Vers. 1.3
al 28.12.08
Sommario: A. Alleggerito da Madoff, il Centro Wiesenthal bussa a danari per piani criminali. di delegittimazione della resistenza dei popoli aggrediti. – B. Al posto dei tg una corrispondenza in tempo reale sull’eccidio di Gaza. – C. Mobilitazioni di piazza per il popolo palestinese che muore. – D. “Gaza Vivrà” in versi e musiche di Joe Fallisi. – E. Guerra ideologica con Fiamma Nirenstein in “Fare notizia”. – F. «Andate a fare in culo»: da Gaza un saluto di Vittorio Arrigoni ai tg nazionali. – G. Commenti e riflessioni sull’informazione di regime. – H. Selezione di notizie internet. – I. Riti ebraici di sangue: 1. Cronache di ordinario macello. – 2. Come gli assassini pensano e vedono il mondo. –
Alleggerito da Madoff, il Centro Wiesenthal bussa a danari per piani criminali di delegittimazione della resistenza dei popoli aggrediti
Diamo qui autonoma evidenza ad un capitolo del nostro Monitoraggio di una nuova iniziativa mediatica sionista, propagandisticamente e falsamente denominata «In difesa di Israele», che si caratterizza diversamente da «Informazione (S)corretta» o «(Dis)Honest Reporting Italia».
5. Il “terrorismo suicida” in una folle campagna del Centro Wiesenthal. – Estraggo alcuni brani del testo pubblicato in «Italia ebraica». Diventa sempre più chiaro il modo di funzionamento delle forme di pressione e di condizionamento adottate dal Centro e dalla Diaspora del sionismo. L’ordine parte da Tel Aviv. In questo caso occorre preparare l’invasione di Gaza, addomesticando l’opinione internazionale attraverso tutte le migliaia di uomini sparsi nei media. La loro azione è quella di dare copertura ai politici presenti nelle istituzionii. Sulla base delle notizie che appaiono, essi possono dire di rappresentare l’opinione pubblica. Quindi vengono elaborate mozioni che verranno firmate anche da persone non strettamente legate alla lobby, ma che non trovano controforze e contromovimenti che possano dissuaderli da un gesto o da una firma da cui non hanno un immediato tornaconto politico ma neppure danni politici. Nel libro di Mearsheimer e Walt alcuni deputati hanno così spiegato la loro acquiescienza: questi spingono e mi offrono qualche vantaggio, ma dall’altra parte non vi è nessuno che si oppone e protesta, quindi faccio presto a tirare le somme. In questo caso la partita in gioco il massacro natalizio di un milione e mezzo di persone ed il definitivo genocidio dei palestinesi, perfettamente assimilati ai biblici cananei o agli Indiani d’America, erano allo sbarco dei Padri Pellegrini cinque milioni: ne rimasero 300.000! Il testo che segue in traduzione italiana proviene dal Centro Simone Wiesenthal e così recita:
Caro Davide,Quanto abbiamo sopra letto e commentato è per noi incredibile, ma circola nella rete e trova certamente i suoi sodali. Quanti siano, chi siano, cosa riescano a determinare non lo sappiamo. Cosa in noi hanno determinato ben lo sappiamo: disgusto, ira, indignazione, determinazione ad ogni legittimo contrasto e dissenso, dissociazione, riprovazione, condanna morale.[o si chiamano tutti Davide, o questo Davide è sempre lo stesso che compare dappertutto]
Dalla carneficina in India ad opera di jihadisti islamisti che ha colpito innocenti indù, cristiani ed una casa di preghiera e fratellanza ebraica, all’assassinio del primo ministro pakistano Benazir Bhutto, alle bombe che colpiscono persone innocenti negli autobus e nei supermercati in Israele, alle migliaia di persone morte e ferite nelle stazioni dei treni, nei caffè, negli aerei, negli hotels e nei posti pubblici in Europa, Africa ed in tutto il mondo... gli orrori del terrorismo suicida continuano costantemente![Un bel calderone dove viene mescolato di tutto, ma dove soprattutto in questa storia viene occultata la responsabilità di israele e del sionismo, che resta il maggior criminale che al presente continua nei suoi crimine, osando perfino chiedere copertura internazionale e mediatica. Da qui l’affannarsi per un verso a mailing list come quella in oggetto e per l’altro a far chiudere siti, blogs, voci che si alzano per smacherare la menzogna e l’impostura. Infine, il “suicida” merita rispetto, perché sconta la sua pena prima ancora di venir condannato e perché siamo noi in debito con lui, dovendo comprendere le ragioni del suo tragico gesto, non potendo certo apprenderle nei media filoisraeliani o dal ministro degli esteri in Italia pro tempore, il sionista Franco Frattini.]
Le Nazioni Unite devono finalmente agire![A fare che? Ad autorizzarvi il genocidio della popolazione di Gaza? Le Nazioni Unite che avete chiuso in una prigione/cesso nella persona del suo Reporteur Falk? Tanta impudenza è possibile solo nel popolo di Madoff! Questi ipocriti che disattendono oltre 70 risoluzioni Onu di condanna e che solo con un inganno hanno ottenuto dall’Onu nel 1948 la spartizione della Palestina ed un riconoscimento invalido pretendono che l’Onu faccia ciò che loro dicono, per potenza lobbistica. Se oggi costoro indispongono tanto quelli che loro chiamano i “giusti”, è giocoforza pensare che in passato non fossero infondate le antipatie che gli ebrei avevano suscitato presso i più disparati popoli in ogni epoca. Qualcosa in loro che suscita antipatia deve pure esserci. Non è possibile che siano in colpa sempre tutti gli altri. Gaza che è assai peggio di Auschwitz qualcosa dovrebbe cominciare ad insegnare a chi non vuol restare cieco e complice.]Mentre vengono convocate sessioni speciali frequentemente alle Nazioni Unite per affrontare questioni cruciali, come il disarmo, l’apartheid,[quello che è rimasto in Israele, ancora più grave di quello storicamente esistito in Sud Africa, secondo quanto dice il vescovo anglicano di quel paese, nocné premio Nobel per la pace, Desmond Tutu, regolarmente diffamato dai «(S)corretti Informatori». Bella faccia tosta! Ritornano di incredibile attualità le pagine evangeliche sull’ipocrisia farisaica. Credo che andrò a rileggermi i Vangeli commentati non più come un testo religioso, ma come un testo storico-sociologico]l’AIDS, l’ambiente ed i diritti delle donne, non è stata mai convocata nessuna sessione speciale per affrontare la piaga del 21° secolo il terrorismo suicida.[Bestie infinite! Non solo non provano nessun rimorso per aver indotto le loro vittime ad un suicidio che grida vendetta al cospetto di ogni Dio che gli uomini abbiano voluto darsi in ogni tempo e in ogni luogo, ma pretendono anche che i vivi facciano un processo ai morti. Tanta spudorata ipocrisia offende il cuore, anzi biblicamente le viscere, e la mente di ogni persona non contagiata dalla corruzione mardoffiana. Il suicidio, che è stato rubricato come peccato nella teologia cristiana, era un gesto di estrema dignità nel mondo romano, quando ormai tutto era perso fuorché la propria estrema determinazione. In effetti, agli isrealiani non dispiace affatto la morte degli arabi/cananei, una morte che essi dispensano da tre anni buoni per affamamento di un milione e mezzo di gazesi. Dispiace invece una morte alla Sansone con tutti i filistei, cosa peraltro presente nel Vecchio Testamento e da cui sono state tratte non poche fiction elogiative del Popolo Eletto. La morte alla Sansone la possono fare solo gli ebrei. Cristo, quanta immonda ipocrisia e quanto colpevole un mondo che consente tanta spudoratezza, per giunta pagata con i nostri danari.]Nel 2003, i funzionari del Centro Wiesenthal hanno lanciato una prima campagna per far dichiarare il terrorismo suicida un crimine contro l’umanità[Se istituissero un premio Nobel per la stupidità e l’ipocrisia gli uomini del Centro Wiesenthal potrebbero aspirarvi. La stupidità non è chi non la veda nella pretsesa di fare un processo ai morti, sia pure suicidi. Ma forse la turpe astuziia mira a colpire i vivi in ogni eventuale giudizio che possa essere comprensivo di ogni forma di suprema protesta che si traduca nel sacrificio della propria vita, che nel caso del contesto mediorientale non avrebbe nessun senso che non trascinasse anche altre vittime più o meno innocenti. Infatti, se i palestinesi si decidessero a suicidarsi in massa senza recar nessun distrurbo o danno agli occupanti sionisti, procurerebbero loro un sommo gaudio.]durante un incontro con il Papa Giovanni Paolo II.[Proprio da lui dovevano andare! A farlo di nuovo fesso. Il papa polacco deve essersi dimenticato il nome del “fratello maggiore”. Si chiamava e si chiama Caino. Caino era e un Caino è rimasto. Le implicazioni teologiche di una serie di decisioni sconsiderate da parte della gerarchia cattolica sono state egregiamente chiarite da Curzio Nitoglia. A noi qui interessano le ricadute pratiche. Ne abbiamo qui un esempio sconcertante.]All’inizio di questo anno, il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon ha detto ai funzionari del Centro che il terrorismo suicida "è un’arma politica inaccettabile"[Bisogna dirlo ai suicidi. Se però si vuol parlare ai vivi, allora bisogna dirlo a quei vivi che inducono altri vivi a scegliere la via del suicidio. In questo senso si può concordare che il suicidio è una politica inaccettabile. Ma il suicidio come arma era già stato previsto da Machiavelli, il quale anche diceva che contro una siffatta arma non vi è nessuna difesa. Il giornalista Zaidi si è servito delle sue scarpe come arma. Ad ammazzarlo quasi di botte ci hanno pensato i gorilla di Bush, scornati da un uomo qualunque, D’ora in poi in tutto il mondo le conferenza stampa saranno profumate dal puzzo dei piedi dei giornalisti di tutto il mondo costretto a togliersi le scarpe prima di entare nella… sala stampa!]durante un incontro che si è tenuto al Quartier Generale dell’ONU. Negli ultimi cinque anni, il Simon Wiesenthal Center[un centro che prospera con il denaro sottratto ao goym e di cui ha parlato Norman G. Finkelstein nel suo volume «L’industria dell’Olocausto», di cui bisognerebbe dare una copia in omaggio ad ogni studente romano che ogni anno viene condotto in gita scolastica ad Auschwitz]ha continuato a sollecitare la comunità internazionale, nelle sale del potere,[costantemente frequentate dalle Israel lobbies di tutti i paesi in cui è presente la Diaspora. Ne sanno qualcosa i cittadini goym che da simili frequentazioni vedono falcidiate le loro libertà e le loro tasche.]nelle discussioni con i leaders mondiali, tra i quali leaders arabi e Musulmani, presso l’Unione Europea e le Nazioni Unite per definire il terrorismo suicida un crimine contro l’umanità.