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Finalmente prende corpo il format adeguato per il monitoraggio di una sezione importante di «Informazione (S)scorretta» e testate analoghe. Il titolo di questo post avrebbe potuto essere molto più pesante, ma ho preferito sceglierne uno più edulcorato per mantenermi il più possibile sul terreno della oggettiva inconfutabile. La tecnica seguita dalla Triste Brigata è quanto mai semplice. Una redazione anonima redige un testo quasi sempre a contenuto diffamatorio, denigratorio, delatorio. Così imbeccati, i destinatari vocati di una mailing list, formata in prevalenza da sionisti sfegatati che popolano la rete, vengono istigati a scrivere lettere agli indirizzi email che vengono forniti. Quale sia il contenuto delle missive, dal quale l’istigatore si può dichiarare estraneo, è facile immaginare e lo possono sapere in due soltanto: il mittente e il destinatario. Anche io sono stato destinatario di simili missive e da esse posso regolarmi sugli altri casi. Non mi sono adombrato per le lettere ricevute, assai stupide e povere di argomenti, ma ho invece cercato di trarre da essi utili elementi di conoscenza politico-sociologica. In questo post verranno studiate collettivamente tutti i cosiddetti Lettori di IC, che io abitualmente chiamo Lapidatori, i cui testi vengono resi noti dalla stessa IC per la loro esemplarità. Le persone attaccate dai Lapidatori ottengono il mio servizio di solidarietà e resta a loro discrezione il loro legittimo diritto di organizzarsi in sindacato di quanti e son Legione si ritengono fondatamente o meno diffamati, denigrati, fatti oggetto di delazione presso i loro superiori o le loro redazioni. Un sordido e abietto tentativo è infatti quello di provocare il classico cicchetto da parte del superiore, se non peggio. L’occasione iniziale per questo post è dato da un ignobile attacco a tal Aldo Baquis che riguardano il corrispondente dell’ANSA per le notizie che riguardano l’assedio di Gaza. Di norma le agenzie ANSA sono anonime, come anonimi sono i commenti degli Scorretti Informatori. Io posso immaginare chi ci stia dietro, ma preferisco fustigare il peccato e non il peccatore, che se appena avesse un poco di dignità firmerebbe ogni volto i suoi infami commenti, collocabile al più grado della bassezza morale. Il fatto di essersi procurato il nome del redattore ANSA la dice lunga sul profilo morale di questi figuri.
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Status: 21.12.08
Sommario: 1. Prima lettera di Aldo Baquis da parte di tal David Cassuto. – 2. prima lettera di Aldo Baquis da parte di tal David Cassuto 2. Seconda lettera ad Aldo Baquis da parte del prof. David Nizza. –
1. Prima lettera ad Aldo Baquis da parte di tal David Cassuto. – Non saprei dire se il Cassuto è lo stesso David in cui mi sono imbattuto altre volte. È probabile, giacché in fondo la congrega dei sionisti è abbastanza contenuto nel numero. Dopotutto se se ne ipotizza l’appartenenza alla comunità ebraica italiana, si tratta di 40.000 persone circa su oltre 57 milioni di italiani. Se poi da 40 si riduce a 20 mila la percentuale massima di internizzati, si restringe ulteriormente il campo, se poi fra questi si riduce ad una più stretta fascia quelli che possono essere in relazione con il sodomita Pezzana, condividendone costumi e idealitò, si restringe ancora il campo via via giungendo a poche centinaia di persone. Almeno così ci sembra di poter al momento stimare. I loro testi sono interessanti perché ci consentono di poterne fare una valutazione. Ecco il primo della serie:
2. Seconda lettera ad Aldo Baquis da parte del prof. David Nizza. – Proseguiamo la nostra pubblicazione di lettere esemplari. Su ogni personaggio redattore di lettere ci riserviamo di fare lecite ricerche su internet allo scopo di potercene raffigurare nel modo più completo possibile la personalità intellettuale e morale ed avere così un quadro antropologico della mentalità sionista. Non ripetiamo qui le considerazioni di carattere generale già fatte sopra, ma diamo subito il testo della lettera:
Riportiamo ora un altro testo precedente del 20.12.08, che è quello su cui propriamente si appuntano le critiche dei tre Lapidatori:
ANSA Critica
20.12.2008
Disinformazione Ansa: finalmente Baquis mette la firma
invitiamo i nostri lettori [Lapidatori, delatori], in primis quelli israeliani,
Data: 20 dicembre 2008
Pagina: 1
Autore: Aldo Baquis
Titolo: «TREGUA FINITA, LANCI SPORADICI E TENSIONE»
Pubblichiamo questo lancio ANSA per due motivi. Il primo, perchè riferisce, come al solito, fonti palestinesi, incurante che da parte israeliana non sia venuta alcuna conferma.
[Ma come non vi basta Pagliara, che di fonti conosce solo quelle isrealiane? Ogni giornalisti è per il resto libero di attingere alle fonti che ritiene più credibili. Non si va dal rapinatore per chiedergli se ha rapinato la banca, o dall’omicida per chiedergli se ha commesso il delitto. Un curioso modo di ragionare.]
E' noto, infatti, come queste notizie siano o inventate o esagerate dalla propaganda palestinese.
[A chi è noto? La Nakba e tutto quel che ne è seguito è una invenzione della propaganda palestinese? L’autore che ha scritto un libro al riguardo era un cittadino israeliano ebreo, che a seguito di minacce ricevuto se ne è dovuto andare in Inghilterra. La drammatica condizione di Gaza è denunciata dall’Onu che ha espresso una netta condanna di Israele. La situazione di Gaza è perfettamente nota all’Assemblea dell’Onu. Chi tenta di occultarla è il governo israeliano, che si avvale di agenti come quelli di IC]
La seconda, perchè contiene una lunga cronaca di Aldo Baquis, il corrispondente, o uno dei corrispondenti, il quale, almeno in questo scritto, può essere citato da noi con tanto di nome e cognome.
[E perché forse che questo vostro Infame Commento ha un nome è cognome? Pezzana? Barbarazza? Chi altri scrive abitualmente simili indegnità? Se ne assumesse lui la responsabilità con nome e cognome! Agli ebrei non appartiene il Vangelo, Altrimenti ben si adatterebbe in questo caso la pagliuzza, anzi neppure quella, ed il travone, che più che nell’occhio entra in qualche altro posto di chi probabilmente scrive.]
Ed è quello che stiamo per fare.
[Caspita! Con i sofisticati mezzi della logica sodomitica e con la capacità persuasiva delle missive lapidarie.]
Scrive Baquis: Ma sostanzialmente la giornata di ieri é trascorsa nella calma. Israele e Hamas sono adesso intenti a studiare le intenzioni dell'avversario. L'atmosfera è di grande mobilitazione. Per aggiungere, poche righe più avanti:
Fra i villaggi ebraici a ridosso del confine con la Striscia serpeggia il nervosismo. Gli agricoltori di un kibbutz sono stati bersagliati da cecchini palestinesi e costretti alla fuga. In un altro villaggio agricolo gli abitanti - alcune centinaia - hanno avuto ordine di preparare le valige. Essendo a portata dei mortai palestinesi, il loro sgombero potrebbe essere ordinato con brevissimo preavviso. Come si vede, Baquis definisce la giornata di ieri " sostanzialmente calma", il fatto che i kibbutzim siano sotto il fuoco dei cecchini Baquis lo registra come una "giornata di calma".
