follia si chiama appunto sionismo! Essere antisionisti è un dovere per ogni persona sana di mente e di sani principi etici, politici, morali. Appunto ciò intendeva dire Ilan Pappe che si deve essere antisionisti se non si vuol essere antisemiti. Ammetter che il sionismo sia l’unico o il principale rappresentante dell’ebraismo, significa aver condannato definitivamente l’ebraismo ed il suoi universo da valori religiosi ed etici. Hitler non avrebbe saputo fare di più.]
Gli ebrei sono una nazione?
[Non lo sono affatto! Se lo fossero gli attuali ebrei residenti in Italia, Francia,, Germania,, USA, etc., dovrebbero spiegarci cosa stanno a fare in Italia, Francia, etc. e cosa dovremmo aspettarci da loro in caso di guerra con Israele, ahime fornita di arsenale atomico. No, gli ebrei non sono una nazione. Consiglio vivamente a Pearl la lettura di Shlomo Sand ovvero se lo ritiene di darci una confutazione critica di questo libro in modo tale da poterlo seguire nelle sue asserzioni, che allo stato restano del tutto infondate, delle assolute corbellerie.]
Alcuni filosofi direbbero che gli ebrei sono in primo luogo una nazione e in secondo luogo una religione.
[In quanto a religione il discorso diventa altro. Ritengo che l’antipatia che gli ebrei hanno avuto nel corso dei millenni sia una conseguenza della loro religione. Basta una superficiale lettura della Bibbia per capire quanto siano oggi improponibili i modelli di comportamento che vi si trovano. La grande innovazione del cristianesimo è stata di aver compreso che occorreva cambiare radicalmente registro. Cristianesimo ed ebraismo sono antitetici; l’uno è la negazione dell’altro. Ridurre il cristianesimo ad una setta dell’ebraismo significa aver messo Cristo in croce per una seconda volta. I cristiano sionisti dovrebbe meditare, se veramenete fossero cristiani, cosa di cui dubito.]
In effetti, la narrazione dell’Esodo e la visione dell’imminente viaggio verso il paese di Canaan
[gia! Per sterminare i cananei! E dillo, Pearl! Ma ti sbagli comunque, perché gli odierni immigrati russi o slavi orientali non hanno nulla a che fare con il mitico esodo biblico e nessuna mente sana di questa terra potrà giustificare la pulizia etnica dei palestinesi con le favole bibliche. Questa è autentica follia, ahimé, armata di bomba atomica. Ci si preoccupa di Ahmadinejad e del suo programma nicleare civile, me ntre i veri matti stanndo altrove, sono fra di noi, sono i nostri “amici”, e noi non ce ne accorgiamo!]
si sono impressi nella mente del popolo ebraico prima di aver ricevuto la Torà al monte Sinai.
[Un altro consiglio di lettura: Rabkin, dove si documenta come il sionismo abbia poco a che fare con l’ortodossia religiosa ebraica. Il sionismo è dal punto di vista religioso una corruzione dell’ebraismo. Ripeto: se si vuole definitivamente seppellire l’ebraismo, basta accettare la tesi dell’equivalenza fra sionismo ed ebraismo. Le conseguenze vengono da sole.]
Ma a parte la filosofia, la salda convinzione nel loro futuro rimpatrio nel luogo di nascita della loro storia è stata il motore che ha alimentato la perseveranza e la speranza ebraica durante il turbolento viaggio cominciato con l’espulsione da parte dei romani nel 70 AD.
[Assolute corbellerie prive di qualsiasi fondamento. Ogni persona sana di mente e di appena modesta cultura non può che dissociarsi da simili aberrazioni mentali ed etico-politiche. Le vittime della pulizia etnica del 1948 ci chiedono ancora giustizia ed è nostro dovere di uomini del XXI secolo concederla loro. Nell’epoca della comunicazione globale non si può più dir di non sapere ed ognuno di noi è gravato della sue responsabilità.]
Cosa ancora più importante, non la religione, ma la storia condivisa è oggi la più importante forza unitaria che sta alla base della secolare, multietnica società di Israele.
[Quale storia? Quella immaginaria che ti sei inventata atuo uso e consumo? Condivisa da chi? Da me e da te? O vuoi semplicemente dire che io debba accedere alle tue corbellerie? Quanto poi alla multietnicità di Israele si tratta di capire cosa si intende: se la multietnicità della schiuma immigrata da ogni angolo del mondo sotto l’insegna labile dell’ebraismo o se si tratta delle multietnicità dell’apartheid, dei muri divisori e simili.]
La maggioranza dei suoi membri non osserva leggi religiose e non crede in una supervisione divina o nella vita dopo la morte.