[Bisognerebbe definire l’ipocrisia un crimine contro la morale, l’intelligenza, la buona fede. Sappiamo già quali potrebbero essere indicati come i maggiori criminali. La perfidia potrebbe essere in questi giorni un’autorizzazione Onu a trasformare prevedibili suicidi kamikaze di alcune centinaia o forse migliaia di persone ridotte all’estrema disperazione dalla politica razzista e genocida di israele in un omicidio dia massa. Vogliono un disco verde per il genocidio allo scopo di prevenire il “terrorismo sucida”, finalmente dichiarato crimine contro l’umanità. Pare che gli ebrei siano gli uomini più intelligenti della razza umana.]Da allora, il numero di attacchi in tutto il mondo, è soltanto aumentato.[Ma guarda un poco! Non è che si guarda alla trave evangelica, ma alla pagliuzza altrui. Naturalmente, per gli ebrei gesù Cristo era solo un impostore che meritava la sorte che gli è toccata, stando sempre ai racconti evangelici e senza voler entrare nel campo minato della filologia testamentaria.]Il Simon Wiesenthal Center sta rilanciando la sua campagna internazionale per dichiarare il terrorismo suicida un crimine contro l’umanità.[Una bestialità di eguali dimensioni è difficile immaginarla, ma basta avere i mezzi finanziari ed il possesso dei grandi media per far volare anche gli asini e per convincere gli stolti che Gesù Cristo ha violentato sua madre la Madonna, da cui poi è nato lui stesso.]Ci sono due cose che puoi fare per aiutarci: Primo: Firmare la petizione[la mia opinione l’avete qui pronta: vale come una firma negativa],secondo: abbiamo bisogno del tuo sostegno finanziario, ora più che mai[Ancora danari! Forse vogliono recuperare quelli che hanno perso con Mardoff, che avrebbe dovuto farli fruttare con tassi usurai dal 18 per cento in su. L’avidità di danari adesso si inventa un’altra truffa globale: il terrorismo suicida come crimine contro l’umanità e con esso far danari. Che sagome! Si dice a Roma, dove su tremilioni di abitanti una lobby di qualche migliaio di persone tiene in pugno il sindaco Alemanno, al quale hanno strappato una cittadinanza israeliana per il povero soldatino sionista catturato dai cattivi palestinesi. Non sia mai che per una simile alemanniana stupidaggine il terrorismo suicida debba insaguinare le vie della capitale, o le sue metropolitane, o le sue chiese, scuole, università. Ne risonderebbe Gianni con la sua insipienza opportunistica e servile.]Unisciti a noi nel sollecitare Miguel D’Escoto Brockmann, Presidente dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, a convocare una sessione speciale dei 191 stati membri dell’Assemblea Generale per dichiarare finalmente il terrorismo suicida un crimine contro l’umanità.[Per dichiarare Coglione Universale chi ha lanciato un simile appello. in realtà, Miguel d’Escoto si è già proncunicato dichiarando criminale Israele e gli Usa, responsabili della guerra in Iraq e del genocidio dei palestinesi della Strscia di Gaza]E’ giunto il momento che il terrorismo suicida venga posto in cima all’agenda internazionale. Dobbiamo agire insieme adesso.[Non è difficile cogliere il senso di tanta criminale follia. Israele, sguinzagliando le sue lobbies nel mondo – che bisognerebbe sciogliere ed espellere come in altre epoche fu fatto –, vuole farsi autorizzare dalla comunità internazionale al progettato imminente massacro di Gaza, dove in un vero e proprio campo di concentramento sono chiusi da tre anni un milione e mezzo di persone, cioè da quando con elezioni democraticissime è risultato eletto Hamas, che ha il solo torto di non essere gradito a quanto vogliono invece un governo corrotto alla Quisling, come quello di Hamas, costantemente foraggiato di armi e denaro per colpi di mano contro il rivale Hamas, colpevole di riscuotere una fiducia che Fatah va perdendo ogni giorno sempre di più]
Siete pregati di trasmettere questo importante messaggio ai vostri amici e familiari.
Ricordatevi quando firmate di barrare la casella "Simon Wiesenthal Center Updates" per rimanere aggiornati in merito agli esiti di quest’iniziativa ed alle nuove iniziative del Centro Simon Wiesenthal.[Che ha perso i denari affidati a mardoff e che adesso si deve rifare]
Per contattiSimon Wiesenthal Center
1399 South Roxbury, Los Angeles, CA 90035
Tel. (310) 553-9036
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Allega qui una corrispondenza epistolare che è la prima conferma di quanto temevamo. Il genocidio ha avuto inizio. Con le stessa corrispondenza ho ricevuto una “serata di Gala”, dove compare Gianni Alemanno ad una raccolta del Fondo Nazionale Ebraico.
Inutile chiedersi perché i tg italiani non danno notizia che un vero “inviato” italiano è a Gaza e può descrivere perfettamente quel che succede. Invece, l’«inviato» della tv di Stato italiana, che si guarda bene da’ll'andare sui luoghi del crimine, è Pagliara, un farabutto patentato, vile pappagallo, buratttino sinagogico senza dignità. Chi ha la tv satellitare può sintonizzarsi su Aljazeera, e anche se non capisce l'arabo può verificare che Pagliara, pagato coi soldi nostri, spara solo le fregnacce impacchettate dai suoi padroni dell'Entità Malefica.XY
----Messaggio originale----
Da: ...
it
Data: 27-dic-2008 12.39
A: ...
Ogg: Infopal in collegamento telefonico con Vittorio Arrigoni, da
Gaza: stanno facendo una strage.
<http://www.infopal.it/leggi.php? >
id=10193
http://www.infopal.it/leggi.php?id=10193
Infopal in collegamento <http://www.infopal.it/leggi.php?id=10193 >
telefonico con Vittorio Arrigoni, da Gaza: stanno facendo una strage.
Scritto il
2008-12-27 in News
Infopal. Ore 13 ora di Gaza. Abbiamo appena parlato
al telefono con Vittorio
Arrigoni, dell'International Solidarity Mov.,
rientrato a Gaza con l'ultimo
viaggio di Dignity, l'imbarcazione del
Free Gaza.
Vittorio, com'è la situazione al momento, a Gaza?
"Gli F16
israeliani stanno bombardando dalle 11,30 di questa mattina. E' una
vera carneficina: sono già 200 le vittime. Hanno tirato giù due
palazzine di
civili, vicino a casa mia, nella zona del porto. Stanno
ammazzando
poliziotti e cittadini".
Qui i nostri tg e i siti dei
nostri quotidiani stanno raccontando che sono
in corso bombardamenti
contro "basi terroristiche"...
"Balle! Che vergogna! Stanno ammazzando
poveri cristi, poliziotti, altro che
terroristi! Non ho mai visto tanta
violenza contro Gaza come ora....Hanno
attaccato con caccia e con la
Marina da guerra".
Vi aspettavate questi attacchi?
"A dir il vero,
no. Ieri, Israele aveva aperto i valichi lasciando entrare
qualche
rifornimento alimentare...L'ha fatto apposta, così oggi ha potuto
prendere alla sprovvista la popolazione, i bambini che uscivano da
scuola, i
poliziotti che si stavano addestrando per funzioni di
sicurezza interna...".
Mentre Vittorio parla, si sente il suono delle
bombe che cadono su Gaza...
"Sto andando all'ospedale ash-Shifa, per
vedere se hanno bisogno di
sangue..."
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Sempre per email ricevo questo drammatico Appello che pubblico qui senza altro indugio. Mi duole di non poter fare nulla, ma se potessi io che mai in vita mia ho usato violenza imbraccerei un fucile contro questi vili assassini che sono anche fra noi ed ottengono il plauso dei nostri politici venduti.
FERMIAMO IL MASSACRO DI GAZA!
E’ partito sabato mattina l’attacco dell’esercito di occupazione israeliano sulla inerme popolazione civile palestinese già stremata da un lungo embargo che ha reso insufficienti e privi di strumenti adeguati gli ospedali della Striscia di Gaza. A poche ore dai primi raid aerei israeliani sulla Striscia si contano già 155 morti e 270 feriti gravissimi, un bilancio destinato purtroppo a crescere. Tra le vittime, dicono i mezzi d’informazione ufficiale, tante donne e tanti bambini, i cui corpi stanno arrivando a brandelli negli ospedali; secondo le fonti sanitarie di Gaza occorrerà trasferire i feriti più gravi in Egitto e non c’è un sufficiente numero di elicotteri per trasportarli.
I morti e i feriti di Gaza sono l’ennesima testimonianza della pulizia etnica che lo Stato israeliano da 60 anni sta portando avanti attraverso una guerra di occupazione, di apartheid, di violenza militare sull’intera popolazione palestinese. Il pretesto dell’attacco “difensivo” dai missili qassam, che il primo ministro Olmert si è affrettato a propinare questa mattina ai ministri degli esteri di tutto il mondo, vuole distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica mondiale dal fatto che a Gaza un milione e mezzo di persone sta rischiando la morte da quasi due anni di embargo, che ogni giorno produce vittime.