[E dove sta lo scandalo? Tutto a questo mondo è relativo. Probabilmente durane il massacro di sabra e Shatila non vi sarà stata la stessa calma. Ma stando in Torino diventa forse comprensibile tanto isterismo tipico dei caratteri sodomitici, a quel che si dice]
Che gli abitanti dei Kibbutzim, a centinaia, come scrive, stiano per fare le valigie per rifugiarsi altrove, per Baquis è una “giornata di calma”.
[Ti agiti per così poco? E che dovrebbero dire i palestinesi che hanno ben altre esperienze! È proprio isterismo sodomitico.]
Riporta poi largamente tutte le posizioni di Hamas, ma si guarda bene dal fare altrettanto con quelle israeliane.
[Sono ampiamente note: stanno preparando la “soluzione finale” per Gaza: tutto il mondo lo sa]
Noi chiamiamo tutto questo DISINFORMAZIONE,
[Senti chi parla? Ciò che quotidianamente voi fate è: diffamazione, denigrazione, delazione. Il vostro credito è poi eguale a zero, ossia è limitato al vostro stesso ambiente autoreferenziale.]
e visto che oggi abbiamo avuto l'onore di vedere la sua firma
[invece noi non avremo mai il disonore di conoscere la tua. Non ti accorgi di quanto sei ridicoli nel pretendenere dal altri una condotta che tu stesso sei ben lungi dal seguire: Pretendi dagli altri ciò che tu non intendi fare]
sotto un testo ANSA, possiamo legittimamente chiedere ai nostri lettori di scrivergli per chiedergli conto di come informa i lettori italiani su quanto accade tra Israele e i suoi nemici.
[I tuoi lettori sono agenti sionisti in Italia. Tu stessi circa sei anni fa impianti la tua baracca con lo scopo di fare lobbying sui media italiani, che per fortuna non sono tutti asserviti alla Israel lobby, Ancora quache voce indipendente esiste, e sono esattamente quelle voci contro cui voi quotidianamente lanciate il vostro fango: De Giovannangeli, Giorgio, Romano, per fare solo i nomi più frequentemente da voi attaccati.]
Chiediamo ai nostri lettori di protestare con ANSA per la disinformazione prodotta da Aldo Baquis, scrivendo alla e-mail sottostante, e chiedendo che venga inoltrata a Baquis.
[Se leggi questo mio commento, giacché io a te mai scriverò, io ti mando via etere un paio di scarpe vecchie, che sai bene dove indirizzate. Mi avvalgo dello stesso diritto che tu concedi e riconosci ai tuoi Lettori]
» 2008-12-20 11:13
GAZA, PALESTINESE UCCISO IN RAID AVIAZIONE ISRAELIANA
GAZA - Un palestinese è rimasto ucciso e altri due feriti nel corso di un raid compiuto dall’aviazione israeliana presso Jabalya, nel nord della Striscia di Gaza, secondo quanto riferito da fonti mediche palestinesi. Nessuna conferma della vittima palestinese è venuta finora dall'Esercito israeliano. Il giovane palestinese ucciso nel raid aereo - ha precisato alla France Presse una fonte del ministero della sanità palestinese - si chiamava Ali Hijazy e aveva 22 anni.
Sia lui sia gli altri due palestinesi rimasti gravemente feriti, è stato precisato da parte di testimoni, sono membri delle Brigate dei martiri di al-Aqsa, il braccio armato di Fatah, il partito del presidente palestinese Abu Mazen (Mahmoud Abbas).
Nell'incursione israeliana - avvenuta verso le 9 locali (le 8 italiane) e che è stata la prima dopo la cessazione della tregua - è rimasta ferita una terza persona, un civile. Il velivolo di Israele, sempre secondo le fonti palestinesi, ha lanciato tre missili mentre un gruppo di militanti si accingeva a sparare razzi sul sud di Israele.
TREGUA FINITA, LANCI SPORADICI E TENSIONE
di Aldo Baquis
Sei mesi di tregua a Gaza sono finiti con un nuovo annuncio formale del braccio armato di Hamas, Brigate Ezzedin al-Qassam, accompagnato da lanci sporadici di razzi verso Israele.
Il segretario generale dell'Onu Ban Ki-mon ha rinnovato la sua preoccupazione per la situazione a Gaza e chiesto il ristabilimento della tregua negoziata dall'Egitto e la fine delle violenze.
Ma sostanzialmente la giornata di ieri é trascorsa nella calma. Israele e Hamas sono adesso intenti a studiare le intenzioni dell'avversario. L'atmosfera è di grande mobilitazione.
Nei mass media palestinesi di Gaza si riferisce con rilievo di parate militari e di esercitazioni condotte da questa o da quella organizzazione. Il tono delle dichiarazioni degli incappucciati portavoce dei bracci armati è sempre il medesimo: «Siamo pronti - dicono - ad affrontare l’esercito israeliano, se decidesse di entrare a Gaza. Ma presumiamo che non intenda farlo, essendo ancora fresca la memoria dell’insuccesso del luglio 2006 in Libano», contro gli Hezbollah. Ammassamenti di truppe si avvertono anche nel Neghev. Fra i villaggi ebraici a ridosso del confine con la Striscia serpeggia il nervosismo. Gli agricoltori di un kibbutz sono stati bersagliati da cecchini palestinesi e costretti alla fuga. In un altro villaggio agricolo gli abitanti – alcune centinaia – hanno avuto ordine di preparare le valige. Essendo a portata dei mortai palestinesi, il loro sgombero potrebbe essere ordinato con brevissimo preavviso.
«La tregua con Hamas – ha detto ieri il ministro delle infrastrutture Benyamin ben Eliezer, laburista – non è stata un errore. Ci è servita ad ‘acquistare tempo’ «ossia a concedere respiro agli abitanti del Neghev che vivono vicino a Gaza, da anni bersagliati dai razzi palestinesi. In questo lasso di tempo loro hanno recuperato le energie mentre Tsahal, le forze armate israeliane, «sono adesso più pronte che mai», ha garantito Ben Eliezer, un ex ministro della difesa.
Dall’altra parte del confine, anche i dirigenti di Gaza sono stati impegnati ad assicurarsi il sostegno della popolazione. Al termine delle preghiere del venerdì Ismail Haniyeh, leader locale di Hamas, ha rigraziato gli Hezbollah libanesi per il sostegno morale e politico espresso ed ha espresso l’auspicio che altre manifestazioni di solidarietà siano organizzate altrove nel mondo arabo. Da parte sua la Jihad islamica ha organizzato una grande manifestazione nel rione Sajaya, a Gaza.
Fra gli oratori uno dei dirigenti della organizzazione, lo sceicco Nafez Azzam. Questi ha spiegato alla popolazione che sei mesi fa la tregua era stata accettata dalla Jihad islamica nella persuasione che sarebbe stata utile a migliorare le condizioni del popolo, che viceversa si sono ulteriormente deteriorate. Ragion per cui, ha aggiunto, la tregua non potrà essere estesa oltre. Caratterizzato da durezza, l’intervento ha tuttavia preso una piega inaspettata quando riferendosi ai dissidi interni dei palestinesi Azzam ha sostenuto che al momento attuale è necessario operare per la riconciliazione e la unità nazionale.
