domenica 13 settembre 2009

Razzisti: Loci selecta di ordinario razzismo ebraico-sionista

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Materiali per un’ambientazione moderna dell’Inferno dantesco: assassini - delatori - fiancheggiatori - infami - ipocriti - mentitori - razzisti - scellerati -

Nel periodo di massima tensione dell’Operazione Piombo Fuso restando letteramente sconcertato per la divaricazione rispetto a correnti giudizi morali mi è venuto in mente di raccogliere in una sorta di girone dantesco le figure etico-morali che erano in stridente contrasto con la mia sensibilità morale. Sono ben conscio della relatività dei giudizi morali. Un assassino, un ladro, un infame, un ipocrita, ecc., può benissimo non sentirsi e addirittura ritenere che siano gli altri assassini, ladri, infami, ipocriti, ecc. Non se ne uscirebbe fuori nel voler cercare oggettività davanti ad un giudice in pratica inesistente. Vale la pena ricordare la posizione di Trasimaco nei Dialoghi platonici: il diritto è sempre il diritto del più forte e così anche i suoi giudizi morali sono quelli che si impongono con un Tribunale di guerra dove il vincitore pretende di giudicare non solo il vinto, ma anche i suoi figli ed i figli dei suoi figli. Sembra un’esagerazione, ma è la realtà dei nostri tempi, dove tutti noi che non eravamo ancora nati quando la guerrà finì nel 1945 ci troviamo a sentirne ancora tutto il peso delle conseguenze. Quanto al tema del “razzismo” che viene comunemente assegnato alla prima metà del Novecento poco si riflette che esso è una forma mentale che non ha particolari periodizzazioni. Se poi si vanno ad analizzare i testi religiosi ebraici, per non parlare della specifica letteratura sionista che dell’ebraismo pretende di essere espressione somma, si trovano innumerevoli esempi di quello che ormai noi definiamo razzismo. Gli esegeti biblici possono ben fare acrobazie concettuali per convincerci che la distinzione fra popolo “eletto” e “non eletto” non sia in sé intrinsecamente razzista, già difficile da sostenere ai tempi della redazione dei testi giudaici. In questo post raccoglieremo tutti quei luoghi dove a nostro avviso si hanno documentazione indubbie di razzismo, a prescindere che i loro ideatori ne siano o non siano consapevoli.

1. Poveri tedeschi! Non si smetterà mai di vituperarli. – Un caso analogo a quello di cui al link mi è capitato di sperimentarlo in uno dei tanti convegni di celebrazione della ricorrenza delle leggi razziali, per le quali si possono qui fare per cenni diverse considerazioni. Intanto, in Tel Aviv, capitale mondiale del senso morale, vigono leggi discriminatrici che non hanno nulla proprio nulla da invidiare alle leggi di Normberga del 1935 o a quelle italiane del 1938, per le quali possono classificarsi tre diverse ipotesi interpretative: a) la categoria metafisica del male, per cui da una parte vi sono i cattivi e dall’altra i buoni. Inutile dire chi sono i buoni e chi sono i cattivi; b) per la legislazione fascista del 1938 viene spesso chiamata in causa l’influenza del nazismo sul fascismo, già nel 1938; c) la rivelazione della guerra civile spagnola, alla quale il fascismo non voleva partecipare. Durante questa fase il fascismo si accorge però del lavorìo del sionismo o della rete delle associazioni ebraiche, che già durante la guerra russo-giapponese con la finanza ebraica, assolutamente politicizzata, giocò un ruolo determinante. Ritengo che l’ipotesi c sia quella corrispondente al vero, ma non è questa la sede per argomentarne. Il caso a cui alludo è quello di un anziano signore, ebreo, mobilitato per andare in giro a dire che gli «italiani non sono brava gente», ignorando l’implicito razzismo di questo cliché, quasi che gli israliani che anche di recente hanno massacrati gli internati del Lager di Gaza brava gente lo siano certamente loro. I tedeschi – vedi link – sono poi quelli che più pesantemente hanno subito il peso della sconfitta. Per essa sono destinati all’insulto permanente, da parte dei figli di David, che assaporano i frutti della vittoria per le armi americane, dove in fatto di razzismo qualche tradizione la possiedono.

