martedì 15 settembre 2009

Giornalisti di parte: 66. Maurizio Molinari ed il suo stile che fora il video.

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Di Maurizio Molinari non ho mai avvertito il fascino né la profonda cultura, come pretende la voce che in apertura si sente al seguente link. La “voce” mi induce a redigere la scheda che avevo in mente da tempo con almeno tre notazioni in premessa. Il nome di Maurizio Molinari è stato da me trovato nel volume sul B’naï B’rith di E. Rathier, al quale rinvio. Una seconda volta sono stato “forato” da Maurizio Molinari con il suo stile pseudo oggettivo e neutro, quando parlando del libro di Mearheimer e Walt comunicava in un passaggio televisivo che questo fondamentale e documentatissimo libro sarebbe stato “demolito”. E da chi? Presumo intendesse riferirsi ad Alan Dershowitz, che in effetti scrisse un libello, da poco tradotto in italiano. Un’autentica schifezza di nessun valore scientifico, dove proprio non si demolisce nulla, ma che serve solo a far dire ad un Molinari che un simile libro avrebbe demolito quello di Mearsheimer e Walt. Chi non conosce direttamente né il libro di Mearheimer e Walt, La Israel lobby e la politica estera americana, né l’altro di Dershowitz, il quale ha il titolo programma: Processo ai nemici di Israele, potrebbe essere indotto dalla voce che fora e inganna di Molinari che effettivamente i due politologi americani abbiano scritto delle sciocchezze. Sono invece sciocchezze, per non usare termini più pesanti, sono quelle di Dershowitz e di Molinari che gli regge il sacco in pregiudizio e danno degli sprovveduti, che non sanno e sono troppo pigri o indaffarati per andare a leggere o sentire con le loro orecchie. La terza uscita del nome Molinari è l’elogio della voce e la sua presenza al convegno dei sionisti di Italia-Israele.

Vers. 1.0/18.9.09
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Sommario: 1. L’intervento di Molinari su “Israele negli USA” in un convegno di “Italia-Israele”. – 2. Il subdolo che insinua. –

1. L’intervento di Molinari su Israele negli Usa in un convegno di “Italia-Israele”. – L’intervento è di una parzialità estrema che conferma la natura e la funzione del giornalista. La sua confutazione non ritengo valga il tempo occorrente per farlo. Le solite acritiche e autoreferenziali banalità che dovrebbero essere informazione oggettiva per tutti. Costoro sono soltanto “fra di loro” e ragionano secondo i loro interessi, i loro obiettivi, i loro pregiudizi che vorrebbero tanto diventassero anche i nostri. Ed è tutta qui la loro pericolosità da non sottovalutare: hanno la proprietà dei mezzi di comunicazione e fra di loro hanno una solidarietà ed una complicità che supera di gran lunga quella di tutti gli altri gruppi sociali. Per questo non è improprio parlare di una cittadinanza ebraica all’interno delle diaspore che si aggiunge a quella Israele, ottenibile a semplice richiesta, e quella di cui dispongono nei singoli stati ex leggi successive alla rivoluzione francese estese a tutti i paesi del mondo sorti sul modello dello stato di diritto. Il problema e serio. Mentre scrivo queste righe ascolto quella che dovrebbe essere una relazione scientifica di Molinari, che rivela qui tutta la sua inconsistenza: è una cosa quando riferisce cose che succedono in America, e le riferisce mettendoci ad esempio un “demolito”, cioè facendo informazione faziosa e di parte nell’apparenza di una oggettività e imparzialità: altra cosa quando deve attingere alla farina del suo sacco per fare l’interprete e l’analista di ciò che succede nel mondo o si tratta addirittura di dare un’interpretazione storico-filosofica del Novecento. Questo Molinari è davvero penoso, ma fortunatamente non è “nostro”, ma è tutto “loro”: che se lo tengano ben stretto!

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2. Il subdolo che insinua. – Lo stile ci è ormai chiaro. Con l’apparenza di un’informazione asettica il sionista Molinari ci dice che dobbiamo armarci contro l’Iran, colpevole di essere in procinto di dotarsi di quegli armamenti atomici che Israele già possiede per diretto pronunciamento di Jahvè.

3. Il “nervosismo” di Maurizio. – È da chiedersi di quali sofisticati sensori Maurizio Molinari disponga per ercepire il “nervosismo” di Ahmadinejad di cui al link. È la stessa tecnica che ho notato la prima volta, quando in un passaggio televisivo Maurizio annunciava in modo subliminare che il volume di Mearheimer e Walt sarebbe stato “demolito”, negli USA da dove lui professionalmente inviava i suoi servizi. In effetti, non potendo sapere di cosa si trattasse, in cosa consistesse questa “demolizione” anche io mi trovavo disarmato. Quando poi quest’opera demolitoria per la penna e la persona di Dershowitz è sbarcata in Italia, allora ho capito il miserabile gioco di Maurizio, un gioco che si conferma in tutta la sua attivitò giornalistica. Il “nervosismo” di Ahmadinejad fa il paio con la “demolizione” messa in atto dal suo correligionario, colobbista, Dershowitz.

4. A Maurizio dispiace. – Dal tono sembrerebbe un’informazione obiettiva e spassionata, ma conoscendo Maurizio come ormai noi lo conosciamo siamo in grado di cogliere il retropensiero abilmente nascosto. Ciò che Geddafi e Chavez hanno in mente è perfettamente comprensibile e plausibile. Se la politica “occidentale” non fosse rimasta coloniale e imperialista, con anina sionista, avrebbe potuto essere ben diversa la politica estera dell’Europa, che ormai è un’appendice di chi la sottomise e corruppe.

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