Forse un tentativo di avvicinare le posizioni fra Hamas – secondo cui il mandato di Abu Mazen scadrà il 9 gennaio – e il presidente dell’Anp che già pensa di indire elezioni anticipate all'inizio del 2009, in un gesto di aperta sfida agli islamici. Riferendosi infine alla nuova amministrazione di Barack Obama, il dirigente della Jihad islamica ha detto di non farsi illusioni. Se gli Stati Uniti vorranno cambiare approccio nei confronti dei palestinesi, ha concluso, che prima «chiedano perdono per i loro crimini».
redazione.internet@ansa.it
È una normale cronaca di guerra, ma questa volta si tratta non di una scarna nota di agenzia, bensì di un vero e proprio articolo. Ci sembra del tutto normale che per le sue dimensioni e per la sua articolazione sia anche firmato. È una prestazione professionale di carattere diverso dalle poche righe che costituiscono i normali lanci ANSA. Questo fatto della firma ha messo in fibrillazione i sionisti torinesi, forse induceli a credere di poter in tal modo meglio colpire il giornalista, che si è limitato a fare un onesto ed obiettivo lavoro. Dal suo testo non si può desumere nulla che possa identificarlo come parziale e fazioso. Evidentemente per il sodomita Pezzana sono faziosi tutti quelli che non sono apertamente schierati dalla parte degli occupanti e assedianti israeliani, ovvero che non adottino i comunicati stampa dei servizi israeliani o del governo israeliano. Purtroppo, il rapporto di forze è grandemente squilibrato verso i superiori armamente israeliani, forniti perfino di quell’atomica che negano possa averla l’Iran. La spoporzione delle forze è tale da temere per Gaza una “soluzione finale”. L’isterimo dei «Corretti Diffamatori» si spiega con la necessità strategica di occultare al mondo i piani di sterminio della popolazione palestinese.
3. Dulcis in fundo: Emanuel Segre Amar. – Con questo Tizio avevamo avuto un precedente disgusto che mi aveva consentito di valutarne l’alto grado di intelligenza. Se ne può trovare ampia illustrazione nel blog che raccoglie una serie di lettere alla “Stampa”. Qui riassumo il ruolo avuto da costui. Intanto è da premettere una regola canonica seguita da tutti questi Olocaustici. Se tu dici una certa cosa, ad esempio usi l’espressione «cosiddetto Olocausto», tu non appartieni più al consorzio umano. Nessuno ti deve più rivolgere la parola ed in questo modo, se non ti capiterà di peggio, tu dovresti venire a soffrire per una sorta di messa al bando. È una regola che storicamente è stata adottata dentro le comunità ebraiche verso i loro eretici. Basti qui pensare ai tempi di Spinoza e di Uriel da Costa. Da qui questo costume della reiezione si è spostato fuori della comunità ebraica ed è applicato in genere sui temi olocaustici. Sto sintetizzando al massimo per non raccontare una storia che in tutti i suoi risvolti è assai divertente e gustosa. Orbene, in un vasto contesto epistolare finito addirittura sul quotidiano “la Stampa” io vengo ghettizzato e diffamato per aver usato l’espressione «cosiddetto Olocausto», ma in parte era una citazione che io facevo. Chi aveva usato la stessa identica espressione in un articolo apparso circa dieci anni prima sempre sulla “Stampa”? Un certo Sion Segre Amar nel corso di una discussione con il prof. Coppellotti. E chi era Sion Segre Amar? Era a suo tempo un noto storico e personaggio della comunità ebraica torinese, ma era anche l’Eletto padre di Emanuel. Egli spiegava che l’espressione «Olocausto» era quanto mai infelice e che lui evitava di usarla. Quando proprio doveva farlo usava dire e scrivere «cosiddetto Olocausto». Insomma, illustri personaggi dell’ebraismo olocaustico torinese cadevano in flagrante ignoranza di loro proprie faccende: erano ignoranti in casa loro! In questo contesto esce fuori Emanuele che rivendica il copyright della “corretta interpretazione” del pensiero dell’Eletto Padre, morto da tempo e non consultabile nell’al di là. Il Diletto Figliuolo dando la Corretta Interpretazione tira in capo il prof. Coppellotti con il quale all’epoca l‘Eletto Padre aveva disquisito trovandosi d’accordo con lui proprio sul «cosiddetto Olocausto». In una lettera a La Stampa L’Eletto Figliuolo attribuiva al prof. Coppellotti posizioni “negazioniste” che questi non aveva mai espresso. Fu così che il Diletto Figliuolo si trovò smentito su tutti i fronti e non potendo accedere nuovamente alla Stampa per una replica senza fondamento trovo rifugio nella Testata Pezzaniana. La stessa dove ora si esprime con la seguente Eletta Censura del correligionario o connazionale Aldo Baquis:
Lei, Aldo Baquis, scrive che «la giornata di ieri è trascorsa nella calma».
[Incredibile isterismo forse contagiata dalla peculiare natura e sensibilità pezzaniana. In fondo, per un goym si tratta di un particolare assolutamente insignificante nella cronaca riportata. Se si fosse detto che in numero dei morti era 7 anziché 13, ad esempio, la cosa poteva avere una sua rilevanza oggettiva. Ma dire di una giornata che è “trascorsa nella calma” è un dato empiricamente impalpabile, Ma se Baquis vive in israele nessuno meglio di lui può essere in grado di dire che una giornata è “calma” rispetto ad un’altra. Non so dove vivano er la maggior parte dell’anno i tre Lettori di IC ed in particolare Pezzana ed Emanuele. Forse dovrebbero definitivamente trasferirsi in israele. Qui potrebbero studiare meglio la meteorologia]
Lei, Aldo Baquis, mi risulta essere un cittadino dello Stato di Israele.
[Risulta! Non lo avrei mai immaginato. Ma è per questo più sorprendete il livore verso un “concittadino”.]
Delle due l'una: o la sensibilità lei non la conosce, o quel che scrive è dettato da altre motivazioni.
[Caspita! La sensibilità. Una sensibilità paranoica per non dire altro.]
E gradirei ricevere una sua risposta.
[Vuole pure lui una risposta, magari una risposta privata, intima. Non vorremmo leggere pubblicamente in rete di una scambio di sensibilità, magari a tre fra Pezzano, Emanule e Aldo. Se sono cose private e meglio che restino private. Per noi da un punto di visto giornalistico, obiettivo, deontologico non esiste nessun problema. Si tratta di una faccenda tutta interna fra sensibilità ebraiche, magari con qualche nota peculiamente pezzaniana.]
Come fa infatti a parlare di calma, quando lei stesso parla di spari di cecchini, e quando un altro dispaccio dell'ANSA parla di palestinesi uccisi dall'aviazione mentre si accingevano a sparare razzi verso Israele?
[In un teatro di guerra con milioni di morti, francamente qualche sparo di cecchino non mi sembra un grande disturbo della calma. Tutto sta nella scala di misura, ma se entrano in campo le sensibilità paranoiche anche uno starnuto può essere un disturno della calma. Francamente, qui non ci ritroviano, pur avendo dedicato parecchio tempo ad una storia alquanto insulsa]
Vede, signor Baquis: lei utilizza le regole della DEMOCRAZIA dello Stato di Israele
[il mito della democrazia, una democrazia da genocidio, una democrazia da aparthedi. Sono davvero dei grandi ipocriti costoro. Non sembra esser mutato molto da quando Gesù Cristo combatteva ogni giorno con i Farisei rinfacciando loro l’ipocrisia fino a chiamarli sepolcri imbiancati. Parlano di democrazia quando hanno sulla coscienza, se mai hanno una coscienza, innumerevoli crimini ai danni dei palestinesi cui hanno tolto tutto, ma questi signori sono democratici! O almeno così pretendono di essere condiderati.]
per scrivere, oggi come molto spesso in passato, delle parole che chi vuole INFORMARE CORRETTAMENTE non dovrebbe mai scrivere.