Complici del terrorismo di Stato israeliano, l’appoggio militare statunitense e il silenzio dei governi europei, che lasciano che in Medio Oriente prosegua a compiersi indisturbato il tentativo di cancellare la Palestina dalle cartine geografiche, e con essa il suo popolo. E’ ormai evidente come alla condanna da parte della comunità internazionale dei crimini del nazifascismo non si accompagni ugualmente la condanna della storia e dell’attualità del progetto aberrante di cancellare il popolo palestinese.
NON C’E’ TEMPO DA PERDERE!!! FERMATE IL MASSACRO DI GAZA!!!
ROMA, DOMENICA 28 DICEMBRE
MANIFESTAZIONE A PIAZZA NAVONA ALLE ORE 16,00
PISA, DOMENICA 28 DICEMBRE
MANIFESTAZIONE ORE 11.30 DAVANTI AL COMUNE
BOLOGNA, LUNEDI 29 DICEMBRE
ORE 16.00 MANIFESTAZIONE A PIAZZA NETTUNO
per
- L’IMMEDIATO STOP ALL’ATTACCO MILITARE SULLA STRISCIA DI GAZA
- LA FINE DELL’EMBARGO CONTRO LA POPOLAZIONE PALESTINESE DI GAZA
- IL CONGELAMENTO DI TUTTI GLI ACCORDI POLITICI ECONOMICI E MILITARI TRA L’ITALIA E ISRAELE
- LA FINE DELL’OCCUPAZIONE ISRAELIANA DELLA PALESTINA
VITA, TERRA E LIBERTA’ PER IL POPOLO PALESTINESE
Comunità Palestinese Roma e Lazio, Comitato “Con la Palestina nel Cuore”, Mezzaluna Rossa Palestinese in Italia, Forum Palestina, RdB, Cobas, Collettivo Antagonista Primavalle, Corrispondenze Metropolitane, Circolo Comunista Stefano Chiarini, Compagne e Compagni di Roma
Post Scriptum
Ci sono stato, anche se avevo un dolore alla gamba. Eravamo in pochi per la verità, ma ci siamo guardati negli, anche se non ci conoscevamo. Ho riconosciuto Dacia Valent che ha riferito di Vittorio Arrigoni. Ha parlato pure lei di organizzare qualcosa per donare sangue. Nessuna voglia di fare del trionfalismo. Il sentimento comune era di lutto per le vittime e di vergogna e sdegno per i nostri governanti, percepiti come compartecipi di un crimine lungamente meditato e preparato. Di Alemanno sono state ricordate le frequentazioni ebraiche e la sua partecipazione alle serate ebraiche di gala. Eravamo pochi, ma in numero superiore ai dieci “giusti” e non ci sentivamo sconfitti anche se perdenti. La nostra risoluzione morale non è venuta meno, ma si fortificata e accresciuta. Il ruolo della stampa come corresponsabile non da oggi di un crimine di genocidio è stato ripetutamente confermato. La piazza era già occupata dalle bancarelle natalizie. Solo grazie all’ospitalità di uno stand che ha fornito anche il microfono si sono potuti intervallare numerosi brevi interventi. È stato eroico in particolare l’intervento di un palestinese della diaspora che ha annunciato l’intenzione dei palestinesi di non arrendersi, ma di reclamare il loro diritto al ritorno ai 450 villaggi da cui sono stati scacciati in una pulizia etnica che dura da un secolo. La faccenda dei missili kassam che avrebbero provocato la “giusta” reazione difensiva di Israele è soltanto una bugia fabbricata da un propaganda martellante di cui si sono resi complici i nostri media, spesso in mano ebraica, ed i nostri politici asserviti. Non ci facciamo illusioni che le vittime saranno ancora una volta sacrificate. Il prossimo 27 gennaio i soliti ipocriti celebranno un rito abituale della propaganda olocaustica, ma alle coscienze non irretite e capaci di riconoscere la verità è di solare evidenza che in orrore e ingiustizia ciò che i coloni ebrei hanno fatto a Gaza supera ogni orrore compiuto in Auschwitz. Con una differenza fondamentale: Auschwitz è un fatto remoto, la cui verità è miticamente e strumentalmente ricostruita. Chi una simile verità disconosce o relativizza è perfino incarcerato. Gaza è invece una realtà che è davanti agli occhi di chi vuol guardare. 60 anni di dottrina dei diritti umani hanno soltanto reso il mondo, o meglio i potenti che questo mondo governano, più ipocrita di quanto non sia mai stato nella storia di tutti i tempi.
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Ci siamo qui immaginati che solo Dante Alighieri potrebbe descrivere i connotati morali di tutti i personaggi storici che sotto i nostri occhi recitano la loro parte nel dramma della storia contemporanea. Joe Fallisi, di professione tenore, che è già stato a Gaza nella prima spedizione di “Free Gaza” esprime qui in versi e musica il suo dolore. Io qui posso solo approntare dei “Materiali” per un ipotetico Dante che dovesse ripopolare il suo Inferno con personaggi presi dalla nostra epoca.
Di certo è difficile trovare un’immagine più eroica nella storia di quella dei palestinesi, un piccolissimo popolo, fiero della sua dignità, che osa resistere fino alla morte davanti ad un nemico assai più potente. Quanti parlano di “odio” per descrivere lo spirito di resistenza dei palestinesi continuano a combattere una guerra che si serve della diffamazione e della delegittimazione come sue armi. In Gaza vive il più puro eroismo, qualcosa di cui ormai gli italiani e gli europei non sanno più lontanamente cosa sia. Forse per questo “odiano” i musulmani palestinesi: incapaci di virtù, vinti sodomizzati e stuprati dai loro liberatori, odiano la virtù eroica se qualcuno sa loro mostrarla. È proprio il caso di dire: vecchia Europa!GAZA VIVRÀ
(parole e musica di Joe Fallisi – Gallipoli, 27 ottobre 2007; Larnaca, 7 ottobre 2008)
Il quattordici di giugno
I Palestinesi a Gaza
Han saputo liberarsi
Del nemico dentro casa.
Ora stretti in una morsa,
Accerchiati dai coloni,
Prigionieri sono in gabbia
Vincitori di elezioni.
Voi fratelli e sorelle
Che lanciate a tutto il mondo
Di eroismo e verità
Il messaggio più profondo
Noi saremo al vostro fianco
Combattendo boia e infami.
L’alba infine arriverà
E risplenderà il domani.
Gaza vivrà!
Viva Hamas, viva Hezbollah!
Gaza vivrà!
Viva Hamas, viva Hezbollah!...
Un aperto genocidio
Stan compiendo i sionisti
Sotto l’occhio indifferente,
complice dell’Occidente
Si spalancano le porte
Dell'inferno e della morte
Sveglia Europa, sveglia mondo
Prima di toccare il fondo!
Basta lotte fratricide
Ritroviamo l’unità.
Via da noi chi serve e loda
La malefica entità,
Corrottissimi venduti
Abu Mazen e Dahlan,
Criminali traditori
Che ammazzaste Arafat.
Gaza vivrà!
Viva Hamas, viva Hezbollah!
Gaza vivrà!
Viva Hamas, viva Hezbollah!...
Israele in quanto Stato
Dalla faccia della Terra
Deve esser cancellato
Senza torcere un capello
Agli Ebrei che al contrario
Coi semiti lor fratelli
Arabi palestinesi
Daran vita a un sol Paese.
Basta con il talmudismo
E ogni forma di razzismo,
Basta col suprematismo.
L’orrido nazisionismo
Si disperda come quando
Ci si sveglia ancor tremando
Dopo un incubo notturno
Allo sfavillar del giorno.
Gaza vivrà!
Viva Hamas, viva Hezbollah!
Gaza vivrà!
Viva Hamas, viva Hezbollah!...******
GAZA WILL LIVE!
(words and music by Joe Fallisi, translation by Alexander Synge – Gallipoli, October 27th 2007; Larnaca, October 7th 2008)
On the fourteenth of June
The Palestinians in Gaza
Swept aside
The enemy in their very homes.
Now in a vice-grip,
Surrounded by colonists,
Prisoners in a cage
Are the winners of elections
You brothers and sisters,
Whose example goes out to the whole world,
One of heroism and truth,
With the most profound message,
We shall be at your side
Fighting the henchmen and dishonoured.
The dawn will at last come
And our tomorrow will be bright.
Gaza will live!
Long live Hamas, long live Hezbollah!
Gaza will live!
Long live Hamas, long live Hezbollah!...
Blatant genocide
Is what the zionists commit
Under the indifferent eye
Of their western accomplices
The doors of hell and death
Are gaping
Wake up Europe, wake up world
Before you reach rock-bottom!
No more struggles between brothers
We must return to unity.
We will have nothing to do
With those who serve and praise the evil entity,
You corrupt ones, you who have sold out,
Abu Mazen and Dahlan,
Criminal traitors
Who killed Arafat.
Gaza will live!
Long live Hamas, long live Hezbollah!
Gaza will live!
Long live Hamas, long live Hezbollah!...
Israel, as a State,
Must be cancelled
From the face of the Earth
And without shedding the blood
Of the Jews who, instead,
Together with their Semite brothers,
the Palestinian Arabs,
Will bring to light a single country.
No more talmudism
No racism of any kind,
No ideas of supremacy.
The horrible nazi-sionism
Will disappear like
The nightmare
That, on wakening, is gone
As a new day shines.
Gaza will live!
Long live Hamas, long live Hezbollah!
Gaza will live!
Long live Hamas, long live Hezbollah!...