[E dunque hanno ragione i critici giudaici del sionismo, i quali dicono che il sionismo non ha niente a che fare con il giudaismo religioso? E se l’ebraicità non è data dall’unico vincolo religioso, da cosa allora? Dal DNA? Ma quale DNA? Quello kazaro, russo, polacco, abissino? Mi sembra che nel signor Pearl ci sia contraddizione con quanto ha detto sopra circa la Torà sinaitica.]
La stessa cosa si applica all’ebraismo americano, che è in gran maggior parte laico. Sentirsi identificati in un comune ethos storico
[e che sarà mai un “ethos storico”? Una fandonia che tutti si sono messi in testa in modo da costituire un “ethos storico”? E se qualcuno si volesse mettere in testa di voler ricostituire l’Impero Romano o quello persiano? O di ripristinare le civiltà precolombiane cacciando dall’America tutti gli invasori europei? Questa è autentica follia che però ammette la matrice non propriamente religioso-giudaico, bensì sionista-razzista. Forse vi è troppa identificazione fra lo sterminio degli indiani per i quali nessuno ha mai chiesto il conto ai coloni americani, la cui componente antropologica era certamente multietnica racchiudendo in sé la schiuma fuggita dall’Europa per i più disparati motivi, per il fanatismo religioso o semplicemente per scampare da condanne penali. Questo è l’alto lignaggio nobiliare degli americani, che oggi pretendono di portarci la libertà, magari sgozzando gli arabi o asportandone gli organi,]
culminante nel ristabilimento dello Stato d’Israele, costituisce il legame centrale della collettività ebraica in America.
Naturalmente ci sono anche ebrei che sono non-sionisti o addirittura anti-sionisti. Il movimento ultra-ortodosso di Neturei Karta e il movimento di sinistra di Noam Chomsky sono esempi notevoli. Il primo rigetta ogni tentativo terreno di interferire con il piano messianico di Dio, mentre il secondo detesta tutte le forme di nazionalismo, soprattutto quelle che hanno successo.
Ci sono anche ebrei che trovano difficile difendere la loro identità contro la crescente perversità della propaganda anti-israeliana, e alla fine nascondono, rinnegano o denunciano le loro radici storiche in cambio di riconoscimento sociale e altri vantaggi.
Ma queste, nel migliore dei casi, sono minoranze marginali: i tessuti vitali dell’identità ebraica oggi si nutrono della storia ebraica e dei suoi naturali derivati: lo Stato d’Israele, la sua lotta per la sopravvivenza, le sue conquiste culturali e scientifiche, la sua instancabile ricerca della pace.
[Il mito storico è appunto un mito. Quanto alla ricerca della pace è un’assoluta ipocrisia. La pace che cercano i sionisti è quella dei cimiteri o delle fosse comuni o di piombo fuso o del fosforo. Quanto al “successo” è anche questo un mito tutto americano, governato da “sogni”, fondamento della psiche alienata di tanti poveri disgraziati che massacrano altri disgraziati per inseguire il loro “sogno”.]
Secondo questa comprensione della nazionalità ebraica, l’antisionismo è per molti aspetti più pericoloso dell’antisemitismo.
Per prima cosa, l’antisionismo prende di mira la parte più vulnerabile del popolo ebraico, cioè la popolazione ebraica di Israele, la cui sicurezza fisica e dignità personale dipendono in modo cruciale dal mantenimento della sovranità israeliana.
[A spese di chi e con quale diritto? Un diritto religioso o un diritto storico quanto mai fantasioso e discutibile? Qui il sionismo non sa decidersi se vuole scegliere il suo fondamento nella religione della Torah o nel mito storico? Di certo vi è che il sionismo politico e lo stato di Israele sono nati dalla dissoluzione dell’Impero ottomano e dai calcoli utilitaristici delle ultime potenze coloniali, nel cui ruolo succedono gli USA, che secondo taluni analisti dovrebbero incominciare a dissolversi già dal 2010. Quel che è certo è che dietro la fortuna storica israeliana, dietro il suo successo, vi sono gli USA e il contribuentre americano. Fino a quando? Mearheimer e Walt hanno già cominciato ad allertare gli americano non sionisti o cristiano sionisti circa gli effettivi interessi americani in politica estera? Inimicarsi tutto il mondo, non solo musulamano, per gli interessi di un pugno di coloni che sbeffeggiano il presidente in carica Obama? Mah! Smettiamo qui di seguire le perle sioniste.]
Detto brutalmente, il progetto antisionista di farla finita con Israele condanna cinque milioni e mezzo di esseri umani, in maggior parte profughi o figli di profughi, a vivere eternamente privi di difesa in una regione in cui i progetti genocidi non sono rari.