[Tornano identici a 2000 anni fa sepolcri imbiancati di evangelica memoria, prima che il Cristo salisse sul Golgota!]
E allora le chiedo ancora: perché le scrive?
[Si potrebbe chiedere a Emanuele se per caso va mai al bagno, e andandoci perché mai ci va. La sua domanda al suo correligionario ha lo stesso senso. Ma qui faccio una scoperta. La stessa domanda in questo blog mi è stata rivolta da un ebreo. Mi chiedeva perché mi interessavo di determinati libri e determinati temi. Gli ho risposto con ira che non avrebbe mai dovuto permettersi di dirmi lui cos aio potevo o non potevo leggere, di cosa occuparmi o non occuparmi, cosa fare o non fare. Se questo è normale costume ebraico, io però non sono un ebreo. Per quanto mi riguarda, cosa faccia o non faccia un ebreo, è questione che neppure lontanamente mi pongo. Ma evidentemente sono sensibilità e modi di pensare propri di un Popolo Eletto]
Shalom
Emanuel Segre Amar
Apprendo ora per la prima volta che Aldo Baquis sarebbe addirittura pure lui un ebreo, per giunta cittadino israeliano. Non lo avrei mai creduto. Tanto mi era parsa neutra ed obiettiva la sua cronaca dei fatti che l’avrei scambiato per un collega di Umberto De Giovanngeli. Ed invece è un ebreo! Cittadino israeliano! E magari pure sionista di destra, alla Feiglin! Ma i tre Lettori/Lapidatori sempre pronti a scagliar pietre e anatemi contro tutto il mondo dei goym giudicano “fazioso” un loro simile che proprio a me tocca difendere!
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Status: 21.12.08
Sommario: 1. Prima lettera di Aldo Baquis da parte di tal David Cassuto. – 2. prima lettera di Aldo Baquis da parte di tal David Cassuto 2. Seconda lettera ad Aldo Baquis da parte del prof. David Nizza. –
1. Prima lettera ad Aldo Baquis da parte di tal David Cassuto. – Non saprei dire se il Cassuto è lo stesso David in cui mi sono imbattuto altre volte. È probabile, giacché in fondo la congrega dei sionisti è abbastanza contenuto nel numero. Dopotutto se se ne ipotizza l’appartenenza alla comunità ebraica italiana, si tratta di 40.000 persone circa su oltre 57 milioni di italiani. Se poi da 40 si riduce a 20 mila la percentuale massima di internizzati, si restringe ulteriormente il campo, se poi fra questi si riduce ad una più stretta fascia quelli che possono essere in relazione con il sodomita Pezzana, condividendone costumi e idealitò, si restringe ancora il campo via via giungendo a poche centinaia di persone. Almeno così ci sembra di poter al momento stimare. I loro testi sono interessanti perché ci consentono di poterne fare una valutazione. Ecco il primo della serie:
L’articolo dell’Ansa dimostra che l’amico BaquisLa rozzezza della Lettera pubblicata da IC è tipica della natura di questa testata, che Piergiorgio Odifreddi ha saputo esattamente qualificare. Speriamo di non dover dedicare eguale tempo ed attenzione ad altre “lettere” che verremo via via monitorando.[si conoscono? o qui con “amico” si intende esattamente il contrario secondo un ben noto messaggio cifrato? Ed in ogni caso la lettera non è certo un’attestazione di garbata amicizia]che ha il coraggio[perché ci vuole del coraggio a firmare un articolo? Se poi si tratta di un giornalista, chi firma fa semplicemnet il proprio lavoro con tutti i diritti e gli oneri della legge sulla stampa. Ricordo qui il caso folle di un altro Lettore/Lapidatore di IC, tal Michael Levi, cittadino israeliano, che scrive al presidente dell’Ordine dei giornalisti lamentandosi di ciò che scriveva nel suo pieno diritto Maurizio Blondet. Del caso ne abbiamo parlato ampiamente altrove. Con questo Cassuto non sembra che siamo molto lontani da quella casistica.]di firmare un'articolo così fazzioso[sic! Non sappiamo se trattasi di refuso o di scarsa confidenza con la lingua italiana come per l”«apprezzo» di commiato. Quanto poi all’essere “fazioso” per non dire di peggio chi lo è più di questo figuro che pensa di avere il diritto di scrivere simili lettere e pure di pubblicarle? Sul piano oggettivo non basta dire che qualcosa è fazioso, bello, brutto, buono, cattivo, alto, basso: occorrerebbe saoer argomentare le proprie critiche, cosa che puntualmente non sanno MAI fare. Altrimenti vale la vecchia regola: de gustibus ne disputandum est e meno che mai si scrivono lettere al riguardo.]e cosi` di parte non puo rappresentare la Stampa Italiana;[E chi sono costoro che pretendono di stabilire chi può rappresentare chi e cosa? E già tanto se si concedere loro l’appartenenza alla specie umana. Quanto poi all’essere di parte tutti questi figuri da che parte stanno? Dalla parte degli assediati in Gaza, dove tutto il mondo riconosce esservi un’emergenza umanitaria? In diritto penale esiste il concetto di proporzione: se qualcuno mi tira addosso una scarpa, io non sono legittimato a rispondere con una cannonnata. In Israele si regolano secondo la proporzione per cui se un palestinese esercitando la sua legittima difesa di resistente fa una vittima israeliana, la risposta militare è di non meno di 1000 morti palestinesi. I nazisti si limitavano ad una rappreseglia di 10. Non esagero perché nella Striscia di Gaza sono a rischio un milione e mezzo di vite umane, o meglio esagero per difetto.]senza muoversi dal tavolino osa[osa? Il tono è quello della minaccia e dell’intimidazione. Si dice. “come osi?” ad una ersona che si intende intimidire. L’«amico» di cui sopra acquista ora un più determinato valore semantico. Se il Cassuto fosse siciliano o calabrese sapremmo meglio come interpretarne il linguaggio, ma al momento non siamo neppure certi che sia italiano]parlare di calma nei paraggi della striscia Gaza quando lo stillicidio' anzi lo scroscio di razzi e di katiusce seguita ad infierirsi su Scederot e tutta la zona attorno a Gaza che oggi pare si estenda non soltanto ad Ashkelon ma anche fino a Beer-Sceva.[E allora? Per quanto ne so i missili kassam sono a basso contenuto offensivo, per nulla comparabile con i superiori armamenti israeliani. Se i gazesi ritengono di lanciari missili, esercitano un minimo diritto di resistenza e di autodifesa, che ha soprattutto un valore simbolico. I coloni in Plastina non sono i palestinesi, ma quanti sbarcarono con le navi, quelle stesse navi che ora non possono sbarcare in Gaza per portare viveri e medicine. In realtà, i missili kassan sono solo un pretesto per i sionisti: in tal modo possono addurre una specie di motivazione per quella “soluzione finale” da lungo tempo studiata e progettata. Gli osservatori, baquis compreso, hanno il pieno diritto di interpretare la realtà della situazione concreta secondo loro scienza e coscienza. David non può pretendere di intimidire nessuno, ammesso che vi sia qualcuno disposto a lasciarsi da lui intimidire].l'indifferenza che dimostra Baquis per la sofferenza dei cittadini innocenti israeliani[gli innocenti non si trovano in Israele, ma in Gaza. Parodiando il brano biblico su Sodoma e Gomorra di innocneti un tutta Israele non se ne trova neppure uno! Almeno questo è il mio giudizio morale, dato con scienza e coscienza. David può infinocchiare sua sorella, o sua madre, ma non chi ha capacitò di giudizio critica]di tutto il Sud d'Israele e il suo disinteresse per le comunicazioni delle fonti israeliane[le fonti israeliane? le fonti del boiai? Quanto possano essere credibili ognun può immaginare. È una fonti Deborah Fait che nello stesso numero di IC dice che «i negozi di Gaza traboccano di ogni ben di dio»? Se queste sono le fonti vi è di che ridere se non vi ffosse da piangere.]e` un misfatto giornalistico molto grave,[chi parla di misfatti! cento anni di guerra coloniale per cancciare dalle loro case poveri contadini, ricorrendo ad ogni mezzo nella più totale mancanza di scrupoli, e costui ha l’impudenza di parlare di misfatti. Sembra la favola del lupo e dell‘agnello che abbiamo studiato tutti a scuola]se così lavora l'ANSA l'opinione pubblica italiana è ufficialmente disinformata.