2. La equiparazione di sionismo e razzismo. – Non è da spiegare perché il 10 novembre 1975 l’Assemblea delle Nazioni Unite adottò la risoluzione n. 3379 con la quale si affermava che il sionismo è una forma di razzismo. È se mai da spiegare come non vi sia giunta prima e perché mai e come nel 1991 questa risoluzione sarebbe stata revocata, salvo poi riaffacciarsi nel 2001 a Durban I ed essere rimasta forse implicita in Durban II. È da spiegare per quali condizionamenti si è giunti all’intervento, infelice e tragico, del 1948 sulla materia palestinese. Allora l’ONU era strettamente dipendente dai vincitori della guerra. Con il tempo e l’ingresso degli stati che si liberavano dal colonialismo l’ONU acquistava in rappresentatività, ma subiva le pressioni e le reprimende del padrone USA, che oggi vuole sostituire l’ONU con una più docile Lega della Democrazie. Almeno così si dice. Quanto poi alla pretesa che l’acquisto di terre – sappiamo in qual modo fraudolento – possa poi significare un esproprio di sovranità è una vera e propria mostruosità, che ignora la classica ripartizione fra diritto pubblico e diritto privato. Se compro un terreno in qualsiasi parte del mondo, non ho comprato la sovranità su quel terreno, magari con il diritto di commettere omicidi che dovrebbero restare impuniti invocando il diritto di sovranità e l’extraterritorialità del mio terreno. È un’assoluta barbarie giuridica, ma il «Corretto Articolista» sostiene una tesi simile. È ridicola la pretesa di un opinabile diritto sulla Palestina sulla base di un non meno opinabile legame con il territorio, già abitato – per davvero – da tempo immemorabile dai legittimi residenti. La presenza sionista in Palestina non aveva nessun diritto di essere accettata, ma aveva tutti i presupposti per essere rifiutata e respinta. Non vi è nessun motivo per il quale gli stati arabi avrebbe dovuto accettare una spartizione del loro territorio con coloni non desiderati e truffaldini oltre che razzisti. La ricostruzione storica del giovane sionsita è non pertinente alla questione di diritto. Che poi l’entità sionista sia sempre stata legata all’Occidente dimostra la sua natura coloniale. Le ragioni della forza non corrispondono necessariamente alle ragioni del diritto e della giustizia. Nel caso del sionismo non hanno mai conciso. Il giovano sembra ignorare tutto della pulizia etnicz del 1948. Questo capitolo non esiste nei suoi libri di scuola. Da notare l’espressione: “territori”, dove è caduto sia “occupati” sia “contesi”. L’espressione “territori” è così privata di ogni senso storico, politico, linguistico, logico, etico. È la tipica onestà intellettuale degli agenti sionisti incaricati della propaganda all’estero. Ci chiediamo quale sia la paternità di così grossolane affermazioni. Vanno attribuite ad un giovane ebreo nato nel 1983: eccone la biografia. Penso abbia una triplice cittadinanza: ebraica, italiana, israeliana. Castronerie a parte, è certamente interessante apprendere alla fonte come pensa e cosa pensa un giovane ebreo sionista. Per questo leggiamo il suo pezzo fino alla fine. Sorvolo sulle ricostruzione storiche da scuola media inferiore. L’identificazione di Israele con uno stato coloniale e imperialista è del tutto esatta ed è stata in effetti riconosciuta da un gran numero di Stati già nel 1975, malgrado ciò non piaccia comprensibilmente ai diretti interessati, che pensano razzisticamente di poter ignorare le valutazioni da parte di stati e popoli storicamente vittime del razzismo. Patetico. Leggo adesso l’anno di nascita: 1983. È un ragazzo di anni 26. Ci fermiamo nel commento, ma leggiamo però il testo allo scopo di trarre una documentazione riguardo il modo di pensare della gioventù ebraica. Mi chiedo se i