[Bella questa! La pulizia etnica l’hanno fatta i coloni venuti da fuori sulla pelle degli indigeni palestinesi. Non il contrario. Ci può maggiore impudenza e oltraggio alla verita “storica” dei fatti non del terzo millennio avanti Cristo, ma del XX secolo e degli anni nostri? La storia è qui una libera invenzione non soggetta a verifica alcuna. Qui ognuno può inventarsi la sua favola, sbizzarirsi con i suoi sogni pretendendo perfino che gli altri ci credano, magari anche quelli che nel sogno vengono sgozzati e devono pure stare contenti di venire sgozzati a maggior gloria del Geova sionista.]
In secondo luogo, la società moderna ha sviluppato anticorpi contro l’antisemitismo, ma non contro l’antisionismo. Oggi gli stereotipi antisemiti provocano repulsione nella maggior parte delle persone di coscienza, mentre la retorica antisionista ha ottenuto un marchio di nobiltà accademica e di accettazione sociale in certi estremisti e loquaci circoli dell’università americana e dell’elite mediatica. L’antisionismo si traveste sotto il mantello del dibattito politico, si esonera dalle sensibilità e dalle norme di civiltà che regolano il discorso inter-religioso per attaccare i simboli più cari dell’identità ebraica.
[Costui blatera di cose di cui non ha la minima cognizione e si contraddice dopo poche frasi, tirando ora in ballo la religione per negarla con la laicità ed ora la storia dove fantastica di un’identità di epoca remote mai esistita o appena esistita su fondamenti unicamenti religiosi. La logica è qui un optional del tutto trascurabile.]

Infine, la retorica antisionista è una pugnalata alla schiena del campo della pace, che in massima parte sostiene la soluzione dei due stati. E dà anche credito ai nemici della coesistenza, i quali chiedono che l’eliminazione finale di Israele entri nell’agenda segreta di ogni palestinese.
E’ l’antisionismo dunque, non l’antisemitismo, che costituisce la più pericolosa minaccia per le vite umane, per la giustizia storica e per gli sforzi di pace in Medio Oriente.
[Il riferimento alla pace, ai due stati, etc. non poteva essere più ipocrita. Se davvero il signor Pearl che qualcuno possa prendere sul serio le sue parole, sta semplicemente sognando. Altre ideologie del XX secolo, pur condannate, hanno in effetti dimostrato un maggior senso di giustizia e di umanità di quanto se ne possa cogliere in questi deliri sionisti.]
(Los Angeles Time, 15 marzo 2009 - trad. www.ilvangelo-israele.it)

Quasi certamente in Italia nessuno ha mai visto un “evangelico” e non saprebbe spiegare cosa sia e quali siano i suoi fondamenti teologico-dottrinali. In America, terra di grandi libertà, chiunque che senta di avere un poco di carisma si può improvvisare leader religioso e mettere su una propria chiesa. Si possono trovare le cose più assurde, atte a suscitare il riso e ad allontare ogni persona di buon senso dalla devozione religiosa, almeno quella istituzionalità in sette e da guru che prosperano sulla dabbenaggine altrui. È da notare nel testo che abbiamo sopra commentato e demolito come manchi il benché minimo accenno alla condizione e alla sorte dei palestinesi. È una omissione che denota disumanità e boria tutta razzista. Che Dio abbia pietà di costoro, se è ancora lecito nel nostro mondo invocare l’idea e il concetto di Dio, una mera costruzione del nostro intelletto, secondo alcuni filosofi, ma che tuttavia incarna quella perfezione, giustizia, pietà che noi possediamo solo in misura assai scarsa e quando non soggiace alla nostra avidità.