[In che rapporto è david con l’opinione pubblica italiana? Ha lui qualcosa a che fare? È palese come il suo desiderio sia che l’opinione pubblica italiana non venga a sapere nulla del vero e proprio genocidio che si va consumando in Gaza proprio in queto momento in cui io sto scrivendo. Almeno, fra 70 anni, non si dirà che gli italiani di questa generazione siano stati tutti indifferenti e sordi alla voce della coscienza. Naturalmente, la coscienza di David Cassuto non ha nulla a che fare con la nostra coscienza: funziona secondo pulsioni e canoni tutti suoi, sionistici.]A quel che pare e arrivato il momento di cambiare il corrispondente con un gionalista degno del mestiere![Appunto! È la tipica, assai consueta mossa dei «Corretti informatori». Già nei falsi “Protocolli di Sion” si parlava di controllo della stampa e dei mezzi di comunicazione. Non sappiamo se la proprietà sia già stata contattata, o se l’agenzia sia stata opportunamente comprata, e quindi si sita provvedendo ad ottemperare alle indicazioni che vengono da David Capputto pubblicato da Angelo Pezzana nella testata di cui è titolare. Saremmo molto grati ad Aldo Baquis, il cui nome appredniamo solo adesso, se vorrà farci conoscere l’esistenza o meno di provvedimenti adottati nei suoi confronti.]con apprezzo
[espressione italiana quanto mai inusuale]
David Cassuto
2. Seconda lettera ad Aldo Baquis da parte del prof. David Nizza. – Proseguiamo la nostra pubblicazione di lettere esemplari. Su ogni personaggio redattore di lettere ci riserviamo di fare lecite ricerche su internet allo scopo di potercene raffigurare nel modo più completo possibile la personalità intellettuale e morale ed avere così un quadro antropologico della mentalità sionista. Non ripetiamo qui le considerazioni di carattere generale già fatte sopra, ma diamo subito il testo della lettera:
Veramente mi sembra che il pezzo di Aldo Baquis di ieri, 20.12.08, non possa qualificarsi altrimenti che fazioso. Pertanto Vi invito a meditare sull'opportunità di rivedere la linea della Vs Agenzia in senso più equilibrato.A questo punto ci viene forte la curiosità di andare a verificare cosa mai scriva abitualmente questo povero cristo di nome Aldo Baquis. Ne riportiamo integralmente un testo del 21.12.08[E sei io dicessi al prof. pure lui Davide ma Nizza che sarebbe opportuno che lui si guardasse allo specchio e si interrogasse sul suo proprio equilibrio mentale e morale e sulla conseguente opportunità di ravvedersi? Io però non lo faccio, perché gli concedo piena libertà di darsi alla sua propria perdizione. Mi interessa soltanto che non sia lui a dover decidere la linea editoriale di una testata che è pubblica e nella quale io non ravviso per nulla la constetazione di faziosità, mentre invece è del tutto evidente la sua propria partigianeria sionista]Distinti saluti
Prof. Davide Nizza
Abbiamo più volte riletto il testo e non troviamo nulla di giornalisticamente e deontologicamente censurabile. Non conosco Aldo Baquis e non capisco da cosa risulti il nome dello stesso come autore della nota di Agenzia. Nella sua scarnità una nota di agenzia non è un articolo. Serve per dare dati grezzi a giornalisti che sulla base delle ageznie ricevute redigono più ampi articoli con proprie analisi e considerazioni. I fatti sono: aviazione che è un mezzo molto più potente e distruttivo di semplici missili che quasi mai colpiscono il bersaglio. Il fatto che i resistenti palestinesi siano armati non è di per se un crimine di guerra. Per giunta il razzo o i razzi non sono stati neppure lanciati: “si accingevano”. Le fonti disponibili sono state indicate: sono fonti palestinesi. Non vi sono conferme da altre fonti che quindi sono state esperite. Vi è poi stato un lancio di otto missili Kassam che sono caduti ovviamente in territorio israeliano, ma non hanno fatto gravi danni. È stato ferito lievemente un lavoratore straniero, dunque neppure un israeliano. Ed è stata danneggiata una casa in Sderot. L’azione è stata infine rivendicata. Non capisco dove stia la “faziosità” della notizia, o meglio non esiste nessuna faziosità. Piuttosto si può lamentare una lacuna piuttosto grave: possibile che l’attacco dell’aviazione non abbia prodotto vittime e danni? La nota di agenzia non dice nulla al riguardo. È reticente. Se non avesse prodotto nessun danno e nessuna vittima avrebbe dovuto precisarlo. Se invece l’attacco dell’aviazione israeliana ha prodotto danni e vittime, come si può supporre, il non averlo detto può essere “faziosità”, ma a tutto danno dei palestinesi, non di Israele. I «(S)scorretti Informatori» mancano qui di logica argomentativa prima ancora che della abituale correttezza, di cui essi non hanno la più pallida idea cosa essa significhi. È per loro un calderone dove pensano di poter mettere e mescolare tutte le panzane della loro prava testa.
ANSA Critica
21.12.2008 Lanciano missili Kassam su Israele, pare che siano armati....
il linguaggio delicato dell'agenzia nazionale
Testata: ANSA
Data: 21 dicembre 2008
Pagina: 1
Autore: la redazione
Titolo: «Mo: raid aereo israeliano a Gaza»
» 2008-12-21 08:38
Mo: raid aereo israeliano a Gaza
Contro palestinesi che si accingevano a lanciare razzi
Ma come è delicata l'ANSA quando deve scegliere le parole ! i palestinesi che si accengevano a lanciare razzi Kassam su Israele pare che fossero armati. Ma no ! chi l'avrebbe mai pensato !
(ANSA) - GERUSALEMME, 21 DIC - L'aviazione ha attaccato un gruppo di armati palestinesi che a quanto pare si accingevano a lanciare razzi Qassam su Israele.Lo hanno riferito fonti locali palestinesi. Nessuna conferma confermata da altre fonti. Sempre stamane almeno otto razzi Qassam sono caduti in territorio israeliano, ferendo lievemente un lavoratore straniero impiegato in una serra in un campo agricolo nel Negev occidentale e danneggiando una casa a Sderot. L'azione e' stata rivendicata dalla Jihad Islamica.