consueti commenti anonimi di “Informazione Corretta” non siano redatti da questa mano. Si spiegherebbero meglio le enormità quotidiane. Tuttavia, per ricostruire l’ambiente di questo giovane sono utili i seguenti links che ci ha restituito il motore di ricerca: a) Adei-wizo, cioè la siglia di una “Associazione Donne Ebree d’Italia”, che si aggiunge alla galassia delle organizzioni ebraiche; si blatera d “nuovo antisemitismo” ed è utile apprendere della presenza dei soliti noti: Fiamma Nirenstein, Magdi Allam, ma anche Maurizio Molinari, Danile Scalise, federico Stenhaus e Marco Paganoni. Da ridere sugli addetti ai lavori. I morti sono tutti finti. Sono comparse cinematografiche. E magari pure i profughi palestinesi. Gli italiani ad opera dei loro concittadini israeliani ed ebrei al tempo stesso si dovrebbero convincere grazie ad una “corretta informazione” di ciò che ci è concesso sapere e più non domandare. Non mancano le istigazioni all’odio verso l’Islam: una colonna portante della propaganda israeliana. Le equiparazione fra Islam e nazismo a fronte di quelle non concesse fra sionismo e nazismo: l’equiparazione che faccio io va bene, quella che fai tu no!. Si ricordi la vicende estiva dell’Ucoi, quando per questa equiparazione si mosse Giuliano Amato che voleva far passare tutti gli islamici sotto la forca caudina di una “carta dei valori” magari redatta dai nostri amici. È da chiedersi se costoro credono loro per primi alle scempiaggini che dicono o se il loro piano è quelle di farle credere a noi. I neofiti convertiti sono poi peggiori della peste: dio ci scampi! La nuova storiografica riveduta e corretta ormai insegna che Gesù Cristo è in relatà morto di raffreddore. Della Palestina – loro sì – vogliono cancellare non solo il nome, i villaggi, come hanno già fatto, ma anche il ricordo del nome. È da chiedersi in forma nuova: ma se gli ebrei in Palestina o come loro dicono Israele non fanno altro che difendersi, i palestinesi cosa fanno invece? Si danno ancora la pena di vivere. Non si decidono a morire ed a togliere il disturbo. Ormai si possono elencare i topoi della propagandanda israeliana sempre ricorrenti: antisemitismo; Israele che si difende; gli arabi che odiano gratuitamente e non capiscono che sono loro stessi causa del loro male; la barriera difensiva; e simili. Questi Ebrei che sono gli eterni incompresi di tutti i popoli della storia che non capiscono quale onore possiedono nell’ospitare eternamente fra di loro gli eletti di dio, i superaccomandati. Le conclusione dell’ebreo Lazare secondo cui l’antisemitismo ha negli stessi ebrei la sua causa principale è un dubbio che mai sfiora la mente degli Eletti Razzisti. Non sono la nostra «spina», ma la nostra «salvezza» e noi di dura cervice proprio non riusciamo a capirlo, o meglio in almeno tremila anni non lo hanno capito nessun dei popoli che hanno avuto a che fare con ebrei. L’elenco delle esecrabili persecuzioni ed espulsioni è lunghissimo e di difficile compilazione. Almeno i diretti interessati fossero loro capaci di darci una spiegazione! Invece, fanno andare in galera chi si prova a spiegare qualcosa. E se neppure oggi non ne volessimo sapere di venire “salvati” dagli ebrei? Magari salvati come i palestinesi di Piombo Fuso... E meno male che non hanno usato la bomba atomica. La possiedono! «Tutto l’Occidente è gli Ebrei e massimamente l’Occidente è Israele!» Ed ancora: «È quanto mai necessario agire sull’informazione, che è il bene strategico per eccellenza…». Penso alle pagliette d’Italia e mi tocco le parti basse. Non oteva mancare la registrazione su Radio Radicale: siamo al 2-4 marzo 2007. Bello! Maurizio Molinari, di cui si tesse l’elogio ebraico. b)

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