2. L’«intimidazione» come fondamento dottrinale in sette ereticali cristiano-sioniste. – Se si clicca sul link si trova – sullo stesso sito cristiano-sionista da cui è riportato il testo di Judea Pearl sopra criticato – un articolo di nessun valore né storico né teologico, dove però viene data una sintetica spiegazione di cosa è il sionismo cristiano. A chi ha ricevuto educazione cattolica riescono quanto mai strampalate e perfino ridicole se non fossero mostruosamente tragiche rappresentazioni “profetiche” (ma sono dei ciarlatani probabilmente in malafede) secondo cui favorendo il ritorno in Israele degli ebrei si preparerebbe il ritorno di Cristo, come a dire ammazzate i palestinesi che all’odor di tanto sangue Gesù Cristo si risveglia e torna finalmente sulla terra. Scempiaggini assolute a cui per fortuna è immune ogni persona di comune buon senso. Naturalmente, i cololi sionisti sono ben contenti di avere al loro servizio così utili idioti, le cui pressioni si aggiungono a quelle della Israel lobby per orientare la politica estera americana. Un analista russo fa ben altre profezie: il rapido declino della superpotenza USA che addirittura porterebbe alla secessione dando vita a cinque agglomerazioni statuali. Tra le cause del declino imminente è indicata anche una dissennata politica estera americana che ha prodotto in tutto il mondo guerre di ogni genere, colpi di stato, genocidi, violazione di quegli stessi diritti umani di cui si si fa portabandiera quando ciò occorre per destabilizzare giganti demografici come la Cina. E non possiamo non pensare alla dissennata politica americana in Palestina. Questa politica è in larga parte spiegabile con l’influenza della Israel Lobby su tutte le istituzioni politiche statunitensi, ma ma un ruolo non piccolo esercitano anche i 70 milioni di evangelici che potrebbero condividere assurde concezione cristiano-sionsite posizioni, incompatibili con il messaggio antiebraico di Cristo, che non morì di raffreddore. Non è questa la sede per illustrare come cristianesimo ed ebraismo siano stati per 2000 anni del tutto incompatibili. Basti raffrontare un testo vetero-testamentario dove si legge «Ama il tuo prossimo e odia il tuo nemico» (Lev. 19,18) [E dunque chi odia chi?] con l’evangelico: «Amate i vostri nemici» (Matteo 5, 43-44) per rendersi conto di come un cristianesimo luterano-protestante sia potuto cadere in mano “diaboliche”, stravolgendo la “novità” della rivoluzione di Cristo. Ma veniamo all’occasione che ha ispirato questo paragrafo e sulla quale si vuole richiamare l’attenzione. Il testo di cui al link appare su un organo del sionismo cristiano, estremamente marginale ed ignoto a tutti gli italiani eccetto me che ne parlo per ragioni di studio, vuole dunque spiegare cosa è il sionismo cristiano. Verso la fine del testo si accenna al ruolo criminale svolto da Wingate. Costui, notano i cristiano-sionisti, che aspettano la seconda venuta del Cristo, si inserisce in questo disegno divino per aver insegnato ai coloni occupanti ebrei la giusta tecnica militare ed aver così costituito il corpo di ogni dottrina militare oggi certamente praticata dall’esercito israeliano. Su cosa basata? Sul testo del Vangelo di Matteo? Nossignore! Sull’«intimidazione»!

Il generale di divisione Orde Wingate, un ufficiale britannico del servizio segreto operante nel territorio mandatario della Palestina, rischiò la sua carriera militare addestrando in segreto degli speciali "squadroni della notte" (il Palmach) per compiere incursioni contro gli squadroni d'assalto arabi e impedire così di fare attacchi contro lo Yishuv (comunità ebraica). Ispirandosi a figure bibliche come Davide e Gedeone, Wingate contribuì a formare il nucleo delle dottrine militari israeliane: intimidazione e autonoma iniziativa.
La storia del ritorno degli ebrei nella terra d'Israele è piena di esempi di cristiani che, avvertendo il significato profetico del ritorno degli esuli ebrei e della rinascita d'Israele, giocarono un ruolo significativo nella crescita del sogno sionistico. Persuadendo persone politiche che occupavano posizioni chiave, esercitarono influsso su avvenimenti politici di importanza storica, salvarono Ebrei dallo sterminio e favorirono la sicurezza e la prosperità del moderno Stato d'Israele.

(da "International Christian Embassy Jerusalem")
Capite? O è necessario che mi diffonda per spiegare l’impostura, sionista-ebraica per un verso, ma sedicente cristiana per l’altro. In effetti, andando a cercare con diligenza fra le diverse migliaia di pagine dell’archivio “Notizie su Israele” non trovo mai la benché minima comprensione per le vittime della spada di Davide, preparatrice della seconda venuta del Cristo. Si direbbe perfino che le povere vittime palestinesi, da sempre residenti in loco, non siano neppure degne della spada che le uccide, dei carri armati che demoliscono le loro case, del fosforo e della altre diavolerie mortifere che vengano sperimentate per la prima volta sui poveri goym, rei di non voler sgombrare le loro case e i loro villaggi. Noi pur essendo cattolici battezzati e quinid canonicamente membri della Chiesa, non ci professiamo cristiani, ma concedendo il beneficio del dubbio osserviamo che se per davvero il messaggio cristiano dovesse essere quello dei cristiano-sionisti, allora rimpiangiamo con tutto il cuore gli dei antichi, greci e romani, che popolavano le nostre valli, che erano sui monti, nei laghi, nelle grotte, negli alberi, nei fiumi, nel mare. È stato davvero un progresso il passaggio dalla autentica tolleranza politeista, a religiosità diffusa e molteplici, ad una religione monoteista nel cui nome si uccidono e massacrano vittime innocenti?

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