Chi lo desidera può fare i complimenti ad Aldo Baquis, corrispondente da Israele, cliccando sulla e-mail sottostante.
redazione.internet@ansa.it
Riportiamo ora un altro testo precedente del 20.12.08, che è quello su cui propriamente si appuntano le critiche dei tre Lapidatori:
ANSA Critica
20.12.2008
Disinformazione Ansa: finalmente Baquis mette la firma
[E voi quando la metterete?]
invitiamo i nostri lettori [Lapidatori, delatori], in primis quelli israeliani,
[Solo quelli, mentre dubito che degli italiani/italiani siano disponibili allo sporco ed infame gioco delatorio]a scrivergli
[Per fargli che? Un baffo? O per qualcosa di più sostanziale? Con il Mossad in giro, se il giornalista opera in Israele, non si può mai sapere]Testata: ANSA
Data: 20 dicembre 2008
Pagina: 1
Autore: Aldo Baquis
Titolo: «TREGUA FINITA, LANCI SPORADICI E TENSIONE»
Pubblichiamo questo lancio ANSA per due motivi. Il primo, perchè riferisce, come al solito, fonti palestinesi, incurante che da parte israeliana non sia venuta alcuna conferma.
[Ma come non vi basta Pagliara, che di fonti conosce solo quelle isrealiane? Ogni giornalisti è per il resto libero di attingere alle fonti che ritiene più credibili. Non si va dal rapinatore per chiedergli se ha rapinato la banca, o dall’omicida per chiedergli se ha commesso il delitto. Un curioso modo di ragionare.]
E' noto, infatti, come queste notizie siano o inventate o esagerate dalla propaganda palestinese.
[A chi è noto? La Nakba e tutto quel che ne è seguito è una invenzione della propaganda palestinese? L’autore che ha scritto un libro al riguardo era un cittadino israeliano ebreo, che a seguito di minacce ricevuto se ne è dovuto andare in Inghilterra. La drammatica condizione di Gaza è denunciata dall’Onu che ha espresso una netta condanna di Israele. La situazione di Gaza è perfettamente nota all’Assemblea dell’Onu. Chi tenta di occultarla è il governo israeliano, che si avvale di agenti come quelli di IC]
La seconda, perchè contiene una lunga cronaca di Aldo Baquis, il corrispondente, o uno dei corrispondenti, il quale, almeno in questo scritto, può essere citato da noi con tanto di nome e cognome.
[E perché forse che questo vostro Infame Commento ha un nome è cognome? Pezzana? Barbarazza? Chi altri scrive abitualmente simili indegnità? Se ne assumesse lui la responsabilità con nome e cognome! Agli ebrei non appartiene il Vangelo, Altrimenti ben si adatterebbe in questo caso la pagliuzza, anzi neppure quella, ed il travone, che più che nell’occhio entra in qualche altro posto di chi probabilmente scrive.]
Ed è quello che stiamo per fare.
[Caspita! Con i sofisticati mezzi della logica sodomitica e con la capacità persuasiva delle missive lapidarie.]
Scrive Baquis: Ma sostanzialmente la giornata di ieri é trascorsa nella calma. Israele e Hamas sono adesso intenti a studiare le intenzioni dell'avversario. L'atmosfera è di grande mobilitazione. Per aggiungere, poche righe più avanti:
Fra i villaggi ebraici a ridosso del confine con la Striscia serpeggia il nervosismo. Gli agricoltori di un kibbutz sono stati bersagliati da cecchini palestinesi e costretti alla fuga. In un altro villaggio agricolo gli abitanti - alcune centinaia - hanno avuto ordine di preparare le valige. Essendo a portata dei mortai palestinesi, il loro sgombero potrebbe essere ordinato con brevissimo preavviso. Come si vede, Baquis definisce la giornata di ieri " sostanzialmente calma", il fatto che i kibbutzim siano sotto il fuoco dei cecchini Baquis lo registra come una "giornata di calma".
[E dove sta lo scandalo? Tutto a questo mondo è relativo. Probabilmente durane il massacro di sabra e Shatila non vi sarà stata la stessa calma. Ma stando in Torino diventa forse comprensibile tanto isterismo tipico dei caratteri sodomitici, a quel che si dice]
Che gli abitanti dei Kibbutzim, a centinaia, come scrive, stiano per fare le valigie per rifugiarsi altrove, per Baquis è una “giornata di calma”.
[Ti agiti per così poco? E che dovrebbero dire i palestinesi che hanno ben altre esperienze! È proprio isterismo sodomitico.]
Riporta poi largamente tutte le posizioni di Hamas, ma si guarda bene dal fare altrettanto con quelle israeliane.
[Sono ampiamente note: stanno preparando la “soluzione finale” per Gaza: tutto il mondo lo sa]
Noi chiamiamo tutto questo DISINFORMAZIONE,
[Senti chi parla? Ciò che quotidianamente voi fate è: diffamazione, denigrazione, delazione. Il vostro credito è poi eguale a zero, ossia è limitato al vostro stesso ambiente autoreferenziale.]
e visto che oggi abbiamo avuto l'onore di vedere la sua firma
[invece noi non avremo mai il disonore di conoscere la tua. Non ti accorgi di quanto sei ridicoli nel pretendenere dal altri una condotta che tu stesso sei ben lungi dal seguire: Pretendi dagli altri ciò che tu non intendi fare]
sotto un testo ANSA, possiamo legittimamente chiedere ai nostri lettori di scrivergli per chiedergli conto di come informa i lettori italiani su quanto accade tra Israele e i suoi nemici.
[I tuoi lettori sono agenti sionisti in Italia. Tu stessi circa sei anni fa impianti la tua baracca con lo scopo di fare lobbying sui media italiani, che per fortuna non sono tutti asserviti alla Israel lobby, Ancora quache voce indipendente esiste, e sono esattamente quelle voci contro cui voi quotidianamente lanciate il vostro fango: De Giovannangeli, Giorgio, Romano, per fare solo i nomi più frequentemente da voi attaccati.]
Chiediamo ai nostri lettori di protestare con ANSA per la disinformazione prodotta da Aldo Baquis, scrivendo alla e-mail sottostante, e chiedendo che venga inoltrata a Baquis.
[Se leggi questo mio commento, giacché io a te mai scriverò, io ti mando via etere un paio di scarpe vecchie, che sai bene dove indirizzate. Mi avvalgo dello stesso diritto che tu concedi e riconosci ai tuoi Lettori]
» 2008-12-20 11:13
GAZA, PALESTINESE UCCISO IN RAID AVIAZIONE ISRAELIANA
GAZA - Un palestinese è rimasto ucciso e altri due feriti nel corso di un raid compiuto dall’aviazione israeliana presso Jabalya, nel nord della Striscia di Gaza, secondo quanto riferito da fonti mediche palestinesi. Nessuna conferma della vittima palestinese è venuta finora dall'Esercito israeliano. Il giovane palestinese ucciso nel raid aereo - ha precisato alla France Presse una fonte del ministero della sanità palestinese - si chiamava Ali Hijazy e aveva 22 anni.
Sia lui sia gli altri due palestinesi rimasti gravemente feriti, è stato precisato da parte di testimoni, sono membri delle Brigate dei martiri di al-Aqsa, il braccio armato di Fatah, il partito del presidente palestinese Abu Mazen (Mahmoud Abbas).
Nell'incursione israeliana - avvenuta verso le 9 locali (le 8 italiane) e che è stata la prima dopo la cessazione della tregua - è rimasta ferita una terza persona, un civile. Il velivolo di Israele, sempre secondo le fonti palestinesi, ha lanciato tre missili mentre un gruppo di militanti si accingeva a sparare razzi sul sud di Israele.
TREGUA FINITA, LANCI SPORADICI E TENSIONE
di Aldo Baquis
Sei mesi di tregua a Gaza sono finiti con un nuovo annuncio formale del braccio armato di Hamas, Brigate Ezzedin al-Qassam, accompagnato da lanci sporadici di razzi verso Israele.