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Sono intervenuto questa mattina in “Fare Notizia”, una rubrica di radio radicale, che attraverso una forma di giornalismo partecipativo tenta di allargare la sua area di consenso. I radicali, che sono certamente sfegatati sionisti e portano non poca responsabilità politica e morali per i massacri in corso nella Striscia di Gaza, puntano alla conquista dei media. Perché il mio testo non vada disperso, giocando fuori casa, lo riporto qui integralmente:
Una google altert con chiave Nirenstein mi ha consegnato questa mattina la vostra pagina: i motori di ricerca sono democratici e neutrali.
Non credo valga la pena di leggere fino il fondo il commento idiota sull’impiccagione di Ahmadinejad di cui sopra. Per inciso: Ahmadinejad mi è umanamente simpatico. Impiccherei, se mai dovessi proprio impiccare qualcuno, la stessa madonna Fiammetta e l‘idiota di cui sopra, indegno del consorzio umano. Quanto invece a Fiamma Nirenstein – ossia il massimo grado di vergogna e bassezza mai toccato da un parlamento italiano, ridottosi a una succursale della Knesset – capita anche a me di soggiacere alla pulsione che mi spinge qualche volta a mandarle dei testi, ma poco mi curo che poi vengano da lei pubblicati nel suo blog. Non aspiro a tanto onore, anche se mi dicono che talvolta un simile onore mi è stato concesso: non me ne sono curato andando a controllare. Per esprimermi su costei mi basta il mio blog dove a madonna Fiammetta ho dedicato un ampio post, in bozza, di tanto in tanto aggiornato e rielaborato. Ma ormai il mio giudizio su di lei è consolidato e non ha senso perdere altro tempo prezioso attardandomi sulla sua insulsa e criminale figura, vera incarnazione di quella “banalità del male” che Hannah Arendt vedeva in altri. Il mio studio sui suoi misfatti lo si può leggere più ampiamente qui:
A me basta se qualche mio raro commento depositato sul suo blog sia stato da costei ricevuto e magari pure letto da lei stessa, non da qualche scagnozzo che si può certamente permettere. La nostra coscienza ha bisogno qualche volta di sgravarsi esprimendo i suoi giudizi morali e recapitandoli al naturale destinatario. Non si è quindi trattato di tigna o di sfogo impotente, ma di un preciso dovere e bisogno morale. Le scrivo raramente e con grande ripugnanza, quando la mia indignazione supera la normale capacità di sopportazione. Neppure mi immagino un possibile contraddittorio con costei: cosa potremmo mai dirci? Vi sono nemici che meritano rispetto ed altri che non lo meritano: costei rientra nel secondo gruppo. Purtroppo, me la ritrovo nel mio stesso partito senza averla mai voluta: l’idiota di cui sopra mi parla di Ahmadinejad, quasi che il nostro fosse il più felice dei paesi, una democrazia perfetta da esportare con le armi e far trangugiare come l’olio di ricino.
Sono fermamente convinto che solo delle persone incapaci di un proprio autonomo giudizio non si accorgano come tutto ciò che viene rovesciato su Ahmadinejad serva soltanto ad una preparazione mediatica di una nuova guerra contro l’Iran, dopo averne giò fatta una disastrosa e criminale all’Iraq sulla base di pure menzogne, gli armamenti inesistenti, per le quali nessuno ha mai chiesto scusa ai popoli della terra, ingannati con tronfie Dichiarazioni universali dei diritti che sono un monumento all’ipocrisia dei governanti che in tal modo meglio violano quei diritti umani che proclamano di voler rispettare anche facendo ricorso alla guerra in nome dell’ingerenza umanitaria.
Io ho impostato il mio blog sulla possibilità del serrato contraddittorio fatto di solidi argomenti, anche diametralmente opposti alle mie opinioni. Con Fiamma Nirenstein si può soltanto combattere una guerra, non certo dialogare. Proprio oggi sul “Giornale” si legge un suo criminale articolo, dal quale prende le distanze perfino il radicalsionista Marco Cappato che oggi sostituisce nella lettura dei giornali l’ultrasionista Massimo Bordin, solito a tenere sghignazzate settimanali con Fiammetta Nirenstein sulla pelle di quei disgraziati che stanno ora morendo in Gaza:
http://civiumlibertas.blogspot.com/2008/12/assassini-come-israele-va-preparando.html
e che in qualche misura gravano sulla coscienza di noi tutti: di quanti sono compici attivi come madonna Fiammetta e di quanti come il sottoscritto non hanno la forza per fermare tanto crimine e tanta spudorata menzogna.
Chiudo questa mia riflessione riportando l’attenzione su quello che voleva essere l’oggetto di questa mio sporadico e casuale intervento in “Fare notizia”. Viviamo in una fase di vera e propria “guerra ideologica”. Sarebbe quanto mai ingenuo credere che i propri argomenti, magari ben formulati, possano servire a fini diversi da quelli di una guerra, che si vince o si perde. Non riesco a spiegarmi le dichiarazioni a favore di Israele, che per me ha torto marcio e lo ha sempre avuto, se non come un trionfo della concezione trasimachea del diritto del più forte. Chi vince ha ragione e scrive non solo la storia, ma anche i trattati di morale privata ed etica pubblica. Chi perde ha soltanto torto ed è anche additato nelle scuole pubbliche come l’essenza stessa del male. Madonna Fiammetta Nirenstein è solo un atomo opaco del male che ci circonda, di una guerra che ognuno di noi deve combattere se vuol vivere, ben sapendo – come lo sanno i palestinesi – che è di gran lunga preferibile la morte piuttosto che una vita fra le braccia di madonna Fiammetta. Che Trasimaco abbia torto ed Hobbes ragione lo dimostrano i tanti kamikze che di Hobbes non hanno mai letto una riga né sentito il nome. L’uomo più forte è impotente di fronte all’uomo più debole il quale si sia persuaso che la sua morte è preferibile ad una vita priva di libertà e dignità, vittima dell’inganno e reso oggetto di dileggio mascherato con panni giuridici e diplomatici oltre che mediatici.
Mi riservo di elaborare concettualmente il testo effettivamente pubblicato nel sito di radio radicale, come pure di riportarne qui la sua eventuale eco.
«Andate a fare in culo»: da Gaza un saluto di Vittorio Arrigoni ai tg nazionali.
Ricevo per posta elettronica il messaggio seguente che riporto integralmente. Avevo già comunicato in precedenza ai parlamentari italiani della Commissione Esteri di Camera e Senato che l’italiano Arrigoni era prigioniero in Israele. Per quel che vale mi faccio ora carico di comunicare poco alla volta a tutti i parlamentari italiani che un italiano di nome Vittorio Arrigoni si trova in Gaza. Poiché si tratta di mille comunicazioni prego i Lettori di questo testo di attivarsi ognuno e di mandare ad ogni parlamentare il link di questo post, o meglio del link interno a questa sezione, cioè: http://civiumlibertas.blogspot.com/2008/12/assassini-come-israele-va-preparando.html#f, da ricopiare e spedire a parlamentari, tg e maggiori quotidiani.Da Vittorio Arrigoni, da Gaza sotto le bombe di Israele.Stavo pensando per tutta la notte che stando a costituzione i nostri parlamentari, fra cui Fiamma Nirenstein che oggi plaude all’attacco genocida di Israele, sarebbero nostri “rappresentanti eletti”. Cosa sono e quanto valgono queste “elezioni democratiche” ognuno lo può valutare, come può anche valutare chi in questo monento rappresenta l’Italia: Vittorio Arrigoni cittadino qualunque che in questo momento è in grave pericolo di vita a Gaza o i Mille Ottimati che siedono in parlamento e vanno ai ricevimenti e alle manifestazioni israeliane. Che decidano gli italiani secondo quella distinzione fra legalità e legittimità, su cui avevo fatto una piccola lezione a Gianfranco Fini prima che venisse eletto Presidente della Camera e terza carica dello Stato.
SCRITTO IL 2008-12-27 IN NEWS
Da Vittorio Arrigoni, da Gaza sotto le bombe israeliane.
Sono in un caffè dinnanzi all'ospedale Ash-Shifa,in attesa di donare sangue. Queste sono le mie prime,emotive impressioni.
Buon natale e felica anno nuovo a Gaza da Israele
27/12/2008
Un messaggio cordiale di fine anno a tg1 tg2 rete 4 canale 5 italia uno, Claudio Pagliara su tutti, ma anche il tg3: ANDATE A FARE IN CULO. Siamo sotto le bombe a Gaza, e molte sono cadute a poche centinaia di metri da casa mia. E amici miei, ci sono rimasti sotto. Siamo a 160 morti sinora, una strage senza precedenti. Terroristi? Hanno spianato il porto, dinanzi a casa mia e raso al suolo le centrali di polizia. Mi riferiscono che i media italiani tutti in toto danno per buono il comunicato militare israeliano di basi terroristiche bombardate. Cazzate. Li ho conosciuto, questi ragazzi, li ho salutati tutti i giorni recandomi al porto per pescare coi pescatori palestinesi, o la sera per recarmi nei caffè del centro. Diversi li conoscevo per nome. Un nome, una storia, una famiglia. Sono giovani, diciotto ventanni, per lo più che se ne fottono di Fatah e Hamas, che si sono arruolati nella polizia per poter aver assicurato un lavoro in una Gaza che sotto assedio ha l'80 percento di popolazione disoccupata. Aprite le orecchie, colletti bianchi della disinformazione occidentale. Queste divise ammazzate oggi (senza contare le decine di civili che si trovavano a passare per caso, molti bambini stavano tornando a casa da scuola) sono i nostri poliziotti di quartiere. Se ne stavano tutti i giorni dell'anno a presidiare la stessa piazza, la stessa strada, li ho presi in giro solo ieri notte per come erano imbaccuccati per riparsi dal freddo, dinanzi a casa mia. Non hanno mai sparato un colpo verso Israele, né mai lo avrebbero fatto, non è nella loro mansione. Si occupano della sicurezza interna, e qui al porto siamo ben distanti dai confini israeliani. Ho una videocamera con me ma sono un pessimo cameraman, perché non riesco a riprendere i corpi maciullati e i volti in lacrime. Non ce la faccio. Non riesco perché sto piangendo anche io. Ambulanze e sirene in ogni dove, in cielo continuano a sfrecciare i caccia israeliani con il loro carico di terrore e morte. Devo correre, all'ospedale ash-Shifa necessitano di sangue. Non sono umani, credo che non lo siano mai stati. V.
http://guerrillaradio.iobloggo.com/archive.php?eid= 1755
Una amica,madre sessantenne di una famiglia nel Jabalia refugee camp,è rimasta uccisa in un attacco stamane.