Il segretario generale dell'Onu Ban Ki-mon ha rinnovato la sua preoccupazione per la situazione a Gaza e chiesto il ristabilimento della tregua negoziata dall'Egitto e la fine delle violenze.
Ma sostanzialmente la giornata di ieri é trascorsa nella calma. Israele e Hamas sono adesso intenti a studiare le intenzioni dell'avversario. L'atmosfera è di grande mobilitazione.
Nei mass media palestinesi di Gaza si riferisce con rilievo di parate militari e di esercitazioni condotte da questa o da quella organizzazione. Il tono delle dichiarazioni degli incappucciati portavoce dei bracci armati è sempre il medesimo: «Siamo pronti - dicono - ad affrontare l’esercito israeliano, se decidesse di entrare a Gaza. Ma presumiamo che non intenda farlo, essendo ancora fresca la memoria dell’insuccesso del luglio 2006 in Libano», contro gli Hezbollah. Ammassamenti di truppe si avvertono anche nel Neghev. Fra i villaggi ebraici a ridosso del confine con la Striscia serpeggia il nervosismo. Gli agricoltori di un kibbutz sono stati bersagliati da cecchini palestinesi e costretti alla fuga. In un altro villaggio agricolo gli abitanti – alcune centinaia – hanno avuto ordine di preparare le valige. Essendo a portata dei mortai palestinesi, il loro sgombero potrebbe essere ordinato con brevissimo preavviso.
«La tregua con Hamas – ha detto ieri il ministro delle infrastrutture Benyamin ben Eliezer, laburista – non è stata un errore. Ci è servita ad ‘acquistare tempo’ «ossia a concedere respiro agli abitanti del Neghev che vivono vicino a Gaza, da anni bersagliati dai razzi palestinesi. In questo lasso di tempo loro hanno recuperato le energie mentre Tsahal, le forze armate israeliane, «sono adesso più pronte che mai», ha garantito Ben Eliezer, un ex ministro della difesa.
Dall’altra parte del confine, anche i dirigenti di Gaza sono stati impegnati ad assicurarsi il sostegno della popolazione. Al termine delle preghiere del venerdì Ismail Haniyeh, leader locale di Hamas, ha rigraziato gli Hezbollah libanesi per il sostegno morale e politico espresso ed ha espresso l’auspicio che altre manifestazioni di solidarietà siano organizzate altrove nel mondo arabo. Da parte sua la Jihad islamica ha organizzato una grande manifestazione nel rione Sajaya, a Gaza.
Fra gli oratori uno dei dirigenti della organizzazione, lo sceicco Nafez Azzam. Questi ha spiegato alla popolazione che sei mesi fa la tregua era stata accettata dalla Jihad islamica nella persuasione che sarebbe stata utile a migliorare le condizioni del popolo, che viceversa si sono ulteriormente deteriorate. Ragion per cui, ha aggiunto, la tregua non potrà essere estesa oltre. Caratterizzato da durezza, l’intervento ha tuttavia preso una piega inaspettata quando riferendosi ai dissidi interni dei palestinesi Azzam ha sostenuto che al momento attuale è necessario operare per la riconciliazione e la unità nazionale.
Forse un tentativo di avvicinare le posizioni fra Hamas – secondo cui il mandato di Abu Mazen scadrà il 9 gennaio – e il presidente dell’Anp che già pensa di indire elezioni anticipate all'inizio del 2009, in un gesto di aperta sfida agli islamici. Riferendosi infine alla nuova amministrazione di Barack Obama, il dirigente della Jihad islamica ha detto di non farsi illusioni. Se gli Stati Uniti vorranno cambiare approccio nei confronti dei palestinesi, ha concluso, che prima «chiedano perdono per i loro crimini».
redazione.internet@ansa.it
È una normale cronaca di guerra, ma questa volta si tratta non di una scarna nota di agenzia, bensì di un vero e proprio articolo. Ci sembra del tutto normale che per le sue dimensioni e per la sua articolazione sia anche firmato. È una prestazione professionale di carattere diverso dalle poche righe che costituiscono i normali lanci ANSA. Questo fatto della firma ha messo in fibrillazione i sionisti torinesi, forse induceli a credere di poter in tal modo meglio colpire il giornalista, che si è limitato a fare un onesto ed obiettivo lavoro. Dal suo testo non si può desumere nulla che possa identificarlo come parziale e fazioso. Evidentemente per il sodomita Pezzana sono faziosi tutti quelli che non sono apertamente schierati dalla parte degli occupanti e assedianti israeliani, ovvero che non adottino i comunicati stampa dei servizi israeliani o del governo israeliano. Purtroppo, il rapporto di forze è grandemente squilibrato verso i superiori armamente israeliani, forniti perfino di quell’atomica che negano possa averla l’Iran. La spoporzione delle forze è tale da temere per Gaza una “soluzione finale”. L’isterimo dei «Corretti Diffamatori» si spiega con la necessità strategica di occultare al mondo i piani di sterminio della popolazione palestinese.
3. Dulcis in fundo: Emanuel Segre Amar. – Con questo Tizio avevamo avuto un precedente disgusto che mi aveva consentito di valutarne l’alto grado di intelligenza. Se ne può trovare ampia illustrazione nel blog che raccoglie una serie di lettere alla “Stampa”. Qui riassumo il ruolo avuto da costui. Intanto è da premettere una regola canonica seguita da tutti questi Olocaustici. Se tu dici una certa cosa, ad esempio usi l’espressione «cosiddetto Olocausto», tu non appartieni più al consorzio umano. Nessuno ti deve più rivolgere la parola ed in questo modo, se non ti capiterà di peggio, tu dovresti venire a soffrire per una sorta di messa al bando. È una regola che storicamente è stata adottata dentro le comunità ebraiche verso i loro eretici. Basti qui pensare ai tempi di Spinoza e di Uriel da Costa. Da qui questo costume della reiezione si è spostato fuori della comunità ebraica ed è applicato in genere sui temi olocaustici. Sto sintetizzando al massimo per non raccontare una storia che in tutti i suoi risvolti è assai divertente e gustosa. Orbene, in un vasto contesto epistolare finito addirittura sul quotidiano “la Stampa” io vengo ghettizzato e diffamato per aver usato l’espressione «cosiddetto Olocausto», ma in parte era una citazione che io facevo. Chi aveva usato la stessa identica espressione in un articolo apparso circa dieci anni prima sempre sulla “Stampa”? Un certo Sion Segre Amar nel corso di una discussione con il prof. Coppellotti. E chi era Sion Segre Amar? Era a suo tempo un noto storico e personaggio della comunità ebraica torinese, ma era anche l’Eletto padre di Emanuel. Egli spiegava che l’espressione «Olocausto» era quanto mai infelice e che lui evitava di usarla. Quando proprio doveva farlo usava dire e scrivere «cosiddetto Olocausto». Insomma, illustri personaggi dell’ebraismo olocaustico torinese cadevano in flagrante ignoranza di loro proprie faccende: erano ignoranti in casa loro! In questo contesto esce fuori Emanuele che rivendica il copyright della “corretta interpretazione” del pensiero dell’Eletto Padre, morto da tempo e non consultabile nell’al di là. Il Diletto Figliuolo dando la Corretta Interpretazione tira in capo il prof. Coppellotti con il quale all’epoca l‘Eletto Padre aveva disquisito trovandosi d’accordo con lui proprio sul «cosiddetto Olocausto». In una lettera a La Stampa L’Eletto Figliuolo attribuiva al prof. Coppellotti posizioni “negazioniste” che questi non aveva mai espresso. Fu così che il Diletto Figliuolo si trovò smentito su tutti i fronti e non potendo accedere nuovamente alla Stampa per una replica senza fondamento trovo rifugio nella Testata Pezzaniana. La stessa dove ora si esprime con la seguente Eletta Censura del correligionario o connazionale Aldo Baquis:
Lei, Aldo Baquis, scrive che «la giornata di ieri è trascorsa nella calma».