Stava tranquilla nella sua casa. Era una personale solare, lascia 6 figli.* * *
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Mi rode innanzitutto dover pagare il canone per un’informazione che irrita e fa schifo. Il primo pensiero è come potermene liberare. Soprattutto in momenti tragici come questi è fondamentale il primo commento di un fatto che accade e che turba tutto il nostro essere. La sensazione che se ne ha è di copertura mediatica all’assassinio: continuate pure ad ammazzare, noi vi sosteniamo dandovi ragione. Tra i clichés dati per scontati è il diritto all‘esistenza di Israele, il diritto all’autodifesa. Il solito Pagliara manca nella sua impudenza di ogni senso del ridicolo quando riferisce come equivalente qualche buca sul terreno prodotta dai sigari Kassam e le immani distruzioni dell’esercito israeliano. Israele si forma storicamente sull’occupazione di terre altrui e sulla cacciata dei suoi abitanti. Sarebbe come se le migliaia di clandestini che sbarcano ogni mese in Lampedusa diventassero tanto numerosi e organizzati da poter rivendicare un diritto sul territorio italiano e da essere capaci di scacciarne tutti gli italiani, dalla Alpi alla Sicilia. È esattemente quello che è successo in Palestina, fra gli ebrei occupanti ed i palestinesi residenti. Hanno fatto vedere, intervista in esclusiva (!) concessa all’ineffabile Pagliara, la Livni che pronuncia le sue bestialità convinte che ognuno sia disposto a berle. Le avrei volentieri lanciato le due scarpe: una all’intervistata, l’altra in faccia all’intervistatore Claudio Pagliara. Non vi è speranza e saranno i prossimi giorni ed i prossimi mesi, ma anche anni, a darci la misura della tragedia che si sta ancora svolgendo sotto i nostri occhi ed essendo noi impotenti di fronte a tanta fredda ferocia, ipocrisia, prepotenza. Assassini sono ed assassini restano.
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Le news Google in lingua italiana danno oltre 1000 voci su Gaza. Molte sono ripetive, altre idiote, altre addomesticate, altre ancora infami ed irritanti. Faccio qui una selezione di quelle più significative via via che le trovo e senza nessun ordine sistematico. Se del caso aggiungo un mio breve commento. Il titolo è da me rifatto, ma cliccando sul link si accede al titolo originale. Gli articoli più interessanti saranno riportati per intero per fini di studio e approfondimento.
1. Il racconto della vita a Gaza sotto le bombe. –
2. Il mondo chiede la fine dei raid israeliani su Gaza. – Gheddafi chiama vili i governi arabi.
3. Riprese filmate: a) morti e feriti; b) bombe lanciate da aerei;
4. Strisca di Gaza ancora sotto le bombe. Mai vista una strage così grande in Palestina. –
5. Attacco a Gaza. – Una lucida analisi che si distingue da tanti stupidi commenti.
6. Intervista ad uno dei generali israeliani: un criminale!.– Il piano omicida tenta una autogiustificazione. Nessun Tribunale condannerà mai questo infame assassino.
7. Un popolo di assassini. – Un sondaggio rivela che l’82 per cento degli israeliani è favorevole allo sterminio. In effetti, era difficile pensare che gli ebrei fossero stinchi di santo. Dopo aver tolto terre e case ad altri, era difficile immaginare che potessero avere ripensamenti.
8. Infami d’Italia: Giovanardi, Capezzone. –
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Ricevo nella mia casella di posta il testo che segue che pubblico senz’altro per la stretta affinità tematica con questo post. Io in effetti mi sono convinto che lo scalpore suscitato dalle “Pasque di sangue” di Ariel Toaff andasse a toccare nervi scoperti. L’«omicidio rituale» esiste non già nel remoto medioevo, ma al presente ed è sotto ai nostri occhi. È l’omicidio che si consuma con il sacrificio delle vite dei palestinesi da quando i sionisti hanno coltivato nella loro mente il loro disegno. A Gaza, oggi, in questo preciso momento, si compie un immenso “omicidio rituale”.
Chi scrive è un ebreo. Ciò testimonia che gli uomini in quanto tali non sono determinati dal loro DNA, se trattasi di questione strettamente biologiche come malattie geneticamente ereditarie o simili. Ma anche qui la scienza oggi conosce rimedi, se non vi si oppongono ragioni etiche o semplicemente pregiudizi di natura religiosa, direi psedoreligiosa, giacché la sanità fisica non può mai essere un male in sé. Si tratta piuttosto di “idee politiche” che possono incarnarsi negli uomini. Ma le idee possono venir sconfitte da altre idee.RITI EBRAICI DI SANGUE
EINE KLEINE NACHT MURDER
Come i leader israeliani uccidono in cambio di voti
di Gilad Atzmon
dal sito Palestine Think TankPer capire l’ultima devastante spedizione omicida degli israeliani contro Gaza bisogna comprendere a fondo l’identità israeliana e il suo odio innato verso chiunque non sia ebreo, l’odio verso gli arabi in particolare. Questo odio è contenuto nel curriculum israeliano, viene predicato dai leader politici e sottinteso dalle loro azioni. E’ veicolato da categorie culturali, perfino all’interno della cosiddetta “sinistra israeliana”.
Sono cresciuto in Israele negli anni ’70, gli individui della mia generazione oggi sono in Israele a capo dell’esercito, della politica, dell’economia, della cultura e delle arti. Siamo stati abituati a pensare che “un arabo buono è un arabo morto”. Qualche settimana prima che entrassi a far parte della IDF [le Forze di Difesa Israeliane, NdT] nei primi anni ’80, il generale Raphael Eitan, all’epoca capo di stato maggiore, annunciò che gli arabi erano come “scarafaggi imprigionati in una bottiglia”. La fece franca, così come la fece franca dopo l’assassinio di migliaia di civili libanesi durante la prima guerra del Libano. In una parola, gli israeliani riescono sempre ad ammazzare la gente e passarla liscia.
Fortunatamente, e per ragioni che tuttora sfuggono alla mia comprensione, a un certo punto mi risvegliai da questo mortifero sogno ebraico. A un certo punto me ne andai dallo stato degli ebrei, evasi dal dilagare dell’odio ebraico, diventai oppositore dello stato ebraico e di ogni altra forma di politica ebraica. In tutti i modi, sono fortemente convinto che sia mio dovere primario informare chiunque desideri ascoltarmi di cosa abbiamo contro.
Se il sionismo mirava a trasformare gli ebrei, e se pensava che “donandogli un proprio stato” li avrebbe resi simili a qualunque altro popolo, allora ha miseramente fallito. La barbarie israeliana, quale abbiamo potuto osservarla questa settimana e in infinite occasioni precedenti, va ben al di là della bestialità pura e semplice. E’ l’uccidere per il gusto di uccidere. Ed è indiscriminata.
Poche persone in occidente si rendono conto di una realtà devastante: che ammazzare gli arabi, e i palestinesi in particolare, è una ricetta politica israeliana di grande efficacia. Gli israeliani sono in realtà un popolo confuso. Per quanto insistano a vedere se stessi come una nazione in cerca di “Shalom” (1), in realtà amano essere guidati da politici che abbiano alle spalle un impressionante curriculum di massacri ingiustificati. Che si tratti di Sharon, Rabin, Begin, Shamir o Ben Gurion, gli israeliani vogliono che i loro “leader democraticamente eletti” siano falchi bellicosi, con le mani grondanti sangue e con alle spalle un solido background di crimini contro l’umanità.
Manca qualche settimana alle elezioni in Israele e sembra che tanto il candidato di Kadima, il ministro degli esteri Tzipi Livni, quanto il candidato laburista, il ministro della difesa Ehud Barak, si trovino molto indietro nelle preferenze rispetto al candidato del Likud, il noto falco Benjamin “Bibi” Netanyahu. Livni e Barak hanno bisogno della loro piccola guerra. Devono dimostrare agli israeliani che sanno come gestire uno sterminio di massa.
Sia Livni che Barak devono offrire all’elettore israeliano un’esibizione di devastante carneficina, così che gli israeliani possano aver fiducia nella loro leadership. E’ la loro unica possibilità contro Netanyahu. In pratica, Livni e Barak stanno lanciando tonnellate di bombe sui civili palestinesi, sulle scuole e sugli ospedali perché questo è esattamente ciò che gli israeliani vogliono vedere.
Sfortunatamente, gli israeliani non sono conosciuti per la loro pietà o per la loro compassione. Al contrario sono appagati dalla ritorsione e dalla vendetta, gioiscono della loro stessa brutalità senza limiti. Quando all’ex comandante in capo delle Forze Aeree Israeliane, Dan Halutz, fu chiesto che cosa si provasse a sganciare una bomba su un quartiere di Gaza densamente popolato, la sua risposta fu breve e precisa: “Si prova una leggera turbolenza sull’ala destra”. La freddezza omicida di Halutz fu sufficiente a garantirgli la promozione a capo di stato maggiore della IDF poco tempo dopo. Fu il generale Halutz a guidare l’esercito israeliano nella seconda guerra del Libano, fu lui a perpetrare la distruzione delle infrastrutture libanesi e di ampie zone di Beirut.