[Incredibile isterismo forse contagiata dalla peculiare natura e sensibilità pezzaniana. In fondo, per un goym si tratta di un particolare assolutamente insignificante nella cronaca riportata. Se si fosse detto che in numero dei morti era 7 anziché 13, ad esempio, la cosa poteva avere una sua rilevanza oggettiva. Ma dire di una giornata che è “trascorsa nella calma” è un dato empiricamente impalpabile, Ma se Baquis vive in israele nessuno meglio di lui può essere in grado di dire che una giornata è “calma” rispetto ad un’altra. Non so dove vivano er la maggior parte dell’anno i tre Lettori di IC ed in particolare Pezzana ed Emanuele. Forse dovrebbero definitivamente trasferirsi in israele. Qui potrebbero studiare meglio la meteorologia]
Lei, Aldo Baquis, mi risulta essere un cittadino dello Stato di Israele.
[Risulta! Non lo avrei mai immaginato. Ma è per questo più sorprendete il livore verso un “concittadino”.]
Delle due l'una: o la sensibilità lei non la conosce, o quel che scrive è dettato da altre motivazioni.
[Caspita! La sensibilità. Una sensibilità paranoica per non dire altro.]
E gradirei ricevere una sua risposta.
[Vuole pure lui una risposta, magari una risposta privata, intima. Non vorremmo leggere pubblicamente in rete di una scambio di sensibilità, magari a tre fra Pezzano, Emanule e Aldo. Se sono cose private e meglio che restino private. Per noi da un punto di visto giornalistico, obiettivo, deontologico non esiste nessun problema. Si tratta di una faccenda tutta interna fra sensibilità ebraiche, magari con qualche nota peculiamente pezzaniana.]
Come fa infatti a parlare di calma, quando lei stesso parla di spari di cecchini, e quando un altro dispaccio dell'ANSA parla di palestinesi uccisi dall'aviazione mentre si accingevano a sparare razzi verso Israele?
[In un teatro di guerra con milioni di morti, francamente qualche sparo di cecchino non mi sembra un grande disturbo della calma. Tutto sta nella scala di misura, ma se entrano in campo le sensibilità paranoiche anche uno starnuto può essere un disturno della calma. Francamente, qui non ci ritroviano, pur avendo dedicato parecchio tempo ad una storia alquanto insulsa]
Vede, signor Baquis: lei utilizza le regole della DEMOCRAZIA dello Stato di Israele
[il mito della democrazia, una democrazia da genocidio, una democrazia da aparthedi. Sono davvero dei grandi ipocriti costoro. Non sembra esser mutato molto da quando Gesù Cristo combatteva ogni giorno con i Farisei rinfacciando loro l’ipocrisia fino a chiamarli sepolcri imbiancati. Parlano di democrazia quando hanno sulla coscienza, se mai hanno una coscienza, innumerevoli crimini ai danni dei palestinesi cui hanno tolto tutto, ma questi signori sono democratici! O almeno così pretendono di essere condiderati.]
per scrivere, oggi come molto spesso in passato, delle parole che chi vuole INFORMARE CORRETTAMENTE non dovrebbe mai scrivere.
[Tornano identici a 2000 anni fa sepolcri imbiancati di evangelica memoria, prima che il Cristo salisse sul Golgota!]
E allora le chiedo ancora: perché le scrive?
[Si potrebbe chiedere a Emanuele se per caso va mai al bagno, e andandoci perché mai ci va. La sua domanda al suo correligionario ha lo stesso senso. Ma qui faccio una scoperta. La stessa domanda in questo blog mi è stata rivolta da un ebreo. Mi chiedeva perché mi interessavo di determinati libri e determinati temi. Gli ho risposto con ira che non avrebbe mai dovuto permettersi di dirmi lui cos aio potevo o non potevo leggere, di cosa occuparmi o non occuparmi, cosa fare o non fare. Se questo è normale costume ebraico, io però non sono un ebreo. Per quanto mi riguarda, cosa faccia o non faccia un ebreo, è questione che neppure lontanamente mi pongo. Ma evidentemente sono sensibilità e modi di pensare propri di un Popolo Eletto]
Shalom
Emanuel Segre Amar
Apprendo ora per la prima volta che Aldo Baquis sarebbe addirittura pure lui un ebreo, per giunta cittadino israeliano. Non lo avrei mai creduto. Tanto mi era parsa neutra ed obiettiva la sua cronaca dei fatti che l’avrei scambiato per un collega di Umberto De Giovanngeli. Ed invece è un ebreo! Cittadino israeliano! E magari pure sionista di destra, alla Feiglin! Ma i tre Lettori/Lapidatori sempre pronti a scagliar pietre e anatemi contro tutto il mondo dei goym giudicano “fazioso” un loro simile che proprio a me tocca difendere!
3 commenti:
Leggi qui: http://www.ilvangelo-israele.it/news/notizie_recenti.html ,ti segnalo questa notizia:
Parlamentari radicali: il caporale Shalit divenga sempre più un problema europeo
"Ci uniamo all'appello lanciato da Daniele Nahum, presidente dell'UGEI, a che venga concessa la cittadinanza italiana al caporale Shalit che da oltre due anni è nelle mani di gruppi fondamentalisti e di cui non si hanno più notizie - hanno dichiarato i parlamentari radicali eletti nelle liste del Pd -, non tanto perché l'essere cittadino italiano possa contribuire alla soluzione del problema, ma perché divenga spunto per recuperare la prospettiva di una Patria europea da ampliare al Mediterraneo orientale a partire di Israele, unica speranza per la promozione della pace e della democrazia nel Medio oriente.
Berlusconi, e anche Fini, sin dal loro insediamento, hanno avuto parole di grande vicinanza a Gerusalemme, nei prossimi mesi che vedranno centinaia di milioni di cittadini eleggere il nuovo parlamento europeo, e gli israeliani la nuova Knesset, occorrerà, anche a costo di inserirsi nel dibattito elettorale israeliano, porre di nuovo la prospettiva federalista europea tanto per i Balcani occidentali quanto per Turchia e Israele.
Shalit divenga il simbolo di una risposta pienamente politica al conflitto Israele-Hamas-Hezbollah e alla promozione della libertà e democrazia in tutto il medio oriente".
(Agenzia Radicale, 22 dicembre 2008)
Cari saluti
Ti segnalo anche questo: Cittadinanza romana al soldato Gilad Shalit
Roma, 21 dic -
Il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha accettato la proposta fatta dal presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici: “'Mi sembra un'ottima idea dare la cittadinanza romana al soldato israeliano catturato da Hamas, Gilad Shalit. Volevamo dare un segnale di solidarietà' alla comunità'' - queste le parole pronunciate dal sindaco nel suo intervento alla cerimonia di accensione della Channukkià a Piazza Barberini.
Pacifici aveva invitato Alemanno a seguire l'esempio del sindaco di Parigi Bertrand Delanoe, l'assenso del sindaco non si è fatto attendere.
Alemanno doveva venire in viale Marconi. La locale sezione AN non ne sapeva nulla. Quando poi lo ha saputo ed ha chiesto conto, allora Alemanno non è più venuto. A via Barberini si trova meglio.
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