A quanto sembra, nella politica israeliana il sangue degli arabi si traduce in voti. Ovviamente sarebbe molto ragionevole incriminare Livni, Barak e l’attuale capo di stato maggiore della IDF, Ashkenazi, per omicidio di primo grado, crimini contro l’umanità e per la palese infrazione delle Convenzioni di Ginevra. Ma è molto più comprensibile tenere conto del fatto che Israele è una “democrazia”. Livni, Barak e Ashkenazi stanno dando al popolo israeliano ciò che vuole: si chiama sangue arabo e deve essere fornito in abbondanti quantità. Questa ininterrotta pratica omicida condotta dai politici israeliani riflette le attitudini del popolo israeliano nel suo insieme piuttosto che quelle di un manipolo di politici e generali. Abbiamo a che fare con una società barbarica, guidata, sul piano politico, da inclinazioni sanguinarie e assassine. Non può esservi dubbio, non c’è posto per questa gente fra le nazioni.
Perché gli israeliani siano un popolo così lontano da qualsiasi nozione di umanità è una bella domanda. Gli studiosi della natura umana più generosi ed ingenui potrebbero sostenere che la Shoah abbia lasciato un’enorme cicatrice nell’animo degli israeliani. Ciò potrebbe spiegare perché gli israeliani coltivino tale ricordo in modo ossessivo, con il sostegno dei loro fratelli e sorelle della Diaspora. Gli israeliani dicono “mai più” e ciò che vogliono dire è che non dovrà più esserci una nuova Auschwitz, il che in qualche modo li fa sentire legittimati a punire i palestinesi per i crimini commessi dai nazisti. I più realistici tra noi non credono più a questa tesi. Oggi iniziano ad ammettere che è più che probabile che gli israeliani siano così incredibilmente brutali perché semplicemente è questo che sono. E’ qualcosa che va oltre la razionalità e le teorizzazioni pseudo-analitiche. Essi affermano: “Questo è ciò che gli israeliani sono e non c’è più nulla da fare”. I realistici arrivano perfino ad ammettere che uccidere sia il modo in cui gli israeliani interpretano il significato dell’essere ebrei. Con tristezza, molti di noi sono arrivati ad ammettere che non esiste un sistema di valori laici alternativo con cui gli ebrei possano sostituire la pulsione ebraica all’omicidio. Lo stato ebraico sta lì a dimostrare che l’autonomia nazionale ebraica è un concetto inumano.
Sono cresciuto nell’Israele degli anni dopo il 1967. Sono stato allevato nel culto della mitica vittoria israeliana, siamo stati abituati ad adorare l’”israeliano che combatte in posizione di svantaggio”, l’eroico plotone che punta il suo Uzi automatico verso gli arabi e riesce a sconfiggere quattro eserciti in soli sei giorni.
Mi ci sono voluti due decenni di troppo per capire che l’”israeliano che combatte svantaggiato” era in realtà un maestro dello sterminio indiscriminato. Barak era uno di quegli eroi del 1967, un maestro dell’assassinio indiscriminato. A quanto sembra, l’esecutivo israeliano ha appena approvato un progetto per il più massiccio attacco contro Gaza dal 1967. Livni ha più o meno la mia età e, a giudicare dalle notizie, ha interiorizzato quel messaggio. Ora si sta costruendo le necessarie credenziali come assassina indiscriminata. Sia Barak che la Livni stanno conducendo Israele in una campagna elettorale di sterminio. Il sangue degli arabi e dei palestinesi è il carburante della politica israeliana.
Potrei suggerire a Barak e alla Livni che non è detto che ciò li aiuti nei sondaggi. Netanyahu è un falco autentico e genuino. Non ha bisogno di atteggiarsi ad assassino e, per quanto io possa disprezzarlo, non ha ancora condotto Israele in una guerra. Probabilmente egli capisce meglio di loro che cosa sia il potere della deterrenza.
(1) Non bisogna confondere “Shalom” con “pace” o con “Salam”. “Pace” e “Salam” esprimono riconciliazione e compromesso, mentre “Shalom” significa sicurezza per il popolo ebraico a spese del territorio circostante.
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Ricevo e pubblico con un semplice copia e incolla quanto ho appena ricevuto nella mia casella postale. Inutile aspettarsi dalle televisioni e dai giornale una denuncia di quanto sta accadendo con la complicità di governi e di giornali. Per tutto l’anno sono stati impegnati rimproverarci i nostri silenzi di 70 anni fa, quando non eravamo neppure nati, ma senza che questo fatto ci renda innocenti per le leggi razziali, di cui pochi sanno cosa siano. Oggi però si vuole il nostro silenzio per un ben altro genocidio. A Gaza il mondo rivela tutta la sua vergogna e la sua ipocrisia. O meglio distinguiamo: da una parte ci sono i governi, la stampa, le lobbies ebraiche, il sionismo internazionale; dall’altra parte ci sono gli ignari e incolpevoli, la gente semplice a cui poi si carica tutto, specialmente il male e la sofferenza.
ZITTI CHE "L'AMICO" VI ASCOLTA
SALE A 415 lA CIFRA DEI MORTI E CIRCA 2500 I FERITI
250OPERAZIONE DI TERRA A GAZA : MENTRE INFURIA LA GUERRA0225002500 FERITI
4/1/2009
La famiglia al-Bakr è l’ultima vittima dell’offensiva israeliana: madre e quattro figli, secondo fonti palestinesi, sono rimasti uccisi dopo che un missile ha centrato la loro abitazione a al-Toufah, un quartiere della città di Gaza.
In un altro quartiere, quello di al-Hawa, un missile lanciato da un drone ha ucciso tre medici che stavano prestando soccorsi ad alcuni feriti; a Beit Lahiye hanno perso la vita quattro bambini.
Mentre si susseguono le notizie di scontri anche tra combattenti palestinesi e soldati di Tel Aviv (che ha finora ammesso di aver perso un soldato) i cui bilanci restano tuttora incerti, c’è già la sicurezza che sono i civili, i bambini e le donne in particolare, a pagare il prezzo più alto dell’offensiva israeliana che da ieri sta procedendo anche via terra con l’ausilio continuo di bombardamenti aerei e di cannoneggiamenti dalle navi al largo della costa. Secondo varie fonti più di 40 persone hanno perso la vita da ieri sera, almeno 514 dal 27 dicembre (primo giorno degli attacchi israeliani) e sono quasi 2500 le persone rimaste ferite.
Numeri che stanno lentamente facendo prendere posizioni più decise ai governi dei paesi arabi, finora rimasti pressoché immobili.
Come immobile è stata finora la comunità internazionale che sembra lentamente volersi risvegliare dopo il ritardo accumulato negli ultimi giorni e contraddittorie prese di posizione.
Domani, il presidente egiziano Hosni Mubarak riceverà a Sharm el Sheikh, nella penisola del Sinai, la troika dell’Unione Europea guidata dall’Alto Rappresentante Javier Solana e composta dai ministri degli esteri di Francia, Repubblica Ceca e Svezia.
Subito dopo Mubarak riceverà il presidente francese, Nicolas Sarkozy, che comincerà dall'Egitto un giro in Medio Oriente.
Nel silenzio e tra le timide reazioni, spicca invece la significativa presa di posizione della Turchia, uno dei pochi paesi musulmani alleati di Israele, che ha definito “inaccettabile” l’offensiva di Tel Aviv. “Aver creato una crisi umanitaria di queste dimensioni attraverso l’uso sproporziato della forza causerà a Israele molti problemi” ha detto il capo del governo turco Recep Tayyp Erdogan.
Mentre si va verso la fine di questo nono giorno dell’offensiva, anche oggi centinaia di migliaia di persone sono scese in strada in tutto il mondo – da Parigi a Chicago, da Tel Aviv a tutte le capitali arabe – per manifestare la loro solidarietà al popolo palestinese e chiedere la cessazione immediata dell’attacco.
Link originale :
http://www.misna.org/news.asp?
Riceviamo questo testo scritto da un sacerdote:
Carissimi,
i toni che voi usate forse sono ancora toni leggeri in confronto con quanto sta succedendo a Gaza e dintorni. Israele non poteva scegliere con maggiore tempismo la sua reazione scomposta e oltremodo sproporzionata. Tempo di Natale = tempo di pace, e intanto la strage continua e il piombo fuso brucia case e persone. I morti e i feriti aumentano di numero ogni ora di più, la maggior parte dei quali innocenti e fra questi molti bambini. Altro che strage di Erode è questa! E Israele non si ferma, anzi aumenta la distruzione verso una popolazione inerme che non ha riposo né cibo.
Non ascolta nessuno, né il Papa, né Unione europea....
Non ci resta che pregare.
Ciao
don Carmelo
I crimini di guerra d'Israele
Di Richard Falk, 29 Dicembre 2008
Nota del Direttore di The Nation: Questa dichiarazione è stata rilasciata il 27 Dicembre in risposta all’attacco di Israele contro Gaza dal professor Richard Falk, relatore speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani nei Territori Occupati e membro da molti anni del comitato editoriale di The Nation.
Gli attacchi aerei israeliani sulla Striscia di Gaza rappresentano una grave e massiccia violazione del Diritto internazionale umanitario come è stato definito dalla Convenzione di Ginevra, sia riguardo agli obblighi della Forza di Occupazione che ai requisiti delle leggi di guerra.
Tali violazioni includono:
La punizione collettiva: L’intera popolazione di un milione e mezzo di persone che vivono nell’affollata Striscia di Gaza viene punita per le azioni di pochi militanti.
Il colpire i civili: Gli attacchi aerei sono diretti contro le aree civili di uno dei più affollati tratti di territorio del mondo, di certo l’area più densamemente popolata del Medio Oriente.
Una risposta militare sproporzionata: Gli attacchi aerei non solo hanno distrutto ogni ufficio di polizia e di security del governo eletto a Gaza, ma hanno ucciso e ferito centinaia di civili; almeno un attacco ha, a quanto è stato detto, colpito gruppi di studenti che cercavano dei mezzi di trasporto per tornare a casa dall’università.
Le precedenti azioni israeliane, in particolare la chiusura completa dell’entrata e dell’uscita per e dalla Striscia di Gaza, avevano portato ad una grave penuria di medicine e di carburante (e di cibo), causando l’impossibilità da parte delle ambulanze di soccorrere i feriti, l’impossibilità da parte degli ospedali di fornire cure adeguate ai feriti, e l’impossibilità da parte dei medici sotto assedio di Gaza e degli altri operatori sanitari di curare le vittime in modo adeguato.
Certamente gli attacchi con i razzi contro obbiettivi civili in territorio israeliano sono illegali. Ma questa illegalità non dà adito a nessun diritto da parte degli israeliani, né come Forza di occupazione né come stato sovrano, di violare il diritto internazionale umanitario e di commettere crimini di guerra o crimini contro l’umanità come risposta. Osservo che gli assalti militari progressivi di Israele non hanno reso più sicuri i civili israeliani; al contrario, il solo israeliano ucciso oggi dopo lo scoppio della violenza israeliana è il primo da oltre un anno.
Israele ha anche ignorato le recenti iniziative diplomatiche di Hamas per ristabilire la tregua o il cessate-il-fuoco dopo la sua scadenza del 26 Dicembre.
Gli attacchi aerei israeliani di oggi, e il catastrofico costo umano che hanno provocato, mettono alla prova quei paesi che sono stati e che rimangono complici, sia direttamente che indirettamente, delle violazioni del diritto internazionale da parte di Israele. Tale complicità comprende quei paesi che forniscono a bella posta le attrezzature militari, inclusi gli aerei da guerra e i missili utilizzati in questi attacchi illegali, come pure quei paesi che hanno sostenuto e hanno partecipato all’assedio di Gaza, che in sé stesso ha provocato una catastrofe umanitaria.
Ricordo a tutti gli Stati Membri delle Nazioni Unite che l’Onu continua a essere vincolato all’obbligo indipendente di proteggere tutte le popolazioni civili di fronte alle massicce violazioni del diritto internazionale umanitario – a prescindere da quale paese sia responsabile di tali violazioni. Faccio appello a tutti gli Stati Membri, come pure ai funzionari e a ogni organo autorevole del sistema delle Nazioni Unite, affinché agiscano in base all’emergenza non solo per condannare le gravi violazioni di Israele, ma per elaborare nuovi approcci che forniscano una vera protezione al popolo palestinese.
Link originale :
http://www.thenation.com/doc/
Riusciamo a vedere i vostri telegiornali e restiamo
costernati per le bugie che sentiamo:
anche Cristine era una pericolosa terrorista?
Parlando con Padre Manuel Musallam
3/1/2009
“Cristine è una vittima ‘indiretta’ dei bombardamenti israeliani di quest’ultima settimana… è morta di paura, di stenti e di freddo; e come lei ci sono migliaia di minori, di bambini e adolescenti, che non resistono al continuo martellamento dei bombardamenti, ai boati tremendi che il resto del mondo si ostina a non sentire o a definire incidenti collaterali”.
Padre Manuel Musallam, parroco della Sacra Famiglia, unica chiesa cattolica della Striscia, parla alla MISNA di Cristine al-Turk, una ragazza di 16 anni morta ieri nella sua casa della città di Gaza nel quartiere di Rimal non perché colpita da un ordigno israeliano o da un crollo ma di stenti, di freddo, dopo giorni e giorni di terrore.
Nella Striscia, per divieto di Israele, non sono ufficialmente presenti operatori dell’informazione stranieri e padre Musallam è diventato, non solo per la MISNA, un punto di riferimento anche per notizie sulle condizioni dei circa 3000 cristiani presenti a Gaza.
Le sue descrizioni, testimonianze senza fronzoli, chiare e inconfutabili, raccontano anche le storie dei ‘piccoli’, degli innocenti, della gente di solito anonima e ignorata come Cristine, quello che le grandi cronache di guerra e i freddi bilanci non fanno sapere.
“Da giorni - continua - stanno colpendo Gaza dal mare con le loro navi da guerra, dall’alto con aerei ed elicotteri, da terra con carri armati e cannoni; vengono colpite case di civili con dentro persone”.
Gli abitanti di Gaza uccisi in una settimana, dopo le 750 incursioni aeree ammesse da Israele, sono, secondo fonti mediche locali, 436, almeno un quarto civili dice l’Onu, inclusi 75 bambini e 21 donne.
Cristine frequentava la scuola diretta da padre Musallam ed era una cristiana della piccola comunità greco-ortodossa.
“Avrebbe potuto anche essere musulmana - continua padre Musallam - ma che importanza ha?
Nelle stesse ore Iyad, Mohammed e Abdelsattar al-Astal – tre fratellini di età compresa tra i 7 e i 10 anni - sono stati uccisi da un missile vicino alla loro abitazione ad al-Qarara. I missili qui non guardano in faccia, non bussano a nessuna porta. Uccidono”.
E’ stanco, ma non vuole fermarsi padre Musallam, racconta di come la gente abbia saputo di proteste e manifestazioni a loro favore in diverse città e paesi del mondo, racconta della rabbia di dover sentire solo una verità.
“Riusciamo a vedere i vostri telegiornali – continua – e restiamo costernati per le bugie che sentiamo.
Quanto vale la vita di un palestinese?
Perché un razzo artigianale lanciato dalla resistenza palestinese - ordigni che dal 2002 ad oggi avranno causato al massimo una decina di vittime - fa più notizia di 432 persone morte in una settimana?
Israele dice che teme le minacce palestinesi e intanto ci butta in mare;
dice che teme i razzi e intanto ci bombarda;
dice che siamo terroristi e intanto uccide indiscriminatamente…:
la verità è il primo pilastro della pace;
la verità è che fino al 1948 Israele non esisteva, la Palestina tutta non era un deserto ma era abitata dai palestinesi;
la verità è che prima ci hanno cacciato e adesso tentano di cancellare quel che resta di un popolo mentre il resto del mondo gira gli occhi dall’altra parte.
La verità è il solo strumento che abbiamo per riaprire il processo di pace; perché noi ancora ci crediamo”.
Anche in memoria di Cristine che “aveva un sogno - ricorda padre Musallam - poter uscire da questa prigione dove è nata e viaggiare, vedere con i suoi occhi i posti di cui parlavamo in classe, vedere Gerusalemme, i luoghi dell’altra Palestina, la Cisgiordania, visitare i monumenti e le città che poteva vedere solo sui libri in foto; questo era il suo sogno, ma anche quello di migliaia di bambini che qui sono nati e morti”.
Link originale :
PADRE MUSALLAM, PARROCO DI GAZA :
“
È UNA GUERRA CONTRO I CIVILI, FERMATELI”
Parlando con Padre Manuel Musallam
4/1/2009
“Pesanti bombardamenti, un gran numero di vittime, i soldati israeliani non distinguono più tra civili e combattenti, questa è guerra, guerra, guerra; qualcuno provi a fermarli”
Raggiunto dalla MISNA nella sua parrocchia della Sacra Famiglia, padre Manuel Musallam, unico sacerdote cattolico della Striscia di Gaza, racconta l’ennesima tragedia di un popolo senza patria chiuso da decenni in una prigione e inascoltato dal resto del mondo.
“I soldati israeliani si trovano nell’area dei loro vecchi insediamenti abbandonati nel 2005 - dice - ma non entrano nelle nostre città perché hanno paura di fronteggiare il cuore della resistenza palestinese; i bombardamenti da cielo, da terra e dal mare sono continui, alcuni colpi sono arrivati a nemmeno 20 metri dalla chiesa.
Dopo la morte della piccola Cristine, un’altra bimba è morta questa mattina per il terrore e i boati continui.
Era musulmana, frequentava la nostra scuola, il padre Abu Ras è disperato”.
C’è rassegnazione nelle parole del sacerdote che vede con i suoi occhi ciò che molti mezzi di informazione continuano a nascondere o a far finta di non vedere.
“Gli israeliani – continua – non solo colpiscono indiscriminatamente, ma stanno usando nuove e più insidiose armi. Ho parlato con il direttore del maggiore ospedale di Gaza che mi ha riferito di corpi con strane ferite mai viste prima qui a Gaza. Non so cosa stiano usando, nuove diavolerie di guerra e di morte”.
Chiuso nei confini stretti di una striscia di terra lunga 40 chilometri e larga 15, un milione e mezzo di persone aspetta gli sviluppi di un attacco di cui non si riescono ancora a vedere con chiarezza le finalità.
“Nonostante il resto del mondo dica il contrario, anche perché spinti da una informazione faziosa e disonesta – prosegue il sacerdote - sono stati gli israeliani a violare la tregua ripetutamente, non Hamas.
Hamas non è un movimento estremista, gode del sostegno della popolazione e questo sostegno nell’ultima settimana si è accresciuto.
Moltiplicare i motivi di risentimento dei palestinesi, come sta facendo Israele uccidendo donne, uomini e bambini che non hanno mai preso un’arma in pugno, non farà altro che allontanare ancor di più la pace”.
padre Manuel Musallam
Link originale :
http://www.misna.org/news.asp?
ONU SMENTISCE TEL AVIV: “CRISI UMANITARIA C’È E SI FA
PIÙ GRAVE”
STRISCIA DI GAZA, 4/1/2009
“E’ una bugia, la crisi umanitaria non solo c’è, ma l’attacco di queste ore sta portando al limite una situazione già drammatica”: sentito dalla MISNA a Gerusalemme, Christopher Gunness, il portavoce dell’Unrwa, l’organismo dell’Onu che distribuisce aiuti umanitari ai palestinesi, smentisce le autorità israeliane che continuano negare le estreme condizioni di vita in cui si trovano gli abitanti della Striscia di Gaza e parla a chiare lettere di “situazione disperata” e di emergenza umanitaria.
“Siamo stati costretti a chiudere il nostro centro di distribuzione di aiuti nel nord della Striscia - continua Gunness - e quattro centri sanitari nel resto del territorio.
Abbiamo scorte alimentari per altri tre giorni, ma le comunicazioni con il nord della Striscia sono interrotte e ogni ora che passa non fa che accrescere l’emergenza”.
Aumentano anche le difficoltà degli ospedali per l’afflusso di centinaia di nuovi feriti, alcuni dei quali colpiti da armi finora mai utilizzate a Gaza, come confermato da fonti mediche locali indirettamente raggiunte dalla MISNA.
“Gli ospedali sono al collasso - prosegue Guinness – mancano medicinali, attrezzature, personale; una situazione che esisteva da tempo, ma che le violenze dell’ultima settimana con il loro strascico di morti e feriti non hanno fatto altro che peggiorare. Donne e bambini sono in questo momento i più vulnerabili, la disperazione della gente richiede un intervento immediato della comunità internazionale”.
Alla difficoltà di reperire generi alimentari, si è aggiunta nelle ultime ore la crescente difficoltà di mantenere le comunicazioni con chi vive nella Striscia di Gaza; diverse fonti della MISNA risultano non raggiungibili, le linee della telefonia cellulare non funzionano perfettamente o non funzionano affatto ed esiste il concreto timore che i bilanci di vittime e feriti che stanno circolando in queste ore siano molto al di sotto della realtà.
Quella che segue è una corrispondenza reale, intercettata ed a me comunicata. Si tratta di una comunicazione da sionista a sionista in commento a ciò che succede. Lo stato d’animo non è dalla parte delle vittime palestinesi, ma di quella degli aggressori israeliani che salendo sul carroarmato possono scivolare e farsi male. Ho appena terminato di ascoltare un’inntervista a Radio radicale ad un altro imbecille della politica, uno di quelle che sbafano alle nostre spalle, il mio compaesano Nucara, il quale pone questa intelligente domanda: «se mi mandano razzi Kassam che posso fare? Mi difendo…». Gliela mando io la risposta: «Se entro in casa tua e ti butto nella strada e magari uso violenza su tua moglie e tua figli, e tu mi spari dalla strada verso le finestre di una casa che era prima tua, io che faccio? Mi difendo!» Logica dunque vuole che i “coloni occupanti” se ne vadano da terre non loro. Qui l’usucapione non c’entra. Ma ecco il testo di una dei fans degli occupanti, depurati da ogni elemento di riconoscimento:
(…) Subject: Amici in Israele, siamo con voi!
Sento un vuoto pazzesco, gli amici in Israele non scrivono, non si muovono, non manifestano.
Sappiate che noi tutti siamo con voi.
Ho appreso la triste notizia di un morto nell'IDF e di 32 feriti. E mi fa rabbia.
Perché entrare in quell'inferno? perché esporre delle giovani vite?
Qualunque altro esercito avrebbe bombardato a tappeto.
Sono combattuto: da un lato ammiro la pulizia morale unica al mondo dell'esercito israeliano, dall'altro mi fa rabbia che per quella teppaglia sanguinaria si debbano sacrificare delle vite umane.
Siamo con voi con la mente e col cuoreF.
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Dopo il massacro
1. E parlano di Darfur. – Gli ipocriti oltre che assassini ogni volta che si parla di regime di aparteid e di diritti umani cercano di distogliere l’attenzione verso di loro dicendo che altrove succede di peggio: in Sudan, nel Darfur, in luoghi dove infuria la guerra civile e la gente cerca di scappare e mettersi in salvo per ogni dove. Quelli che giungo in Israele vanno a finire non nei “centri di accoglienza” come da noi, ma sono alloggiati direttamente al cimitero. Gli sparano alla frontiera appena cercano di entrare in Israele. Poco importa che a sparare siano gli egiziani su commissione o siano direttamente gli israeliani: per i morti ammazzati fa poca differenza. Questo aspetto della «democrazia» israeliana – fortunatamente unica in tutto il Medio Oriente – è poco noto sui nostri media e certamente non bastano gli articoli di Michele Giorgio per dare a questi atroci assassinî quella conoscenza che sarebbe necessaria. Gli infami hasbaroti si arrampicano sugli specchi per negare l’evidenza. Chi se non degli stipendiati direttamente da Israele potrebbe arrivare ad un simile copertura? Dubito che possa trattarsi di italiani, o meglio italiani-italiani ad una sola cittadinanza e fedeltà.
13 commenti:
Non credo che Israele abbia l'intenzione di invadere Gaza. Non servirebbe a nulla. Ma la decisione di rispondere alla violenza con la violenza era l'unica opzione valida. Per questo Israle ha il mio plauso. Spero che i terroristi palestinesi vengano definitivamente fermati. Ciò sarà un bene anche per i tanti palestinesi che aspirano finalmente ad una vita normale.
I nostri padri si divisero durante la guerra civile spagnola nel 1937, combattendo chi per Franco chi contro Franco. Lo stesso avvenne durante il 1943-45. Idealmente, io oggi mi sento schierato in guerra contro Israele e in difesa degli innocenti di Gaza, che non sono per me "terroristi”, ma un popolo innocente che è stato aggredito da degni successori dei nazisti. Non solo non plaudo al genocidio sionista, ma considero infami assassini quanti plaudendo al genocidio sono in questo tragico momento moralmente responsabili, se non anche materialmente, della morte di tante vittime innocenti: qui Auschwitz è stato di gran lunga superato in tutto il suo orrore. Le connivenze odierne di tanti nostri politici sono di gran lunga maggiori di quelle, inesistenti, che vengono imputate a Pio XII. Spero che mai costoro possano capitare sulla mia strada e alla mia vista. Ed incontrandoli li guarderò come si guardano degli assassini con il marchio di Caino sulla fronte. Non è questa una minaccia di violenza ma una dichiarazione di disprezzo e condanna morale con l’augurio di non dover mai calpestare con costoro lo stesso suolo. Non mi si dica che pure costoro sono italiani perché non esiste per loro e per me una comune patria.
Caro Caracciolo buonasera,
è stupido usare "l'accusa" di antisemitismo ,quando si sa che molti Arabi sono semiti.
Gli ebrei, e gli ebraizzati, usano rubare ciò che è di altri,una "appartenenza" !
Cioè vogliono l'esclusiva del semitismo.(Che non gli compete!)
Sic stantibus rebus....NON è reato essere ANTISEMITI!
Anche se lo fosse...chi se ne frega!
Non sono(siamo) mica OBBLIGATO (nessuno lo è) ad amare i SEMITI(ebrei).
Così come i nostri “amici” sono stati scientifici nel preparare lo sterminio dei palestinesi, lo sono anche nell’indurci alla disperazione. Vogliono farci disperare per poi perderci. Non dobbiamo fare il loro gioco, ma dimostrare a noi stessi ed al mondo intero con le armi della logica ed una sempre più sviluppata capacità di riflessione che la ragione morale, la giustizia, il diritto, l’umanità è tutta nostra e per nulla loro.
Credo che il miglior "sistema" per ridurli a stare "calmi" (gli ELETTI) e cessare lo sterminio palestinese, sia quello di farsi
" vicini",...MOLTO "vicini", ad OGNI "eletto" sparso per il globo!
E' semplice ed economico, col vantaggio di essere alla portata di chiunque .DEMOCRATICO,drei!
AH AH !
Finalmente Israele si è decisa a sistemare i cammellari di Gaza una volta per tutte
Sei un infame assassino e razzista. Pubblico una tantum il tuo commento proprio allo scopo di dimostrare che gli infami assassini come te esistono e non sono un’invenzione dell’antisemitismo. Erwin, idealmente parlando, consegno questo infame alle tue cure. Almeno in questo caso hai ragione tu: non vale qui l’arma della critica ma è solo possibile la critica delle armi, quella che peraltro i sionisti razzisti stano usando con i “cammellari” di Gaza e che noi idealmente possiamo rivolgere con il Figlio di Ignoti di cui sopra. Non saranno però accettate altre provocazioni o contenuti illegali. Questo blog è un luogo di riflessione e di elaborazione concettuale. Non può perdere questa caratterizzazione. I levitici ed un rubeniani non desiderano altro che restare soli e incontrastati sulla piazza mediatica. Ah Ah!
Nota filogica: i due commenti di Anonimo e di Erwin sono stati da me contemporaneamente approvati. Anonimo non ha potuto leggere il precedente commento di Erwin né Erwin il commento di Anonimo: non sono in polemica l’uno con l’altro e nascono autonomamente. Avverto che considerata la tragica gravità del momento sarà da me esercitato la moderazione prevista dalle leggi vigenti. Mi avvarrò tuttavia della discrezionalità che mi compete, anche in deroga ad astratti criteri.
Il "giudizio" dell'anonimo non è privo di un fondo di verità.
Sono anni che i dirigenti palestinesi "tarpano" le ali ai "falchi"!
Vediamo da anni le manifestazioni palestinesi con gli M16 mentre sparano in cielo!
Uno spreco di cartucce imperdonabile!
Si cambino i dirigenti ed adottino altre "strategie" ,FUORI dalla Palestina!
NON c'è altra via!
Gli "alberi" senza radici....MUOIONO!
Stefano non sa che lui è un terrorista e un perfetto ignorante:Non spurate mai sentenze basandosi sui sentito dire.Informarsi,studiare e considerare che un problema esige conoscenze profonde come per affrontare un esame.Finchè ci saranno tali personaggi il mondo è destinato a restare perennemente in guerra.Loro gli ignranti riescono inconsciamente ad alimentare la violenza.Saluti a tutti gli ignoranti.
Piersabatino Deola
una gaza si sta attuando un genocidio della dirigenza di hamas..delle sue strutture politica militare religiosa umanitatia.
stessa operazione effettuata in libano contro lì olp e campo profugo con oltre 5000 morti.
l'attacco a gaza mi ricorda l'attacco effettuato contro l'unione sovietica da parte di kitler.
ce poco da dire sono troppo le somiglianze e per avere la pace israele non deve esistere.
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